Bleecker Street. || Larry Sty...

By xjorisback

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Bleecker Street, dove un negozio di fiori in cui un giovane di nome Harry lavora e un negozio di tatuaggi in... More

Fiorellino.
Alcool e famiglia.
Diana.
Bollenti spiriti e pensieri poco casti.
Confessioni e vista laser.
"Buonanotte Fiorellino."
Harry dove sei?
Noah e Josh.
"..a mentire sono bravissimo."
"Diciotto cazzo di anni."
Lo zaino.
Louis la furia Tomlinson.
Pelle contro pelle.
Single.
Zayn Malik.
"Pezzo di cretino."
Tatuaggio.
'Quel qualcosa'.
Buon Compleanno.
Distrutto.
Come un palazzo.
Il viaggio.
La fine.
Epilogo.
La lettera.
Guess who's back

Flashback.

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By xjorisback

A Francesca,
Grazie per tutto il tuo aiuto.
Ti amiamo.

Vi ricordiamo la nostra altra storia 'The A-Team'.




"E tu che diavolo ci fai qui?" chiese il biondo mentre camminava tranquillo sul marciapiede all'uscita della proprietà di Tomlinson.

"Non posso farmi un tatuaggio?" chiese la ragazza, sorridendogli e buttandosi indietro i lunghi capelli corvini.

"Stai scherzando." disse Niall, cambiando direzione e seguendo la ragazza fino alla sua entrata nel negozio, dove la prese per un braccio.

"Tra tutti i negozi hai scelto proprio questo." continuò il biondo, stringendole il braccio e sapendo esattamente dove volesse andare a parare.

"Mi hanno riferito che lavorano bene." sorrise ancora Alaska, tirando via il suo arto dalla morsa dell'altro che aggrottò la fronte.

"Non ti azzardare a farlo." la minacciò Horan, stringendo gli occhi a due fessure.

"A fare cosa? So che mi nascondi qualcosa e se devo parlare con il tanto famigerato Tomlinson per avere delle risposte, beh puoi scommetterci che lo farò. Stupido idiota." finì il discorso la mora, facendo ingoiare un groppo di saliva al povero Niall.

"Sarebbe lei quella che deve picchiarmi?" chiese confuso Louis mentre mostrava la testa dal suo studio dopo aver sentito il rumore della porta aprirsi.

"No, coglione." rispose inacidito Niall, seguendo la ragazza che si muoveva sicura verso il castano.

"Mi chiamo Alaska e vorrei che tu mi facessi un tatuaggio." disse lei tendendogli la mano e facendo risplendere i suoi occhioni azzurri.

"Tomlinson." rispose Louis aggrottando la fronte e non ricambiando quell'invito a stringerle la mano.

"Allora, questo tatuaggio?" chiese lei, per niente infastidita dal gesto.

"Io ho un fottuto lavoro, Horan. Non mi importa se qualche tua amichetta ha bisogno dei miei servizi." disse il castano portandosi le dita al mento e facendo finta di pensarci su.

"Oh, ma smettila e accontentala." sbuffò Niall facendo sorridere Louis, il quale capì che c'era qualcosa sotto tutta quella scena.

Louis non rispose, semplicemente fece segno alla ragazza di avvicinarsi e facendole un muto invito a farla entrare nel suo studio.

Gli occhi di Alaska si aprirono ancora di più mentre il castano preparava la sua attrezzatura.

"Wow." si lasciò sfuggire la ragazza mentre eliminava mentalmente dalla sua lista 'Farsi un tatuaggio'.

"Manchi tu per questa cosa." disse lei rivolgendosi a Niall che sbuffò ancora sapendo esattamente a cosa lei si stesse rivolgendo.

E le aveva dato corda per troppe altre pazzie in cui si era ritrovato complice, ma cosa poteva farci. Era rimasto affascinato da quella folle.

"A cosa pensavi, esattamente, amichetta di Horan?" chiese Louis, dopo aver indossato i guanti azzurri che usava per lavorare e aver preso una matita in mano.

Certo, non aveva le doti straordinarie di cui faceva uso Liam, ma qualche schizzo poteva farlo anche lui.

"Una semplicissima V sul polso, senza nessun decoro e altre cazzate." disse Alaska, ignorando il nomignolo del ragazzo, prendendo l'iniziativa e sedendosi sul lettino in cui alcuni minuti prima Louis aveva sperimentato qualcosa di nuovo.

Forse ci pensò anche Niall che tirò fuori un lamento disgustato.

Louis, intanto aveva gettato il quadernino in cui i suoi scarabocchi venivano segnati e sparì qualche secondo per copiare sulla velina quella consonante.

"Vuoi davvero farlo?" chiese il biondo che si era appoggiato con la schiena al grande bancone dello studio, con le braccia incrociate.

"Certamente." rispose quella accarezzandosi il polso destro.

"Virginia ti ucciderà." rispose semplicemente l'altro, scuotendo la testa.

"Nessuno è mai morto per un tatuaggio, Horan." si intromise Louis, tornando dopo aver concluso il suo compito.

"Louis ha ragione." sorrise soddisfatta Alaska.

"Tu sai il mio nome, ma non mi sorprendo più ormai-"
"-E' un vero rompipalle." aggiunse poi puntando col pollice Niall.

"Non parlarmene. Ho saputo che abita da te, adesso. Non immagino la rottura." disse la ragazza sorridendogli.

"Lascia la sua cazzo di roba dappertutto. E' peggio di un fottuto bambino." commentò alzando gli occhi al cielo Louis e facendo ripetere il gesto al biondo che stava in disparte.

Dopo aver appoggiato la velina sul suo polso, Louis si sedette sul suo sgabello e fece una leggera pressione per imprimere il disegno.

"Va bene così?" chiese in seguito, dopo aver tolto la carta, mostrandole la lettera.

"Benissimo." sorrise quella, muovendo il braccio e guardando da diverse angolazioni.

"Mi piace." aggiunse poi, ampliando il sorriso.

"Sorridi troppo, ragazza." disse Tomlinson infastidito, ma non realmente, accendendo la sua macchinetta nera e dando il via al tatuaggio.

Alaska ebbe un piccolo spasmo dovuto all'estraneità di quel dolore ma dopo alcuni istanti si abituò, sentendo solo un legger pizzicore.

"Niall ti ha parlato di me?" chiese incuriosito Louis mentre tirava fuori la lingua per concentrarsi sui movimenti giusti da fare.

"Non molto, solo quando il tuo nome era seguito da vari insulti." rispose la ragazza completamente onesta, ridendo appena.

"Prevedibile." commentò il castano a metà dell'opera.

"So che segretamente ha una cotta per me." disse, facendo ridere di gusto la mora che dovette contenersi per non agitarsi troppo.

"Ma smettila." sbuffò Niall infastidito dalla situazione in generale.

"Anch'io penso che abbia una cotta per me." sussurrò Alaska divertita mentre Louis sorrise, lcompletando il semplice tatuaggio in pochi minuti.

"Beh, sarebbe uno stupido a non averla." le fece l'occhiolino sotto lo sguardo disgustato di Niall.

"Beata la ragazza che ti piace." rispose Alaska cambiando argomento e facendo spostare il discorso sul castano.

"Ragazzo." commentò lui sovrappensiero togliendosi i guanti sporchi di nero e gettandoli nel cestino.

"I migliori sono sempre gay." fece una smorfia la ragazza, dopo uno sbuffo.

Si alzò dal lettino per mostrare il tatuaggio al biondo che non poté fare altro che sorridere alla vista della mora così in estasi.

"Spero tu ne sia felice, Alaska." commentò alzando gli occhi al cielo, Niall.

"Molto, Niall." rispose lei sorridente mentre si guardava il braccio contenta. Virginia l'avrebbe sicuramente uccisa ma ne sarebbe stata felice.

"Hai detto Alaska?" chiese Louis dopo essersi ripreso dai suoi pensieri, rimanendo seduto.

"Il tuo nome mi è familiare ma non riesco a capire perché." continuò pensieroso.

"Magari sei venuto nel mio bar, qualche volta. Qui a Bleecker Street."
Il castano fece per pensarci su ma l'urlo del suo migliore amico interruppe la situazione.

"Ho deciso di farlo oggi!" disse con un volume alto mentre entrava nello studio con due bicchieri di caffe in mano.

"Oh, c'è Niall." salutò con la mano libera e fece lo stesso con la ragazza che ricambiò sorridente.

"Ci mancava solo l'hippie." commentò il biondo sbuffando e ricevendo una gomitata da parte di Alaska.

"Piacere, Liam." disse lui sorridendole e porgendogli la mano, stretta che fu ricambiata dalle esili mani della ragazza.

Dopo quel saluto, Niall sbatté le mani tra di loro "E' arrivato il momento di andarcene."

"Non prima di aver messo la pellicola protettiva." disse Louis, sempre attento a completare al meglio il suo lavoro; prendendo dal cassetto sotto al suo bancone una delle tante pellicole.

Fasciò il polso della ragazza attentamente e con un "Attenta a non farci troppi movimenti." la congedò.

"Una v? E' l'iniziale di qualcuno di importante?" chiese curioso Liam, porgendo a Louis il suo caffè.

"Sei andato da Starbucks? E io dovrei bere questo schifo?" chiese facendo una faccia disgustata.

"Sì, c'è anche scritto il tuo nome." disse Liam con gli occhi brillanti.

'Sembrano l'uno l'anima gemella dell'altro' pensava intanto Niall, pensando alla ragazza che guardava i due divertita.

"C'è una faccina felice vicino il mio nome. Io non sono felice." ammise Louis, spostandosi in salotto e togliendo l'etichetta col suo nome sopra dal bicchiere e buttandolo nel cestino.

Sbuffò Liam, alzando gli occhi e poi ricordandosi della domanda che aveva posto alla ragazza e sembrò ricordarselo anche lei.

"Per mia sorella. Si chiama Virginia." sorrise, ricevendo un sorriso da parte sua.

Liam aveva sempre desiderato un fratello, ma da quello che si ricordava non ne aveva mai avuto uno e la cosa gli fece venire in mente altro.

"Louis!" urlò attirando l'attenzione dell'amico.

"Ho deciso che voglio farlo stasera. Il compleanno." continuò, ricevendo un "Cosa?" sbalordito da Louis.

"A proposito." disse poi, ricordandosi nuovamente di altro. "Sapete qualcosa di nuovo su Zayn?"

"No." Ringhiò il tatuatore. "Perché questa sera?" continuò.

Liam scrollò semplicemente le spalle rispondendo silenziosamente all'amico.

Bevve un piccolo sorso del suo cappuccino ancora troppo caldo, mentre il silenzio calava nella stanza.

"Zayn?" chiese Alaska con gli occhi sgranati. "Malik?" chiese ancora.

"Sì. Lo conosci?" chiese sospettoso Louis.

"Oddio, minaccia anche te?" chiese preoccupato Liam, posando il bicchiere sul bancone e avvicinandosi alla ragazza.

Niall lo minacciò in silenzio con uno sguardo agghiacciante a tal punto da fargli fare due passi in dietro e solo allora Liam capì che Alaska era circondata da una trasparente bolla protettiva di Niall Horan.

"No. Cristo no, certo che no." Si ritrovò a dover dire la ragazza, scuotendo convinta la testa "Perché non me lo hai detto?" continuò tranquilla verso Niall.

Era sicuro che se fossero stati da un'altra parte, solo lui e lei, Alaska non si sarebbe risparmiata di sbraitare.

Niall sapeva che quella tranquillità non era un buon segno.

"Alaska." La chiamo. "Andiamo."

"Guai in paradiso?" commentò Louis,  ricordandosi delle parole dette dal biondo a lui stesso qualche settima fa; la sera della recita in cui Harry pretendeva di andare a quella stupida festicciola e anche la sera in cui era successo tutto.

'Dovrei and-" Harry cercò di parlare, ma venne interrotto da Louis la furia Tomlinson che senza aspettare la fine della frase disse "Ho capito! Ma non ci andrai."

Niall, che per tutto quel tempo era rimasto a fissarli, si fece sfuggire una risata.

"Guai in paradiso?" chiese il biondo con tono provocatorio quanto divertito.

"Coglione." Ringhiò Niall una volta accorto che la figura della ragazza non era più accanto a lui.

Lo sbattere della porta risvegliò Liam che sembrava essere nel suo piccolo mondo.
"Niall." lo chiamo, quando si accorse che l'ormai coinquilino stesse uscendo dal negozio.

"Che c'è?" Urlò infastidito il biondo, tra lo sghignazzare di Tomlinson.

"Stasera ci sarai anche tu? Al compleanno intendo, puoi invitare anche lei, se vuoi."

"No." Sputò velenoso uscendo dal negozio.

***

"Ha detto 'no'. Lo ha seriamente detto?" chiese Liam più a se stesso che ad altri.

"Liam, smettila." Disse stremato il tatuatore.

"Ma lui ha-" "Liam." Lo richiamo Louis interrompendolo. "Invitiamo anche Harry?" chiese speranzoso.

Liam sospirò e sorrise annuendo, poi iniziò a disegnare.

'Stasera sei invitato. Alle 21 pronto che ti vengo a prendere a casa.', digitò velocemente Louis, alzandosi dal divano.

"Alzati Liam." Urlò il maggiore battendo le mani.

"Cosa succede?" chiese l'altro interrompendo il suo disegno. Stava disegnando la ragazza, Alaska.

L'aveva colpito e non sapeva neanche lui il perché.

"Hai degli ospiti da sfamare questa sera." Disse Louis sorridendo. "Andiamo al super Market."

                              ***

"Sono stato appena invitato da qualche parte." Esclamò il riccio, analizzando il messaggio di Louis.

"Come?" chiese una Sophia annoiata.

Era appoggiata al grande bancone e si reggeva la testa con una mano, di tanto in tanto sbuffava, togliendosi alcune piccole ciocche che erano sfuggite dalla coda alta da davanti gli occhi.
"Louis. Mi ha appena invitato da qualche parte." Disse Harry, digitando qualcosa sul suo cellulare.

'Invitato? E dove? lol'
'Al compleanno di Liam', lesse ad alta voce il minore, attirando la l'attenzione della ragazza.

"Liam cosa?" chiese lei, tornando in posizione eretta.
"Stasera c'è il compleanno di Liam." Harry rise per lo strano comportamento dell'amica, ricordandosi la cena di settimane fa.

"Quanti anni avete?" chiese Harry a metà strada tra il disgustato e il divertito.
"Ad agosto farò ventidue anni." disse Liam. "Mentre lui ne ha ventitré anni."

'Pensavo che li facesse ad agosto.' digitò. 'oggi è il 20 luglio.'

'Lo so e avevamo deciso così, ma oggi ha cambiato idea. Che vuoi farci? Lui è Liam, è fatto così.', diceva il messaggio.

'"Avevamo deciso così"?', chiese Harry, citando le parole di Louis.
'Storia lunga haha'

"Ah." Esclamò Sophia, infastidita dall'ennesimo ronzio del cellulare del collega.

'Ah, è stata invitata anche Sonia.'

"E sei stata invitata anche tu." Le disse, Harry, ancora alle prese col telefono.

"Ah!" Esclamò nuovamente la ragazza, sorridendo.

'Sophia*'
Gli arrivò l'ultimo messaggio facendolo ridere.

"Mi sorprendo che non me ne abbia parlato." Si chiese a voce alta Sophia.

"Da quel che ho capito l'hanno scoperto anche loro qualche istante fa." Rise Harry, più leggero da quando era uscito dal negozio.

Sorrise ripensando all'incontro di fuoco che aveva avuto con Louis poco prima e arrossì subito dopo.
La mora tossì piano, alzando le sopracciglia in modo del tutto non spontaneo.

Harry arrossì ancora di più e sbuffò rimettendo nella tasca il suo telefono.

Qualche ora dopo Harry era in pieno panico.
Camicia o t-shirt?
Jeans o pantaloni?
Converse o scarpe eleganti?
A quei quesiti aveva posto fine un piccolo messaggio da parte di Sophia.

'Quella camicia azzurra che tanto ti fascia bene.
Jeans che facciano venire a Louis di strapparteli di dosso e le tue fedelissime converse bianche.'

Aveva sorriso allo schermo e l'aveva pure baciato perché si, forse aveva trovato qualcuno che era come Liam per Louis.

Proprio quel Louis nel frattempo, si stava fumando decine di sigarette non sapendo come dare un contegno ai suoi pensieri.

"Amico, sei penoso." Commentò Niall, facendo una smorfia con la bocca ed entrando in casa.

"Parla per te. La moretta sembrava incazzata." Sorrise Louis, sapendo esattamente che punti colpire.

Strano a dirsi, ma quella Alaska le stava simpatica. Proprio strano. Una ragazza che sorrideva così tanto e Louis glielo fece presente.

"Sorride molto."

"Lo so ed è disgustoso." Disse finendo la frase per l'altro.

"Allora, da quando state insieme?" Chiese realmente curioso Louis mentre si comandò mentalmente di non prendere un'altra sigaretta dal suo pacchetto. Nel frattempo decise di buttarsi sul divano logoro mentre Niall optò per il tavolino al centro del salotto.

"Non stiamo insieme." Disse aggrottando la fronte il biondo e chiedendo con un gesto una sigaretta a Tomlinson, il quale mandò a quel paese i suoi buoni propositi e si accese una sigaretta per poi passare accendino e pacchetto all'altro, che fece i suoi stessi passaggi.

"Andiamo, sembravate sposati." Rise Louis scuotendo la testa.

"Beh non lo siamo. Tu piuttosto, avete usato qualche precauzione?" Chiese l'irlandese, sorridendo.

"Ah-ah, molto divertente. E comunque l'avrei fatto se tu non ti fossi intromesso con quella tua testa di cazzo." Rispose a tono Louis, alzando le spalle e aspirando del fumo.

"Che schifo." Disse Horan, storcendo le labbra ed immaginando i due fare cose sconce.

"Bleah." Sputò fuori subito dopo, facendo ridere di gusto l'altro ragazzo.

"Dovresti provarci con qualche ragazzo. Non è tanto male." Disse il tatuatore, facendo inorridire ancora di più il biondo.

"Dio benedica la passera." Rispose con un tono solenne mentre fumava.

Louis scosse la testa ridacchiando e alzò la testa quando la voce del biondo lo richiamò.

"Sai vero che se tu dovessi fare del male ad Harry ti romperei tutte le ossicina, vero? Non ho potuto fare molto la scorsa volta perché Harry mi ha fermato dal farti del male fisico ma sappi che la prossima volta non mi fermerà nessuno." Disse in modo convincente, rompendo quell'atmosfera quasi pacifista che si era creata tra i due.

E Louis ci credette eccome. Come non poterlo fare con quegli occhi azzurri, quasi come i suoi, che lo fissavano non più giocosi ma gelidi?

Non poté fare altro che annuire appena perché si sarebbe picchiato da solo se avesse fatto ancora del male ad Harry.

"Approposito, dov'è l'hippie?" Chiese Niall, risvegliando il castano dai suoi pensieri.

"Al negozio per organizzare la festa. Potresti venire? Ci terrebbe molto." Disse Louis ricordandosi di come ci era rimasto male Liam, al rifiuto del biondo.

Niall ci pensò su e fece per rispondere quando il suo telefono gli fece distogliere l'attenzione.
Vedendo il numero, scappò in camera facendo solo un semplice gesto col pollice in su verso Louis che sorrise.

Il castano decise di farsi una doccia per rendersi almeno presentabile a quella festicciola in cui Louis sapeva che Liam avrebbe invitato un bel po' di persone. Perché lui amava festeggiare il suo compleanno, ogni volta che desiderava farlo.

Quando Louis passò per il corridoio sentì solo delle urla provenire dalla camera del biondo, segno che stava litigando con qualcuno.

Molte ore dopo, Sophia e Harry si trovarono davanti al negozio di tatuaggi, luogo dove si era deciso di festeggiare.

Appena entrati, mille facce nuove colpirono Harry, il quale non conosceva nessuno di quelle persone.

'Forse perché sei un piccolo sedicenne', gli urlò una vocina nella sua testa.

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