Say my name - Loki

By LadyWilliam95

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Loki è di nuovo nella sua cella, nelle segrete di Asgard. Ma il Padre degli dei, prima della sua dipartita, h... More

1. Non basta respirare per sopravvivere
2. Il leone e la gazzella
3. Di notte un ateo crede quasi in un Dio.
4. Nel Regno di Asgard, dove l'Ombra cupa scende
5. Nessuna redenzione
6. Danze dall'Inferno
7. Il segreto nei tuoi occhi
8. E liberaci dai nostri peccati
9. Il silenzio degli Innocenti
10. La Regina degli Inganni
11. Il Dio tradito
12. Il Principe Ingannatore
13. La Grande Scommessa
14. Fallacia alia aliam trudit
15. Il lupo dagli occhi di smeraldo
16. Il diavolo tentatore e la Regina Oscura parte I
17. Il diavolo tentatore e la Regina Oscura parte II
18. Erik
Loki [Break]
19. Cuore di ghiaccio
20. L'Erede della Tenebra
22. Le Origini del Male - Parte II
23. Mille metri sottoterra
24. Agli dei non resta che sognare
25. Colui che cammina nella notte
26. Conto alla rovescia
27. La guerra è per i vivi, la pace è per i morti
[AVVISO]
28. Teatro di Ombre

21. Le Origini del Male - Parte I

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By LadyWilliam95

Era inevitabile. 
Arya sentì il fiato mancarle quando il Dio del Tuono si mise ad informare la sua squadra dell'attacco a Midgard.
Qualcosa di oscuro diceva, qualcosa che non avevano mai affrontato in precedenza e che probabilmente avrebbe dato loro filo da torcere più di quanto si aspettassero.
Era ferma immobile, con il viso ancora rigato dalle lacrime.
Dopo essere stata da Felaria un allarme era scattato.
Decine di guerrieri reali si erano messi a correre verso la sala del Trono e lei e l'amica al seguito. Era un'emergenza, qualcosa di veramente grave.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di riprendersi che già era stata convocata per un'altra battaglia. Avrebbe voluto tirarsi indietro, salvare l'essere che cresceva dentro di lei, ma sapeva che quello che l'aspettava sulla Terra non era altri che l'esercito di Hela.
Non capiva perchè avesse attaccato proprio la Terra, a che scopo?
Ma il tatuaggio le era divampato sulla pelle come una fiamma incandescente, quindi non poteva essere altri che lei.
Si strinse il polso con un mano, cercando di recuperare la calma.
La sala era ghermita da guerrieri e lei e Fel si trovavano poco distanti dal Trono.
Vide Fandral porgere un saluto col capo verso l'amica che ricambiò cercando di non farsi notare.
Era veramente deliziosa l'intesa tra loro, romantica e soprattutto... normale.
Arya li invidiava. 
Loki era del tutto diverso, irascibile, scostante, meschino e bugiardo. 
Voleva fidarsi di lui ma qualcosa dentro le diceva che alla fine dei conti anche l'Ingannatore l'avrebbe tradita.
Cercò di concentrarsi sul discorso di Thor, il dio stava spiegando dettagliatamente il piano d'azione. Aveva il sospetto che si trattasse di Hela, tuttavia per non seminare il panico preferì rimanere sul vago sulle probabili origini dell'esercito attaccante.
Arya rimase in silenzio ad ascoltarlo, seguita dall'enorme plotone di guerrieri che si stagliava alle sue spalle.

Quando lo vide.
Poco distante dal Tonante, due corna d'oro scintillanti emersero dall'ombra.
Loki, in tenuta da battaglia, fece la sua comparsa vicino al fratello, lo sguardo glaciale fulminò la dama come se una lancia le stesse per trafiggere il petto.
Rimase a fissarla poco distante, era difficile capire cosa gli stesse passando per la testa ma sicuramente non si trattava di nulla di buono.
L'Ingannatore rimase immobile, il suo corpo imponente risaltava rispetto a quello degli altri guerrieri e le corna lunghe del suo elmo lo facevano sembrare un gigante. Loki pensò alle parole di Magnus, a quel sottinteso che era rimasto nell'aria per troppo. Possibile che la sua amata lo avesse tradito? Che si fosse lasciata ammaliare da un altro che non fosse lui?
Allo stesso tempo però non poteva dirsi sorpreso. Dopotutto non l'aveva trattata così bene e quella che rivendicava come sua proprietà non era altro che un capriccio di un uomo sadico ed incredibilmente possessivo. Ma ciò non toglieva che quello fosse un tradimento. E se le parole del Guerriero fossero state vere probabilmente avrebbe perso il controllo e causato una carneficina.

Abbassò lo sguardo fissandosi le mani.
Un colore bluastro si fece strada lungo le dita, strinse i pugni cercando di ritrovare la calma anche se, in quel momento, era particolarmente difficile.
Aveva notato gli occhi spenti di Arya, il viso rigato da delle lacrime recenti, il volto quasi cianotico e le labbra increspate in un'espressione di preoccupazione e rimorso.
Non seppe a cosa fosse dovuta quella crescente rabbia nel guardarla così, dentro di sè il sospetto e l'incertezza si facevano sempre più presenti rendendolo irrequieto.
Doveva concentrarsi sull'imminente battaglia ma non ci riusciva.
Vederla lì, a pochi metri di distanza e non poterla toccare nè chiedere spiegazioni lo faceva rimanere in balia del dolore e dell'ira.
Come Icaro che voleva avvicinarsi troppo al Sole, un solo passo in avanti e si sarebbe scottato.

Il turbinio di pensieri venne interrotto dal rumore sordo del Mjolnir che diede ufficialmente il via alle danze.
Il Tonante si diresse con i Quattro Guerrieri e il suo esercito verso il Bifrost, in attesa che il Guardiano li spedisse sulla Terra.
Loki lo seguì in silenzio, cercò con lo sguardo la donna in mezzo alla folla ma c'erano troppi volti per poterla individuare. 
Avrebbe voluto prenderla per mano e chiederle cosa succedeva, cos'erano quelle lacrime e se era vero quello che Magnus andava dicendo su loro due.
Ma nel mentre che ci pensava trovò il Guerriero vicino a sè, i capelli biondi e gli occhi blu scolpiti in quel volto perfetto lo fissavano impassibili. Camminava reggendo il suo passo, lo sguardo fisso verso il dio. Era un palese segno di sfida quello. Era la prima volta che Loki veniva in battaglia con loro e Magnus voleva dare sfoggio della sua forza per surclassare il dio agli occhi di Arya, totalmente inconsapevole di quella lotta silenziosa che si stava svolgendo tra i due.
Era decisamente tesa la situazione, tanto che lo stesso Thor dovette prendere per una spalla il dio per staccarlo da quella battaglia interiore che stava affrontando.
"Concentrati fratello" disse in tono seccato.
"Non c'è bisogno che me lo chiedi" rispose Loki sprezzante.

Quando ebbero attraversato il Ponte Arcobaleno, Heimdall aprì loro il Bifrost trasferendoli man mano a Midgard. Gli ultimi a partire furono proprio Arya e Loki che, insieme ad un altro gruppetto, rimasero a chiudere la fila.
Il dio le rivolse uno sguardo gelido, come a dire che l'avrebbe tenuta d'occhio per tutta la durata della battaglia.
La dama deglutì nervosamente e si avviò dentro il Portale cercando di concentrare la sua attenzione da un'altra parte.

Non ci volle molto che il fascio di luce argentea sparì intorno a loro lasciandoli in mezzo al più completo caos.
Erano terre desolate, non c'erano umani intorno, solo un vasto esercito di alieni antropomorfi impegnato a darsi battaglia con gli asgardiani che, nel frattempo, cercavano di contenere la situazione per evitare che i distruttori si dirigessero verso i centri abitati.
Un suono violento, come quello di un motore a propulsione, passò a velocità sopra la testa della donna.
Un robot dall'armatura rossa e oro scintillante volava sopra di loro. Al centro del petto portava una sorta di triangolo luminoso come se quella fosse la sua fonte di energia. Sparava raggi celesti dalle mani e colpiva gli alieni rivoltosi. 
Quindi era dalla loro parte?
Guardò Thor volgergli un saluto con un sorriso a trentadue denti, dovevano essere amici quindi.
Arya non riuscì a capire bene la situazione ma fece spallucce e si buttò nella mischia. Avrebbe dovuto sapere che prima o poi si sarebbe ritrovata a scontrarsi con l'esercito di colei con cui aveva siglato il patto. Per reggere la parte era necessario fingersi a favore del Regno come chiunque altro si stesse dando battaglia in quel momento.
Continuò ad affondare la sua spada nella carne viva dei rivoltosi quando un uomo vestito a stelle e strisce le saltò davanti parando un colpo con uno scudo rotondo con al suo centro una stella. Si voltò verso di lei e con un sorriso smagliante le porse le sue scuse "Perdonami, non volevo interrompervi" e con un secondo salto si lanciò lontano contro un gruppo di alieni schiacciandoli sotto al suo peso.
Arya non fece in tempo a riprendersi dalla sorpresa che vide a pochi metri da lei un gigante verde tirare pugni a destra e a manca facendo letteralmente saltare per aria i combattenti nemici.
Rimase con gli occhi sgranati a fissare la scena.
"Ma da dove sono usciti tutti questi soggetti!?" urlò Fel alle sue spalle attirando la sua attenzione.
La Guerriera era alle prese con due mostri ed Arya non esitò un solo secondo a correre ad aiutarla.
"Lo hai detto forte!" rispose con un sorriso.
"Credo si tratti di quella "squadra speciale" di cui parlava Thor tempo fa" continuò "tipo i Revengers o un nome del genere".
"Che razza di nome è Revengers?" Fel scoppiò a ridere nello stesso istante in cui trafisse l'ultimo contendente.
Arya fece spallucce e si allontanò ad aiutare altri compagni, anche loro impegnati a darsi manforte con un gran numero di alieni.

Il gigante verde continuava poco distante a sbaragliare i nemici colpendoli con una violenza inaudita rischiando di colpire altri guerrieri alle prese con la battaglia. Non doveva certo essere una creatura particolarmente intelligente pensò Arya osservandolo da lontano.
Per come stava procedendo era chiaro che di lì a breve sarebbero riusciti a vincere e a concludere quest'assurda rappresaglia.
Tuttavia, mentre si prendeva a botte con l'ennesimo rivoltoso, non potè non chiedersi nuovamente con quale logica Hela avesse spedito un suo esercito proprio su Midgard. Non c'era ragione alcuna in effetti per una mossa tanto azzardata. Sopratutto considerando che era chiaro che questo esercito non fosse altro che una manica di razze diverse ripescate dagli angoli dell'universo per servirla. Ma allora perchè...?
Aspetta un momento...
Ad Arya balenò in mente un'idea.
Ma quell'istante di distrazione le fu quasi fatale.

Un mostro dalla pelle viscida e violacea si scagliò contro di lei puntando dritta al suo stomaco per farla ruzzolare a terra.
Fu questione di un secondo che Loki, che l'aveva controllata da lontano da quando la battaglia era iniziata, si parò davanti a lei per proteggerla.
Porse la testa in avanti esponendo le lunghe corna dorate contro l'alieno, come un toro pronto a caricare.
L'essere, ormai troppo vicino a loro due, si ritrovò trafitto dall'elmo del dio.
Ma quando la creatura cadde inerme a terra, un'altra, che da dietro aveva aspettato il momento propizio, si scaraventò contro Loki cercando di trafiggerlo con la sua lancia.
Per timore che il suo corpo non bastasse a farle da scudo, l'Ingannatore si voltò di scatto verso la donna e con una mano la scostò prendendola per il ventre.

Fu questione di un attimo.
Probabilmente gli istanti più lunghi che Arya avesse mai vissuto nella sua intera vita.
Quando la mano del dio entrò in contatto con la pancia della donna i suoi occhi mutarono improvvisamente. Il suo volto, in pochi millesimi di secondo, passò dalla preoccupazione alla rabbia e dalla rabbia al disgusto.
Aveva capito.
Aveva sentito qualcosa crescere dentro di lei e questa faccenda non gli piacque affatto.
Arya vide il volto disgustato di Loki quel poco che bastò per sentire il cuore caderle in pezzi.
Non lo voleva, anzi, lo odiava persino.
L'Ingannatore non la degnò più di uno sguardo e la spinse iracondo lontano da lui, quello che inizialmente era un tentativo di proteggerla si trasformò in un mero rifiuto.
Con una forza sovrumana afferrò la lancia del mostro che si stava buttando contro di lui e lo fermò di scatto per poi scaraventarlo di almeno una ventina di metri più in là.
Rimase poi immobile col fiato corto.
Si voltò in direzione di Arya che, per la spinta, si era ritrovata a terra, con gli occhi segnati dal pianto e il cuore in frantumi.
Lo guardò cercando negli occhi del dio una risposta, un segno, qualsiasi cosa che le rivelasse un possibile equivoco.
Ma Loki non fece altro che incenerirla con i suoi occhi smeraldo, un colore bluastro gli colorò lentamente il volto rivelandone le vere origini.
E così mi ha tradito pensò.
Alla fine quello che Magnus mi ha detto era vero. Arya è stata con lui e questo, questo è il frutto del suo tradimento.
Non riuscì a crederci, era stato beffato tante volte da lei ma questa sarebbe stata l'ultima.
La osservò con sdegno cercando di riprendere la calma insieme al suo colorito normale.
Era stanco, deluso, arrabbiato. Ma la cosa peggiore è che si sentiva tradito, dilaniato nel profondo da un sentimento che era solito causare ad altri. Ecco come ci si sentiva ad essere la vittima. Essendo sempre abituato ad avere il coltello dalla parte del manico era assai difficile comprendere quale motivo spingesse le persone a fidarsi di lui. E per la prima volta aveva assaporato il gusto amaro della sconfitta, della menzogna più becera a cui un uomo, un dio o un guerriero potesse arrivare.
Era una bugiarda. Una vile, meschina e crudele bugiarda.
"Piangi quanto vuoi" ringhiò Loki "perchè quando torneremo a casa non avrai nemmeno più i polmoni per respirare".
Quella minaccia spaventò a morte Arya che, di riflesso, si portò le braccia al ventre cercando di proteggere l'unico barlume di felicità che l'era rimasta.
E' finita pensò è finita davvero.

Ma come se l'accaduto non fosse abbastanza, pian piano, Arya vide i suoi compagni sparire nel fascio argenteo del Portale, proprio in mezzo alla battaglia.
Loki si guardò intorno preoccupato, persino il fratello Thor era sparito.
Non fece in tempo a dire qualcosa che lo stesso fascio luminoso lo fece scomparire proprio davanti agli occhi di Arya che rimase sgomenta a guardare la scena.
Prima che potesse emettere fiato sparì a sua volta ritrovandosi con il sedere sul pavimento ambrato e gelido del Bifrost.
Come un fulmine a ciel sereno, un altro esercito di Hela si trovava di fronte ai suoi occhi, ai piedi del Portale.
Era una trappola.
Ecco perchè la Regina Oscura aveva inviato un plotone a Midgard. Voleva attirarne quanti più possibile per poi agire indisturbata ed attaccare il Bifrost per distruggerlo.
Era stata scaltra, non c'era nulla da dire. Aveva studiato un piano perfetto per fregarli e ora si trovavano in una situazione di netto svantaggio.
Thor iracondo, lanciò fulmini e saette contro ogni mostro che cercava di attaccare il Portale.
Ma non bastava.
Avevan già perso svariati soldati in battaglia, erano stanchi e soprattutto in minoranza. Non avrebbero mai potuto sbaragliare l'esercito della Regina Oscura per la seconda volta.

Quando uno schiocco assordante fece comparire della materia oscura sul Ponte Arcobaleno, proprio di fronte agli occhi atterriti del Tonante.
Hela, con i suoi occhi smeraldo e i capelli corvini, fece il suo ingresso in battaglia, fissando il suo viscido sguardo in quello sgomento del dio. Con un sorriso maligno stampato sul volto fece un breve inchino per canzonarlo.

"Ci si rivede, fratello" 

Spazio autrice: mi sta seriamente salendo l'ansia
P.s. vi avevo detto che avrei tardato ad aggiornare ma non stavo nella pelle e quindi...










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