One Glance And The Avalanche...

By Things_I_Cant31

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È strano, onestamente, avere qualcuno di così bello nella sua cucina, e non solo fisicamente bello, ma, tipo... More

One Glance And The Avalanche Drops
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Dieci
Capitolo Undici
Epilogo

Capitolo Quattro

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By Things_I_Cant31

Louis guarda dalla finestra un imbronciato ragazzo dai capelli ricci. Il cofano del suo furgoncino bianco –spruzzato di fango- è sollevato, e la neve sta cadendo più forte e più fitta. È un vento bianco, fuori annebbiato come i suoi pensieri, e sta per precipitarsi fuori da lui con una coperta e un thermos di thè caldo, quando vede la figura allampanata di Harry correre verso l'edificio. Trattiene il respiro, aspetta, aspetta.

Il campanello suona.

Louis si dirige rapidamente verso la pulsantiera, premendo il bottone del citofono, "Sì?"

"Ciao, uh, sono Harry?"

Louis non aspetta nemmeno che un'altra parola fluisca dalle belle labbra del ragazzo per dirgli di salire.

La sua porta è aperta quando in cui il ragazzo ha percorso le scale, storcendo la bocca ai fiocchi di neve incastrati nelle doppie punte dei suoi capelli, e ciglia, e bello, bellissimo viso. Harry sorride con gratitudine, nonostante questo, tornando nell'appartamento di Louis con un leggero sbuffo. Si sfila gli stivali ricoperti di neve di fianco alla porta, e li raddrizza così che siano in ordine. Fa lo stesso con quelli di Louis, davvero spontaneamente, e Louis cerca di non lasciare che il suo cuore abbia uno spasimo.

"Il mio, uh, furgone-" Harry tira su col naso, emettendo un piccolo squittio, il naso va ad arriccarsi, "è vecchio, quindi quando è troppo freddo fuori lui-" tira di nuovo su col naso, ridacchiando di se stesso.

"Lascia che ti dia un fazzolettino," dice Louis, i denti affondano nell'interno guancia per fermarsi dal sorridere con troppo affetto, camminando rapidamente verso la cucina e afferrando la scatola dei fazzoletti.

"Grazie mille," dice Harry, "Ho chiamato il mio capo e ha detto di prendermi la giornata di riposo. Se non ti dispia-"

"Puoi restare qui, sì." Risponde Louis a bassa voce, sentendosi un po' frastornato mentre lo fa, e Harry ride.

"Stavo per chiederti se potevo usare il tuo elenco telefonico," Louis arrossisce, "però, voglio dire, è una buona- ho soltanto i soldi che mi hai dato tu quindi non è che posso tipo, prendere un taxi, in ogni caso," aggrotta le sopracciglia confuso, con uno stupido sorriso, "non sono nemmeno certo che i taxi girino adesso, in realtà."

Louis si morde di nuovo l'interno della guancia, battendo le palpebre. "Sì, beh. Non mi darebbe fastidio, sul serio," dice mentre Harry si soffia il naso. Louis indica un cestino dei rifiuti, poi vaga con imbarazzo per il salotto. Non è sicuro al cento per cento di cosa dica il protocollo riguardo l'ospitare ragazzi carini nel proprio appartamento durante una tempesta, rimpiange di non aver appeso prima un rametto di vischio, però, magari proprio sopra la testa piena di ricci di Harry. Rimpiange anche di non possedere un caminetto, o quelle vestaglie rosso scuro- anche le candele.

"Non hai ancora iniziato a decorare il tuo albero, vedo," accenna Harry, seguendo Louis nella stanza.

Louis alza le spalle, "Non so come. Inviterò un amico per farlo."

"Aspetta," inizia Harry con le sopracciglia corrugate, "non sai come?"

"Tipo- incasino sempre tutto e lo faccio sembrare sempre una totale merda. Non riesco mai a mettere le luci, o posizionare la punta," indica il proprio corpo riferendosi alla sua altezza, "o per esempio, nemmeno le decorazioni di merda."

Harry ride lievemente, "Beh, potrei decorarlo per te," offre.

"Devo pagare un extra?" fa un sorrisetto, inarcando un sopracciglio.

"Assolutamente, mi ripagherai in Gioia di Natale!" Harry è si è illuminato, già dirigendosi verso la scatola contrassegnata 'stronzate di Natale' con questo adorabile piccolo saltellare nel suo passo.

"Beh-" inizia incerto Louis, calciando il pavimento, "solo se lo vuoi."

Harry rotea gli occhi. Fruga un po' nella scatola, prima di tirar fuori un lungo filo di luci di Natale. "Sai qual è la cosa migliore dei Pini Silvestri? Perdono pochissime foglie. Che sia caldo o bagnato, o freddo o asciutto, non cadono mai. Una cosa meravigliosa, davvero," Harry collega le luci ad una presa di fianco all'albero, assicurandosi che tutte funzionino mentre parla. Louis si morde il labbro, osservandolo farlo, quasi sentendosi un ospite nella propria casa.

"Bello..." strascica, "hai bi-"

"Potresti aiutarmi con queste luci, Lou? L'albero qui è un po' enorme."

"Sì, sì," dice Louis un po' troppo velocemente. Si mette sull'altro lato dell'albero di Natale, guardando attraverso i rami per vedere il viso di Harry mentre si concentra sul porre le luci attorno al retro, passandole a Louis, che le prende abbastanza facilmente, e le avvolge attorno al suo fianco dell'albero.

"Oh, no, no," ridacchia Harry, scuotendo la testa, "devi spingere le luci verso l'interno dell'albero, non devono restare sui bordi più esterni, sciocco."

Louis sgrana gli occhi, non veniva chiamato sciocco da quando aveva tredici anni, "Oh," mormora stupidamente.

Lascia che Harry prenda di nuovo le luci da lui, avvolgendole di nuovo attorno al fianco. "La cosa bella di questo tipo di alberi è che i rami possono sostenere ornamenti sia pesanti che leggeri, perciò significa anche che puoi farne di tutto. Tipo, con le luci, e ghirlande, e persino piccoli regali," Harry sorride dolcemente, passando di nuovo le luci a Louis finché non riesce ad avvolgerli da solo, mettendosi sulla punta dei piedi per infilare l'estremità sulla cima dell'albero. "È anche piuttosto indicato se hai dei gatti, possono dormire su essi e rilassarsi con le luci," Harry guarda con eccitazione Louis, "sapevi che posso davvero sentirne il calore? Per dire, ovviamente anche noi possiamo, ma è come una coperta per loro, come quando si siedono sempre sul cofano della macchina dopo che l'hai guidata. Per loro è piacevole e comodo."

Louis è quasi disgustato da se stesso per quanto disarmante trovi lo sconosciuto. Quasi.

Harry ritorna alla scatola delle decorazioni, piegandosi per spostare alcune confezioni, cercando certe decorazioni. Comunque sia, mentre si piega in avanti, il suo maglione si solleva sulla sua schiena, rivelando della liscia, pelle lattea, un po' di lentiggini si espandono sulla parte bassa della sua colonna vertebrale esposta per la sua angolazione. Sembra così giovane- giovane e in fiore e così, così intoccabile, però, lo è davvero.

Poi, si sta accovacciando, in modo da frugare con più facilità nello scatolone per trovare qualsiasi cosa stia cercando; e, mentre lo fa, il maglione si abbassa lievemente, però resta ancora raggrinzato sulla sua schiena, quanto basta. Abbondantemente, così che, quando i suoi leggings si stirano sul suo sedere, quel un po' di più, scivolano. E Louis si strozza su un respiro, perché proprio lì, che spunta fuori dai suoi leggings, c'è un piccolo, tanga festivo, un sottile filo pienamente esposto, a righe bianche e rosse come un bastoncino di zucchero.

"Tu- tu, uh- hai un gatto?" Louis deglutisce, cercando di distrarsi dal tessuto provocante.

"Io- sì, nastro!" Harry si interrompe felicemente, alzandosi con un sorriso smagliante, stringendo il rotolo in mano. È rosso e bianco, e dannazione, sul serio? È solo che Louis non dovrebbe nemmeno esserne sorpreso. Ovviamente indossa dei tanga per evitare la riga delle mutandine. Ma Harry è un ragazzo, abbastanza evidente dalla piccola protuberanza del suo inguine piuttosto visibile attraverso il tessuto sottile. I ragazzi di solito non indossano leggings, ma poi ancora, pensa Louis, i ragazzi di solito non sono belli quanto Harry.

"E sì, ho un gatto," dice Harry, staccando il pezzo di nastro adesivo che impedisce al tessuto di srotolarsi, "Ho un Persiano rosso. Il suo nome è Ed, adorabile, piccolo e soffice."

Louis tuba, piegando la testa da un lato mentre osserva Harry. Ora è appoggiato contro il muro, le mani infilate nella tasca della sua felpa dell'università, ancora a fianco dell'albero.

Harry sorride privatamente, "Sai," inizia, sembrando perso nel suo piccolo mondo, "questi alberi sono originari di Europa e Asia, ma possono crescere quasi ovunque," emette un verso felice, accucciandosi a terra per iniziare ad avvolgere il nastro attorno all'albero, "li rende piuttosto popolari come alberi di Natale."

"Oh," mormora Louis, accovacciandosi anche lui così da aiutarlo a fasciare l'ampio albero con il nastro, "quindi il mio albero non è speciale?"

Harry gli rivolge un piccolo cipiglio, il viso a una ristretta distanza dal suo, "Certo che lo è," lo dice dolcemente, come se fosse davvero preoccupato che Louis non pensi lo sia.

Louis sospira in modo drammatico, riprendendo il nastro da Harry, "Immagino tu abbia ragione," scuote la testa, restituendolo a lui, "Ho avuto il fattorino più hipster di sempre."

"Heeey," cantilena in modo adorabile Harry, "non dire nulla riguardo gli hipster quando indossi quella felpa."

Louis trattiene il fiato, tuttavia un sorriso a trentadue denti si apre sul suo volto alla dolce sfacciataggine di Harry Styles.

"Sembri un vero e proprio universitario, ecco," mormora timidamente, le carnose, labbra color ciliegia si muovono lentamente in un broncio. Si solleva un po', e quando passa il nastro a Louis, le loro dita si sfiorano.

"Beh, sono un vero e proprio universitario."

Harry inarca un sopracciglio, ridacchiando, "Ovviamente."

Gli occhi di Louis si spalancano, il pensiero 'chi è questo ragazzo?' gli passa a ripetizione per la mente, un piccolo sorriso gli copre il volto.

"Allora, ragazzo hipster," dice Louis mentre si alza in piedi. I rami inferiori dell'albero sono tutti coperti, e si passano il nastro più in alto. Sbatte il piede coperto da un calzino lanuginoso sul rigido legno del pavimento del suo appartamento, "sei soltanto un esperto di alberi o cosa?"

Harry alza le spalle, le sue dita si muovono sul nastro per raddrizzarlo in un punto preciso, senza più bisogno dell'aiuto di Louis, "Al momento, sì."

Louis si morde un'unghia, spingendosi lontano dal muro, e dirigendosi verso la scatola di decorazioni, "Al momento?" indaga, frugando nello scatolone. Trova alcune palline qualunque glitterate, rosse, gialle e una blu, e le tira fuori. Non hanno ancora un laccio, però, così si siede a gambe incrociate sul pavimento con esse tra le mani.

"Sì, periodo delle feste," le sopracciglia di Harry sono aggrottate, e si alza in piedi, piegandosi in avanti per raggiungere il retro dell'albero bloccato nell'angolo dalle pareti. Louis si morde il labbro, gli occhi che si incupiscono, osservando il maglione del ragazzo scivolare in su di nuovo, il suo piccolo sedere appare paffuto nei leggings attillati, perfetto e rotondo, e Louis non dovrebbe esaminare il culo di un estraneo che gli ha consegnato il suo albero di Natale, però, Dio.

"E quando non è il periodo delle feste?" si obbliga a chiedere. Strappa la plastica che contiene i piccoli ornamenti con i denti, aprendola al meglio delle sue capacità.

Harry alza le spalle, "È sempre il periodo festivo di qualcosa."

"Mi consegnerai fiori per San Valentino, allora?" Louis fa un sorrisetto, fissando minuziosamente il filo dorato tra le sue mani, cercando di infilarlo nella decorazione. Ignorando lo sguardo che può sentire su se stesso.

"Possibilmente dei cioccolatini," Harry sorride dolcemente.

"Magari sarai un fattorino di cioccolatini migliore che di alberi," lo prende in giro.

"Hey," dice Harry con tono accusatorio, "cosa vuoi dire? Non ti piace il tuo albero?"

"Beh, a me sembra davvero un po' troppo ordinario."

Gli occhi di Harry si spalancano sensibilmente, "Non è ordinario," afferma, chiaramente offeso, ed anche evidentemente non consapevole del fatto che Louis lo stia prendendo in giro, "Ho scelto io stesso questo albero! È della specie dei Pini Silvestri. Era locale dell'Inghilterra meridionale 9,000 anni fa finché il suo polline non si è diffuso! Ha le pigne più carine di tutti! Questo albero è tanto, tanto speciale!" Louis scoppia a ridere, scuotendo la testa a quanto offeso sia il ragazzo. "Sto- sto scherzando, Harold."

Lo sguardo di Harry è raggelante, e sbuffa, girandosi verso l'albero, "Va bene se infilo il resto del rotolo sul retro? Non voglio tagliarlo o altro, non voglio mettermi ancora più in ridicolo."

Louis sbuffa una risata, annuendo per dire 'per me va bene.' Le sue dita procedono goffamente mentre allaccia il primo filo in un fiocco, terminando una decorazione. Sorride tra sé e sé, appoggiandola da un lato, e poi sente il lieve calore al suo fianco. Alza lo sguardo dalle proprie mani, dove ha iniziato a legare un altro ornamento. Harry si è seduto di fianco a lui, afferrando un'altra decorazione per allacciarvi un filo.

Louis fa scorrere lo sguardo su Harry nel modo più discreto possibile, fermandosi sui suoi piedi per ammirare le sue piccole caviglie coperte dai calzini. Si abbinano, Dio, al tanga che Louis sa si trovi sotto il sottile tessuto che ricopre la parte inferiore di Harry, con le stesse righe rosse e bianche che ricordano un bastoncino di zucchero. Appena sopra il calzino, però, nota un paio di lettere d'inchiostro sulla sua pelle, il resto nascosto sotto il bordo dei leggings. Non ci pensa nemmeno, mentre si sporge in avanti, premendo con delicatezza il pollice sulla pelle di Harry e spingendo il tessuto nero in alto sulla sua gamba per vedere il resto del piccolo tatuaggio. "Inevitability," mormora, inclinando la testa. Sposta lo sguardo per incontrare gli occhi di Harry, "Mi piace."

"Grazie," dice a bassa voce Harry con un piccolo sorriso.

Louis sorride a sua volta, scuotendo di nuovo la testa. Rimuove le dita dalla pelle di Harry, e fa scivolare di nuovo i leggings per la sua gamba, spingendo il pollice sull'estremità per nessuna ragione se non che sembri la cosa giusta da fare. "Harry," dice con finta serietà, le sopracciglia aggrottate gravemente, "ti andrebbe un cracker?"

Harry sbuffa, nonostante tutto, però, annuisce.

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