Il Buio del Tramonto - Anime...

By LaVoceNarrante

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*PRECEDENTEMENTE IL RACCONTI SI INTITOLAVA: COINQUILINI DI LETTO * Sofia è una ragazza fidanzata da un anno c... More

Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
Chapter 10
Chapter 11
Chapter 12
Chapter 13
Chapter 14
Chapter 15
Chapter 16 Pt.1
Chapter 16 Pt.2
Chapter 17
Chapter 18
Chapter 19 Pt.1
Chapter 19 Pt.2
Chapter 20
Chapter 21
Chapter 22
Chapter 23
Chapter 24
Chapter 25
Chapter 26
Chapter 27 Pt.1
Chapter 27 Pt.2
Chapter 28
Chapter 29
Chapter 30
Chapter 31
AVVISO IMPORTANTE
Chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 39
Chapter 40
Chapter 41
Chapter 42
Chapter 43
Chapter 44
Chapter 45
Chapter 46
Chapter 47
Chapter 48
Chapter 49
Chapter 51
Chapter 52
Chapter 53
Chapter 54
Chapter 55
Chapter 56
Chapter 57
Chapter 58
Chapter 59
Chapter 60
Chapter 61
Chapter 62
Chapter 63
Chapter 64
Chapter 65
Chapter 66
Chapter 67
500K!
Chapter 68
Chapter 69
Chapter 70
Chapter 71
Chapter 72
Chapter 73
Chapter 74
Chapter 75
Chapter 76 (FINALE)
RINGRAZIAMENTI
... COINQUILINI DI LETTO - ANIME INDIVISIBILI
Chapter 78
Un capitolo importante
MATHY E SOFY STANNO RITORNANDO...
IL BUIO DEL TRAMONTO E LA LUCE DELL'ALBA DIVENTERANNO CARTACEI!
MATHIAS E SOFY HANNO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO

Chapter 50

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By LaVoceNarrante




Raoul mi ha accompagnata a casa sotto consiglio di Mathias, poiché ero fradicia d'acqua.

Ci siamo salutati e lui mi ha sussurrato una delle sue frasi spinte: "Ti scoperei anche con questa acconciatura trasandata, ma sei bagnata e rischi di ammalarti. Dopo non potremo più fare le cose zozze e quindi meglio che stasera ritorni a casa."

Io gli ho sorriso stampandogli un dolce bacio sulla guancia umida.

Se ripenso a quella maledetta, ma al contempo magica notte di Holloween, un turbine di ricordi invade la mia psiche; è successo tutto troppo in fretta e se solo ci rifletto stento a credere che sono sfuggita alla guardia costiera.

Io che avevo persino paura di tuffarmi nel mare di notte. Ma con Mathias al mio fianco sentivo che nulla sarebbe potuto succedere sebbene sia stata parecchio avventata e scellerata a pensare questo.

Ho rimuginato sulle parole dette e Serena e solo adesso posso constatare quanto sia stata cieca.

Sì, mia cara. Quel ragazzaccio che credi sia il tuo fidanzatino, ti disabilita la vista. Si accende la vocina della coscienza. 

A nessuno è dato il privilegio di godere di un bene senza sacrificare qualcosa in cambio. È così che funziona la vita, e anche coloro che sono convinti di non aver sacrificato nulla sono degli stupidi illusi. Ribatte la vocina malefica. 

Cosa sono disposta a fare per Mathias?

Non sapevo cosa fosse l'amore prima di incontrarlo, ma adesso che lo vivo ogni giorno sulla mia pelle posso affermare che è una fonte d'energia indomabile e che ti porta a commettere delle azioni che non avresti mai pensato compiere; è imprevedibile, pericoloso ma dannatamente assuefacente. È una droga, una di quelle di cui non esiste un centro di recupero dove ci si possa disintossicarsi. È spossante, elettrizzante e riporta alla luce una parte di te assopita.

Non ho nessun grado di valutazione per garantire che le emozioni che mi suscita Mathias facciano parte del complesso mondo dell'Amore, ma credo nessuno possa essere sicuro di essere innamorato, perché ci si è e basta e non si è a conoscenza di quando capiti.

È questa la parte ancestrale, è questo il famigerato momento in cui gli scienziati hanno svolto studi senza però riuscire a ricavarne nulla, perché l'amore non è scienza ma essenza di ognuno di noi. 

L'intera domenica l'ho trascorsa a letto con tremendi mal di testa e con la mamma che mi chiedeva petulante cosa mi fosse successo il giorno prima.

Le avrei dovuto rispondere che ero sul punto di fare sesso su una barca rubata e che sono sfuggita da un inseguimento da parte della guardia costiera, solo perché il mio ex ragazzo odia Mathias e quindi ha deciso di chiamare i soccorsi.

Ma le ho risposto che ho dovuto aiutare alcuni ragazzi a vomitare e che la musica ad alto volume mi ha annientato i timpani.

Lei ha abboccato alla mia bugia e per l'intera giornata feriale mi ha lasciato in pace nella mia stanza.

Inusualmente la sera è uscita senza specificare dove andasse.

Stanca di restarmene tutto il tempo a letto, mi sono interrogata sul chiamare o meno Serena, ma alla fine ho deciso di non farlo. 

Il giorno dopo io e la mamma  abbiamo deciso di andare ad augurare un buongiorno alla nonna portandole un voluminose mazzo di rose blu che tanto adorava.

Entrambe non abbiamo resistito all'idea di restarcene impalate ad osservare il memoriale e così siamo uscite di gran fretta con i visi imbrattati di lacrime.

Mathias mi ha avvisata che sarebbe partito con Raoul, poiché quest'ultimo aveva bisogno del suo aiuto per sbrigare delle faccende; ho messo il broncio alla notizia, ma Raoul mi ha assicurata che è la pura verità e così mi sono rasserenata.

Mathias sembra essere cambiato: non ha litigato con Raoul dopo che il suo amico mi ha rivelato com'è avvenuta la nascita della loro amicizia. Forse avrà capito la lezione e non ripeterà più i suoi sbagli. L'ho salutato con questa convinzione avvertendo però il vuoto della sua assenza. Dovrò aspettare un ulteriore settimana, cosa sarà mai. 

Il martedì del mio rientro a scuola ho preso posto nel mio solito banco, quello in cui io e Serena abbiamo condiviso per cinque anni. Appena lei ha sorpassato la soglia della porta si è diretta, sì all'ultimo banco, ma non a quello in cui ero seduta io. 

Mi sono sentita una persona orrenda  tanto che per rimediare ero sul punto di parlarle, ma la meschinità ha prevalso.

Quando tutto sembra andare per il meglio, un pezzo importante della tua vita si distacca dalla quotidianità lasciandoti con il groppo alla gola.

L'intera settimana scolastica è proceduta in questo verso; ogni mattina sentivo il vuoto dilaniante provocato dall'indifferenza di Serena e pensavo a come fosse possibile che due persone tanto complici, da un giorno all'altro diventassero perfette sconosciute.

A come io e la mia migliore amica, la stessa persona che ha condiviso la sua intera esistenza al mio fianco, potesse riservami quel trattamento glaciale.

Me la sono meritata, questa è la sola verità, ma d'altro canto anche Serena non è esente da colpe.

Avrei voluto dirle di nuovo che mi dispiace e che le nostre chiacchierate mi mancano, ma il coraggio ha deciso di non aiutarmi lasciandomi soffrire giorno dopo giorno. 

Oggi Mathias dovrebbe ritornare dal suo viaggio con Raoul ed io non aspetto altro che rivedere il grigioverde dei suoi occhi.

Le ripercussione della bravata di Halloween si fanno di nuovo vive sotto forma di mal di gola e raffreddore, e la temperatura fuori è diminuita nell'ultima settimana. 

«Novembre è l'anteprima dell'inverno!» Esclama la mamma dalla cucina mentre è impegnata ad affettare un qualche alimento producendo un tintinnio ripetuto.

«Potresti anche andare a trovare tua cugina Chiara qualche altro giorno.» Trilla lei. 

Mia cugina mi ha chiamata proponendomi per l'ennesima volta di andare a trovarla nel suo appartamento collocato su un'isola.

«Mamma sto rinviando il suo invito da troppo tempo.» Ribatto avviluppando una sciarpa griffata intorno al mio collo; ricordo che Serena me la regalò al mio diciassettesimo compleanno.

Infilo un cappello, anch'esso griffato ma questa volta non regalato da Serena e mi appresto a scendere. 

«Vuoi che ti accompagni?» Domanda la mamma sporgendosi e al tempo stesso asciugandosi le mani bagnate sul grembiule da cucina attillato. 

«No! Ti sta bene il grembiule.»

«Questo? Ah sì, l'ho comprato online. Ora che sono approdata anche su Instagram, potrò farmi selfie in grembiule.» Mi fa l'occhiolino e io scuoto la testa. 

«Aspetta, Sofy. A che punto sei con la patente?» Mi domanda mentre sto per uscire.

«A buon punto: "segnali d'obbligo".» Le sorrido virgolettando. 

«Ah bene, magari potremmo rivedere il concetto di affidarti la mia auto. Ho pensato che forse ti meriti una macchina tutta tua. FORSE sottolineo.» Si pronuncia lei cordiale. 

«Sei sotto effetto di stupefacenti?» Le chiedo appurandomi che non sia uno scherzo.

«Assolutamente. La mia è una constatazione piuttosto seria. Non vorrei che distruggessi la mia auto.» Dice sarcastica strappandomi un sorriso. 

«Genitore, tu acquisisci punti!» Esclamo con un'euforia visibile. 

«Beh... Sono sempre prima nella classifica miglior genitore del mondo.» Continua la mamma in quel suo segreto modo di scherzare che solo lei è a conoscenza. 

«Ritorno ai fornelli. A dopo figlia.» Mima un bacio per poi sparire.

L'idea di possedere un auto tutta mia mi elettrizza, ma adesso devo concentrarmi sul noioso tragitto che dovrò percorrere per raggiungere la casa di mia cugina.

Chiara ha detto che mi aspetterà al molo e da lì prenderemo il traghetto che ci porterà sulla piccola isola di Labino.

Apro il portoncino e sono costretta a tenere la sciarpa tesa al colo a causa di un'improvvisa e fredda folata di vento; un attimo dopo starnutisco e pulisco il naso con un fazzoletto.

Comincio a camminare con la borsa serrata in spalla e uscendo dal viale in cui vivo, mi imbatto in un andirivieni di macchine che sfrecciano su via Ertera.

Da lontano intravedo un grassoccio cucciolo correre e quando si avvicina riconosco Idro, il cane che ho affidato a Serena. 

Deglutisco nel momento in cui Idro svolta d'improvviso verso le auto, che ora rombano sull'asfalto.

Mi accingo in una corsa sfrenata verso il cucciolo e la mia sciarpa viene trasportata  dal vento.

Beeeeeep! Un auto lo scansa suonando il clacson e Idro si impianta al centro della strada, impaurito.

Corro verso di lui fregandomene di guardare a destra e a sinistra e una volta raggiunto, lo stringo forte nelle mie braccia chiudendo le palpebre.

Sento solo un stridere di freni e i pneumatici che slittano sull'asfalto consumato; ogni mio muscolo trema ma serro le braccia più forte proteggendo il cucciolo.

Dopo qualche minuto apro gli occhi e il primo oggetto che mi compare davanti è il cofano di un auto a pochi centimetri dalle mie gambe.

Una donna con dei grossi orecchini tondi appesi ai lobi degli orecchi, scende dall'auto per appurarsi dalle mie condizioni. «Tutto bene?» Mi fa appoggiandomi una mano sulla spalla.

Io annuisco e quando constato che Idro e vivo e vegeto, sospiro. 

«Oh cielo! Hai attraversato per salvare questo cucciolo?» Il volto della signora diventa tenero nel guardare Idro. 

«Sì, conosco la padrona.» Le rispondo.

Le mie mani tremano e l'odore della gomma bruciata dei copertoni arriva al mio olfatto.

Se solo la signora avesse frenato un centimetro dopo, adesso sarei chissà dove. 

«Idroooo! Idroooo!» Una voce familiare tuona dal marciapiede.

Serena si accinge ad attraversare la strada, mentre alle spalle dell'auto della signora si è venuta a creare una coda chilometrica. I conducenti, stanchi dell'attesa, cominciamo a suonare i clacson. 

«Idro, cosa diamine... Forza vieni qui.» Deposito il cucciolo nelle mani di Serena e lei, si volta per poi raggiungere il marciapiede. 

«Sta' più attenta la prossima volta.» Mi raccomanda la signora gentilmente ed io la ringrazio, in primis per non avermi investita e in secondo luogo per essersi prodigata civilmente a chiedermi come stessi. 

«Ehy, Sere, aspetta!» La rimbecco, mentre lei cammina a passo spedito. Si blocca e spazientita si volta. 

«Vuoi che ti ringrazi per aver salvato Idro? GRAZIE.» Dice altezzosa e isterica. Il suo viso sembra essere uscito dal set della Mummia: due vistose occhiaie colorate dall'incontro del nero e del viola le rovinano le sue iridi arrossate e il pallido colorito della pelle mi fa presumere che non si senta bene.

«Ti senti bene?» Le domando preoccupata mentre temo per l'incolumità di Idro. 

«Cosa cazzo ti interessa a te?» Ribatte mordace e digrignando i denti. Ritraggo il collo sorpresa dalla sua risposta. 

«Mi interessa eccome. Per me sei sempre la mia migliore amica.» Mi ostino. 

«Per me invece sei diventata come tutta la gente che cammina su questo marciapiede: inutile.»

Stronca i miei tentativi di risanare la nostra amicizia e con le sue parole annienta un parte di me.

Serena non sarebbe mai scesa con questo aspetto mal curato e non avrebbe mai fatto uscire Idro dalla porta di casa.

Non posso tirarmi indietro e lasciarla andare, devo insistere.

«Sere, mi dispiace. Non so come dirtelo.» Mi avvicino a lei. «Cosa ti sta succedendo? Hai una cera orrenda.» Cerco di ponderare le mie parole, ma lei si riversa astiosa nei miei confronti. 

«Fanculo le tue scuse.» Sbraita e alcuni passanti si girano. «Non siamo tutte belle come te. Tu sei la nuova Miss Universo e insieme al tuo amato Mathias, siete la coppia più bella del mondo.»

Si prende gioco di me strabuzzando le pupille come una persona appena evasa da una cella d'isolamento.

Ma me ne infischio delle sue accuse e determinata, continuo la ricerca sul suo stato di salute. «Sere tu non stai bene. Ti accompagno io a casa e-»

«Azzardati a mettermi una mano addosso e giuro che ti strapperò ogni ciocca di capelli dal tuo cuoio capelluto.» Minaccia e Idro esplode in fastidiosi latrati.

Indietreggio osservandola negli occhi: non è l'amica che conosco, quella sempre disposta a darmi consigli, colei che mi ha supportato nei momenti bui della mia vita; la persona che ho davanti non è Serena, è solo una valida rappresentazione di quello che non è.

Però nonostante sappia che Serena è assente mentalmente, i miei occhi si bagnano e quando si volta prima di fulminarmi con lo sguardo, comincio a versare lacrime come un fiume in piena.

Intravedo Serena allontanarsi e le lacrime non cessano di rigare il mio viso. 

Serena si è sentita tradita; hai scelto lui al suo posto e ora pagane le conseguenze. Mi rivela spietata la vocina della coscienza. 

Sofia non farti condizionare dalle sua parole. L'hai visto con i tuoi occhi, non era lei. Ribatte la vocina della coscienza.  

La vita è costellata da scelte, ma l'atteggiamento di Serena è stato fuori dal comune.

Aveva gli occhi affossati ed era tremendamente irrequieta. Cosa diavolo le sta succedendo?  

Ma il mio interrogativo rimane privo di risposta, poiché la vibrazione del cellulare fa scuotere la borsa.

«Sofy, ti sto aspettando al molo.» Dice radiosa mia cugina Chiara. 

«Sì, sto venendo.» Rispondo fingendo di assumere un tono allegro per poi asciugarmi frettolosamente le lacrime.

«Fa' presto!» Riaggancia e Serena scompare definitivamente dal mio raggio visivo.

[SPAZIO AUTRICE]

Dire che Serena ha trattato male Sofia mi sembra un eufemismo.

Cosa ne pensate di questo atteggiamento iroso di Serena?

Vi aspetto più in tante e numerosi che mai al prossimo capitolo Vi voglio bene ❤❤

-LaVoceNarrante 💙

P.S. Vi lascio questo criptico incontro notturno e segreto 😈😈


Nel buio della notte e tra i tavoli deserti di uno dei tanti fast food di Ertera, la porta d'ingresso si spalanca debolmente e un lento cigolare attira l'attenzione della commessa, che è intenta a lucidare il bancone.

Un ragazzo entra nel locale semi vuoto, dove una musichetta di sottofondo manda un lenta canzone jazz e scambia un'occhiata furtiva con la commessa per poi dirigersi verso l'unico tavolo occupato.  Studia con attenzione l'altro ragazzo seduto e intento ad aspettare il suo arrivo.

«Sei tu?» Domanda il ragazzo prima di sedersi.

L'altro acconsente con i pugni posati sul tavolo di metallo e perfettamente terso.

Nell'aria c'è un fastidioso odore di detersivi economici e i due, saltando le presentazioni, cominciano a parlottare tramando un qualcosa di losco.

«Avrai quello che cerchi e anche qualcosa in più.» Esclama sinistro uno dei due ragazzi al termine della discussione.

L'altro entusiasta gli pone la mano e i due si ritrovano uniti da un patto.

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