Il Buio del Tramonto - Anime...

By LaVoceNarrante

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*PRECEDENTEMENTE IL RACCONTI SI INTITOLAVA: COINQUILINI DI LETTO * Sofia è una ragazza fidanzata da un anno c... More

Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
Chapter 10
Chapter 11
Chapter 12
Chapter 13
Chapter 14
Chapter 15
Chapter 16 Pt.1
Chapter 16 Pt.2
Chapter 17
Chapter 18
Chapter 19 Pt.1
Chapter 19 Pt.2
Chapter 20
Chapter 21
Chapter 22
Chapter 23
Chapter 24
Chapter 25
Chapter 26
Chapter 27 Pt.1
Chapter 27 Pt.2
Chapter 28
Chapter 29
Chapter 30
Chapter 31
AVVISO IMPORTANTE
Chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 40
Chapter 41
Chapter 42
Chapter 43
Chapter 44
Chapter 45
Chapter 46
Chapter 47
Chapter 48
Chapter 49
Chapter 50
Chapter 51
Chapter 52
Chapter 53
Chapter 54
Chapter 55
Chapter 56
Chapter 57
Chapter 58
Chapter 59
Chapter 60
Chapter 61
Chapter 62
Chapter 63
Chapter 64
Chapter 65
Chapter 66
Chapter 67
500K!
Chapter 68
Chapter 69
Chapter 70
Chapter 71
Chapter 72
Chapter 73
Chapter 74
Chapter 75
Chapter 76 (FINALE)
RINGRAZIAMENTI
... COINQUILINI DI LETTO - ANIME INDIVISIBILI
Chapter 78
Un capitolo importante
MATHY E SOFY STANNO RITORNANDO...
IL BUIO DEL TRAMONTO E LA LUCE DELL'ALBA DIVENTERANNO CARTACEI!
MATHIAS E SOFY HANNO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO

Chapter 39

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By LaVoceNarrante






Io e la mamma restiamo abbracciate per più di dieci minuti con le lacrime che rigano i visi.

I nostri singhiozzi sembrano essere parte di un unico essere, come i battiti sconnessi dei muscoli cardiaci. 

Appena la mamma decide di ritrarre le braccia, si dà una sistemata veloce passandosi le mani sulle cavità degli occhi e ridendo sommessamente.

 «Stiamo piangendo un po' troppo in quest'ultimo periodo, non trovi? Santo cielo! Cosa penseranno i miei follower se pubblicassi una foto con il broncio?» Mima l'espressione buffa e non riesco a reprimere l'ilarità.

Mi pulisco anch'io febbrilmente il viso e la mamma si issa dal divano recandosi verso la cucina; dopodiché si affaccia e fra le mani brandisce una delle sue cialde preferite per la macchina automatica del caffè.

China il capo temporeggiando e allo stesso tempo sorreggendosi con la spalla sulla vetrata - effigiata da mosaici cangianti - della porta scorrevole.

«Forse è meglio che tu non assista alla discussione tra me e tuo padre.» Mi suggerisce la mamma facendo sobbalzare nervosamente la cialda da una mano all'altra. 

«Sì, certo. Ora chiamo Serena.» Le dico alzandomi dal comodo divano in pelle.

Ma nella mia testolina, tramo che Serena dovrà fungere da medium tra me e Mathias.

Agguanto il cordless e compongo il numero della mia amica; lei risponde pochi secondi dopo con una voce preoccupata; la rassicuro dicendole che è tutto è filato lascio, e omettendo che la mamma era già a conoscenza del tradimento di papà nei suoi confronti; le chiedo se può mettersi in contatto con Mathias e dirgli di venire sotto casa mia.

Serena mi risponde che lo farà aggiungendo che mi richiamerà fra poco comunicandomi l'esito della risposta. 

Ed eccole di nuovo: le farfalle svolazzano nel mio stomaco mentre io resto ad aspettare la chiamata di Serena con il cordless tenuto saldamente fra le mani.

Solo ora mi rendo conto di aver esagerato; Mathias ha fatto un sforzo enorme a confessarmi la verità ed io come ho reagito? Allontanandolo. 

Sì, hai agito nel modo più opportuno. È stato un istinto inconscio e lui si merita questo ed altro. Hai sofferto a causa sua e ora è arrivato il momento di prendersi la rivincita.

Ma ignoro completamente la parole della vocina della coscienza. La vita senza di lui sarebbe limitata alla quotidianità.

Rispondo all'inutile voce della coscienza: Mathias è l'unica scintilla capace di accendere la luce nel cuore di Sofia. Compare bellicosa la vocina malefica. 

Non so quale forza fatata mi invada quando incontro il suo sguardo e di certo non starò a lambiccarmi la mente per trovarne la fonte; occorre la sua presenza ed io acquisisco la capacità di volare e di toccare la stelle; è un misto di perenne felicità con aggiunta di spensieratezza.

Le sue oscure iridi grigioverdi? Un colpo al cuore ogniqualvolta mi perdo nell'immensità di quella tinta.

La sua bocca carnosa? Un irrefrenabile desiderio di baciarlo fino a quando il sole esploda in infiniti e minuscoli frammenti di polvere di stelle. 

Driiiiiin. Il telefono strilla e io vengo estirpata controvoglia dai miei pensieri. 

«Sofy, il tuo cavaliere oscuro mi ha risposta dicendomi che passerà a prenderti tra una decina di minuti.»

Sospiro scrollandomi di dosso un peso e intenzionata a non far udire a Serena il mio respiro.

«Hai appena fatto un sospiro di sollievo? Non preoccuparti amica il suo pene lo vederai ancora.» Fa lei sfacciata. 

«Sere, ma sei cretina?» Le domando guardandomi attorno e appurandomi che la mamma non sia nei paraggi.

«Cosa c'è? Sei ancora affetta dalla sindrome di suor Clarissa? Il sesso riparatorio aggiusterà qualsiasi cosa.» Continua lei e sento che è impegnata a limarsi le unghie.

«Oh cielo! Non so chi sia questa suor Clarissa e la sua sindrome... Ahh, dannata me che ti do ascolto e poi non è così» Dico febbrile.

Serena si lascia andare in una breve risata di scherno. «Vorresti dire che il sesso-»

«Credo che devo riagganciare. Ciao.»

«Buona fortuna.» E le sue parole vanno a scemare sino a dissolversi.

«Avete diverbi molto accesi tu e Serena, vero?» La mamma mi fa sobbalzare e inevitabilmente il cordless casca al suolo con un tonfo sordo.

«Oh noi? No! Parliamo di cose ordinarie.» Ma la mamma assume un'espressione sornione squadrandomi con aria solenne; poi i suoi occhi si addolciscono come se fosse riandata con la mente alla nostra discussione avvenuta poca fa. 

«Sofy, mi dispiace molto, ma è una decisione che devo prendere.» Si avvicina con uno sguardo mesto. 

«Lo so, mamma. Devi esercitare il diritto alla felicità, è arrivato il tuo momento.» La guardo in volto e le sue iridi cominciano a luccicare d'orgoglio. «Basta lacrime però, solo un ultimo abbraccio, ti va?» E si getta fra le mie braccia. 

Le dico che andrò da Serena; dopodiché corro a farmi una doccia e a spargere il profumo che tanto amo sulla mia pelle.

Mi vesto indossando abiti comodi, ma non formali. Metto a tracollo una piccola borsetta beige e l'ansia comincia a prendermi per mano e ad accompagnarmi sino al portoncino.

Mathias è lì ad attendermi, con uno sguardo torvo e seduto nell'auto.

Distolgo immediatamente lo sguardo posandolo sul marciapiede e mi perdo in elucubrazione su quando il Comune si decida ad asfaltare questa via; ma il mio misero tentativo di fuorviare l'ansia asfissiante fallisce poiché è la sua voce glaciale a rompere gli indugi:

«Ti sei messa il profumo che tanto mi piace solo per farti perdonare? Dovrai fare di meglio.» Ammicca e io l'osservo di sottecchi senza però resistere a solcare un sorrisetto malizioso.

Compio il mezzo giro del pick-up aprendo la portiera e sgattaiolando all'interno del veicolo. 

Il cuore pompa al limite prossimo dell'arresto cardiaco e il suo sguardo permette alla mia temperatura corporea di superare la soglia della normalità.

Cosa devo dirgli? Mi mordo il labbro inferiore, ma un attimo dopo mi ricordo che il tic nervoso gli fa accrescere il desiderio voluttuoso e quindi smetto di mangiucchiarmele.

Tengo lo sguardo fisso sul tappetino di gomma dove poggio entrambi i miei piedi e avverto il suo sguardo freddo fisso su di me.

Lui, avvicinandosi scaltro e senza farmi destare il minimo sospetto, mi stampa una bacio fugace sulla labbra facendomi trasalire. 

È il pretesto per osservarlo: non perdo tempo a farmi inghiottire da quello sguardo intimidatorio.

«Hai anche la spavalderia di protestare? Ti ricordo che poche ore fa mi hai spintonato lasciandomi al McDonald's.» Dice lui con un tono di ripicca ed io non posso far altro che ammettere le mie colpe. 

«È vero!» Sbotto indispettita. Odio l'idea di scusarmi con lui, ma la reazione impulsiva mi ha messa nella posizione di farlo. 

«Oh che sensazione fantastica! Ora voglio le paroline magiche.» Dice con un sadico senso di compiacimento. 

Non piegarti al suo comando! Mi suggerisce la vocina della coscienza. 

Bacialo e dimenticati di tutto quello che ti è accaduto questa giornata, perché in infondo la cura per ogni male è al tuo fianco. Ribatte la vocina malefica. 

Contrariata dentro balbetto mentre gli omini nel quartier generale della mia mente mi avvisano che c'è soltanto una strada possibile per arrivare a destinazione, ovvero "Mi dispiace".

Calo lo sguardo sorridendo debolmente all'espressione buffa di Mathias. «Ti faccio ridere?» Domanda austero. 

Scuoto la testa continuando a sorridere, ma lui mi prende di contraccolpo stampandomi un altro bacio sulle labbra. «Non hai il diritto!» Gli dico risentita, ma amo i suoi baci fugaci e il suo modo di prendermi alla sprovvista.

«Eccome!» Ribatte lui ostinato. «Sto aspettando con ansia...» Continua poi mettendosi le braccia in grembo e ruotando il busto nella mia direzione. 

«Violazione del diritto alla libertà personale e poi ce la farò a dire quelle parole.» Metto il mogio, ma Mathias avvicina il suo capo pericolosamente.

«Cosa c'è?» Gli domando ritraendomi.

La sua attenzione è puntata sulla punta del mio naso; dopodiché mette in risalto le sue fossette con un sorriso malizioso. «Il tuo corpo necessita di sesso.» Divento purpurea e la colpa ricade sulla minuscola parte di pudore che mi è rimasta.

«Un piccolo brufoletto, proprio qui!» E indica con il dito l'esatto punto. 

Nascondo il mio naso fra le mani e lui mi riserva un'occhiata annoiata. «I foruncoli non fuoriescono per astinenza sessuale, ma per altri ovvi motivi.» Ribatto acida.

«Tu invece non hai altri "ovvi" motivi per fuggire da questa situazione.» Dice Mathias facendo abilmente ritornare la discussione al punto in cui gli interessa.

In questo momento detiene la supremazia sul campo di battaglia e non mi resta che uscire allo scoperto con le mani in alto. 

«Okay, mi dispiace, non volevo.» Pronuncio isterica, ma lui scuote la testa. 

«E no! Così non va. C'è bisogno di convinzione.» Fa lui divertito.

Sbatto le palpebre e sbuffando accetto la sua richiesta. «Mi dispiace.» Dico in tono biascicato e Mathias sembra accontentarsi delle mie scuse. 

«Com'è andata?» Mi domanda serio cambiando argomento.

«Abbastanza bene. Mia madre sapevo giù tutto e mi ha intimato di uscire poiché non avrebbe voluto che io assistessi alla futura discussione con mio padre.»

«Divorzio?» Domanda lui individuando il nocciolo del problema. 

Io ammicco assorta nella triste visione della casa senza papà.

«Beh... Vedrai sicuramente tuo padre!» Esclama Mathias offrendo al mio morale una rampa di slancio.

«Non voglio più pensare a loro, ora...» E con la partecipazione speciale della mia forza di volontà scaccio tutti i pensieri che ruotano attorno al campo sensoriale "FAMIGLIA" e mi concentro solo sul grigioverde lucente. 

«Voglio chiederti una cosa...» Inizio il discorso e Mathias assume un'aria solenne. 

«Sei ancora nella posizione di non chiedere.» Ribatte lui ostile. 

«Mi sono mossa ed ho cambiato posizione ora.» Rintuzzo con una smorfia di viva rivincita.

Lui corruccia la fronte passandosi la lingua fra i denti. Distolgo subito l'attenzione poiché le sue parti sensibili, molto spesso, sono fonte di disturbo. 

«Cosa siamo noi?» Domando tentennante. Ho timore di continuare a guardarlo poiché presagisco una risposta negativa.  

Mathias si sistema, sedendosi con il petto contro lo sterzo dell'auto.

Pesca un paio di occhiali da sole dalla montatura quadrata e se li inforca. Io rimango assorta dalla sensualità esplosiva del suo viso e lui sembra accorgersene.

«Noi siamo tutto come non siamo niente!» Annuncia e il mio cuore subisce una brusca frenata come se un auto si fosse fermata di sbotto. 

«Questo cosa significa?» Chiedo di rimando e guidata dalla voglia di fare chiarezza.

«Che tra poco ti porterò in capo al mondo a condividere un evento che non ho mai assistito con nessuna.» Mi informa sogghignando.

Mi barcameno nella difficile attività dello spiccare parola, ma lui non mi consente di porgli una domanda, poiché poggia brusco il piede sul pedale dell'acceleratore e un secondo dopo mi ritrovo schiacciata con la schiena sul sedile per opera della forza della velocità.

Annaspo mentre lui sorride tenendo una presa salda sullo sterzo. I suoi bicipiti guizzano di vigore e una subdola e improvvisa voglia di avvinghiarmi alle sua turgide labbra soggioga la mia parte pensante.

Sorrido anch'io e ancora una volta ogni pensiero negativo emigra dalla mia mente. 

***

Il pick-up di Raoul se l'è cava egregiamente nelle stradine scoscese e sterrate.

Mathias sembra che abbia voluto sfidare il calar del sole, e infatti, durante l'intero tragitto ha tenuto impegnata la vista sia sulla strada che sul sole.

Gli ho domandato, petulante, in che razza di posto ci saremo diretti, ma lui ha tergiversato l'argomento sfottendomi sul brufolo.

Ho dedotto che abbia imboccato l'unica strada provinciale per giungere in cima alla montagna, poiché rammento, nella sezione "Ricordi 4-5 anni", che mio padre mi ci portò.                

La penombra si impossessa della vegetazione ai lati della banchina e Mathias svolta per l'ennesima volta a sinistra.

Approdiamo in una pianeggiante radura e le pietruzze riproducono un acciottolio al contatto con i pneumatici.

I freni stridono e l'auto, finalmente, cessa di muoversi.

Mathias ha parcheggiato l'auto con il cofano rivolto verso una consunta panca di legno invasa dalla folta vegetazione.

«Puoi anche scendere.» Mi intima poggiando entrambe i gomiti sulla portiera.

Schiudo la bocca quando esco dall'auto. I miei occhi vengono catturati dallo scenario mozzafiato che mi si para davanti: il sole, alle sue battute finale, ricopre una linea di cielo tingendola di un rossastro che si fonde con il giallo; dei riflessi accecanti mi costringono a schermirmi con l'avambraccio.

Mathias compie un mezzo giro dell'auto sedendosi sul vano posteriore del pick-up, ma io sono assuefatta dall'immortalità del tramonto e di come ci si sente onnipotenti ad osservare l'intera città dall'alto.

«Per quanto resterai lì impalata? Non dirmi che non hai mai visto un tramonto.» Insinua lui squadrandomi per un paio di secondi. 

«Certo che l'ho visto.» Rispondo ritornando alla normalità. Indecisa, compio un passo in avanti e Mathias ride di gran gusto. 

«Hai paura che ti morda?» Domanda senza però voltarsi. Il mio cuore è sul punto di esplodere quando mi perdo a rimirare i suoi lineamenti.

Non riesco a trovare un piccolo difetto, c'è solo un'attrattiva misteriosità che manda in visibilio i miei ormoni.

Il sole si inabissa ulteriormente quando mi poggio cautamente al suo fianco. Dopotutto siamo ancora qui, insieme, distaccati dal mondo e pronti per ricominciare. 

«È fantastico questo posto!» Esclamo contemplando i colori velati del cielo. 

«Non perderci l'abitudine. L'ho fatto perché eri depressa.» Ribatte lui burbero. 

«Allora esiste un cuore lì dentro.» E poggio ingenuamente il dito sul suo petto.

Lui osserva ogni mio spostamento e quando tento di ritrarre il dito, lui lo blocca; con un braccio mi avvicina e ora, i suoi occhi bagnati dalla luce del tramonto, sono meno oscuri del solito.

Mi sistema una ciocca di capelli per poi poggiare entrambe le mani calde sul mio volto.

Vengo trasportata, mediante un tappeto magico, verso una corrente fatata e perdo completamente la percezione del tempo.

Scruto i suoi occhi, poi le sua labbra rosee e infine di nuovo le sue iridi luccicanti.

«Vorresti baciarmi?» Chiede soave in un sussurro interrotto da una leggiadra brezza fresca.

La pelle mi si accappona e i neuroni decidono di unirsi alla ritirata del sole. «Ti piacerebbe se battezzassi questo brufolo?» Domanda divertito. 

«No.» Rispondo contraria alle sua parole, ma non alle sua labbra che distano un centimetro di distanza dalle mie. 

«Okay, allora lo chiamerò Lumiere.» Sorride e le fossette vengono illuminate dall'ultimo riflesso.

Arrossisco, ma al contempo amo i suoi nomignoli.

«Cristo! Io vorrei contenermi, ma non ce la faccio a non scoparti e la colpa è solo tua.» Un incendio doloso cosparge le mie guance di fuoco e ormai gli ormoni sono entrarti in una sauna ad alta temperatura. 

«Ho voglia di farlo.» Confesso senza un minimo di pudore e lui non perde la vantaggiosa occasione. 

«Aspettavo che mi dicessi solo questo, ma ti avrei scopata lo stesso.» Dice spavaldo prima di bagnare le mia labbra con le sue.

Serro gli occhi e ogni senso si rizza all'incontro delle nostre salive. La sua lingua trova la mia, unendosi. 

Mathias, lesto, sbottona la mia camicetta bianca e in poco tempo mi ritrovo a petto nudo nell'esatto momento nella quale il sole dà il cambio alla luna.

Lui si accinge a succhiare il mio collo e io gemo del piacere causato dalla sua lingua madida si saliva.

«Mi eccita troppo questo profumo.» Confessa trovando il mio sguardo voglioso di lui.

Mathias sistema delle coperte sul cassone del pick-up; dopodiché mi distende adagio cominciando a bagnare il mio ventre, poi l'ombelico e infine arriva nei pressi della "zona piacere".

Sbottona la patta del pantalone per poi affondare la testa sul tessuto della mio slip.

Mi irrigidisco ansando con un ormai irrefrenabile voglia di sentirlo dentro di me. 

«Hai voglia?» Domanda mentre io sono intenta a ferirmi le labbra con i denti.

Tentenno, ma rispondo poiché Mathias ha interrotto la sua attività:

«Troppa.» Gemo aspettando con ansia il ritorno della sua lingua.

«Preparati, Sissy, perché stasera scoperemo sotto le stelle.» Ma non mi permette di rispondere. Mi denuda levando l'ultimo indumento, ovvero lo slip.

Giocherella con il mio clitoride ed emetto urli di piacere che riverberano nella foresta. «Qualcu... no, potrebbe sentir.... ci.» Tento di formulare una frase ma l'oscillazione delle sue dita non mi permette di farlo, e sono felicissima che sia così. 

«Urla che mi eccito.» Dice autoritario e io non mi faccio ripetere l'ordine due volte.

Mi penetra intensamente alternando lingua e dita.

La mia parte sensibile esonda il limite standard del piacere, mentre Mathias usa contemporaneamente e con maestria lingua e dita.

Mi aggrappo ai lati del pick-up quando avverto la venuta di uno spossante orgasmo.

Emetto un grido stonato facendomi invadere dal piacere estremo. 

«Cazzo! Che orgasmo.» Constata stupefatto Mathias con una scintilla di fierezza che gli colora le iridi.

Strozzo una risata, ma in questo momento ansimo e la mia mente è completamente spossata.

Avvisto le stelle nomadi accamparsi in cielo, ma quando quest'ultime vengono sostituite dal sorrisetto soddisfatto di Mathias, dimentico perfino la loro lucentezza. 

«Ti do il cambio.» E senza il mio permesso mi capovolge: ora sono sopra di lui. 

Si leva febbrilmente la maglietta e i miei ormoni  sanno già cosa fare.

Sbottono il suo jeans e lui lo sfila. Il suo membro è già gonfio ma è tenuto prigioniero dallo slip; e così allargo l'elastico del suo intimo e la sua erezione mi compare davanti.

La osservo prima di poggiare timidamente una mano e chiuderla a pugno.

Sembra che sia passato tantissimo tempo dall'ultima volta che abbia accolto il suo pene nella mia bocca, ma così non è.

Socchiudo le mie labbra avvicinandomi al suo membro; lo faccio scivolare sulla mia lingua per poi cominciare andare su e giù.

Mathias grugnisce debolmente, per poi drizzare la schiena e raccogliere i miei capelli in modo tale da facilitare la mia pratica.

Faccio ruotare la lingua sul suo glande e lui emette secchi grugniti supplichevoli. 

«Non ho mai incontrato una ragazz...a che mi faces... se godere come te.» La sua frase sembra essere offensiva, ma io l'accolgo come un complimento continuando diligentemente il mio lavoro.

Lecco ancora più intensamente e Mathias grugnisce per poi esplodere nella mia bocca. 

Ingoio e noto che il suo petto va su e giù a cadenza irregolare. 

«Secondo round.» Dichiara soddisfatto e un frinire si espande dalla boscaglia attigua alla foresta. «Ho un'idea: ti farò godere contemporaneamente per la visione delle stelle e ovviamente per la consistenza del mio pene.»  Dice lui fiero e io colgo la sua frase come una sfida. 

«Non ci riusciresti.» Rispondo, e Mathias è prima sorpreso, poi la malizia si impossessa del suo grigioverde, e così mi cattura.

Urlo tentando di dimenarmi, ma appena poggia una mano sulla mia parte sensibile mi calmo; si piazza dietro di me e con una mano stuzzica i miei capezzoli facendoli inturgidirli mentre con l'altra mi penetra.

Arrossisco a causa della posizione buffa, ma allo stesso tempo bramo dal desiderio di provala.

Sono a gattoni e ansimo mentre Mathias posiziona il suo pene verso il mio sesso; poco dopo sento la sua grandezza gonfiarsi al mio interno e un appagante sensazione mi permette di miagolare dal piacere.

Si aggrappa ai miei seni mentre scivola fuori per poi entrare nel mio sesso. Il rumore dei nostri corpi vibra tra gli alberi, ma nessuno può sentirci, siamo soli e stiamo facendo l'amore in cima al mondo.

«Avevi detto che non ci sarei riuscito?» Domanda mentre mi penetra ancora più forte.

Produciamo una sinergia di calore e di piacere incontenibile e nonostante la posizione poco consona, mi lascio andare in miagoli intrinsechi di piacere.

Osservo la stelle sopra la mia testa, ma Mathias alle mia spalle è una grossa distrazione.

Congiunge le sue mani intorno al mio ventre e avverto il suo fiato sul mio collo. «Ti piace questa posizione?» Sussurra lasciando baci inebrianti sul mio collo.

La pelle va in fibrillazione, e gli ormoni ruzzolano in ogni parte del corpo. 

«Sì» Miagolo sforzandomi a rispondere. «Non fermarti.» Il pudore è ormai un vecchio ricordo. 

Mathias aumenta l'intensità e in pochissimo tempo grugniamo entrambi alla venuta di due orgasmi che ci svuotano di ogni energia. 

Ci distendiamo con i respiri sconnessi e lo sguardo rivolto verso le fulgide stelle che addobbano il cielo. 

«Sono fantastiche.» Dico con il fiatone. 

«Hanno emulato la tua bellezza.» E questa volta il cuore si interrompe.

Mi volto d'istinto verso di lui e Mathias mi contempla con un bagliore negli occhi.

Sì, lo vedo, sono gli stessi occhi che ha Max quando è con Serena. È un dato di fatto, anche lui mi ama.

«Tra non molto il brufolo scomparirà.» Dice divertito facendo avvicinare la mia testa sul suo petto.

Siamo nudi, ma abbracciati e intenti ad osservare l'abbagliante luccichio delle stelle. 

«Ti amo.» Sussurro con lo sguardo perso nella costellazione delle Pleiadi. 

«Ti amo.» Conferma lui.

[SPAZIO AUTRICE]

Ragazze, lo so che ho aggiornato un po' in ritardo ma credo ne sia valsa la pena. 😊😊😊

Cosa ne pensate di questa serata bollente sotto le stelle? Vi è piaciuta? 😏😏

Lo so che nessuna di voi è innamorata di Mathias, ma Sofia lo è.😂😂😂😂

Vi saluta:

Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene. ❤️❤️❤️

-LaVoceNarrante💙

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