Bleecker Street. || Larry Sty...

By xjorisback

312K 16.9K 20.6K

Bleecker Street, dove un negozio di fiori in cui un giovane di nome Harry lavora e un negozio di tatuaggi in... More

Fiorellino.
Alcool e famiglia.
Diana.
Bollenti spiriti e pensieri poco casti.
Confessioni e vista laser.
Harry dove sei?
Noah e Josh.
"..a mentire sono bravissimo."
"Diciotto cazzo di anni."
Lo zaino.
Louis la furia Tomlinson.
Pelle contro pelle.
Single.
Zayn Malik.
"Pezzo di cretino."
Tatuaggio.
'Quel qualcosa'.
Flashback.
Buon Compleanno.
Distrutto.
Come un palazzo.
Il viaggio.
La fine.
Epilogo.
La lettera.
Guess who's back

"Buonanotte Fiorellino."

11.7K 756 987
By xjorisback

Era quasi estate, ma non sembrava. Il cielo era grigio e ricoperto di nuvole. Sicuramente si sarebbe messo a piovere da lì a poco ma ai coinquilini Louis e Liam non importava. Era domenica e questo significava solo una cosa per Louis: riposo.

Di domenica il negozio di tatuaggi restava chiuso tutto il giorno. Niente disegni, niente urla, niente clienti iper paurosi e niente tatuaggi. Niente di niente per Tomlinson.

Ma se da un lato per Louis la domenica era riposo, dall'altro era odio puro.

Si svegliava, pranzava perché era troppo tardi per la colazione, si distendeva sul vecchio divano per tutto il giorno con una birra in mano e, alla fine, usciva per andare all'Eighty.

E quella domenica avrebbe seguito alla lettera la scaletta, o almeno per quel che riguardava il pomeriggio.

Ma il destino aveva deciso che quella sera, per la strada dell'eighty, ci fosse un certo ragazzino.

Quando Harry aveva accettato quella specie di scommessa non si sarebbe certo aspettato di trovarsi alle undici della sera, per le strade di quella che veniva chiamata Radura.

Forse per il suo orgoglio che la maggior parte delle volte faceva si che si trovasse nei guai.

Forse per il fatto di voler dimostrare a Louis che lui poteva farcela e che non aveva certo paura di quattro delinquenti che giocavano a fare i mafiosi.

Ma trovandosi in quella situazione le cose cambiavano leggermente dalle fantasie di Harry.

Infatti, aveva paura.

Camminava come se da un momento all'altro la sua vita potesse giungere a termine e non si poteva di certo biasimarlo.

Il cuore di Harry arrivò ai massimi battiti possibili quando un uomo di mezz'età che puzzava tremendamente si era avvicinato a lui sorridendo.

"Tutto solo, piccolo?" La voce era una delle più raccapriccianti che il riccio avesse mai sentito e il suo aspetto non aiutava certo a renderlo un soggetto meno spaventoso.

Rabbrividì al solo sentire quelle parole e cercò di continuare a camminare come se niente fosse, sorpassando l'uomo, al quale non andava bene quella scelta. Infatti alzò un braccio fermando Harry che si fece subito prendere dal panico.

"Non ho soldi, giuro. Puoi prendere il mio telefono, se vuoi. Non mi drogo e non voglio comprare niente." disse respirando a fatica per colpa della paura mentre l'altro si mise a ridere.

"E chi ti dice che io voglia quelle cose da te?" chiese, come se entrambi sapessero la risposta.

Il cervello di Harry elaborò più tardi quella frase e come se scosso allontanò il braccio che era nella presa stretta di quel tipo.

"Non so cosa tu intendi." sussurrò singhiozzando appena.

"No, non piangere principino." rispose l'uomo sorridendo e avvicinandolo a se.

"Scusate se mi intrometto ma, va tutto bene qui?"

Una voce esterna si intromise nella discussione e Harry non si sentì mai così sollevato in vita sua.

E mentre la figura di un ragazzo con un cappellino all'indietro, camicia nera e jeans si avvicinava, l'uomo lasciò il braccio di Harry, il quale sospirò sollevato allontanandosi il più possibile da quell'essere che lo aveva a dir poco terrorizzato.

"Si, tutto bene." rispose semplicemente quello, guardando male il nuovo arrivato. "Adesso puoi anche toglierti dai coglioni." continuò, riavvicinandosi ad Harry che automaticamente si avvicinò all'altro ragazzo, allontanandosi il più possibile.

"Non penso di poterlo fare. Magari quello che deve andarsene sei tu. Ci metto poco a chiamare la polizia." rispose il ragazzo più grande in modo calmo. L'uomo, capendo la situazione, sbuffò appena per poi girarsi e camminare abbandonando i due ragazzi.

"Io non so davvero come ringraziarti." disse piano Harry rivolgendosi al suo salvatore toccandosi lievemente la parte del braccio in cui la presa aveva lasciato un segno rosso.

"Ma figurati, mi sembrava stesse succedendo qualcosa di strano. Tu, piuttosto, stai bene?" chiese il ragazzo al riccio, sorridendo.

"Si si, tutto bene. Solo..sotto shock." rispose cercando di sorridere ma non riuscendoci.

"Non sembri il tipo da Radura, ragazzo." disse colui che a Harry sembrava una delle persone più gentili che aveva mai conosciuto.

"Non lo sono, io abito dall'altra parte della città. Sono Harry, comunque." si ricordò Harry, porgendo la mano all'altro.

"Liam." sorrise il ragazzo che ricambiò la stretta di mano, la quale fu interrotto dal telefono di Liam che iniziò a squillare.

"Scusa un attimo." disse Liam con un espressione di scuse. Guardando il nome sullo schermo, il castano alzò gli occhi al cielo aprendo la chiamata.

"Si, arrivo." rispose semplicemente chiudendo la chiamata senza avere risposta e rimettendo il telefono nella tasca posteriore dei suoi jeans.

"Senti, ti dispiace se prima di riaccompagnarti a casa, facciamo una piccola deviazione? Ho un amico in difficoltà." disse Liam grattandosi in modo imbarazzato la nuca.

"Non c'è bisogno di accompagnarmi." rispose il riccio sgranando gli occhi e facendo un gesto con le mani da 'lascia stare'.

"Lo faccio per me. Non riuscirei a dormire sapendo che sei solo in giro per queste strade. Non avrei la coscienza pulita." disse Liam iniziando ad incamminarsi.

Harry sbattè varie volte le palpebre allibito, seguendo subito dopo Liam.

Quando arrivarono davanti ad un postaccio che fece venire i brividi ad Harry, la figura di un Louis seduto sul marciapiede sorprese, non poco, il riccio.

"Louis, sai che la vodka non fa per te." disse Liam avvicinandosi al suo amico e prendendolo per le spalle mentre l'altro teneva stretta la bottiglia di alcool nella mano.

"Andiamo a prendere delle lucciole? Siamo in una radura, ci dovrebbero essere delle lucciole." rispose l'altro sorridendo e con gli occhi luccicanti.

"Certo certo, quello che vuoi." ribattè Liam mettendo il braccio del castano sulle sue spalle.

"Voglio essere Peter Pan. Liam, andiamo nell'isola che non c'è! Tu sarai Trilli, assomigli ad una fatina bionda." disse Louis ridendo a gran voce e abbracciando il suo collega.

"Peter Pan non invecchia mai, è un pedofilo che porta bambini in luoghi sperduti e può volare. Chi non vorrebbe essere lui?" continuò come se il suo discorso avesse un senso logico mentre Liam cercava di tenerlo su. Harry fissava la scena non sapendo se essere divertito, preoccupato o spaventato.

"Harry ti dispiacerebbe aiutarmi un attimo?" chiese Liam sbuffando e alzando Louis che guardava il cielo appoggiandosi all'amico. Il più piccolo non ci pensò due volte e si mise il braccio del tatuatore sulle spalle.

"Ma fiorellino! Sei venuto a salvarmi. Mio eroe!" urlò Louis muovendo la bottiglia di vetro con il liquido trasparente e cercando di bere.

"Amico, sei uno straccio." disse Liam prendendo la bottiglia dalle mani del ragazzo ubriaco.

"Ma ehi! Quella era mia!" continuò ad urlare Louis ribellandosi ma non avendo le forze di staccarsi dai due. "Louis, ti prego. Finiremo per cadere." disse gentilmente Harry, tenendo l'altro.

"Solo perchè me lo chiedi tu, ma a patto che tu diventi la mia Wendy." rispose a bassa voce direttamente vicino all'orecchio del piccolo.

"Mi portate a casa? Ho un gran mal di testa."

"Forse dovremmo portarlo a casa." disse il riccio imbarazzato.

"Forse dovremmo-" sospirò "-seguimi."

Harry seguì Liam per un'infinità di tempo strascinandosi Louis per le strade buie di quel quartiere che tanto lo spaventava, il riccio si guardava a destra e sinistra con la costante paura di qualche attacco da parte di un barbone. Quando arrivarono davanti ad un palazzo, probabilmente il meno malandato di tutti, Liam levò il braccio tatuato di Louis dal suo collo iniziando a cercare la chiave giusta per il portone. Harry dovette reggere tutto il peso del maggiore solo. Si soffermò a guardargli le mani. Le sue dita erano lunghe e sottili, si sorprese di non vedere tatuaggi. Harry incrociò la sua mano con quella del tatuatore notando la differenza di taglia.

"Sei piccolo." disse Louis stringendo di più la mano tra quella del riccio, il quale era arrossito notevolmente.

"Io ho sedici anni. Dammi del tempo." rispose Harry sorridendo e sciogliendo le mani intrecciate mentre un Liam esultante si riavvicinava ai due.

"Se andiamo nell'isola che non c'è, come fai a crescere?" chiese Louis serio facendo ridere Harry che venne raggiunto da Liam. Sorrise ai due divertito dal suo amico ubriaco e con l'aiuto di Harry lo fecero entrare dentro il palazzo per poi salire le scale che portavano al terzo piano. Arrivati davanti alla loro dimora Liam entrò in casa, sbattè la porta col piede, lanciò le chiavi sul tavolo e ci poggiò la bottiglia di vodka sempre tenendo Louis che staccandosi dai due si buttò sul divano.

"Non mi avrai mai Capitan Uncino!" urlò il castano con la voce attutita avendo il volto poggiato contro il divano. Liam sospirò andando in cucina e aprendo il frigorifero. Prese una bottiglietta d'acqua e in seguito delle piccole pillole sopra il frigorifero. Harry seguiva le azioni del ragazzo, anche mentre si toglieva il cappellino lasciando uscire i corti capelli castani. Liam si avvicinò al divano e porse a Louis la bottiglia d'acqua. Come richiamato, il tatuatore prese la bottiglia dalle mani dell'amico, si alzò mettendosi a gambe incrociate.

"Il nettare degli dei!" disse Louis, togliendo il tappo e bevendo mezza bottiglia d'acqua in pochi sorsi.

"Preferisco la vodka." fece una smorfia facendo segno a Liam di consegnarli le pasticche.

Harry stava di fianco al divano non sapendo se dire qualcosa o stare in silenzio. A quel dilemma pose fine Liam che decise il da farsi.

"Harry, quando vuoi, possiamo andare." disse semplicemente riandando in cucina e riprendendo il suo cappellino.
"No! Fiorellino non si muove da qui." urlò Louis alzandosi dal divano ma risedendosi subito dopo per colpa di un giramento di testa. Sia Liam che Harry si girarono verso il castano che si teneva la testa facendo un espressione dolorante.

"Lou forza, sua madre sarà preoccupata." disse cercando di far ragionare l'amico.

Grazie alle parole di Liam il riccio si ricordò di avere una famiglia. Anne, Gemma e Robin erano stati invitati a cena dalla zia Carol. Lui era riuscito a svignarsela con una scusa banale, ma credibile.

Harry disse alla madre che doveva studiare per un test di biologia importantissimo per concludere l'anno con almeno la sufficienza. Anne, sapendo quanto il figlio fosse negato in quella materia, lo lasciò a casa. Ma quando Harry decise di uscire non pensava che si sarebbe trattenuto così tanto. Pensava che sarebbe arrivato lì, avrebbe incontrato il tatuatore antipatico e gli avrebbe sbattuto in faccia che aveva perso la scommessa, ma non fu così. Harry controllò l'orologio attaccato alla parete. Segnava mezzanotte e dieci.

Questa volta sua madre lo avrebbe ammazzato.

"Non importa!" urlò Louis, sbattendo i piedi sul vecchio parquet.

"Louis.."

"Adottiamolo!" continuò, interrompendo l'amico che si era seduto accanto a lui e facendo allargare gli occhi del più giovane.

"Ma che ti salta in mente?"

"Dai Liam! Me ne occuperò io. Adottiamolo." Lo pregò.

"Non sono un cane!" rispose Harry stringendo i pugni arrabbiato.

"Non è un cane!" ripeté Liam.

"Hai ragione, tu sei più bello e profumi." Il minore non capiva come, ma ogni parola che il tatuatore dirigeva nei suoi confronti lo faceva arrossire.

"Sentite, non mi importa cosa direte. Lui resterà qui. Deciso." Louis si alzò sparendo dietro una porta di legno. Liam spostò lo sguardo su Harry e sorrise leggermente.

"Se ti muovi e fai piano ti riaccompagno a casa." sussurrò, ma Louis sembrava avere l'udito bionico quella sera.

Uscì marciando dalla stanza ed una volta davanti ad Harry lo afferrò per il polso. Il minore lo seguì incapace di opporsi.

Quando Louis passò davanti al suo amico gli urlò un "È mio e resta qui!" senza neanche degnarlo di uno sguardo.

Harry stava vivendo uno dei momenti più strani in cui si era mai ritrovato nei suoi sedici anni di vita e l'espressione che aveva in viso ne era la prova schiacciante. E la risata che fece Louis vedendo il più piccolo fu una prova ancora più decisiva.

Trascinò Harry fino ad una stanza che aveva le mura di un grigio sporco. Arrivato di fronte al vecchio materasso matrimoniale, ci si buttò letteralmente lasciando la mano del riccio che non sapendo cosa fare restò a guardare l'altro sdraiato.

"Vieni qui." disse a bassa voce Louis facendo segno di avvicinarsi.

Harry sgranò gli occhi pensando più volte su come comportarsi.

"Louis, forse è meglio che tu dorma." rispose semplicemente sorridendo appena.

"Mi addormento solo se tu vieni qui con me." continuò il maggiore insistendo e girandosi verso Harry guardandolo negli occhi. Capendo che non aveva via di fuga, si abbassò e si tolse le scarpe mettendole più in là. Alzò lo sguardo e il sorriso che l'altro gli rivolse lo fece arrossire immediatamente mentre la risata di Louis riempiva quella stanza che era praticamente vuota. Solo un piccolo comodino vicino al letto, un mobile fatto di soli tre grandi cassetti e uno specchio attaccato al muro, rotto. Il riccio sospirò si sdraio lentamente di fianco a Louis che sorrideva trionfante.
Erano uno vicino all'altro.
Il braccio destro di Harry che toccava quello sinistro di Louis. Era un piccolo contatto ma per entrambi stava succedendo qualcosa. Lo sentivano.

"The o succo di frutta?" disse il tatuatore dopo minuti di silenzio in cui erano rimasti immobili.

"The caldo con due cucchiaini di zucchero e due secondi di latte." rispose Harry normalmente.

Ormai quella situazione era completamente uscita fuori controllo quindi aveva deciso di smettere di cercare di far ragionare l'altro ragazzo.

"Due secondi?" chiese Louis incuriosito da quella risposta mentre si girava di lato e poggiava la testa sul palmo della mano. Harry, di conseguenza, si girò a sua volta, sorridendo e pensando a quando aveva usato per la prima volta quell'espressione.

"Mia sorella quando versa il latte nel the conta in secondi quanto ne mette. Mi ha trasmesso questa cosa e ormai tutti in casa facciamo così." disse storcendo le labbra mentre Louis sorrideva.

"Meno male che sono io quello ubriaco." Si lasciò sfuggire il maggiore mentre il riccio rideva leggermente. "Ma è una cosa tenera." affermò Tomlinson sbadigliando subito dopo.

"Adesso devi seriamente dormire, è tardi e sei stanco." rispose Harry rigirandosi e guardando il soffitto che cadeva a pezzi.

"Sei in buoni rapporti con la tua famiglia?" Il riccio ruotò gli occhi sospirando e voltandosi ancora una volta verso l'altro.

"Si, possiamo parlare liberamente di qualsiasi cosa. Mi capiscono e io capisco loro, ci fidiamo molto gli uni degli altri e mi sento amato con loro. Gemma è una persona fantastica ed è una sorella fantastica. E mamma è molto felice con Robin quindi lo sono anch'io e quindi..si, siamo in buoni rapporti." disse annuendo piano con la testa mentre notò come Louis smise di sorridere.

"Non ho mai provato cosa vuol dire sentirsi amato." sussurrò il castano riappoggiando la testa al cuscino e spostando lo sguardo al soffitto.

"Buona notte, Harry. E per favore, non andartene." continuò per poi chiudere gli occhi e mettere le braccia dietro la testa.

"Vado di là sul divano, buonanotte." rispose Harry alzandosi ma venendo subito bloccato dalla mano di Louis che lo riportò sul materasso.

"Dormi qua. Quel divano ti spezza la schiena in due. Buonanotte, fiorellino." ripeté richiudendo gli occhi. Harry non cercò neanche di controbattere e si mise più comodo cercando di non dare fastidio a Louis.

"Buonanotte Louis." sussurrò Harry chiudendo gli occhi.

Continue Reading

You'll Also Like

55.3K 2.6K 43
[COMPLETA, disponibile in cartaceo su amazon] "Se potessi, starei con te dall'alba fino al tramonto e viceversa ogni giorno, Louis Tomlinson." Da qua...
14.8K 805 12
Louis pensa di essere coinvolto in un normale - sebbene leggermente fuori dall'ordinario - corso d'inglese, quando si iscrive a "Inglese Creativo e A...
11.1K 1.3K 12
il passaggio di testimone + l'amore in ogni luogo e tempo (illustrazioni)
51.7K 2.6K 40
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...