Capitolo 3

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"Non era necessario che mi accompagnassi." Dico dopo qualche decina di minuti nel silenzio tomba.

"Be' non è colpa mia se la tua amica ti ha dato buca. Quindi io farei pochi complimenti fossi in te."

Mi fermo sul posto sentendo successivamente i suoi passi fare la stessa cosa. "Non mi ha dato buca, sicuramente aveva da fare." Ribatto sulla difensiva.

"Veramente, ha visto una sua amica e se n'è subito andata via."

Amica? Non poteva almeno avvisarmi.. Sa benissimo che io non viaggio col bastone, avrebbe potuto almeno dirmelo.

"Andiamo? Ho da fare." Puntualizza. Sto per ribattere ma decido di stare zitta. Dovrei ringraziarlo invece di fare tante storie, ma non sono abituata alle persone che mi difendono e che in qualche modo mi aiutano, a parte Janece. Sono solo turbata dal fatto che possa compatirmi e onestamente vorrei fare le cose senza l'aiuto di nessuno.

"Attenta!" Sento le sua braccia attorno alla mia vita fermarmi. "Stavi per sbattere contro un palo." Il suo respiro soffia sul mio collo e io deglutisco scansandomi leggermente.

"Perchè non utilizzi il bastone, Mia?" Chiede ancora vicino a me.

"Perchè non voglio." Taglio corto.

Ho sempre avuto Janece accanto a farmi da accompagnatrice e nemmeno morta lo utilizzo questo stupido bastone.

Lo sento sospirare e la sua mano toccare leggermente la mia fino a tenermela. Sento il familiare bruciore nella pelle e la mia carnagione avvampare. Non fa male il tatto, stranamente, ma mi sento confusa come quando per la prima volta i dottori dissero che non c'era nessuna speranza che io potessi riaquistare la vista.

"Non ti mangerò, tranquilla." Dice accennando ad una risata troppo adorabile per appartenere ad un ragazzo con una voce così roca.

Le mie labbra si piegano involontariamente in un sorriso che cerco subito di reprimere.

Passiamo il tragitto in silenzio e mi faccio trasportare senza dire un'altra parola. Sono rimasta distratta da come la mia mano combacia perfettamente con la sua, dal suo tatto così delicato ma in contrapposizione alla sua pelle ruvida, dal modo in cui stringe la mia mano come se potessi scappare via. Immagino soltanto a come sarebbe stato strano se io potessi vedere e fossimo tranquillamente a passeggiare in una strada come questa. Non sarebbe mai stato possibile; ecco cosa.

"Mia?"

"Che.. Che c'è?" Chiedo distratta.

"Siamo arrivati."

Di già? Sospiro scuotedo la testa. "Ehm, grazie.. per tutto. Non so, non so come avrei fatto senza il tuo aiuto." Perchè diamine sto blaterando?

"Ci vediamo." Afferma e sento il suo calore allontanarsi.

Tasto le mie tasche e cerco di tirare fuori le chiavi. Ogni volta mi scordo di non dover indossare questi skinny, perchè mi recano sempre un sacco di problemi. Quando finalmente riesco a tirarle fuori mi scivolano involontariamente dalle mani. "Merda." Mi esce un profondo sospiro scocciato.

Mi chino per terra e inizio a cercare con le mani, ma sento le chiavi tintinnare di fronte a me e lo stesso calore di qualche minuto fa fare capolino. Mi alzo velocemente e presso le mie labbra.

"Vuoi che ti apra la porta?"

"No, posso fare anche da sola." Questa cosa anche se dovrebbe essere in qualche modo carina mi fa innervosire un sacco, e riesco a percepire un velo di fastidio in più proprio perchè si tratta di lui.

FadedWhere stories live. Discover now