🌪Halloween

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«Immagina se fossi nato come una creatura, che creatura saresti?» gli chiesi appoggiata con la testa sul suo petto.
«Io sono già la creatura più fantastica al mondo, Mia» scherzò lui.
Gli diedi una gomitata.
«Parlavo sul serio!» mi lamentai.
«Certo, perché parlare di mondi ipotetici in cui siamo creature strane è un argomento molto serio. Non ti basta poter controllare la natura a tuo piacimento?» chiese lui derisorio.
Quella sera mi stava veramente irritando così mi voltai dall'altra parte e gli diedi le spalle.
«Ehi, non te la sarai presa» commentò divertito dalla mia reazione.
Ero certa che in quel momento avesse una faccia da schiaffi.
«Buonanotte» minimizzai.
«Eddai! Non fare così!» disse avvicinandosi e stringendosi a me.
Immediatamente sentii il suo fiato caldo sul collo e la sua bocca a baciare delicatamente la mia spalla, memore di quella volta nell'armadio. Ma lì aveva svitato l'atto come un incidente. Come aveva dato per incidente ciò che era accaduto dopo e che in quel momento non stava minimamente nascondendo.
«Ti fa sentire meglio se ti dico che sono un vampiro, mmm?» chiese strofinando anche il naso sul mio collo.
«Ormai è troppo tardi» dissi continuando a tenere il muso, anche se le sue piccole attenzioni mi stavano facendo impazzire.
«Posso mostrartelo» sussurrò stringendo la presa sul mio addome e facendo venire a contatto i nostri corpi.
La cosa che mi stupì immediatamente fu il freddo del suo corpo, un corpo troppo freddo per essere vivo.
«James, ma che...» ma prima che potessi formulare una sola parola in più lui affondò i canini nel mio collo e iniziò a succhiare la mia linfa vitale.
Strillai e sentii il liquido denso e rosso scorrermi lungo il collo mentre io tentavo inutilmente di liberarmi dalla sua presa. Ma più mi dibattevo, più lui stringeva la presa e io non potei far altri che abbandonarmi al suo abbraccio mortale.
Mi sentivo sempre più debole ma era allo stesso tempo una bella sensazione, mi girava la testa e tutto il mio corpo si era tranquillizzato assieme alla mente.
Dalla mia gola sfuggì un gemito che non mi parve di dolore. Forse perché era lui. Era perché era il mio James a fare ciò.
Si staccò dal mio collo ma solo per girarmi e sovrastarmi.
Lo vidi sopra di me, illuminato dalla luce lunare proveniente dall'esterno. I suoi occhi verde acqua sembravano addirittura più brillanti del solito come se le iridi stesse producessero quella luce. I canini erano lunghi e affilati e grondavano ancora del mio sangue che si era riversato anche sul suo petto nudo.
Poi affondò di nuovo i denti su di me, dall'altra parte del mio collo.
Gemetti nuovamente mentre stringevo le mie deboli dita sulle sue spalle dure.
Poi ad un tratto il peso del suo corpo svanì.
Rimasi intontita e spaesata e non riuscii nemmeno ad aprire gli occhi per capire cosa stesse succedendo. Quando però lo feci vidi delle candide piume bianche fluttuarmi addosso, una mi si posò dolcemente sul naso. La spostai con un soffio e vidi apparire dietro essa una figura alta con un paio di ali bianche spalancate dietro di lui.
«Aiden?» affermai stupita.
Mi resi conto che Aiden emanava effettivamente una luce propria dalla sua pelle e che non riuscivo capire se fosse nudo o meno per colpa di ciò. O era nudo o indossava una calzamaglia luminosa.
Mi guardava serio e tendeva una mano nella mia direzione.
«Sei un angelo? Lo sapevo che eri un angelo» dissi senza fiato. Una parte logica di me sapeva che ero ancora in una pozza di sangue e pensò che la scena fosse strana.
«Sì, sono un angelo. Ora vieni con me, Sophie» mi disse.
«No! Non farlo! Non toccarlo!» esclamò James dall'altra parte della stanza. Probabilmente era stato scaraventato via da lui mentre prendeva il mio sangue.
«Tu stai zitto, succhiasangue» lo zittì l'angelo.
«Sophie! Credimi, non toccarlo!» insistette James con gli occhi verdi spalancati dal terrore.
Lui non aveva mai avuto paura di Aiden e la cosa mi stranì non poco. Forse aveva paura... per me?
«Tu non sei un angelo» ringhiai balzando in piedi e mettendomi in modalità di difesa.
«E non sei nemmeno Aiden» dissi.
«Sono Aiden e sono anche un angelo» disse Aiden. Poi si mise a ridere.
«Ma sono un angelo della morte» detto ciò iniziò a sbattere violentemente le ali e a creare forti correnti d'aria. Le sue ali divennero lame di vetro o forse era ghiaccio?
Prima che quelle punte mortali potessero farmi qualcosa feci esplodere i tubi dell'acqua e immediatamente tutta la casa iniziò a crollare.
Con un colpo dal palmo della mano mi aprii una via di fuga con un turbine d'aria.
L'adrenalina mi fece buttare nel vuoto e l'adrenalina mi fece atterrare, ma ero priva di forze ed energie per ciò che aveva fatto James, così crollai a terra.
«Alzati, non è tempo di morire!» esclamò qualcuno.
Alzai lo sguardo e vidi un grosso lupo nero davanti a me.
Gridai e cercai di allontanarmi ma quel lupo iniziò a mutare e piano piano prese la forma di un'essere umano.
«Jo?» chiesi sconvolta.
«Sì, sono una lupa mannara. Ma, non è il momento di rimanere sconvolti, dobbiamo incontrare il demone» disse seria chinandosi verso di me.
«Come... Come fai a mutare anche i vestiti nella tua forma mannaresca?» chiesi sempre più sconvolta. Iniziai a pensare di essere uscita completamente di testa.
«Sei seria? È questa la domanda che più ti tormenta?» chiese lei.
«No, ma è la prima che è arrivata alla mia bocca» ammisi.
«Dov'è James?» chiese lei.
«Con Aiden, credo? James è un vampiro!» dissi scuotendo la testa e afferrandola con entrambe le mani.
«Ma tu sei una lupa mannara! Questo non ha senso!»
«Niente ha senso questa notte! Per questo dobbiamo andare dal diavolo in modo che risolva tutte le cose!» esclamò Jo tirandomi in piedi a forza.
«Ma che stai farneticando? Ora ci sono anche i diavoli?» dissi confusa.
«Ce n'è uno solo e solo lui può aiutarci questa notte» affermò Jo seriamente scuotendomi per le spalle.
Jo si trasforma di nuovo in un lupo gigante e mi invitò a salire sulla sua schiena. Iniziammo a sfrecciare nel vento sotto la luce della luna finché non arrivammo nei pressi di un enorme grattacielo lungo e stretto dai balconi arrugginiti e le porte bloccate dalle catene.
«Un tempo questo era un rifugio per tenere lontano gli zombie» mi spiegò Jo.
«Zombie» ripetei confusa.
«Zombie!» esclamò lei.
Mi voltai di scatto, trovando un'essere dalla pelle putrefatta, veste strappata che lasciava intravedere le budella marce, gli occhi grandi ma bianchi come il latte, e dai denti marci avanzare a scatti verso di me. Spaventata, evocai una stalattite di terra che spaccò il cemento e decapitò quello Zombie.
«Ne arrivano altri! Presto!» esclamò Jo afferrandomi per il polso e spaccando le catene con gli artigli.
«Pensavo fossi un'Imperium dell'aria. Non potevi spaccarlo con l'aria?» chiesi a Jo.
«Essere una lupa mannara ha i suoi vantaggi» mi spiegò entrando.
«Quindi si trova qui il diavolo?» chiesi titubante.
«Si trova in cima a questo edificio» disse Jo.
«In cima? Che cosa... Strana» commentai.
«Andiamo, prendiamo l'ascensore»
«Bizzarro, decisamente bizzarro» commentai tra me e me.
Di solito si scendeva per l'inferno, no?
L'ascensore in questione si trovava al centro di complessi intrecci di scale in cui mal si capiva dove mettere i piedi e si trovava esattamente al centro dell'edificio, come se fosse stato costruito all'interno della colonna portante.
Quando giungemmo davanti alla porta scoprii che essa non si apriva ma che aveva solo i pulsanti per far salire e scendere le scale costruirle attorno.
«Ma non è pericoloso?» dissi confusa vedendo le scale muoversi per salire. Non sapevo nemmeno dove appoggiarmi considerando che da una parte sarei finita nel vuoto e probabilmente spiaccicata dal pavimento tra un piano e l'altro e l'altra mi avrebbe scorticata viva per quanto scorreva veloce.
«Serve a tenere gli Zombie lontani dato che sono stupidi. E gli zombie servono a tenere dentro il demone.» affermò Jo.
«Non sapevo che i demoni avessero paura degli zombie» affermai confusa.
«Ah, non ne ha paura. Solo che non riesce a sopportare gli esseri senza cervello e li evita come peste» spiegò la ragazza.
L'ascensore si fermò e noi venimmo accolte in una suite all'ultimo piano di quell'edificio. Sembrava parecchio bello ed elegante per essere di un edificio abbandonato.
Ciò che mi sconvolse di più fu la tappezzeria totalmente in rosso e nero che dava un'aria sensuale a quel luogo, per non parlare della vista mozzafiato. Avvicinandomi alla grande finestra vidi che sul tetto l'edificio opposto c'erano delle specie di arpie scheletriche cannibali. Si stavano mordendo a vicenda e quando una di queste incrociò il mio sguardo mollò il braccio che stava rosicchiando e iniziò a correre verso di me come una bestia. Indietreggiai spaventata, pur sapendo che non mi avrebbe mai raggiunta, infatti cadde verso il basso nel vuoto.
Indietreggiai ancora, orripilata e spaventata finché non andai a sbattere contro qualcuno.
Mi voltai di scatto spaventata e tirai un calcio che venne fermato facilmente da un braccio.
«S-Seth?» balbettai confusa.
«Tu sei il demone, dovevo capirlo che fossi tu!» esclamai.
«Non sono io il demone. Sono un'essere umano» replicò freddamente.
«Che stai dicendo? E dov'è Jo?» chiesi.
Tutti che si trasformavano in creature e lui voleva farmi credere che era l'unico normale?
«Sono succubo del demone, vieni con me, ti porto da lui» disse indicandomi la strada.
Confusa lo seguii, guardandomi attorno nella speranza di trovare Jo.
Mi fece prendere un corridoio buio e stretto e alla fine di questo vi era una porta.
Seth l'aprì.
Invece di una stanza, la porta dava su un ampio balcone. Appoggiato alla ringhiera c'era solo una figura e, quando mi avvicinai, mi resi conto di conoscerlo.
«Nox? Sei tu?»
I suoi occhi dorati si posarono immediatamente su di me.
«No, non sono Nox» e invece era proprio lui. Capelli ricci e neri, alto e magro con gli occhi d'oro cerchiati dalla stanchezza. Si trattava sicuramente di Nox.
«Sei il demone?» chiesi.
«Così mi dicono» replicò candidamente lui con un sorriso gentile.
«Ma tu non temi gli stupidi» dissi lanciando un'occhiata verso Seth che non mi guardava nemmeno.
Era lui quello diabolico!
«No, non temo gli stupidi, ma i senza cervello.» precisò lui.
«Con quelli non ci si può ragionare e non ci si possono stipulare patti demoniaci» Nox scosse la testa.
«Ho poco lavoro durante questa apocalisse di creature mostruose, al contrario di quel che si può pensare» spiegò lui.
«Perché sei tu il diavolo?» chiesi confusa.
«Perché il male è un bene necessario. Non esisterebbe il bene senza il male quindi preferisco subire io questo compito che lasciarlo a qualcun altro» replicò.
«Ora, come ti posso aiutare Sophie?» chiese il miglior amico del mio ragazzo.
«Un'angelo della morte... Cioè, Aiden mi vuole morta» affermai.
«Capisco...» mormorò lui.
«Ma ci sono problemi più grandi, quand'è iniziata quest'apocalisse? Perché sono tutti diventati dei mostri?» chiesi confusa.
Nox mi guardò.
«Che stai dicendo, Sophie? Siamo tutti mostri, anche tu.» disse indicandomi.
Lo guardai sconvolta.
«Tu sei un fantasma, questa non sei tu. Per questo Aiden ti cerca.» mi spiegò.
«Non è vero!» negai.
«Siamo tutti creature e mostri, tutti bestiali in modo diverso. Ora li vedi perché è Halloween e ci travestiamo in qualcosa che è solo visivamente peggiore di quel che siamo in realtà.» Nox si mosse dalla ringhiera e notai in quel momento le ali da pipistrello dietro la schiena. Le avevo scambiate per un mantello.
«Stai dicendo un mucchio di sciocchezze» dissi scuotendo la testa.
«Sophie» mi richiamò una voce, alle mie spalle c'era James che si avvicinava tutto ricoperto di sangue. Ma la sua espressione non era nulla di temibile. Era solo affranto.
«James» dissi stupita.
«L'ascensore è caduto e ha ucciso molte persone. Non possiamo più scendere» affermò.
«E tu stai sparendo» era sempre più affranto.
«Io non sto sparendo» dissi. Poi mi guardai le mani e non le vidi più.
Che stava succedendo?
«Aiden ti ha toccata, non è così? Sei un fantasma, è questo il tuo destino» disse Nox come se avesse sentito i miei pensieri.
NO NO NO NO NO!
Crollai a terra e tentai di afferrarmi il petto a vuoto. Mi sentii affogare in me stessa, mi sentii soffocare, tutti attorno avevano perso la loro identità e anche io stavo perdendo la mia.
Confusione, caos, paura, tutto era sbagliato.
Percepii una caduta libera verso il nulla, un'eterna caduta da cui non potevo essere salvata.

«E poi ti sei svegliata?» chiese Jo.
«Sì» dissi.
«Forse» mi corressi immediatamente dopo.
Jo scosse la testa.
«Mangi troppo pesante la sera» mi rimproverò lei.
«Chissà che vorrà dirmi il mio subconscio» mormorai appoggiandomi con la testa sul banco.
«Che vuoi farti disperatamente mio fratello» replicò Jo senza peli sulla lingua.
«Ma cosa dici?!» sbottai scattando seduta e con il volto in fiamme.
«A me è sembrato palese» insistette lei tranquillamente.
Scossi la testa e la ignorai, incapace persino di protestare.
«Però era figo sapere di avere i poteri sulla natura» mormorai.
Jo mi lanciò un'occhiata.
«Magari in un altro universo sì...» replicò.

Angolo Autrice

Ehilà? Ecco uno special super in ritardo di Halloween! È preso direttamente da un mio sogno e con qualche modifica quindi potrebbe non avere senso... Anzi, non ha senso.

La parte finale dovrebbe farvi capire che è una specie di continuo dell'AU "se la B.L.C. non fosse mai esistita", quindi non c'entra niente con la storia. Ovviamente, però, i personaggi che compaiono nel sogno sono quelli storpiati della storia principale e... Niente, ho sonno e buona notte.

Elements: SegretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora