Show Me Love /// Paulo Dybala

By SethDiodoros1

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[COMPLETA] Cosa accadrebbe se una ragazza qualunque incontrasse Paulo Dybala? Dopo essersi momentaneamente... More

Una vacanza improvvisata
Il sostituto dell'ultimo minuto
Bomboniere malefiche!
Dottore? Mi ricoveri!
Chiamami pure Paulo
Parola d'ordine: sorridere
Questo non è un addio
Pretendo un avvocato!
Porca paletta!
Strane congiunzioni "paninali"
Una gatta poi non tanto morta
Il porto sicuro
Le bugie hanno le gambe corte
Reazione a catena
Cibo per uccelli
Presagio di Fuoco (parte 1)
Presagio di Fuoco (parte 2)
Accetto
Non è come pensi
Titanic
Jack e Rose
Chi è il vero Dybala?
Non fare stupidaggini
Alle porte dell'inferno
Vivi e lascia vivere
L'addio al nubilato (parte 1)
L'addio al nubilato (parte 2)
L'addio al nubilato (parte 3)
Buongiorno un corno!
Segreti nascosti
Il seme del dubbio
E chi sta scappando?
Pura magia
Che diavolo significa?
No Maria, io esco!
God save the diamond 💎
Tenere gli occhi aperti
Qualcuno ha detto festa??
E chi sbava!
The perfection
Party hard with Bernardeschi (parte 1)
Party hard with Bernardeschi (parte 2)
Tutti i nodi vengono al pettine
When the darkness comes (parte 1)
When the darkness comes (parte 2)
The end?
Spesso s'incontra il proprio destino nella via che s'era presa per evitarlo
I see a future inside your eyes (parte 1)
I see a future inside your eyes (parte 2)
Il matrimonio (parte 1)
Il matrimonio (parte 2)
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco
Show me love
Capitolo extra: Due anni dopo
- News -

Il paradiso perduto

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By SethDiodoros1

Apro gli occhi, accecata dalla luce che filtra dalla tenda della camera da letto. Ho il corpo indolenzito, con le grazie in bella vista e il lenzuolo attorcigliato alle gambe. Mi volto e osservo, per la seconda volta, il bel viso rilassato di Paulo mentre dorme.

Le sopracciglia distese, le labbra dischiuse e il respiro regolare. Il petto scoperto si alza e si abbassa, il lenzuolo va a coprire giusto le fossette dei fianchi prima dell'inizio di una leggeressima peluria che conduce alla perdizione. Con un braccio sulla nuca, con il tatuaggio in bella vista, sento il desiderio di toccarlo.

Con l'indice percorro i lineamenti delicati del viso, così tranquillo e appagato, sembra quasi un bambino. Se non fosse per i muscoli definiti dell'addome, le braccia muscolose, le gambe toniche e beh, l'amico che dorme sotto il lenzuolo.

Arrossisco al pensiero di quello che abbiamo fatto ieri notte, immagini a luci rosse mi scorrono davanti agli occhi e sorrido. Una delle notti più belle della mia vita. Paulo era stato delicato, deciso, passionale e insaziabile. La fantasia non gli mancava di certo. È proprio vero che spesso, sotto un viso angelico si nasconde un diavolo. Il dolce bambinone aveva lasciato spazio all'adulto affamato e vorace.

Stendo le dita sulla tartaruga di marmo, risalgo lungo il petto e mi fermo all'altezza del cuore. Il battito aumenta, e sto per ritirare la mano quando la mano di Paulo si pone sulla mia. I suoi occhi chiari mi scrutano curiosi ed entro un po' nel panico.

<<Buongiorno Jess.>> mormora con voce roca mettendosi a sedere. Il lenzuolo si sposta, lasciando intravedere l'anaconda in riposo. Ricordo di essere completamente nuda e cambio colore, improvvisamente in imbarazzo.
Cerco di coprirmi con il lenzulo ma Paulo mi ferma.

<<Dopo quello che abbiamo fatto ieri, ti imbarazzi? Diamine Jess, rilassati.>> prova a tranquillizzarmi, abbracciandomi e schiacciandomi contro il suo petto.

Il seno schiacciato contro il petto solido, il bacino contro il suo, riaccende il fuoco nelle mie vene. E a quanto pare anche nel suo, considerando l'erezione che mi preme sul lato della gamba. Allunga una mano alla base della schiena, poco sopra le natiche e suo respiro diventa breve ed irregolare. Appoggia le labbra calde e umide alla base del collo, spostando i capelli scuri di lato.

Chiudo gli occhi, alle porte della lussuria e pronta a lasciarmi andare di nuovo. Mille brividi si scatenano per tutto il corpo, infilo le unghie nella sua schiena e mi schiaccio a lui ancora di più, quasi fossimo un unico corpo. La sua erezione è al massimo, segno che mi desidera e che vuole continuare il discorso iniziato ieri.
Abbandona l'assalto al mio collo e con gli occhi velati dall'emozione si avvicina verso le mie labbra. Una mano sulla guancia e pochi millimetri che ci separano. L'attesa della nostra unione rende tutto ancora più forte, appena le nostre labbra si toccheranno le ultime distanze si annulleranno. Il suo respiro sul viso, il desiderio di sentirle di nuovo su di me e...squilla il cellulare.

Paulo si alza e completamente nudo esce dalla stanza. Resto sola, insoddisfatta e confusa in mezzo al letto. Due secondi dopo rientra con un pantalone della tuta e il cellulare in mano, non sembra contento.

<<Mi spiace, ho un allenamento importante tra mezz'ora.>> si scusa, e delusa mi alzo senza tentare di coprirmi. Tanto ormai ha visto tutto.
Con gli occhi vaga per tutta la mia figura, probabilmente pentendosi di non poter approfondire il discorso.
Con la mano sul viso e una smorfia mi lascia sola.

In tempo record mi rivesto, legando i capelli lunghi in una coda alta. L'unico problema è la gonna, sicuramente è in salotto da qualche parte. In silenzio raggiungo il divano e trovo la gonna su un cuscino, la infilo e calzo le ballerine. Paulo compare dalla cucina, con la tuta della Juve addosso e due caffè in mano.

<<Avrei preferito un risveglio diverso, ma purtroppo il dovere mi chiama.>> dice, passandomi il bicchiere di vetro colorato. Aggrotto le sopracciglia, e butto giù il caffè quasi senza assaporarlo. Credo che amareggiata sarebbe troppo poco per definire il mio stato d'animo.

<<Buongiorno anche a te Paulito.>> dico, con tono ironico e malizioso. Stavamo per ricadere nel vortice della passione, eppure lui sembra quasi distaccato nei miei confronti e la cosa mi spaventa.

Sapevo benissimo che i problemi ci sarebbero stati una volta svegliati, poteva essersi trattato solo di un capriccio di Paulo ma era un rischio che mi ero sentita di correre. Ora lo guardo e spero proprio che abbia provato quello che ho provato io, qualcosa che vada oltre l'unione strettamente carnale.

<<Signore, la macchina è pronta.>> interviene Shawn, rigido nella postura e gelido nella voce. Tiene lo sguardo fisso sul capo e non mi degna di un occhiata, un altro ragazzo strano che prima mi aiuta e poi fa finta che non sia mai esistita.

<<Andiamo Jessica?>> domanda, con un borsone da pallone in spalla. Siamo tornati a "Jessica", ottimo. Prendo la borsa e annuisco.

Seguo entrambi fini all'entrata del palazzo in cui ci attende la 500 di Paulo. La carica, saluta Shawn e ci dirigiamo verso casa di Giò. Il tragitto è silenzioso, la musica ci tiene compagnia e il ragazzo non dice una parola. Il suo silenzio inizia a preoccuparmi, magari non sa come dirmi che non ci rivedremo più o cazzate del genere. Sudo freddo appena riconosco la svolta di casa, parcheggia con le quattro frecce di fronte all'entrata del Pickup e si slaccia la cintura di sicurezza. Fa un bel respiro profondo e se potessi svenire a comando lo farei, non voglio sentire quello che ha da dire.

Salvata dalla dea fortuna, il suo cellulare comincia a suonare. Lo tira fuori e scocciato risponde, con poche e secche parole chiude la chiamata. Sembra ancora più scocciato di prima, brutto segno.

<<Devo proprio andare, il mister ci vuole lì il prima possibile.>> dice, passandosi una mano tra i capelli. Prendo la borsa e apro lo sportello, siamo arrivati al capolinea dunque.

<<Aspetta un secondo, tieni.>> tira fuori un bigliettino spiegazzato con una scritta a penna. Lo rigiro in mano, nervosa e sorriso incredula. È il suo numero di telefono.

<<Mi mandi un messaggio così salvo il tuo.>> continua, leggermente in imbarazzo. Voleva rivedermi, tenerci in contatto e non sparire. Decisamente più tranquilla gli sorrido felice.

<<Va bene, buona giornata Paulito.>> lo saluto con la mano, allontanandomi dalla macchina. Quando apro il portone, riparte quasi sgommando e suonando il clacson più volte. A volte è proprio un bambinone!

Corro per le scale, troppo carica per stare ferma o prendere l'ascensore. Salvo al volo il numero sul cellulare, e chiavi in mano apro la porta di casa. Giò spunta in salotto in un micro secondo, pigiama e tazza in mano. Presa com'ero avevo dimenticato che oggi ha il giorno libero, quindi avrei dovuto affrontarlo prima del solito.

<<Buongiorno Jessica, passato una bella serata?>> domanda, con una smorfia sul viso. Non è contento. Immagino quando ha letto il messaggio che sarei rimasta a dormire a casa di Paulo...Caterina deve aver passato un brutto quarto d' ora.

<<Si, la cena è andata bene?>> cerco di sviare la sua attenzione su altro ma non ci casca, vuole proprio sapere cosa abbiamo fatto o meglio se l'abbiamo fatto.

<<Come sta Paulo? Di preciso come avete trascorso il vostro tempo?>> chiede, sedendosi sul divano. Batte la mano accanto a lui e so già di non avere vie d'uscita. Lascio la borsa a terra, tolgo il cappotto e mi siedo ad una certa distanza.

<<Cosa vuoi sapere nello specifico Giovanni?>> decido di giocare d'attacco, se vuole sapere dovrà avere il coraggio di chiederlo esplicitamente. Chiamandolo con il nome di battesimo gli ho lanciato una sfida, e dal sorriso che sfoggia capisco che avrò pane per i miei denti.

<<Sei andata a letto con Paulo?>>

Mai sottovalutare Giovanni Ferrari. Prende un sorso dalla tazza, e non stacca un secondo gli occhi da me. Dall'espressione colpevole che ho in faccia avrà già capito la risposta, ma vuole sentirselo dire. Il suo avvertimento era stato chiaro ma avevo comunque fatto di testa mia, concedendomi all'argentino.

<<Si.>> due piccole lettere che scatenano l'ira negli occhi azzurri di mio fratello, contrae la mascella e i muscoli del braccio fremono stringendo la tazza con una forza eccessiva. Potevo mentirgli, ma gli avevo promesso che sarei stata sincera su tutto e mantengo sempre la parola data.

<<Giò, calmati. Lui si è fermato, abbiamo parlato e poi...è successo! Paulo è diverso, non mi farebbe mai del male volontariamente.>> dico, cercando di spiegarmi, di calmarlo per quanto possibile. Odio vederlo teso, arrabbiato e deluso.

Giò scuote la testa, i capelli biondi spettinati sulla fronte e un sorriso amaro sulle labbra. È deluso, pensava che avrai resistito, che non mi sarei incasinata ulteriormente e che lo avrei respinto se necessario. Eppure non ce l'avevo fatto, lo desideravo troppo, la sua mente è come un magnete per la mia, mi attrae e ho ceduto. Non è solo attrazione fisica, è molto di più.

<<Tu sei così ingenua Jessica, troppo buona e innocente per poterti difendere, per capire realmente come stanno le cose. Lui non è uno qualunque, è un fottuto calciatore milionario. Cosa ti aspetti adesso? Che metta in pausa la sua vita frenetica? O che costruisca una relazione pubblica con te? Sei davvero così stupida? Non ti è bastato quello che ti è successo?!>> sibila, arrabbiato.

L'ultima frase mi gela il cuore, sta giocando sporco colpendo nel mio punto debole. Abbasso lo sguardo sulle mie mani strette l'una all'altra, e il dolore lascia spazio ad una rabbia cieca. Perché mi sta ferendo in questo modo? Capisco tutto, la sua preoccupazione e il timore che qualcuno possa ferirmi ma questo è troppo.

<<Adesso basta! Stai passando il segno Giò!>> alzo il tono di voce, saltando sul posto.

<<So prendere da sola le mie decisioni! Puoi essere d'accordo oppure no, il tuo giudizio è importante per me ma non puoi scegliere per me o pretendere che faccia come dici tu. Io...si, sono buona, ingenua e ciò che vuoi, ma non ho colpa per quello che mi è successo. Non bastava l'umiliazione? Non bastava quello che ho combinato a casa? Grazie per avermi ricordato il vero motivo per cui sono qui.>> l'ultima parte la sussurro appena, troppo sconvolta e instabile per continuare a gridare. 

Giò sembra seriamente pentito, sà di aver esagerato e sta per aprire la bocca per dire qualcosa ma l'entrata in scena di Caterina lo interrompe.

<<Amore ti stavo aspettando a letto, che cavolo stai combinando?>> domanda, irritata, avvicinandosi al divano. Appena si rende conto di me, guarda meglio la scena e aggrotta le sopracciglia.

<<Jessica, alla buon ora!>> aggiunge, con la sua solita delicatezza. Quanto mi sta sul cazzo...Giò ha l'aria di uno che sta per strozzarla ma si deve per forza trattenere. Perché non perde l'occasione per stare zitta?

Con una smorfia di disgusto, la sorpasso dandole una spallata e corro in camera mia, chiudendomi a chiave dentro. Ho bisogno di stare da sola, senza Giò, senza quella stronza della fidanzata. Devo pensare, respirare, ragionare e calmarmi. Le immagini degli ultimi due mesi mi invadono il cervello e non riesco ad uscirne.

Infilo subito le cuffiette nelle orecchie, la musica può riportarmi alla realtà, può separare il passato dal presente. Parte Assenzio ed è la canzone peggiore che potrebbe capitarmi, dovrei cambiare, mandare avanti, ma da perfetta masochista la lascio scorrere.

Buttata sul letto, con gli occhi fissi al soffitto bianco e la musica che pompa forte, non sento quasi nulla. Piano piano le immagini spariscono, lasciando spazio ad un viso sorridente e due guanciotte tenere. Paulo mi guarda con i suoi occhi chiari e spero con tutto il cuore di non sbagliarmi sul suo conto, che non distrugga il mio cuore in mille pezzi. Purtroppo, solo il tempo saprà dirmelo.

Spazio autrice: Buon lunedì (anche se i lunedì fanno tutti un po' schifo a prescindere), come proseguirà la storia? È davvero tutto così semplice come sembra? 😏
Ci vediamo al prossimo aggiornamento...😉 🙌💎💗

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