"Cavolo sei ancora qui?"
Stamattina mi ero svegliata con la speranza che lui non si presentasse anche oggi ma qualcuno non ha ascoltato le mie preghiere.
"Non me ne andrò finché non ti decidi ad ascoltarmi."
"Accomodati perché sarà una giornata molto lunga."
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"Mi stai veramente evitando da due ore e mezza? Sembro un idiota seduto qui!"
"Infatti lo sei. E poi ho del lavoro da fare, vostra maestà non ce l'ha? Dopotutto tu devi solo fare un paio di scatti posando senza maglia e i soldi ti piovono addosso. Il lavoro lo ha fatto tutto madre natura."
Si sentono solo i 'tic' dei tassi che premo freneticamente per finire un fretta il lavoro e sgusciare fuori da questa situazione.
Perché deve rendere tutto complicato?
"Perché vuoi complicare le cose? È finita, non lo capisci? Non potrai mai fare niente che mi faccia cambiare idea."
"Non sono disposto a lasciarti andare. Mi sono affezionato a te e credo di provare qualcosa, qualcosa di forte."
"Che discorso ispirato. Vuoi un applauso?"
"Non è facile per me, non ho mai provato questo cose e devo ancora decifrare il tutto."
"Sei confuso...vai a casa e pensaci su."
Bevo un sorso del mio cappuccino, finendolo.
In questo periodo sto diventando una dipendente dal caffè.
Diciamo che nei momenti di stress in cui hai tonnellate di lavoro e una palla al piede che ti segue ovunque il caffè è la cura migliore.
"Vattene prima che perda la pazienza."
"Ma io ti amo."
Michele si avventa sule mie labbra cogliendone di sorpresa. Appena realizzato ciò che sta accedendo lo spingo via.
"Ma che diavolo fai? Mi hai per caso chiesto il permesso?"
"Lo sai bene che mi vuoi come io voglio te. Non rendere le cose più difficili."
"Vattene, ora! O chiamo la sicurezza!"
"Ti prego no fra questo. Io ti amo veramente."
"Se mi ami davvero vattene e non venire più qui."
Mi asciugo una lacrima mentre lui, con gli occhi lucidi, mi guarda per un'ultima volta prima di andarsene.