SCREAM AND SHOUT || CAKE ||

By yypsirc

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Sequel di "THE SOUND OF SILENCE || CAKE ||". Calum lavora ormai da due anni nel mondo del giornalismo. Scrive... More

CHAPTER TWO
CHAPTER THREE
AVVISO
CHAPTER FOUR
CHAPTER FIVE (I)
CHAPTER FIVE (II)
CHAPTER SIX
CHAPTER SEVEN
AVVISO
CHAPTER EIGHT

CHAPTER ONE

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By yypsirc

CALUM'S POV

Ero seduto sullo sgabello, i gomiti sul bancone in legno ed un sorriso divertito sulle labbra. Anche di mattina alle 7.30, quei due adorabili fidanzatini erano capaci di farmi ridere con delle scenette da coppie sposate da chissà quanto.

Ashton aveva, senza volerlo, messo il sale nel the di Gemma al posto dello zucchero ed ora la ragazza stava girando per casa alla ricerca di un nuovo tubetto di dentifricio, poiché Ashton aveva finito l'ultimo, senza cambiarlo.

Dire che fossero fatti l'uno per l'altra era ormai banale. Si completavano ed erano una delle coppie più belle e genuine che avessi mai visto. Non mi escludevano mai ed erano sempre affiatati nel rapporto senza perdere quello sguardo innamorato perso e la passione.

Della passione ero certo perché dormivano nella stanza accanto alla loro. Un casino di un'ora e mezza almeno cinque volte a settimana. Ormai ero armato di cuffiette per riuscire a sovrastare il rumore del letto contro il muro.

Era abbastanza penoso sapere più della loro storia, che della mia. Non che ci fosse molto da sapere. All'università ero stato molto preso con gli esami per riuscire a finire in tre anni in modo da non comportare ulteriori spese a mio padre, quindi se non per qualche caffè offerto al bar o un drink in un bar non ero andato oltre.

Stessa cosa quando avevo cominciato a lavorare al giornale: davo il meglio anche nelle cose più banali, sia per una soddisfazione personale, sia per una promozione ed infatti mi trovavo dopo soli due anni ad avere un posto fisso e più conoscenze di quante ne avessi avute in diciotto anni.

Con l'università mi ero aperto di più e il lavoro, il contatto con le persone, mi avevano aiutato molto. Ero più incentrato sulla mia vita - o forse sul mio lavoro, ma comunque non pensavo a lui.

Ovvio che pensassi a lui sempre, solo che con il tempo stava andando meglio. Stavo superando la cosa. Insomma, a ventitré anni non potevo star seduto sulle sedie scomode dell'aeroporto ad aspettare di vederlo tornare da me. In più, qualche mese prima era entrato in ufficio un fattorino, Oliver, e mi aveva invitato a bere qualcosa insieme.

Sì, ci ero uscito insieme. Sì, ci eravamo baciati e sì, ci ero finito a letto insieme. 

Avevo anch'io ventitré anni e dei bisogni fisici, diamine!

"Calum, potresti almeno prendere le mie parti?!" Sospirò Gemma, quasi del tutto sconfitta dal sorriso che già aleggiava sulle sue labbra.

"No comment, devo scappare a lavoro, tesoro!!" Alzai le mani ridacchiando e posai la tazza di caffè ormai vuota nel lavandino, sciacquandola in fretta, per poi dileguarmi in camera mia.

Infilai una camicia bianca classica, degli skinny neri e un paio di scarpe classiche non troppo scomode, dato che sarei dovuto stare in ufficio fino alla sera.

Mi guardai allo specchio e sospirai. Presi la giacca leggera e la borsa a tracolla. Uscii dalla camera raggiungendo i due fidanzatini che avevano la giornata libera.

"Smettetela di pomiciare su quel divano o giuro che se andate oltre lo butto!!" Ridemmo assieme e Gemma venne ad abbracciarmi, baciandomi il naso.

"Tesoro, chiamami se c'è qualche problema, siamo a casa. Sicuro di non volere il pranzo?"

"Non preoccuparti, Gem. Esco con Oliver a pranzo. Ci vediamo stasera!"

Recuperai le chiavi dell'auto, un'adorabile Fiat 500 L nera che mio padre mi aveva regalato per il mio ventesimo compleanno, e scappai giù per le scale prima che la bionda potesse fare domande sul rapporto fra me ed Olly.

Salii in auto e partii, arrivando dopo un quarto d'ora circa nel parcheggio sotto l'edifico. Salii per le scale i tre piani, giusto per scacciare via quel brutto presentimento che aleggiava nel mio stomaco.

Arrivai al mio piano e salutai le ragazze alla reception con la mano. Superai il corridoio di scrivanie ed entrai nell'ufficio del capo, dopo aver bussato.

Spinsi la porta in vetro quando Sarah, sorridendomi, mi fece cenno di entrare.

"Calum! Hai qualcosa per me?" Chiese sfilandosi gli occhiali da vista e guardandomi con quegli occhi grigi contornati da un accenno di rughe dati dai suoi quarant'anni. Alta, capelli biondi naturali, pelle perfetta, anello al dito da diciannove anni e capo di una delle riviste più amate dai giovani. Insomma, chiunque voleva la vita di Sarah.

Annuii alla sua domanda e recuperai dalla borsa sia dei fogli stampati che la chiavetta USB.

"Perfetto come sempre, Cal, e grazie per aver scritto con così poco preavviso, ma Olive è bloccata a letto con la varicella e non ha potuto scrivere nulla." Disse dopo aver letto l'articolo. Aveva le mani intrecciate tra loro e stava giocando con i pollici, tenendo un sorrisino sulle labbra.

Stava succedendo qualcosa e non sapevo se esserne contento o spaventato.

"Ha-Hai bisogno di altro, Sarah?" Chiesi, con voce appena udibile, balbettando appena, tenendo gli occhi scuri lontano dal suo sguardo quasi divertito.

"Beh tesoro, sai che qui funziona la meritocrazia, no? E tu hai fatto un lavoro meraviglioso in questi due anni. Ti sei anche occupato delle lettere dei fan e di riempire ben due pagine del magazine. Quindi ho una proposta per te."

Ero senza parole. Mi poggiai alla sedia sentendo le gambe molli e mi sedetti per evitare di cadere. Ero così felice ed emozionato e... Non stavo capendo più nulla. La mia testa era tutto un "me lo sono meritato", "devo chiamare mio padre" e "ora svengo". Lei sorrise con gli occhi luminosi vedendomi in quello stato e continuò.

"Hai un viaggio pagato per Parigi tra tre giorni. Alloggerai in uno dei migliori alberghi, poco lontano dal centro della città. Mercoledì avrai l'intervista e puoi decidere o meno se partecipare al photoshoot il giorno dopo, anche se preferirei tu ci andassi. Hai molto senso dello stile."

"Questo giocatore di calcio australiano non torna qui da anni e siamo una delle prime riviste a cui concede una completa intervista. Sono più che certa che lo tratterai nel migliore dei modi e sicuramente ricaverai molte informazioni."

Ero al settimo cielo. Parigi. Europa.

Stavo urlando dentro dalla gioia.

Poi però corrugai le sopracciglia e il mio sorriso lasciò spazio a un'espressione perplessa.

"Sarah ma io non so nulla di calcio. I-il mio coinquilino è un giocatore, sì, ma non mi sono mai interessato allo sport... E poi cosa c'entra il gossip con un calciatore?"

"Ma è ovvio, tesoro. Con quel faccino adorabile, Luke Hemmings è sicuramente una fonte inesauribile di gossip!"

I miei occhi si spalancarono e la mascella toccò il parquet dell'ufficio di Sarah tanto che aprii la bocca dalla sorpresa. Perché non ci ero arrivato da solo? Un calciatore australiano, che vive e gioca a Parigi, che non torna a casa da anni... Il suo nome era ancora la melodia più bella che avessi mai sentito.

Non potevo dirle di no e nessuna parte di me voleva dirle di no.

Luke Robert Hemmings poteva anche essersi fatto un'altra vita, essersi sposato o essersi innamorato di un altro. Io avevo bisogno di vederlo ancora un'ultima volta e chiedergli spiegazioni. Chiedergli perché mi aveva abbandonato e sentire uscire dalle sue labbra che no, lui non mi amava abbastanza. Lì sarebbe ufficialmente finita.

Il cuore mi batteva a mille e provai a far finta di nulla davanti lo sguardo di Sarah che studiava ogni mia mossa. Presi un gran respiro e le sorrisi in modo da rassicurarla che andasse tutto bene.

"Grazie per quest'occasione, Sarah, non ti deluderò." Mi alzai dalla sedia e lei sorrise di rimando, dandomi poi una busta con dentro i biglietti e una lista di domande che avrei dovuto fargli, alle quali avrei dovuto aggiungerne altre.

Andai alla mia scrivania e tirai fuori le domande dalla busta, iniziando a leggerle, sentendo il cuore stringersi.

8. All'ultima partita, quando il Paris Saint-Germain ha vinto il campionato 2015/2016, hai annunciato di non sapere se resterai in Francia o tornerai in Australia. Cosa ti ha spinto a questa decisione?

12. Qual è la tua aspirazione nella vita? Ovviamente oltre ad essere uno dei giocatori più famosi dell'Australia.

15. Sei sempre stato molto scrupoloso riguardo la vita privata, ma noi vorremmo sapere: nella tua vita c'è qualcuno adesso? Se sì, pensi di poterci dare qualche indizio su chi è?

Queste erano le domande sulle quali mi ero soffermato di più. Il resto erano riguardo il rapporto con la squadra e con la famiglia. Era tornato a casa due anni prima per le vacanze estive e io non lo sapevo. Esattamente come non sapevo che Lucas fosse diventato così famoso e importante.

Stava davvero pensando di rinunciare alla nuova famiglia parigina che gli concede più di dodici milioni all'anno per tornare alla vecchia famiglia in Australia? Per quale motivo? Perché deve sempre fare le scelte più sbagliate quell'idiota?

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