Elements: Segreti

By WinterSBlack

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Approfondimenti della trilogia di Elements. Qui troverete storie mai raccontate riguardanti alcuni personaggi... More

Indice
⛰Sullivan
🔥Auguri Mamma
🔥Dodici: Sof
🔥San Valentino
🔥Regalo di compleanno: Nox
🔥Zach: A Natale si ride
🔥Soddisfazioni: Opal
🌊La ragazza senza memoria: Aiden's POV
🌊Incontro con i Geminus. James POV
🌊Sbandato: James's POV
🌊Addio vendetta, benvenuto amore James's POV p. 1
🌊Addio vendetta benvenuto amore James's POV p. 2
🔥Colpe: Nox
🔥Bacio: Jo
🔥Indovina Chi
🔥Una casa senza la casa: Nox
🔥Mi manchi
🔥Il ragazzo che mi vede: Court
🔥James Sharp: Sof
🔥Qualcosa di diverso: Eli
🔥Visite inaspettate: James
🔥Jo: No, ma sì.
🌪Jacklyn
🌪A.U.: Nei panni
🌪In un mondo magico
🌪Halloween
🌎Sophie Chrystal Hunter ID
🌎Joanne Lucy Sharp ID
🌎James Andrew Sharp ID
🌎Aiden Maxwell Ryder ID
🌎Seth Edmund Frost ID
🌎Skyler More ID
🌎Zachary Day ID
🌎Opal Day ID
🌎Lucas Arthur Steel (Nox) ID
🌎Eli Twain ID
🌎Coral Caine ID
🌎Courtney Young ID
🌎Philip Smith ID

🌪Se la B.L.C. non fosse mai esistita...

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By WinterSBlack

Dove sono? È la prima cosa a cui pensai appena aprii gli occhi. Ah, sì... Camera mia. Mi alzai e mi lavai svogliatamente come ogni mattina. Mi preparai e misi la divisa della scuola per poi scendere a fare colazione. Controllai i messaggi sul telefono, notando quello di mia madre.

Sofficina, questo weekend passano nonno Chris e nonna Susan. Non darci buca! Ti vengo a prendere al cancello?

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Non avevo la minima voglia di cenare con i nonni. Raggiunsi la mensa e mi guardai intorno alla ricerca dei miei amici.
«Ehi» salutai i ragazzi riuniti al solito tavolo «Ehi Sof» mi salutò Jo appiccicata di prima mattina al suo ragazzo Seth. «Cos'è quella faccia da funerale?» scherzò Aiden «Lo sapete che di mattina non mi dovete parlare» dissi irritata. «Però il nostro caro Aiden ci prova sempre, vero Aid?» disse Sky allusiva. Il ragazzo si limitò ad alzare le spalle. «Sof... Ti posso parlare in privato?» mi chiese Jo con il telefono in mano. «È così urgente?» mi lamentai guardando con l'acquolina in bocca il tavolo del buffet. Dalla faccia della mia amica capii fosse seria. Sospirai e la seguii mentre ci staccavano dal nostro gruppo. «Senti... Mio fratello torna questo fine settimana» shock. James Sharp sarebbe tornato dal suo viaggio studio all'estero. «E torna per restare... Ha superato a pieni voti l'ultimo esame e dice che non vede l'ora di romperci le scatole...» accennò ad un sorriso. «E io come caspio mi dovrei comportare!» esclamai agitata. «Lo so... È per questo che ti sto parlando... Io... Non sono riuscita a dirgli del tuo incidente... Si sarebbe precipitato qui e avrebbe mandato all'aria gli ultimi quattro anni di studio...» disse nervosa la mia amica.
Forse esigete delle informazioni. Io, Sophie Hunter, abitante di San Francisco, frequento la Marcey Academy, una scuola privata della città. Sono nata e cresciuta in questa città e Joanne e James Sharp sono stati i miei migliori amici fin dall'infanzia. Non abitavano lontano da casa mia e le nostre madri erano grandi amiche fin da giovani, giacché hanno frequentato entrambe la nostra stessa Accademia. Quindi era inevitabile che diventassi amica dei due fratelli. James però partì per l'estero a studiare arte all'età tredici anni, tornando soltanto per i giorni festivi. Ma nell'ultimo anno non è potuto ritornare per via degli esami finali, i più importanti. Sarei dovuta essere felice del suo ritorno, rivedere il mio migliore amico dopo 365 giorni... Ed invece non lo ero. Circa dieci mesi prima, ebbi un'incidente stradale ed al risveglio non ricordavo gran parte della mia vita. Avevo perso la memoria, ricordando solamente il mio nome. Passai mesi in terapia e nel frattempo tutti i miei amici mi vennero a trovare, diventando presto delle facce conosciute. Tutte tranne uno. Jo non aveva detto al fratello del mio incidente e quindi lui non sapeva che avevo dimenticato tutto di lui. Sapevo com'era fatto per via delle foto e i miei e i suoi genitori mi hanno raccontato alcuni aneddoti del passato... Ma non potevo dire di conoscerlo. Per me era uno sconosciuto. «Non puoi fingere di ricordarti di lui? Ci rimarrebbe malissimo e...» iniziò la mia amica «Ma mi prendi in giro?! Prima o poi glielo dobbiamo dire!» esclamai. Jo rimase in silenzio e iniziò a tamburellare le dita smaltate sul telefono «Vieni con me a prenderlo all'aeroporto. Vediamo come va» disse lei. Annuii riluttante.

«Di cosa confabulate a colazione?» mi chiese Aiden a lezione di chimica. «James sta per tornare e... Non so come comportarmi» gli risposi. Aiden serrò la mascella. «Quindi sta per tornare...» mormorò il ragazzo. Lo guardai incuriosita dal cambiamento nel tono della voce. Aiden è sempre stato un ragazzo estremamente gentile e dolce, oltre ad essere bellissimo in una maniera vergognosa. Era strano vederlo... Arrabbiato. Perché è arrabbiato? «Ho detto qualcosa che non va?» lui mi guardò e sorrise raggiante, con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere persino il sole. «No, tranquilla. Piuttosto hai da fare questo weekend? Volevo andare ad acquistare un nuovo obiettivo per la mia adorata Canon, potresti venire con me» mi chiese «Mi spiace Aid, dovrei accompagnare Jo a prendere suo fratello all'aeroporto e alla sera ho la cena con i miei nonni materni.» affermai affranta. «potresti chiedere a Aylen. Credo sia cotta di te» gli feci l'occhiolino divertita. Nonostante Aiden sia un ragazzo incredibilmente sexy ed affascinante non era il mio tipo. Non capivo perché a scuola lo associassero sempre come mio ragazzo. «Sì ma... Sof» A quel punto suonò la campanella di fine lezione.

Giunse il giorno tanto atteso e avvertii mia madre che James sarebbe venuto a cena. La donna ne fu entusiasta e ancora di più mio padre. Quell'uomo provava una profonda adorazione verso il mio presunto migliore amico.
«La pianti di tamburellare le dita sul volante?» sbottai mentre attendevamo davanti ad un semaforo rosso. «La pianti di sembrare Bellatrix Lestrange?» replicò lei. «Allora capisci che ho una gran voglia di Cruciarti!» esclamai. Ci guardammo poi scoppiammo a ridere. «Siamo entrambe nervose per il suo arrivo» mormorai. «Mmm» fece lei. Ormai eravamo nei pressi del parcheggio. Entrammo in aeroporto realizzando di essere entrambe in ritardo. Lui sicuramente era già arrivato. Il telefono di Jo squillò e lei rispose «Siccome sapevo che sareste arrivate in ritardo mi sono concesso il lusso di aspettarvi al bar. Al primo piano. Muovetevi» «Oh, siamo lì tra qualche minuto. Non muoverti!» esclamò la sorella. Il ragazzo attaccò. Raggiungemmo il bar indicato ma del fratello della mia amica, nessuna traccia. Jo, furiosa richiamò suo fratello. «Non ti avevo detto di non muoverti?!» esclamò lei. «Sai... Ho pensato fosse divertente se mi cercaste.» sentii dire «Giuro Jase che ti odio quando fai così!» esclamò Jo. «suggerimento... Vi vedo» disse lui ignorandoci. Entrambe ci guardammo intorno ma vedevamo solamente tanta gente che si trascinavano in giro le loro valigie. «Ci conviene separarci e cercarlo.» suggerii esasperata. Ma che razza di giochetto stupidi faceva? Eravamo tornati alle elementari? Jo annuì e dalla sua faccia capii che la pensava allo stesso modo. Lo cercammo in lungo e in largo finché io ormai stufa, mi fermai davanti ad una macchinetta a prendere una bottiglietta d'acqua. La bottiglietta cadde ma prima di riuscire ad infilare la mano per prelevarla, venni spinta via e un tizio mi rubò la bottiglia. «Posso rubarti la bottiglia? Niente di personale» disse. «Ma cosa... Non puoi chiedere ad una persona se puoi rubarle la bottiglia!» esclamai voltandomi verso l'interlocutore. «Hai ragione. Si fa e basta.». Era un ragazzo alto con i capelli scompigliati ad arte che portava una giacca di pelle nera sopra una maglia chiara e jeans strappati. Ai piedi scuri anfibi rovinati ad arte come i capelli. Il ragazzo aprì la bottiglia e bevve un sorso d'acqua con tanto di verso di apprezzamento. «James» sussurrai scioccata. Lo riconoscevo dalle foto... Ma dal vero... Beh, le foto non rendevano il suo... Magnetismo? Fascino? Sexxaggine? James mi dedicò un mezzo sorriso che fece comparire una fossetta sulla guancia sinistra. Poi prima che me ne accorgessi sentii il tonfo della bottiglia cadere, versando tutta l'acqua, la mia schiena contro il distributore delle macchinette, le sue mani sui miei fianchi e le sue labbra sulle mie. Inaspettatamente io stessa ricambiai il bacio... E che bacio accidenti! Assaporai le labbra e l'essenza di un completo sconosciuto e infilai le dita tra i suoi capelli in un gesto automatico. «Dio Fi... Quanto mi sei mancata» sussurrò prima di avventarsi di nuovo su di me. Quelle parole mi portarono alla ragione. Che diavolo sto facendo?! Lo spinsi via delicatamente. «Tu... » mormorai a corto di fiato. «Sì, ho fatto questo stupido gioco solo per poter rimanere soli. Chissà quando ti avrei potuta baciare sennò» sorrise sulle mie labbra. Oddei dell'Olimpo! Stavamo insieme? «Ehi... Tutto okay? Ti vedo strana» mi chiese accarezzandomi la guancia. Merda... E adesso? Cosa faccio? Cosa dico? Fortunatamente il suo cellulare prese a squillare. «Ora basta! Dove cazzo sei?!» sentimmo la voce di Jo gridare. «Non ti preoccupare Joy, Fi mi ha trovato» mi fece l'occhiolino. «Cosa?! Dove siete?!» esclamò lei agitata «Oh, calmati! Vai alla macchina, noi ti raggiungiamo.» fece lui tranquillissimo «Passami Sof, Jase!» «Perché?» «Tu passamela!» James alzò gli occhi al cielo e mi passò il telefono. Lo presi senza smettere di guardare quegli occhi verde mare e mi portai il telefono all'orecchio, allontanandomi di qualche passo in modo che lui non potesse sentire. «Oh, miei Dei Sof! È tutto okay...?» «Sì, tranquilla tu va in macchina, noi ti raggiungiamo.» la salutai prima di terminare la chiamata e passare il telefono al ragazzo. «Andiamo?» gli sorrisi. Lui ricambiò, recuperò il borsone e la valigia e mi seguì verso il parcheggio. «Perché non mi hai mai chiamato negli ultimi tempi? Sentire solamente i passaparola di Joy non è come parlare con te» mi chiese ad un tratto. «Non volevo... Distrarti dagli studi...» dissi in tremendo imbarazzo. Lui rise «Sì, saresti stata una grossa distrazione.» mi attirò a lui, stringendomi la mano. «Ho pensato che dopo quella sera... Non volessi più avere nulla a che fare con me.» mi sussurrò all'orecchio. Oh, merda... Quella sera? Quale sera? Ma sono vergine? «O peggio ancora, che Ryder alla fine avesse fatto breccia. Ma è una cosa impossibile. Chi preferirebbe lui a me?» mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Arrossii di botto.
Finalmente raggiungemmo l'auto e lui mi lasciò la mano. A quanto pare nessuno sapeva di noi due e questo rendeva le cose ancora più complicate di quanto non fossero. «Jase!» Jo saltò in braccio al fratello e gli scoccò un bacio sulla guancia. «Quanto mi sei mancato!» esclamò la ragazza «Anche tu scimmietta, ora staccati però» rise lui. In auto James si sedette al posto del passeggero lasciando la sorella alla guida «Cerca di non ammazzarci. Non sono sicuro con una neopatentata al volante.» prese in giro Joy «Ah, ah. Guarda che sono bravissima» replicò la ragazza.
I fratelli chiacchierarono del più e del meno per tutto il viaggio. «Perché te ne stai zitta zitta Fi?» chiese all'improvviso il ragazzo guardandomi dallo specchio retrovisore. «Vi lascio godere il momento fratello e sorella, James» dissi senza pensarci. Il ragazzo inarcò un sopracciglio, ma a quel punto eravamo già arrivati a casa dei ragazzi. Scendemmo dalla macchina e il ragazzo fu accolto con gran calore da una donna bionda bellissima. Allison Sharp. Madre dei due fratelli. «Il mio ometto!» esclamò questa stampandogli un bacio sulla guancia. «Mamma, ho diciassette anni» replicò questo alzando gli occhi al cielo. Jo mi raggiunse. «Ti avevo detto che lo chiamavi Jay! Tu sei l'unica che lo chiama Jay assieme a mia madre!» mi rimproverò. Ma come potevo chiamarlo per diminutivi se nemmeno lo conoscevo? Chiamarsi per diminutivi è segno di grande confidenza e io... Sarebbe stato imbarazzante! «Ma guarda un po' chi è tornato! Hola chico!» esclamò il loro vicino di casa «Signor Santos! È bello rivederla, come sta Diego?» chiese educatamente questo «Argh, quello scansafatiche è sempre in giro con gli amici, ormai non so più che fare con lui! Fosse più come te! Studente impeccabile mi dicono.» James rise «Dice bene signor Santos. Impeccabile e il migliore in tutto!» esclamò «Figliolo, sempre modesto vedo con piacere» rise l'uomo gigante. «Vado a finire di tagliare l'erba. Bentornato chico» esclamò questo salutandolo. «È tornato James?» esclamò una donna dal fondo della strada. Jo si irrigidì riconoscendo la donna «Signora Frost!» esclamò il ragazzo andando ad abbracciarla «Diventa ogni giorno più bella» si complimentò questo. «Impertinente come sempre!» esclamò questa ancora con la borsa della spesa in mano. «Ellen hai già tuo figlio Seth da coccolare! Lasciami godere mio figlio!» esclamò Allison salutando la donna. «Quale figlio! Quel ragazzo non mi parla mai! Non è nemmeno tornato per il weekend dell'Accademia. Vorrei fosse affettuoso come il tuo.» Che io sappia Seth Frost, il ragazzo di Jo, si comportava in modo affettuoso e gentile solamente con la suddetta ragazza. Non riuscivo proprio a immaginarmelo come un figlio dolcissimo che abbracciava la madre. «È stato un piacere vederti. Passate ogni tanto da me! Edmund ne sarebbe felice. Ovviamente l'invito è esteso anche a Sophie e Joanne» ci sorrise benevola la donna. «Sì! Accettiamo con piacere» squittì la ragazza al mio fianco facendomi ridacchiare. Ellen Frost ci salutò e finalmente potemmo entrare in casa Sharp. «Mamma, gli Hunter mi hanno invitato a cena oggi. Lo so che vorresti goderti il tuo splendido figlio, ma pensa, ti levo dai piedi anche Joy e potrai passare del tempo con papà» le fece l'occhiolino James. «Ma sentilo!» esclamò la donna colpendolo dietro la nuca. Ne ricevette un altro dalla sorella. «Ehi!» esclamò questo. «Ho sentito del trambusto qui!» dalla porta d'ingresso entrò un uomo dai capelli castani scuri e occhi del medesimo colore. «Papà!» James andò ad abbracciare il padre «Sei ingrassato!» fece il ragazzo «Mi sa che mio figlio abbia bisogno di un oculista, non ha notato che suo padre ha iniziato a fare palestra!» esclamò Noah Sharp. Tutta la famiglia rise facendomi sentire di troppo in quel quadro perfetto. James mi notò e mi raggiunse mettendomi un braccio attorno alle spalle. «Mamma, papà, è stato un piacere rivedervi, ma c'è molta altra gente che desidera salutarmi, a casa Hunter mi aspettano. Divertitevi senza i vostri figli impiccioni.» iniziò a trascinare me e Jo fuori casa. «Ma tesoro, non hai nemmeno portato le valigie in camera tua!» esclamò la madre «Lo farò al ritorno!» replicò questo.

Giungemmo in fretta a casa mia. Appena James entrò venne assalito dalla mia sorellina Lettie «Sei tornato Jase!» esclamò la piccola «Sì, piccola peste! Vuoi farmi entrare o devo rimare fuori casa?» scherzò questo. «Certo che puoi entrare! Mamma ha preparato una super cena!» esclamò la piccola. Mia madre salutò con gran calore il ragazzo. «Sei mancato a tutti James!» esclamò dandogli un buffetto sulla guancia «Anche tutti sono mancati a me, Theresa» rise lui facendole l'occhiolino. Quando anche mio padre tornò dal lavoro ci fu un vero trambusto. Mio padre adorava veramente James. «Sì, Silas è andato benissimo il viaggio» stava ridendo James sul divano con una birra in mano assieme a papà. James era integrato benissimo nel mio mondo. Lo adoravano tutti e lui adorava tutti. Io ero l'unica che non sapesse chi fosse. Mi sentii un'aliena catapultata da un altro mondo parallelo. Non c'entravo niente con tutto ciò. Suonarono al campanello ed andai ad aprire. Alla porta c'erano i miei nonni materni. «Nonna Sue! Nonno Chris!» esclamai abbracciandoli. «Come sta la mia bellissima nipotina?» chiese la bellissima donna che avevo per nonna. «Benissimo nonna.» «Ho sentito che c'è James!» esclamò la donna entrando «Sarai felice» mi fece l'occhiolino «Io... Nonna!» esclamai facendola ridere. «Sue sei incorreggibile» fece nonno Chris in tutta la sua eleganza in giacca e cravatta. Nonno Chris era a capo di un'impresa farmaceutica di gran valore e da quello che avevo capito era l'unico che non idolatrava James.
Ci sedemmo tutti a tavola mentre mia madre iniziava a portare le sue super portate «Adoro il tuo cibo Theresa» fece James. «Sono felice che tu apprezzi» sorrise mia madre. A tavola venimmo intrattenuti da James e dalle domande di mio padre sul suo periodo scolastico all'estero. «Sì, ho conosciuto molte persone simpatiche. Il mio compagno di stanza si chiamava Lucas Steel, viene come me dai Stati Uniti. È un tipo strano e molto Hippie. È stato l'unico assieme a me ad aver superato a pieni voti l'esame. C'erano molti americani in realtà. Ho conosciuto anche due gemelli molto simpatici. Si chiamano Zach e Opal.» raccontò «Ma smettiamo la parlare di me. Qui cosa è successo di nuovo?» chiese il ragazzo. «A parte l'incidente stradale in cui la mia nipote maggiore ha rischiato di morire, niente. Non che tu ti sia degnato di venirla a trovare. Meno male che le volevi molto bene.» fece nonno Chris tagliente come il coltello con cui stava affettando la carne sul piatto. «Papà!» esclamò scioccata mia madre. Mi paralizzai a quelle parole e guardai di sottecchi il ragazzo. «Incidente? Quale incidente?» chiese lui. «Non l'hai saputo?» chiese mio padre stupito «Mia figlia ha avuto un incidente stradale dieci mesi fa. Ha perso la memoria e la stiamo aiutando ad ambientarsi alla sua famiglia, alla sua vita.» James mi guardò in cerca di spiegazioni ma io distolsi lo sguardo. «Perché non ne sapevo niente?!» esclamò «Jase... Calmati» cercò di convincerla sua sorella. «Quindi non ti ricordi di me Fi? Per questo che mi hai evitato per un anno?» sentivo il suo sguardo addosso ma mi ostinai a non guardarlo. «Jase...» «E tu? Che facevi finta che fosse tutto a posto quando ti facevo domande?» se la prese con la sorella. «Non volevo che abbandonassi tutto... La scuola... Hai sacrificato così tanto e...» iniziò a spiegare la ragazza «Ma chi se ne frega! Sophie era in ospedale! Stava per morire e aveva bisogno di me!» gridò. «Basta!» esclamai alzandomi. «Ormai è passato! Che senso ha gridare ora! Non ci sei stato, punto. Non è la fine del mondo. Ti brucia solamente perché non mi ricordo di te!» esclamai. Realizzai di avere gli occhi di tutti addosso e abbassai lo sguardo. «Scusate» mormorai. Scappai in camera mia e appena toccai il letto mi misi a piangere. Qualcuno bussò alla porta ma entrò senza ottenere il permesso. «Lo so mamma. Sono stata una stronza» mormorai. «No. Sono io. E sì, sei stata una stronza» sentii la voce di James dire. Mi alzai di scatto. «Scusami» dissi. Il ragazzo scosse la testa «Scusami tu. Per non esserti stato accanto quando avevi più bisogno» mormorò. Si avvicinò alla mia libreria e accarezzò il dorso delle copertine come facevo sempre io prima di dormire. «Quindi... Non ti ricordi veramente niente?» chiese senza guardarmi. Scossi la testa «No. Mi spiace. E oggi... Sai all'aeroporto...» «Ti sarò sembrato un maniaco presumo» ridacchiò. «Uhm... Sì... Cioè no. È stato bello, cioè sì, baci bene... Oddio che sto farneticando?!» esclamai coprendomi la faccia con entrambe le mani. Lui mi spostò le mani per potermi vedere il volto. Portò le dita al mio mento per spostarlo verso il l'alto, obbligandomi ad incrociare lo sguardo sul suo. «Ascolta Sophie. Ora sarò anche uno sconosciuto per te. Ma giuro che entrerò di nuovo a far parte della tua vita.» disse serio. «Non te lo ricordi, ma l'ultima volta che sono stato qui... Insomma... Io mi ero dichiarato e...» «Sì, l'avevo intuito» lo interruppi. Lui rise. «Tranquilla, non ti obbligherò a diventare la mia ragazza. Non avevamo nemmeno ufficializzato niente» fece lui. «Ma... Io ti riconquisterò» mi disse serio. «Mi conoscerai di nuovo e ti farò innamorare di me. Un'altra volta» sussurrò determinato. «È una promessa Fi».

Angolo Autrice

Gente! Cari Imperium! Che ne pensate? Non so, stamattina mi sono svegliata con questa idea in testa e ho pensato che vi sarebbe piaciuto vedere come sarebbe la loro vita senza la B.L.C. È stato stranissimo scriverlo! 😂

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