Fino alla fine || Federico Be...

Bởi nowhereissafe

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Olivia, studentessa ventiduenne di lingue, si trasferisce a Torino con il padre dopo la separazione dei suoi... Xem Thêm

Uno {Prologo}
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciassette
Diciotto
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitré
Ventiquattro
Venticinque
Ventisei
Ventisette
Ventotto
Ventinove
Trenta
Trentuno
Trentadue
Trentatré (❤)
Trentaquattro
Trentacinque
Trentasei
Trentasette
Trentotto
Trentanove
Quaranta
Quarantuno
Quarantadue
Quarantatré
Quarantaquattro
Quarantacinque
Quarantasei
Quarantotto
Quarantanove
Cinquanta
Cinquantuno
Cinquantadue
Cinquantatré
Cinquantaquattro
Cinquantacinque
Cinquantasei
Epilogo
Ringraziamenti

Quarantasette

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Bởi nowhereissafe

Torino, 27 dicembre 2017

Ritornare ad abbracciare mio padre è una delle sensazioni che più mi erano mancate durante la sua lontananza. Il nostro rapporto ha superato momenti difficili e sarà sempre pieno di sfide, ma se c'è una cosa che questo anno ci ha insegnato è che noi siamo più forti di qualsiasi cosa e che possiamo superare tutto.

Dopo Natale abbiamo passato un'intera giornata insieme per aggiornarci su tutto quello che è successo in questi mesi e, devo dire, lui ha sempre fatto il tifo per me e Federico anche dopo avergli riferito tutti i dettagli della nostra storia.

Ha sempre appoggiato la nostra relazione, lo vede come un figlio e sono certa che anche Federico lo consideri come un secondo padre, dato che il suo è molto distante da lui.

Mi ha detto che in questo periodo si sono scritti di tanto in tanto anche solo per sapere delle cose più futili e questo non può che riempirmi il cuore di emozione al solo pensiero. Mentre il traffico scorre a rilento la mia mente inizia a vagare, alternando il ricongiungimento tra me e papà e l'ultimo bacio scambiato con Federico il giorno di Natale.

Sapere che staremo dieci giorni dall'altra parte del mondo in quello che tutti possono chiamare il Paradiso Terrestre mi esalta ma allo stesso tempo mi spaventa.

Il fatto che Veronica non sia più tra di noi è sicuramente un vantaggio, ma non ho intenzione di ritornare insieme a lui come se niente fosse solo perché mi ha regalato una vacanza da sogno. I rapporti non si ricuciono da un giorno all'altro ma questa breve fuga dalla realtà potrà esserci d'aiuto.

Senza neanche accorgermene trovo parcheggio immediatamente dove mi sono data appuntamento con mio papà.

Mi trovo davanti ad un palazzo a pochi minuti da Piazza San Carlo che ho adocchiato fin dalle prime settimane in cui ci siamo trasferiti qui per la sua maestosità ed eleganza, accompagnata da una semplicità disarmante che non guasta mai.

"Ciao amore, allora hai portato via tutto?" domanda mio padre dopo avermi salutato con un abbraccio e un bacio sulla guancia.

"Sì, non potevo stare da Mire in eterno" ricambio l'abbraccio stringendolo forte a me, ancora incredula di averlo davvero di fronte dopo tutto questo tempo passato lontani. "Anzi, è stato fin troppo disponibile a ospitarmi per questi mesi. Tu piuttosto, perché mi hai fatto venire qui?" domando incuriosita, stringendomi nel giubbotto pesante e nella sciarpa di lana.

"Avevo preparato una specie di discorso ma so che odi i giri di parole..." inizia mio padre torturandosi le mani, segno evidente che è nervoso per qualcosa a me ancora sconosciuto. "Ed effettivamente li odio anch'io, hai preso da me anche in questo..." si esprime senza terminare il discorso e sto iniziando seriamente a preoccuparmi perché questo non è il suo solito comportamento. "Ecco il tuo regalo di Natale" dice in mezzo a tutte quelle frasi senza senso.

Mi volto di scatto sbarrando gli occhi nella sua direzione, vedendo che indica il palazzo che tanto mi piace.

"Mi hai regalato un condominio?" aggrotto le sopracciglia sul punto di scoppiare a ridere.

"Ti facevo più intelligente, bambina mia. Ti ho preso un appartamento tutto per te proprio qui, nel palazzo di cui ti sei innamorata" aggiunge mio papà con gli occhi lucidi almeno quanto i miei.

Senza sapere cosa fare o cosa dire mi slancio verso di lui e lo abbraccio forte, cercando di fargli sentire quanto gli voglio bene e quanto sia felice in questo momento; non solo per il bellissimo – e inaspettato – regalo, ma anche solo per la sua presenza.

"Sei un papà pazzo" gli scompiglio leggermente i capelli senza riuscire a smettere di sorridere. "Ma il papà pazzo migliore del mondo" concludo dandogli un milione di baci sulla guancia ricoperta dalla barba perfettamente curata.

"Farei di tutto per la mia pulce e sei grande abbastanza per vivere da sola e avere la tua indipendenza. Soprattutto adesso che tu e Federico siete tornati insieme..." comincia, abbassandosi per parlare sottovoce al mio orecchio mentre entriamo nel portone di quella che d'ora in avanti posso chiamare casa mia. "Non puoi farlo venire a dormire in albergo se ci sono io in fianco a voi" precisa dandomi una leggera gomitata che mi fa avvampare all'istante.

"Papi!" lo rimprovero alzando le sopracciglia, totalmente in imbarazzo da ciò che ha appena detto tra le righe.

"Pulce, hai ventitré anni e che tu ci creda o no anche io sono stato giovane prima di te. Lo so come funziona il mondo e sai che mi fido di lui ma soprattutto di te. Per quanto mi dia fastidio dover condividere la mia bambina so che questo giorno doveva arrivare. Il giorno in cui un baldo giovane ti porta via da me" abbassa lo sguardo mentre saliamo le scale fino al settimo piano, dato che entrambi abbiamo paura degli ascensori e soffriamo di claustrofobia.

"Papi, non dirlo neanche per scherzo. Nessuno mi potrà mai separare da te, hai capito? Io sarò per sempre la tua pulce e tu sarai per sempre il mio papà, la mia roccia, il mio punto di riferimento. Non importa cosa succederà, saremo sempre noi fino alla fine, ricordatelo sempre" gli prendo le mani nelle mie e gliele stringo forte, sperando di riuscire a fargli capire il messaggio.

"Lo so, tesoro. Ma è sempre difficile vederti crescere" ammette con un sorriso sul volto e le lacrime che minacciano di scendere lungo le guance, dettate non tanto dalla tristezza ma probabilmente dall'orgoglio di avere un rapporto così indissolubile con la propria figlia.

"Grazie mille del regalo papi, ti voglio bene" sussurro mentre lui posa una mano sulla mia spalla attirandomi a sé lasciandomi un bacio sui capelli mentre io apro la porta del mio nuovo appartamento.


Torino, 31 dicembre 2017

Non mi è mai piaciuto festeggiare Capodanno, fin da quando ero bambina. Non amo particolarmente le feste in generale e questo implica anche il cenone del trentuno dicembre. Federico mi ha invitato alla cena della Juventus che si terrà in una villa appena fuori Torino dove saranno presenti tutti i componenti della squadra con le relative famiglie. Su due piedi ho risposto di sì immediatamente, pensando che potesse essere il modo migliore per dire a tutti che il nostro rapporto sta tornando alla normalità, ma ora che sono davanti allo specchio con il mio vestito comprato apposta per l'occasione non mi sembra più una buona idea.

"Pulce, sei bellissima" mio padre compare nel mio campo visivo riflesso allo specchio.

"Grazie, papi" rispondo sincera completando il trucco con la riga di eyeliner. "Anche tu non sei niente male" commento con il sorriso sulle labbra, vedendolo in tutta la sua eleganza nel suo completo blu scuro.

"Faccio ancora la mia porca figura, hai visto?" scherza avvicinandosi allo specchio per farsi il nodo alla cravatta dello stesso colore della giacca. "Immagino che non tornerai a casa stanotte" allude alzando le sopracciglia e ricevendo una gomitata da parte mia.

"Non lo so, dipende come va la serata" resto sul vago perché nemmeno io so se tornerò a casa con Federico oppure no.

"Dovrete anche parlarvi definitivamente prima di andare in vacanza perché una volta là non potrai tornare indietro" osserva al mio fianco stringendo il nodo della cravatta assolutamente perfetto.

"Lo so, ma sai che non amo le uscite ufficiali, soprattutto se ci sono un miliardo di fotografi" sbuffo alzando gli occhi al cielo per poi infilare i miei tacchi vertiginosi che, nonostante la loro scomodità, non mi fanno sembrare tanto bassa rispetto a Federico.

"Vedrai che andrà tutto bene. Quando c'è l'amore si chiarisce sempre" mio papà mi dà un bacio sui capelli e poi mi saluta per raggiungere i suoi amici e colleghi di lavoro al cenone di fine anno.

***

"Tu gli vuoi far venire un infarto stasera" commenta Miralem non appena salgo in macchina. Si è offerto per passarmi a prendere e, anche se non sono una persona che si vanta, devo ammettere che questo vestito mi sta d'incanto.

"Non esagerare" ridacchio allacciandomi la cintura dopo essermi sporta per dare un bacio sulla guancia a Edin, seduto dietro di noi. "Ma guarda che bello che sei, amore mio" elogio il bambino che, di risposta, arrossisce e si nasconde il viso tra le mani.

"Sei bellissima e non so quanto riuscirà a resistere vedendoti così" sorride il mio migliore amico dopo essersi messo alla guida.

"Me l'ha fatto comprare Monica" ammetto osservando il mio vestito rosso che da sola non mi sarei mai azzardata a comprare, dato che non è nel mio stile.

"Ha buon gusto e ti sta benissimo. Fattelo un complimento ogni tanto, dai" continua il numero cinque bianconero facendomi l'occhiolino.

Il viaggio in macchina dura non più di mezz'ora, dove racconto al centrocampista juventino del regalo inaspettato che mi ha fatto mio padre e dei miei timori riguardo all'imminente vacanza con Federico.

"Non è che non sono contenta, eh... solo che mi sembra una cosa troppo strana, capisci? Mai avrei pensato di finire a fare una vacanza di Natale alle Bahamas con Federico Bernardeschi" espongo i miei dubbi a Miralem che, come sempre, ha una parola di conforto per me in qualsiasi occasione.

"Oli, stammi bene a sentire perché non te lo ripeto più. Lui ama te. Tu ami lui. Non pensavi di andare dall'altra parte del mondo con lui? Beh, ma succederà e sarà la cosa migliore che vi possa capitare. Le litigate ci saranno sempre, è inevitabile in ogni rapporto ma avete chiarito e siete pronti a ricominciare da capo più forti che prima perché il vostro sentimento è più forte di qualsiasi cosa. E credimi che stasera non ti mollerà nemmeno per un secondo" conclude il bosniaco parcheggiando la macchina e aprendomi la portiera come un gentiluomo. "Ora io entro con Edin e ti lascio da sola. Non spetta a me essere al tuo fianco stasera. Ma se hai bisogno di qualunque cosa fammi un fischio che veniamo a prenderti" si scambia un'occhiata complice con il figlio che annuisce prontamente.

I due Pjanic si avvicinano all'enorme ingresso della villa affittata dalla società per la serata mentre io rimango poco più indietro non sapendo cosa fare.

I fotografi sono impegnati a inquadrare una dopo l'altra tutte le famiglie dei calciatori bianconeri e non sembrano neanche notarmi.

All'improvviso, una mano si posa sulla mia schiena coperta da un pesante cappotto nero e il battito del mio cuore si arresta all'istante.

Riconoscerei quel tocco anche sotto strati di pelliccia.

"Sei meravigliosa" le parole di Federico sono un sussurro contro il mio orecchio che mi provoca brividi lungo tutto il corpo.

Mi volto quel poco che basta per farlo entrare nel mio campo visivo e la salivazione si azzera quando vedo il suo viso angelico.

I capelli non sono più lunghi e selvaggi come aveva fino a pochi giorni fa ma sono corti e lo fanno sembrare più grande della sua età. I lineamenti sono più marcati e la mascella sembra più squadrata, merito del taglio che gli dona particolarmente.

"Che fine hanno fatto i capelli?" domando con non poche difficoltà, dato che la sua bellezza mi ha rallentato le abilità cognitive.

"Mi continuavi a dire di tagliarli e finalmente l'ho fatto. Ho voltato pagina. Perché, non ti piacciono?" mi scruta con gli occhi fissi nei miei, quasi per paura di un mio commento negativo.

"Sembri un marine" commento mordicchiandomi leggermente l'interno del labbro inferiore per fare in modo che non se ne accorga, mentre i nostri visi sono sempre più vicini.

"È una cosa positiva o..." replica incerto aggrottando le sopracciglia.

"Andiamo che sto congelando" scuoto ripetutamente la testa divertita da quella situazione mentre saliamo i pochi scalini che conducono all'interno della villa.

Il braccio di Federico è intorno alla mia vita e la sua mano non si sposta da sopra alla mia schiena. Mi tiene stretta a sé e, se mi concentro bene, riesco a percepire la sua emozione che è tanta quanto la mia.

"Sorridi per i fan" sussurra mentre ci sistemiamo davanti ai fotografi sulla soglia della villa.

"Sorrido perché sono felice, non per gli altri" alzo gli occhi e incrocio il suo sguardo perdendomi nelle sue iridi verdi come se fosse la prima volta.

Appena entrati mi sfila il cappotto e rimane a bocca aperta per qualche secondo, mi squadra dalla testa ai piedi e non nego che questa situazione mi mette parecchio a disagio. Non sono abituata a determinati tipi di sguardi, soprattutto da parte sua.

"Che c'è da guardare?" gli domando per farlo ritornare alla realtà.

"Wow" è l'unico commento sensato che riesce a formulare mentre non distoglie lo sguardo dal mio corpo nemmeno per un istante.

"Smettila di fissarmi che mi metti a disagio" mi stringo nelle braccia avvicinandomi a lui per una seconda foto di rito.

Siamo entrambi molto eleganti: io con il mio vestito rosso e lui con il completo nero, camicia bianca e nuovo look.

"Sei bella da impazzire" mi lascia un dolce bacio sulla tempia che mi fa sorridere spontaneamente mentre il flash dei fotografi ci investe, immortalando per sempre quel momento privato e romantico.

"Sei bellissimo anche tu" incrocio il mio sguardo con il suo, convinta che i miei occhi riescano a esprimere il mio amore nei suoi confronti meglio delle parole.

"Ahi ahi calor! Que guapa que tenemos aquí" la voce di Paulo è la prima cosa che sentiamo quando mettiamo piede all'interno dell'immenso salone adibito per l'occorrenza con tavoli e addobbi rigorosamente bianchi e neri.

"Paulo!" abbraccio calorosamente l'argentino sotto alla sguardo inquisitorio di Federico.

"Sì, sì, è tutto molto bello, lei è stupenda ma giù le mani" il tono del numero trentatré non ammette repliche.

"Hermano, sei ancora arrabbiato con me?" domanda la Joya sorridendo.

"Non lo so, ci devo pensare" Federico mette su il broncio ma dopo una mia leggera gomitata sulle costole si lascia andare ad una risata. "Pazzo argentino che non sei altro" i due attaccanti si scambiano un abbraccio che pone fine a tutti i fraintendimenti dell'ultimo periodo.

"Alleluia!" Miralem interviene durante questo siparietto accompagnato da Edin. "Non ti sopportava più nessuno" commenta il mio migliore amico dando una pacca sulla spalla al toscano.

"Non so come ringraziarvi, davvero. Senza di voi probabilmente non avrei mai aperto gli occhi e avrei perso la persona più incredibile che io abbia mai conosciuto in vita mia" sospira Federico rivolgendosi personalmente a me nel pronunciare l'ultima parte di frase.

"È tutto passato, ora siamo qui" rispondo prima degli altri che, capendo di essere di troppo, si allontanano senza dire una parola.

"Cosa ho fatto io per meritarti non lo so" abbassa lo sguardo una volta rimasti soli in un angolo della sala ormai gremita di persone.

"Me lo chiedo anch'io" alzo un sopracciglio sistemandogli la cravatta leggermente storta dopo l'abbraccio vigoroso con Paulo.

"In questo momento manderei tutto a puttane e ti porterei a casa al volo" si lascia scappare sottovoce e quel tono, mischiato all'astinenza di entrambi, mi fa sussultare.

"Chi ti dice che verrei a casa con te?" lo stuzzico, incrociando le braccia al petto mettendo in risalto la scollatura del vestito.

"Perché lo sento. Perché provo quello che provi tu in questo momento" queste ultime parole le dice attaccato al mio orecchio in modo che nessun altro possa sentirle, mentre con la punta delle dita sfiora la mia schiena parzialmente nuda.

"Che ne sai di quello che provo io?" cerco di ribattere meglio che posso senza dare segni evidenti dell'eccitazione che mi provoca quel contatto.

"Il tuo corpo parla" ridacchia lasciandomi un bacio appena sotto l'orecchio, punto che sa che mi fa impazzire.

"Smettetela di fare i piccioncini e venite a sedervi, voi due" la voce di Monica interrompe il nostro momento facendoci tornare immediatamente al presente.

"Salvata in corner" commenta Federico con un ghigno stampato sul viso.

"Vedi di colpire bene di testa altrimenti stasera non fai gol, Bernardeschi" mi allontano lentamente da lui andandomi a posizionare al mio posto a tavola accanto a Monica, dopo avergli fatto l'occhiolino e averlo lasciato spiazzato dal mio insolito commento.


Mancano dieci minuti alla mezzanotte e tutti gli invitati sono in trepida attesa dei fuochi d'artificio che la società si è incaricata di sparare esattamente allo scattare del nuovo anno.

La serata è fredda e per uscire a vedere lo spettacolo pirotecnico tutti sono coperti dalle loro giacche e sciarpe, compresi i bambini che scorrazzano da una parte all'altra del cortile lanciandosi palle di neve.

"Non ti perde di vista un momento" Miralem si avvicina al mio fianco mentre sto per uscire dall'ampio salone.

"Ho visto" ridacchio pensando ai comportamenti di Federico durante tutta la cena.

"Va tutto bene?" domanda il bosniaco aiutandomi a infilare il cappotto.

"Va tutto benissimo, Mire. Non so neanche spiegartelo. È come se tutto quello che abbiamo passato in questi mesi non sia mai successo" mi sfogo con il numero cinque bianconero che sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi.

"Sono contento per voi, Oli. Te lo meriti. Ve lo meritate entrambi" mi dice sinceramente stringendomi in un caloroso abbraccio che in altre circostanze mi avrebbe dato mio padre.

"Hai idea di quanto è fortunato Edin ad avere un papà come te?" domando retorica per smorzare l'atmosfera fin troppo drammatica.

"Sono io che sono fortunato ad avere un figlio come lui, mon amour" gli occhi del regista juventino diventano a forma di cuore pensando al figlio e insieme usciamo nella gelida notte torinese, ormai tutti pronti a dire addio all'anno vecchio per salutare quello nuovo.

Mentre fisso il panorama spettacolare della città ai miei piedi, la mia mente inizia a pensare a tutto quello che è successo durante gli ultimi dodici mesi, tiro le somme di quello che ho fatto come è normale in occasioni come questa.

Ho realizzato uno dei miei più grandi sogni iniziando a lavorare alla Juventus, ho un lavoro che mi regala soddisfazioni e gioie personali che mai mi sarei immaginata; ho conosciuto persone straordinarie che ora posso chiamare 'veri amici' che mi hanno aiutato nei momenti di difficoltà; sono a un passo dalla laurea e questo è il primo obiettivo che mi voglio porre per il nuovo anno; il divorzio di mamma e papà mi ha cambiato, mi ha fatto crescere e mi ha fatto capire che le cose importanti non sono cose.
Infine, ho incontrato il ragazzo dei miei sogni, quello che ho sempre sperato di conoscere ma che non sapevo esistesse finché non mi si è parato davanti. Ricordo il primo giorno che ci siamo incontrati – anzi, scontrati – e non posso fare a meno di sorridere mentre una lacrima di gioia e soddisfazione solca la mia guancia gelata.

"Una ragazza così bella non dovrebbe mai piangere" la voce calda di Federico mi investe mentre sento le sue braccia avvolgermi da dietro. Appoggio la testa contro il suo petto e lui la testa sulla mia spalla facendomi dondolare leggermente sul posto.

"Stavo pensando" tengo lo sguardo fisso davanti a me, non volendo perdermi nemmeno un attimo di questa serata.

"A cosa?" domanda curioso alle mie spalle.

"A tante cose. A noi, per esempio..." azzardo, consapevole di non poter resistere ancora molto alla sua presenza senza consolidare il nostro rapporto.

Proprio in quel momento, come per magia, i fuochi d'artificio illuminano il cielo sopra di noi e Federico mi fa girare di scatto. Incrocio gli occhi con i suoi, la sua mano destra è sulla mia guancia e il calore della sua pelle fa sciogliere la mia sotto al suo tocco.

Non diciamo niente perché le parole adesso sarebbero solamente superflue.

Occhi negli occhi, petto contro petto, cuore che batte a ritmo della stessa canzone, ritorniamo a vivere insieme un nuovo capitolo della nostra vita.

"Ti amo" sussurra dolcemente ad un centimetro dalle mie labbra.

"Ti amo" ripeto a mia volta senza staccare gli occhi dai suoi, certa di non averlo mai detto in modo più vero e sentito di così.

Le nostre bocche trovano automaticamente la strada l'una contro l'altra. Stiamo attaccati per quelle che a me sembrano ore, tutto il vociare attorno a noi sparisce perché ora esistiamo solo noi: Olivia e Federico, di nuovo insieme.


Eccomi qui con un nuovo capitolo! 🍀

Questo capitolo è più breve degli altri perché mi sembrava il modo migliore per concluderlo e non trovavo un altro finale se non questo. Fatemi sapere ovviamente che ne pensate con stelline e commenti che mi fanno un sacco piacere.

Vi metto la foto del vestito di Olivia in modo tale da averlo davanti e immaginarvela in fianco a Federico col completo scuro e camicia bianca 😍

Vi ringrazio per tutte le visualizzazioni che sta ricevendo "Fino alla fine" perché sono davvero tantissime, grazie di cuore.

Vi ricordo anche di passare a dare un'occhiata a "BIAS", la mia nuova storia su Sergio Ramos che racconta di un'altra avventura che sono sicura vi appassionerà capitolo dopo capitolo.

PACE AMORE E FINO ALLA FINE FORZA JUVENTUS ⚪⚫

A presto,
C.

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