Fino alla fine || Federico Be...

By nowhereissafe

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Olivia, studentessa ventiduenne di lingue, si trasferisce a Torino con il padre dopo la separazione dei suoi... More

Uno {Prologo}
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciassette
Diciotto
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitré
Ventiquattro
Venticinque
Ventisei
Ventisette
Ventotto
Ventinove
Trenta
Trentuno
Trentadue
Trentatré (❤)
Trentaquattro
Trentacinque
Trentasei
Trentasette
Trentotto
Trentanove
Quaranta
Quarantuno
Quarantadue
Quarantatré
Quarantaquattro
Quarantacinque
Quarantasei
Quarantasette
Quarantotto
Cinquanta
Cinquantuno
Cinquantadue
Cinquantatré
Cinquantaquattro
Cinquantacinque
Cinquantasei
Epilogo
Ringraziamenti

Quarantanove

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By nowhereissafe

Nassau, 11 gennaio 2018

Fare l'amore con l'unico uomo che ti fa battere il cuore solo con uno sguardo è la sensazione più bella del mondo. Non tanto l'atto in sé – che è assolutamente perfetto – ma i momenti che vengono subito dopo l'orgasmo. Momenti come questo: mentre sono sdraiata su un fianco coperta dal leggero lenzuolo di seta bianca, girata verso destra a guardare il ragazzo più bello che io abbia mai conosciuto. 

Federico sta ancora dormendo, probabilmente stremato dopo le svariate ore di attività che ci hanno tenuti impegnati stanotte. Ha un'espressione rilassata e sembra quasi sorridere nel sonno. Mi mordo il labbro inferiore istintivamente notando i suoi lineamenti distendersi e rilassarsi mentre con le dita gli accarezzo lievemente una guancia ricoperta da un leggerissimo strato di barba incolta. Dorme a pancia in giù, le braccia muscolose e completamente tatuate sono strette attorno al cuscino e il lenzuolo gli copre il fondo schiena che, nonostante non riesca a vederlo, rende perfettamente la sua tonicità anche da sotto il tessuto. Le labbra carnose sono socchiuse e, in altre circostanze, non ci avrei pensato due volte a precipitarmi su di esse e baciarle come se non ci fosse un domani. Osservo il suo corpo alzarsi e abbassarsi ai ritmi regolari del suo cuore e non posso fare a meno di pensare a quanto sono fortunata.

Questo ragazzo mi ha insegnato ad amare e per questo gli devo tutta la mia vita.

Mi avvicino lentamente e con il pollice gli sfioro lo zigomo, trattengo quasi il fiato per paura di svegliarlo ma non riesco a stargli lontana nemmeno se condividiamo lo stesso letto. Sfioro le sue labbra con le mie, cercando di non fare troppa pressione, e le schiudo su di esse, intrappolando il suo labbro inferiore nella mia bocca. Un leggero gemito mi fa aprire gli occhi, notando con piacere che i suoi sono socchiusi e mi scrutano.

"Mi dispiace averti svegliato" mormoro sinceramente dispiaciuta, dato che interrompere il suo riposo era l'ultima delle mie intenzioni.

"Pagherei per essere svegliato così ogni mattina" sorride in tutta risposta ancora con la voce impastata dal sonno.

"Stanotte..." mi lecco le labbra, forse cercando di trovare le parole adatte a ciò che voglio dire.

"Cosa? Non ti è piaciuto?" domanda cambiando espressione, quasi come se avesse paura di non avermi accontentato.

"Certo che mi è piaciuto, ovvio che sì. Volevo dirti proprio questo" arrossisco a causa dell'argomento in questione, dato che pensare a me e a Federico nudi e avvinghiati in ogni modo possibile mi mette sempre un po' a disagio. "Mi era mancato tantissimo" ammetto mordicchiandomi il labbro inferiore sotto il suo sguardo malizioso.

"Ah, sì? Cosa ti era mancato? Questo..." mormora con voce rauca contro il mio orecchio allungando una mano a toccare il mio seno, facendomi rabbrividire all'istante. "Oppure questo..." continua a provocarmi scendendo con la mano verso il mio inguine, gesto che mi fa trattenere a stento un gemito. "O magari questo..." continua la sua lenta tortura sfregando il naso contro il mio e sfiorando le mie labbra, senza però baciarmi.

"Dio mio..." ansimo respirando affannosamente a causa del suo tocco esperto su di me, visto che ormai conosce tutti i punti più sensibili del mio corpo per farmi impazzire.

"Non sai quanto era mancato a me" sussurra contro la mia bocca guardandomi negli occhi ed in questo preciso momento penso che non siamo mai stati più in sintonia di così.

"Baciami" dico con un filo di voce bramando ardentemente la sua bocca contro la mia.

"Perché dovrei farlo?" mi incalza continuando a farsi strada tra le mie gambe.

"Perché lo vogliamo entrambi" fatico a pronunciare le parole, ormai totalmente in balia del suo tocco. "Adesso" concludo, non sapendo nemmeno dove ho trovato la forza di pronunciare quell'ultima parola.

Le nostre labbra si incontrano in un bacio lento e passionale, che porta con sé tutto l'amore che proviamo l'una per l'altro e che mi fa dimenticare qualsiasi cosa attorno a me, tranne lui.

Le nostre lingue si muovono e si intrecciano in una danza che ormai conoscono a memoria; entrambi conosciamo il corpo dell'altro e sappiamo toccare i punti giusti in ogni circostanza.

Passiamo il resto della mattinata ad amarci come se non lo avessimo fatto abbastanza per tutta la notte, tutti e due consci del fatto che non riusciremo mai a stancarci di quella sensazione paradisiaca dei nostri corpi intrecciati per un tempo indeterminato.

***

"Dovremmo anche alzarci, amore" esordisco dopo aver esaurito tutte le energie fisiche che avevo in corpo.

"Per andare dove? Io sono già dove voglio stare. Qui con te" risponde Federico dandomi un bacio sui capelli arruffati a causa dei movimenti ripetuti per diverse ore.

"Non sono venuta alle Bahamas per stare chiusa in camera da letto" ridacchio stringendomi contro il suo petto nudo, che accarezzo dolcemente con i polpastrelli della mano sinistra.

"Alle Bahamas sei venuta e basta, infatti" ammicca il mio ragazzo sporgendosi verso di me in modo che io lo possa vedere.

"Quanto sei scemo" gli do un leggero colpo sul fianco scoppiando a ridere a ruota, dato che non ha detto una bugia.

"Pensa che è solo il terzo giorno, sai quante altre volte verrai, amore mio" mi lascia un bacio sulle labbra che, nonostante la breve durata, di casto e puro ha ben poco e mi lascia completamente senza fiato.

Federico è così: ogni tanto gli si chiude la vena del collo e ti bacia senza il minimo preavviso, ti ritrovi mezzo metro di lingua in bocca e sembra che voglia risucchiarti anche l'anima. Non mi lamento, ma mi lascia interdetta ogni volta che lo fa.

"Che vuoi fare, intrepido?" scherzo coprendomi con il lenzuolo dopo essermi messa a sedere sul letto e averlo guardato in tutta la sua bellezza dirigersi in bagno completamente nudo.

"Siamo ai Caraibi, direi che dobbiamo andare in spiaggia. Che tra l'altro è letteralmente davanti all'hotel" puntualizza lavandosi i denti mentre io mi alzo cercando un costume da mettere e qualcosa da indossare sopra.

"Non hai tutti i torti" alzo le spalle ed infilo un bikini rosso che ho comprato poco prima di partire. Il reggiseno è a fascia ed è senza spalline – visto che non deve contenere molto – mentre gli slip sono con i laccetti ai lati in modo che si possano adattare meglio al mio corpo.

"Porca troia" Federico ritorna in camera e, a giudicare dalla sua espressione, pare gradire il mio nuovo costume.

"Che c'è?" mi metto le mani sui fianchi piegando leggermente la testa di lato.

"Ti chiudo in una teca e ti tengo in ostaggio. La gente non può vederti così" deglutisce rumorosamente e scuoto la testa nel sentire le sue esagerazioni causate dalla sua immotivata gelosia.

"Che esagerato che sei! Pensi che me ne vada con un bel ragazzo sudamericano?" alzo le sopracciglia divertita mentre l'attaccante bianconero avanza verso di me con fare deciso.

"Non scherzare. Tu sei mia" sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra ancora gonfie per il bacio di poco fa e tiene lo sguardo fisso su di me, non lasciandomi altra scelta che annegare nei suoi occhi che fanno invidia all'oceano a pochi metri da noi.

"Finché vorrai" è l'unica cosa che riesco a dire per completare la sua frase che onestamente mi ha lasciato senza fiato.

"Cioè per sempre" precisa il numero trentatré baciandomi dolcemente a stampo e facendomi provare di nuovo la sensazione delle farfalle nello stomaco come se fosse la prima volta.

"Andiamo o finisce male" mi schiarisco la voce e mi infilo un copricostume bianco che arriva a metà coscia, prendo la mia borsa e mi affretto a raggiungere il corridoio per scendere in spiaggia.

***

Il sole è cocente e anche se sono soltanto le dieci del mattino, mi sembra di sciogliere sul lettino. La mia pelle si sta abbronzando sempre di più e questo non può che farmi piacere, dato che il pallore non mi è mai piaciuto.

Federico è sul lettino accanto al mio, ha gli occhiali da sole e perciò non riesco a capire dove sta guardando. La sua pelle luccica sotto ai raggi del sole e la collana che porta solitamente al collo è sparita, molto probabilmente per non creare un segno dell'abbronzatura brutto e antiestetico.

"Bagno? Sto bruciando" si gira nella mia direzione e mi scopre intenta a notare ogni dettaglio del suo corpo perfetto.

"Certo, ti seguo a ruota" lo invito a precedermi in modo da sistemare il libro che stavo leggendo nel vano tentativo di portarmi avanti per gli ultimi esami che devo sostenere una volta tornata a Torino.

Ma non avevo fatto i conti che andare in vacanza alle Bahamas implica vedere Federico in costume, cosa che non lascia la mia mente libera di poter studiare in tranquillità e soprattutto senza distrazioni.

"Vieni, si sta una favola dentro" mi incita il numero trentatré da dentro all'acqua mentre mi avvicino alla riva.

"A quando risale l'ultimo avvistamento di squali in questa zona?" ridacchio raggiungendolo nuotando per forza, dato che lui tocca e l'acqua gli arriva alle spalle, mentre io non riesco a toccare il fondale con i piedi senza andare sotto.

"Ancora con questa storia degli squali?" alza gli occhi divertito dalla mia domanda che è sempre la stessa da giorni.

"Ci tengo a tornare in Italia viva e vegeta" puntualizzo arrivando finalmente davanti a lui mentre mi tengo a galla muovendo lentamente braccia e gambe.

"Davvero non ci tocchi?" domanda spalancando gli occhi vedendomi nuotare e non stare in piedi come lui.

"No, Capitan Ovvio" lo fulmino con lo sguardo dopo la sua ennesima frecciatina sulla mia non pervenuta altezza.

"Non ti arrabbiare, bimba. Lo sai che ti amo esattamente per come sei" si salva in corner grazie a queste dichiarazioni romantiche che, purtroppo, mi conquistano sempre.

"Renditi utile allora" rispondo sarcastica appoggiando le mani sulle sue spalle in modo da smettere di nuotare ma rimanere a galla tenendomi stretta a lui.

"È tutta una scusa per toccarmi, lo so" ridacchia mentre il sole gli illumina il viso regalandomi uno spettacolo che non avevo mai visto così da vicino.

I suoi occhi sono quasi trasparenti quando guarda il sole e i suoi lineamenti si rilassano mentre mi guardano come se fossi un diamante prezioso. Il suo sorriso si allarga e alcune gocce d'acqua gli ricadono su quel viso che mi ha mandato in tilt il cervello dal primo giorno che l'ho visto.

"Come se ti dispiacesse" alzo un sopracciglio lasciandomi andare ad una risatina che coinvolge anche lui.

"Mi piace sempre quando mi stai addosso" sussurra contro il mio orecchio facendomi venire i brividi anche se ci sono quasi trentotto gradi all'ombra. Le sue mani scendono a toccarmi il sedere mentre io intreccio le gambe attorno al suo bacino. "Ma guardati, quanto sei bella" sussurra tirandomi su come se fossi una piuma e alzando il viso per potermi guardare negli occhi.

"Guardati tu" rispondo imbarazzata guardandolo per la prima volta dall'alto verso il basso mentre tengo le braccia tese con le mani sulle sue spalle per non scivolare.

"Non hai idea di quanto mi piaccia" abbassa leggermente lo sguardo per fissare il mio tatuaggio a forma di ananas sull'avambraccio.

"A me piaci tu" mi mordicchio il labbro inferiore mentre mi fa scendere prendendomi la mano e baciando il tatuaggio con delicatezza.

Gli prendo il viso tra le mani e mi aggancio nuovamente attorno al suo corpo, lo guardo negli occhi per un istante e dopodiché lo bacio con passione. Infilo la lingua nella sua bocca facendola danzare con la sua, piego la testa di lato per lasciargli più spazio e mi stringo ancora di più a lui per fargli sentire la mia vicinanza fisica e la sintonia che ho con lui.

Ci stacchiamo dopo alcuni minuti, entrambi senza fiato e con le labbra gonfie, mi tiene un braccio attorno alla vita sott'acqua mentre l'altra mano è sulla mia guancia ad accarezzarla teneramente.

"Che cosa mi stai facendo" sussurra sfregando il naso contro il mio mordendomi il labbro inferiore che ha ancora il sapore della sua bocca misto all'acqua salata del mare.

"Ti sto perdonando" ammetto con un filo di voce inchiodando i suoi occhi con i miei che brillano per quello che ho appena detto.

"Cosa hai detto?" mormora strabuzzando gli occhi nel sentire la mia frase.

"Che ti perdono. Che voglio tornare insieme a te, voglio che torniamo ad essere noi due senza nessun altro tra di noi. Perché anche se ho provato a starti lontano io non ce la faccio, lo sai. Sai benissimo che siamo ferro e calamita e non riusciamo a stare separati nemmeno se lo volessimo davvero" il cuore mi batte forte nel petto e non capisco il motivo di così tanta agitazione. Non è la prima volta che faccio una dichiarazione a Federico ma, chissà perché, questa volta mi sembra tutto diverso, come se fosse amplificato. "Ti amo, ananas. Anche se è un po' che non te lo dico. Ma in fondo tu lo sai che ti amerò per sempre" concludo con il cuore in gola e le palpitazioni.

"Hai presente Platone?" mi domanda dal nulla e inizio a dubitare del suo udito.

"Cosa centra Platone? Hai sentito anche solo una parola di quello che ti ho detto?" scuoto la testa frustrata con la voglia di tornare a riva immediatamente.

"Tu sei la metà della mia mela" dice semplicemente guardandomi negli occhi e tutta la situazione mi lascia a bocca aperta. Non mi aspettavo che si sbilanciasse così tanto, non in questo momento e non mentre siamo da soli su un'isola dall'altra parte del mondo.

"Tu mi farai morire un giorno o l'altro" rispondo diventando rossa come un peperone e non per colpa del sole.

"Hai mai fatto sesso in acqua?" ammicca nella mia direzione facendo qualche passo indietro portandomi con lui.

"Fede, non mi pare il caso" dico titubante guardandomi intorno, non sentendosi totalmente a mio agio.

"Lo sai che quando sono con te è sempre il caso" mi bacia senza preavviso, intrappola le mie labbra inglobandole con le sue senza lasciarmi modo di replicare.

Mi tocca con le mani sotto l'acqua, la sua mano si insinua dentro allo slip del mio costume e mi provoca brividi che non credevo possibili dato l'attrito del mare. Soffoco i gemiti all'interno della sua bocca per non dare spettacolo, visto che se dovessero beccarci stavolta finiremo davvero nei guai. Tuttavia, non riesco a dire di no all'uomo che amo, all'uomo che mi tratta come una regina, all'uomo che non pensavo di meritare nella mia vita.

Finiamo per fare l'amore dentro l'acqua, non senza qualche difficoltà tecnica. Più che un momento di passione si trasforma in un momento di risate e baci soffocati dalle onde, ma penso di non essermi mai sentita più libera e felice di così.

***

"Ho affittato una barca per oggi pomeriggio, che te ne pare?" domanda Federico mentre siamo al bar della spiaggia per mangiare qualcosa dopo il nostro amplesso in acqua, che ci ha tolto numerose energie.

"Cosa?" per poco non mi strozzo con il morso di club sandwich che sto mangiando.

"Hai capito benissimo, Liv" ridacchia il numero trentatré di fronte a me finendo la sua insalata mista.

"Era un secolo che non mi chiamavi Liv" puntualizzo sorridendo nella sua direzione, notando che un gruppetto di ragazze poco distanti da noi lo sta letteralmente mangiando con gli occhi.

"Da quando non stavamo ancora insieme" aggiunge l'attaccante bianconero di fronte a me posando i gomiti sul tavolo.

"Quando mi chiedevi di baciarti nella piscina di Mire. Sì, ho un vago ricordo" sorrido maliziosa bevendo un sorso della mia birra chiara, guardando malissimo le ragazze dietro a Federico.

"Quanto volevo baciarti tu non te lo immagini" alza gli occhi al cielo buttandosi di peso contro lo schienale della sedia.

"Io invece no, non mi piacevi per niente" scherzo scuotendo leggermente la testa dopo che le ragazze si alzano e se ne vanno dal bar, placando la mia gelosia ossessiva.

"Sei bellissima quando sei gelosa, comunque" sussurra avvicinandosi al mio orecchio, prendendo posto nella sedia accanto alla mia.

"Te ne sei accorto?" arrossisco visibilmente sulle guance, conscia che il mio tentativo di dissimulare non è andato a buon fine.

"Io mi accorgo di ogni cosa che fai" asserisce il mio ragazzo attirandomi a sé con un dito sotto al mento e dandomi un dolcissimo bacio sulle labbra. "Ora muoviti che ci aspettano" mi fa l'occhiolino e mi precede per andare a fare il giro in barca che ha prenotato per noi due.

***

"Ti piace?" sussurra al mio orecchio dopo che l'immensa barca prende il largo verso il trasparente Mar dei Caraibi.

"Stai scherzando, è stupendo" mormoro dopo aver sentito le sue possenti braccia contro la mia vita che mi abbracciano da dietro.

"È la seconda cosa più bella che io abbia mai visto" aggiunge abbassando la voce notevolmente in quel tono che sa che mi manda su di giri contro il mio orecchio, provocandomi brividi su tutto il corpo.

"La seconda?" faccio finta di non capire, volendo sentire esplicitamente dalla sua bocca quello che ha quasi confessato.

"Il panorama più bello sei tu. Solo tu. Sempre tu" scandisce facendomi girare in modo da guardarmi negli occhi. Sorrido istintivamente mordicchiandomi il labbro inferiore e gettandogli le braccia attorno al collo per sentirlo ancora più vicino a me. Ci baciamo per svariati minuti, godendoci un meraviglioso tramonto romantico ai confini del mondo; consapevoli che niente e nessuno può disturbarci o rubarci questo nostro angolo di paradiso.


Nassau, 13 gennaio 2018

Questa mattina, per la prima volta in tutta la vacanza, mi sono svegliata prima di Federico e non posso fare a meno che fissarlo per alcuni minuti dormire beatamente per recuperare le forze sprecate stanotte.

Dopo circa mezz'ora mi rendo conto che stare qui ad aspettare il suo risveglio non è utile a nessuno e perciò decido di fare qualcosa di produttivo e scendere nella palestra dell'albergo, fornita di attrezzi professionali come quelli che abbiamo a Vinovo.

Lascio un bigliettino al "Bell'Addormentato" e, dopo essermi infilata un paio di pantaloncini della divisa di Federico e una maglietta d'allenamento, scendo al piano terra per allenarmi.

Grazie a Dio nessuno ha avuto la mia stessa idea perché, nonostante tutto, mi crea ancora qualche disagio correre e fare esercizi in presenza di estranei.

Imposto la velocità del tapis roulant e comincio a correre con l'ultimo album degli Imagine Dragons nelle orecchie. Ho scoperto che correre mi aiuta a distrarmi da tutto e concilia il mio flusso continuo di pensieri. Mentre corro senza muovermi veramente, la mia mente vaga a tutto ciò che è successo negli ultimi mesi, penso che se non fossero successe determinate cose – anche le più spiacevoli – io e Federico non saremmo mai arrivati a questo punto e io non mi sarei mai trovata a correre su un tapis roulant con una vista magnifica sull'oceano.

Mentre sto per cominciare la mia serie di addominali, sento la porta della palestra aprirsi e chiudersi subito dopo. Federico compare davanti a me e si dirige nella mia direzione con passo deciso, perfetto anche nella tenuta di allenamento della Juventus.

"Cosa ci fai qui, bellezza?" il calciatore juventino si avvicina alle mie spalle, guardandomi dallo specchio.

"Devo allenarmi per non sfigurare vicino al mio ragazzo" sto al gioco provocandolo mentre gli passo davanti gettandogli un'occhiata sensuale.

"È un ragazzo fortunato" commenta mettendosi davanti ai miei piedi per bloccarmeli e aiutarmi a fare gli addominali. "Se vieni su ogni volta ti do un bacino" mi sfida tenendomi i piedi con le mani.

"Prepara le labbra" gli faccio l'occhiolino cominciando le mie ripetizioni e ogni volta che mi tiro su si sporge verso di me per unire le nostre labbra.

"Potrei abituarmi ad allenarmi così" si lecca il labbro inferiore senza smettere di guardarmi dall'alto.

"Zitto che io sto soffrendo" alzo il mio corpo a fatica, spinta soltanto dal premio che mi attende una volta terminato il movimento ormai doloroso.

"Te l'hanno mai detto che sei particolarmente sexy quando ti alleni?" domanda Federico sotto ai baffi mentre termino la mia serie. Mi alzo e non appena mi giro per cambiare attrezzo mi da una pacca sul sedere che mi fa sobbalzare.

"Sei un porco. Potrebbe entrare chiunque in qualsiasi momento" lo rimprovero dandogli un colpo sul petto tonico.

"Non sto facendo niente di male, sto toccando la mia ragazza. Non mi sembra un crimine" conclude imprigionando le mie labbra contro le sue in un bacio che mi lascia assolutamente senza fiato ed i battiti accelerati.

"Ringrazia che non c'è nessuno" ridacchio contro la sua bocca prendendo il suo labbro inferiore tra i denti, lasciandolo interdetto per qualche secondo.

"Oggi giro in macchina, devo portarti in un posto" sussurra sfregando il naso contro il mio e guardandomi dritta negli occhi.

Finiamo entrambi il nostro allenamento non senza interruzioni, dato che tutti e due abbiamo un punto debole: il nostro amore. Non riusciamo a stare staccati per più di un determinato periodo di tempo e comincio a chiedermi come faremo quando torneremo a Torino, quando torneremo alla realtà e non potremo stare insieme tutto il giorno.

Ma per ora accantono questo pensiero, cercando di godermi al massimo questi giorni di vacanza lontana dal mondo, sola con l'unica persona che mi rende felice.

***

Il SUV che Federico ha noleggiato per questo pomeriggio mi sembra fin troppo esagerato per un'isola così piccola. Sono seduta al posto del passeggero, i capelli svolazzano a causa del vento che entra dal finestrino abbassato, inforco gli occhiali scuri perché il sole non smette di splendere alto e caldo nel cielo, giro il viso verso il mio autista e guardo i suoi lineamenti perfetti da dietro le lenti polarizzate.

"Sai almeno dove stiamo andando?" domando con un sopracciglio alzato mentre Federico imbuca stradine che a me sembrano tutte uguali, immerse dell'entroterra dell'isola.

"Ti fidi di me?" si gira leggermente verso di me per alcuni instanti e mi sorride; quando lo fa non riesco a resistergli ed annuisco prontamente, consapevole del fatto che con lui e per lui andrei anche in capo al mondo.

"Dipende" abbasso di poco gli occhiali da sole per fargli vedere il mio occhiolino, mi lascio andare ad una risata mentre lui mi prende una mano e ne bacia il dorso intrecciando le dita con le mie.

"Andiamo in un posto che ti piacerà, ne sono sicuro" mi guarda con la coda dell'occhio per poi tornare a prestare attenzione alla strada, mentre ci troviamo sempre più in alto tornante dopo tornante.

"Spero tu non voglia andare in cima alla montagna per buttarmi giù" ridacchio accarezzando il dorso della sua mano con i polpastrelli delle dita.

"Mi hai beccato" scherza posando una mano sulla mia coscia scoperta, la stringe leggermente facendomi rabbrividire all'istante.

***

"Wow amore, è fantastico qui" sospiro scendendo dalla macchina una volta arrivati al posto che Federico voleva tanto farmi vedere.

"Non hai visto ancora niente" commenta avvicinandosi a me guardando il mare dalla posizione rialzata in cui ci troviamo.

"Cosa c'è di meglio di questo?" domando retorica seguendolo per una stradina sterrata che conduce ad una grotta.

"Vieni con me" mi prende per mano e mi conduce all'interno della caverna, dove c'è contrassegnato con un enorme cartello il divieto d'accesso in almeno tre lingue.

"Fede, non si può" lo trattengo per un braccio ma è inutile: lui è più forte di me e non riuscirei a spostarlo nemmeno se mi impegnassi.

Mi trascina con lui all'interno della grotta e ad ogni passo non posso fare a meno di chiedermi come mai non si potesse entrare. Forse stanno facendo dei lavori, magari la zona è a rischio, oppure queste mura potrebbero cadere da un momento all'altro riducendoci in polvere.

Frena la fantasia, Spielberg.

Ritorno in me proprio quando io e Federico ci troviamo davanti a quello che mi sembra un antico pozzo, posto esattamente davanti a due rocce che non combaciano perfettamente: creano uno scorcio magnifico sull'oceano, facendo confondere il cielo con il mare.

"Okay, se mi vuoi buttare dentro facciamo in fretta" esordisco guardando con diffidenza il pozzo. "Non sono una grande fan di pozzi quindi dammi prima una botta in testa così svengo e non mi accorgo di niente" continuo a blaterare cercando di non avvicinarmi troppo per paura di finirci dentro.

"Hai finito di dire cazzate?" esordisce Federico appoggiato contro la parete appuntita con le braccia conserte, visibilmente divertito dalla mia considerazione appena fatta.

"Potresti cavartela dicendo che è stato un incidente, così eviti la galera per omicidio volontario. È una scelta più che intelligente" aggiungo sostenendo la mia tesi sotto allo sguardo divertito del mio ragazzo.

"Lo terrò in considerazione" sorride staccandosi dal muro e avvicinandosi a me, a pochi metri dal pozzo. "Ora stai zitta che ti devo dire una cosa" mi prende le mani nelle sue e mi guarda dritto negli occhi.

"Non dirmi che ti stai per inginocchiare e chiedermi di sposarti perché non sono pronta, ti risparmio la fatica e l'imbarazzo" dico senza pensare guardandolo terrorizzata.

"Se stai zitta te lo dico, altrimenti ti butto dentro veramente. Non ti preoccupare non riguarda né matrimonio né omicidio" spiega il toscano accarezzandomi le mani con le dita per provare a tranquillizzarmi. "Allora, se non sbaglio questo pozzo risale al quindicesimo secolo. La leggenda dice che quando due innamorati vengono qui e guardano insieme il tramonto da quel buco lì" si volta leggermente per indicare con un dito il punto in cui le rocce non si incastrano perfettamente lasciando intravedere il panorama, poi riprende a parlare. "Ecco, mentre guardano il mare devono dirsi ti amo e se l'eco del pozzo ripeterà quelle parole staranno insieme per sempre" conclude Federico senza smettere di guardarmi negli occhi nemmeno per un istante.

"Ci credi davvero?" alzo un sopracciglio, dato che non mi sembra il tipo che possa fidarsi di una leggenda detta probabilmente da un vecchio frustrato centinaia di anni fa solo per far abboccare qualche turista disperato.

"Io credo a tante cose, amore mio. Una di queste è il mio amore per te" dice sinceramente accarezzandomi una guancia con una mano. "Allora, lo vuoi fare con me?" propone alzando gli angoli della bocca in un sorriso appena accennato, non lasciandomi altra scelta se non accettare annuendo e mordicchiandomi il labbro inferiore.

"Lo sai che se me lo chiedi così non posso dirti di no" sorrido felice prendendogli il viso tra le mani e riservandomi qualche istante per poterlo guardare negli occhi.

"È quasi il tramonto" sussurra appoggiando la fronte contro la mia, costretto a piegarsi a causa della nostra differenza di altezza.

Ci sistemiamo meglio l'uno di fronte all'altra, ci guardiamo negli occhi per quelle che sembrano ore e con il cuore in gola raggiungiamo una connessione che sinceramente non avevo mai sentito prima d'ora. Riesco a percepire i nostri battiti sincronizzati, le nostre mani intrecciate e i nostri sguardi fissi sull'orizzonte, determinati a non guardare altro per i prossimi minuti.

"Ti amo" pronunciamo insieme, senza nemmeno il bisogno di metterci d'accordo, segno che forse siamo davvero una bella coppia.

Ci stringiamo ancora di più e posso giurare di non essermi mai sentita più emozionata di così, è come se un vero e proprio incantesimo ci abbia colpiti alle spalle rendendo impossibile separarci.

A pochi metri da noi, sentiamo improvvisamente l'eco delle nostre voci provenire dal pozzo. Il chiaro suono delle parole "ti amo" riecheggia per tutta la caverna, mentre entrambi sorridiamo felici e contenti per ciò che significa.

"Insieme per sempre quindi" mormoro girandomi verso Federico alzandomi in punta di piedi.

"Ci toccherà farlo per non contraddire la leggenda, altrimenti finisce male" ridacchia il carrarese lasciandomi piccoli baci sulla fronte, sulla mascella, sul naso ed infine sulla bocca.

Quando finalmente le nostre labbra si incontrano si avvolgono a vicenda, si perdono in uno di quei baci che ognuno deve dare e ricevere almeno una volta nella vita. Mi aggrappo alle sue spalle, piego la testa di lato in modo tale da permettergli di approfondire il bacio, gli getto le braccia al collo per stringerlo ancora di più a me e infilo la lingua nella sua bocca, la intreccio con la sua e, mentre ci troviamo nel luogo più remoto del mondo, diamo sfogo al nostro amore nel modo più puro e naturale possibile.


Nassau, 16 gennaio 2018

La vacanza sta proseguendo nel migliore dei modi: Federico diventa più dolce ogni giorno che passa, ha occhi solo per me e non riesco a smettere di amarlo nemmeno per un istante. Sono davanti all'immenso specchio della nostra camera matrimoniale a rimuginare su ciò che è successo negli ultimi giorni e sulla nostra relazione in generale. Ultimamente mi sembra di non fare altro, ma quando succede quello che è successo a noi due è inevitabile. La mia mente vaga e non la smette di fermare i ricordi che affiorano uno dopo l'altro nel mio cervello mentre cerco cosa indossare per la serata di stasera.

Federico non mi ha voluto dare molti dettagli, mi ha semplicemente detto di vestirmi elegante perché vuole portarmi nel ristorante più bello di tutta l'isola. Grazie a Dio ho seguito il consiglio di Monica che, poche ore prima di chiudere definitivamente la valigia, mi ha praticamente obbligata a metterci dentro un vestito da sera con le relative scarpe abbinate.

"Grazie, Mo" bisbiglio tra me e me mentre prendo l'unico vestito elegante che ho con me.

È nero, mi arriva circa a metà coscia e segna il punto vita con una cintura appena sotto al seno alta circa cinque centimetri; le spalline sono sottili e sul davanti ha una scollatura a V che però con il mio poco seno non risulta volgare dato che non si vede nulla. La schiena è parzialmente nuda, attraversata soltanto dalle due spalline che si intrecciano sul retro del vestito per poi attaccarsi alla gonna.

È un vestito molto semplice di raso che mi rispecchia alla perfezione: non è troppo impegnativo né troppo informale, direi che è perfetto per la serata con il mio ragazzo. Le scarpe che mi ha costretto a comprare Monica sono terribilmente scomode ma allo stesso tempo stupende: un sandalo beige con il tacco alto e spesso.

Mi guardo allo specchio per vedere l'outfit completo e sono talmente diversa che a stento mi riconosco. L'abbronzatura mi dona parecchio e i capelli un po' più chiari a causa del sole mi fanno sembrare più bella del solito, perciò decido di non esagerare con il trucco e tenere l'aspetto più naturale possibile. Metto soltanto il mascara sulle ciglia per allungarle e definire lo sguardo e un rossetto rosso sulle labbra, il mio preferito.

Federico mi ha visto pochissime volte con il rossetto rosso perché, anche se tutti mi dicono che lo porto molto bene, non riesco a vedermi quando lo indosso. Tuttavia, stasera sarà una serata speciale – l'ho intuito da come era nervoso quando me ne parlava – e voglio sorprenderlo con tutte le armi che ho a disposizione.

"Amore, sei pronta?" la voce del toscano interrompe il flusso dei miei pensieri e, una volta sistemati i capelli, sono pronta per uscire.

"Metto lo scarpe e ci sono" infilo i tacchi infernali e dopo averli allacciati esco dalla camera per raggiungerlo nel salone della nostra camera d'albergo.

Federico è in piedi con le mani nelle tasche dei pantaloni scuri, indossa un elegante completo nero, la cravatta dello stesso colore e al di sotto una camicia bianca con tutti i bottoni allacciati, perfettamente in ordine.

Mi prendo qualche secondo per ammirarlo in tutta la sua bellezza: il suo fisico statuario gli permette di indossare qualsiasi cosa ed essere sempre impeccabile, il suo stile e la sua eleganza non passano mai inosservati.

"Muoviti o faremo tar..." si sistema i polsini della camicia e non presta molta attenzione a me, ma sento il suo sguardo sulla mia figura quando non finisce la frase, probabilmente distratto da qualcosa.

"Sì, arrivo, arrivo" mi avvicino prendendo la pochette beige, perfettamente abbinata alle scarpe e, dopo aver raccolto il mio cellulare e tutto ciò che mi può servire, lo raggiungo.

Sento il suo sguardo bruciare contro la mia pelle, la mascella è contratta in un'espressione seria ed è talmente concentrato a squadrare ogni centimetro del mio corpo da non sbattere nemmeno le palpebre.

Mi prende per mano e mi fa fare un giro su me stessa, mettendo in pericolo la mia incolumità dato che i tacchi sono davvero alti e rischio di cadere a terra più di una volta.

Sorrido spontaneamente a quel gesto: nessuno lo aveva mai fatto per me, nessuno mi aveva mai guardata in questo modo, nessuno aveva mai apprezzato il mio corpo.

Ma Federico non è come tutti gli altri e sembra amare quello che vede.
E spero che abbia capito che la cosa è assolutamente reciproca.

"Come un gol al novantesimo" sussurra appoggiando la fronte contro la mia mentre il mio cuore perde un battito dopo quella dichiarazione.

Quella frase è solo nostra: è un modo diverso ed originale per dirci che ci amiamo infinitamente.

"Tu sei anche meglio" rispondo senza smettere di sorridere con gli occhi lucidi per l'emozione.

"Ogni giorno che passa sei sempre più bella, come fai? Spiegamelo" mi guarda negli occhi e posso giurare di aver sentito il suo cuore battere più forte dopo quella affermazione.

"Forse sei tu che mi rendi bella, ci hai mai pensato?" confesso portando le mani sulle sue guance per accarezzargliele con le dita.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda" sorride con le braccia attorno alla mia vita per stringermi di più a sé.

"Sarà l'abbronzatura" alzo le spalle ridacchiando e mordendomi il labbro inferiore, in evidente imbarazzo in quella situazione.

"Sarà che hai la schiena scoperta e ti sto accarezzando così" abbassa notevolmente il tono della voce mentre con i polpastrelli inizia a sfiorarmi la pelle provocandomi i brividi su tutto il corpo. "Sarà anche che non hai il reggiseno" continua abbassandosi a baciarmi il collo ripetutamente, facendomi perdere completamente il lume della ragione.

"Fede, dobbiamo andare" dico a fatica, anche se in tutta sincerità vorrei soltanto che mi spogliasse e mi facesse sua in tutti i modi possibili.

"Ti sei messa questo vestito solo per fartelo togliere malamente da me" sono le sue ultime parole e poi lascia un ultimo bacio sopra al mio tatuaggio con l'ananas.

Vorrei sporgermi per baciarlo prima di uscire ma non me ne da modo: in men che non si dica mi afferra una mano ed esce dalla camera, camminando a passo sostenuto al mio fianco per raggiungere la macchina nel garage dell'hotel.

Federico sa esattamente cosa fare per aumentare la tensione sessuale tra di noi: mi stuzzica, mi provoca, istiga il mio corpo senza però soddisfarmi totalmente, in attesa che la nostra voglia l'una per l'altro culmini in una marea di orgasmi e nottate di sesso indimenticabili.

***

Il ristorante si trova su una collina, ha un'ampia veranda illuminata da piccole luci soffuse che creano una bellissima e suggestiva atmosfera romantica. Grazie alla sua posizione, permette una vista mozzafiato dell'oceano e della città ai nostri piedi, gli unici rumori che si sentono sono le onde del mare che si infrangono in lontananza sugli scogli.

Una leggera brezza investe il mio viso, mi scompiglia i capelli e fa arrivare alle mie narici il profumo di Federico, il mio preferito al mondo.

"Ti piace qui?" domanda il numero trentatré bianconero sedendosi in fianco a me nel tavolo da lui prenotato.

"È meraviglioso, davvero" guardo meravigliata il panorama davanti ai miei occhi mordicchiandomi il labbro inferiore.

"Sono nervoso, lo sai?" ridacchia nervosamente grattandosi la nuca.

"Non ci posso credere! Federico Bernardeschi nervoso. Non capita tutti i giorni" lo prendo in giro trattenendo a stento una risata coprendomi la bocca con il dorso della mano sinistra.

"Ridi, ridi, ti piace vedermi in difficoltà, eh?" mi fa la linguaccia scuotendo leggermente la testa.

"Mi piace vedere che anche tu ogni tanto sei in imbarazzo, non solo io" alzo di poco le spalle appoggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani.

"Sai, questi mesi mi hanno fatto pensare" inizia lui guardando un punto indefinito sul mare. Mi volto di scatto nella sua direzione perché di solito quando i discorsi iniziano in questo modo non portano mai a nulla di buono.

"A cosa?" mi azzardo a chiedere, sperando che non mi abbia portato nel posto più bello che io abbia mai visto per lasciarmi.

"A noi due" posa gli occhi contro i miei inchiodandomi con il suo sguardo magnetico. Non riesco a dire una parola, non voglio rovinare il momento e quando mi guarda così il mio cervello non elabora bene le informazioni quindi è meglio tacere e lasciarlo parlare. "Ho pensato che sono stato un coglione. Non avrei mai dovuto credere a Veronica, ma soprattutto non avrei mai dovuto dubitare di te, amore mio" parla nel modo più sincero possibile e non distoglie lo sguardo da me neanche per un attimo.

"Sono stati due mesi di inferno senza di te" ammetto con un sospiro, cerco di mantenere il contatto visivo ma al solo ricordo di quel periodo abbasso lo sguardo per non scoppiare a piangere.

"Mi dispiace, Liv. Non sai quanto" allunga una mano sul tavolo ed intreccia le dita con le mie.

Stringo la presa e trovo il coraggio per guardarlo nuovamente. È incredibile come quando i nostri occhi si incontrano sembra che tutto il resto svanisca intorno a noi. Il passato non si può cancellare ma è anche grazie a quello che ora siamo qui, insieme, pronti a ricominciare da capo.

"È tutto passato adesso, ti ho perdonato e voglio andare avanti con te. Se all'inizio mi avessero detto che ci saremo trovati qui mi sarei messa a ridere perché stare con te mi sembrava un sogno irrealizzabile. Ma guarda cosa siamo diventati. Tu mi completi in tutto e per tutto e non riesco ad immaginare un futuro senza te" dico tutto d'un fiato con gli occhi lucidi ed il cuore che batte all'impazzata.

"Tu mi rendi una persona migliore e voglio renderti felice. Questa è una promessa" prende entrambe le mie mani nelle sue e mi guarda fisso negli occhi, anche i suoi sono lucidi e non li ho mai visti così belli come adesso.

"Dobbiamo suggellare questa promessa" sorrido mordicchiandomi leggermente il labbro inferiore.

"Vieni qui" sussurra avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla guancia.

Mi sporgo verso di lui e mi godo questi brevi istanti prima di congiungere le nostre labbra. I raggi della luna gli illuminano il viso incredibilmente bello e gli occhi verdi risaltano ancora di più incorniciati dalla sua pelle morbida ed abbronzata.

È un bacio breve ma intenso, pieno di emozioni dove entrambi vogliamo dimostrare il nostro amore incondizionato l'uno nei confronti dell'altra. Sentire le sue labbra contro le mie è una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato in vita mia e ringrazio il cielo di essermi scontrata con lui quel lontano 22 giugno.

***

La cena è andata nel migliore dei modi: abbiamo mangiato dell'ottimo pesce e bevuto un vino molto fresco e fruttato, per finire con una coppa di frutta con la panna montata.

Dopo il momento sentimentale all'inizio della serata, sia io sia Federico ci siamo lasciati andare e siamo tornati come ai vecchi tempi, a ridere e a scherzare su qualsiasi cosa. Non sono mancate le frecciatine e le provocazioni, soprattutto quando mi sono sporcata di panna montata e lui si è offerto volontario per togliermela dalle labbra con la lingua.

Ora siamo sulla via del ritorno in hotel, non nego che sono particolarmente felice e anche un pochino nervosa, forse per colpa del vino. Federico guida con una mano sul volante e l'altra sulla mia coscia nuda, provocandomi i brividi anche senza impegnarsi molto.

"Devi avere pazienza" dice quasi in un sussurro accarezzandomi la pelle abbronzata della coscia sinistra.

"Per cosa?" balbetto girandomi verso di lui per guardarlo di nascosto.

"Ti ho promesso che ti toglierò malamente questo vestito ed è ciò che intendo fare, ma devi aspettare di arrivare in camera" si gira per incrociare il mio sguardo, sorridendo compiaciuto nel vedere che lo stavo fissando con il labbro inferiore tra i denti.

"Quando parli così lo fai apposta" dico senza pensare, abbassando lo sguardo per vedere la sua enorme mano scendere lentamente verso il mio inguine.

"Non sto facendo niente, te l'ho detto che il tuo corpo parla per te" ridacchia, probabilmente notando la pelle d'oca su tutte le gambe.

"Devo restituirti il favore" raccolgo il coraggio e gli faccio l'occhiolino per poi allungare una mano sulla sua e fermare la sua discesa verso le mie mutandine.

"Non vedo l'ora, bimba" abbassa la voce di un paio di tonalità e si avvicina a me lasciandomi un bacio rubato sulle labbra che mi lascia totalmente stordita.

Arriviamo al parcheggio dell'hotel e con calma ci dirigiamo all'ascensore; premo il numero tredici e quando le porte si chiudono Federico si fionda sulla mia bocca, mi prende il viso tra le mani per immobilizzarmi e blocca il mio corpo tra la parete dell'ascensore ed il suo.

Inarco la schiena per cercare più contatto fisico e rispondo al bacio nello stesso modo brusco e veemente con cui ha iniziato lui. Il viaggio in ascensore tuttavia dura troppo poco e, proprio sul più bello, le porte si aprono facendoci staccare immediatamente e uscire con il fiatone, la testa bassa e le labbra gonfie.

Appena entrati in camera, poso la pochette sul mobile e mi guardo per un attimo allo specchio: i capelli sono arruffati dopo il bacio di poco fa, le guance sono arrossate e il rossetto è tutto sbavato oltre i bordi delle labbra.

"Sei bellissima anche con il trucco sbavato, guardati" Federico compare dietro di me e mi guarda attraverso lo specchio, il suo viso si incastra nell'incavo del mio collo, dove lascia una scia di baci umidi, mentre la mano sinistra percorre tutta la mia gamba. Piego la testa di lato per facilitargli il compito e chiudo gli occhi, lasciandomi completamente andare alle sensazioni del suo tocco su di me.

"Non chiudere gli occhi, guardaci" mi sposta il viso con una mano e mi obbliga a tenere gli occhi aperti e a guardare nello specchio il nostro riflesso.

"Voglio spogliarti" dico a seguito di un sospiro, dato che le sue dita mi alzano il tessuto del vestito e hanno raggiunto il mio inguine.

"Prima io" mugola tenendomi ferma con la mano libera sulla mia pancia, in modo da farmi sentire la sua erezione premere contro la mia schiena. "Non sai quanto mi ecciti con questo vestito" mi sposta i capelli su una spalla e mi bacia tutta la spina dorsale, provocandomi brividi e facendomi inarcare la schiena d'istinto.

All'improvviso, con entrambe le mani strappa la zip del vestito e lo vedo cadere a terra, lasciandomi solo con le scarpe e le mutandine nere di pizzo addosso. Mai mi sarei sognata che un gesto del genere potesse piacermi, ma fatto in questo modo da Federico mi fa impazzire.

"Te l'avevo promesso" mi fa l'occhiolino e mi fa girare a guardarlo, mi alza il mento con un dito e, dopo avermi squadrata dalla testa ai piedi, intrappola le mie labbra contro la sua bocca baciandomi con impeto e desiderio.

Mi stacco controvoglia, interrompo quel contatto solo per poter ricambiare il favore che ha appena fatto a me. Gli slaccio la cravatta lentamente, sciolgo il nodo e me la metto al collo. Dalla sua espressione stupita e compiaciuta capisco che apprezza la mia idea.

Con le mani vado a togliergli la giacca lasciandola cadere per terra e non posso fare a meno di abbassare lo sguardo per vedere la sua erezione ormai incontenibile.

"Resisti" sussurro contro il suo orecchio mentre gli passo le dita sul petto ancora coperto da uno strato di tessuto. "Spero che non sia la tua preferita" gli mordo la mascella e lo guardo negli occhi. Di risposta ricevo una leggera pacca sul sedere, segno che posso procedere con ciò che ho in mente.

Mentre il suo sguardo brucia contro la mia pelle, gli strappo la camicia con entrambe le mani. I bottoni rimbalzano sul pavimento e la lancio sul divano, finalmente libera di poter ammirare il mio ragazzo in tutta la sua bellezza.

"Quando fai così mi fai impazzire" geme di piacere in risposta a quel gesto e mi prende in braccio, aggancio le gambe attorno al suo bacino ed inizia un bacio che nessuno dei due potrà facilmente dimenticare.

Mi porta in camera da letto e, dopo essersi spogliato completamente, fa lo stesso con me liberandomi dalle mutandine e dalle scarpe. Facciamo l'amore come mai prima d'ora, volendoci e desiderandoci in modi che nemmeno riuscivo ad immaginare.

Fuori la notte passa lenta e silenziosa come sempre, gli unici rumori sono i nostri gemiti e le urla dei nostri orgasmi che durano fino all'alba.


Eccomi qui, cari miei amici lettori, con un nuovissimo capitolo! 🍀
Mi raccomando, non morite di diabete perché mi rendo perfettamente conto che questo capitolo è veramente smielato e dolce! Vi chiedo scusa, ma penso che servisse un po' di eccessivo romanticismo dopo la tempesta che hanno passato i nostri due protagonisti.
Io spero come al solito che il capitolo vi piaccia, lasciate stelline e commenti per farmelo sapere perché ormai sapete che mi piace interagire con voi su tutto!
Vi metto anche le due foto dell'abito di Olivia (quello della cena) così - se non bastasse la descrizione - potete immaginarvelo meglio.

Colgo l'occasione per ringraziarvi di nuovo di cuore perché siamo arrivati a novantamila visualizzazioni. Ma io mi domando: ma siete matti? Mi fate venire un colpo così! Grazie davvvero di cuore, siete i migliori. 🖤
Se siete a corto di storie da leggere, vi consiglio di dare un'occhiata alla mia altra storia su Sergio Ramos intitolata "BIAS", la trovate sul mio profilo e mi farebbe piacere avere un vostro parere. 
Detto questo, me ne vado davvero perché sono troppo prolissa.

PACE AMORE E FINO ALLA FINE FORZA JUVENTUS ⚪⚫

A presto,
C.

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