MASS EFFECT 4: Aftermath

By Peacewalker96

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Questo è MASS EFFECT 4, il seguito fan-made della Trilogia omonima scritta da Florence Castle. Tutto ha inizi... More

Episodio 1: Prologo
Episodio 2: Conseguenze
Episodio 3: Isolamento
Episodio 4: Omega
Episodio 5: Senza radici?
Episodio 6: Intreccio
Episodio 7: Ritorno sulla Normandy
Episodio 9: Grande fuga
Episodio 10: Nemico del mio nemico

Episodio 8: Di nuovo in linea

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By Peacewalker96

Un gigante gassoso, un pianetino ghiacciato, un mondo fatto interamente d'acqua, un mega-giardino dimenticato dagli dei... Lilith osservava incuriosita la mappa galattica direttamente dalla pedana di accesso, sebbene fosse impossibilitata ad aprirla non essendo comandante. Piuttosto, le etichette poste su certe località attiravano l'attenzione, nella fattispecie la Cittadella, la Terra e i pianeti natali di tutte le specie della Via Lattea. Sam, la specialista delle comunicazioni, era alla postazione accanto, le sue dita sfrecciavano aggraziate sulla tastiera del suo computer ma la sua testa si voltò in direzione della ragazza prodigio che puntava il dito verso un punto della mappa e fingeva di essere Paige durante la Guerra dei Razziatori.

― Bella, vero? – disse improvvisamente Traynor – Non hai idea di quanti giochi strategici si basino su quell'interfaccia...

― Io li adoro! – rispose Lilith, prendendo confidenza con la specialista – Soprattutto quelli fantasy... come quelli basati sulla trilogia cinematografica Cronache dell'Età del Drago

― Anche a me, ma sono troppo scenici, preferisco di gran lunga gli scacchi. A casa mia avevo una scacchiera in quarzo rosa ed ematite, mi piace avere quella sensazione di solido in mano.

― Se ti piacciono tanto, allora perché non sfidi Paige o IDA in una partita con te?

― Con la comandante ci ho già giocato una volta ed è stato divertente. – ridacchiò Sam – IDA invece è bravissima ma è un robot, non suda mai!

― Mi pare ovvio. IDA è una specie di supercomputer, che al momento è inutilizzabile, ma conosco un trucco per riattivarla senza dover riscrivere da zero la sua memoria.

La celeberrima piattaforma di Cerberus giaceva inerme nel nucleo IA al ponte 3, come immersa in un sonno profondo. Paige avrebbe voluto rimetterla online se fosse tornata sulla Normandy, una volta conclusa la cerimonia nel Parlamento a Londra dieci anni fa; invece le circostanze infauste l'avevano costretta ad abbandonare il progetto nonostante avesse raccolto in un DMO tutti i ricordi dell'amica sintetica, opportunamente modificato per resistere anche agli impulsi EM generati dal Crucibolo... il che voleva dire che, con le giuste modifiche, IDA sarebbe tornata online quasi come nuova. Non poteva farlo da sola né aveva l'autorizzazione di toccare i gadget della comandante, tuttavia rimase delusa nell'apprendere che Paige era da poco sbarcata su Tuchanka insieme a due suoi compagni. 

Era comunque determinata a riattivare quell'IA anche al costo di disubbidire agli ordini, perciò si recò nella stanza proibita e lavorò per tutto il giorno sul corpo di IDA, dalla sostituzione di schede bruciate al caricamento dei ricordi nel processore, fino all'innesto di componenti nuove che potrebbero migliorare il software. Sfortunatamente quest'ultimo non si avviava come dovrebbe e, di conseguenza, IDA rimaneva sempre offline

Neanche reinstallando il software dopo aver collegato la piattaforma al processore centrale riusciva a riportarla in vita – espressione fuori luogo per un sintetico. Doveva assolutamente fare qualcosa, forse chiedere aiuto a un tecnico esperto di IA! Disperata, richiamò Joker via intercom chiedendogli se conoscesse un amico di Paige in grado di risolvere il suo problema.

― Ne avevamo una. – rispose il pilota – Ma Shepard ha riappacificato i Geth e i Quarian restituendo loro il pianeta natale. Dopo i Razziatori, lei è tornata a casa, su Rannoch. Non mi assumerò la responsabilità di averti lasciata uscire da sola senza il permesso della comandante...

― Lo sto facendo anche per te, Joker! – lo interruppe la giovane – Davvero non vedi l'ora di riabbracciarla appena si sveglierà?

Jeff odiava ammetterlo ma Lilith aveva ragione, e quando lei aveva già in mente un'idea brillante, nulla poteva fermarla. Così a malincuore egli chiese alla specialista Traynor di inoltrare un messaggio all'amica Quarian di stanza su Rannoch informandola della follia nella quale si era lanciata la nuova arrivata sulla Normandy. Quello che temeva di più però era dover riferire a Shepard il suo coinvolgimento in quell'attività clandestina e non era divertente subire una ramanzina da un ufficiale superiore... o forse non ne avrebbe subita una, vista la proverbiale magnanimità di Paige, per cui si sarebbe salvato la faccia prima del previsto!

***

Tuttavia, la comandante era l'ultimo dei suoi problemi da quando era partita per Tuchanka insieme a Liara e Garrus. Tutto iniziò con la solita Traynor che le informò la presenza di un messaggio non letto sul suo computer, il cui oggetto era un inquietante "emergenza parassiti" e il modo di scrivere era inconfondibile. Il mittente era un'altra vecchia conoscenza della comandante, senza la quale il futuro della sua gente non sarebbe stato così roseo... ma ora che era tutto tornato alla normalità, o quasi, il famoso capoclan Krogan richiedeva urgentemente la presenza della comandante affinché risolvesse una nuova crisi. 

Appena i tre eroi della Normandy sbarcarono dalla Kodiak, nei pressi della capitale, un bestione venne loro incontro presentandosi come "portavoce del clan Urdnot" ma insistette a voler trattenere i compagni di Paige.

― Posso chiederti perché non possono passare? – fu la sua domanda istintiva.

― L'invito era solo per la campionessa di Tuchanka, umana... cioè te. Quindi i tuoi amichetti pyjak devono restare fuori se non vogliono avere un buco...

Prima che avesse il tempo di completare la frase, il prepotente ricevette una sonora testata che lo lasciò a terra, svenuto. Solo un Krogan avrebbe reagito in quel modo, ed era stato il più giovane del gruppo, quello con la corazza argentata e con gli enormi occhi azzurri paragonabili a quelli di Garrus, il quale lo riconobbe fin dalla voce.

― Qualcuno lo rialzi. – stava ordinando – Massimo un'ora e si riprenderà. – poi, rivolto ai suoi compagni Krogan: ― Fateli passare, tutti e tre. Gli devo un favore!

Il trio riconobbe immediatamente il giovane, per così dire, guerriero che aveva zittito l'unico xenofobo del comitato d'accoglienza. Era Grunt, la creatura artificiale figlia di un signore della guerra che partecipò alla spedizione suicida verso la base dei Collettori nell'85 e che offrì il suo aiuto l'anno seguente nella Guerra dei Razziatori. Come al solito, accolse la sua "madrina" con un abbraccio strapazzoso e si meravigliò che nonostante tutto il casino – così diceva Garrus – dei burocrati e dei pazzi assassini che volevano farla fuori, Peacewalker era in ottima forma.

― Fatti un giro nella capitale, guerriera. – le sorrise il voluminoso amico – Wrex muore dalla voglia di dirti due parole su ciò che sta succedendo qui.

Erano trascorsi dieci anni, e tutto era cambiato in meglio: se un tempo Tuchanka era tutto un deserto, uno scenario peggiore del Sahara sulla Terra, ora erano sorte città grandi e piccole a ridosso delle distese sabbiose come se ci si trovasse nell'Africa settentrionale – e infatti una passeggiata nella capitale era paragonabile ad una fatta in un grande centro abitato in Egitto, Marocco o Algeria. Poi gli venne loro chiesto di prendere un trasporto, e percorsero per un'ora la via di un sito archeologico che farebbe invidia alla Valle dei Re sulle rive del Nilo; il motivo era chiaro, a bordo c'era il caro vecchio Wrex in persona, che non perse tempo a sorridere e dispensare chiassosi saluti ai suoi amici e alla comandante. 

― Mi chiedevo che fine avessi fatto. – cominciò questi, con un enorme sorriso stampato in volto – Quasi sentivo la tua mancanza.

― È reciproco. Ultimamente sono stata piuttosto... impegnata.

― Eh! Puoi dirlo forte. Io odio i politici! – dopodiché tornò al motivo per cui Shepard era a casa sua: ― Allora, Campionessa, hai letto il mio messaggio?

― Hai detto che si tratta di parassiti. – rispose Garrus – Non credevo tu ci avessi chiamato per un lavoro di disinfestazione.

La battuta del Turian servì solo a sciogliere la tensione, ma in realtà la faccenda è più seria del solito. Era risaputo che dieci anni prima Shepard e i suoi avevano sconfitto un Razziatore nei pressi del Velo grazie all'idea geniale di scagliargli contro "la madre di tutti i Divoratori". Il mostro aveva trascinato il nemico sottoterra letteralmente stritolandolo tra le sue spire, ma tutti ignoravano che i suoi resti accartocciati stavano contaminando il terreno con una specie di flagello derivato dai mutanti rimasti intrappolati nelle gallerie.

― Purtroppo ho delle brutte notizie. – intervenne Grunt – A quanto pare, Paige, non sei l'unica a far sparire quella cosa da là sotto. Poco fa uno dei ricognitori ha avvistato una nave Turian atterrare in quella zona.

― Quanto era grande? – s'informò la comandante.

― Più o meno quanto quelle che hanno scortato i nostri soldati su Palaven tempo fa... immagino che sia di un generale.

E non uno qualsiasi, come intuirono i tre compagni, ma quel maledetto Hellax convinto di dimostrare di essere migliore di Shepard uccidendo l'ultimo dei Razziatori. E il fatto che fosse arrivato per primo poneva gli eroi in palese svantaggio.

― Non ho più il desiderio di spaccare teste a tutti ora che le genofagia è stata curata. – disse improvvisamente Wrex – Ma questo Hellax ha superato il limite! Ci abbiamo messo dieci anni a ricostruire Tuchanka, molti meno di quanto avremmo impiegato se non avessimo collaborato con i Turian e i Salarian. Quel piccolo varren rabbioso se l'è andata a cercare, e ora mi sentirà!

― Vorresti venire con noi? – domandò Paige scettica, già avvertendo il disappunto dell'amico.

― Puoi scommetterci, Campionessa. E resterò con te fino a quando il generale sarà solo carne morta... e poi mi annoia restare seduto su un trono tutto il giorno. 

― Questo è il Wrex che conosco! – ridacchiò Garrus, estraendo il suo adorato fucile Incisor. Era arrivato il momento di andare a caccia tra le rovine come ai vecchi tempi!

***

Se esistesse un ambiente terrestre abbastanza vicino al tipico paesaggio di Rannoch, il mondo natale dei Quarian, potrebbe essere il deserto americano tra la California, il Nevada e l'Arizona, con un tocco di Mediterraneo date le scogliere a strapiombo sul mare... un netto contrasto, in confronto alle futuristiche città in cui Quarian e Geth vivevano in armonia e con le cicatrici delle loro antiche divergenze ormai rimarginate.

Guardando meglio, la capitale Anora sembrava un incrocio tra San Francisco e Tokyo, con palazzi altissimi e luci colorate dappertutto, e coloro che vi si adattavano godevano uno stile di vita in base al loro status sociale. I più umili dormivano in piccole casette di periferia indossando ancora delle tute ambientali, seppur senza caschi e privi di sigilli di emergenza. I più altolocati invece si potevano permettere un Geth servitore alla stregua di un maggiordomo o MECH di sicurezza e di abbandonare la tuta in favore di abiti più comodi e soffici. 

Sebbene tutto questo fosse stato possibile grazie all'intervento della comandante Shepard, spesso si vedevano Quarian col capo avvolto in uno scialle ma non c'era motivo di allarmarsi: quello infatti era il modo con cui i ragazzi in pellegrinaggio si distinguevano dagli adulti; era lo stesso rito di passaggio rimasto inalterato dai tempi della flotta migrante, tranne per il particolare che ora strizzava l'occhio alle antiche comunità tribali umane. 

In pratica consisteva nel farsi accettare in un nuovo quartiere, facendo buona impressione al capofamiglia con un dono non più materiale ma costituito da un bagaglio delle proprie esperienze fatte durante il viaggio. Tutto sommato, comunque, la società Quarian era rimasta pressoché invariata anche dopo la riconquista del pianeta natale.

Shala'Raan, l'ammiraglio a capo dell'ex flotta di sicurezza, fu felice di dare il benvenuto a Lilith su Rannoch puntualizzando che era una dei pochi umani ad avervi messo piede, oltre ovviamente a Shepard e agli ingegneri dell'Alleanza. Era invece incuriosita di questa inaspettata visita, ma la risposta non tardò ad arrivare: la giovane umana aveva bisogno dell'aiuto di una vecchia conoscenza di Shepard affinché risolvesse un enigma sulle intelligenze artificiali e sperava che potesse riattivare quella interconnessa alla Normandy.

― Mi chiedevo dove posso trovare quest'eroina. – diceva Lilith all'ammiraglio – Tali'Zorah, giusto? Ecco, saprebbe indicarmi dove vive Tali?

― Nel quartiere Reegar, a cinquecento metri da qui. – rispose Shala – Sfortunatamente, a parte il suo servitore Geth, non troverai nessuno in casa. Però puoi provare a chiedere informazioni in quell'azienda umana aperta qualche mese fa. Si chiama Lawson Industries, posso mandarti laggiù con una navetta se vuoi.

Quella dei Lawson, era una delle tre compagnie che avevano finanziato la ricostruzione di Rannoch insieme agli stessi Quarian – c'erano umani, Salarian e Asari, tutti insieme come un sol uomo. In particolare questa si era prodigata di amministrare buona parte di Anora come aveva fatto la ExoGeni con la colonia di Feros. Guardandosi intorno, la ragazza suppose con sorpresa che i Quarian non avevano bisogno delle altre specie per riparare i danni della guerra dell'86, eppure gran parte dei Geth superstiti, riattivati o addirittura derivati dai loro fratelli sacrificati durante il megaconflitto si erano offerti di moltiplicare la manodopera come segno non di schiavitù ma di solidarietà – in modo del tutto simile ai Drell e agli Hanar. Una piccola percentuale di essi, incredibilmente, era stata ricostruita tramite vecchie schede di circuiti riciclate dai MECH proprio dall'azienda dei Lawson, situata nel quartiere industriale di Anora... e Lilith non esitò a raggiungerla.

Era un quartiere enorme, le cui infrastrutture avevano un impatto ambientale tale da lasciare l'aria respirabile sorprendentemente pulita e compatibile anche per i delicatissimi polmoni dei Quarian; qui infatti gli agenti contaminanti neanche esistevano. Quando Lilith entrò nella lobby della Lawson Industries, fu accolta da musica classica in sottofondo e tutta rigorosamente col violino come protagonista – Nielsen, Bach e Vivaldi soprattutto. Là, in un angolo e su un espositore rotante, faceva bella mostra di sé una versione non armata del caro e vecchio M35 Mako la cui targhetta recitava "Rover da ricognizione adatto a ogni terreno, prototipo", l'unico accenno di colore in mezzo a tutto quel bianco abbagliante, le rifiniture cromate e i tappeti neri e dorati. Un paradiso di acciaio, vetro e superfici smaltate, pensò la ragazza appena si avvicinò alla reception. Lì era seduto un uomo con gli occhi chiarissimi, quasi di ghiaccio, nascosto dietro al monitor di un PC.

― Buongiorno. – esordì Lilith, timida - Conoscete una Quarian di nome Tali'Zorah? Sto lavorando a un progetto tecnico e vorrei che mi aiutasse con alcuni componenti.

― Sì, Tali è la rappresentante Quarian della nostra azienda. – rispose l'uomo, i cui capelli sembravano più neri dell'universo stesso – Hai forse un appuntamento con lei?

La ragazza si schiarì la voce, poi cercò di inventarsi un qualche tipo di scusa e invece le sue parole furono le seguenti: ― Mi manda la comandante Shepard e l'ammiraglio Raan. So che in passato hanno lavorato insieme e...

― Un momento! – la interruppe il receptionist, prima di chiamare via intercom il suo superiore: ― Direttore, mi scusi. C'è una ragazzina che desidera vedere Tali... no, direttore, nessun appuntamento. Dice che l'ha mandata Shepard... sì, quella comandante Shepard, l'eroina di guerra... come, scusi? Va bene, allora, la faccio passare.

L'ufficio del direttore si trovava all'ultimo piano, dietro a una porta in fondo ad un lungo corridoio. Lilith si dimenticò quanto fosse piccola in confronto allo stanzone mozzafiato nel quale l'avevano condotta: un ufficio pulito, perfetto, immacolato. Poltrona e scrivania davano le spalle a un finestrone con vista sulla città, piena di palazzi e grattacieli altissimi. Tra i colori della tappezzeria svettavano l'oro, l'argento, il bianco e il nero (fatta eccezione per il mobilio rosso ciliegia), quasi come a omaggiare la defunta Cerberus. 

In effetti queste nuove industrie ricordavano proprio quell'orribile organizzazione pro-umani, soltanto che adesso tutti gli indipendenti rispondevano in nome dell'Alleanza e comprendevano tutte le specie del Consiglio tranne i Krogan.

― Vieni avanti. – annunciò con gentilezza una voce di donna – Brandon mi ha avvertito del tuo arrivo.

Seduta alla grande poltrona bianca con motivi esagonali Lilith intravide una donna bellissima, le cui forme del corpo sembravano scolpite da un artista estremamente abile, a parte qualche piccola e leggerissima ruga sul suo volto altrettanto perfetto. Come l'uomo giù in reception, che lei aveva chiamato Brandon, aveva i capelli d'ebano e lunghi, tutti raccolti in una coda di cavallo. In quel momento stava fissando la ragazzina dai suoi occhi color del mare, e solo in quello stesso momento Lilith capì di avere davanti la signora Lawson di cui tutti parlavano spesso sottovoce. Ebbene sì, sebbene fossero passati dieci anni e nonostante l'abbigliamento non così iconico, quella donna altri non era che Miranda Lawson! 

Tali invece era seduta alle poltrone più piccole sul lato opposto e senza casco e cappuccio non sembrava neanche lei, ma in compenso il suo nuovo completo ricordava la vecchia tuta che indossava un decennio prima! Ora che era a capo scoperto, era chiaro che anche Tali aveva una folta chioma, e che portava a mo' di cerchietto un grosso paio di occhialoni vintage, di quelli indossati dagli aviatori del Ventesimo secolo. 

Appena la piccola biotica prodigio si accomodò alla poltrona libera, le tre donne iniziarono a conversare circa l'importanza dei circuiti necessari a far funzionare di nuovo IDA; era chiaramente una creatura di Cerberus, non solo l'IA in sé ma anche il corpo robotico in cui ospitava parte della sua "coscienza"... l'ex dottoressa Eva. Appena sentì nominare IDA, a Miranda si accese una lampadina.

― Forse ho la soluzione al tuo problema. Da quando Cerberus è stata smantellata, le componenti elettroniche di ricambio per IDA sono finite in magazzino, nel seminterrato. Purtroppo serve un livello di autorizzazione massimo per accedervi.

― Tu sei il capo di quest'azienda! – intervenne Lilith – E i capi hanno l'autorizzazione massima su qualsiasi cosa, giusto?

― Mi hai tolto le parole di bocca! – si accomodò anche Tali, accennando un sorriso.

Molto colpita dall'intelligenza della ragazzina, Miranda affondò immediatamente una mano in un cassetto, da cui prelevò una tessera magnetica: ― Ecco. – annunciò infine – Con questo badge, ho l'accesso ai livelli inferiori, dai laboratori al magazzino. Prendiamo l'ascensore e andiamo.

― Lilith, nel tuo messaggio hai accennato che il corpo di IDA è ancora sulla Normandy. – chiese l'amica Quarian.

Lilith annuì: ― Posso chiedere a Joker di farci venire a prendere, appena avremo preso ciò che ci serve. Sempre che Hellax non abbia sguinzagliato i suoi uomini per farci fuori... ma io non sono Paige.

― Ma potrebbero irrompere qui per rifornirsi di mod e armi. – intervenne la signora Lawson – È una nuova tecnologia, disponibile sul mercato galattico da un paio di anni. Se questo Hellax è pericoloso, i miei dipendenti non avranno speranza... Tali e io siamo le uniche ad avere un addestramento militare.

In quel momento si udirono deboli rumori di armi da fuoco e il boato di un'esplosione: i timori di Miranda erano fondati, come confermato dalle urla in preda al panico di Brandon trasmesse via intercom. Non le piaceva veder morire i suoi dipendenti, per questo tirò fuori le sue armi personali da un altro cassetto e si alzò dalla poltrona

Non ebbe neppure il tempo di sentenziare «Ora possiamo andare» che le due giovani guerriere erano già scattate in piedi, con i fucili a pompa pronti. Si sentiva la voce di Peonia nel microfono, totalmente fuori di sé: ― Ci servono quei ricambi. Dimmi dove si trovano o ti scuoierò vivo con la mente!

― Le nostre guardie di sicurezza avranno qualcosa in contrario... – e premendo un bottone sotto il piano di lavoro Brandon avviò le procedure d'emergenza, blindando l'ingresso e sbarrando le finestre. 

In questo modo Peonia e i suoi mercenari erano intrappolati all'interno, esattamente prima dell'arrivo degli addetti alla sicurezza! Intanto Miranda, Lilith e Tali avevano da poco lasciato l'ufficio e appena arrivarono davanti alle porte dell'ascensore, questo non si avviò a causa delle contromisure d'emergenza attive: una precauzione per far sì che gli intrusi non assaltassero gli uffici uccidendo i dipendenti. 

Tuttavia, le scale erano il pericolo maggiore, non essendo schermate come le porte e le finestre, perciò tra un piano e l'altro le tre donne furono costrette a eliminare qualche mercenario di passaggio. Peonia non voleva certo arrendersi, neanche dinanzi a tre combattenti formidabili nonostante la loro limitata possanza fisica, e si era perfino prodigata a procurarsi una dozzina di MECH di cui almeno uno o due pesanti. In questo modo la lobby dell'edificio si era trasformata in un campo di battaglia!

Lilith si era rifugiata nelle retrovie, nei pressi della porta d'ingresso, per spezzarne i lucchetti della saracinesca blindata. Il blocco cedette rombando, più che sufficiente alla ragazzina per tessere il suo piano. L'unico problema era come arrivare al magazzino se l'ascensore era bloccato, ma le bastò un'occhiata al portellone del montacarichi per accorgersi che non tutto era perduto. Fece cenno alle altre in modo che la raggiungessero, così in una frazione di secondo furono nei magazzini.

Lì sotto c'erano container e casse piene di attrezzi ed elettronica di ogni sorta, che si trattasse degli scarti dell'Alleanza riconvertiti o parti di recupero di Cerberus. Grazie al badge di Miranda, Lilith ebbe facilmente l'accesso all'inventario di tutti gli oggetti stoccati nei vari ripiani, dopodiché digitò un paio di codici per sbloccare quello con le componenti che stavano cercando.

― Non ci posso credere! – esclamò infine – Per far ripartire IDA avremo bisogno di... tecnologia dei Razziatori?

Miranda allora cercò di spiegare il tutto: ― So che può sembrare assurdo, ma è la verità. Per creare IDA, i tecnici di Cerberus recuperarono dalla Cittadella alcuni rottami della Sovereign, in particolare una parte del suo hardware. 

― Ma queste vengono dal Razziatore che io e Shepard abbiamo distrutto qui su Rannoch. – precisò Tali - Dubito che siano gli stessi circuiti.

Lilith non sembrava preoccupata: ― Be', come si dice in questi casi, tentar non nuoce! – quindi attivò la gru per spostare la cassa designata e chiamò subito Joker via radio: ― Lilith alla Normandy. Abbiamo trovato i pezzi di ricambio. Mandaci una navetta a prelevarci...

Come risposta si udirono solo delle interferenze, dovute ai disturbatori portatili degli ingegneri nemici: Peonia e i suoi erano riusciti a seguirle fin nel magazzino, volenterosi anche loro di portarsi a casa tecnologia dei Razziatori. Tuttavia, era risaputo che qualsiasi frammento anche inattivo irradiava ancora l'essenza delle fameliche macchine, esponendo al rischio di indottrinamento chiunque ne entrasse in contatto per lunghi periodi di tempo. Per questo motivo, la cassa salvavita era stata sigillata e schermata, così come tutti gli oggetti associabili ai Razziatori presenti nel magazzino. 

La guerriera Asari non lasciò scampo alle tre donne facendo esplodere container di materiale infiammabile a colpi di mitragliatrice: non si poteva fare nulla se non rispondere al fuoco e distruggere il MECH pesante schierato all'ingresso. Bisognava proteggere la cassa a ogni costo, quindi Lilith eresse una barriera tutto intorno a sé, costringendola però a rimanere lì vicino senza la possibilità di attaccare.

Lo scontro fu lungo e faticoso e alla fine Lilith era sul punto di crollare dopo aver mantenuto la barriera ben oltre le sue capacità: era così stanca che si reggeva solo sulle ginocchia, ma era valsa la pena. Quando l'ultimo mercenario era caduto, il terzetto trasportò via la preziosa cassa fino a tornare nella lobby. 

Peonia però non era per niente felice di lasciare andare le sue avversarie in quel modo e si lanciò con una Carica biotica verso di loro. Avrebbe potuto schiacciarle tutte e tre se non fosse stato per l'intervento di Miranda, grazie al quale trattenne l'Asari a mezz'aria prima di scagliarla di lato. Lilith si ricordò di aver rotto le morse della saracinesca all'ingresso e si precipitò verso il prototipo di veicolo lì accanto. Era una situazione disperata, che richiedeva un rimedio estremo a quel tipo di minaccia. La ragazzina salì a bordo e col Factotum cercò di avviarne il motore elettrico, mentre il resto del gruppo caricava la cassa sul retro, un attimo prima che il veicolo iniziasse a rombare.

― Ci siamo! – esclamò Lilith – Il prototipo funziona! Ora andiamocene da qui.

All'inizio Lilith pasticciò con i comandi facendo andare il veicolo in svariate direzioni e di tanto in tanto colpiva gli ignari mercenari abbastanza sfortunati da sbattere il proprio cranio contro il paraurti, tuttavia riuscì a gestire il sistema di guida e anche far avanzare il veicolo in linea retta fino a sfondare il portone di vetro. Maledette!, pensò Peonia dopo aver ripreso i sensi, quindi raggruppò gli uomini rimasti per prepararsi all'inseguimento.

La Normandy era lontana e avrebbe potuto atterrare solo in un ampio spazio aperto per il recupero. A questo proposito Lilith osservò che il contatto radio aveva ripreso a funzionare correttamente e poteva finalmente avvertire Joker, aggiungendo inoltre di portarsi fuori città essendo inseguite dai Disertori nientemeno che a terra! 

Nel tentativo di allontanarli dal loro raggio d'azione, Tali azzardò di sporgersi dal finestrino e danneggiare i loro carri col fucile a pompa – e non uno qualsiasi, ma quello al plasma dei Geth – una scelta pericolosa ma efficace durante tutta la corsa in aperta campagna. Poi, all'avvicinarsi nei pressi di un canyon, la Normandy era riuscita a scendere in posizione e il veicolo delle ragazze si fermò. Scesero solo Lilith e Tali, mentre Miranda le aiutò a sollevare la cassa con le parti di ricambio.

― Non preoccupatevi per me. – furono le sue ultime parole – Sistemerò questa stronza Asari e poi tornerò in ufficio a riparare i danni.

E così le due ingegnere saltarono sulla Normandy e partirono immediatamente. Una volta lasciata l'atmosfera di Rannoch poterono finalmente riprendere fiato e correre al nucleo IA per riuscire a riavviare IDA grazie alle nuove componenti.

***

Ma torniamo su Tuchanka. L'ingresso delle gallerie si trovava a metà strada tra le rovine del Velo e l'arena di Kalros, esattamente nel cratere dentro il quale era morto il Razziatore. Secondo i rapporti dei Krogan, i parassiti si erano annidati in profondità e avevano iniziato a mutare a causa delle radiazioni emanati dalla carcassa: ora avevano l'aspetto di mutanti come quelli che Paige aveva incontrato a Manchester, sulla Terra. La soluzione migliore era eliminare il problema alla radice e questo voleva dire piazzare nel loro "nido" una bomba al napalm, creata ad hoc da Grunt e i suoi ricognitori. 

Fu lì che a Garrus cominciò a balenarsi un terribile dubbio: ― Dimmi, Wrex... perché proprio al napalm?

― È una ricetta segreta del nostro capo dei ricognitori. – gli spiegò il suo voluminoso amico – Una volta esplosa la bomba, è quasi impossibile spegnere le fiamme. E anche se ci riuscissi, ti incenerirebbe all'istante... o, come minimo, ti trasformerebbe in un arrosto. Credetemi, quella roba è talmente calda da eliminare ogni traccia del Razziatore come, uhm... un fuoco purificatore. Piuttosto rozzo, ma efficace.

Paige avvertì una certa somiglianza con l'ordigno che aveva fatto brillare su Virmire un decennio addietro. Wrex ne portava ancora le cicatrici e lei era felice di non aver dovuto sparargli per convincerlo a capire che i Krogan di Saren erano solo degli animali senza cervello e che quella non era la vera cura per la genofagia; da allora l'amicizia tra i due era diventata più salda.

Torce alla mano, la piccola comitiva avanzò nei cunicoli e tutti notarono come la corruzione del Razziatore avesse infettato il terreno dotandogli di proprietà ai limiti della magia: radici luminose, rocce che trasudavano acqua di uno strano colore, e addirittura gemme che sembravano sussurrare qualcosa. La comandante era quella che soffriva maggiormente degli effetti: camminava più lentamente, le fischiavano le orecchie e un'aura di angoscia la pervase in tutto il corpo. 

«Impossibile! Io non sono indottrinata! Ho distrutto i Razziatori, perché ho questi sintomi?»

Scosse la testa, convincendosi che erano tutte coincidenze. Lei era la comandante Shepard e aveva resistito per tutta l'odissea da Saren ai Collettori fino alla guerra di dieci anni prima, senza che la sua mente fosse influenzata tutte quelle sante volte in cui era entrata in contatto con un Razziatore. Ma era l'incubo durante la sua convalescenza a preoccuparla: l'Araldo che le parlava e che l'accusava di essere una debole nel dover sacrificare tutto per amore del suo equipaggio invece di accettare l'elevazione e diventare "qualcosa di più grande"... certo, una super-umana pedina dei Razziatori totalmente prima di raziocinio? No, mille volte meglio la morte, allora! 

Paige accetterebbe volentieri tagliarsi la gola o puntarsi la pistola sulla tempia piuttosto che spogliarsi e unirsi agli schiavi alle antiche macchine mietitrici di creature organiche! Scosse di nuovo la testa e aguzzò l'udito, sentendo un ronzio simile a quello di un insetto: erano vicini al nido dei parassiti. 

A scoprirlo a proprie spese fu Garrus, il quale sobbalzò alla vista di una specie di Rachni mutato e lo schiacciò con i suoi stessi piedi così violentemente che sembrava che stesse pestando dell'uva. Wrex colse al volo l'occasione di deriderlo, per allentare un po' la tensione

— Vergogna! Un vero guerriero non se la fa sotto per un pugno di insetti!

— Gli insetti non mi fanno paura, solo disgusto. – si giustificò l'altro – Sarò un Turian felice se, quando morirò, non ne incontrerò altri. Purché non infestino anche l'Aldilà... dannazione!

— Non piacciono a nessuno, a dire il vero. – si aggregò Paige, tentando di ripristinare l'ordine – Prima faremo esplodere la bomba, meglio sarà per tutti.

Alla fine tutti si calmarono e imboccarono una galleria stretta nella quale si udì un altro ronzio, più forte e martellante del precedente – ce n'erano più di uno! La comandante si era posta in testa al gruppo al fine di proteggerlo da un'eventuale imboscata: sapeva che, essendo animali, i parassiti avrebbero attaccato a frotte e quindi li avrebbero esposti al rischio di essere travolti. 

Poi, appena i quattro attraversarono una grossa voragine sotterranea, furono sorpresi all'arrivo del mostro più grande che avessero mai visto, il cui aspetto ricordava un serpente: era Kalros, la madre di tutti i Divoratori. Tuttavia, quest'ultima non sembrava godere di ottima salute. Era malata, la sua pelle perdeva scaglie in quantità, e gemeva dal dolore a intervalli regolari. Paige e i suoi intuirono che anche la gigantessa era stata infettata dalle radiazioni del Razziatore, come si poteva notare dalle piaghe bluastre luminose sulla sua pelle. Le bastava un'occhiata di Wrex, come per dire «Chi ti ha fatto questo?», per guidare lui e il resto della squadra nel suo covo, che era effettivamente infestato dai parassiti!

Guardandoli meglio, Paige capì che non assomigliavano ai Rachni ma agli aracnidi terrestri: ragni, tarantole, scorpioni... tutti metallici e dagli evidenti impianti cibernetici tipici delle truppe dei Razziatori. Com'era possibile? Gli insetti di Tuchanka non avevano questo aspetto, né erano così grandi! A ogni modo, la comandante decise di soprannominarli "Legioni", poiché intuitivamente erano soliti accerchiare il nemico tutti insieme come appunto una legione di soldati. 

Per rallentarli, lei lanciò delle potenti onde d'urto mentre Liara, che le copriva le spalle, generò una singolarità abbastanza grande da intrappolarne un certo numero e lasciare che la sua alleata umana la facesse esplodere colpendone il centro con una carica biotica. 

Gli uomini invece erano più chiassosi con le loro armi nonostante i loro stili di combattimento diametralmente opposti: il silenzioso Garrus nelle retrovie, reso invisibile grazie al suo nuovo occultatore, e il chiassoso Wrex in prima fila a mo' di ariete... e sempre felice di fare a botte! 

La buona notizia era che quella era solo una piccola parte di Legioni, e che potrebbero essercene di più nei pressi della carcassa di Razziatore. Non potevano sbagliare, dove il ronzio si faceva più assordante appena imboccata una galleria satura di cristalli luccicanti. Tuttavia, i "versi" delle Legioni erano sovrapposti ai colpi d'arma da fuoco e agli echi di voci non umane. Che fosse una squadra di ricognitori scesa nel sottosuolo col compito suicida di bonificarlo? 

Era esattamente ciò che aveva pensato Wrex mentre allungò il passo e accelerò davanti agli altri compagni fino all'uscita. E lo sgomento fu condiviso quando i quattro si ritrovarono in un ampio campo con il Razziatore incastrato in una parte e semisepolto nel terreno, nugoli di insetti che zampettavano freneticamente a destra e a manca e una squadra di Disertori che si affannavano a ucciderne il più possibile per sopravvivere.

― Finalmente potrò spaccare il tuo bel muso felino, signore della guerra dei pyjak! – esclamò Wrex nel riconoscere il generale Hellax a capo della spedizione.

― Calmati Wrex! – lo fermò Paige, afferrandogli un braccio – A meno che Hellax non sia disposto a parlare, non voglio creare problemi qui.

L'interlocutore Turian fece qualche passo in avanti, dopo aver chiesto ai suoi uomini un cessate il fuoco. Poi anche lui, a sua volta, fece leva sulla parlantina: ― I miei complimenti, comandante... Paige W. Shepard, giusto? Mi fa piacere che governi il tuo esercito senza usare il pugno di ferro. E dire che la tua specie non è famosa per la diplomazia.

― È il mio codice morale personale: per me il fine non sempre giustifica i mezzi, neanche se è in gioco il futuro dell'universo.

― E che mi dici della morte dei Razziatori di dieci anni fa? Mi pare di capire che te ne sia sfuggito uno...

Ne avevano già parlato, su Omega. Solo restando uniti era possibile sconfiggerlo in maniera permanente, e inoltre l'umanità non era più considerata una specie minore – bastava guardare i loro sforzi di salvare la Destiny Ascension nella battaglia della Cittadella nell'83 per rendersene conto. E il Crucibolo che aveva posto fine alla Guerra dei Razziatori, tre anni dopo, non era forse di fattura umana? 

Hellax rimase positivamente colpito dalla disinvoltura delle parole di Paige, al punto da vedere in lei una degna rivale. Ma perché era sceso a Tuchanka, solo per trovare un nido di insetti robot? In realtà, spiegava il generale, voleva studiare la tecnologia degli ex nemici ancestrali al fine di costruire una specie di arma atta ad annientare l'Araldo e renderlo nelle condizioni di non nuocere; il che era abbastanza semplice, essendo creature straordinariamente avanzate per essere dei costrutti senzienti metà organici e metà sintetici. Hellax potrebbe avere ragione, ma ciò non spiega il motivo per cui Paige avesse l'impressione che quella fosse solo una scusa per accaparrarsi la tecnologia e usarla per i suoi fini personali.

― Io ero presente, insieme a lui, all'assemblea delle Specie Unite di dieci anni fa, Paige. – rispose Wrex, ricordando perfettamente quel giorno – Ha insistito di voler recuperare i resti dell'Araldo caduti sulla Terra senza l'okay dei tuoi capi. Ci stavamo ancora leccando le ferite che la guerra ci ha lasciato, ecco perché si sono opposti.

― Già. – sopraggiunse Garrus, fino ad allora nascosto dietro la gobba dell'amico Krogan – Ed è fortunato che il Primarca non l'abbia ancora bandito da Palaven per questo.

Aveva appena chiuso bocca quando i Disertori imbracciarono nuovamente le armi e gliele puntarono contro, compreso il loro generale. Gli lanciò un'amara espressione di disgusto, già pregustando l'attimo in cui lo ucciderà per gli ignobili crimini che aveva commesso: ― Cosa ci fa il traditore di Palaven nel tuo equipaggio, comandante?! – ruggì, rivolto a Paige.

Per tutta risposta, sia quest'ultima che Liara impallidirono confuse e stupite allo stesso tempo. Ma di che diavolo stava parlando, pensò. La situazione divenne insostenibile: Paige sapeva che Garrus non tradirebbe mai la sua gente, anzi era rispettato da tutti e i generali lo salutavano amichevolmente! Ricordava di averlo visto, di tanto in tanto, comportarsi in modo sempre più umano, mantenendo però la sua essenza Turian... ma solo in privato, quando si sforzava di essere il compagno che lei aveva sempre desiderato. E anche se il più delle volte significava andare in palla perché non conosceva le usanze degli umani in fatto di corteggiamento, lei lo perdonava sempre. A parte questo, era il solito Garrus di sempre nonostante ormai si considerasse un pessimo Turian.

Per Hellax non era così. Per lui il solo fatto di essere, appunto, un pessimo Turian lo irritava al punto da etichettarlo come un traditore della sua stessa società, e di conseguenza solo la sua collaborazione su una nave umana era considerata un insulto. Ma ormai era chiaro che il generale aveva intenzione, come minimo, di portarlo su Palaven affinché meritasse una degna punizione. 

Paige voleva ridurlo in poltiglia, ma si trattenne e sentenziò con fare deciso: — Garrus non è un traditore, è un soldato affidabile nonché membro fedele del mio equipaggio. Se avesse infranto qualche legge del suo pianeta natale, me lo avrebbe detto.

— Inoltre, - aggiunse il compagno incriminato – io non sono come Saren. Non farei mai nulla di male alla mia stessa gente, al contrario è stato grazie alla mia task-force se siamo sopravvissuti all'invasione dei Razziatori.

Wrex non poteva tollerare oltre, dopotutto lui era un Krogan e non era certo un campione di pazienza. Quindi prese a testate un paio di Disertori per farsi largo tra la folla e avvicinarsi abbastanza al Razziatore prima di appiccicargli addosso la bomba al napalm. Tuttavia, dal momento che aveva bisogno di tempo per armarsi, il gigante fischiò ai suoi compagni per attirare la loro attenzione e di conseguenza rispondere al fuoco. 

La comandante neanche piaceva dover ricorrere alle armi, ma era stato Wrex a dare il primo pugno e non ebbe altra scelta se non prendere il mitra e sparare. Un mercenario, due mercenari, tre mercenari... e così via, fino a che la bomba era pronta per essere detonata.

Nella baraonda, però, erano tutti così impegnati che non si accorsero che nel frattempo Hellax stava cercando di uscire dall'alcova per tornare sulla sua Tartarus e Garrus commise l'errore di inseguirlo, mosso dall'istinto di Archangel. Il generale aveva appena sentito la chiamata via radio della sua luogotenente Asari circa un recupero fallito su Rannoch, dall'altra parte della galassia: «Rallentati da una Quarian e da una mocciosa biotica!», aveva detto. E visti i suoi trascorsi da poliziotto, Garrus era determinato a consegnare quel pazzo furioso alla giustizia, e magari il Primarca approverebbe la sua decisione di bandirlo dalle sue stesse terre. Altro che corte marziale o impiccagione! 

Ora, con la sua rapida falcata, era a un passo dal generale e si avvicinò tanto da atterrarlo e immobilizzarlo con le braccia a meno di tre metri dall'uscita. Peccato che Hellax conoscesse qualche utile manovra per divincolarsi e, sordo ai richiami rabbiosi del suo inseguitore, finalmente uscì.

Paonazza nel rincontrare il presunto traditore, Peonia riuscì appena a chiedergli: ― Cos'è successo?

― Il piano è fallito. – fu la risposta – Di' a Edra e ai suoi ingegneri di preparare l'attrezzatura per il recupero sulla Terra. Shepard dovrà farsi da parte!

Il volto dell'Asari, in quello stesso istante, si tramutò in una maschera di terrore nell'intravedere la sagoma di Garrus in procinto di colpirlo col calcio del fucile. L'altro fu più veloce e lo ribaltò con un'altrettanta fulminea mossa di arti marziali; dopodiché gli avvolse un braccio attorno al collo e gli puntò una pistola alla tempia esattamente quando vide Shepard, Liara e Wrex uscire dalla caverna.

― Ottimo tempismo, comandante! – esordì il generale – Il tuo "soldato affidabile" ha quasi cercato di uccidermi!

― Solo perché hai perso completamente la testa... – aggiunse Garrus in un fil di voce, alla mercé del generale.

― Silenzio! – ruggì questi, stringendo di più la presa. Poi, rivolto a Shepard: ― Mi sembri titubante, comandante, come se tra te e il traditore ci fosse qualcosa di più di un mero rapporto professionale. Fin dove ti spingerai? Darai ascolto al tuo cuore o alla tua presunta morale incorruttibile?

Per quanto Hellax la stesse provocando, per la prima volta Paige rimase paralizzata. Le sembrava di rivedere un momento della sua visita a Sanctuary, quando era indecisa se sparare al signor Henry Lawson oppure lasciarlo andare per salvare Oriana, l'adorata sorella di Miranda. In più c'era la questione della bomba: se scegliesse di non farla esplodere in favore della vita di Garrus, avrebbe di nuovo condannato gli abitanti di Tuchanka a vivere su un suolo inquinato e difficilmente edibile. 

Cos'era più importante per lei? La vita di uno o la vita di molti? Tuttavia, aveva imparato sulla sua pelle che, anche in tempi di crisi, bisognava mettere da parte i propri sentimenti e pensare a ciò che era giusto per gli altri, non per se stessi... per quanto fosse doloroso. 

Una singola lacrima le rigò il viso, eppure non si scompose e udì la voce di Garrus sussurrarle: ― È questo che ti rende speciale. Troverai un modo per vincere. 

― Lo so. – rispose lei. – E mi si spezza il cuore doverlo fare.

Non aggiunse altro. Ordinò a Wrex di attivare la bomba installata in precedenza, quasi in contemporanea dell'arrivo di una navetta dell'Alleanza. Erano i centoventi secondi più lunghi che avessero mai avuto, e Hellax quasi subito urlò ai suoi sottoposti di abbattere la Kodiak prima che toccasse terra, affinché il nemico non avesse modo di fuggire mentre si accingeva a trasferire il prigioniero a bordo della sua ammiraglia. 

Prima che potesse muovere un solo muscolo, però, un'onda accompagnata da un'enorme palla di fuoco investì un folto gruppo di Disertori là dove fino a poco prima c'erano Paige e i suoi compagni. La navetta cadde appena un secondo dopo sotto i colpi dei lanciarazzi ma non esplose - precipitò tutta intera e basta.

Poi qualcuno o qualcosa, dall'interno, fece saltare via il portellone e dalla forza esercitata non era certo una creatura organica. Come una squadra di soldati che incuriosita si avvicinò all'ingresso della tana del mostro, così Peonia e i suoi mercenari provarono a indagare oltre la cortina di fumo. Uno di essi, preso dallo sgomento, esclamò che a bordo non c'erano umani ma un MECH diverso da quelli usati di solito dalle squadre: indossava l'emblema dell'Alleanza e aveva fattezze femminili! Un attimo dopo, l'uomo era a terra con un buco in testa e la MECH guizzò fuori velocissima e con la grazia di una ballerina, lasciando inermi i compagni di Peonia, costringendola a seguire il suo capo, in attesa di essere prelevati e poter quindi abbandonare il pianeta.

Anche se aveva permesso che Hellax catturasse Garrus in modo da attivare la bomba che ha finalmente bonificato l'area dalle radiazioni del Razziatore, Paige poté comunque gioire nel rivedere l'Intelligenza Difensiva Avanzata nuovamente operativa nonostante l'avesse ormai ritenuta irrecuperabile: ― È impossibile che si sia riattivata da sola dopo un periodo così lungo. – azzardò Liara, anche lei incredula – Il Crucibolo ha inabilitato tutti gli esseri sintetici nella galassia, inclusi gli stessi Razziatori. 

Non avrei potuto farlo in alcun modo. – rispose IDA, con la sua celebre voce "seducente", com'era solita definirla la specialista Traynor – Il campo elettromagnetico generato dal Crucibolo ha danneggiato la mia unità di calcolo in modo quasi irreversibile. Tuttavia la mia "anima", come la chiamate voi organici, era stata precedentemente preservata in un dischetto di backup e in seguito integrata con nuove componenti.

― E così i tuoi ricordi, la tua personalità e le tue originali funzioni di cyberguerriglia sono stati ripristinati grazie a un aiuto dall'esterno! – intuì la comandante. 

Finalmente aveva capito perché Lilith le faceva tutte quelle domande su IDA, voleva solo rimetterla in funzione o per nostalgia o per restituire alla Normandy la sua IA. Lo aveva fatto senza il suo consenso, certo, ma forse l'aveva fatto solo per amicizia. Che ragazzina premurosa!

La Normandy era ormai con un membro in meno, ma ne aveva guadagnati tre ora che Wrex si offrì di tornare in azione al fianco della comandante e che Tali era rimasta a bordo in modo permanente dopo aver assistito Lilith nella riparazione di IDA. 

Quest'ultima, inoltre, iniziò subito a riparare e far ripartire la navetta insieme a Liara, dopo aver assicurato che in zona non ci fosse più nessuno dei Disertori di Taetrus. Bastò solo un quarto d'ora grazie alle conoscenze tecniche di entrambe e, alla fine, anche la missione segreta su Tuchanka era ormai solo un ricordo, un ricordo che però assillava la testa di Paige peggio di un incubo.

***

Colpa mia, è solo colpa mia, tutta colpa mia! 

Paige non si dava pace ora che era tornata a bordo, e faticava a credere di aver appena condannato Garrus tra le grinfie di Hellax affinché miliardi di Krogan sopravvivessero su un terreno bonificato e perfettamente sano. Ironico, però: era esattamente ciò che lui le aveva insegnato sulle "decisioni spietate" molti anni prima e lo aveva messo in pratica sparando al condotto del Crucibolo - sacrificare dieci milioni di individui salvandone venti milioni. 

Lei, la famosa comandante Shepard, si era chiusa nel suo alloggio ed era inconsolabile: stringeva i pugni, s'infilava le mani nei capelli, piangeva e non riusciva a concentrarsi su niente... come aveva fatto a scendere così in basso? Camminava avanti e indietro peggio di un animale chiuso in gabbia in attesa di essere macellato e quell'atteggiamento irrequieto faceva preoccupare l'equipaggio. Si sentiva fiacca, impotente, voleva solo sparire cosicché nessuno avrebbe saputo del suo fallimento. 

Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta, e per un attimo Paige si rilassò nel riconoscere la cara amica Tali, sul cui volto senza maschera si leggeva una palese tristezza. Neanche chiederle come stava, riusciva a sollevarla dall'abisso in cui la comandante era scivolata. Ridotta peggio della caduta di Thessia, ironia della sorte.

― Ho fallito. – singhiozzò – Nel modo peggiore che conosco.

― Paige! – la consolò la Quarian – Non dovresti biasimare te stessa per ciò che è accaduto a Garrus.

― Ah sì? Eppure sono più che sicura di essere stata io a trascinarvi tutti in questo casino. Non ho fatto nulla se non osservare Hellax portare via Garrus come se fosse un criminale! Ho dovuto farlo per attivare la bomba su Tuchanka, capisci? Ora sarà processato su Palaven perché ho fallito! Sarà come se lo avessi ucciso io!

A quel punto Tali le prende le mani con gentilezza: ― Ora basta, Paige. Se tu non avessi attivato quella bomba, avresti deluso Wrex e la sua gente... hai fatto la cosa giusta.

Inoltre, questo non era l'atteggiamento tipico di Peacewalker, "Colei che marcia per la pace". La sua tenacia, il suo coraggio e il suo altruismo erano famosi in tutta la galassia: aveva lottato contro Saren, la Sovereign e i Geth quando nessun altro avrebbe potuto farcela... e neppure la morte era riuscita a fermarla. Si era schierata valorosamente contro i Collettori, lanciando con successo un attacco alla loro base con un'unica nave e senza perdere neanche un compagno. Nessuno avrebbe mai pensato che Krogan, Turian, Geth e Quarian collaborassero: rabbonendo vecchi nemici, il mondo si sentiva pronto ad affrontare i Razziatori fino a uscirne vittorioso e con qualche cicatrice.

Questo però non era sufficiente a ridare il sorriso a Paige, ancora scossa per non essere stata migliore di Hellax: forte in lei era l'impulso di tramortirlo con un attacco biotico, prendere Garrus e attivare la bomba prima di ripartire sulla Normandy. Ma questo sarebbe stato dannoso per lei, perché avrebbe potuto imboccare la via della vendetta... sarebbe diventata come Archangel! No, non era quello il suo destino.

― Garrus non ti perdonerebbe mai. – aggiunse infine Tali – Tu stessa ci hai insegnato la via del perdono. Non lasciare che ciò ti cambi! Non permettere che la vendetta offuschi la tua mente, il tuo giudizio... la tua morale!

Paige sospirò, sollevata dalle bellissime parole dell'amica: ― È solo che... vorrei poter essere migliore almeno della metà di quello che sono. Che qualcosa vada nel verso giusto, una volta tanto...

― Lo so, sorellona. Lo so...

E Tali ebbe l'istinto di abbracciarla calorosamente, come farebbero gli amici veri. Dopotutto, non bastava solo ascoltarsi e parlare per un minimo di conforto, bastava esserci. E Shepard lo aveva appena vissuto sulla sua pelle: nonostante l'assenza di Garrus, non si era mai sentita così serena.

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