Elements: Segreti

By WinterSBlack

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Approfondimenti della trilogia di Elements. Qui troverete storie mai raccontate riguardanti alcuni personaggi... More

Indice
⛰Sullivan
🔥Auguri Mamma
🔥Dodici: Sof
🔥San Valentino
🔥Regalo di compleanno: Nox
🔥Soddisfazioni: Opal
🌊La ragazza senza memoria: Aiden's POV
🌊Incontro con i Geminus. James POV
🌊Sbandato: James's POV
🌊Addio vendetta, benvenuto amore James's POV p. 1
🌊Addio vendetta benvenuto amore James's POV p. 2
🔥Colpe: Nox
🔥Bacio: Jo
🔥Indovina Chi
🔥Una casa senza la casa: Nox
🔥Mi manchi
🔥Il ragazzo che mi vede: Court
🔥James Sharp: Sof
🔥Qualcosa di diverso: Eli
🔥Visite inaspettate: James
🔥Jo: No, ma sì.
🌪Jacklyn
🌪Se la B.L.C. non fosse mai esistita...
🌪A.U.: Nei panni
🌪In un mondo magico
🌪Halloween
🌎Sophie Chrystal Hunter ID
🌎Joanne Lucy Sharp ID
🌎James Andrew Sharp ID
🌎Aiden Maxwell Ryder ID
🌎Seth Edmund Frost ID
🌎Skyler More ID
🌎Zachary Day ID
🌎Opal Day ID
🌎Lucas Arthur Steel (Nox) ID
🌎Eli Twain ID
🌎Coral Caine ID
🌎Courtney Young ID
🌎Philip Smith ID

🔥Zach: A Natale si ride

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By WinterSBlack

Canticchiavo tutto contento i motivetti natalizi alla radio. Non sarei dovuto essere così di buon umore considerando che due ragazze mi avevano dato buca due giorni prima di Natale. Avrei voluto usare le mie mani magiche per altro, ma anche cucinare era un bel modo per usarle.
Lei mi si appiccicò alla schiena come una scimmia, facendomi perdere quasi l'equilibrio. Poi mi scoccò un bacio sulla guancia che fece scintille. Letteralmente. Mi si rizzarono i capelli e i peli sulle braccia.
Scese ridendo follemente e fuggì prima che potessi indignarmi e impastarla come il giorno del nostro compleanno.
«Com'è che sei a casa, Zachary?» chiese Opal divertita con gli occhi che le brillavano di allegria come sempre.
«Non chiamarmi Zachary» borbottai infastidito come sempre. «Non fa figo»
«Perché? Tu ti consideri figo?» mi schernì la mia dolce sorellina.
«Tantissimo.»
Con la sua incredibile sensibilità, Opal mi rise in faccia.
«Ti ricordo che quando abbiamo fatto la sfida a chi riusciva a conquistarsi più donne ho vinto io.» mi rimbeccò infilando il dito nell'impasto. Glielo strappai di mano offeso.
«Sei senza tatto.» dissi mettendo il broncio.
A dire il vero non ero offeso. Non riscrivo mai ad arrabbiarmi veramente con Opal.
Opal mi abbracciò di nuovo, più delicatamente. Un suo modo per scusarsi.
«Se non sapessi che siete fratelli... Penserei a voi come una coppia.» commentò una voce sarcastica alle nostre spalle.
Ci voltammo entrambi e trovammo James Sharp appoggiato di schiena contro lo stipite della cucina con in faccia la sua tipica espressione insofferente e annoiata.
Ovviamente i sensori non avevano avvertito il suo arrivo.
Io e mia sorella esclamammo entrambi il suo nome e gli saltammo addosso, gustandoci soddisfatti la sua buffa espressione d'orrore.
«Ah! Levatevi di torno, mi state incrinando le costole!» borbottò facendoci sghignazzare e stringerlo ancora di più.
«Jase! Bruci di puzzato!» esclamai ridendo e senza formulare prima le parole in testa.
«Non puzzo di bruciato.» affermò infastidito arricciando il naso e correggendomi al contempo.
«È la pentola.» aggiunse.
La mia espressione si raggelò e corsi agitato a salvare il resto della prelibatezza che avevo mollato in pentola.
Opal invece continuava a ridere.
Non ridava così da quando i nostri genitori erano morti e sentirla veramente felice rendeva felice anche me. Così iniziai a ridere anche io mentre Jase ci guardava con un sopracciglio incarnato.
Ma poi anche lui si mise a ridere, contagiato da noi.
«Quando rientra Lasy?» chiese il Luogotenente spulciando tra i miei piatti natalizi già pronti.
«Non lo sappiamo. È tre giorni che non abbiamo sue notizie. Secondo me ha perso la cognizione del tempo.» intervenne Opal.
«Oppure ha trovato una donna con cui passare il Natale.» dissi io.
«Non mi piace l'idea. Secondo me è a ciondolare in giro.» insistette mia sorella.
«Ma è poco plausibile. Ha trovato una donna, te lo dico io.» replicai.
Jase ci guardò con un sopracciglio alzato.
«Siete seri? Potrebbe essere nei guai.» commentò lui.
Io e Opal ci guardammo per poi esclamare entrambi:«Nah!»
Jase scosse la testa ormai con le speranze perse.
Poi si appartò per chiamare Nox al telefono.
Che carino, sembrava un maritino preoccupato. E ciò avrebbe fatto di Nox sua moglie... Immagini bizzarre mi si formarono in mente e la sola idea mi fece ridere da solo.
Scuotendo la testa mi rimisi a cucinare, cercando di sistemare il disastro del ragù bruciato.
«Posso darti una mano, Zachy?» si offrì Opal.
«No. Combineresti solo casini.» le proibì.
Lei poteva fare tutto quello che le pareva in tutti gli altri luoghi del mondo, ma in cucina ero io il padrone.
Opal mise il broncio.
«Va ad infastidire Jase. Lo so che adori farlo.» la cacciai mentre facevo mente locale.
«Zachary modalità chef è sempre stato il più antipatico.» borbottò.
«Non chiamarmi Zachary.» ripetei «e se proprio non ti piace lo chef Zach, puoi anche restare a digiuno oggi.»
«Non mi hai appena negato il pranzo di Natale!» esclamò lei oltraggiata.
«E invece sì, sorellina fastidiosa.» affermai puntando il cucchiaio verso di lei.
«Assaggia.» aggiunsi contraddicendomi del tutto.
Lei sempre con il broncio assaggiò e la sua espressione estasiata mi convinse che non avevo perso il tocco magico nonostante l'odore di bruciato.
«Ehi, Gemellini. Il Giustiziere ha bisogno di una mano, venite anche voi?» chiese Jase entrando dalla finestra della cucina.
Quindi era uscito di casa e rientrato senza attivare i sensori. Probabilmente la sicurezza della casa aveva bisogno di una forte revisione.
Lanciai in aria il cucchiaio che atterrò con precisione dentro la pentola.
«Io sono pronto.» dissi entusiasta.

Seattle era bellissima a Natale e l'area festiva impregnava sia gli animati che gli inanimati. Credevo nella magia del Natale, era quella cosa che rendeva tutto più gioioso e felice.
E poi... C'erano quelle bellezze vestite da mamme Natali sexy... Non si poteva ignorarle.
Jase ci condusse in quella familiare zona vietata ai minori di quella fantastica città.
Erano poco sicure e le persone per bene non girerebbero mai in luoghi simili.
Ma per noi rappresentava solo la strada migliore verso il divertimento e il nostro venditore preferito.
Essendo minorenni e "inesistenti" non potevamo eseguire certe procedure o comprare robe particolari e il nostro uomo si occupava di farci arrivare tutto. Bastava che lo pagassimo.
Ovviamente non bastava che Nox gli avesse salvato il culo da un Valentin Santos infuriato.
Lui non faceva mai domande e noi non ne facevamo a lui, era questo l'accordo. Per esempio, qual era il segreto per quella testa pelata così lucida?
Non che mi interessasse, considerato che adoravo i miei capelli rossi.
Quando il buttafuori ci fece passare, Opal gli fece un l'occhiolino che quello ignorò.
Scendemmo le solite scale che solitamente facevo con Nox. Tendeva sempre a portare o me o Opal a quegli incontri, non perché avesse bisogno di protezione dalle persone, ma perché quando doveva scendere in certi luoghi aveva bisogno di tempo per prepararsi psicologicamente, e una faccia amica lo aiutava a restare calmo.
Quel giorno aveva affrontato le scalinate da solo. Doveva essere importante.
Mi sentii uno stupido per averlo creduto impegnato a far porcherie con qualche sconosciuta.
Alle porte dell'ufficio c'era in piedi una giovane ragazza che faceva da guardia. Probabilmente aveva qualche anno più di me, ma mi sembrava veramente, ma veramente, abbordabile. Una che non aveva bisogno di qualcosa di serio ma che necessitava di sentirsi amata. E io adoravo far sentire le donne amate.
Ero tentato di fermarmi sulla soglia e lasciare che Jase e Opal entrassero senza di me, ma come se mi avesse letto nel pensiero, Jase mi lanciò un'occhiata ammonitrice.
Fissai la ragazza senza ritegno, in modo da imprimerla nella mente prima che le dicessi addio.
Lei si accorse del mio sguardo e mi sorrise.
Ahia, che tentazione.
«James Sharp.» sussurrò il nostro venditore non appena varcammo la porta del suo ufficio. Non avevo mai capito come si chiamasse.
«E i Gemelli.» aggiunse indicandoci con un cenno.
Nox era seduto sulla sedia davanti a lui e continuava a battere il piede a terra nervosamente.
«Sono contento che siano arrivati anche loro, anche se avrei preferito parlare al vostro capo.» commentò il venditore.
«Non abbiamo un capo.» replicò Opal.
«E io sono un Luogotenente. Attento a come parli.» aggiunse Jase.
Jase stava così tanto tempo con noi che mi era difficile non considerarlo dei nostri. Eppure lui si esternava sempre dal nostro gruppo. Si considerava sempre estraneo e solitario quando chiaramente non lo era.
«Sì, sì, Geminus. Comunque sia ora puoi esporre la mia offerta, Nox.» disse facendo un cenno nella nostra direzione.
«La risposta è no ugualmente. I miei amici non sono in vendita e sono qui per dirtelo di persona.» affermò Nox serio senza guardarci.
C'era qualcosa di strano nel suo comportamento. Non sembrava aver apprezzato la nostra presenza.
Guardai Jase in cerca di spiegazioni perché di solito lui le aveva sempre. Ci aveva detto che Nox aveva chiesto il nostro aiuto ma a me non sembrava affatto uno che lo avesse richiesto.
Jase era tranquillo e calmo come sempre. Osservava attentamente i movimenti del venditore e Dio solo sapeva cosa passasse per la sua testa.
«In vendita? Spiegati meglio.» intervenne Opal inarcando le sopracciglia. Si era già messa in guardia. Anche lei doveva aver capito qualcosa. Di solito era così, tutti capivano tranne me. Le gioie della vita.
«Quindi il Giustiziere non vi ha detto nulla?» chiese il venditore.
«Ho bisogno dei servigi dei migliori Imperium in circolazione. Dovreste solo farmi da guardia del corpo mentre io concludo un certo affare... Ma essendo una cosa grossa è molto probabile che mi succeda qualcosa o che il mio socio mi tenda qualche imboscata. I pochi Imperium che mi avete concesso non basterebbero mai. E preferirei non coinvolgere armi da fuoco... Anche se il mio socio sicuramente li userebbe... Per questo ho bisogno di voi.» ci spiegò il venditore.
«Quelli sono affari tuoi. Noi ti paghiamo solo in contanti. O ci dai il materiale che ci serve o non se ne fa nulla.» insistette Nox.
«Sai quanto ho rischiato per procurarmi il materiale necessario alla costruzione dei Mini-Flash? E ti ho pure procurato le copie dei progetti! Un servizio di protezione mi sembra il minimo, dopotutto è quello che fate, no?» si scaldò il venditore.
«Noi salviamo gente che non ha scelta. Questo implica che crediamo nella possibilità di poter decidere. E noi decidiamo di non aiutarti.» disse Nox fermo.
«Nox.» intervenne Jase avanzando verso di lui. Gli mise una mano sulla spalla e solo in quel momento mi resi conto che la mano del mio amico stava tremando e Jase si era avvicinato in modo che il venditore non se ne accorgesse.
Io e Opal ci affrettammo ad affiancarli.
«Nox, non decidi per me.» disse Jase.
Sul volto del venditore comparve un sorrisetto compiaciuto. L'idea di avere il Luogotenente più talentoso di Susan Blackwood al suo servizio lo stava già esaltando. Lo vedevo nei suoi occhi.
«Vorrei dire da solo a questa sanguisuga che io non sono in vendita.» disse appoggiando le mani sulla scrivania e protendendosi in avanti.
Il venditore si rabbuiò e assunse una brutta smorfia sulla faccia piatta.
Il ghigno beffardo di James e quella fioca luce dell'angusto ufficio lo rendevano quasi minaccioso.
Eppure era solo un ragazzo di nemmeno sedici anni.
«Allora non venite mai più da me a chiedere favori.» ci minacciò il venditore.
«E così sia.» disse Opal alzando il mento con orgoglio.
Nox la guardò stupito, come se non si fosse aspettato la sua reazione così decisa.
Il venditore non faceva favori solo al gruppo, ma anche di personali a ciascuno di noi quando ne richiedevamo. Ognuno ne traeva benefici e rinunciare a lui era qualcosa di molto problematico per ciascuno di noi. Eppure mi sentii in dovere di dar man forte ai miei amici.
«Nessuno qui farà il tuo lavoro sporco.» dissi con fierezza.
«Allora il caso è chiuso. Non avremo mai più affari e non voglio mai più rivedervi.» disse il venditore seccato.
Nox si alzò dalla sedia ed uno ad uno uscimmo dalla porta dell'ufficio del furibondo venditore. Io fui l'ultimo e appena uscii vidi di nuovo la ragazza. Mi affacciai prima di chiudere la porta.
«Senti, con "non avremo mai più affari e non voglio mai più rivedervi" intendi anche che non posso frequentare nessuna delle tue dipendenti?» chiesi con fare innocente.
Il venditore mi guardò malissimo.
«Insomma, se per caso uscissi con lei sarebbe infrangere il nostro neo accordo?» chiesi prendendo per mano la ragazza e avvicinandola per farla vedere al suo padrone.
«Torna dentro figlia e chiudi la porta in faccia a questo screanzato!» esclamò furibondo il venditore balzando in piedi.
«Oh! Cielo! Sei sua figlia?» chiesi rivolgendomi verso la ragazza.
«Zach! Ti vuoi muovere?» sentii mia sorella chiamarmi.
«Questo è un problema?» mi chiese la ragazza sorridendomi accattivante mentre suo padre ne diceva di tutti i colori. Si era pure impigliato alla sedia.
«Non importa, zuccherino, ti verrei a trovare anche se tuo padre fosse Hitler.» affermai sorridendo smagliante. Aggiunsi l'occhiolino.
Poi le feci il baciamano facendola ridacchiare.
«A proposito, sono Zach Day. Posso sapere il tuo nome?» chiesi galantemente.
«Perché non lo scopri da solo?» mi chiese divertita.
«Oh, già mi piaci da impazzire, zuccherino. Adoro le ragazze intraprendenti.» affermai indietreggiando perché il venditore si stava liberando dalla sua sedia all'apparenza confortevole e mia sorella continuava a chiamarmi.
«Come mi troverai?» chiese chiudendosi la porta alle spalle per guadagnarsi mezzo secondo.
«Su questo non ti devi preoccupare. Non avrò problemi a trovare l'unico diamante in mezzo al sassi, sono un Geminus della terra e del fuoco, d'altronde.» affermai prima di voltarmi e risalire le scale.

«Tu sei incredibile.» commentò Opal scuotendo la testa in una finta disapprovazione.
«Avete visto che ci mangiavamo con gli occhi a prima vista. Era necessario!» mi difesi mentre tornavamo a casa.
Nox camminava davanti a noi in silenzio. Forse si stava godendo l'aria libera.
James era a due passi dietro me e mia sorella, ma fissava la nuca di riccioli neri di Nox, come se attendesse una sua particolare reazione.
Quando fummo quasi a casa, passando in mezzo alla folla di gente davanti ai mercatini di Natale, Nox si fermò.
«Perché siete venuti?» chiese Nox voltandosi.
«Vi avevo detto espressamente che me la sarei cavato da solo.» disse aggiungendo al suo volto una delle sue rare espressioni arrabbiate.
«Loro non ne sapevano niente. Li ho convinti io.» intervenne Jase sfidando l'amico con lo sguardo, prima che io capissi cosa stesse succedendo.
«Bene James Sharp. Allora che ti entri bene chiaro in testa. Non puoi impedire me di aiutarti quando tu ti impicci nei miei affari. Avrei potuto convincerlo ad accettare il denaro e non ci avremmo rimesso un venditore sicuro.» sbottò Nox.
«Sono certo che lo dici solo per rabbia. Quindi non ti darò retta.» affermò tranquillamente James.
«Perché so bene che ti sei accorto pure tu della pistola che ti puntava contro da sotto la scrivania. Se non avessi bloccato la canna della pistola con il ghiaccio ci avrebbe sparati. E se sua figlia non avesse preso in simpatia Zach, lei ci avrebbe sparati.» aggiunse.
«Cosa? Davvero?» chiesi sconvolto con un tono da babbeo.
«Senza di noi, avrebbe cercato di convincerti con la forza. E tu non avresti rischiato di dominare il terreno considerate le fondamenta instabili dell'intero edificio completamente abitato e tanto meno avresti rotto le tubature arrugginite, o sbaglio? Come lo avresti convinto? Con la tua persuasione?» chiese Jase senza pietà.
Mi voltai verso Opal per cercare conforto, sperando di non essere l'unico a non aver capito un tubo. Ma mia sorella era sparita.
Mi guardai intorno cercandola con lo sguardo ma non la trovai.
«Emh, ragazzi, non è che avete visto Opal?»
I miei due amici smisero di fissarsi arrabbiati l'uno con l'altro e si voltarono alla ricerca della mia gemella.
Ad un tratto lei sbucò alle mie spalle, il passo più leggero di quello di un gatto.
Alzò due sacchetti e ci sorrise sorridente.
«Ho comprato delle splendide palline di Natale di vetro. Tutto artigianale! Sorridete maschioni orgogliosi! È Natale!» ci dedicò un ampio sorriso che io ricambiai.
I miei due amici si guardarono e Nox scoppiò a ridere mentre Jase scosse la testa divertito.
Tornammo a casa e io mi diressi in cucina.
Mi mancava poco per finire di preparare i piatti e dovevo semplicemente riscaldare ciò che avevo lasciato a raffreddare.
Quando finii scoprii che Opal e Jase avevano decorato tutta la casa con gli acquisti di mia sorella e Nox aveva fatto crescere un abete dal parquet del salotto.
Ridevano tra loro, scherzavano e si prendevano in giro.
Sentii un bruciore caldo e piacevole dentro il petto, lì dove avevo sentito per molto tempo il dolore di una perdita di cui non mi ero mai capacitato.
Avevo conosciuto gente che aveva perso tutta la famiglia e che era rimasta sola dopo esser stata perseguitata dalla B.L.C. o Ribelli.
Ma io ero stato fortunato. Avevo perso i miei genitori, ma avevo la mia gemella. E lei mi aveva convinto ad accettare un'altra famiglia. Mi aveva fatto accettare dei fratelli.
«Ehi, che ne dite di una foto?» propose inaspettatamente Jase.
«Davvero sei stato tu a proporlo? Chi sei? E che hai fatto del nostro amico troppo altezzoso per stare con noi?» chiesi sarcastico felice di raggiungerli.
«Non farti strane idee, Zachary. Ci tengo a immortalare il mio bel volto e sono certo che la mia fantastica faccia vi terra buona compagnia quando non ci sono. So che vi manco sempre. Manco a tutti.» ghignò Jase facendomi ridere.
«Io passo.» commentò Nox cercando di dileguarsi in cucina da dove proveniva il profumino delle mie prelibatezze. Ma io lo bloccai per la sciarpa e per poco non lo strozzai. Lo strinsi per il collo e lo avvicinai prepotentemente a me. Poi lo placcai sul divano.
«Eh no, Giustiziere della notte, la foto di famiglia va fatta a Natale.» Nox smise di dibattersi per mancanza dell' aria nei polmoni e sollevò gli occhi d'oro verso di me. Sembrava sconvolto dalle mie parole.
Intanto Opal aveva consegnato la macchina fotografica a Jase che allungò un braccio assicurandosi l'immagine di se stesso in primo piano.
Opal si affrettò a raggiungermi e si tuffò verso di me. Mi scoccò un sonoro bacio sulla guancia proprio mentre Nox tentava una ultima via di fuga, ma la mia presa rimase salda.
«Ehi! Certo che sono venuto bene!» esclamò Jase buttandosi sul divano dopo aver scattato la foto.
«Fa vedere!» esclamò Opal curiosa buttandosi sulla fotocamera.
«Ehi, fate spazio, voglio vedere anche io!» esclamai appiccicandomi a loro.
«Voi due mi state troppo addosso!» protestò Jase.
Concordando di dargli ancora più fastidio, io e Opal lo abbracciammo e lo accarezzammo come un peluche, mormorando parole imbarazzanti.
«Bleah! Aiuto!» lo sentimmo pregare dandoci ancora più soddisfazione.
Sentimmo la voce di Nox ridere allegramente.
«Io vado a mangiare.»
«Ehi! Tu! Lavati le mani!» esclamai facendolo ridere ancora di più.
Fu così che passammo il Natale, a ridere in continuazione.

Angolo Autrice

Buon Natale! Oh oh oh! Spero che questa OS vi sia piaciuta!
Comunque sia, è presa spunto da un mio vecchio disegno che dovreste trovare in una delle OS successive. Lo riconoscereste subito.
Mentre scrivevo questa OS ero triste e contenta all stesso tempo, un disagio totale 😂 Oh mon dieu!
Spero che vi sia piaciuta la sorpresa e ho intenzione e di lasciarvi con questo disegno di Zach ⬇️

Ma prima di lasciarvi del tutto, vi invito a seguirmi sulla mia pagina Instagram:@winter.s.black dove ci sono alcune novità sul destino di Elements e le future opere.
Siccome ho bisogno di un punto di Incontro con i miei lettori più fedeli, vi mando tutti lì. Ovviamente se non avrete intenzione di leggere più niente di mio o non vorrete essere avvisati per nient'altro potete ignorare del tutto questo commento 😂.
Ancora Buon Natale! 🎄🎄🎄🎄🎄🎄

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