Capitolo 9

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Il nostro quartiere è molto tranquillo per essere una città abbastanza grande. Chicago non è mai stata una delle mie città preferite, ma sentire questa quiete rende il tutto abbastanza in sintonia con la mia personalità. Molti giorni mi chiedevo se fossi io quella un po' sbagliata che ama spesso la propria compagnia rispetto a quella degli altri; non che fossi una che non socializza con il mondo, ma raramente trovo una persona con la quale aprirmi. In questo preciso istante, mi trovo con una persona che non sa niente di me, ma al contemplo trovo stranamente appagante la sua compagnia. Harry da l'impressione di essere quel tipo di persona che sa come comportarsi. La prima volta l'ho subito giudicato male, quando in realtà non ha mai dimostrato di essere una persona come le altre: pronte subito ad insultarti o peggio compatirti.

"E' stata leggermente imbarazzante la cena, non trovi?" Chiede di punto in bianco.

Imbarazzante è dire poco. I miei non sono tipi molto loquaci, soprattutto quando si tratta di parlare di me. E i suoi allo stesso tempo hanno cercato di non rendere il tutto imbarazzante, ma erano comunque curiosi di conoscere la mia storia.

"Già... credo sia normale quando non ci si conosce." Rispondo, facendo spallucce.

"Il tempo non fa schifo, andiamo al lago?" Chiede, leggendo i miei pensieri.

Speravo con tutto il cuore che mi portasse lì.

Annuisco cercando di mascherare il mio entusiasmo. Mi piace quel posto, l'aria, il cinguettio degli uccelli, la pace di essere tranquillamente fuori dal mondo. Tutte caratteristiche che ho sempre cercato nell'arte in mezzo ad una città metropolitana.

La mano di Harry è nella mia: leggermente ruvida da qualche callo sul palmo, doppiamente grande e calda. Mi affascinano le mani dei ragazzi; non so il perché. Sono praticamente la prima cosa che catturavano il mio sguardo dopo il sorriso. E odiavo rispondere alla domanda 'qual è la prima cosa che vedi in un uomo', perché la gente mi guardava strano dopo la mia risposta.

E be', alla fine è una domanda un po' superficiale perché se ci attrae una persona la si osserva in tutti i suoi dettagli e in tutto il suo complesso. L'aspetto fisico è importante, inutile negare ciò, se una persona non mi attrae fisicamente probabilmente non mi verrebbe mai in mente di 'flirtare' con lui. Ma le cose sono molto diverse, adesso. Io, Harry non lo vedo, e in modo molto probabile potrebbe non piacermi fisicamente, eppure la sua persona mi attrae. I miei pensieri si contraddicono se ci penso, ma da quando ho perso la vista la percezione delle cose, dei pensieri, dei sensi, e del mondo in generale è cambiata radicalmente.

"Non entri?" Chiede, riportandomi alla realtà.

Mi sono persa divagando sulla mia vita e neanche mi sono accorta che ha già lasciato la mia mano per spostare la grande roccia.

"Si." Scuto leggermente la testa e mi faccio guidare.

Un leggero venticello sposta all'indietro i miei capelli e capisco che siamo quasi arrivati. Harry mi lascia la mano dopo qualche secondo e  io inspiro l'aria fresca.

La stessa sensazione di leggerezza dell'altra volta mi invade i sensi e considero questo il mio nuovo posto felice. Se non altro, l'unico, visto che non ne ho mai avuto uno.

Mi siedo per terra avvertendo l'erba un po' bagnata. Mi sporcherò, credo ma non m'importa.

"Da quanto pitturi?" Chiede, mettendosi a sedere al mio fianco.

"Pitturavo." Preciso- " da quando ne ho memoria, penso. L'ho sempre fatto anche da piccola... a dire la verità non facevo altro." Ammetto ridacchiando. "Passavo i pomeriggi a dipingere e disegnare, anziché uscire con i miei amici"

FadedWhere stories live. Discover now