Io e te. Primo capitolo

By FedericaValentino7

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Federica è una psicoterapeuta con una vita sentimentale tremenda che l'ha resa fredda e incapace di lasciarsi... More

PREMESSA
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RICCARDO

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By FedericaValentino7

Una volta mi chiesero " descrivi te stesso in tre parole" e io senza pensarci un secondo risposi "brillante, indipendente, caparbio". Ero così, mi sentivo invincibile, il migliore, non avevo bisogno di niente e di nessuno per essere migliore, lo ero già. Oggi se mi rifacessero quella domanda, risponderei, senza pensarci, "coglione, coglione, coglione." Già perché lo sono senza ombra di dubbio, perché ho passato gli ultimi mesi a distruggere tutto ciò che avessi, e senza rendermene conto.

Ho incontrato la persona più strana, bella e unica che ci sia e l'ho fatta allontanare da me come un "coglione".

Quella sera di novembre, non fa che tornare alla mia mente, perché in quella sera ho cominciato a vivere. Prima di vederla davanti alla mia macchina, bagnata e spaventata, ma comunque incazzata nera, non avevo mai sentito il mio cuore battere davvero. Avevo tutto ciò che ognuno vorrebbe: denaro, fama, donne che si gettavano ai miei piedi, eppure non avevo mai respirato. Quando i miei occhi hanno incrociato i suoi bellissimi occhi verde scuro ho capito che ero fottuto e ho cercato in tutti i modi di reagire, di usare le tecniche che tanto erano servite con le altre, di allontanarmi, e infine di farla mia. A nulla è servito, perché continuava a spiazzarmi, a farmi correre da lei e mai a rincorrermi, a farmi diventare pazzo.

La prima notte che ho dormito con lei, mi tremavano le mani, cercavo di fingere sicurezza in me stesso, di essere padrone del mio destino e, invece, non ho chiuso occhio e il giorno dopo ero un cazzo di zombie, perché ero agitato, perché stringerla per la prima volta è stata la sensazione più assurda mai provata. Volevo che avesse bisogno di me, volevo che mi desiderasse a tal punto da dimenticare se stessa, e invece mi si è ritorto tutto contro, ero io che la desideravo tanto da dimenticare me stesso, che avevo bisogno di lei e non ero in grado di vivere così, dovevo fare qualcosa, dovevo cercare di non pensarla. Lei era gelida, non si fidava di nessuno, non si abbandonava a nessuno e più ci provavo, più la perdevo. Così l'ho baciata, contro tutte le mie regole, contro tutti i miei giochi mentali, cambiando me stesso. Quando le mie labbra hanno toccato le sue per la prima volta è stato come morire e rinascere allo stesso tempo, mai avrei pensato di parlare così, come un patetico sfigato. Il suo percing era la cosa più eccitante mai provata, le sue labbra morbide,la sua lingua attorno alla mia, le sue mani sul mio corpo. Le sue mani sono sempre state come un incantesimo che mi faceva dimenticare tutto, quando poi mi stringeva a sè mi sembrava che tutto il mondo fuori non esistesse. L'ho abbandonata in casa mezza nuda, anzi mi ha scacciato via e per poco non mi ha preso pure a calci, comunque ero distrutto, ma non volevo provare quelle cose per lei, io ero il migliore, ero voluto da tutte e invece lei mi resisteva. Non potevo essere debole, non potevo seguirla così mi scopai gio per mandarla via dalla mia testa, cosa che non servì a una beata mazza. Di solito quando mi distaccavo dalle altre, loro mi inseguivano, mi cercavano, scrivevano, imploravano di farle mie e capivo di aver concluso il gioco, così me le scopavo per poi lasciarle a piangere. Forse il karma si è voluto rifare, anche se non credo a queste stronzate, ma dare la colpa a me significherebbe che non posso sistemare la situazione. Comunque lei non mi cercò il giorno dopo, né un messaggio, una chiamata, niente. La ritrovai ubriaca in un club mentre si strusciava con un bastardo a cui avrei tagliato le mani volentieri perché si permetteva di sfiorarla prima che l'avessi potuto fare io. In qualche modo riuscii a farla di nuovo mia, raccontandole una serie di palle colossali del tipo " mi comporto così perché non voglio soffrire" ecc, con le altre questo sortiva l'effetto di farle appiccicare come cozze e farle obbedire a tutto ciò che chiedevo pur di non "farmi soffrire". Con lei, beh con lei è un'altra storia, lei se ne sbatteva del fatto che non volessi soffrire, perché era talmente danneggiata che non era in grado di pensare anche ai sentimenti altrui, visto che non conosceva neanche i suoi, ma mi perdonò comunque, penso più per magnanimità che perché credesse davvero alle mie parole.

La sera in cui per la prima volta ho visto il suo corpo completamente nudo sotto di me penso sia stata una delle serate più belle della mia misera esistenza. I suoi capelli biondi lunghi, gli occhi grandi, le labbra leggermente aperte per il piacere che le stavo dando, i seni grandi, il ventre piatto, le sue gambe lunghe e il suo sesso che mi voleva più di qualunque altra cosa. La sua pelle morbida era come seta sotto il mio tocco e il suo odore era un elisir che mi annebbiava le capacità di pensare. Non sapeva che facendo l'amore con me sarebbe stata solo mia, che nessuno avrebbe mai più potuto toccarla, averla, amarla. Volevo urlarle che l'amavo di già, che avrei passato la mia vita a servirla, ma da vera merda quale ero e forse sono ancora, la portai a casa e andai in ospedale. Volevo allontanarla da me, dalla mia testa che era piena di lei, dalle mie mani che sentivano ancora il suo corpo perfetto, così decisi di andare con gio di nuovo, ma per tutto il tempo pensavo a lei, anche perché altrimenti il mio cazzo non sarebbe mai riuscito a combinare nulla. Mi sentivo in colpa così la chiamai a casa accusandola di non avermi risposto, ma non si scusò, non lo fece mai, per nessuna ragione, non ne era capace. Per lei era "se ti va bene così ok, altrimenti vai pure per la tua strada" e io dovevo accettare e basta. E pur di non perderla avrei accettato tutto, pur di sentire ancora una volta le sue mani tra i miei capelli, o sul mio culo, le sue unghie sulla schiena mentre stava godendo, sarei andato all'inferno e tornato.

Dopo il convegno di Londra, e dopo essermi scopato ancora gio prima di mollarla definitivamente, mi venne la malaugurata idea di convincere la Fede a venire a lavorare in ospedale. Sapevo che avrebbe incontrato gio, ma speravo non le dicesse niente. Cazzate, ci speravo che le dicesse qualcosa per togliermi il peso dalle spalle, ma non credevo glielo dicesse così presto, speravo di avere un po più di tempo, giusto per farla innamorare. La spingevo, andavo a mille all'ora, e mentre le altre sarebbero state entusiaste lei scappava, tirava fuori le unghie come una gatta selvatica, perché non riusciva a correre, non riusciva. L'ho costretta ad accettarmi in casa sua, ho anche cercato di convincerla ad avere un figlio da me, cosa che l'ha sconvolta al posto che renderla contenta e che mi ha fatto guadagnare uno schiaffo. Mai nessuno aveva osato tanto, ma lei non mi temeva, non le importava, voleva farsi valere a costo di mandarmi a fare in culo, avrebbe continuato a combattere per la sua libertà, e infatti oltre allo schiaffo mi ha anche lanciato un secchio di acqua ghiacciata addosso, dopo che l'avevo punita scopandola fino a non farla più alzare dal letto perché era uscita con le amiche senza dirmi niente. quando mi ha lasciato ,dicendomi che mi amava ,dopo aver scoperto quello che avevo fatto sono stato di merda. Ho fatto di tutto per dimenticarla, per non pensarla, per raccontarmi la favoletta che potevo stare senza di lei, sono andato a letto con una marea di donne dell'ospedale e ogni volta soffrivo sempre di più. Le minacciavo dicendo che se avessero raccontato qualcosa le avrei licenziate in tronco e reso la loro vita un totale disastro, ma loro pur di avermi avrebbero fatto qualunque cosa, non le baciavo neanche, le mie labbra erano solo sue, a parte un bacio a gio ma quella era per pura vendetta. Quando poi l'ho vista con quel bastardo del suo ex mi sono sentito morire, l'avrei voluto uccidere con le mie mani, lei mi direbbe che sono "il bue che dice cornuto all'asino" visto che ho avuto il coraggio di rinfacciarle, poi, che era andata a letto con lui, e non ha mai scoperto cosa ho invece fatto io. Il fatto che qualcuno l'avesse avuta dopo di me mi ha devastato più di una cannonata nelle palle.

Il simpaticone me l'ha detto in ospedale, mi ricordo la conversazione come fosse ieri. Lo invitai nel mio studio per una chiacchierata amichevole, quando avrei voluto invece buttarlo giù dalla finestra

《cosa vuoi da lei?》 chiesi a denti stretti

《c'ho provato, avevo una possibilità e c'ho sperato, capisci?》 me lo disse come se non sapessi che lei era unica e continuò 《non so come farò a rinunciare per sempre a lei ora che ho capito. Se solo fossi arrivato prima avrebbe scelto me!》 il mio cuore si riempì di gioia a quelle parole anche se neanche io in quel momento ce l'avevo con me. Era in vena di chiacchiere il fottuto pezzo di merda 《 lei ama te, sceglie te, nonostante tutto. A volte può accadere, quando ti rendi conto di amare qualcuno, a volte succede che anche lei ti ami allo stesso tempo. Non sono riuscito a far finta di niente, non volevo, dovevo provarci dopo ieri》 mi sentii le mani bruciare, la mia mascella era tesa come tutti i muscoli del mio corpo, pronto a scagliarmi contro di lui 《cos'è successo ieri?》 chiesi anche se non volevo davvero saperlo, l'idea che qualcuno l'avesse toccata, avesse visto il suo corpo, l'avesse fatta venire, oddio quei pensieri ancora oggi mi uccidono 《l'ho avuta, era mia, era con me! Dovevo portarla via con me, salvarla da te e dal male che le stai facendo. Sapevo di non potere, sapevo non volesse e che la sua felicità ora non dipende più da me, ma dovevo chiederglielo!》. I miei peggiori incubi erano diventati realtà, lei si era concessa a un altro, e non importa se io avevo scopato in giro, perché per me non erano nessuno, e invece l'idea che per lei potesse significare qualcosa mi gettava nel peggiore abisso di disperazione. Le opzioni erano due o spaccargli la faccia o confidarmi con lui, e siccome non volevo che il mio studio fosse imbrattato di sangue propesi per 《io la amo da morire》 lui rise come se avessi fatto una battuta《non sembra proprio. Sei un coglione viziato che ci gode nel farla soffrire, proprio come lo ero io. Alla fine guarda com'è andata: l'ho persa. Vedi di non fare lo stesso errore》 aveva ragione, tranne che io non avrei mai voluto farla soffrire, l'amavo a tal punto che avrei rinunciato a tutto per lei, avrei fatto qualunque cosa.

Lei era quella persona che ride per i telefilm e recita le battute a memoria, senza mai stancarsi, che canta canzoni volgari rap e non se ne vergogna, che piange per i libri, ma chi cazzo piange per i libri erotici? Quando le chiedevo cosa ci fosse che non andava lei rispondeva "è triste, secondo te si lasceranno?" Io la rassicuravo e le asciugavo le lacrime. Era così tenera, così romantica quando si trattava dei suoi libri, le ripetevo che alla fine ci sarebbe stato il lieto fine, così da farla sorridere. Speravo ci sarebbe stato il lieto fine anche per noi. Con me non era romantica e tutte le volte che le dicevo qualcosa di tenero, che avrebbe fatto strappare i capelli alle altre, lei mi smontava sempre, dicendomi qualche battuta a doppio senso, o dicendomi di stare zitto e darmi da fare, e questo all'inizio mi faceva sentire uno sfigato, ma poi ho capito che voleva la sincerità, preferiva che le dicessi che avevo voglia di lei piuttosto che "sei la donna più bella che abbia mai visto" e questo mi arrapava da morire, lei era diversa, in tutto, lo è sempre stata e non avrei voluto cambiarla con niente al mondo, la amavo proprio perché era diversa. A volte mi diceva "vorrei essere io la protagonista di questi libri così insegnerei a quelle donne a comportarsi", volevo dirle che quelle erano donne normali, che tutte si comportano così, e che solo lei invece era strana, fredda, caratterialmente più simile a un uomo che a una donna, lei era il tipo di persona che non avrebbe rinunciato a niente per nessuno.

Quando l'ho trovata per strada ferita e ho capito che stavo per perderla avrei voluto tornare indietro nel tempo e cancellare tutto, avrei preferito non averla mai incontrata piuttosto che vederla morire tra le mie braccia. I giorni in ospedale mentre era in coma sono stati i peggiori della mia vita, avevo il terrore che morisse, che mi lasciasse per sempre, che non avessi mai più potuto baciarla, toccarla, parlarle, vivere con lei. In quel momento ho capito davvero, che lei era l'amore della mia vita, la donna con cui avrei voluto passare ogni istante della mia vita senza stancarmi mai, ma la stavo perdendo ancora e non potevo fare nulla. Quando si è svegliata e ho visto i suoi occhi il mio cuore ha ricominciato a battere, e sono un bastardo ignorante a sostenere che un muscolo che vive per i cazzi suoi batte per qualcuno, ma era quella la sensazione che provavo. Uscita dall'ospedale stava male, aveva incubi assurdi, l'ho trovata in un parco in piena notte, e nonostante fossi in pena per lei un pezzo di me era quasi contento del fatto che lei avesse bisogno di me, davvero. Finché il suo cervello ha ricominciato a funzionare e lei capì che per stare meglio doveva allontanarsi da me un pò. Non era una richiesta irragionevole, un uomo normale ne sarebbe stato contento, perché non avrebbe dovuto prendersi cura di lei, per me invece è stata una mazzata nello stomaco. Era quello che volevo, che lei avesse bisogno di me, e ora stava di nuovo facendo un passo indietro. Ho reagito da totale imbecille, ma alla fine ho vinto, o meglio le ho tolto qualcosa, la sua libertà, ma mi amava e voleva rendermi felice, così è scesa a patti con se stessa.

Durante i mesi seguenti la spinsi ancora, volevo averla finalmente, prima che scoppiasse la bomba che sapevo sarebbe arrivata. Lei decise di vivere con me, ma non mi bastava, volevo di più, così le parlai di matrimonio, ma non voleva. Ogni volta che mi dava qualcosa perdeva un pezzo di se stessa, e non mi importava, ero egoista, accettavo tutto senza preoccuparmi di niente. Dicevo di amarla e invece volevo solo possederla completamente, volevo fosse solo mia, volevo fossi io quello a darle tutto, a darle mille orgasmi, a tenerla per mano, baciarla, venerarla, amarla, toccarla, sentirla. Come mi piaceva sentirla vicino a me, il suo corpo contro il mio, io dentro di lei era la sensazione più bella del mondo, volevo dormisse nuda per non avere nulla che mi intralciasse, e lei mi lasciava fare tutto, o quasi. L'ho legata al letto perché acconsentisse a sposarmi, mossa poco furba da parte mia, ma ottenni un "tra un anno". Cercai di ottenere il suo culo, ma non per qualche strano piacere, ma perché volevo che tutto fosse mio, ogni singolo centimetro del suo corpo, ogni parte, volevo che tutto il piacere che provasse fosse per merito mio, come direbbe lei "sei uno stupido cavernicolo, vorresti anche marchiarmi a fuoco?". Si vorrei cazzo, vorrei marchiarla, vorrei che tutti sapessero che lei è solo mia. Quando sono stato avvelenato finalmente ho ottenuto ciò che volevo, che lei mi sposasse. Ci stavo rinunciando, ma quando me l'ha detto mi sono sentito l'uomo più fortunato del mondo. Ha acconsentito anche ad avere i miei marmocchi, quando oramai non ci pensavo più , me le ha fatte passare tutte lisce, mi ha sempre perdonato, mi ha amato e io le ho spezzato il cuore, due volte. Cazzo quanto la amo e cazzo quanto sto male. Quando era arrabbiata con me e non mi rispondeva al cellulare le scrivevo sempre "piccola ti prego rispondimi. Non posso vivere senza di te" e lei mi rispondeva sempre "bravo!ammazzati" oppure "fai un piacere all'umanità e datti fuoco" e io ridevo per quelle sue frasi perché sapevo che rispondendomi mi avrebbe perdonato alla fine. E quanto ridevo quando mi diceva "adularmi non ti servirà a niente" o "adularmi non ti porterà da nessuna parte", quando le facevo un complimento per ottenere qualcosa da lei, lo capiva sempre, mi leggeva dentro come mai nessuno e mentre all'inizio la cosa mi infastidiva e mi terrorizzava, col tempo era diventata una cosa a cui non avrei mai più fatto a meno. C'eravamo promessi di non scappare mai, di risponderci sempre, di risolvere tutto, ma ora non mi risponde, e so che sta sentendo la nostra canzone rimbombarle nelle orecchie, ma non mi risponde. Le ho scritto il messaggio, nella speranza che di desse un segno di vita insultandomi, ma niente, e questo mi fa capire che l'indifferenza regna in lei ed è la peggiore tra tutte le punizioni. Mi immagino le frasi che mi direbbe "chi è causa del suo mal pianga se stesso", o " non piangere sul latte versato" o anche "chi la fa l'aspetti"o "chi semina vento raccoglie tempesta". Ha sempre avuto la battuta pronta, i suoi giochi di parole mi hanno sempre fatto ridere anche se non li capivo tutti. È la classica persona che c'è sempre per tutti, che ti dona tutto ciò che ha senza voler nulla in cambio, anche perché quando le dai qualcosa fa fatica a prendersela. Le sue amiche la amano, e vederla divertirsi con loro è bellissimo, anche se una piccola parte di me vorrebbe che si divertisse solo con me, stronzo egoista che non sono altro.

Amo tutto di lei, i suoi pregi e i suoi difetti, le sue frasi, il suo essere fredda e calda allo stesso tempo, il suo amore per i cani, per la sua casa, per me. Mi ama come mai ha amato nessuno, lo so, ma prima non me ne rendevo conto, prima volevo solo avere tutto subito senza godermi ciò che avevo già e per questo l'ho allontanata tante di quelle volte. Ho sempre camminato sul filo del rasoio, mi sentivo la terra franarmi sotto i piedi tutti i giorni, e al posto che aggrapparmi a ciò che mi dava, la spremevo, la obbligavo a darmi di più, ma non si è mai fatta intimorire, perché lei a differenza mia può vivere senza di me, quindi mi ripeteva "prendere o lasciare" e io ero costretto a prendere, per poi ritornare ad insistere. Quando non ce la faceva più con le mie richieste o con le mie follie da pazzo geloso sussurrava il mio nome esausta, "Ric" diceva e capivo di trovarmi sull'orlo del precipizio. Quel sussurro me lo fa diventare duro solo a pensarci, lei me lo fa diventare duro, tutto di lei, e non posso pensare di toccare un'altra donna. A differenza di prima che mi ero buttato tra le gambe di chiunque, questa volta non riuscirei, perché ogni fibra del mio essere appartiene a lei, solo e per sempre.

Lei se ne è andata, io sono a Linate, perché ho visto che è l'ultimo luogo dove è stata dopo avermi lanciato l'anello di fidanzamento in faccia ed essere scappata. Ho chiamato Lisa ma non sapeva nulla, l'ho richiamata e mi ha mandato a fare in culo quindi direi che evito di chiamarla un'altra volta. Guardo il tabellone dei voli ma non so dove lei sia, non so dove potrebbe andare, so solo che è scappata da me. L'unico che potrebbe aiutarmi è mio fratello.

《bro! Ho bisogno di una mano》 dico appena jose risponde

《che è successo?》Risponde preoccupato. Sono stato un tale figlio di puttana ad allontanarlo da me

《la fede ha scoperto di claire!》 sbotto

《cazzo! E come ha fatto?》

《ho parlato nel sonno cazzo! Nel sonno, ti rendi conto?! E poi si è trasformata in un fottuto investigatore privato e ha trovato i fottuti album di foto che ho nel fottuto studio di merda!》urlo

《nooooo! Nel sonno? Sei uno sfigato Ric. Hai ancora gli album? Perché? Le hai spiegato?》 risponde agitato

《ho gli album perché nostra madre li stava buttando via, perché per lei erano un ingombro inutile così li ho portati a Milano. Non sono riuscito a dirle nulla, se ne è andata, ma non so dove. Devi aiutarmi a trovarla》 dico e sento che potrei prendere a pugni qualunque bersaglio in movimento

《classico di quella meravigliosa donna che è nostra madre》ride e continua《 cosa posso fare? La chiamo? Anche se dubito mi risponderebbe, probabilmente odia anche me per non averglielo detto》

Sospiro cercando una soluzione《 devi tenere sotto controllo la sua carta di credito, vedere dove la usa. Il cellulare sono certo lo cambierà per non farmelo rintracciare》

《proverò, ma se mi dovessero beccare a controllare una carta di credito mi licenzierebbero Ric! Ci provo comunque! Devi dirmi dove potrebbe essere andata secondo te. Il nuovo numero non riesci ad averlo?》

《grazie fratello! Secondo me andrà negli states, così sarà più facile per te rintracciarla. Potrebbe andare su qualche isola, al mare comunque. Lisa mi ha mandato a fare in culo quindi non so a chi chiedere! Potrei farla chiamare da nostra madre, così dopo che si sarà sfogata con lei magari mi richiamerà》

sento la sua risata 《potrebbe davvero ucciderla questa volta e io la aiuterei a disfarsi del corpo! Comunque mi metto al lavoro, appena so qualcosa te lo dico. Tranquillo la troveremo!》

《io devo lavorare assolutamente per i prossimi 4/5 giorni, non posso partire. Trovala e poi dimmelo》

Attacco il telefono e provo a richiamarla "risponde la segreteria telefonica della dottoressa crespi, lasciate un messaggio e vi richiamero" cazzo la sua voce.

Devo trovarla, devo raccontarle tutto, devo dirle che non sono più sposato, che in realtà Claire è morta.

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