#ODIetAMO

By CatsLikeFish

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Sofia e Lorenzo, stessa scuola ma caratteri troppo diversi, riescono a mantenere le distanze tra loro, finché... More

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FINE!

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By CatsLikeFish

Accettai.

Accettai la scommessa di Lorenzo, ma sbagliai di grosso.
Ed il motivo era lampante davanti ai miei occhi: Lisa a metà serata era così ubriaca da non riuscire a stare sui suoi stessi piedi.
O meglio tacchi.

"Chi diavolo va in spiaggia con i tacchi??"

Vidi Gianluca sorreggerla, per poi venire nella mia direzione.
Mi alzai in piedi, non volevo che Mattia ed Alice sentissero il nostro discorso.

- Senti Sofi... Lisa è messa male..l'accompagno un attimo....-

La mia faccia fu un punto interrogativo gigantesco, ma tentai di non darlo troppo a vedere.
Perché sotto sotto, forse, io lo sapevo già.

- Ok, non c'è problema.-

Gianluca con una mano sorreggeva la carcassa di Lisa, con l'altra provò a fermarmi.

- No aspetta, Sofi. Ci tengo per davvero a spiegartelo.-

- Non mi devi spiegazioni.- scossi il capo.

- Non avrà mangiato nulla. Lo fa sempre. Poi beve come una forsennata e sviene. Voglio solo starle vicino dato che quelle cretine delle sue amiche sono messe peggio di lei.- disse lui, indicandomi un gruppetto di oche urlanti con le schiene ormai piegate di traverso.

Mi bruciò un po' assistere all'immagine di Gianluca e la sua ex ancora insieme, ma in realtà era per la sconfitta della scommessa fatta con Gherbini che mi sentivo così delusa.
Perché in fondo, Gianluca in quel momento sembrò un vero e proprio cavaliere ai miei occhi.
Mi chiesi se mai qualcuno avrebbe fatto per me, quello che faceva lui per Lisa.
Le voleva davvero bene.
E mi piacque molto quel gesto, peccato non fosse rivolto a me.

- Ti capisco, tranquillo.-

Quando andai da Alice e Mattia sbuffando, loro scossero la testa dato che avevamo già capito tutto.

- Niente battutine, grazie.- bofonchiai.

Alice mi abbracciò, dandomi un po' della sua coperta di lana, mentre ci appollaiammo davanti ad un leggero fuocherello che era stato acceso da alcuni ragazzi.
Tra le fiammelle che ardevano vidi in lontananza ula testa chiara di Gherbini addosso ad una ragazza biondina.

"Fa che si sia dimenticato della scommessa!" pregai, mentre intorno a noi tutti presero a cantare Love yourself di Justin in un inglese impronunciabile.
Da come la ragazza stava vicina a Lorenzo, mi sembrò proprio che lui si fosse completamente dimenticato della nostra scommessa, quindi tirai un sospiro di sollievo. Ma ovviamente cantai vittoria troppo in fretta.
Lo vidi bighellonare dalle nostre parti con le mani in tasca, con un ghigno tutt'altro che rassicurante.
Abbassai il capo imbarazzata, poi volsi lo sguardo altrove.

Verso le due io ed Alice ci rintanammo nei nostri sacco a pelo, e così fece Mattia.
Rimasi a parlare con loro sotto al cielo stellato finché non crollai a dormire stanchissima.

Qualcosa nella notte si mosse a fianco a me.

- Muoviti Ferrari.- sussurrò qualcuno nel mio orecchio.

Sobbalzai, e maledii Gherbini per ciò che aveva appena fatto: svegliarmi.

-Sparisci! Lasciami dormire!-

Mi voltai dall'altra parte, ma lui non gettò la spugna.

- Ferrari guarda che sveglio tutti se non ti muovi!- mi minacciò facendomi alzare controvoglia.

-Uh- bofonchiò poi, squadrandomi da capo a piedi.

Mi guardai per capire il motivo del suo interesse.
Mi ero cambiata per dormire: mi ero tolta i jeans e mi ero messa dei pantaloncini aderenti ed una canottiera per stare più comoda.

- Che c'è?-

- Pensavo avessi la camicia da notte della bisnonna, invece stai mezza nuda lì sotto..-

Mi coprii subito il petto, dato che non portavo mai il reggiseno per dormire.

- Senti ma che problemi hai?- sbottai sottovoce, tentando non svegliare tutti quanti.
Lui in tutta risposta mi afferrò dal braccio e mi trascinò con lui.

Incrociai le braccia quando ci fermammo davanti ad un sacco a pelo appoggiato ad un albero.

- Ma poi ha parlato! Tu vai in giro sempre e solo in mutande??- chiesi indicando i suoi pantaloncini della tuta, dato che Lorenzo non indossava nient'altro.

- Hai le palle?- domandò lui con sguardo di sfida.

Fissai i suoi occhi verdi nel buio.

- Più di te di sicuro.- mossi il capo, evitando di stare a fissare il suo petto nudo.

- Allora dimostralo. Hai perso la scommessa Sofia. -

Mi indicò il suo giaciglio, facendomi accapponare la pelle.
Dormire nello stesso sacco a pelo non era come dormire nello stesso letto, avremmo dovuto stare appiccicati come non mai, data la scarsità di spazio.

- E con ciò?- chiesi acida.

-Ora prendi il tuo culo, le tue tette e la tua faccia da verginella e fili a dormire con me.-

Lorenzo era risoluto, su questo non c'erano più dubbi. Ma probabilmente il principino viziato pensava che sarebbe bastato dormire con me per potersi infilare nei miei pantaloncini.

- Sai che dico? Va bene, Gherbini.-

"Voglio proprio vedere che intenzioni ha" pensai mentre ci stendevamo al calduccio.
Mi voltai dandogli la schiena.

-Non mi sfiorare.- lo minacciai subito, quando sentii il suo respiro tiepido sulle mie spalle.

-Okay..-

Inarcai collo.

"Dannazione se è vicino."

Deglutii quando percepii l'interezza e la forma del suo corpo dietro di me, non mi toccava, se non con il calore che sprigionava la sua pelle.

- Ti stai agitando?- chiese divertito, causando tanti piccoli brividi sparsi sulle mie spalle nude, per via del suo soffio caldo.

- Non rompere. Dormi.-

Lorenzo rimase in silenzio e io mi resi conto che pian piano l'agitazione stava svanendo, per lasciare spazio ad una stanchezza che si trasformò in un leggero dormiveglia.
Non ero proprio addormentata, perché sentii qualcosa di piacevole e delicato contro il mio collo.
Ci misi un po' a capire che erano le dita di Lorenzo.
Mi stava accarezzando la nuca, per liberarla dei capelli sciolti prima di avvicinarci le sue labbra gonfie.
Restai immobile.

Cosa dovevo fare?

Aprii gli occhi ma durò poco, li richiusi infastidita da ciò che c'era fuori. Mi feci più piccola lì dentro, dove le sue labbra cominciarono a non stancarsi di accarezzarmi il collo.
Stavo sognando?
E perché non provavo fastidio?
Né nevoso?
Perché non provavo tutto ciò di negativo che mi faceva provare Lorenzo quando parlavamo?

"Sono prigioniera in una dimensione parallela!"

Mi insultai mentalmente per la cavolata che avevo appena pensato.
E questo mi fece svegliare completamente.
Mi uscì un gemito indistinto quando le labbra di Lorenzo si fecero più bagnate.

"Oddio è la sua lingua quella? No la lingua no.."

Aggrottai la fronte, sperando con tutta me stessa che non fosse piacevole come era successo durante quel gioco, ma stranamente, ora riusciva ad essere anche molto più piacevole.
E non appena sentii le sue falangi scivolare sul mio fianco mi si bloccò il respiro.

"Sta calma. Non sta succedendo niente."

- Sofia..-

La voce di Lorenzo arrivo più zuccherata del solito.

Seducente.

Mi stava seducendo?
È così che faceva?
Mi ritrovai così concentrata a capire se mi stesse adulando o meno, che non mi accorsi che le sue dannate labbra a ventosa presero a giocare liberamente con la pelle del mio collo, fino a salire al mio orecchio.

Mi morsi il labbro.

Sì mi morsi il labbro, proprio come avviene nei peggiori romanzetti.
Ma non ero eccitata, ero semplicemente agitata.
Agitata perché il ragazzo che non sopportavo mi stava obbligando a combattere con me stessa e a divincolarmi tra sensazioni e brividi mai provati prima.

Lorenzo con molta disinvoltura mi abbracciò, accerchiandomi la vita con il braccio, fino a sfiorarmi l'addome.
Finsi di non sentirlo, ma il contatto delle sue dita più esigenti contro la mia pancia, si fece più rovente.
Così, mentre me ne stavo rannicchiata a subire il profumo di bosco e mare, la mano di Lorenzo compieva una leggero massaggio dalla mia coscia al mio fianco, per poi fermarsi sul mio stomaco, laddove un gemito risucchiato tra i denti lasciò intendere quanto Lorenzo si stesse trattenendo.
Ed il mio respiro più rapido, tradì il mio battito accelerato, perché i suoi polpastrelli si fecero più pesanti sulla mia pelle.
E salirono.
Scavalcarono il tessuto dei miei pantaloncini, si soffermarono sulla mia pelle e salirono vertiginosi fino alla mia canottiera.
Per poi infilarcisi sotto.

Ma quando avvertì indistintamente la presa di Lorenzo dolce ma decisa sul mio seno sinistro sobbalzai.
La sua mano era calda e delicata, ma mi stava letteralmente strizzando.

-Fermo!-

Mi ruotai rapidamente, provando schiaffeggiarlo, ma eravamo così vicini che risultò un gesto goffo ed impreciso.

-Cazzo Ferrari, però non ti agitare!-

Non riuscii neanche ad insultarlo, da quanto ero in imbarazzo.
Mi limitai a stringermi le braccia sul petto, mentre lui provò invano ad indietreggiare.
I nostri visi rimasero vicini per un po'.

- Penserai che sono un maniaco...-

- E tu penserai che io sia una rincoglionita..-

Non so perché ci parlammo così apertamente.
Forse la luna.
Forse il buio.
Forse perché condividevamo lo stesso spazio vitale.

Lorenzo sorrise.
Lo vidi, anche se il suo volto era scarsamente illuminato.

- No..ehm..- si schiarì la voce - Se non vuoi, Sofia..va bene. Non ti darò più fastidio.-

Rimasi stupita per l'improvvisa dimostrazione di maturità da parte di un ragazzo che solitamente era tutto fuorché maturo.

- Però è meglio se mi giro dall'altra parte.- mormorò voltandosi dall'altro lato.

-Oh okay.- dissi confusa.

E rimasi a fissargli la schiena larga, costellata di muscoli contratti, prima di addormentarmi.

Quando l'indomani mi svegliai, mi sentii un groviglio di emozioni.
Il sole caldo sul viso, la fresca brezza marina nelle narici, ed una sensazione di stranezza addosso.
Percepii qualcosa che mi stringeva in vita e quando tastai, mi resi conto che era il braccio muscoloso di Lorenzo.

"Perché diavolo stiamo dormendo abbracciati??"

Tentai di vedere con obiettività quel momento e mi accorsi che in realtà non ero infastidita, quindi rimasi lì ferma, nella speranza che lui prima o poi si svegliasse.
Mi mossi appena, per cercare una posizione più comoda, andando a scontrarmi più volte con la sua schiena dura, quando ad un certo punto sentii qualcosa crescere contro il mio fondoschiena.

"Dio, fa che non sia ciò che penso"

- Lorenzo....- bisbigliai.

- Sofia..-

La sua voce arrivò dolce e mi chiesi come fosse possibile che lui fosse gentile. Più gentile di me, dato che io appena sveglia ero una iena.

- Senti, tu e tutto il tuo..corpo.. mi state schiacciando!-

- Oh.ah. Scusa.-

Lo sentii far scivolare via il braccio, mentre si mise a sedere.
Strizzai gli occhi ed il mio sguardo ricadde sui suoi addominali tesi, sopra ai pantaloncini lievemente curvati.

- Hei. Forse è meglio se ti alzi.- fece lui.

Rimasi frastornata.

- Mi hai pregato per farmi entrare qui dentro e ora mi stai cacciando?- dissi, alzandomi lentamente.

- Beh, sì. Non voglio che ci vedano gli altri.- asserì piatto.

"Ah ecco."
Ci restai un po' male.
Prima era stato vagamente gentile con me, poi subito dopo così scorbutico.
Possibile che i ragazzi fossero così?

"Lo terrò a mente, Gherbini"

Me ne andai al mio sacco a pelo con la testa più confusa che mai.

E quando io, Mattia ed Alice arrivammo nel bungalow all'ora di pranzo, fu ancora peggio.
Gianluca mi aspettava sui gradini.

-Sofi..-

"Basta."

Mi dissi che era ora di finirla.

-Gianluca ascoltami bene: non sono il tipo da tira e molla come Lisa.
Tu sei un ragazzo che mi piace ma non credo che sia il caso frequentarci.-

Non so come, ma la nottata con Gherbini mi aveva chiarito le idee.

-Oh, pensavo ..che ci fosse sintonia tra noi.-

"Gianluca non mi hai mai sfiorata in quel modo." Pensai. "Chissà come mai."
Poi un'altra parte di me trovo la risposta, proprio nel guardare Gianluca. "Perché se l'avesse fatto lo avresti preso a calci, Sofia!" mi dissi.

- Mi dispiace Gianluca. Ora devo andare a mangiare. Ciao. -

Lo dissi così, come una macchinetta senza emozioni.
Fregandomene altamente che quello che avevo davanti era il ragazzo che mi piaceva da anni.
E che probabilmente non mi era mai piaciuto abbastanza.
E finalmente l'avevo capito.
Così mi chiesi se era proprio necessario imbattermi in uno come Gherbini per riuscire a capire una cosa così semplice.
Ma non riuscii a darmi una risposta.

🐸

Iniziai a sentire un forte mal di testa, accompagnato da un leggero raffreddore, così rimasi in bungalow a leggere per tutto il pomeriggio.

Quando verso l'ora di cena pregai Mattia ed Alice di lasciarmi sola per cena, obbligandoli ad andare a mangiare fuori, mi sistemai sul terrazzino del bungalow.
Adoravo stare da sola.
Non c'era nulla che amavo di più di stare da sola.
E adoravo leggere, mentre mi godevo la mia solitudine.
E quando non mi sentivo molto in forma, come in quel momento, lo apprezzavo ancora di più.

Ma fui costretta ad alzare gli occhi dal mio Moby Dick.

-Ho saputo che hai lasciato Gianluca.-

Alzai le spalle ma non risposi, quando Lorenzo mi si presentò davanti.

-Come mai?- continuò lui, facendo due passi sugli scalini.
Notai che portava dei pantaloncini e una maglietta sportiva.

-Niente appuntamenti galanti questa sera, eh?- chiesi con una smorfia antipatica.

-Mmmmm..no. Me ne sto tranquillo.- tirò in fuori il labbro, accennando un'espressione svogliata.

- Ma perché Ferrari ha lasciato Gianluca il senza palle?-

Alzai gli occhi al cielo.

-Fatti gli affari tuoi, vecchia comare!-

-Hei! Che ti ho fatto adesso?- sbuffò aggrottando le sopracciglia.

-Vedi di andartene! -

-Perché fai così? Eri tutta dolce stamattina...-

-Perché non vorrei che..." ci vedesse qualcuno!!"-

Mormorai acidamente, con un'occhiataccia truce rivolta al suo bel faccino.
Poi lui mise un tono decisamente soffice.

-Scusa per stamattina, Sofia.-

Non era affatto un tono di voce da "Gherbini che parla con Ferrari."

- Non so di che parli.-

- Se..beh..ti ho mandata via.-

- Sai che mi importa.- sollevai velocemente le spalle, poi tornai alla mia lettura.

-Lo sai che ho un sacco di ragazze che mi ronzano intorno. Non voglio drammi. E se vedono te uscire dal mio sacco a pelo, è ovvio che fanno due più due...-

-Ovvio?- domandai, al limite del disgusto.

-Beh si. Chi mai ci dormirebbe, invece che scoparci con me?- rise lui, col suo ghigno strafottente.

-Io, idiota.- puntualizzai bruscamente, gettando immediatamente gli occhi verso il basso, per la vergogna.

"Ma che diavolo sto dicendo?"

Vidi Lorenzo mettersi le mani in tasca, come per nasconderle.

-Già....- bofonchiò poi, timidamente.

-Che c'è, Gherbini ? -

Tentai di non sembrare imbarazzata, ma dato che lui mi era apparso intimidito da qualcosa, mi feci coraggio.

-Non sono mai riuscito a dormire con una ragazza senza scoparmela.-

Rimasi di stucco per i suoi modi di pensare così gretti e stupidi.

- Ok. Ciao.- lo liquidai, nervosamente.

- Smettila Sofia!- mi rimproverò, alzando appena la voce.

- Di fare cosa!?-

- Di allontanarmi continuamente!-

Deglutii, tentando di non aver sentito un'accenno di insicurezza nella sua voce.

- Hai detto che non avresti più provato a ..-

- Non sto parlando di quello. Sto parlando di parlare!- 

Vidi Lorenzo innervosirsi notevolmente.

-Parlando di parlare!?? Davvero!!!?- lo presi in giro.

- Si, perché fai tanto la superiore, quella non interessata ai rapporti fisici, ma poi perché non provi a farmi delle domande? Ad interessarti a me?-

"Dio, che arrogante"

- Chi ti dice che mi frega qualcosa di te?-

- Ti ho appena detto che sei la prima ragazza con cui ho dormito senza averne nessun tornaconto!-

Era vero, non avevo mai provato a chiedergli qualcosa di più. Gli avevo sempre chiuso la porta in faccia, ma c'era una cosa che avevo bisogno di sapere.

- Quindi ammetti che quella sera non abbiamo fatto nulla?- lo provocai, approfittando del suo momento di debolezza.

- Lo vedi? Io ti dico delle cose e a te interessa solo la tua moralità da stronzetta immacolata!-
sbottò allontanandosi nella pineta.

Lo vidi sedersi sui gradini di un bungalow poco distante dal mio, poco prima di tirar fuori dalle tasche un piccolo taccuino ed una matita.

L'atteggiamento di Lorenzo Gherbini era strano.
Decisamente strano.
Mi chiesi se volevo sapere il perché.
Sì, lo volevo.
Non sapevo il perché, ma volevo capirlo.
Capire cosa creasse i suoi malumori.

Così presi il mio orgoglio, è decisi di andare a capire.

-Cos'è ? - feci io quando sopraggiunsi vicino a lui.

Stava curvo con la matita in mano a scarabocchiare qualcosa e quando sentì la mia voce, nascose tutto dietro alle spalle.

-Cosa Ferrari?-

-Questo che mi stai dicendo. Cos'è ?Cosa significa?-

Lo vidi aprire la bocca, ma poi non uscì una singola parola.
Così si rifugiò in qualcosa di più sicuro.

-Niente. Lascia perdere....-

Mi intestardii, perché non volevo ammetterlo a me stessa, ma sapevo che oltre a quella corazza da duro c'era un ragazzo diverso.
Non so che tipo di ragazzo fosse, ma nel momento in cui guardai i suoi occhi verdi e mi sembrarono sinceri, capii che ero intenzionata a conoscerlo.

-Hei ma che cazzo fai??- sbraitò quando gli rubai il taccuino dalle mani.

-Chi è quello del disegno?- chiesi notando il disegno di un bambino.

Mi aspettavo una bella ragazza, qualcosa di sconcio, un pastrocchio..invece no, era un bambino.
Ed era disegnato benissimo.

-È il mio fratellino, non rompere il cazzo e vattene.- sputò rabbiosamente, facendomi indietreggiare per lo spavento.

-Sei proprio uno stronzo! Ti odio Gherbini!- urlai.

-Io ti odio, Ferrari!-

🐸🐸🐸

Ahahah quanto amore.

Piaciuto?!

😊

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