No place in heaven

By Coffylinson

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"E forse non era lui il cattivo in tutta quella storia" AU Fedez!Werewolf Mika!Human More

Life In Cartoon Motion
The Boy Who Knew Too Much
No Place In Heaven
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Nel mio piccolo
Sembra Semplice
Appeso a testa in giù
Restiamo Umani
Nuvole Di Fango

The Origin Of Love

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By Coffylinson

Avevano passato un'ora a stringersi e a coccolarsi. Ma ora Mika doveva ancora ricevere risposta sulla maggior parte delle domande anche se il più grande punto interrogativo era stato risolto.
"Quindi non parli più con Ale perché così pensi di proteggerlo da te stesso? Quindi non vuoi proteggere me"
Stavano sul divano, Fedez con la testa sulla spalla di Mika.
"Non ti farei mai del male e lo sai, solo è complicato. Tu sei diverso, te l'ho detto, sei migliore."
Mika piano piano stava unendo i puzzle di quel grande mistero che lo aveva accolto il giorno prima. Tutte queste cose successe in soli due giorni e soltanto per colpa di un ragazzo.
"Chi l'ha detto che sono migliore, perché dopo due giorni ti sei fidato così tanto di me?"
Questa era la domanda importante a cui voleva assolutamente una risposta. Era impossibile trovare qualcuno che dopo due giorni era disposto a raccontare il suo più grande segreto che potrebbe sconvolgere la tua vita.
"Hai mai sentito parlare di Imprinting?"
Domandò Fedez sollevandosi dalla spalla del riccio e girandosi verso di lui per guardarlo negli occhi.
"In Twilight ma non mi ricordo lo stesso" scherzò Mika ricordando però quel periodo della su vita dove amava Robert Pattinson tenendo un poster attaccato sopra il letto. Peccato che adesso davanti avesse un Taylor Lautner pieno di tatuaggi. Peccato fino ad un certo punto.
"Sai la parte peggiore di essere un lupo mannaro non sono i peli, il costante calore, il non essere normale, il fiuto, l'udito amplificato o la paura costante di perdere il controllo e uccidere qualcuno. La parte peggiore è ritrovarsi scimmiottati per colpa di un film come Twilight."
Si portò le mani tra i capelli esasperato.
"Vatti a cercare da solo la definizione di imprinting, altre domande belloccio?" Disse allungando la mano per prendere il pacchetto di sigarette abbandonato sul tavolino di caffè posto tra il divano e la televisione. Ora Mika aveva scoperto pure questo brutto vizio di Fedez.
"Di chi era il sangue quel giorno"
Mika fissò ogni suo gesto. Da quando prese la sigaretta dal pacchetto portandosela alle labbra a quando fece girare la rotella per far uscire la fiamma che accese il tabacco.
"Un semplice cervo, non chiedermi cos'è successo quella sera. Mi ricordo ben poco. Stavo rientrando da una festa e avevo deciso di prendere la strada più corta in mezzo al bosco quando qualcuno o qualcosa mi fece cadere e sono svenuto. Mi sono svegliato la mattina successiva sdraiato lì con un gran giramento di testa. L'accaduto che mi ha fatto capire che qualcosa non andava erano i troppi pochi secondi che ci ho messo per raggiungere casa di Alessandro. Di solito a piedi ci metto 10/15 minuti. Quella mattina penso non ne siano passati neanche 3. Arrivato lì non ho fiutato la sua presenza, e questo olfatto amplificato mi ha fatto accendere un'altra luce di allarme. Ero spaventato e avevo bisogno dell'unica persona che mi stava vicino quindi sono andato a scuola non rendendomi conto però di quanto conciato in quel modo potevo far paura. Ho fatto un casino."
Federico stava accucciato con le ginocchia rannicchiate al petto. Sembrava un semplice bambino triste a causa del lecca lecca caduto. Mika lo strinse a se accarezzandogli la schiena. Restarono così ancora per un po' quando un cellulare squillò.
Naturalmente non poteva essere quello di Fedez che neanche aveva un cellulare.
Il riccio lo estrasse dalla tasca e lo portò all'orecchio.
"Dimmi papà" rispose il figlio scocciato. Non aveva cinque anni, non c'era bisogno di chiamare ogni minuto. Se c'era qualcosa che gli serviva sarebbe stato il figlio a mettersi in contatto.

"Tutto bene? Dove sei?"

Era tentato di attaccargli in faccia ma si limitò a rispondergli in modo acido.

"Si, sono vivo. Sto da un amico"

Se voi foste figli maschi la parola amico non turberebbe per niente vostro padre. Se voi foste Michael Penniman, gay dichiarato, quel l'amico porterebbe vostro padre a a farvi altre centomila domande.

"Quanto amico? Dormi da lui? È abbastanza tardi per metterti alla guida. Okay ti vengo a prendere non voglio che tu dormi con un molto amico"

Esasperato il figlio rispose con uno scocciato "Non lo so ti faccio sapere" concludendo la chiamata. Il padre però non aveva tutti i torti. Ormai si era fatto tardi e Michael doveva prendere una decisione. Restare o chiamare il padre. La seconda opzione era esclusa.
"Puoi rimanere se vuoi, sennò ti porto a casa a piedi" Disse il più basso accanto a lui.
Ovviamente aveva sentito tutto, era inevitabile. Si alzò in piedi per raggiungere il telecomando. Spense la televisione e si rigirò verso il ragazzo per ottenere una risposta.
"Io ho paura del buio" ammise Mika ancora seduto sul divano. Aveva abbassato la testa per paura di vedere la reazione di Fedez. Fedez che scoppiò soltanto a ridere.
"Preferisco che tu resti, anche perché purtroppo dovrai dormire con me. Ho solo un letto matrimoniale in casa, sai non mi sarei mai aspettato ospiti."
La sera si sdraiarono l'uno stretto all'altro e nel silenzio più assoluto Mika riprese il discorso lasciato in sospeso.
"Dovresti far pace con Ale. Non devi per forza dirgli la verità ma...gli manchi fede."
Quest'ultimo non rispose ma Mika sapeva che quelle parole gli erano arrivate all'orecchio più forte che mai.
Il riccio decise di cambiare argomento.
"I tuoi genitori?" Domandò in un sussurro per paura di aver toccato un tasto dolente.
Ma sorprendentemente il moro rispose.
"Mio padre è morto e mia madre lavora in un'altra città. Mi viene a trovare ogni tanto per vedere se sono ancora vivo"

"Mi dispiace"

Mika conosceva il dolore che si provava dopo una perdita così grande.

"Mia madre è morta 6 anni fa. Mio padre non riesce più a chiamarmi Mika. Come biasimarlo del resto"

Fedez si girò nel buio della notte ma che per lui non era poi così buio. Lo guardò per alcuni minuti mentre il sonno lo rapiva e piano piano chiudeva gli occhi. Quell essere di porcellana si era addormentato affianco a lui.

"Dispiace anche a me" disse prima di chiudere gli occhi.

La mattina successiva i due andarono a scuola con la macchina di Mika. Fedez ovviamente non aveva una macchina, a piedi ogni mattina raggiungeva scuola in poco tempo.
Il più basso prestò una maglietta pulita all'altro che indossò dopo una bella doccia calda.

"Posso fumare?" Chiese Federico seduto nel posto del passeggero.
Mika annuì ma gli fece segno di abbassare il finestrino. Avrebbe sopportato il freddo ma non poteva rischiare di tenersi quell'odore attaccato all'interno della macchina.
"Non ti sei mai chiesto chi ti ha trasformato?" Il riccio interruppe il silenzio che si era creato.
La strada era deserta anche di mattina.
Di solito nella città da cui veniva il traffico era concentrato soprattutto in quell'ora a causa della gente che andava a lavorare o appunto, come loro, a scuola.
"Io so chi è stato" portò la sigaretta in bocca, aspirò e buttò fuori il fumo direttamente in faccia al ragazzo accanto a lui. Quest'ultimo iniziò a tossire e inchiodò. Per fortuna dietro di lui non c'era nessuno perciò non ci fu nessuno incidente per il gesto avventato del più alto.
"No Federico, mi dà fastidio cazzo!"
Imprecò alzando la mano per caricare un pugno ma ripensandoci subito dopo notando la benda che gli fasciava ancora il polso.
"Scusami ma era abbastanza sexy" disse gettando il mozzicone dal finestrino.
Offeso il riccio rimise in moto e porto l'altro sano e salvo a scuola.

La gente se prima li fissava cercando di non farsi notare, ora che erano arrivati nella stessa macchina non avevano proprio vergogna a puntare gli occhi con la bocca spalancata.

"Ci vediamo all'uscita?" Domandò Federico.

"No, corro a casa. Penso di essere già nei casini con mio padre per non averlo richiamato ieri sera."

"D'accordo" e questa volta il basso non partì per primo lasciando Mika alle spalle. Lo aspettò e fecero la strada verso l'entrata di quella scuola orribile insieme.

Come detto quella mattina Mika andò spedito in macchina. Scese le scale e passò davanti alla palestra per accorciare il tragitto. Non lo fece apposta a curiosare ma la voce a volume alto che proveniva da dentro la conosceva bene. Si appoggiò alla porta socchiusa e riconobbe Alessandro e Federico che stavano parlando. No ok stavano urlando. Ci aveva sperato ad una possibile rappacificazione tanto che la sera prima lo aveva pure detto a Fedez di parlare al suo ex migliore amico.
E a quanto vedeva, o meglio sentiva, lo stava facendo, solo non con il tono voluto dal riccio.
Volle lasciare la privacy a quei due ma inevitabilmente una frase arrivo alle sue orecchie.
"Non ti devi avvicinare a lui." Sputò Federico a denti stretti in faccia al più alto che in tutta risposta sfoggiò un sorriso.
"Gli stavo solo raccontando la storia che tu non hai avuto le palle di dirgli"
Mika non voleva sentire altro. Sapeva stessero parlando di lui ma di reazioni strane da parte di Fedez ne aveva viste tante perciò lascio correre ripromettendosi di chiedere dopo al tatuato. Doveva correre, era in ritardo e la furia del padre poteva abbattersi su di lui.

Quello che ricevette dal padre fu la solita ramanzina e la promessa di invitare questo ragazzo sconosciuto a casa per le varie presentazioni. Mika annuì e andò in camera sua. Accese il computer e subito cercò quella parola che Fedez gli aveva detto il giorno prima.

Impronting... imprunting, imprenting

Digitò sulla tastiera 'Twilight impr' per aiutarsi con la tendina che Google possedeva.

Imprinting
L'imprinting per i lupi è simile a un "colpo di fulmine", ma è eterno. Basta guardare per un attimo negli occhi una persona e, se lei è la metà che si cercava, niente, mai e poi mai, sarà più importante di lei: in un istante ci si rende conto di potersi trasformare in tutto ciò di cui lei ha bisogno.

Quindi è questo che pensava Federico. E Mika? Cosa pensava? Poteva definirsi innamorato di Federico dopo tre giorni di conoscenza? Non lo sapeva ma era più che disposto a scoprirlo. Voleva uscire con lui e frequentarlo come persone normali anche se di normale avevano ben poco.
Corse di sotto e prese le chiavi della macchina.
"Dove vai!" Chiese il padre bloccando la sua corsa a casa di Federico. Voleva andare da lui e dirgli che si, voleva provare a costruire qualcosa insieme.

"Vado a chiedere a Federico se vuole cenare con noi. Così lo conosco, va bene?" Inventò una metà balla che chissà poteva trasformarsi in realtà.

"Non puoi chiamarlo?" Domandò ovviamente il padre.

Cazzo, quale adolescente non ha il cellulare, non mi crederà mai

"Ho rotto il suo cellulare quando sono cascato. Ero concentrato a vedere le sue foto ecco perché non ho visto la pozzanghera" questa si che era una balla a tutti gli effetti.

"Allora dobbiamo ricomprarglielo?" Chiese preoccupato il padre per il danno causato dal figlio.

"Si è un ottima idea" concordò il riccio. "Posso andare?"

"Io ti voglio dare fiducia" Mika esultò mentalmente "MA voglio che tu mi chiama appena arrivi e appena partite da casa sua" il figlio accetto e raggiunse l'auto.

Grazie alla sua memoria fotografica e al suo senso del l'orientamento che gli aveva permesso anche di imparare la strada di scuola dopo un giorno, riuscì a trovare casa di Federico.

Scese dalla macchina, scavalco facilmente il cancello basso sprovvisto di campanello, ovviamente, e iniziò a bussare.
Non ottenne risposta e decise di aspettare Federico seduto davanti alla sua porta. Se non fosse rientrato entro un'ora sarebbe tornato a casa.
Dopo mezz'ora però si ritrovò davanti l'ultima persona che si fosse mai immaginato di trovare lì. Stava camminando con la testa china e appena sollevò lo sguardo dai suoi piedi trovò il volto confuso del riccio.
"Alessandro che ci fai qui?" Si alzò in piedi e si pulì il sedere da l'eventuale polvere. Era strano vederlo lì davanti. Fedez gli era sembrato parecchio incazzato quel pomeriggio. Questo gli ricordò di chiedere spiegazioni al moro quando si sarebbe fatto vivo.
"Devo parlare con Fedez, non è in casa?"
Il riccio scosse la testa e gli comunicò che lui era lì da mezzora ormai.
"Vuoi venire a prenderti una cioccolata calda mentre aspettiamo? Conosco un posto qui vicino."
In effetti stava morendo di freddo e per la corsa aveva scordato i suoi amati guanti a casa. Accettò non troppo sicuro, temeva un eventuale ritorno di Fedez mentre lui non c'era.
"Sei a piedi?" Chiese curioso Mika. Quella era una casa sperduta nel bosco, doveva aver camminato molto.
"No, ho parcheggiato sulla strada."
Il riccio lo seguì senza fare più domande fidandosi di Alessandro.

-

HOLA \o/
Questo capitolo è un pochino più lungo del solito per la vostra gioia!!
Forse il prossimo sarà l'ultimo, non so devo vedere se riesco ad arrivare ad una fine entro dopodomani. Mi sembrava carino concludere con 4 capitoli come gli album di Mika ma boh vedremo che succederà ahaha
Dunque siete arrivati a leggere dell'imprinting. Premetto che non mi convinceva molto questa cosa di Twilight perché non sono una grande fan e se posso evito, ma mi serviva perché non aveva senso sennò l'avvicinamento di Fedez. Purtroppo questa è nata come una storia corta e si svolge tutto in meno di una settimana perciò dovevo trovare un escamotage.
Spero non vi sia dispiaciuto così tanto leggere di questo imprinting.
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un commento o mettendo like. Alla prossima!!
All the love
Coffy xx

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