Bleecker Street. || Larry Sty...

By xjorisback

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Bleecker Street, dove un negozio di fiori in cui un giovane di nome Harry lavora e un negozio di tatuaggi in... More

Fiorellino.
Alcool e famiglia.
Diana.
Bollenti spiriti e pensieri poco casti.
Confessioni e vista laser.
"Buonanotte Fiorellino."
Harry dove sei?
Noah e Josh.
"..a mentire sono bravissimo."
"Diciotto cazzo di anni."
Louis la furia Tomlinson.
Pelle contro pelle.
Single.
Zayn Malik.
"Pezzo di cretino."
Tatuaggio.
'Quel qualcosa'.
Flashback.
Buon Compleanno.
Distrutto.
Come un palazzo.
Il viaggio.
La fine.
Epilogo.
La lettera.
Guess who's back

Lo zaino.

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By xjorisback

"Stupido idiota."

"Louis, calmati."

"Io gli salvo il culo e lui che fa? Si lamenta!" urlò Louis, dando un calcio ad una sedia.

"Louis forza, calmati." ripeté Liam, alzando la sedia che l'amico aveva scaraventato per terra.

"Non mi ha neanche ringraziato. Ti rendi conto? Neanche un misero 'grazie'!" continuò, sedendosi sul divano incrociando le braccia.

Liam non disse nulla, ma raggiunse l'amico e mettendogli una mano sul ginocchio gli sorrise dicendo "Sai come sono i giovani di oggi.."

"Ma per favore! Quello avrà si e no la nostra età!" disse alzandosi dal vecchio divano e dirigendosi verso la finestra che, una volta raggiunta, aprì.

Si tastò le tasche anteriori dei suoi jeans prima di trovare il pacco, quasi vuoto, delle sue sigarette.

Se ne portò una alla bocca e accendendola si girò verso il collega. Liam che pur odiando il fumo, ma sapendo che era la sua 'terapia' contro il nervosismo, non disse nulla. Prese il suo amato block-notes e iniziò a disegnare.

Ormai la sigaretta era quasi finita quando Louis si accorse di un oggetto sconosciuto disposto accanto al mobile del soggiorno.

Preso dall'agitazione si rigirò nuovamente verso la finestra sporgendosi un po' troppo.

Quando capì che quello che cercava non era lì iniziò a spaventarsi e con un tono di voce un po' elevato e le pupille un po' troppo allargate disse "Dove è Harry?" rivolto all'unica persona che era in quella casa.

"Oh, non te l'ho detto? È andato col biondo. Perché?" disse Liam senza alzare lo sguardo, ancora impegnato a scarabocchiare sul foglio.

Louis cercò di calmarsi. Era stato troppo preso dalla storia della litigata da non accorgersi della non-presenza del riccio.

Il suo cuore riprese a battere regolarmente quando rispose "Oh, niente, così. Ha lasciato lo zaino qui." indicando l'oggetto con la testa. Si sedette accanto a Liam e ripensò alle sue parole.

La rabbia risalì immediatamente e schizzando di nuovo in piedi iniziò ad urlare.

"Lui è andato con chi?" chiese retorico.

"Col biondo." rispose Liam che, pur accorgendosi del comportamento del collega, continuò a disegnare.

"Lui è andato via con quel ingrato e tu non hai fatto niente?" chiese ancora, Louis.

"Cosa avrei dovuto fare? È un suo amico."

"Oh, ma incredibile!" urlò Tomlinson, sbattendosi la mano sinistra sulla fronte lasciata scoperta dai capelli.

"Non riesco a capire cosa ci sia di sbagliato." continuò Liam, non capendo davvero cosa intendesse il castano.

"Quel biondino potrebbe essere uno psicopatico!" Riprese ad urlare, Louis. "Anzi, ne sono sicuro."

"Harry lo conosce, sono amici. L'avrà accompagnato a casa e adesso sarà diretto a casa sua. Tutto qua." disse Liam, non alzando la testa dal suo disegno.

Non ricevendo una risposta, però, spostò lo sguardo dal suo block notes ed un Louis Tomlinson alquanto arrabbiato che, con le mani poggiate ai fianchi, lo guardava.

"Non ti rendi conto della gravità della situazione." disse il tatuatore, serio.

A quel punto, Liam sospirò, posando il suo block notes sul divano e alzandosi per andare incontro all'amico. Gli mise un braccio intorno alle spalle e gli sorrise.

"Che ne dici se andiamo a dormire?" chiese semplicemente.

"Sono stanchissimo." Acconsentì l'altro, dando un piccolo pizzicotto al capezzolo di Liam, il quale saltò in aria dalla sorpresa.

Louis rise divertito, dirigendosi nella sua camera mentre l'altro lo seguiva scuotendo la testa.

Quando Louis notò che anche Liam entrava in camera sua per togliersi i jeans, non disse niente.

Sapeva come andavano queste cose, e ormai ci aveva fatto l'abitudine.

Così quando si sdraiò nel suo letto, mettendo il telefono per terra vicino alla sua testa, non si stupì di trovarsi sdraiato vicino Liam, che sembrava già essere nel mondo dei sogni.

Il castano sorrise inconsciamente alla vista dell'amico, ringraziando il cielo di aver incontrato Liam.

Prima di addormentarsi anche lui, prese tra le mani il suo telefono abbandonato sul parquet e picchiettò velocemente un messaggio.

"Dovresti tenere la testa in su per un po' di tempo e metterci del ghiaccio o altrimenti ti ritroverai la vetta dell'Everest sul viso."

Mandò quella frase e rimise il telefono al suo posto, posando poi la testa sul cuscino. Si accucciò più vicino alla schiena di Liam, essendo l'amico più alto e grande, e si addormentò.

***
"Cristo, puoi rallentare?" urlò Harry. Notando che l'amico gli aveva dato retta, si piegò su se stesso cercando di riprendere fiato.

"Perché eri lì? Che cosa ci facevi?" urlò Niall, rincominciando a camminare. Il riccio sospirò pesantemente prima di correre dietro all'amico che, una volta raggiunto, si fermò una seconda volta.

"Con Tomlinson poi! Perché eri con lui? È da un po' che ti ronza in torno o sbaglio?" riprese il biondo, girandosi e guardando negli occhi Harry che sussurrò lievemente un "è un mio amico".

"Un tuo amico? Quello non ha amici!" Harry sobbalzò quando sentì che il volume della voce gli era aumentato nuovamente.

Si fece piccolo nella sua figura quando sussurrò "Liam è suo amico e anch'io, più o meno."

Niall si fece sfuggire una risata isterica dalle labbra prima di dire "Incredibile." e incamminandosi di nuovo.

"Niall! Sai, non capisco il problema. Ti ha anche salvato la faccia! Se non fosse per lui a quest'ora avresti un occhio nero!" urlò il minore.

Era la prima volta che Harry si lasciava sfuggire un tono così arrabbiato e autoritario con Niall. Erano amici, ma non era quel tipo di amicizia di cui tutti parlavano.
Harry voleva bene a Niall e Niall, anche se non lo diceva, voleva bene a Harry. Ma la loro amicizia non era minimamente paragonabile a quella di Louis e Liam, per niente. Non era paragonabile a quella che il riccio sognava da quando era piccolo.

"Io non gli ho chiesto di mettersi in mezzo, cazzo! Io manco lo conosco!" riprese il biondo, dopo uno shock iniziale.

"Non lo conosci ma ti fai tanti problemi se io ero con lui.." disse Harry, lasciando la frase in sospeso.

"No! Non mi interessa niente con chi stai o con chi te la fai!" urlò Niall, ma si interruppe quando si accorse che il minore era impegnato ad osservare il cellulare.

Il biondo sbuffò prima di infilarsi le mani in tasta e girare l'angolo. Quando Harry alzò gli occhi, Niall era un paio di metri avanti. Sorrise ripensando al messaggio e mettendosi il cellulare in tasca raggiunse per l'ennesima volta l'amico.

"Per la cronaca: io non mi faccio proprio nessuno." disse Harry, seguendolo e toccandosi il naso indolenzito e ricoperto da un po' di sangue ormai secco.

"Per la cronaca: non mi interessa." rispose a tono. "E comunque questo non vuol dire che tu non ci abbia pensato." continuò, facendo comparire uno strato di rossore sulle guance di Harry.

***

Merda.
Il primo pensiero che sveglia quella mattina, Harry.

Merda.
Il secondo pensiero che lo accompagna a scuola.

Merda.
Il terzo pensiero che lo segue quando varca la soglia del negozio.

Merda merda merda, porca, merda.
Il pensiero che per tutta la giornata ha perseguitato il riccio.

Come è potuto essere così sbadato da dimenticare una cosa tanto importante, nell'appartamento di Louis. L'immagine del suo zaino appoggiato a terra, vicino al mobile, lo aveva fatto svegliare la notte precedente nel bel mezzo del suo sonno. Precisamente, verso le tre di notte. E adesso si trovava di fronte alla grande vetrata in cui vari disegni attaccati al vetro facevano mostra.

Ed era terrorizzato.

Dopo quello che era accaduto la notte scorsa aveva il terrore di scontrare i suoi occhi con quelli fin troppo azzurri del castano.

Si rilassò immediatamente quando la mano di Sophia si posò sulla sua spalla, stingendo di poco la presa.

Gli sorrise, mostrando i denti bianchissimi e cercando di infondergli sicurezza. Cosa che le riuscì dato che Harry prese un forte sospiro spingendo la maniglia della grande porta in vetro. Sophia si spostò dietro di lui, facendolo entrare per primo mentre si passò una mano tra i capelli.

Harry notò, come prima cosa, le due persone sedute sul divano in cui solo ieri lui e Louis avevano provato le battute del suo spettacolo. Poi spostò lo sguardo verso il bancone alla sua destra, dove sapeva benissimo si sarebbe trovato Liam.

Liam che aveva la bocca praticamente a forma di "o" e gli occhi incredibilmente strabuzzati.

Harry aggrottò la fronte voltandosi verso la sua amica con l'intento di chiederle se avesse qualcosa in faccia, ma quando notò che anche Sophia aveva la stessa espressione di Liam, ci rimase di sasso.

"Sophia?" chiese leggermente Liam, guardandola negli occhi e chiudendo il block notes su cui stava disegnando poco prima.

"Liam." rispose la ragazza sospirando e sbattendo le ciglia.

"Harry?" Arrivò Louis dal suo studio dopo aver sentito la porta del negozio aprirsi.

"Louis." disse Harry, preso alla sprovvista dall'entrata del tatuatore.

Merda.
Fu il pensiero di Harry mentre guardava il castano di fronte a lui.

"Diana." ululò la ragazza, uscendo dal piccolo bagno dell'attività.

Louis la guardò confuso, pensava fosse già uscita dal negozio da cinque minuti buoni, ormai; poi riposò gli occhi su quelli magnetici di Harry.

Diana ancheggiò fino al fianco destro di Louis e scroccandogli un bacio sulla guancia recuperò la sua borsetta nera dal bancone.

I tacchi lucidi risuonavano nel negozio mentre tutte le persone che erano nella stanza la scrutavano attentamente.
"Io vado." disse sorridendo e avvicinandosi all'entrata.

Ma una cosa attirò la sua attenzione tanto che si fermò accanto Sophia e, smettendo di sorridere, esclamò "Bel rossetto! Mac?"

Sophia, sentendosi osservata, rispose "No, Chanel." velocemente e soddisfatta.

La bionda la osservò per qualche secondo, ma subito dopo riprese a sorridere e uscì definitivamente dalla scena.

Il lieve livello di imbarazzo e silenzio che si creò venne interrotto dal colpo di tosse di uno dei due clienti.

"Imbarazzante." disse Liam, posando lo sguardo sulla figura magra e slanciata di Sophia mentre Harry guardava tutto, tranne Louis; che al contrario non gli aveva tolto gli occhi di sopra.

Il cliente tossì una seconda volta per attirare l'attenzione del tatuatore che non perse tempo e, prendendogli dalle mani il disegno del tatuaggio, gli chiese di accomodarsi nell'altra sala.

I due clienti, che Harry intuì essere una coppia, si alzarono e seguirono Louis nell'altra stanza. Il riccio si ricordò dello zaino e decise di seguire la coppia.

Trovò il maggiore di spalle intento a cercare qualcosa mentre la ragazza era già distesa sulla poltrona senza maglia. Louis si girò e notando il minore, sorrise, procurandogli un colpo al cuore.

"Se non sopporti il dolore dillo immediatamente che ci fermiamo." disse il cliente, baciando sulla fronte la propria ragazza.

Harry trovò quel gesto incredibilmente dolce e si fece sfuggire un sorriso, al contrario, Louis li trovò disgustosi e facendo un verso si sedette sulla sedia accendendo la macchinetta per i tatuaggi.

"Lui deve stare per forza qui?" chiese il ragazzo, rivolto ad Harry.

Louis alzò lo sguardo dal tatuaggio appena iniziato e sorridendo una seconda volta disse "Io non mi preoccuperei più di tanto."

Mentre Harry era intento ad osservare la pelle della ragazza venire sporcata di inchiostro, nell'altra stanza, Liam, aveva occhi solo per Sophia, la quale non faceva altro che rigirarsi tra le mani una ciocca di capelli.

"Questo è decisamente strano." disse a bassa voce Liam, cercando di resistere alla tentazione di aprire il suo block notes e calcare e ricalcare quelle labbra perfette che aveva sognato per giorni.

"Decisamente." Sorrise appena, Sophia arricciando le labbra.

***
"Menomale che dovevi stare ferma." borbottò Louis allontanando la macchinetta dal fianco destro della ragazza per la quarta volta e ripulendo l'inchiostro in eccesso con un fazzoletto.

"Scusa, è solo che pizzica tantissimo." piagnucolò la rossa stringendo la mano al suo fidanzato che, secondo Louis, era ancora più insopportabile di lei.

"Non potresti fare più piano?" chiese quello, sperando che il dolore della ragazza diminuisse.

"Oh si certo, aspetta che dico alla mia macchinetta di cambiare intensità." disse sarcasticamente sorridendo e riavvicinando l'attrezzo alla pelle della ragazza.

"Ora stai zitto e lasciami lavorare se non vuoi ritrovarti un ago in mezzo alla fronte." Continuò poi serio e riappoggiando la punta dell'ago proseguendo con la linea che aveva lasciato a metà.

Ma quella che sarebbe dovuta uscire come una freccia diventò una specie di curva per colpa del movimento improvviso della ragazza.

"Ma porca puttana!" Quasi urlò, Louis, allentandosi di nuovo e praticamente buttando, sul grande bancone che usava come poggia tutto, la sua macchinetta nera con l'adesivo dei Nirvana attaccato sopra.

"Mi spieghi come faccio a lavorare in queste condizioni?" chiese retoricamente alla rossa, che lo guardava scusandosi.

"Bene, adesso al posto di una freccia uscirà un polipo. Spero tu ne sia contenta." Continuò alzandosi dal suo sgabello e togliendosi i guanti per poi buttarli nel cestino vicino a lui.

"No, aspetta! Per favore, non mi puoi lasciare così!" Cercò di ribattere la ragazza, alzando il busto ma restando seduta sul lettino.

"Mi stai per caso dando ordini, ragazzina?" La ragazza abbassò lo sguardo praticamente subito e arrossì lasciando la mano del suo ragazzo che fino a quel momento aveva assistito.

"Dai, Meg. Troveremo un altro tatuatore. Qualcuno che sappia cosa sia la pazienza." disse il suo fidanzato, guardando con uno sguardo truce il castano.

Harry trovò quella situazione divertente, dato che si rese conto di quanta poca pazienza avesse Louis.

"Amico, sono stato anche fin troppo paziente, credimi."

"Credigli." Aggiunse, Harry, intervenendo e annuendo.

"Ci tengo davvero tanto. I disegni degli altri studi in cui siamo andati non mi hanno convinto. Ma quello del tuo amico è meraviglioso e tu sembri davvero in gamba. Cercherò di trattenermi ma, ti prego."

E Louis sapeva che si sarebbe arreso prima o poi perché amava quando le persone gli facevano complimenti riguardo il suo lavoro.

Quindi prese un nuovo paio di guanti in lattice dal cassetto e riprese la sua macchinetta, risedendosi sullo sgabello e facendo gesto alla ragazza di sdraiarsi. Lei non se lo fece ripetere due volte e sorrise felice sotto lo sguardo allibito del suo fidanzato, che aveva sbuffato varie volte.

"La freccia ormai è diventata un arco." disse a bassa voce Louis, pensando ad alta voce. "Ma potremmo fare una freccia a forma di cuore. Inizierebbe qui e finirebbe qui. Aggiungiamo la scritta che volevi all'inizio e la rosa la inseriamo dentro al cuore." disse fiero della sua idea, indicando sulla pelle della ragazza il disegno che nella sua testa prendeva vita.

Quasi mezz'ora dopo il tatuaggio era concluso. Harry si permise di guardarlo e non poté non ammettere la bravura del maggiore.
Il carattere della scritta era raffinato senza risultare pacchiano e la rosa era perfetta.
Louis si alzò dallo sgabello definitivamente, buttò i guanti, spalmò una pomata e finì incorniciando il tatuaggio con della pellicola.

"Sai dove pagare." borbottò il maggiore, ripulendo la sua postazione.
In tutto quel tempo Harry non spiccicò una parola. Si era limitato ad osservare come la mano esperta di Louis si muoveva o a come si soffiava i capelli quando gli ricadevano davanti gli occhi.

Harry non sapeva cosa provava verso Tomlinson, ma sapeva che qualcosa provava. Forse erano gli ormoni, forse era solo infatuazione.

"Sei davvero bravo." si lasciò sfuggire.

Tomlinson non smise di mettere in ordine, ma sorrise. Di nuovo. Sorriso che il minore non poté vedere dato le spalle.

Quel giorno l'umore di Louis era strano. In realtà lo era sempre, ma quel giorno maggiormente.
Lui doveva, voleva, essere arrabbiato con Harry. Ma per uno strano motivo non ci riusciva.

Voleva essere arrabbiato perché la sera prima aveva seguito il biondo invece che lui.

Voleva essere arrabbiato perché non gli aveva risposto al messaggio.

Voleva essere arrabbiato perché lui è Tomlinson e Tomlinson è sempre arrabbiato.

Ma non riusciva ad arrabbiarsi con Harry.

Quando mezz'ora prima lo aveva visto all'interno del suo negozio un senso di pace e tranquillità lo aveva assalito. Era contento di vedere che il suo naso era soltanto leggermente gonfio anziché essere rotto. Era contento di vederlo.

"Hai seguito il mio consiglio." rispose semplicemente chiudendo i piccoli contenitori di inchiostro.

"Come?" chiese il riccio confuso da quella frase.

"Hai messo del ghiaccio sul naso." spiegò, Louis, sedendosi sul lettino dopo aver messo tutti i suoi attrezzi al loro posto.

"Oh, si!" rispose Harry riprendendosi e toccandosi automaticamente il naso.

"Posso dare un'occhiata?" E non diede neanche il tempo di rispondere dato che si avvicinò in men che non si dica. Posò l'indice e il pollice sul naso del più piccolo e lo toccò piano, per controllare che non fosse niente di grave.
Era solo un po' gonfio ed arrossato.

Sorrise soddisfatto dopo essersi accertato delle condizioni di Harry, il quale tossì imbarazzato ovviamente iniziando ad arrossire.

"Grazie comunque per ieri, intendo per avermi aiutato, cioè, per averci aiutato.." Iniziò balbettando il riccio per poi essere fermato dalla mano di Louis contro la sua bocca.

"Mi fa male la testa e l'ultima cosa che voglio sentire sono i tuoi ringraziamenti balbettanti."

Bugia.

Louis per poco non moriva di tenerezza guardando la scena, ma doveva pur contenersi in qualche modo.

Harry annuì velocemente cercando di controllare i suoi pensieri che andavano da 'Che dita sottili che ha.' a 'Ha una pelle così morbida.' e poi ancora 'Potrei svenire per colpa della sua voce.'

"Ed ecco che si imbambola di nuovo. Okay che sono bellissimo, ma abbi un po' di contegno."

Quando il minore si trovava in imbarazzo, faceva tre cose in automatico, senza neanche accorgersene: arrossiva, distoglieva lo sguardo dal soggetto che lo metteva in imbarazzo e cambiava discorso. Così fece anche quella volta.

"Io, cioè tu, no.."si fermò due secondi per riflettere su quello che voleva dire mentre Tomlinson, capendo quando fosse in difficoltà il minore, non poté fare a meno di ridere.

"A parole tue, tesoro." Lo prese in giro.

"Lo zaino. Quello mio. È a casa tua, vostra."

"Lo zaino? Lo zaino, hm.." disse Louis, fingendo di non capire di che cosa stesse parlando. "Ooh, si! Lo zaino."

Harry spostò il suo peso da una gamba all'altra grattandosi la nuca intanto che Louis uscì dalla stanza urlando il nome dell'amico.

"Dove è lo zaino di Harry?" chiese.

"Dovevi prenderlo tu." rispose tranquillo per poi continuare la conversazione con Sophia.

"No, sono quasi sicuro di averti detto di prenderlo." ribatté Louis, fissandolo.

"Quasi sicuro? Questo significa che tu non mi hai detto niente." disse Liam alzandosi dal divano per andare dietro il bancone a controllare gli appuntamenti del giorno.

"E si può sapere che ci fa Sonia qua?" chiese confuso posando lo sguardo sulla figura della mora appoggiata al bancone.

"È Sophia." rispose Liam scuotendo la testa mentre la ragazza sorrideva divertita.

"È lo stesso, è comunque nel mio negozio senza motivo." Continuò il tatuatore incrociando le braccia al petto seguito da Harry che sospirava dietro le sue spalle.

"Il motivo sono io. Ti basta?." disse a quel punto Liam, imbarazzato notando come un sorriso stava nascendo sul viso di Louis.

"Non dirmi che è lei!"

"Bingo." rispose semplicemente l'amico preparandosi mentalmente a quello che sarebbe successo dopo.

"Non ci credo! La misteriosa ragazza ha un viso adesso! Sono senza parole. Pensavo di dover passare anni senza conoscere di persona la famosa ragazza di cui Liam sembra essersi assolut.."

"Penso basti così, Lou!" Lo interruppe il suo collega, allarmato dalla piega che stava prendendo il suo discorso.

Louis sbuffò alzando gli occhi al cielo ed avvicinandosi a Sophia che era fin troppo curiosa di sapere la fine della frase che aveva iniziato il tatuatore.

"Dimmi." Iniziò abbassando la voce per farsi sentire solo da lei. "Hai mai visto il suo block notes?" chiese sussurrando, yma non abbastanza piano da non farsi sentire da Liam che gli tirò una ciocca di capelli dietro la nuca.

"Stai zitto." disse facendolo girare e intimandogli di smetterla con uno sguardo.

"Che palle che sei."sbuffò per poi volgere lo sguardo su Harry che aveva deciso di stare in silenzio per farsi passare l'imbarazzo di qualche minuto prima.

"Alle sei ti voglio qui dentro così continuiamo quello che abbiamo interrotto ieri." Ad Harry non passò inosservata l'occhiata che Sophia gli rivolse.

"Cosa è stato interrotto ieri?" chiese con un sorriso fin troppo esplicito sul viso.

"Potremmo andare a casa mia, questa volta." domandò a sua volta, Harry ignorando la sua amica.

Quella sentenza fece girare tutte e tre le persone presenti nella stanza.

Louis con un'espressione scioccata, Liam sorpresa, Sophia soddisfatta e decisamente maliziosa.

"No dico, sei pazzo?" rispose Louis, guardandolo male.

"A me sembra una buona idea. E poi stasera avrei bisogno di casa libera." intervenne Liam, per poi rivolgere un piccolo sorriso a Sophia. Sorriso ricambiato.

"Non intendo andarmene perché tu devi scopare con una ragazza. Deve ancora arrivare la donna che riuscirà a buttarmi fuori di casa."

Peccato che bastò un solo sguardo di Liam per far capire a Louis quanto avesse realmente bisogno di casa libera.

Tomlinson roteò gli occhi in modo drammatico e sbuffando si diresse verso il suo studio ma prima si fermò di fronte al riccio.

"Ci vediamo lo stesso alle sei in negozio. Chiudo e poi possiamo andare." disse senza avere una risposta sapendola già.

Harry non potè far altro che annuire e fare un chiaro gesto a Sophia che era giunto il momento di andarsene.

Harry decise che era meglio uscire dal negozio per dare un po' di privacy a quei due. Avrebbe dovuto chiedere molte cose a Sophia, più tardi.

"Devo dire che Louis è molto.."

"Coglione. Puoi dirlo." continuò per lei, Liam, sospirando.

"Simpatico, ma anche un po' coglione." Aggiunse la ragazza sorridendo e passando dietro il bancone per avvicinarsi a Liam.

"Harry è cotto perso di lui." disse, subito dopo essersi seduta sopra il bancone con l'aiuto del ragazzo.

"Ho notato. Louis non so cos'abbia in testa." rispose Liam, arricciando le labbra seriamente dubbioso.

"Beh, non si può non dire che tra quei due c'è qualcosa." affermò Sophia sicura di se mentre Liam si mise tra le sue gambe.

"Harry penso l'abbia capito ma ce ne vorrà di tempo prima che se ne accorga anche Lou." sospirò Liam, sapendo esattamente quanta ragione aveva e sapendo perfettamente che Louis non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.

"Dovremmo intervenire?" chiese la mora, aggrottando le sopracciglia e togliendo il cappellino nero dalla testa di Liam.

"Non lo so. Dovremmo lasciarli fare per il momento e se in futuro ce ne sarà bisogno.." disse fermandosi un attimo per godersi delle carezze che la ragazza stava lasciando toccandogli i capelli.

"Arriveremo noi due e salveremo le loro vite." Finì Sophia per lui, sorridendo e staccando le mani dai capelli castani del ragazzo che mise su il broncio per quella sua decisione.

"Devo andare..abbiamo lasciato il negozio chiuso per troppo tempo." disse lei, scendendo dal bancone e lasciando un leggerissimo bacio sulla guancia sinistra di Liam, per non lasciargli lo stampo del rossetto.

"E pretendo che tu mi faccia vedere il tuo block notes." disse un'ultima volta prima di aprire la porta di vetro del negozio e uscire trovando Harry fuori ad aspettarla.

"Louis! Che diavolo le hai detto!" urlò Liam, dirigendosi verso lo studio dell'amico..

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