Say my name - Loki

By LadyWilliam95

75.3K 4K 1.2K

Loki è di nuovo nella sua cella, nelle segrete di Asgard. Ma il Padre degli dei, prima della sua dipartita, h... More

1. Non basta respirare per sopravvivere
2. Il leone e la gazzella
4. Nel Regno di Asgard, dove l'Ombra cupa scende
5. Nessuna redenzione
6. Danze dall'Inferno
7. Il segreto nei tuoi occhi
8. E liberaci dai nostri peccati
9. Il silenzio degli Innocenti
10. La Regina degli Inganni
11. Il Dio tradito
12. Il Principe Ingannatore
13. La Grande Scommessa
14. Fallacia alia aliam trudit
15. Il lupo dagli occhi di smeraldo
16. Il diavolo tentatore e la Regina Oscura parte I
17. Il diavolo tentatore e la Regina Oscura parte II
18. Erik
Loki [Break]
19. Cuore di ghiaccio
20. L'Erede della Tenebra
21. Le Origini del Male - Parte I
22. Le Origini del Male - Parte II
23. Mille metri sottoterra
24. Agli dei non resta che sognare
25. Colui che cammina nella notte
26. Conto alla rovescia
27. La guerra è per i vivi, la pace è per i morti
[AVVISO]
28. Teatro di Ombre

3. Di notte un ateo crede quasi in un Dio.

3.9K 218 81
By LadyWilliam95

Quella notte Loki non chiuse occhio.
Continuava a pensare e a ripensare alla conversazione avvenuta poche ore prima con la sua dama di compagnia.
Non riusciva a capacitarsi di come, poche semplici parole lo avessero così scosso.
Il suo animo era turbato, in preda a dei sentimenti contrastanti che non riusciva a controllare.
Quanti secoli ed ere sarebbero dovute passare perchè il dio conoscesse altre emozioni oltre al semplice risentimento?
Non capiva. Immobile sul letto della cella a fissare il soffitto. Il buio lo circondava come un abbraccio caldo e sicuro in cui poteva nascondersi dal mondo esterno.
Ma non dai suoi pensieri. Si sentiva attanagliato in una morsa da cui non poteva scappare.

Mi manca.

Sentì il cuore fermarsi per un istante. Mi manca? si sorprese a pensare. Che assurdità, non mi manca affatto, è solo l'abitudine ad averla sempre intorno, ecco tutto asserì a se stesso, cercando di convincersi con le sue stesse parole.
Loki era sì il Dio degli Inganni ma mancava di capacità quando il suo desiderio di mentire volgeva contro se stesso.

***

La mattina seguente Arya non si presentò.
Loki guardava costantemente al di fuori della malia che delimitava la cella.
Nulla.
Solo due guardie silenziose, immobili all'entrata delle segrete.

Il dio rimase in piedi in attesa, con lo sguardo fisso verso l'entrata.

Entrerà da un momento all'altro si disse, ma la donna non arrivò nè in quel momento nè dopo.
A quel punto il dio passò dalla mera preoccupazione alla rabbia, risentito che la dama, la sua dama, non si fosse presentata.

Passò un giorno. Poi due. Poi cinque.
Al settimo, quando Loki ormai aveva accettato l'idea che la donna non sarebbe più tornata da lui, la vide entrare nelle segrete, come se nulla fosse.
Si alzò dalla poltrona su cui sedeva iroso e si avvicinò alla malia della sua prigione, il più vicino possibile alla dama che, dalla parte opposta, lo guardava allarmata.

"Dove sei stata?" ringhiò contro di lei.
"Non è affar tuo" ribattè Arya, sorpresa nel trovare il dio così arrabbiato con lei.
"Sì che è affar mio! Dal momento che tu sei la MIA dama di compagnia mi aspetto di vederti ogni giorno, non solo quando ti va!" urlò sempre più iracondo.
Arya, come ogni volta, attraversò la malia che permetteva solo a lei di entrare e si ritrovò a 20 centimetri dal dio.

In quel momento, per la prima volta in settimane, si rese conto di quanto grosso lui fosse rispetto a lei. Dall'alto del suo metro e novanta Loki la fissava col suo sguardo glaciale, il volto distorto in un'espressione di rabbia e risentimento che non accennavano a placarsi. Arya si sentì terribilmente piccola al suo cospetto, il suo spirito combattivo era sparito chissà dove in quell'istante, lasciando spazio all'incertezza e alla paura.

"Mi dispiace..." non riuscì a dire altro. Non riusciva...o non voleva? Perchè improvvisamente si comportava come un agnellino indifeso e non come una guerriera? Qualcosa nello sguardo del dio la faceva sentire vulnerabile ed insicura. La SUA dama ha detto? Perchè all'improvviso gli importava così tanto della sua presenza? Non aveva fatto altro che ignorarla per settimane, e ora, dopo una chiaccherata, pareva che il dio non tollerasse la sua assenza.
Arya tenne lo sguardo basso, cercando di evitare gli occhi indagatori dell'essere immortale che sembrò essersi avvicinato ancora di più a lei.

Loki le prese delicatamente il mento, alzando la testa della dama per poterla vedere in viso.

Arya avvampò.

"Dove sei stata?" scandì in modo glaciale.

"Ci sono state...delle complicazioni. Su Midgard. Sono dovuta intervenire" rispose soppesando ogni singola parola, timorosa di innescare una violenta reazione del dio.
Loki non rispose, continuò a tenere il volto della donna con la mano cercando nei suoi occhi qualche traccia di menzogna.
"Non tollererò la tua assenza una seconda volta, ti è chiaro? Sarò anche in prigione ma ancora per poco, ricordatelo" affermò a denti stretti lasciando la presa, liberandola da quella eccessiva vicinanza.
Arya si allontanò da lui, il fiato mozzato, il cuore che pulsava nel suo petto come un martello.
Il dio si voltò, dandole le spalle.
Il viso di lui completamente paonazzo, cercò in tutti i modi di nasconderlo, aveva retto lo sguardo della donna sino a quel momento e la vicinanza con lei...la pelle del suo viso...non riusciva a calmarsi.
Continuò per svariati minuti a guardare il corridoio oltre la cella per placare il nervosismo e l'imbarazzo. Un prigioniero nella stanza di fronte alla sua lo vide e, notando la faccia cremisi del dio, scoppiò in una violenta risata indicandolo e deridendolo. Fortunatamente tutte le pareti delle celle, inclusa la malia, rendevano l'ambiente insonorizzato, cosicchè Arya non potesse udire la risata dell'idiota di fronte che se la rideva a pieni polmoni.
In una situazione differente, libero dalla sua prigionia, Loki avrebbe disintegrato quell'essere con le sue daghe, versando il suo sangue su tutto il pavimento lasciandolo inerme e inoffensivo. Ma lui non era libero ne tanto meno poteva tenere delle armi con sè. Una volta uscito di qui vedremo se riderai ancora pensò fulminando il prigioniero con lo sguardo.
Nel frattempo Arya era tornata a sedersi sul bordo del letto, le mani giunte sulle ginocchia, gli occhi rivolti verso il pavimento.
Non riusciva a calmarsi nemmeno lei, quel breve contatto l'aveva sorpresa e spaventata, ma ripensandoci le era dispiaciuto meno di quanto volesse credere.
Cercò di ricomporsi come il dio e, una volta ripresa coscienza di sè, si voltarono entrambi, l'uno verso l'altra, indecisi sul da farsi.

Loki tornò a sedersi sulla poltrona, poco distante da lei. Fece per prendere un libro ma non lo aprì. Anzi, tornò nuovamente a fissarla cercando di capire cosa provava in quel momento. Rabbia? Imbarazzo? Risentimento? Affetto? I pensieri vorticavano veloci nella sua mente facendolo sentire sempre più allarmato.

La dama si schiarì la voce distogliendolo dalle sue riflessioni.

"L'ultima volta che ci siamo visti ti ho raccontato un po' di me...ma di te non so nulla a parte le solite voci che circolano nel Regno" disse.
"Cosa vorresti sapere? Non credo ci sia molto altro oltre quello che già sai di me: ho tentato più volte di sottrarre il trono a mio fratello dopo aver scoperto le mie origini, ho esiliato Odino su Midgard prendendo le sue sembianze, ho cercato di impossessarmi del Tesseract per l'ennesima volta, ho anche fallito per l'ennesima volta e ora sono qui, a bearmi di quattro pareti e un paio di pezzi di mobilio in attesa di essere scagionato solo per poter "godere" della vista di mio fratello Thor sul trono che mi spetta" rispose con sdegno Loki, volgendo la sua attenzione altrove.
"Puoi anche "godere" di altre cose una volta uscito di qui sai?" il dio sgranò gli occhi e tornò a guardarla.
Arya realizzò solo dopo di aver detto qualcosa di piuttosto fraintendibile.

"No..nonono non...non pensare male non...non era ciò che intendevo!" tentò di giustificarsi gesticolando maldestramente, visibilmente in imbarazzo.
Loki sorrise nel vederla così impacciata "Ah no?" esordì stuzzicandola, gli piaceva vederla così: candida e vulnerabile.

Alla ragazza mancò il respiro, il cuore tornò a martellarle nel petto sempre più forte. La tensione tra i due era diventata quasi palpabile, un macigno dal peso insostenibile.
"Ecco io...ecco io non pensavo..." cercò di spiegare. Il dio la interruppe: "Ho forse toccato un tasto dolente?" chiese continuando a sorriderle in quel modo beffardo e malizioso che lo caratterizzava.

"No no...è che non è mio solito parlare di queste cose con altri uomini, è imbarazzante" farfugliò quasi sussurrando.
"Mmh...ma io non sono un uomo, sono un dio" affermò Loki, sfoggiando un sorriso a 32 denti.
"Bhe non cambia! E poi non posso nemmeno dire di saperne abbastanza ad ogni modo" ribattè sempre più in imbarazzo.
Il dio si prese un momento per riflettere su cosa rispondere, ma alla fine cedette, ponendole la domanda che assillava la sua mente da una settimana a questa parte: "Tu non hai un compagno?" domandò.
Arya si sorprese nel sentirlo così curioso ma non potè fare a meno di rispondergli: "No...non più. Avevo un marito molti decenni fa...ma è perito in battaglia quando gli Jotun ci dichiararono guerra...a causa tua" disse, lo sguardo pareva essersi svuotato improvvisamente, perso in chissà quale lontano ricordo.
Quell'affermazione lo distrusse. Completamente.
Quella che la prima volta pareva una lama a trafiggerlo donandogli piacere ora sembrava un'enorme pugnale rovente, pronto ad incenerire il suo cuore di ghiaccio, facendone migliaia di brandelli.
Sentì il dolore, la vergogna, la colpa farsi strada nel suo animo lacerandolo sin nel profondo.
"Non ti odio per questo...so perchè lo hai fatto, non potevi sapere quali sarebbero state le conseguenze delle tue scelte" continuò Arya, guardandolo negli occhi, quasi compatendolo.

Il dio si sentì vulnerabile, per la prima volta. Non riuscì a nascondere la sua espressione visibilmente contrita e divorata dal rimorso. Le sue azioni si erano ripercosse su chiunque nei Nove Regni e ancora adesso, le persone lontane e vicine a lui ne pagavano le conseguenze.
Non poteva odiarsi più di così. Non voleva essere compatito e non voleva provare rimorso. Non lo aveva mai nemmeno percepito come sentimento ed ora pareva non ci fosse più spazio per altro se non per questa sensazione che lo inghiottiva avida dentro di sè.
Quanto male avrebbe ancora causato? Nemmeno la conosceva abbastanza e già l'aveva indirettamente ferita, in modo irreparabile.

Si irrigidì, ritraendosi il più possibile nella poltrona quasi volesse farsi inglobare da essa.
Voleva scappare dallo sguardo di lei, voleva sparire all'istante.
"Mi...mi dispiace" fu tutto ciò che riuscì a dire.
"Credo tu sia sincero stavolta" affermò Arya sorridendo, cercando di rassicurarlo.

E lo vide. Per la prima volta da quando la conosceva.
Il suo sorriso era sinceramente un unguento lenitivo per il suo cuore, un abbraccio caldo, un invito (*)irrecusabile.
Sentì una breccia nel suo petto farsi strada fino a giungere al suo cuore di ghiaccio che, all'improvviso, cominciò a sciogliersi.

Trovava incredibile come ogni volta che la donna parlava riuscisse a cambiargli l'umore, repentinamente.
Aveva affrontato più stati d'animo in quei minuti che nel resto della sua intera esistenza.
Non aveva più dubbi che quella davanti a sè non fosse una semplice dama di compagnia, ma qualcosa di più, qualcosa che sentiva di dover aver al suo fianco più di quanto cercasse di ammettere a se stesso.

Era bastato davvero poco tempo perchè lei facesse breccia nel suo cuore. Ma Loki era un dio orgoglioso e arrogante e non avrebbe mai ceduto al romanticismo, non prima di averla posseduta.





[E ci aggiungerei un "If you know what I mean ( ͡° ͜ʖ ͡°)", scusate, non riesco a star seria]


(*) irrecusabile: Che non si può rifiutare, respingere. [l'ho dovuta cercare nel dizionario dei sinonimi e contrari perchè non riusciva a venirmi in mente la parola "irrifiutabile" (si, credo di essere parzialmente ritardata ma alle 2.30 di notte che vuoi farci?) e ho scoperto questo nuovo termine e allora perchè non usarlo? Sicuro domani mattina me lo sarò già dimenticato ahahah]

A volte la notte me ne sto sveglio nel letto e mi chiedo: "Dove ho sbagliato?". Poi una voce mi dice: "Ti ci vorrà più di una notte per questo".
(Charlie Brown)

Continue Reading

You'll Also Like

34K 1.4K 24
Where... Blanca e Matias hanno un trascorso insieme. Tre anni non possono essere cancellati nel nulla, eppure loro sembrano capaci di farlo. Una vaca...
8.8K 734 21
Aurora, una semplice ragazza che tornerà nella sua città natale, dopo anni, assieme alla sua migliore amica per studiare in università nella sua faco...
10.7K 710 22
𝗗𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮: "𝐄 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞... 𝐓𝐮 𝐦𝐢 𝐜𝐚𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐚 𝐥𝐞 𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚..." "𝐏𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐚..." sussurra prima di bu...
55.3K 2.5K 29
Due cuori spezzati si incontrano e familiarizzano tra di loro. È possibile unire le parti rotte per formare un nuovo amore, pronto a risanare tutto i...