Faded

By baciami2015

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Dopo una notte, la vita di Mia cambia radicalmente. Dopo un solo secondo tutto il sistema nel quale era abitu... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
TRAILER YOUTUBE
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
*CARTACEO*
Capitolo 17

Capitolo 3

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By baciami2015


"Non era necessario che mi accompagnassi." Dico dopo qualche decina di minuti nel silenzio tomba.

"Be' non è colpa mia se la tua amica ti ha dato buca. Quindi io farei pochi complimenti fossi in te."

Mi fermo sul posto sentendo successivamente i suoi passi fare la stessa cosa. "Non mi ha dato buca, sicuramente aveva da fare." Ribatto sulla difensiva.

"Veramente, ha visto una sua amica e se n'è subito andata via."

Amica? Non poteva almeno avvisarmi.. Sa benissimo che io non viaggio col bastone, avrebbe potuto almeno dirmelo.

"Andiamo? Ho da fare." Puntualizza. Sto per ribattere ma decido di stare zitta. Dovrei ringraziarlo invece di fare tante storie, ma non sono abituata alle persone che mi difendono e che in qualche modo mi aiutano, a parte Janece. Sono solo turbata dal fatto che possa compatirmi e onestamente vorrei fare le cose senza l'aiuto di nessuno.

"Attenta!" Sento le sua braccia attorno alla mia vita fermarmi. "Stavi per sbattere contro un palo." Il suo respiro soffia sul mio collo e io deglutisco scansandomi leggermente.

"Perchè non utilizzi il bastone, Mia?" Chiede ancora vicino a me.

"Perchè non voglio." Taglio corto.

Ho sempre avuto Janece accanto a farmi da accompagnatrice e nemmeno morta lo utilizzo questo stupido bastone.

Lo sento sospirare e la sua mano toccare leggermente la mia fino a tenermela. Sento il familiare bruciore nella pelle e la mia carnagione avvampare. Non fa male il tatto, stranamente, ma mi sento confusa come quando per la prima volta i dottori dissero che non c'era nessuna speranza che io potessi riaquistare la vista.

"Non ti mangerò, tranquilla." Dice accennando ad una risata troppo adorabile per appartenere ad un ragazzo con una voce così roca.

Le mie labbra si piegano involontariamente in un sorriso che cerco subito di reprimere.

Passiamo il tragitto in silenzio e mi faccio trasportare senza dire un'altra parola. Sono rimasta distratta da come la mia mano combacia perfettamente con la sua, dal suo tatto così delicato ma in contrapposizione alla sua pelle ruvida, dal modo in cui stringe la mia mano come se potessi scappare via. Immagino soltanto a come sarebbe stato strano se io potessi vedere e fossimo tranquillamente a passeggiare in una strada come questa. Non sarebbe mai stato possibile; ecco cosa.

"Mia?"

"Che.. Che c'è?" Chiedo distratta.

"Siamo arrivati."

Di già? Sospiro scuotedo la testa. "Ehm, grazie.. per tutto. Non so, non so come avrei fatto senza il tuo aiuto." Perchè diamine sto blaterando?

"Ci vediamo." Afferma e sento il suo calore allontanarsi.

Tasto le mie tasche e cerco di tirare fuori le chiavi. Ogni volta mi scordo di non dover indossare questi skinny, perchè mi recano sempre un sacco di problemi. Quando finalmente riesco a tirarle fuori mi scivolano involontariamente dalle mani. "Merda." Mi esce un profondo sospiro scocciato.

Mi chino per terra e inizio a cercare con le mani, ma sento le chiavi tintinnare di fronte a me e lo stesso calore di qualche minuto fa fare capolino. Mi alzo velocemente e presso le mie labbra.

"Vuoi che ti apra la porta?"

"No, posso fare anche da sola." Questa cosa anche se dovrebbe essere in qualche modo carina mi fa innervosire un sacco, e riesco a percepire un velo di fastidio in più proprio perchè si tratta di lui.

Lo sento sospirare. "Fai che cazzo ti pare, tieni." Mi prende la mano e mi butta le chiavi sopra. Si allontana e io mi giro togliendomi i miei occhiali, finalmente. Non li porto perchè mi fa male il sole o qualcosa del genere, semplicemente non voglio che gli altri si concentrino sui miei occhi privi di vita. Potrei sembrare strabica, anzi, ne so quasi totalmente sicura e queso mi infastidisce troppo.

Infilo la chiave nella serratura e apro la porta. Arthur abbaia e si avvicina velocemente a me strofiando il suo piccolo musetto sulla mia gamba. Mi abbasso alla sua altezza e lo accarezzo. "Proprio oggi che avevo bisogno di te non c'eri" Mi lamento dandogli dei baci.

Prendo il suo guinzaglio e mi faccio guidare verso il microonde. Mamma mi prepara sempre qualcosa prima di andare a lavoro e si cura di lasciarmi tutto il minimo indispensabile o anche le cose più futili a disposizione sul tavolo. Riscaldo la lasagna nel microonde e aspetto prendendo un bicchiere di acqua. Per un attimo mi vengono in mente quegli occhi verdi giada che mi sono immaginata nel tragitto e che non ho la possibilità di vederli veramente. Come saranno nella realtà? Come me li immagino io? L'anno scorso nel New Jersey, dove abitavo prima, con la scuola ci portarono in gita scolastica a vedere una delle più belle lagune del mondo. Le persone continuavano a dire che fosse azzurro, mentre io ricordo benissimo che quel colore andava sullo smeraldo accesso, uno smeraldo che brillava e potevi benissimo specchiartici sopra. Be', Harry ha probabilmente quel colore al posto degli occhi e questa strana sicurezza mi porta a pensare di quanto in realtà i miei pensieri concretizzano cose stupide. Perche diavolo sto pensando a questa cosa?

Il tintinnio di spegnimento mi riporta alla realta, così tiro fuori il mio piatto e mi avvicino al tavolo scostando quello che dovrebbe essere una scatola di biscotti. Mi chiedo ancora perchè mette tutte queste schifezze sul tavolo, tanto non mangerò fino all'ora di cena; o forse nemmeno quello.

Mangio la mia lasagna lasciandone avanzata circa un quarto, bevo un bicchiere d'acqua e vado in bagno a lavarmi velocemente i denti.

Arthur mi accompagna di nuovo in camera mia e approfitto del mio inutile tempo per ascoltare la registrazione di oggi visto che non ho ascoltato una sola parola. Prendo il cellulare e avvio la registrazione ascoltando l'antipatica voce della professoressa e memorizzando ogni parola di quello che dice.

Arthur inizia ad abbaiare e io sospiro mettendo la registrazione in pausa. "Arthur smettila, sto studiando!" Grido ma lui continua ad abbaiare facendomi saltare letteralmente i nervi.

"Arthur!"

"Al tuo cane non vado molto a genio eh?"

Dovevo immaginarmelo. Arthur si comporta così solo quando c'è lui.

"Che diavolo ci fai qui?" Mi alzo dal letto.

"Mi annoiavo" Lo sento distendersi sul mio letto.

"Alzati dal mio letto" Avanzo con troppa sicurezza pretendendo di fare chissà quale mossa per mandarlo via, ma mi fermo giusto quando sento le nostre ginocchia sfiorare. Sospiro in preda ad una crisi di nervi.

"Arthur chiudi quella cazzo di bocca!" Grido con tutte le forze facendolo magicamente smettere di abbaiare. "Vieni qui!" Mi abbasso e lui si avvicina accanto accanto a me obbedendo. Prendo il suo guinzaglio e mi avvicino alla porta facendolo uscire e lasciando Arthur da solo.

"Tu che cavolo ci fai qui?" Chiedo una volta aver chiuso la porta alle mie spalle. Mi accorgo solo adesso di non avere più gli occhiali, così abbasso la testa.

"Te l'ho detto, mi stavo annoiando" Afferma con tono disinvolto.

"Vattene!" Sospiro passando una mano nei miei capelli.

"Cosa stavi facendo prima che venissi qui?" Chiede ignorando completamente la mia richiesta; anzi ordine.

"Stavo cercando di studiare, ma tu e Arthur me lo state impendendo." Metto le mie mani sui fianchi con fare scocciato.

"Perchè hai la testa rivolta in basso?"

Sospiro. "Tu perchè fai così tante domande? Sono io quella che dovrebbe fartele. Ti potrei denunciare, sai?" Alzo la testa e per una volta mi frego dei suoi occhi puntanti sul mio viso.

Lo sento ridacchiare. "Ah si, e perchè?"

"Stai violando la mia privacy. Questa è la seconda volta che ti infili in camera mia passando per il balcone, sempre che ce ne sia uno; ancora questa cosa non mi convince molto." Dico in too altezzoso. Chi si crede di essere? E sopratutto perchè diavolo è sempre fra i piedi?

"Un punto a tuo favore, Leithold. Ma il balcone davanti al tuo c'è, fidati. Ti osservo sempre."

Il mio cuore manca un battito e spero di aver udito male."Che cosa hai detto?"

"Volevo dire che ti vedo bene dalla mia camera." Cerca di correggersi.

"Lo sai che questa cosa è inquietante, vero?" Scuoto la testa e mi avvicino lentamente al bordo del mio letto per sedermi.

"Non dovresti portare quegli occhiali." Osserva facendomi voltare. Sento il suo sguardo bruciare sul mio viso.

"Ho i miei motivi per farlo." Rispondo in modo secco.

"Il medico ti ha detto di farlo o qualcosa del genere?" La sua curiosità non è stranamente fastidiosa come provo solitamente, ma lo trovo alquanto strano. E' da molto che non comunico con una persona, a parte Janece.

"No." Piego la testa di lato. Non riguarda assolutamente i miei occhi, si tratta principalmente di sicurezza. "Preferisco che gli altri non guardino i miei occhi."

"I tuoi occhi solo il tuo punto forte, Mia. Non dovresti nasconderli. Tutti vorrebbero avere i tuoi bellissimi occhi azzurri." Osserva e il sangue inzia pompare sulle mie guance. Sono palesemente arrosita; vaffanculo.

"E i tuoi occhi come sono?" Chiedo spontaneamente senza riuscire a misurare le mie parole prima di averle sonoramente dette.

"Come?" Chiede con tono stupito.

"I tuoi occhi come sono?"

"Un banalissimo verde." Risponde con nonchalance. "Perchè questa domanda?"

Tossisco schiarendo la mia gola. Non gli dirò mai che mi sono fatta fantasie sui suoi occhi, è già imbarazzante anche solo averglielo chiesto.

"No, niente. La mia amica ti ha descritto a me."

"Ah si?" Lo sento ridacchiare. Sono una stupida.

"Non perchè ne sono interessata, sia chiaro. Janece ha una cotta stragrande per te e ha iniziato a farneticare sul tuo aspetto fisico e su quanto sei figo." Enfatizzo le parole in tono molto sarcastico.

"Gentile la tua amica." Picchietta con le dita il lato del letto.

"Tecnicamente per lei molti ragazzi sono belli quindi non so quanto crederle." Le mie labbra si piegano in un sorriso che reprimo pressando le labbra.

"Ah! Troppo tardi, ti ho già vista sorridere." Afferma e mi mordo il labbro inferiore.

"Comunque posso dimostrarti che la tua amica ha ragione."

"No, non puoi." Scuoto la testa.

"Si, invece." Sento il suo calore avvicinarsi e la mia pelle rabbrividere.

"Mia, sono in casa!" La voce di mamma mi fa alzare immediatamente dal letto.

"Vai via." Dico subito in preda al panico. "Harry vattene subito" Sussurro avviciandomi a lui e prendedolo per la sua maglietta per trascinarlo fuori dal balcone.

"Mia?!"

"Merda." Impreco sottovoce.

"Te lo mostrerò, Mia." Sussurra al mio orecchio prima di allontanarsi velocemente dalla mia presa.

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