#ODIetAMO

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Sofia e Lorenzo, stessa scuola ma caratteri troppo diversi, riescono a mantenere le distanze tra loro, finché... More

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FINE!

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Lorenzo POV

- Oh, se Gherbini s'incazza giuro che te la faccio pagare!-

- È stata tua l'idea di merda di chiuderlo lì dentro con quella!-

- Sì, ma tu hai detto "metti che si trovano alle strette, qualcosa ci deve scappare per forza!"-

Mi sciacquai il viso, mi stropicciai gli occhi, e dopo aver messo un paio di boxer puliti, uscii in verandina, dove Alberto e Federico discutevano da più di dieci minuti.

- Ma era solo una supposizione!-

Chiusi gli occhi, quando la luce mattutina mi accecò senza ritegno.
Ed i miei amici smisero improvvisamente di battibeccare non appena mi videro.

- Ma che cazzo vi è preso!??- domandai, sedendomi al tavolo.

- Alberto.-

- Federico.-

Si indicarono a vicenda e io sbuffai.

- Vi pare una cosa divertente?-

- Mbe? Vuoi dirmi che non ti sei divertito con quella?-

- Quella c'ha un nome, Fede. E poi no, non mi son divertito. Passami una sigaretta.- borbottai indicando il pacchetto sul tavolino.

- Manco hai cominciato la giornata, già fumi?-

Lo guardai in cagnesco, così lui mi porse immediatamente una sigaretta.

- Dai sono curioso. Che c'hai fatto con Ferrari?-

Mi fece così innervosire che la mano mi tremo' e per poco non mi cadde il pacchetto dalle dita.

- Dio santo! Ma niente..che vuoi che c'abbia fatto !?-

Alberto tirò giù il caffè poi si accarezzò la poca peluria che gli contornava il mento.

- Pensavo t'attizzasse almeno un po'..-

- Chi , quella????- sputai, prima di infilzarmi la sigaretta tra le labbra.

- Ma Lore, quella c'ha un nome..- fece Federico, prendendomi palesemente per il culo.

- Io posso chiamarla "quella".-

Accesi il primo tiro, assaporando il gusto acre del fumo mescolato al sapore fresco del dentifricio.

- Chiamala come cazzo ti pare, ma noi vogliamo i dettagli. -

Ribadì Alberto, decisamente spazientito.

Mi chiesi come mai questa Ferrari avesse attirato così tanto la loro curiosità, ma poi mi resi conto che probabilmente, il fatto che lei non mi si fosse buttata addosso, faceva strano pure a loro.
E faceva strano pure a me.

- Non ci sono dettagli.-

- Pffff...sono sicuro che ci sono. Almeno dicci com'è una vergine a sentirla con le dita!-

"Porca merda" mi dissi "questi hanno pensato cose di Sofia che neanche io avevo mai pensato!"
Così mi irrigidii. Molto.

- Non l'avete rotto il cazzo, me l'avete sfracellato a secco! V'ho detto che non c'ho fatto un bel niente!-

- E ti gira pure a quanto pare...- sbuffò Alberto con il suo tono di voce da finto snob.

- Almeno le hai toccato il culo?-

Scossi il capo, espirando il fumo.

- Comunque pensavo davvero che fosse il tuo tipo.-

- Il mio tipo? Ma ancora con sta storia? Non mi piace quella.-

- Non è che.....non c'hai ancora fatto niente, perché a lei non piaci?-

- Ovvio che le piaccio. Ma non è ricambiato.-

- Uhm..mi fa strano che ci rinunci solo perché è vergine. Di sicuro non puoi dire che è brutta.-

- No, ma è insopportabile, persino da scopare.- tagliai corto.

Alberto rise.

- Va beh, ora che abbiamo constatato che Gherbini s'è imbattuto in una che non se lo fila di striscio, andiamo a prendere due brioches e poi mare?-

-Stavo per baciarla e probabilmente pure per scoparmela, se non fosse arrivati voi coglioni. E poi ovvio che mi si fila.- dissi, punto nell'orgoglio.

- Se se ..come no. -

- Vuoi scommettere?-

- Dai. Scommettiamo.-

- Che intenzioni hai?- mi chiese Federico, rimettendosi le chiavi del motorino ed il pacchetto di sigarette in tasca.

Mi strofinai i capelli, prima di lasciarmi andare ad un ghigno.

- Lo vedrete.-

🐸

La cercai per tutto il giorno ma non c'era nulla di Sofia in giro per il camping.
Non c'erano i suoi capelli lunghi e luminosi.
Come non c'era la sua voce scandita, la sua parlata limpida che diventava più veloce man mano che arrivava alla fine di ogni frase.
Ci stavamo per baciare?
Ma sopratutto voleva davvero baciarmi?
"Dio santo non la capisco"
Perché faceva tanto la scontrosa, se poi appena stavamo vicini diventava così dolce?
Forse cambiavo anche io quando le stavo così tanto vicino.

Quel giorno non feci che pensare a lei, finché la sera mi accorsi che pensare a lei non portava a nulla di buono.
"È solo una ragazzetta del cazzo, tu hai bisogno di scopare, Lorenzo. Anche perché ieri, per colpa di Ferrari, non l'hai fatto" mi dissi, quando la sera andai a ballare con Alberto e Federico.

Lisa finalmente aveva deciso di darci un po' di tregua, e aveva smesso di uscire con noi.
Forse stava facendo yoga con quella testa di cazzo Gianluca, che se riusciva a non farla addormentare mentre se la faceva, era già un record personale per lui.

Quando entrammo in discoteca ero ancora un po' scontroso e di malumore, ma poi la rassegna di ragazze mezze nude ed ubriache che mi si prospettò davanti, mi fece cambiare umore.

"Scommetto che Sofia la ragazza d'oro sarà a leggere nel suo lettino di Sabato sera, mentre io penso a come svuotarmi di quello che ho nei testicoli. Mhm, romantico".

Parlai, per modo di dire, con una ragazza olandese che aveva due occhi di ghiaccio e due tette che strabordavano dal davanzale.
Iniziammo a ballare e presto divento' un ballo vietato ai minori per quanto scandalosa era la maniera in cui si strusciava sul mio pacco.
Cercai Alberto con lo sguardo, per fargli capire che non sarei tornato con loro a casa, dato che avevo appena trovato una che mi andava bene per la serata.
Lui però mi guardò male e sbuffò. Sì, forse delle volte esageravo, però se io alle ragazze piacevo di più di loro due messi insieme, mica era colpa mia!

Non so come si chiamava ma l'olandese aveva le spalle che tra un po' erano più grosse delle mie, e quando ci buttammo sui divanetti, la palpai così tanto che a stima avrei detto che facesse nuoto, da quanto ormai conoscevo i muscoli del suo culo.

- Lorenzo!-

Ero intento a farmi risucchiare le labbra dalla ragazza, mentre si strusciava senza pudore su di me, quando la voce rotta di Lisa mi fece piombare in un incubo.

- Lisa? Ma che ci fai qui?-
Le chiesi ridendo.

- Ti cercavo. E guarda caso, dove ci sono alcool e troie tu non manchi mai!- esclamò con il viso rigato di lacrime.

L'olandese tirò fuori le corde vocali facendomi quasi spaventare da quanto grossa era la sua voce, così fui addirittura contento quando si alzò dal mio bacino e se ne andò.

- Senti Lisa..-

Il cervello ce l'avevo già squagliato dallo spumante.

- Tu..cioè io..te l'ho sempre detto di non farmi scenate. Non stiamo insieme!- biascicai a fatica, tirandomi su barcollante.

- Idiota! Non piango per te! - sbraitò, prima di spegnersi sul mio petto, continuando a piangere come una fontana.

"Ma porca merda, è una congiura!"

- Ho solo bisogno di un amico..- bisbigliò Lisa tra le mie braccia, e capii che quel coglione l'aveva di nuovo fatta soffrire.

- Va bene, usciamo e parliamo.- sbuffai.

D'altronde per quanto non la volessi tra i piedi, un po' mi dispiaceva per lei.
Così, mentre mi reggevo a fatica, ci incamminammo verso il mio bungalow e lei mi raccontò tutto il suo litigio con Gianluca per filo e per segno.
Io ascoltai, ma così distrattamente che non ci capii niente.
L'alcool mi pizzicava i collegamenti cerebrali facendomeli incenerire ad uno ad uno.

- Sono sicuro che risolverete tutto.-

Finsi qualche consiglio saggio, quando Lisa chiuse la porta del mio bungalow e si tolse il vestito.

- Hai detto che avevi bisogno di un amico. Se vuoi parlare bene..sennò..-

Mi massaggiai la nuca, confuso.

- Mi sono rotta le palle di stare sempre male per lui. Lo amo ma solo tu riesci a farmi stare bene, Lorenzo.-

- Lisa...-

- Posso rimanere qui?-

- No. Lo sai che mi piace dormire da solo..è meglio se...-

Mi sentii la testa più confusa quando lei si slacciò il reggiseno di pizzo, lanciandomelo addosso.

- Ma che cazzo..-

"Concentrati Lorenzo, ti ha già fottuto una volta. E lo vuole fare ancora. "

E poi lo fece, perché lei era troppo furba e io troppo ubriaco per non spingermi con entrambe le mani sul suo corpo magro.
Non mi tolsi neanche i vestiti, mi sfogai senza alcun tipo di sentimento dentro al suo corpo.
Poi la lasciai ansimare il mio nome, stava sotto di me ma io avevo gli occhi chiusi, e li tenni così finché non mi svuotai nel preservativo.

- Lisa.-

Di lei ricordavo il nome, quindi quando le indicavo con gli occhi la porta, potevo pronunciarlo.
Mentre con le altre, a volte, risultava ancora più imbarazzante.
"Ehm" dicevo.
Perché mandarle via non era mai bello, era solo necessario.

🐸

Il giorno seguente dormii tutto il tempo, poi la sera bighellonai in cerca di qualcosa da fare. Non volevo stare con Federico ed Alberto, ne avevo le palle piene delle loro prese in giro, così feci un giro per i bungalow quando una voce mi richiamò.

-Ciao.-

Alessia, una vecchia amica di Alberto era venuta a stare qualche giorno qui al camping, con la sua famiglia.
Era mora, alta, belle gambe.
"L'hai mancata l'altra sera. Stasera devi fare centro, Lorenzo" mi dissi, guardandola dondolare appena a tempo di musica contro una balconata.

- Hei.-

Percorsi l'interezza del suo braccio con le dita, mentre sentii la sua pelle vibrare appena.
Le piacevo.
Perché si leccò il labbro.
E perché me l'aveva detto Alberto.
E poi perché piaccio a tutte.
Quando mi avvicinai a lei, posò una mano sulla mia camicia.

- I miei sono al ristorante, poi allo spettacolo di cabaret. Ho il bungalow libero fino a mezzanotte.-

È incredibile quello che le ragazze possono fare. In maniera così sfacciata e senza vergogna.
Non le diedi il tempo di parlare che la soffocai con baci passionali, mentre lei si lasciava andare a risolini timidi.

- Vuoi entrare?-

- Beh non mi lasci altra scelta..- le sussurrai sulla pelle liscia, mentre con le mani mi attirava a se.

Entrai in quel bungalow.

Quelle quattro mura cominciavano a darmi la nausea.
Sempre lo stesso odore di legno.
Sempre gli stessi lettini.
Sempre le stesse ragazze.
"Almeno quando mi scopo quelle della mia scuola c'è un po' di varietà."

Ma ad Alessia sembrava non importare perché la sentivo strusciare avidamente sul cavallo stretto dei miei pantaloni, mentre le sue tette sode rimbalzavano nel reggiseno.
Legammo le nostre lingue, le facemmo giocare mentre lei prendeva a succhiare lentamente la pelle del mio collo.
Le sfilai la maglietta, e a quanto pare non dovevo neanche sforzarmi a slacciarle il reggiseno perché lo fece da sola.
"Non mi lascia neanche il gusto di farlo." mi rammaricai.
Così mi spogliai anche io, mentre lei mi guardava eccitata, tastandomi le tasche dei pantaloni.

- Eccolo.- mormorò tirando fuori il preservativo.

- Vai di fretta.- bisbigliai contro i suoi capelli che sapevano di mandorla.
Dio se odiavo l'odore della mandorla, ed il suo era così intenso che quasi mi venne voglia di fermarmi.
"Fingi che sia cocco" mi dissi, pensando ai capelli di quella secchiona miope di Ferrari.

- Non vado di fretta, Lorenzo...ma te l'ho detto che arrivano i miei a mezzanotte.-

Lei rise, così infilai il preservativo e prima che potesse dire altro, affondai tra le sue gambe già spalancate.

- Porca troia se sei bagnata.-

Spinsi a lungo dentro il corpo di quella ragazza che conoscevo a malapena, iniziai a sudare mentre il mio bacino sbatteva ripetutamente contro il suo inguine caldo.
Ansimò il mio nome diverse volte, poi mi strinse le gambe intorno ai fianchi , facendosi penetrare più a fondo.
Quando non riuscii più a resistere, mi riversai con un gemito dentro al preservativo, fra le sue urla e i miei respiri soffocati.

- Sei davvero bravo come dicono..- mormorò, lei mentre mi ripulivo.

- Abbiamo ancora mezz'ora-
disse poi, cogliendomi di sorpresa.

-Cosa? Ahm..devo andare.-

Me ne andavo sempre, appena finito.
Sempre.
E anche stavolta non avrei fatto eccezioni.
Ora che la guardavo, manco mi piaceva.
Cioè era davvero una bella ragazza..ma non era come la volevo io.

- Rimani. Facciamolo ancora...- sussurrò passandomi una mano calda sull'addome.

"Oh porca merda, una ninfomane"

Anche se facevo lo stronzo con i miei amici e parlavo delle ragazze che mi facevo come fossero numeri, non avevo nulla contro di loro. Erano ragazze come tutte le altre e non le giudicavo davvero inferiori solo perché anche a loro piaceva divertirsi. Era divertente e basta. Io non illudevo nessuna con false promesse. Loro non chiedevano nulla, se non fottere, ma io in quel momento ero egoisticamente soddisfatto.
Volevo solo tornarmene nel mio bungalow a giocare alla play.
E mangiarmi un pancake, o qualcosa di dolce magari.
Magari sul divano, in compagnia di qualcuno.

- E dai...scommetto che la lingua la sai usare.- fece lei, interrompendo i miei pensieri.

E dire che poi alcune di loro mi venivano a dire che si sentivano usate. Ma anche loro usavano me.

- Non lo so..se i tuoi tornano...-

Mi guardai intorno, cercando una via di fuga con lo sguardo.

- Oh...non sei all'altezza di quello che dicono?- mi provocò, così la presi come una sfida.

- Fossi in te aprirei le gambe perché ti farò godere.-

Ero annoiato, mentre sentivo sulla lingua i suoi umori bagnati, ed il sapore oleoso e plasticoso del preservativo. Succhiai il suo clitoride e pensai a Ferrari.

"Dio, mai nella vita potrei farle una cosa del genere. Che imbarazzo.
Ma che cazzo penso?
Scommetto che lei neanche lo sa cosa sarei in grado di fare."

Mi sentii sporco a pensare a lei in quel momento.
Forse perché lei mi sembrava così pura.
A volte gli occhiali le scivolavano sul naso. Era il suo naso ad essere troppo piccolo o quegli occhiali erano troppi grandi?

- Sto venendo!-

Le urla della ragazza di cui mi ricordavo a malapena il nome mi disturbarono parecchio.
Si strusciò sulla mia lingua finché non fu soddisfatta e io me ne andai veloce.

- Ci si vede, eh.-

Come facevo sempre.

🐸

Il giorno dopo non la vidi.
Di nuovo. Nn E quindi iniziai a preoccuparmi.
E se se ne fosse andata?
"Sta tranquillo.Se ne andrà ad agosto. L'ho controllato quella volta."

Andai al bar, in spiaggia, al campetto di beach volley.
Niente.

"E se se ne fosse andata prima?"

Fui tentato dal chiedere ad Alice, la sua amica bionda.
Se ne stava con quello spilungone spettinato.
Mattia.
Faceva tanto il bello e tenebroso. Ma non era né l'uno ne l'altro.
Sofia l'avevo vista ridere molto quando stava con lui.
"Ma anche con te ride qualche volta." Mi dissi.
Patetica consolazione.
Perché io principalmente la facevo incazzare.

E quando quel Lunedì sera arrivai alla festa che era stata organizzata sulla spiaggia, mi mancò letteralmente il fiato.
Ma non era la festa in se, non era la musica e non erano le miriadi di ragazze svestite che ballavano qui e là.
Fu solo quando vidi Sofia Ferrari con i suoi lunghi capelli raccolti in uno chignon elegante, indossava un abitino aderente color porpora che le arrivava sotto al ginocchio.
Pensai "Che suora?" Nah. Era così bella che mi sentii preso a pugni nelle palle.
Cazzo, se faceva male.

🐸🐸🐸🐸

Lorenzo è un cucciolo di rana, alla fine.

Mettete una stellina se vi è piaciuto! 😁

Buon fine settimana! 😘

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