Capitolo 2

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Sotto pressione della mamma ho dovuto mangiare. In realtà ho iniziato ad avvertire la fame ora che è pomeriggio, quindi senza starmi tanto a lamentare, mi sono mangiata la porzione di pasta che mamma mi ha preparato. Mi sta molto a pensiero dover riniziare di nuovo la settimana di scuola, non per fraintendere, amo studiare, ma non amo stare con tutta quella gente. I miei pensavano di fare un bene trasferendomi dalla scuola, per evitare tutti quei problemi con i compagni, ma la situazione è degenerata e io non ho mai voluto dire niente. Le altre opzioni sarebbero potute essere: o rimanere nella mia vecchia scuola dove tutti mi trattavano compassionevolmente o scegliere di essere assistita da un precettore privato. Ritengo la mia scelta, seppur non molto positiva, la migliore fra tutte. Ho scelto soltanto il male minore.

"Abbiamo dei vicini?"Chiedo senza pensare.

"Si, tu come lo sai'?" Chiede papà.

"Li ho sentiti parlare quando stavo rientrando." Spiego appuntandomi di stare zitta la prossima volta.

"Si sono trasferiti ieri. Hanno un figlio che forse ha la tua età." Mi informa papà e io annuisco facendo finta di non essere interessata. Ripenso alla sua voce: così roca e dolce quando ha pronunciato il mio nome. E' bastato un tocco, e io non mi sono tirata indietro come ho sempre fatto da sei mesi a questa parte. Ho sempre avuto paura di chi mi sta intorno, non sapere come mi guardano, cosa fanno e che intenzoni hanno; la mia pelle brucia a chiunque osasse anche solo sfiorarmi a parte i miei genitori e qualche parente stretto.

Mi siedo sul divano accarezzando il pelo di Arthur finchè mamma non mi avvisa di riposarmi per alzarmi domani mattina per andare a scuola.

La mattina è uno strazio e pensare che il pomeriggio sarei dovuta andare anche dal medico preavvisa la giornata di merda che sta per arrivare.

Faccio colazione costretta dalla mamma ovviamente e mio padre mi accompagna a scuola porgendomi il bastone, che successivamente io ho nascosto dietro la siepe nel giardino della nostra scuola. Neanche morta mi farò vedere con quell'oggetto. Mi basta già essere presa in giro camminando con le mani leggermente tese in avanti. Nella nostra scuola vietano categoricamente animali nell'edificio, e pensare che in altri stati, per chi ha un problema come me, è totalmente garantito e consentito dalla legge.

"Gran bella giornata eh, Mia!" Oh mio Dio, è Jake. Lo odio dal profondo dell'anima. Da quando ho messo piede in questa scuola ho smesso ormai di contare quante cattiverie e quanti scherzetti mi ha fatto.

Lo ignoro ma sento tirarmi una ciocca di capelli facendomi fermare immediatamente. Le risatine di alcune ragazze risuonano, così con un gesto molto veloce mi incammino molto velocemente davanti.

"Mia!" Finalmente è arrivata. Janece è l'unica persona che mi aiuta a fare tutto ed è un'ottima amica. Da subito si è dimostrata disponibile nei miei confronti, e come pochi, riesce a sopportarmi anche nei momenti di debolelezza; e credetemi, ne ho davvero tanti di momenti in cui mi sento maledettamente male.

"Ciao Janece, puoi aiutarmi a prendere il libro di Biologia?" chiedo.

"Certo! Devo raccontarti una cosa fighissima.." Mi informa battendo le mani.

"Che cosa?" Chiedo curiosa. Quando usa questo tono significa davvero che si tratta di qualcosa di entusiasmante.

"Un nuovo ragazzo bellissimo si è appena trasferito nella nostra scuola." Okay, non sempre è qualcosa di così entusiasmante.

"Wow" esclamo in tono ironico.

"No, questa volta non sto scherzando. E' davvero uno dei piu bei ragazzi che abbia mai visto in vita mia, ma ovviamente non ho speranze." Dice e posso percepire una smorfia sul suo viso.

FadedWhere stories live. Discover now