Speed and love

By ___star_girl

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Amber ha la passione per la auto fin da piccola, le è stata trasmessa da entrambi i genitori. Dopo la loro mo... More

Prologo
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EPILOGO

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By ___star_girl

Dopo la sconfitta dello scorso weekend ammetto che mi sono demoralizzata. Ho saltato le due corse che James ha organizzato, indovinate chi ha vinto? Si, quel bastardo.

Sto facendo più ore al lavoro, ho perso quattrocento dollari, non mi mancano i soldi ma preferisco non rischiare di arrivare al verde. Lavoro come cameriera in una pizzeria, si è abbastanza basic ma tutti i giovani cercano lavori non troppo faticosi e dove hai uno stipendio buono per mantenersi.

Io spendo più della metà dei soldi per le modifiche dei Rosa e va bene così.

Ora che questo cafone ha deciso di venire a rompere le palle a me qui a Los Angeles sarà un po' complicato guadagnare con le corse.

Da quel che mi hanno detto si è trasferito.

Il motivo? Misero, nessuno lo sa.

"Amber, porta queste pizze al tavolo 17" la mia collega e amica Jessica, l'unica con qui vado d'accordo qui dentro, mi porge due piatti con una quattro formaggi e una diavola.

Cammino per il ristorante cercando il numero con lo sguardo, eccolo lì. Ci sono due uomini, mi avvicino, uno è di spalle e l'altro mi ha vista.

"Salve signori ecco le vos..." L'uomo di spalle si è girato nella mia direzione, non ci credo, ma lo ha fatto apposta o cosa?

"Stellina, non ti sei presentata alle ultime due corse" nemmeno saluta, che maleducato, anzi forse sarebbe stato meglio se non mi avesse rivolto la parola.

"Sto lavorando se non ti dispiace" Non voglio che mi partino insulti sul posto di lavoro.

Lui ha preso la diavola invece il suo amico la quattro formaggi.

"È stato noioso gareggiare senza di te sai, sono tutti così lenti, sembra quasi che abbiano paura di schiacciare quel pedale" mi guarda fisso negli occhi, nemmeno io distolgo lo guardo ma assottiglio un po' gli occhi

"Puoi sempre non gareggiare, non ti ha costretto nessuno a farlo" farebbe un favore a tutti quanti ma questo non lo dico ad alta voce

"Non sono bambino permaloso che se non gli va bene qualcosa scappa dalla mammina come hai fatto tu Amber"

Bastardo, Stringo i pugni e distolgo lo sguardo, sento gli occhi bruciare e cerco di rimangiarmi le lacrime.

Calmati Amber.

Vorrei spaccargli la faccia, solo che non è né il momento né il posto adatto.

Non sarebbe la prima volta che fare a botte.

"Buona serata e buon appetito" mi giro e me ne torno in cucina senza ribattere al suo fottuto commento.

Lo odio.

Quanto può essere fastidioso? È così con tutti o gli piace far incazzare solo me?

Dopo una mezz'ora a servire gli altri tavoli vedo una chioma bionda avvicinarsi al bancone, mi guardo intorno ma ci sono solo io. maledizione quanto sono sfigata?

"Come posso aiutarla?" chiedo con tono indifferente, cerco di rimanere professionale

"Stellina mi daresti due birre? Bionde" ancora che mi chiama così, davvero non riesco a sopportarlo, gli vorrei spaccare le sue birre in testa.

"Ti ho detto di non chiamarmi così, e poi non potevi fermare qualche cameriere che passava accanto al tuo tavolo?"

"Hm no" gli porgo le sue birre, le segno sul conto

"Volevo te" conclude,

"Sei un coglione Brian" ops...ho la lingua lunga a volte

"Cosa?" sembra colpito nell'orgoglio

"Hai sentito bene, e sai un'altra cosa...ogni tanto tieni quella bocca di merda chiusa" anche se poco mi sono sfogata, mi guarda, non capisco cosa sta provando, sembra sorpreso ma anche arrabbiato

"Non prendo consigli da una ragazzina infantile" o mio dio

"Ti senti colpito nell'orgoglio Collins? Ora andrai a piangere dalla mammina? Ah, dimenticavo tu non sei un bambino permaloso come me" cazzo così si fa, sembra che non sappia cosa dire

"Fottiti Patel, non sto a litigare con gente così" cavolo si è arrabbiato così tanto da chiamarmi addirittura per cognome.

"Bravo vattene, e non tornare più"

Magari ora non mi rompe più le palle. Mi sento molto meglio ad essere onesta.

Il mio turno è finito e posso finalmente togliermi questa divisa di dosso, sto morendo di caldo. Siamo appena a inizio giugno ma fa davvero caldo.

Dopo essere uscita da lavoro decido di andare dai miei genitori anche se sono le nove di sera. C'è ancora qualche raggio di sole e poi, non vado a fare visita da tanto.

In più sento un forte bisogno di parlare con loro.

Parcheggio davanti al cimitero e scendo dalla macchina. Entro e faccio la solita stradina.

Ok forse non è stata un'ottima idea venire ora che si buio. È un po' inquietante.

Arrivo davanti alla loro lapide.

Emily ed Elliot Patel
Genitori amorevoli e piloti imbattibili
1985-2018
1979-2018

Guardo la loro foto, sono sorridenti, come sempre.

I miei angeli.

"Ei mamma, papà...come state? Lo so che non vengo da un po' ma non ho avuto tempo libero" mi spunta un sorriso sulle labbra

"Sapete come sono, mi caccio spesso nei guai" da piccola mi chiamavo sempre combina guai, non stavo ferma un secondo ed ero molto curiosa.

"Lo scorso weekend ho perso la mia prima gara dopo due anni e tre mesi di continue vittorie, scusate se vi ho un po' delusi" accarezzo la loro foto con i polpastrelli

"È arrivano qui in città un nuovo pilota, Brian Collins, è uno stronzo spilungone, so che non si dice ma è la persona più odiosa che abbia mai conosciuto, sinceramente mi sono demoralizzata anche io"

mi stringo nelle spalle

"Sapete Elliot vuole diventare come me da grande, ma Grace non ne vuole sapere, magari la potete convincere" ma che sto dicendo cazzo, non possono parlare con lei, a volte mi comporto come se fossero ancora qui con me

"Mi mancate ogni giorno e vi penso sempre" mi torna in mente quelle che ha detto lo stronzo, ora sì, sono corsa dalla mammina.

La mia mamma che mi amava così tanto.

La mia mamma che amo infinitamente e che non si meritava di morire.

Avrei preferito esserci io quell'auto al posto loro, i miei meravigliosi genitori.

***

Dopo un lungo bagno formato da acqua e lacrime mi sdraio a letto.

Ogni sera, o quasi, stessa storia. Faccio un tuffo nel passato e mi piango addosso in più se durante la giornata mi è capitato qualcosa di male contribuisce ad aumentare le mie lacrime.

Oggi Brian mi ha chiamato stellina. Non mi deve chiamare così, nessuno deve chiamarmi così. Davvero quando sento quel nomignolo mi viene un nodo alla gola e trattengo tutte le lacrime che ho, in più ha fatto quel cazzo di commento del cazzo, mi ha dato della bambina permalosa...che scappa dalla mammina, non sai proprio un cazzo fine Brian Collins.

Si aggiunge anche il fatto che sono andata da mamma e papà. Ogni volta che vado al cimitero piango un oceano di lacrime.

Ora come ora riesco ad avere autocontrollo sulle mie emozioni e non mi metto subito a frignare come una bambina.

A volte penso a Grace e al suo carattere forte, è così da quando ho memoria, penso di averla vista piangere non più di cinque volte. Io invece sono la piccola sorellina sensibile.

Che odio.

Mi arriva un messaggio, è da parte di James.

J: Amber dopo domani, la sera ci sarà una corsa, solita ora, vieni? In molti si stanno chiedendo perché sei scomparsa questi giorni.

Ti prego stella, fallo per divertirti, lascia stare i soldi e la vittoria. Se Brian ti ha battuto una volta non vuol dire che tu non significhi niente. Rimani la mia pilota preferita. Scrivimi quando ti decidi, buonanotte.

Quasi quasi non mi metto a piangere di nuovo. Oh, J come farei senza di te?

È come il fratello che non ho mai avuto. Siamo migliori amici da quasi cinque anni. Abbiamo legato subito e non c'è mai stato alcun tipo di flirt anzi lui è fidanzato con Kate, è una ragazza simpatica a volte ci incontriamo.

Il fatto che amiamo questo mondo ci ha portati a legare così tanto.

Siamo usciti con lo stesso gruppo di amici una sera e per caso è uscito fuori l'argomento macchine e corse clandestine. Da allora ci siamo tenuti in contatto e pian piano abbiamo passato dal parlare solo di motori a parlare anche della nostra vita personale.

Conosce tutto di me.

James e Grace sono il mio appoggio, senza di loro sarei tre metri sottoterra. E la mia Rosa, mi fa sfogare spesso la rabbia.

A: JJ io non so come farei senza di te, hai ragione, devo divertirmi. Grazie davvero avevo bisogno di qualche parola di supporto. Ci sarò, buona notte.

È tardi ma ho deciso comunque di uscire e sfogarmi un po'. Esco con il pigiama, mi infilo solo le scarpe, prendo le chiavi e vado in garage.

"Ei Rosa, ti va di fare un giretto?" non sono matta a parlare con la mia auto, lo giuro.

Schiaccio il pedale per far uscire la sinfonia del motore poi cambio marcia e sfreccio dalla porta del garage. Non aspetto nemmeno che si chiuda.

Le strade sono ormai quasi vuote quindi ho campo libero. Supero il limite di velocità ma non me ne frega niente se mi becco una multa. Mi sento libera al volante, mi sento bene.

La mia bambina è un missile, un missile rosa.

Passo almeno quaranta minuti così poi decido ci ritornare a casa.

Sono davvero stanca meglio infilarmi sotto le coperte, Domani per fortuna non lavoro e la mattina posso dormire fino a tardi e sistemare un po' Rosa nel pomeriggio tardi, ho tutta la giornata libera.

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