Alison.

Oleh storiesinmymind

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Strappata dalle braccia della madre alcolizzata, Alison si ritroverà a fare i conti con una figura ben più au... Lebih Banyak

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10

Capitolo 9

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Oleh storiesinmymind

"I-io posso spiegarti"
"Mio fratello fa il poliziotto"
Ammise con un timido sorriso, scrollando le spalle.
"Quando ha saputo che uscivo con te si è subito informato e.."
"E sono uscite fuori delle cose che nessuno dovrebbe sapere"
Concluse il riccio, ma la ragazza lo strinse a sè con un gesto istintivo e rassicurante.
"Hai fatto la cosa giusta, Harry. Quell'uomo ti perseguitava"
"Ma l'ho condannato a morte, Barbara. È morto perché la mia vita era più importante della sua!"
"Ascoltami bene"
La ragazza sospirò,  cominciando ad accarezzargli la schiena.
"Era armato, ti stava puntando un coltello contro e se non fosse comparsa la tua guardia del corpo, tu ora non saresti qui. Alison non avrebbe un padre ed io un fidanzato stupendo come te"
Il riccio sorrise.
"Fidanzato?"
Domandò per poi stamparle un casto bacio sulle labbra.
"È così che ti presenterei, sai?"
"Rimani qui per stasera, c'è troppo buio e i tuoi occhi attirerebbero i maniaci a quest'ora"
Barbara rise di gusto, comprendendo i suoi secondi fini.
D'altronde non ci volle molto nel convincerla, era davvero distrutta e guidare fino a casa non era proprio il caso.
Decisero dunque di utilizzare la camera degli ospiti per quella sera, visto che Alison non riusciva ancora a dormire tranquillamente nella sua nuova camera e Gemma sarebbe sicuramente tornata in tarda notte.

Il mattino successivo Barbara si rivestì velocemente nel sentire la sveglia squillare insistentemente. Aveva un appuntamento di lavoro in prima mattinata e il tempo stringeva, così preparò velocemente dei pancakes e dopo aver lasciato un post-it vicino al piatto, si diresse fuori la porta.

Harry invece fu costretto all'interno delle quattro mura tutto il giorno; per fortuna quella sera sarebbero venuti i ragazzi per cena visto che non trascorreva una serata con loro da un po' di tempo, sentiva di meritare del relax soprattutto dopo i capricci di sua figlia.
Non aveva fatto altro che correre su e giù per le scale per tutta la giornata, persino farle il bagno o farla sedere a tavola era diventata un'impresa.
Harry era fermo impalato sotto la rampa di scale da più di venti minuti, con un piattino di carne minuziosamente tagliata tra le mani.
"Non puoi farmi passare questo per una fettina di carne, Alison!"
"Non-la-voglio!"
"Invece te la mangi e sarà meglio che tu ti muova"
"Altrimenti?"
La bambina si strinse le braccia intorno al petto in segno di sfida, osservando il padre dall'alto degli scalini.
"Altrimenti papà prende un'altra bambina, più obbediente e che mangi questa maledettissima e misera fettina di carne"
Concluse a denti stretti, convinto che di lì a poco avrebbe sicuramente gettato il piatto sul pavimento.
"Non è vero"
Affermò dubbiosa.
"Beh se proprio vuoi rischiare.."
Fece per avviarsi verso la cucina ma Alison lo raggiunse da dietro, mostrando la bocca spalancata.
"Brava la mia bambina"

Gemma aveva promesso la sua presenza in casa ma, come suo solito fare, aveva dato buca ad Harry ancora una volta.
"Papà?"
"Mmh?"
"Mi canti Frozen?"
Era steso di fianco accanto a sua figlia, tentando di farla addormentare prima dell'arrivo dei ragazzi.
Sospirò pesantemente, chiedendosi come fosse possibile che dopo tre quarti d'ora passati a leggere le storielle, avesse più sonno lui di lei.
Prese a cantare quella canzoncina di cui oramai conosceva tutte le parole, Alison fece lo stesso prima di stringersi al peluche e socchiudere gli occhi.
Dopo circa dieci minuti, molto silenziosamente Harry raggiunse il piano inferiore, cominciando a mettere ordine.
Louis aveva preteso una copia della chiave di casa di Harry e proprio con questa superò l'ingresso insieme agli altri, sorridendo al riccio.
"Ehi amico"
Entrarono uno dopo l'altro, mostrando le birre e i vari alcolici tra le mani.
Se Harry non poteva partecipare alle feste, avrebbero portato le feste da lui.
"Allora, che si fa?"
"Io propongo di andare a fare un giro"
Harry schioccò un'occhiata a Zayn, alzando le braccia al cielo.
"Ragazzi se volete uscire io lo capisco, non c'è problema"
"Oppure potremmo vedere un Horror. Niall urla come una femminuccia"
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata di assenso. L'irlandese era davvero un fifone quando si parlava di presenze oscure e morti.
"Ho un annuncio da fare"
A queste parole di Liam tutti si zittirono, puntando occhi curiosi su di lui.
"È finita la vodka!"

Pov Harry
Non credevo di poter provare tanto dolore durante il sonno, eppure fu proprio una fitta allo stomaco a farmi spalancare gli occhi di prima mattina.
I ragazzi avevano bevuto molto memo di me, eppure giacevano senza forze sul mio comodo divano.
Tentai di svegliare Louis accanto a me, ma evidentemente non ne voleva proprio sapere.
La cucina era ridotta uno schifo, bicchieri e bottiglie ovunque, cicche di sigarette (ed altro) completamente abbandonate sul pavimento e tutto il piano cucina aveva l'aria di essere appiccicoso e sporco.
Non sarei riuscito a combinare granché senza una doccia rinfrescante, così mi avviai al piano superiore.
Gemma era tornata, sentivo la sua voce provenire dalla mia stanza così mi accostai per sentire meglio.
"Quindi oggi non vado a scuola?"
"No dolcezza, oggi è festa"
"Oh.. E che si fa in queste feste? Si può uscire?"
"Certo che si può uscire, dove vorresti andare?"
"Al mare, zia."
"Va bene, andremo al mare ma solo dopo aver lavato questi piedini puzzolenti"
Udii Alison ridere di gusto per un po' e mi sentii sollevato. Avevo bisogno di una giornata di relax, magari con i ragazzi o con Barbara.
Aprii la porta ed entrambe portarono lo sguardo su di me. Alison mi sorrise come solo lei poteva fare; quella bambina mi riempiva in cuore.
Non so come avrei fatto a lasciarla per sei lunghi mesi, ma il tour era un qualcosa che non potevo evitare.
"Buongiorno ragazze"
"Harry, hai da fare oggi?"
"A dire il vero.."
"Zia ci porta al mare, per favore papà vieni con me"
Scese impacciatamente dal letto per poi correre verso di me e circondarmi le gambe.
Mi inginocchiai alla sua altezza e una forte fitta mi prese alle tempie e allo stomaco, dovevo assolutamente rimettere un po' di quella merda.
Cercai di non farlo a vedere, soprattutto perché Alison mi sorrideva speranzosa battendo i piedi sul pavimento.
"Tanto sei di festa prima del tour, no?" Domandò  Gemma.
"Ehm.. Sì, lo sono ma"
"Perfavore"
Mi gesticolò da lontano, congiungendo le mani a mo' di preghiera.
"E va bene, ma verranno anche i ragazzi"
Alison parve bloccarsi all'improvviso, non facendo altro che guardarmi ad occhi sbarrati.
"V-viene anche Zayn, papà?"
"Perché mi chiedi di Zayn?"
Mi ci volle poco a capirlo perché Alison arrossì sulle guance e sorridendo chinò il capo.
Non potevo crederci, mia figlia aveva una cotta per qualcuno!
Le risatine di Gemma attirarono la mia attenzione.
"No, Ali. Decidi tu"
"Si!"
"Si lo facciamo venire?"
Annuì più di una volta, ed io le sorrisi accarezzandole i capelli.
"Perché ti piace lo zio?"
"È molto bello"
"E papà non lo è?"
"Sì che lo è!"
"Come zio Zayn?"
Parve rifletterci su per qualche secondo prima di stringermi in un abbraccio.
"Tu sei il più bellissimissimo di tutti"
Mi sussurrò e mio cuore perse qualche battito, ma che bella sensazione. Meglio di sentire gli applausi e le urla di gioia dal palcoscenico. Questo batteva tutto.
"Forza, va' a prepararti. Chiedo a Barbara se vuole venire, okay?"
"Barbara?"
Intervenne Gemma, con tono curioso.
"Un'amica mia e Alison"
"Oh"
"Che mi devo mettere papà?"
Stava già frugando tra i miei cassetti, perché dopo il trasloco non ero ancora stato in grado di sistemare gli armadi ed i suoi vestiti  erano mischiati ai miei.
La raggiunsi prima che combinasse qualche guaio ed afferrai la sua salopette di jeans con un cappellino rosa, dopodiché chiamai Gemma.
Sapevo che era tanto indaffarata con il lavoro ma magari avrebbe potuto fare un'eccezione, dopotutto sentivo il bisogno di vederla.
Ci stavo davvero mettendo il cuore stavolta, questo mi spaventava parecchio.

La doccia riuscì bene nel togliermi quel fetido odore di alcool appiccicato al mio corpo, ma non eliminò comunque i postumi.
"Harry!"
Era la stridula voce di mia sorella, odiavo quando urlava così.
"Harry cazzo!"
Afferrai velocemente le chiavi ed il portafogli, li infilai in tasca e la raggiunsi al piano di sotto.
I ragazzi erano miracolosamente svegli, nonostante le loro facce imbambolate lasciassero a desiderare.
"Che vuoi insomma?"
"Alison deve mangiare ma non trovo i suoi benedetti cereali colorati"
"Perché sono finiti"
"Papà non fa mai la spesa"
Cantilenò Ali a mo' di rimprovero.
"Comunque sia, devo andare"
"Come? Non vieni con noi zia?"
"No tesoro, ho appena ottenuto un colloquio come assistente alla commissione d'esami!"
Sembrava alquanto elettrizzata.
"Ed è una buona cosa? Puoi venire a lavorare per noi, mi sono stancato di chiedertelo. Guadagneresti bene"
"Ma io non voglio lavorare per voi, non voglio entrare in mezzo a queste cose"
"Ti sembra una cosa tanto brutta? Perché dalla tua faccia si direbbe di sì!"
"Un giorno te ne renderai conto"

Sbuffai sonoramente, la odiavo delle volte. Aveva sempre criticato il mio lavoro, giudicandomi come una persona orribile. Mica ero un delinquente, accidenti!
"Magari quando perderai l'udienza per il tuo stupidissimo tour! Quando tornerai tra sei mesi potrebbe mancarti qualcosa e a te sembra non importare nulla!"
Ovviamente si riferiva ad Alison che nel frattempo ci ignorava, tentando di creare una paperella con la carta argentata.
"Ma che stronzate dici?"
"Non la leggi, la posta?"
Mi indicò il comò sopra il quale erano poggiate un paio di lettere già scartocciate.

Una di queste era da parte di Mary.
"Ciao Harry,
È davvero strani inviarti una lettera, ma in questo istituto sono proibiti i telefoni se non per le emergenze, a quanto pare.
Non mi permettono di parlare con Alison, dicono che ci sarà un processo per l'affidamento. Ho intenzione di tornare dalla mia patatina il prima possibile, così sarai libero di tornare alla tua vita.
Per fortuna non ci vorrà molto, ho una buona condotta e nel giro di un paio di settimane dovrei esserne fuori, dopotutto hanno capito da che parte gioco.
Prima che tu possa minimamente pensare di tenerti Alison, voglio dirti che non sono una cattiva madre. Lei è tutto per me, è per questo che sono stata costretta a fare cose contro la mia volontà.
Tu non volevi avere nulla a che fare con noi e ci siamo trovate in enormi difficoltà.
Ma non importa, tutto tornerà come prima."
La seconda lettera, invece, stabiliva la data del processo.
E porcatroia, era proprio durante il tour.

Socchiusi gli occhi ed inspirai, ignorando il forte mal di testa.
"Non sono cose che ti riguardano, risolverò tutto da solo"
Afferrai Alison da sotto le braccia e la caricai sul mio petto per poi dirigermi dai ragazzi.
Quella puttana se la poteva anche dimenticare la bambina, non avrei mai permesso a quell'alcolizzata di prendersene cura.
"Harry, noi dobbiamo rimandare, abbiamo tutti bisogno di una doccia"
Disse Liam, prima di schioccare un occhiolino e dare un bacio ad Alison.
"Zayn tu non vieni al mare?"
Chiese lei, fin troppo speranzosa.
"Oh no piccola, magari più tardi"
Li salutammo tutti con la mano e la rassicurai sulla presenza di Barbara, ma non feci in tempo a dirlo che lessi un suo messaggio di qualche minuto prima.
"Ci ha dato buca anche lei..beh, significa che faremo il bagno da soli."

Il tempo non ci permise di bagnarci come avremmo voluto perché tirava un po' di vento, ma era davvero meraviglioso.
Quell'aria di mare, quel suono di nessuno.
Niente paparazzi, niente band, niente sorelle rompipalle.
Solo io e la mia Ali.
"Papà guarda!"
Batteva i piedi sulla riva schizzandomi appena. Temevo che il vento potesse trascinarsela via, o un'onda potesse buttarla giù, così le afferrai la mano tirandola vicino a me.
"Lo sai che i bambini perdono i dentini a sei anni? L'ha detto anche la maestra"
"Già, vengono dei grossi toponi di notte e te li strappano via"
Risi ancor prima di vedere la sua faccia imbronciata.
"Non ha detto così, ma io non voglio togliere i denti"
"E se crescessero più forti e belli di come li hai ora?"
"Anche mamma diceva così"
Questo mi fece venire in mente la lettera di quella mattina.
"Mamma è andata via?"
"Hanno detto che è molto malata e deve curarsi"
"È vero, ma tu rimarrai sempre con me. Potremmo andare in vacanza al mare per tutto il mese in estate, andare al cinema a vedere il nuovo film di Frozen tutte le volte che vuoi e.."
"La mamma mi manca ma io non voglio vedere Tom, mai più"
Non era mica la prima volta che nominava questo Tom e dovevo saperne di più.
"Dimmi, Tom è un amico di mamma?"
"È il suo fidanzato però non è come Barbara, lui è cattivo"
"Ti ha fatto qualcosa, Ali? Se è così devi dirmelo, così io posso proteggerti"
"Portava mamma a lavoro tutti i giorni, anche se lei non voleva. E così io andavo da Barbara o nella sala giochi"
La sala giochi del casinò, sicuramente si riferiva a quella. Che Tom fosse una sorta di pappone? E se avesse costretto Mary a prostituirsi?
Avrei dovuto assumermi le mie responsabilità, portarla via con me ed evitare questi angoscianti ricordi.
Istintivamente sentii il bisogno di avvicinarla al mio petto il più forte possibile.
"Papà ti ama, ma devo dirti una cosa che non ti piacerà amore"
"Te ne vai?"
"Devo partire per un viaggio. Una missione moolto importante che non posso rifiutare. Tu puoi stare con nonna, zia Gemma e Barbara. Cosa ne dici ?"
"No no e no"
Una folata di vento la fece rabbrividire per cui le poggiai la mia giacca di pelle sulle spalle e la sollevai dalla sabbia umida.
"E come vorresti fare?"
"Facciamo che vengo con te, posso nascondermi così quell'orco di Paul non mi vede"
Scoppiai immediatamente a ridere, Paul ed Alison proprio non si sopportavano. Sospettavo che si facessero dispetti a vicenda già largamente pensati e progettati.
"Lui non ti sopporta perché gli fai sempre le linguacce"
"Ma papà lui mi chiama mocciosa"
"È esattamente quello che sei!"

Tornammo a casa intorno alle quattro del pomeriggio dopo aver pranzato fuori. Alison dormiva inerme tra le mie braccia, rendendomi difficile aprire la serratura.
Quando spalancai la porta mi ritrovai proprio Paul, intento in un imbarazzante conversazione con mia sorella.
Mi schiarii la voce ed entrambi voltarono il capo verso di me.
"Harry! Ho provato a chiamarti trenta volte"
"Gemma mi ha detto del problema"
Aggiunse Paul, volgendo un'occhiata a mia figlia.
"Torno subito"
Quella stronzetta di Gemma aveva davvero fatto leggere a Paul quelle maledette lettere? L'avrei uccisa con le mie mani, accidenti!
"Dalla a me"
Si avvicinò e con fare supplichevole  allungò le mani verso di me.
"No! Hai già fatto abbastanza, non credi?"
"Non è come pensi, io volevo risolvere.."
"Fatti i cazzi tuoi, Gemma. Non ne posso più"

Infilai Alison sotto le coperte, pregando mentalmente che non si svegliasse prima di un paio d'ore.
Se l'unica soluzione era annullare il tour e lasciare la band, lo avrei fatto.



N.A.;
Ciao ragazze! Scusate tanto il ritardo, ricordatevi di recensire il capitolo e soprattutto fatemi sapere se lo svolgimento vi piace. Accetto critiche e consigli molto volentieri, un bacio❣

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