Faded

By baciami2015

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Dopo una notte, la vita di Mia cambia radicalmente. Dopo un solo secondo tutto il sistema nel quale era abitu... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
TRAILER YOUTUBE
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
*CARTACEO*

Capitolo 17

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By baciami2015

I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni.

Pablo Picasso




Sobbalzo dallo spavento e mi metto dritta. 

Apro la porta-finestra dando per scontato che sia lui. Sono un po' nervosa ad essere sincera.

"Non dovresti aprire senza chiedere chi è." Afferma Harry con tono preoccupato. 

"Non poteva essere nessun'altro." Rispondo tranquillamente. 

"No, non lo puoi sapere." Insiste facendomi sospirare. 

"Ti serve qualcosa?" Cambio argomento.

Sta in silenzio per svariati secondi ma poi inizia a tentennare. "Ti va se andiamo a scuola insieme domani?" 

La sua proposta mi lascia spiazzata. Non capisco assolutamente niente di questo ragazzo. Fino a qualche oretta fa ha iniziato a rispondermi in modo freddo quando prima di ciò era molto carino con me. Il suo umore cambia velocemente e questo mi fa impazzire. 

"Sav mi accompagna tutte le mattine." Lo avviso un po' titubante. 

"Non posso unirmi a voi?" Domanda. 

Alzo le spalle. "Certo." 

Dentro di me vorrei mandarlo a quel paese e chiedergli cosa ha che non va. Mi fa infuriare non sapere le sue mosse, la causa delle sue azioni e io non posso fare altro che seguire la sua onda perché non posso incazzarmi con lui. Sembrerei una pazza psicopatica che ha bisogno di sapere tutto. 

"Ci vediamo domani allora." Si avvicina per lasciarmi un bacio sulla guancia. 

Annuisco e lui si allontana. 

"Ah Mia!" Mi chiama facendomi voltare. "La prossima volta assicurati che sia io prima di aprire la finestra." 

Annuisco di nuovo e  chiude la porta-finestra dietro di sé. 

Resto in piedi cercando di mettere in ordine tutti i pensieri insieme ma senza risultato. 

Spero di dormirci su e dimenticare completamente di questa giornata. 

Il giorno successivo mi alzo prestissimo con l'intenzione mirata di parlare con mio padre prima che se ne vada a lavoro. Mi lavo e mi vesto velocemente. Quando mi pettino i capelli mi rendo conto ora di quanto siano tanto lunghi. 

Prendo le mie cose e scendo con cautela le scale. Arthur si avvicina a me quasi correndo e inizia ad abbaiare. Lo accarezzo dandogli il buongiorno e mi scanso quando prova a leccarmi. Purtroppo non mi piace. 

"Come mai sveglia così presto?" Sento la voce di mio padre. 

Faccio un respiro lungo e mi alzo. "Volevo parlarti." Inizio dicendo. 

"Anch'io." Risponde avvicinandosi per prendermi la mano. 

Mi accompagna verso il tavolo e mi fa sedere. 

"Mi dispiace per come mi sono comportata." Inizio. Mi sembra stupido e infantile tenerci il muso e per come siamo fatti sia io che mio padre, qualcuno di noi doveva rompere il ghiaccio. 

"Dispiace anche me." Prende parola. "A volte ho solo tanto paura che tu ti stia trasformando in un'altra persona." Ammette. 

Scuoto la testa. "Sai già che non sarò mai la stessa di prima." 

"Lo so, ma sono tuo padre e mi fa male vederti così. "

Cerco di parlare ma lui mi interrompe. "Non voglio che ti succeda niente e non desidero altro se non la tua felicità." 

Cerco di contenermi per non piangere. Se c'è qualcosa di peggiore della mia situazione è vedere le persone intorno a me soffrire e trattarmi diversamente da come facevano. 

Lo abbraccio non sapendo quali parole utilizzare. Voglio solo fargli capire che sono sempre sua figlia e non me ne sto andando via come lui crede. 

Non è semplice per me ma nemmeno per loro, me ne rendo conto. 

"Devo andare a lavoro ora." Annuisco. "Ti va di  fare qualcosa stasera?" Propone. 

"Sì. Possiamo giocare a carte contro mamma ma tu mi dovrai aiutare." Faccio un sorrisino furbo. 

Lo sa già che sono bravissima a carte. Meglio di lui ed è stato proprio mio padre ad insegnarmi le regole. Il cliché dell'allievo che supera il maestro. 

"Non ti mostrerò le mie tattiche vincenti." Lo avviso subito e lui ride. 

Mi saluta e mi augura una buona giornata. 

E lo è già da questo mattino. Sono contenta di essermi svegliata presto per potergli parlare a chiarire. Avevo questo peso da qualche giorno e me lo dovevo togliere il più presto possibile. 

Mia madre scende qualche minuto dopo sorpresa nel vedermi sveglia e allegra di prima mattina. 

Facciamo insieme colazione e le racconto della mia chiacchierata con mio padre. Sembra essere di buon umore anche lei quando le dico che abbiamo chiarito. Mia mamma è una persona più tranquilla anche se un po' è anche paranoica, ma decisamente preferisce chiarire e non rimanere in un'ambiente pieno di tensione. 

Mi saluta con un bacio e se ne va anche lei un po' di fretta. Per quasi un'ora intera non so cosa fare prima che Savannah venga a bussarmi alla porta. 

Ripenso a Harry e ai suoi sbalzi d'umore. Non posso fare a meno di farmi un sacco di domande riguardo il suo comportamento. Odio essere critica nei confronti degli altri ma è lui che non è mai chiaro in quello che fa. Sono nervosa, soprattutto perché so che Savannah sarà con noi. 

Il campanello suona e Arthur abbaia in modo così insistente. Prendo le mie cose e faccio un lung respiro prima di chiedere chi è e avere conferma della voce di Savannah. 

"Buongiorno!" Mi saluta con un abbraccio. Ricambio cercando di essere il più neutrale possibile. 

"Buongiorno." Sento un'altra voce ed è quella di Harry. 

"Ciao." Rispondo con un sorriso. 

Sento già la tensione farsi largo tra di noi e capisco subito che questo sarà il tragitto più lungo che farò in vita mia. Un minuto dopo capisco subito che avrei dovuto di no ad Harry e fregarmene di una qualsiasi domanda conseguente al mio rifiuto. 

"Come stai oggi Sav?" Le domanda facendomi leggermente sobbalzare. Cerco di non darlo a vedere e continuo al passo di Savannah. 

"Molto bene e tu?" Chiede con una voce diversa da quella che utilizza quando solitamente rivolge la parola a me. 

L'ultima volta che mi aveva raccontato della richiesta di appuntamento con Harry aveva la stessa voce schizzante e piena di allegria. Deve piacergli molto a quanto pare e non nego di essere leggermente gelosa nei suoi confronti. 

"Bene." Risponde. 

Una ventata di aria mi colpisce in pieno viso facendomi rabbrividire. Mi faccio minuscola nella mia giacca di pelle ma il vento continua ad essere insopportabile. 

"Ti va ancora di uscire, allora?" Alza letteralmente la voce come se volesse far sentire bene la domanda. 

Cerco di reprimere ogni chiara emozione stampata sul mio viso e fingo di niente. 

Lei, tutta raggiante, risponde che ovviamente è ancora disponibile ad uscire con lui. Non riesco a nascondere il mio fastidio e mi sento chiaramente di troppo in questa conversazione. Nemmeno a me ha chiesto come stessi oggi e lo conosco molto di più di lei. 

Mi sento una stupida nel provare questa gelosia infondata. Lui non è il mio ragazzo, a malapena siamo amici, eppure è chiaro che tutto ciò mi stia dando fastidio. Ed è pure chiaro che sembra lo abbia fatto apposta ad essere venuto con noi. 

Arrivati a scuola, Harry si avvicina a me annunciando di avere la stessa classe insieme. Ringrazio velocemente Savannah e mi avvio per conto mio senza nemmeno aspettarlo. 

Pensavo di aver iniziato una giornata bene e invece sta scendendo per colpa del mio umore così lunatico. 

"Dopo vado nel nostro posto, vieni con me?" Resto profondamente colpita dal fatto che abbia chiamato nostro il posto d'incontro e sbigottita dal suo comportamento. 

"Non posso, ho da fare dopo scuola." Mento. 

Non ho assolutamente voglia di essere più confusa di quanto non lo sia già. Mi fa girare la testa ogni suo singolo comportamento. Un momento è così vicino a me e l'altro sembra che non mi abbia mai incontrata. 

"Cioè?" Indaga. 

Faccio un sospiro udibile anche per lui. "Niente delle cose in sospeso..." Rispondo vagamente con la sua stessa freddezza che sembra volermi rivolgere senza motivo alcuno. 

Mi siedo al mio solito posto e accendo come al solito il mio registratore. 

Faccio un'immensa fatica a concentrarmi a tutte le lezioni e mi prometto di tornare a casa immediatamente per studiare. Ecco, adesso ho anche la scusa perfetta per non vederlo. 

Al mio ritorno, incontro la mia amica e dico a Savannah che non è necessario che sia lei ad accompagnarmi. Mio padre non sarebbe felice di questa cosa ma sinceramente non importa se non viene a saperlo. 

Supplico Janece di rimanere con me il pomeriggio ma si rifiuta avvisandomi che deve andare dal dietologo. Janece non soffre di disturbi alimentari ma è abbastanza in sovrappeso. So quanto questo argomento la faccia stare male, così la saluto con abbraccio e le chiedo di chiamarmi quando ha finito. 

Arthur mi corre incontro non appeno entro in casa e lo abbraccio. Tutto ciò che mi potesse capitare di buono dopo la mia cecità è questo cane. E' entrato a far parte della nostra famiglia così velocemente che sembra  sia una vita che è con noi. 

Mi lavo le mani e la faccia dalla frustrazione di oggi e mi metto a tavola cercando di farmi passare il cattivo umore con il pranzo fatto da mamma. Il mio cellulare suona e spero solo non sia nessuno che non voglio sentire. 

"Pronto." Rispondo alla chiamata. 

"Ciao Mia, sono Savannah!" Mi saluta con tono ancora più allegro di quello di stamattina. Vorrei possedere un po' della sua vivacità. 

"Oh ciao..." Dico, "Ti serve qualcosa?" Le chiedo un po' stranita dalla sua chiamata improvvisa. 

"In realtà sì... sai, domani io e Harry usciamo per un appuntamento e mi ha parlato di portarmi in questo posto nascosto e non ho la minima idea di dove possa essere o cosa possa essere. Per questo non so nemmeno cosa mettermi. Tu hai una vaga idea? Te lo chiedo perché lo conosci." 

Resto a bocca aperta non credendo alle mie orecchie. Aveva intenzione di portarla in quel posto che chiamava nostro?

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