MY SOLUTION l.h.

By iamapandacorn00

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Lei, Nicole, è una ragazza semplice, ma allo stesso tempo è molto incasinata. Permalosa, impulsiva, ma anche... More

Hi!
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By iamapandacorn00

«Sono d'accordo. Insomma è davvero sconvolgente. Mi dispiace molto che tu abbia dovuto affrontare tutto questo. Non avrei mai pensato che tu avessi sofferto così tanto. E poi..» sospira e sorride facendomi interrompere la frase. Come possa essere allegro in una situazione del genere proprio non lo comprendo «che c'è?»

«Non intendevo quello» ride rumorosamente, ma il suo sguardo è ancora spento.

«Oh... e cosa volevi dire allora?»

«Beh ecco di sotto c'è stato un momento in cui io non mi reggevo in piedi e così tu, si insomma, lo sai» abbassa la testa. Capisco cosa intende e ammetto di essere imbarazzata.

«Puoi piangere e soprattutto puoi dirlo. Io non sono certo qui per giudicarti. E oltretutto, io ho sempre pensato che un uomo non è vero se non piange. Voglio dire, al giorno d'oggi, se un ragazzo piange è visto come un debole e sfigato e viene preso in giro da quelli se ci credono superiori. Io, però, credo che nessuno sia perfetto e che ognuno di noi abbia bisogno di piangere per sfogarsi, e non solo le ragazze come dicono tutti. Insomma, quello che voglio dire è che non mi importa se piangi davanti a me, anzi per me sei umano. Non so se mi capisci. E inoltre, se qualcuno dovesse vederti e dirti qualcosa, ci penserei io perché dopotutto, come tu hai puntualizzato, io sono la cattiva e forte Nicole che ha paura di rovinarsi la reputazione» ridacchio e lui mi segue.

«Facendo così però la reputazione te la rovinerai sul serio. Tutti ti deriderebbero perché il ragazzo che piangeva come uno sfigato»

«Già, forse hai ragione» faccio una pausa- sai una cosa Luke? Non mi importa un bel nulla di ciò che pensa la gente di me. Dopotutto mi prendono in giro comunque quindi perché dovrebbe importarmi di questo. Voglio dire, non permetto che offendano te, ma sinceramente a me se dicono qualcosa non importa davvero nulla. Mi mancano solamente due anni e poi chi li rivede più quegli idioti»

Lui mi guarda con un strano sorriso sul volto.

«Tanto per ricordartelo, io e te siamo solo amici e non farò assolutamente niente con te» ridacchia scuotendo la testa. Sorrido anche io e lui mi abbraccia. Non mi oppongo, anche se non so come potremo essere amici. Il mio cellulare inizia a squillare. Mi stacco alzandomi e rispondendo.

«Pronto?»

«Hey amore, sono Jason»

«Ciao Jason, che succede?»

«Beh ecco mi chiedevo se ti andasse di mangiare con me stasera?» subito mi volto verso Luke che mi sta guardando.

«Mangiare con te? A casa tua?» Luke mi fa cenno di rinunciare, ma io so già cosa voglio «non credo sia un'ottima idea. Sono a casa di un amico e domani c'è scuola e poi»

«Un amico? È Lucas?» mi interrompe bruscamente.

«No, e comunque non sono affari tuoi?»

«Sì invece che lo sono. Sei la mia ragazza. Dimmi chi è? Lo conosco? È quello che era venuto da te quel giorno, vero? Lo sapevo che voleva provarci con te. È uno stronzo e sono sicuro che voglia solamente approfittarsi di te. Dammi l'indirizzo che ci penso io a sistemarlo»

«Jason» alzo la voce per attirare la sua attenzione «io sto benissimo e sinceramente anche se sono la tua ragazza non sono tenuta a dirti sempre dove sono, con chi sono e cosa faccio. Buona notte» riaggancio prima che lui abbia modo di rispondere e spegno il cellulare per evitare ogni tipo di chiamata o messaggio da parte di Jason. Luke se ne sta lì a fissarmi sorridendo.

«Che c'è?» domando e lui scuote solo la testa.

Passiamo una bellissima serata tutti e quattro assieme mangiando pizza e giocando ai videogiochi. A fine serata Ash mi riporta a casa e non appena tocco il letto mi addormento.

I giorni scorrono velocemente e finalmente arriva il week-end. È sabato pomeriggio, così decido di chiamare Sasha pe chiederle di venire a fare shopping con me visto che volevo prendermi qualcosa per stasera, visto che devo finire quella stupida iniziazione, anche se dubito sia ancora valida dopo ciò che è accaduto. Lei, ovviamente, accetta. Adora fare spese e io adoro passare il tempo con lei.

Lascio a Sasha il "grandissimo onore" di scegliere l'abito, anche perché è molto più brava di me. Appena lo trova in un negozio poco distante, mi chiama e devo ammettere che è bellissimo. Inoltre mi sta molto bene addosso. Lo prendo e ringrazio la mia amica per il suo aiuto. Trascorriamo due ore andando dentro tutti i negozi per cercare qualcosa che piaccia a Sasha. Purtroppo non lo troviamo, però, è molto soddisfatta di aver trovato il vestito che indosserò stasera. Ci accomodiamo ad un tavolino del bar più vicino e ordiniamo entrambe un aperitivo, solo per mangiare patatine gratis.

«Allora con chi esci stasera?» mi domanda.

«Ti ricordi quando ti ho parlato del ragazzo dell'autofficina che poi mi ha fatto conoscere i suoi amici?»

«Esci con loro? Ma non pensi siano un po' troppo grandi?»

«Hanno solamente qualche anno più di me e comunque siamo solo amici»

«Sei sicura? Sei anche amica di Luke?» so benissimo dove vuole arrivare, ma non gliela do vinta.

«Certo che siamo solo amici» sorride e io la seguo. Le nostre ordinazioni arrivano e iniziano a sgranocchiare i salatini.

«Scusa ma dov'è che andate?» chiede con la bocca piena Sasha e io ridacchio. È davvero buffa così.

«In discoteca, ma non so quale. Presumo la stessa in cui sono stata con Ashton»

«Cosa? Posso venire anche io?»

«Penso di sì, ma perché?»

«Beh ecco dovevo andarci con Stefan, ma mi ha dato buca. È da un paio di settimane che è strano e distaccato con me. Credo che abbia un'altra»

«Sasha non penso ti stia tradendo. Magari ha altro che gli passa per la testa» cerco di rassicurarla.

«La pensavo così anche io finché una mia amica, Lena, mi ha detto di averlo incontrato al parco. Stava abbracciando una ragazza. Lui ha cercato di giustificarsi con lei dicendo che era sua cugina che vive in Spagna»

«E poi? Lui che ha fatto quando ti ha visto?»

«Che tu ci creda o no, non ne ha nemmeno parlato anche se sapeva benissimo che Lena me ne avrebbe parlato. Non so cosa dovrei fare»

«Mi sembra davvero strano che Stefan abbia fatto una cosa del genere. Non mi sembrava il tipo»

«Già, pure io credevo fosse leale» abbassa lo sguardo sulla ciotola di patatine ormai vuota.

«Sasha se Stefan o qualsiasi altro ragazzo ti tradisce non ti merita. E diciamola tutta facendo così non sa cosa si è perso. Non essere triste per lui. Facciamo così, stasera vieni in discoteca con me e ti faccio conoscere i miei amici, va bene?» mi guarda contenta.

«Davvero? Sei sicura che io non sia di troppo?»

«Assolutamente no. Ora devo andare. Ti va di venire da me a prepararti?» mi alzo e lascio i soldi sul tavolo.

«Certo» sorride.

Appena arrivata e a casa chiamo il mio amico e lo avviso che ci sarà anche Sasha. Lui ovviamente non fa storie, anzi ne è felice. Tra risate e chiacchiere ci prepariamo per la serata. Verso le nove il campanello suona. Mando la mia amica ad aprire, mentre io vado in cucina a scrivere un biglietto per mia mamma, in modo che non si preoccupi quando farà ritorno dal lavoro. Mi appoggio al bancone piegandomi leggermente.

«Non penserai sul serio di uscire conciata in quel modo, vero?» mi volto di scatto. Luke è di fronte a me appoggiato allo stipite della porta che mette in comunicazione il salotto e la cucina.

«Perché? Cosa c'è di male?» domando e mi guardo il vestito preoccupata.

«Tanto per cominciare quel vestito è troppo corto e poi la discoteca sarà piena di ventenni ubriachi e arrapati» risponde indicandomi. Ridacchio e gli do le spalle per attaccare il post-it al frigo con una calamita. Sento il suo sguardo su di me, ma non dice nulla. L'unico rumore che si sente è quello dei tacchi che indosso. Mi posiziono davanti a lui incrociando le braccia al petto.

«Sei per caso geloso perché loro hanno una possibilità e tu no?» ammicco sorridendo. Lui rimane spiazzato e io ridacchio soddisfatta, ma in un attimo sul suo volto si allarga un sorriso perverso, diabolico. Fa quasi paura.

«E dimmi, il tuo ragazzo lo sa che esci con me e che vuoi passare la notte col primo che passa?» okay, forse questa volta ha vinto lui. Tuttavia le sue parole sono state davvero pesanti. La rabbia sta montando in me, ma appena cerco di ribattere, Ash e Sasha sbucano dal salotto.

«Dove pensi di andare vestita così?» prende parola il riccio. Mi volto, furiosa, verso di lui.

«Non mettertici pure tu. Chiaro?» gli lancio uno sguardo fulmineo e lui annuisce «e per quanto mi riguarda» mi giro verso il biondo «non sono tenuta a raccontare a Jason cosa faccio e con chi esco, anche perché io non sto uscendo con te, ma con Sasha»

«Certo Nicole, la convinzione è il primo passo» replica in modo derisorio. È inutile parlare con lui. Esco di casa, ma appena sono sul vialetto mi ricordo che è casa mia. Mi blocco e sosprio. Torno dentro, recupero la pochette e le chiavi di casa.

«Andiamo?» chiedo impaziente e annuiscono. Luke è l'ultimo ad uscire. Mi aspetta mentre chiudo la porta di casa. Quando finisco, mi giro e lo guardo. Sta ancora sorridendo. Stronzo. Mi avvicino per sferrargli un pugno sulla spalla, ma per la rabbia e la fretta dimentico dell'esistenza degli scalini che ci separano e scivolo miseramente. È questione di attimi.

Dovrei sentire il mio viso venire a contatto col terreno, ma non è così e non mi spiego il motivo.

Forse se apri gli occhi lo capisci, stupida

Sebbene io trovi la mia coscienza particolarmente antipatica, irritante e rompicoglioni, seguo il suo consiglio. Schiudo lentamente le palpebre e subito le mie iridi si scontrano con un blu più intenso dell'oceano con delle sfumature più chiare. È qualcosa di meraviglioso che non smetterei mai di fissare, se non fosse che sono gli occhi di Luke che mi fissano. Sono caduta letteralmente sulle sue braccia. Arrossisco per la mia pessima figura. Che stupida.

«Stai bene?» domanda preoccupato.

«Sì, grazie per avermi presa»

«Beh se non ti mettessi questi trampoli, non avresti bisogno del mio aiuto per non cadere» mi stacco da lui e controllo che il tacco sia ancora intanto e per fortuna è così.

«Non hai mai pensato di tapparti quella cazzo di bocca così da fare un piacere all'umanità?»

«No, perché, a differenza tua, a me la bocca serve. E non per parlare» ammicca maliziosamente.

Alzo gli occhi al cielo e vado verso l'auto. Non vedo i miei amici da nessuna parte. Il biondo sembra leggermi nel pensiero e prende parola dietro di me.

«Sono già andati loro, ci aspettano là» si avvicina e mi apre la portiera.

«Non pensi che avrebbero dovuto aspettarci per andare insieme? Voglio dire Sasha e Ash nella stessa auto? Non si conoscono nemmeno. Non che non mi fidi di Ash, sia chiaro. E perché siete venuti con due macchine poi? Non capisco. Perché..»

«Hai per caso paura di essere da sola in macchina con me perché non sai se riuscirai a resistermi? Te lo concedo. Insomma sono bellissimo, al contrario del tuo presunto ragazzo»

«Non ho paura di stare con te e Jason è il mio ragazzo e basta»

«E dimmi, allora perché non è venuto anche lui stasera?» mi stuzzica. Non replico perché sarebbe inutile. Salgo sull'auto sospirando sconfitta. Stasera è un vero stronzo. Non che solitamente non lo sia ovviamente. Chiude la mia portiera e sale pure lui. Sebbene cerchi di nasconderlo posso vedere il suo sorriso strafottente per essere riuscito ad avere l'ultima parola, di nuovo. Mi appoggio al finestrino sospirando e guardo la mia casa allontanarsi.

Nota Autrice

So che sono moolto in ritardo e che il capitolo non è chissà che cosa e mi dispiace.
Se questa storia vi piace fatemelo sapere con un voto o un commento.
Prometto che cercherò di aggiornare più spesso.

P.s. ho cambiato la struttura dei dialoghi e presto lo farò anche con gli altri.

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