Cold Coffee (Maverick Viñales...

By PRarenotforme

5.1K 325 400

Tornare a Palau è, per Sara, un evento straordinario. Sono anni che non mette piede nella città in cui è nata... More

Homecoming
Car troubles
Best friends are for life
Memories I can hardly recall
Promises don't have expiration dates
Old Stories
Rickety old ships
Feels like time travel
When in Thailand
Same but different.
Barely There
A lesson in Italian
Back to real life
Sticks and stones.
Fixer-Upper

Little Talks

329 22 33
By PRarenotforme

Nemmeno venti minuti dopo Sara si era ritrovata seduta a uno dei tavolini del piccolo chiosco, un cono gelato in mano. Stava osservando attentamente il suo amico, come se questo le sarebbe stato veramente utile per capire se l'espressione corrucciata sul suo viso fosse dovuta allo sgarro alla dieta o, cosa più probabile, a qualcosa di molto più importante. Aveva incrociato le gambe, inclinando la testa di lato «Sputa il rospo, è il mondiale?» tirò a indovinare poi, conosceva poche cose che avrebbero fatto comportare Maverick a quel modo e anche se erano passati anni, dubitava fosse cambiato poi tanto.

Il ragazzo aveva tossicchiato un paio di volte, tornando alla realtà a una velocità disarmante, quasi lei avesse interrotto il flusso dei suoi pensieri «Come lo sai?» le chiese poi, un'espressione stupita stampata sul volto «Non pensavo seguissi le moto.».

Sorrise bonariamente, per nulla infastidita da quella affermazione. Era vero che le moto non erano mai state il suo stile, anzi, preferiva ammirarle a livello di design quando erano sul cavalletto piuttosto che sentirle sfrecciare su una pista. Non poteva farci molto «Fai sempre la stessa faccia quando qualcosa ti infastidisce, presupponendo che non sia io e nemmeno il gelato... ho semplicemente utilizzato la logica.» scosse la testa «Vuoi parlarne?».

«Capiresti qualcosa se lo facessi? Probabilmente ti annoieresti a morte.».

Si era stretta nelle spalle «Probabilmente.» ammise poi senza nessun tipo di vergogna, era inutile mentire quando Mav la conosceva così bene «Posso comunque annuire ed ascoltarti, anche se non posso darti consigli.».

Il ragazzo aveva scosso la testa, un sorriso incredulo che si faceva strada sul suo volto «Come quando eravamo ragazzini?» chiese poi, senza potersi evitare una mezza risata.

Sara si era limitata a picchiettare le dita sul tavolo di legno «Ti faccio da psicologa gratis e hai addirittura il coraggio di mettermi in dubbio?» aveva alzato un sopracciglio, osservando l'amico con aria di sfida «Mi deludi Maverick. Un tempo non te lo saresti fatto ripetere due volte.».

«Un tempo non mi lasciavi scelta.».

La castana sorrise arrotolando una ciocca dei lunghi capelli attorno alle dita «Perché, ora credi di averne? Dovresti sapere quanto ti sbagli.» gli fece notare sporgendosi verso di lui e incrociando le braccia al petto.

«La Yamaha non sembra voler collaborare. Per quello non sono tranquillo.» si limitò ad osservare «Nulla che io possa cambiare, non mi è molto utile lamentarmi.» continuò poi, stringendosi nelle spalle come se ciò che aveva appena detto fosse ovvio.
Forse per qualcuno che seguiva quello sport lo sarebbe stato, ma lei non ne sapeva nulla quindi aveva aperto bocca per fargli qualche altra domanda, ma era stata zittita dalla mano che le aveva coperto le labbra. Aveva squadrato Maverick con un'occhiata per niente divertita, alzando un sopracciglio mentre attendeva che il ragazzo smettesse di ridersela bellamente a sue spese.

La sua mano libera si era avvolta attorno al polso dell'amico, allontanando la mano dal suo volto senza resistenza da parte del ragazzo, per fortuna, dato che dubitava sarebbe riuscita a spostarla altrimenti «Finito?» chiese poi con tono piatto «Non sono ancora abbastanza schizzinosa da non leccarti il palmo sel ti passasse per la testa di rifarlo. Sappilo.».

Il pilota aveva alzato le mani in segno di resa «Tu però smetti di farmi parlare di lavoro. Non è esattamente il mio argomento preferito in questo momento.».

Sara si strinse nelle spalle «Come vuoi.» assentì poi, decidendo che non valesse la pena discutere per una cosa simile «Però sappi che se ne vuoi parlare io ci sono.».

Maverick aveva annuito lentamente, probabilmente grato di poter evitare quella conversazione; quella reazione la rendeva solo più curiosa di capire cosa fosse successo, normalmente Mav adorava parlare delle moto, o del mondiale «Tu piuttosto,» la voce del suo amico l'aveva riportata sulla terra «cosa farai una volta tornata a Barcellona?».

«Tornerò al lavoro probabilmente,» le sembrava abbastanza ovvio, non aveva mai passato così tanto tempo fuori dalla Spagna, ma se era vero che Diego era pronto a riassumerla allora non ci avrebbe pensato due volte. Il personale di quel bar, così come i clienti abituali, ormai erano una seconda famiglia per lei «nel tempo libero cercherò di fare la fotografa, nulla di nuovo insomma.».

«Non ti stanchi mai?»

«Di cosa, della mia vita? Ho passato l'ultimo anno staccando completamente da tutto quello a cui ero abituata. Un po' di routine mi può solo fare bene.» si era passata una mano tra i capelli, disfando facilmente la coda e lasciando che le ricadessero sulle spalle in morbide onde «Non tutti hanno bisogno dell'adrenalina per vivere bene, alcuni di noi preferiscono una vita più monotona, non c'è nulla di male.».

«Non penso ci sia qualcosa di male, ma una volta volevi fare l'artista, non capisco come tu possa accontentarti di un lavoro in un bar.».

Probabilmente Maverick non l'aveva detto con cattive intenzioni, ma Sara non aveva potuto fare a meno di accigliarsi, sentendosi lievemente offesa «Fare l'artista non paga l'affitto dell'appartamento mio e di Clara.» osservò poi, incrociando le braccia al petto «Magari non diventerò mai ricca facendo la barista, ma Diego è una brava persona che mi tratta come se fossi sua figlia. Quindi no, non mi stanco della mia vita, tanto meno rimpiango le mie scelte.» si era raddrizzata sulla sedia, osservando il pilota con occhi severi «Non sarà chissà quale lavoro e nemmeno quello che mi aspettavo di fare nella mia vita, ma a me va bene così.».

Maverick le mise una mano sulla spalla, quasi a placare una rabbia che lei ancora non aveva palesato «Non lo stavo sminuendo. Semplicemente so che non era quello che sognavi di fare da piccola.».

«Nessuno sogna di fare il barista, eppure continuano ad esserci molti più baristi che astronauti.» gli fece notare scuotendo lievemente la testa, era vero che l'essere una barista non era il lavoro dei suoi sogni. Nessun bambino sognava di vivere la propria vita servendo alcol a signori di mezza età o a sopportare i commenti che i più brilli facevano su di loro, ma da Diego si trovava bene e, nonostante alle volte i clienti si prendessero un po' troppe libertà, il capo li rimetteva sempre al loro posto senza pensarci due volte.

Maverick aveva aperto bocca per ribattere, ma era stato interrotto dallo squillare del suo cellulare. Aveva spostato la mano dalla sua spalla quasi si fosse scottato prima di estrarre l'apparecchio dalla tasca e rispondere velocemente. Dal tono che aveva usato per rispondere e da come aveva abbassato la voce Sara aveva capito che il suo amico non voleva che ascoltasse.

«Scusa, era la mia ragazza.» la voce di Mav era tornata normale, interrompendo la sua partita a biliardo e facendole alzare gli occhi dal cellulare «Devo avviarmi verso casa.».

«Hai capito che Mav finalmente si è trovato la ragazza? Dovevi aprire la chiacchierata con questa rivelazione.» si era alzata dal tavolo, stiracchiandosi leggermente «Sarà meglio torni a casa anche io. Devo finire di far vedere le foto ai miei.».

«Ti dispiacerebbe mandarmene un po'? Sono secoli che non vedo i tuoi lavori.».

Aveva osservato il suo amico con curiosità per una manciata di secondi prima di annuire «Certo, allora ci sentiamo Mav.» concluse poi, rimettendosi in tasca il cellulare prima di incamminarsi sulla via di casa.

Era tornata alla villetta dei suoi genitori a passo svelto, una cuffietta nell'orecchio che trasmetteva una radio locale, aveva fatto appena in tempo ad aprire il portone che Clara si era palesata di fronte a lei. Aveva alzato un sopracciglio, faticando a credere che la sua amica avesse passato le ultime due ore in camera sua ad aspettarla.

«Sul serio?» chiese, alzando un sopracciglio e squadrandola con aria esterrefatta «Il tuo interrogatorio non poteva aspettare sta sera?» continuò avviandosi verso camera sua dopo aver salutato velocemente sua madre.

«No che non poteva.» Clara chiuse la porta dietro di sé incrociando le braccia al petto mentre la osservava buttarsi sul letto «Come tua migliore amica voglio, anzi, devo sapere tutto.».

«Ricordami di trovarmi un'altra migliore amica allora, magari una che conosca il significato della parola privacy.» borbottò, non sforzandosi nemmeno di evitare il peluche risalente a secoli prima che Clara le aveva lanciato.

«Poche storie, a quando le nozze?».

Sara aveva sbuffato una risata «A quando lui lascerà la sua ragazza perché capirà quanto io sia perfetta per lui.» rispose con tono sarcastico «Ora che ho fatto crollare il tuo piano malefico. Si può sapere perché hai infestato camera mia per le passate due ore? Ti prego non dirmi che l'hai fatto solo per chiedermi di Mack.».

«Aspetta, ferma, cosa? Maverick ha una ragazza? E cosa aspettava a dirtelo?».

Aveva alzato gli occhi al cielo con una mezza risata ovviamente Clara avrebbe ascoltato solo quella parte del suo discorso. Lei non la considerava un'informazione rilevante e Mav non avrebbe avuto motivo per dirglielo considerando che stavano parlando del suo mondiale, ma per la sua amica era più importante di un segreto di Stato «Che glielo chiedessi? Che qualcosa lo rendesse parte della nostra chiacchierata?» scosse la testa un sorriso divertito sulle labbra rosee «Non c'era motivo di parlarne finché non l'ha chiamato per chiedergli di tornare a casa.».

«Aspetta, aspetta, aspetta... L'ha chiamato per tornare a casa? Questo vuol dire che non sapeva fosse con te! Vuol dire che Mav non le ha detto nulla, forse perché le cose tra loro non vanno bene... Il che vuol dire... ».

Sara aveva ghiacciato la sua amica con un'occhiata annoiata «Assolutamente nulla. Ecco cosa vuol dire. Ora, abbiamo finito? Hai chiamato Diego per chiedergli se è disposto a riassumermi piuttosto?».

Clara aveva alzato gli occhi al cielo, sedendosi sul bordo del letto e guardandola come se fosse un caso disperato «Si,» sospirò poi come se il cambiare discorso le costasse una fatica immane «Ha detto che martedì quando torniamo a Barcellona avrai di nuovo il tuo posto al bar, contenta?».

Sara annuì senza nemmeno sforzarsi ad alzare la testa dal letto, troppo stanca anche solo per muoversi in quel momento, continuare ad assecondare il suo ciclo di sonno sballato non le stava facendo bene anche se, rispetto a quando era tornata la situazione stava decisamente migliorando «Molto. Stare a non far niente mi stanca più di quanto non mi stanchi lavorare,» si era passata una mano tra i capelli scompigliandoli più di quanto già non lo fossero «poi il bar mi manca. È un po' come stare in famiglia lavorare lì.».

La bionda le aveva dato una lieve spinta, facendola affossare ancora di più nel letto «Tu dovresti imparare a tirare il fiato e a leggere tra le righe,» il sorriso sulle labbra della ragazza non prometteva nulla di buono « tra Mav e la sua ragazza ci deve essere qualcosa che non va. Oggi non ti avrebbe chiesto di uscire altrimenti, ma soprattutto l'avrebbe detto alla sua ragazza. Non c'era nulla da nascondere se fosse stata solo un'uscita tra amici dopotutto.».

La castana si era sfilata un cuscino da sotto la testa, lanciandolo in direzione della bionda prima di lasciar cadere la testa sul materasso con un tonfo sordo «Smettila.» concluse poi, ignorando completamente le proteste dell'amica che non sembrava troppo contenta di essere stata colpita «Io e Mav siamo amici, siamo sempre stati amici, nonostante tu e Francisco vi siate convinti di qualcos'altro.».

«A questa storia ci credete solo tu e lui.».

Sara si strinse nelle spalle, soffocando uno sbadiglio contro il palmo della mano «Come te e Francisco. Quindi siamo pari, a proposito del nostro amico, perché non vai a infestare il suo bar e mi lasci dormire? Ne avrei bisogno.» concluse chiudendo gli occhi e utilizzando un braccio per riparare le palpebre dalla blanda luce che penetrava dalle finestre.

La sua amica aveva sbuffato, probabilmente infastidita dal suo modo di fare prima di alzarsi in piedi e tirarle addosso il cuscino che era stato la sua arma pochi minuti prima «Domattina caffè da lui. Niente storie.» disse prima di decidersi a lasciarla sola.
Aveva esultato mentalemente lasciandosi cadere nel mondo dei sogni, lì per lo meno, Clara non avrebbe potuto torturarla con le sue teorie su Maverick.

Spazio Autrice,
Vi scrivo da Roma dove sono ospitata da GiuliaMonroe e, nonostante nuovi progetti, video e ritardi vari sono riuscita comunque a finire di scrivere il capitolo evitando così di essere picchiata da Giulia.
Finalmente un po' di Mav che, ovviamente, non poteva essere single e (come al solito) tanta Clara che si intromette in qualsiasi situazione.
Spero il capitolo vi sia piaciuto, se vi va lasciate una stellina o un commento. Ci si legge alla prossima,
Peace & love,
Kate.

Continue Reading