Fino alla fine || Federico Be...

By nowhereissafe

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Olivia, studentessa ventiduenne di lingue, si trasferisce a Torino con il padre dopo la separazione dei suoi... More

Uno {Prologo}
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciassette
Diciotto
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
VentitrΓ©
Ventiquattro
Ventisei
Ventisette
Ventotto
Ventinove
Trenta
Trentuno
Trentadue
Trentatré (❀)
Trentaquattro
Trentacinque
Trentasei
Trentasette
Trentotto
Trentanove
Quaranta
Quarantuno
Quarantadue
QuarantatrΓ©
Quarantaquattro
Quarantacinque
Quarantasei
Quarantasette
Quarantotto
Quarantanove
Cinquanta
Cinquantuno
Cinquantadue
CinquantatrΓ©
Cinquantaquattro
Cinquantacinque
Cinquantasei
Epilogo
Ringraziamenti

Venticinque

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By nowhereissafe

Torino, 24 luglio 2017

Ci siamo.
Oggi è il fatidico giorno.

Non riesco a capire se sto tremando per colpa dell'ansia o per quello che ha visto Federico ieri sera. Non ci siamo più ne' visti ne' sentiti da quando sono tornata in albergo, dopo lo shopping con Miralem.

Sono davanti allo specchio, mi guardo prima di prendere la borsa e uscire di casa.
Direzione: il sogno della mia vita, la Juventus.

Come mi ha consigliato il centrocampista bianconero ieri, indosso il tubino nero, che mi fascia i fianchi e mi dona particolarmente, l'ho abbinato ad un paio di dècolletè dello stesso colore dell'abito, mentre il trucco è leggero: ombretto marrone sfumato sulle palpebre, una sottile riga di eyeliner e un rossetto nude sulle labbra. I capelli sono mossi al naturale, sciolti e che ricadono sulle spalle. Prendo la borsa e sono pronta per uscire.

Da oggi inizia un nuovo capitolo della mia vita.

Mentre sono in ascensore decido di provare a mandare un messaggio a Federico, per sondare il terreno. Odio il fatto che pensi che io e Miralem siamo usciti insieme di nascosto, non gli farei mai una cosa del genere, sa perfettamente cosa penso sui tradimenti. Ma allo stesso tempo mi sento in colpa e lo capisco benissimo. Io ho costantemente il timore che lui possa stancarsi di me e andare a cercarsi tutte le modelle che vuole.


Chat Whatsapp tra Olivia e Federico

Olivia: Sei libero oggi? Ci possiamo vedere?

Federico: Ho allenamento. Ciao.


Di certo non mi aspettavo cuoricini e sorrisi, ma riesco a percepire la sua rabbia persino attraverso lo schermo del cellulare. Probabilmente si starà spettinando i capelli, passandosi assiduamente la mano sul ciuffo, lo fa sempre quando è nervoso o arrabbiato. 

Ed io lo trovo incredibilmente sexy.

L'hotel mi fa trovare una macchina disposta a portarmi a Vinovo e appena salgo sui sedili posteriori, decido di mandare un messaggio al mio saggio consigliere.


Chat Whatsapp tra Olivia e Miralem

Olivia: Sto partendo ora

Miralem: Noi siamo appena arrivati

Olivia: Fede non mi vuole parlare

Miralem: Mi ha quasi picchiato poco fa

Olivia: COSAAAAAA???

Miralem: Tranquilla, Mario lo ha fermato

Olivia: Sei sicuro che funzionerà?

Miralem: Ne sono certo. Ti fidi di me?

Olivia: Non ho molta altra scelta

Miralem: Scema, dammi retta e andrà tutto come speri

Olivia: Sto pregando. Non lo facevo dalle medie

Miralem: Altro punto per riconquistare Berna


Mi scappa un sorriso, pensando a quanto sia forte la fede di Federico. Non posso dire di essere atea, ma nemmeno di essere una cattolica che rispetta i Comandamenti e vada a messa ogni domenica. Credo in qualcosa, sicuramente, ma la religione per me non è così importante come per il mio 33.

Se succederà quello che penso e spero, mi sa proprio che non seguirà tanto la regola di arrivare casto e puro al matrimonio. D'altronde, quella regola l'abbiamo già infranta entrambi.

***

Riesco ad entrare i cancelli di Vinovo senza nemmeno cadere a terra come un salame sui tacchi e di questo vado molto fiera, sto facendo progressi.

Mi accoglie Claudio Albanese, l'uomo che mi ha contattato qualche giorno fa per darmi la notizia più bella che potessi aspettare.

"Buongiorno, signorina Diviani, Claudio Albanese, piacere di conoscerla di persona, finalmente." Mi porge la mano e la stringo con sicurezza. Se c'è una cosa che ho imparato a scuola è di mostrarsi sicuri di se' stessi e una stretta di mano vigorosa fa sempre ben sperare.

"Il piacere è tutto mio e, la prego, mi chiami Olivia" rispondo prontamente. Non mi piacciono le formalità.

"Olivia, va bene. Monica ti farà fare il giro della struttura e ti spiegherà nel dettaglio quello che farai per il tempo del tuo stage. Per qualsiasi cosa puoi rivolgerti a lei" aggiunge e dopo avermi salutato, si allontana verso il parcheggio e sparisce sul suo SUV.

"Non farci caso, è sempre così formale" Monica alza gli occhi al cielo sfoggiando un ampio sorriso, che rilassa l'atmosfera tra di noi. "Sono Monica comunque, finalmente una ragazza dentro a queste quattro mura!" Esclama, per poi farmi strada all'interno del centro allenamenti juventino.

"Io sono Olivia, anche a me fa piacere che ci sia un'altra ragazza oltre a me" rispondo sincera. "Lavori qui da molto?"

"Sono tre anni ormai e devo dire che mi piace talmente tanto che non mi sembra nemmeno di lavorare" risponde rilassata.

"Wow, anche a me piacerebbe lavorare qui, è tipo il mio più grande sogno" penso di avere gli occhi lucidi dall'emozione mentre vedo i campi di allenamento e alcuni dei ragazzi fare riscaldamento.

"Juventina dalla nascita?" Mi domanda, alzando le sopracciglia.

"Non poteva essere altrimenti."

"Siamo in due, sorella" ci battiamo il cinque liberandoci in una risata.

Mi piace Monica, oltre ad essere una bellissima ragazza con un corpo perfetto e un viso che potrebbe fare invidia a molte modelle, è davvero una persona simpatica, ci sa fare con la gente e nonostante la conosca da pochi minuti ho capito che andremo molto d'accordo.

"Allora, passando alle cose formali, tu sarai la mia ombra, diciamo che io sono la tua responsabile e per il primo periodo rivolgiti a me per ogni cosa. Anche per sapere dov'è il bagno, non farti scrupoli" entriamo in una stanza a tema bianco e nero, ovviamente, e capisco subito che è il suo ufficio.

Vedo molte cornici con foto di lei e quella che presumo sia la sua famiglia, alcune in posti esotici e altre allo stadio con la sciarpa e la maglia bianconera. 

"Tu puoi sistemarti lì, puoi riempire la tua scrivania con tutto ciò che vuoi, per personalizzarla" aggiunge, mostrandomi il mio spazio, di fronte a lei.

"Mi piace un sacco" rispondo sinceramente, poggiando la borsa sulla scrivania.

Monica mi da alcune mansioni da sbrigare, per il momento soltanto documenti da controllare e una montagna di scartoffie dei giocatori da impilare e mettere in ordine alfabetico.

"Posso farti una domanda personale?" La sua voce mi fa tornare alla realtà, concentrata com'ero nel svolgere al meglio il mio lavoro.

"Certo, dimmi."

"Sul serio stai con Pjanic?" Appoggia i gomiti alla scrivania, visibilmente curiosa.

Scoppio a ridere, buttandomi all'indietro di peso contro lo schienale della mia sedia.

"Assolutamente no! E' un buon amico e ieri mi ha dato una mano per essere presentabile oggi" mi alzo in piedi e indico il vestito.

"Ha fatto un ottimo lavoro, stai da Dio!" Annuisce guardandomi da capo a piedi. "I paparazzi sono dei cazzoni, scrivono solo puttanate" scuote la testa.

"Lo so, il problema è che adesso tutti ci crederanno" sbuffo leggermente tornando a sedermi, rigirando la penna tra le dita.

"Andrà tutto bene" mi rassicura Monica.

Non so se lo pensa davvero o lo dice solo per essere educata, ma comunque voglio crederci. Oggi deve essere una giornata indimenticabile e non vedo l'ora che Federico scopra del mio nuovo lavoro.

***

"Vado io, non ti preoccupare, dimmi solo dov'è la fotocopiatrice" dico a Monica, in ritardo per la sua pausa pranzo.

"Sono 2000 fogli, ci metterai un secolo, non ti voglio sfruttare."

"Vai a mangiare, io ho con me del cibo, e poi se devi andare a pranzo con quel figo che mi hai fatto vedere poco fa non posso permetterti di farti arrivare tardi." Le faccio l'occhiolino, prendendo i documenti e dirigendomi in corridoio.

"Sei la mia stagista preferita in assoluto" prende la borsa e corre da me sui suoi tacchi 15, senza nemmeno traballare (mi chiedo come ci riesca) e mi indica la direzione per la fotocopiatrice.

Con il mio malloppo di fogli che pesa molto probabilmente più di me mi dirigo verso la macchina fotocopiatrice e, mentre cerco di non far cadere alcune pagine, vado a sbattere contro il muro.

"Porca troia!" Esclamo, mentre vedo scivolare tutti i documenti a terra, in disordine. "Merda, merda, merda." 

"Ma che cazz..." 

No aspetta, non era il muro. Riconoscerei quella voce anche allo stadio durante Juve-Napoli.

"Olivia? Che cazzo ci fai... WOW." Mi squadra dall'alto al basso mordendosi il labbro inferiore, senza tralasciare nemmeno un centimetro del mio corpo.

"Ehm..." sono rossa come un peperone "Sorpresa!" Allargo le braccia, cercando di mostrargli il sorriso più dolce che riesco a fare.

"Continuo a non capire e quel vestito non aiuta a concentrarmi" Federico si massaggia le tempie.

"Sono una nuova stagista della Juventus FC" mi sposto i capelli di lato.

"Stai scherzando?" Mi guarda a bocca aperta e con gli occhi sbarrati.

"Ti sembro una che può scherzare su una cosa del genere?"

"No, in effetti. Ma quindi... No aspetta..." sta iniziando a capire.

"Tranquillo, prenditi il tuo tempo" incrocio le braccia sotto al poco seno che ho, mettendolo in risalto.

"Perchè non me l'hai detto?"

"Perchè se no che sorpresa del cazzo sarebbe stata?" Scuoto la testa e alzo gli occhi al cielo.

""E come avrebbe potuto essere così bella senza il mio aiuto?" Miralem compare da dietro alle spalle del 33, con un braccio attorno al suo collo, beandosi del suo trionfo e facendomi il pollice in su senza farsi vedere da Federico.

"Lei è bella anche struccata e col pigiama" lo corregge l'attaccante bianconero, dandogli una leggera gomitata, ma senza staccare gli occhi da me. "Non farmi mai più uno scherzo del genere o ti spacco la faccia sul serio" si gira verso il bosniaco e lo minaccia, ma conclude con un sorriso.

"Ti voglio bene anch'io, Berna" scherza il Pianista.

"Così sei irresistibile" continua il carrarese, avvicinandosi sensualmente a me.

"Ah sì?" Faccio la finta tonta, mordendomi il labbro inferiore.

"Se te lo mordo io quel labbro te lo stacco" sussurra con voce roca, provocandomi un calore improvviso che mi attraversa tutto il corpo.

Lo provoco nuovamente, senza staccare il labbro inferiore dalla presa dei denti. Voglio portarlo al limite e vedere fin dove si spinge. Non c'è nessuno in questa parte dell'edificio e in più è pausa pranzo, perciò per almeno un paio d'ore non si vedrà anima viva.

"Oh, mi sono caduti questi, che sbadata che sono" gli do le spalle e mi piego in avanti, fornendogli un posto in prima fila per ammirare il mio sedere.

Mi prende per i fianchi e mi fa sbattere contro il cavallo della sua tuta e sento la sua erezione crescere contro il tessuto del mio vestito. Sorrido maliziosa, mentre raccolgo distrattamente tutti i fogli e li appoggio sul mobile accanto a noi.

"Signor Bernardeschi, devo lavorare" mi fingo professionale, questo gioco mi sta eccitando parecchio e, data la sua erezione ben visibile ormai, anche a lui.

"Mi ecciti quando dici il mio cognome" si avvicina con un passo e mi immobilizza tra il mobile e il suo corpo caldo e muscoloso, sussurrando al mio orecchio.

"Bernardeschi..." Grazie ai tacchi sono più in alto del solito e non mi devo arrampicare per arrivare al suo orecchio, gli metto una mano tra i capelli lunghi e sussurro nel modo più sensuale che posso.

In risposta ricevo un gemito gutturale e sento le sue mani sul mio sedere, lo palpano e lo strizzano, come per modellarlo. 

"Sto vestito è illegale, levalo subito, solo io ti posso vedere così" mi morde il lobo dell'orecchio attirandomi ancora più vicino a lui.

"Levamelo tu" lo istigo, leccandogli la mascella squadrata che tanto mi eccita.

Non se lo fa ripetere due volte e mi trascina verso gli spogliatoi, chiude a chiave la porta e mi sbatte al muro, sollevandomi da terra in modo che io possa agganciare le gambe attorno ai suoi fianchi. 

"Sei bella da impazzire" ansima contro al mio collo, lasciandoci un grosso succhiotto violaceo. 

"Ti voglio. Adesso." Mugolo di piacere, soffocando i gemiti sulla sua spalla, mi reggo a lui con le braccia attorno al suo collo mentre le mani tastano le sue spalle.

"Sei mia" sono le ultime parole che dice, poi si fionda sulle mie labbra e mi bacia come mai prima d'ora. 

E' un bacio pieno di passione, le nostre labbra bruciano a contatto le une contro le altre. Ci sono tutti i nostri sentimenti in questo contatto e le nostre lingue sono così vogliose e intrecciate che penso non si staccheranno mai. 

Federico entra in me, iniziando a dare spinte regolari e profonde, facendomi trattenere il respiro mentre mi guarda negli occhi, probabilmente beandosi di essere lui a provocarmi queste sensazioni.

"Non chiudere gli occhi, guardami" sussurra gemendo contro le mie labbra, che sfregano contro le sue.

I nostri respiri sono affannati e ci perdiamo l'una negli occhi dell'altro mentre diamo sfogo a tutto il nostro piacere, culminando con un forte orgasmo che probabilmente hanno sentito anche da sopra alla Mole.

Continuiamo a fare l'amore per quelle che penso siano due ore, quando poi mi rendo conto che il dovere mi chiama e, a malincuore, ci dobbiamo staccare. Ci rivestiamo entrambi velocemente, rubandoci qualche bacio e qualche carezza.

"Un giorno di questi esci zoppicando da questa stanza, sappilo" mi saluta così, allontanandosi dopo avermi lasciato un bacio che, francamente, mi ha tolto il fiato.


Eccomi qui, bella gente! Altro capitolo, AMATEMI! Non mi sembrava giusto lasciarvi sulle spine così ho trovato tempo per scrivere, rinunciando al pisolino pomeridiano post lavoro, amatemi sempre di più! Che ne pensate? Sinceramente, mi stavo eccitando anch'io a scrivere questo capitolo quindi spero vi piaccia! Fatemi sapere come sempre che ne pensate con stelline e commenti che li aspetto come si aspetta la mattina di Natale.

Pace, amore e fino alla fine forza Juventus ⚪⚫

A presto,

C.



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