Il Buio del Tramonto - Anime...

By LaVoceNarrante

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*PRECEDENTEMENTE IL RACCONTI SI INTITOLAVA: COINQUILINI DI LETTO * Sofia è una ragazza fidanzata da un anno c... More

Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
Chapter 10
Chapter 11
Chapter 12
Chapter 13
Chapter 14
Chapter 15
Chapter 16 Pt.1
Chapter 16 Pt.2
Chapter 17
Chapter 18
Chapter 19 Pt.1
Chapter 19 Pt.2
Chapter 20
Chapter 21
Chapter 22
Chapter 23
Chapter 24
Chapter 25
Chapter 26
Chapter 27 Pt.1
Chapter 27 Pt.2
Chapter 28
Chapter 30
Chapter 31
AVVISO IMPORTANTE
Chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 39
Chapter 40
Chapter 41
Chapter 42
Chapter 43
Chapter 44
Chapter 45
Chapter 46
Chapter 47
Chapter 48
Chapter 49
Chapter 50
Chapter 51
Chapter 52
Chapter 53
Chapter 54
Chapter 55
Chapter 56
Chapter 57
Chapter 58
Chapter 59
Chapter 60
Chapter 61
Chapter 62
Chapter 63
Chapter 64
Chapter 65
Chapter 66
Chapter 67
500K!
Chapter 68
Chapter 69
Chapter 70
Chapter 71
Chapter 72
Chapter 73
Chapter 74
Chapter 75
Chapter 76 (FINALE)
RINGRAZIAMENTI
... COINQUILINI DI LETTO - ANIME INDIVISIBILI
Chapter 78
Un capitolo importante
MATHY E SOFY STANNO RITORNANDO...
IL BUIO DEL TRAMONTO E LA LUCE DELL'ALBA DIVENTERANNO CARTACEI!
MATHIAS E SOFY HANNO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO

Chapter 29

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By LaVoceNarrante

Ritorno a casa e appoggio delicatamente il cucciolo sul tappetto del soggiorno; nel frattempo compongo il numero della mamma.

Tuuu Tuu, il suo telefono è occupato, ma un istante dopo il rumore meccanico della serratura della porta d'ingresso vibra sulle pareti.

Il mio telefono squilla e scorgo il nome di Mathias, ma lo ignoro;  l'espressione di mamma è un frammisto di sbigottimento e curiosità.

Il cucciolo abbaia roco facendo penzolare le orecchie beige e lei ruota lentamente la testa verso di me in cerca di spiegazioni.

Perché mi ha mandato un messaggio? Ma la mamma mi fa abbandonare la soluzione del rompicapo: «Credo di aver sentito un abbaio!» Esclama additando il soggiorno.

La mamma ha sempre avuto remore ad accudire gli animali domestici; ricordo che da bambina portai un micetto e lo nascosi in uno scatolo, ma lei scoprì il nascondiglio e così fui costretta a donare il gattino a un'altra famiglia.

«Sono andata al cimitero...» Chino il capo e la mamma si avvicina poggiando la sua capiente borsa sul mobiletto in acciaio riverniciato di color sabbia.

«Hai pianto vero?» Domanda costringendomi a guardarla negli occhi. Rimango a rimirarla per qualche secondo poi acconsento buttando il capo verso il basso ripetutamente.

«Piangere ti fa bene. Aiuta a sfogarsi, sempre meglio ridere, però.» La mamma abbozza un sorriso flaccido che mi contagia.

«Ho pianto perché la nonna si sbagliava. Prima di... andarsene mi ha detto una frase: amor vincit omnia, ma non è così.» Confesso contrariata.

La mamma sorride per poi passarsi una mano nei capelli e sistemarsi il suo carré tinteggiato di biondo scuro. «Allora non hai pianto solo per la nonna...» Dice leggendo nel profondo del mio cuore. Il cucciolo emette un altro abbaio.

«Ennesima delusione d'amore?»

«Sì, ma questa volta è davvero l'ultima. Non credo più che l'amore vinca su tutto.» Protesto contenuta e avviandomi verso il soggiorno.

La mamma mi segue sospirando. «E invece ti ricrederai, tesoro. Forse l'amore è l'unica cosa che ci resta in questo secolo...» Ma si interrompe poiché il cucciolo si è lanciato in corsa e ora cerca di avvinghiarsi alle sue caviglie.

La mamma si pone una mano davanti alla bocca per reprimere la sua meraviglia. «Oh Signore... Quant'è cuccioloso questo ammasso di peli. Sembra uno di quei cani che appaiono nella home page di facebook. Tra l'altro seguo una pagina.» Si dilunga e io, disperata, affondo il capo fra le mani.

«Ma quanto sei amoroso...» Solleva il cucciolo e con un dito gli solletica il ventre come se fosse un neonato.

«Mamma non è un bambino.» Dico annoiata.

«Ma è tenero, troppo. Mi piange il cuore sapere che non possiamo tenerlo. Lo sai tesoro, in casa non c'è mai nessuno e il cucciolo soffrirebbe.» Si esprime distorcendo le labbra; le compaiono le sue solite grinze ai lati della bocca e un attimo dopo ricomincia a giocherellare con il cucciolo solleticandogli il collo.

Lui guaisce dal piacere strozzando abbai appaganti.

«Dove l'hai trovato?» Domanda senza distogliere l'attenzione dal cane.

Raschio la voce per poi abbandonarmi sul divano in pelle, che mi accoglie facendo un rumore appiccicoso. «Quando sono andata a far visita alla nonna ho sentito un abbaio; mi sono voltata e ho intravisto lui da lontano che correva.» Indico il cucciolo con un cenno.

Sembrava che qualcuno l'avesse spedito di proposito nella mia esatta posizione, ma infondo conosco una persona che necessita di maggiore affetto di me in questo periodo.

«Forse... So a chi potrei darlo.» Inizio illuminata da una lampo che trapassa la mia mente.

«Serena!» Sbotta la mamma entusiasta, poi si rivolge al cucciolo. «Andrai da Serena... Ti piacerà. È un po' svitata, ma ti donerà tanto amore.» La osservo mentre è intenta compiere milioni di smorfie infantili.

«Mamma è un cucciolo.» Sbotto burbera.

«Lo so.» Poggia il cagnolino al suolo e si frappone l'indice sulle labbra. «Ho avuto un'idea: perché non andiamo a mangiare al McDonald's? Dopo andremo da Serena, prima però devo scattare una foto e postarla. Raggiungerò molti like con un tenero cucciolotto come te.» E riprende a involvere il suo cervello con una delle smorfie da lattanti.

***

La mamma parcheggia la sua auto nei pressi di un supermercato. «Okay. Allora, devo comprare: un guinzaglio, dei croccantini, un collare e cos'altro?» Mi domanda in procinto di chiudere la portiera dell'auto.

«Dei pannolini, non sappiamo se farà-»

«Non ce ne sarà bisogno.» Alza una mano in segno di diniego per poi chiudere la portiera e farsi inghiottire dalla porte automatiche del centro commerciale.

Il cucciolo è rannicchiato fra le mie gambe e chiude lentamente le sue palpebre; è sul punto di addormentarsi.

Mi ritorna alla mente il messaggio di Mathias e così pesco il cellulare dalla tasca.

Sii forte e non visualizzare il suo messaggio. Gli hai confessato i tuoi sentimenti e lui, come io sapevo già da tempo, con la sua risposta ha inteso che sei soltanto un mero passatempo per lui.

La vocina della coscienza fa riaffiorare nella mente una sfilza di ricordi: gli sguardi indiscreti, i sussurri sensuali, i baci assuefacenti, il suo corpo nudo, il sapore della sua pelle, il grigioverde calamitato e le sua labbra carnose mi hanno resa dipendente.

Non ho pensato minimamente a cosa mi stavo per imbattere, a quale animo freddo si celasse dietro quelle iridi tanto attraenti.

La lucidità in sua presenza abbandona il mio corpo e la tentazione prende il sopravvento.

Per lui ho tradito Alberto, il ragazzo che mi ha sempre amata e nonostante l'infedeltà, Alberto si è presentato a casa per chiedermi di riprovare a stare insieme.

Quanto avrei voluto che il mio cuore avesse accettato quella offerta, ma la verità è che non ho mai amato Alberto; il mio oggetto di interesse era un altro, un sorrisetto beffardo e ingannevole, un ragazzo abile con le parole che mi ha saputa incatenare nella sua rete; dopotutto perché non approfittarsene di una ragazza indifesa innamorata?

È questo che ha pensato nella sua mente contorta.

Voleva divertirsi con me, portarmi a letto e ci è riuscito alla grande, però inavvertitamente mi sono resa conto che senza il suo sorriso, distinguo un orizzonte tetro, privo di felicità e speranza.

Senza i suoi nomignoli non riesco più ad infastidirmi esteriormente ma al tempo stesso essere felice dentro. Mi sono innamorata di ogni sua singola movenza, di come muove la bocca, del suo modo di stuzzicarmi e solo ora deduco che ho perso la testa per Mathias.

Ora capisco cosa significhi la parola "Amore", ma devo constatare che non è solo gioia e felicità, ma nel mio caso pura agonia.

Tentata di scorgere il suo messaggio, ignoro la mia coscienza e inserisco il codice di sblocco.

Se hai deciso che tra noi è tutto finito devi comunque sapere che io non sono andato a letto con quella. Non ci sarò per due intere settimane, ma se hai voglia di rivedermi appena tornerò di contatterò. Necessiti delle spiegazioni e io te le darò.

Un enorme buco si forma nel mio stomaco. Starà via per due settimane? Dove andrà? E con chi? Sofia ti ha respinta; respira e sii indifferente.

Avvicino i pollici al display...

NO! Non devi risponderlo. Mantieni la tua dignità di donna!

Ritraggo le dita...

Non prendiamoci per i fondelli. Certo che ha voglia di rivederlo. Un incontro pacifico, nulla di più. Sofia, ha detto che vuole darti delle spiegazioni, è un'occasione d'oro. COGLILA!

Riavvicino i pollici e questa volta comincio a digitare.

Un semplice "OK?" gli farà capire che sono incazzata con lui. Forse sono troppo rigida? No! Per niente. Mi ha respinta. È questa la risposta che si merita.

Un po' di indulgenza non guasterebbe. Sobilla la vocina malefica.

È lui che ha commesso l'errore e spetta a lui riparare il danno. Si ostina la vocina della coscienza.

Cancello e riscrivo di nuovo, ma alla fine decido che non va bene e così rispondo con uno stentato "OK." Avrà agito del modo corretto? Non mi importa, gli basterà.

Assorto dai miei dilemmi sentimentali non mi accorgo che un fetore di feci si innalza dall'auto.

Calo leggermente lo sguardo e il cucciolo aggiunge la ciliegina sulla torta: pipì.

Mi tappo il naso, poiché il fetore mi fa venire dei conati di vomito e, quando butto lo sguardo a sinistra, intravedo il volto pensieroso della mamma; appena incrocia il mio sguardo, la mamma cambia espressione allargando le orbite e scuotendo la testa.

Si avvicina timorosa all'auto, mentre io sono costretta a uscire fuori a causa dell'odore nauseante. Nel contempo il cucciolo abbaia scodinzolando.

«Non mi dire che è accaduto quello che penso?» Mi domanda la mamma riluttante ad aprire la porta.

«È quello che stai pensando.» Confermo tossendo lievemente.

«Ha cagato nella mia auto? La mia auto nuova?» Assume un'aria disgustata e poggia le buste della spesa sull'asfalto usurato.

«Non solo... Ha anche fatto pipì.» Aggiungo.

«Oh santo cielo! È adesso come facciamo?» Domanda la mamma presa dal panico e la sua espressione buffa mi fa strozzare una risata.

«Sofy, non ridere. Io odio la merda!» Aggrotta le sopracciglia malmostosa e impiantandosi ad un posto; continuo a ridere a crepapelle.

«Credo di avere una figlia cretina.» Rimbecca burbera.

Placo momentaneamente lo scoppio di ilarità asciugandomi le lacrime. «Servono dei pannolini. "Non ce ne bisogno."» La canzono e lei mi fulmina con lo sguardo poi ricomincia a lamentarsi.

«Non so che fare. Li dentro, con l'odore della cacca, io non ci entro.» Fa lei indispettita. «È colpa tua se il cucciolo è qui.»

«Hai pubblicato una foto sul tuo "social network preferito" e ora vuoi rivangare la colpa su di me?» Sbuffo stizzita.

«Certo, tattiche per accaparrarsi il consenso del pubblico.» Mi fa l'occhiolino mandandomi un bacetto.

«Hai preso in considerazione l'opzione manicomio?» Le domando inebetita.

«Non saresti nulla senza la tua cara mammina moderna, ammettilo... Okay, ora ti do delle salviette imbevute e cerchi di togliere la merda dall'auto.» Sorride per poi intrufolare la sua mano nella borsa.

«Con la borsa di Marry Poppins le troverai domani le salviette.» Rispondo acida e dopo un paio di minuti la mamma tira fuori le salviette come se fossero un trofeo.

Trotterella sino a raggiungere il lato passeggero e con un'espressione discostata mi pone il pacco di salviette.

«Come faccio con la pipì?» Le domando annodandomi i capelli con un elastico.

«Strusci sul tappetino.» Mima lei.

«Ma la pipì è andata oltre il tappetino. Credo sulla tappezzeria.» Rintuzzo e la mamma è letteralmente avvilita.

Apro la portiera e il cucciolo sgattaiola fuori. La mamma lo cattura sollevandolo con aria di sussiego. Il fetore si espande all'istante e lei emette un verso strozzato.

«Così piccolo è già sgancia queste bombe? Immagino che quando sarà grande Serena avrà bisogno di una ditta di disinfestazione.» Ammicca squadrandolo dall'alto verso il basso.

Raccolgo il tappetino e gli escrementi mollicci sono posati sulla gomma. Tappo il naso e raggiungo il primo contenitore in cui verso le feci.

Spazzo via i residui di pipì sulla tappezzeria servendomi dell'intero pacco di salviette.

Dopo una decina di minuti ci rimettiamo in auto e la mamma, durante il tragitto che ci conduce al Mcdonald's più vicino, mi domanda petulante di controllare se il cucciolo ha fatto cacca di nuovo.

***

La mamma sceglie dell'insalata, mentre io opto per il Crispy McBacon accompagnato da una porzione di patitine e una coca cola. Teniamo a guinzaglio il cucciolo che scodinzola avido di cibo, ma la mamma gli rifila un NO secco.

Dopo aver mangiato ci rechiamo a casa di Serena e, nell'esatto momento in cui il drinnn del campanello strilla, il cuore mi si stritola al pensiero di regalare il cucciolo a Serena. Tuttavia lei ne ha più bisogno e la sua famiglia, inoltre, possiede un ampio guardino.

Appena Serena spalanca la porta si pone entrambe la mani sul viso e strilla dalla gioia per poi piangere.

«Tu sarai Idro.» Dice entusiasta dopo un po'; il cucciolo nel frattempo comincia la perlustrazione della casa e la mamma dà a Bianca tutto l'occorrente necessario per il cane.

«Com'è andata con Mathias?» Mi domanda Serena a un tratto. Io calo lo sguardo sul rivestimento per poi raccontarle tutto quello che è successo, messaggio incluso.

«Mi stai dicendo che tu hai fatto un pompino?» Chiede Serena sbigottita. «È un emerito coglione quello lì, comunque.»

«Lo so. Ma gli ho confessato i miei sentimenti.» Mi appoggio al poggiapiedi in pelle color topo.

«Amica, hai agito bene. La puttanella era la stessa del cinema?»

«No, ma credo di averla intravista a scuola.» Rispondo strofinando i palmi delle mani fra le cosce.

«Domani avremo una missione allora: SCOVARE LA PUTTANELLA.» Proclama Serena fiera strappandomi un sorriso, ma un attimo dopo è costretta a correre verso un vaso, poiché Idro l'ha preso di mira.

***

L'indomani io e Serena ci siamo recate a scuole. Serena ha insistito, con il suo tono petulante, di voler scovare la ragazza; io mi sono apposta, ma alla fine sono stata costretta a cedere sebbene calarci nei panni di investigatrici private non ha dato i frutti sperati.

La settimana è passata abbastanza veloce e Mathias è scomparso dalla circolazione.

"Ancora un'altra settimana" è la frase che mi sono ripetuta durante le lezioni e nello stesso frangente osservavo il suo posto vuoto.

Più e più volte mi sono domandata Mathias dove sia andato, ma finivo per rinunciarci poiché lo studio asfissiante attuato durante questi giorni mi ha distratta dal pensarlo.

Una mattina mi sono ritrovata a rimuginare sulla decisione da prendere al suo ipotetico ritorno e un attimo dopo mi sono data dalla stupida perché non ho fatto altro che pensare a lui.

La seconda settimana, ovvero l'ottavo giorno dall'ultima volta in cui ci siamo incontrati, sono iniziate le prime interrogazioni: latino, italiano e matematica. Sono andata bene, ma in matematica un po' meno.

Il martedì ho fatto visita alla nonna per poi andare con Serena e Idro al parco. Idro ha fatto la pipì sulle scarpe di un signore e Serena è stata costretta a scusarsi. Infine sono arrivate anche le mestruazioni, che hanno abbandonato il mio corpo salutandomi con un "Arrivederci, ci vediamo il prossimo mese"

La fine delle due settimane di assenza di Mathias termina oggi, il quindici ottobre.

Proprio in questo momento osservo il quindici in inchiostro nero stampato sul calendario che è affisso al muro della mia stanza.

Raccolgo i capelli in una treccia e mi reco in cucina, dove anche papà farà colazione con noi. Sì... Anche mio padre durante questi lunghi e noiosi quindici giorni sembra essere cambiato; la sera rincasa presto e la mattina si trattiene per fare colazione in famiglia.

Sembra che tutto sia tornato alla normalità: il dolore della perdita della nonna si è attenuato ma è sempre vivo; Serena ha smesso di prendere gli antidepressivi poiché ha ritrovato la felicità con Idro e io non posso che esserne felice; la mamma è soddisfatta per aver riunito la famiglia, ma io invece... Al mio corpo sembra mancare un organo vitale, della linfa.

Mi è capitato spesso di rileggere il suo messaggio e non mento di aver atteso che ne mandasse un altro.

«Io vado a scuola.» Avviso mamma e papà, che dibattono sulle promesse elezioni politiche. Rispondono all'unisono salutandomi e solco un sorriso sul mio viso.

«Heilà, amica ho grandi notizie sul fronte sentimentale.» È questo il buongiorno che mi augura Serena appena entro nella sua auto.

«Sentiamo...» Dico curiosa chiudendo la portiera.

«Stasera e io Max usciamo insieme...» Si volta verso di me facendo trasparire entusiasmo.

«Cosa? Io credevo che non ti interessasse più Max.» Il mio stomaco, d'improvviso, si svuota e la mia mente, meschina, si impegna a far apparire il volto di Mathias.

È scaduto il tempo di attesa, perché non mi manda un messaggio? Perché?

«Sì, ma... Volevo dargli una chance. Sono stata io ad uscire con un altro.» Fa lei ingranando la marcia. «Ho pensato anche a te... C'è un amico di Max, SINGLE. Devi venire anche tu.» Mi informa lei mentre schiaccia il pedale dell'acceleratore.

«Interessante... Verrò.» Rispondo fingendo.

La tasca come d'incanto vibra e il mio cuore comincia a pulsare. Mi isolo dal mondo sintonizzandomi su un'altra galassia.

Sono tornato... Stasera ti va di parlare?

[SPAZIO AUTRICE]

Ragazze questo capitolo è stato transitorio. 😊😊. Preparatevi per domani. 😍😍

Secondo voi perché Mathias è stato assente due settimane? È un mistero questo ragazzo. ☺️☺️

Sofia accetterà di incontrarlo, ma sopratutto se lo farà che spiegazioni gli chiederà? ☺️☺️

Vi aspetto al prossimo aggiornamento più calorose che mai. Vi voglio bene. ❤️❤️

-LaVoceNarrante 💙

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