Faded

By baciami2015

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Dopo una notte, la vita di Mia cambia radicalmente. Dopo un solo secondo tutto il sistema nel quale era abitu... More

Prologo
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
TRAILER YOUTUBE
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
*CARTACEO*
Capitolo 17

Capitolo 1

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By baciami2015

"Mia, ti prego non rendere le cose acora più complicate. Mangia." La voce di mia mamma non è più armoniosa come sei mesi fa.

"Non voglio, non ho fame." Ripondo secca, tastando il tavolo davanti a me per alzarmi.

"Mia.." continua disperamente a pregarmi mamma, ma papà la interrompe. "Lasciala stare Caroline, quando avrà fame tornerà in cucina." La ammonisce col tono.

Papà è sempre stato accondiscendente, forse anche troppo, sin da quando ho avuto l'incidente. So bene che cerca di non farmi perdere la testa e lo apprezzo visto che il peso che mi sento addosso è già troppo per me.

Il mio cane, Arthur mi lecca la gamba e io mi abbasso lentamente per prendere il guinzaglio. Lo afferro e lui mi guida istintivamente verso la mia stanza. E' ironico quando prima di sei mesi fa non volevano assolutamente che mi comprassi un cane perchè secondo mamma non avevamo spazio sufficiente e odia il pelo di cane sparso a giro. Mentre adesso per la mia cecità me ne hanno comprato uno. D'altro canto ho rifiutato categoricamente di portare il bastone, così non hanno avuto altra scelta. E' già addestrato per questo tipo di cose e io mi sono già affezionata tanto che è l'unico probabilmente a capirmi.

Si ferma e mi sposta la gamba destra spingendomi leggermente in avanti. Tasto davanti a me finchè non trovo il letto e mi siedo. Dopo pochi secondi Arthur sale accanto a me e mi mette sulle ginocchia il pigiama. Sorrido, mamma mette sempre il pigiama sopra la sedia cosichè Arthur venga a portarmelo.

Mi svesto rapidamente e lo indosso. Scosto le coperte mi infilo dentro il letto. E' sabato e forse è ancora troppo presto per dormire, ma sono molto stanca per rimanere sveglia a non fare niente, fra l'altro. Il piccolo Arthur si posiziona accanto alle mie gambe e si accovaccia. Accarezzo il suo pelo morbido finchè non cado in un sonno profondo.

La lingua d Arthur mi lecca la guancia facendomi alzare. Non so che ore siano ma non sento nessun rumore nelle altre stanze, probabilmente i miei genitori sono ancora a dormire. Mi stiracchio e lentamente scendo dal mio letto. Il parquet scricchiola sotto i miei passi e con le mani tese davanti a me, raggiungo il bagno. L'acqua è fresca sulla mia pelle e improvvisamente ho bisogno d'aria.

Torno in camera da letto inciampando su quelle che credo fossero un paio di scarpe e prendo i vestiti sulla sedia. Accarezzo il maglione: questo è probabilmente quello rosa che nonna si ostinava a farmi ogni anno; mi manca molto e darei la vita pur di riabbracciarla un solo minuto, ma purtroppo è andata via troppo presto. Indosso i jeans cercando l'etichetta per evitare di indossarli al contrario, come mi successe una settimana fa. Non mi scorderò mai tutte le risatine strafottenti della scuola; ancora mi fa male pensarci.

"Arthur.." lo chiamo e lui si avvicina, mi abbasso prendendogli dalla bocca i miei occhiali neri e prendo il guinzaglio facendomi guidare da lui.

Non sono mai uscita di casa senza avvisare i miei genitori, anche perchè loro vogliono accomagnarmi ovunque io decida di andare. Ma per questa volta voglio stare un po' sola a godermi l'aria fresca.

Apro piano la porta e la richiudo allo stesso modo. Arthur cammina lentamente e io indosso gli occhiali uscendo di casa.

Il vento mi colpisce subito il viso e i capelli facendomi respirare profondamente. Avevo assolutamente bisogno di questo e sono contenta di essermi alzata un po' presto per godermelo. Se ripenso alla mia via prima di ora, mi accorgo che mai ho fatto una cosa del genere; non mi sono mai alzata per prendere un po' d'aria fresca per me e ne sono stranamente contenta. Non riuscirò mai a farci l'abitudine dinanzi a questa situazione, ma poco a poco, col tempo, mi sono accorta che non posso fare altrimenti ed è questa adesso la mia vita, che io lo voglia o no.

Immersa nei miei pensieri, dopo mezz'ora sto per dire a Arthur di tornare indietro. Non vorrei che i miei si preoccupassero, ma mi scontro addosso a un petto cadendo all'indietro. Il mio cuore accellera e i miei occhiali neri cadono. Vorrei recuperarli ma sono spaventata e sto sudando freddo.

"Ma bada a dove guardi" Afferma la voce di un ragazzo in modo molto scocciato. Arthur abbaia forte come quando un giorno, c'era stata una scossa di terremoto e lui ha iniziato ad abbaiare in continuazione.

"Arthur" lo rimprovero e lui continua ad abbaiare.

Cerco di alzarmi ma non prima di tastare per cercare i miei occhiali. Questa situazione sta diventando altamente snervante, non solo non riesco a trovarli, ma mi sono appena scontrata con un ragazzo arrogante e Arthur non ha smesso di abbaiare per un secondo.

"Stai zitto, Arthur!" Grido e una lacrima calda scende sulla mia guancia. La asciugo e rinuncio agli occhiali alzandomi subito e tropo in fretta avendo un leggero giramente di capo.

"Stai bene?" Chiede la voce roca del ragazzo. E' ancora qui?

"Non sono affari tuoi" Abbasso la testa di modo che non capisca il mio problema.

Sbuffa, e sento i suoi passi allontanarsi alle mie spalle lasciando una scia di colonia del suo profumo. Sospiro e Arthur smette finalmente di abbaiare.

"Sei stato fastidioso" lo rimprovero. "Portami subito a casa" Tiro leggermente all'indietro il guinzaglio e lui obbedisce facendo il giro e portandomi da dove sono venuta.

Sono frastornata da questo episodio e per tutto il tempo ho guardato in basso cosicchè nessuno potesse vedermi. Odio i commenti di compassione e odio le risposte dei genitori da parte dei bambini quando innocentemente chiedono cosa io avessi, e perchè guardassi un punto fisso mentre cammino o semplimente mi siedo su una panchina.

Delle lacrime salate scendono dai miei occhi e mi affretto ad asciugarle prima di entrare a casa.

"Eccola" Afferma mia madre rivolgendosi probabilmente a mio padre mentre sento i suoi passi avanzare verso di me.

"Dove sei stata? Perchè non hai avvisato? Non puoi uscire da sola, Mia!" Mi rimprovera mamma aumentando il mio disagio.

"Sono solo stata un po' fuori , inoltre eravate a dormire." Affermo scocciata.

"Sai che non puoi uscire da sola. Perchè hai le guance rosse? Ti è successo qualcosa?'" Odio quando inizia a fare così.

Sospiro e sto per scoppiare a momenti. "Non è successo niente."Dico sperando la smetta.

"Hai almeno mangiato, sei pallida. Non puoi essere cosi irresponsabile Mia, voglio essere avvisata prima che tu decida di fare qualsiaisi cosa."

"Lasciami in pace" Grido ormai al culmine della pazienza.

Mi sposto velocemente e corro in camera con Arthur molto vicino. Chiudo a chiave e mi butto a terra vicino alla porta liberando il mio pianto. Sono patetica, lo so. Mi basta ben poco per entrare nel pallone e solo un'uscita è riuscita a farmi demoralizzare ancora di più.

Non sento Arthur muoversi nella stanza, quindi deduco si sia addormentato da qualche parte della stanza. Mi alzo intenta a chiedere scusa a mia madre ma sento un rumore provenire dalla porta finestra. Mi giro da una parte all'altra e mi concedo solo un altro secondo per confermare se effettivamente c'è qualche ambiguo rumore nella mia stanza. La finestra si chiude e io sto per gridare il nome di Arthur, ma una mano si mette sulla mia bocca impedendomi di urlare.

"Shh" il respiro caldo di una persona e un profumo familiare inondano i miei sensi.

Mi divincolo entrando nel panico ma la persona mi tiene stretta a se impendendomi qualsiaisi movimento. "Stai zitta, altrimenti il tuo cane si sveglia e inizia ad abbaiare." sussurra confermando uno strano pensiero che mi è passato per la testa del fatto che potesse essere il ragazzo di prima.

Annuisco velocemente e lui finalmente mi lascia, mi allontano velocemente. "Che ci fai qui? E chi sei tu?" Respiro velocemente.

"Stai tranquilla, sono solo venuto a riportarti gli occhiali." Dice e io chiudo la bocca. Mi ha seguita?

"Perchè sei entrato dalla finestra come un serial killer?" Mi tocco il petto cercando di calmarmi.

"Abbiamo il balcone esattamente davanti a poca distanza l'uno dall'altra. I miei genitori mi hanno detto che i tuoi non sono tipi molto loquaci quindi ho preferito portarteli da qui." Spiega.

"Ba- balcone? Tu abiti nella casa accanto?" Chiedo sorpresa. Pensavo non ci abitasse nessuno in quella casa.

"Da poco. Ci siamo trasferiti ieri."

Deglutisco e tasto avvicinandomi al mio letto per sedermi.

"Scusami per prima, non sapevo beh, non avevo idea che-" Inizia a parlare molto nervosamente.

"Fossi cieca?" Continuo per lui sentendo il suo disagio anche se non posso vederlo.

"Ci sono abituata, tranquillo" mento, alzando le spalle. "Come ti chiami?" Chiedo meravigliandomi di me stessa. E' da tanto che non parlo con qualcuno, beh precisamente conversare con qualcuno.

"Harry, tu?" Ha una voce abbastanza roca.

"Mia."

"Questi quadri li hai fatti tu?" Posso percepire il suo sguardo pungente squadrare la stanza sotto la mia impotenza.

Annuisco "Si, prima di diventare così." Non so nemmeno perchè gli sto raccontando queste cose.

"Tu-?"

"Mia, stai bene? Chi c'è lì con te?" La voce di mamma fa capolino facendomi sobbalzare da letto. Arthur abbaia improvvisamente e io mi metto una mano sulla fronte.

"Merda" sussurro.

"Ti metto gli occhiali sulla scrivania, ci vediamo Mia." La sua mano si appoggia sulla mia spalla e il suo respiro lo sento così caldo attraversare la mia pelle.

Si allontana e sento la chiusura della porta finestra. "Arthur stai zitto." Grido.

"Si, sto bene mamma." Dico ei avvicino alla porta per girare la chiave.

Apro la porta e lei si avvicina entrando dentro, sicuramente per controllare che non ci sia nessuno. "Ti ho sentita parlare." Mi informa.

"Parlavo con Arthur" la prima scusa plausibile che mi è venuta in mente.

"Volevo chiederti scusa.." cambio argomento- "Avevi ragione a preoccuparti e io ti ho gridato senza motivo." dico e lei si avvicina per abbracciarmi.

"E' tutto apposto." Mi accarezza i miei lunghi capelli biondi.

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Non ce l'ho fatta ad aspettare :')

DATEMI I VOSTRI PARERI. HO ALTRI 3 CAPITOLI PRONTI :)

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