Hogwarts Legacy | Diario del...

De MaybeS0m3day

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Ranrok è stato sconfitto, ma qualcun altro sta architettando di impossessarsi della magia antica, dobbiamo sc... Mais

Introduzione
Una dedica a piè di pagina
°Ritorno a Hogwarts
°Segreti (parte 1)
°Segreti (parte 2) 🔞
°Si torna a lezione
°Non trascurare gli Amici
°Desideri pericolosi (parte 1)
°Desideri pericolosi (Parte 2)
°Desideri pericolosi (parte 3)
°Ritorno alla normalità
° -100 punti
°In punizione
°Isidora Morganach
°All'ombra di Sebastian (parte 1)
°All'ombra di Sebastian (parte 2)
°Serpeverde VS Grifondoro
°Dream
°La chiave
°Imperius (parte 1)
°Imperius (parte 2)
°Questa notte mi ha aperto gli occhi
°Garreth 1/2
°Garreth 2/2
°Decisioni avventate
°Alle scale piace cambiare
°Halloween
°Sweeting - Pozioni - Bacchette incrociate
°Il laboratorio di Erbologia
°Non è un gioco per ragazzi
°La riunione
°Non è un appuntamento
°Lettera da Anne
°Ricatto
°Il piano di Natty
°La ricerca
°Lo scontro dei due ragazzi
°Natale babbano part.1
°Natale babbano part. 2
Nuovo arrivo ad Hogwarts
Hogmanay 1892
Missione alla stazione di Hogsmeade
Purezza di sangue
Richiami Arcani: L'Attrazione tra Energie Magiche Affini
Non lo ricordavo così bello San Valentino
Il nuovo professore di Teoria della Magia
Matrimonio Babbano
L'ultimo giorno
Diario del 7° anno 1892 -1893

°Il piano di Sebastian

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De MaybeS0m3day

1 Dicembre 1891

Caro diario,

sono giorni di incredibile angoscia. Quando chiudo gli occhi, mi torna alla mente l'immagine di Anne che, presa alle spalle dagli Ashwinder, spariscono, smaterializzandosi chissà dove.

Abbiamo già perlustrato i covi conosciuti, ma senza il minimo risultato. Non un indizio, o una traccia che ci possa guidare sul ritrovamento di Anne Sallow.
Devo ammettere che la reazione di Sebastian al rapimento di Anne non è stata quella che mi aspettavo. Credevo che io e Infaustus avremmo dovuto legarlo alla sedia per tenerlo a bada dall'impulso di fare qualche stupidaggine, invece, seppur devastato da questa terribile situazione, ha mantenuto il sangue freddo e si è mostrato collaborativo con i professori.

«Sebastian, sono mortificata dall'incresciosa situazione! Sappi che tutti i presenti sono qui per rendersi utili e ritrovare la signorina Sallow e riportarla ad Hogwarts incolume» stava spiegando la professoressa Weasley: «Hai una qualche idea del motivo per cui potrebbero aver architettato questo rapimento?»

«No professoressa. Le volte che sono stato con i membri della confraternita, non si è mai parlato di Anne. Non ho nessun indizio a riguardo... O forse...» Sebastian fece una pausa, si portò le mani vicino il viso guardando un punto fisso; la sua mente stava mettendo insieme chissà quanti punti per formulare il pensiero che ci rivelò poco dopo: «Posso vedere il diario di Isidora?» Chiese, infine, rivolto alla professoressa Weasley, la quale ricambiò con un'espressione incuriosita prima di porgergli il diario.

Sebastian sfogliò velocemente le pagine, per poi fermarsi bruscamente in un punto e indicando le lettere con il dito indice: «Ecco, qui! Loro non hanno la versione completa come la conosciamo noi. Di questo sono sicuro. Dagli scritti che hanno, sono convinti che il significato di queste parole voglia dire che una persona capace di percepire la magia antica, con un determinato rituale celebrato in una notte di luna piena, sarà in grado di manifestare una fonte di magia. E sono abbastanza convinti di poterne far uso.»

«Come fanno a sapere che Anne percepisce la magia antica? Te lo sei fatto scappare tu?» Chiese Infaustus, quasi a denti stretti al suo amico, il quale, sorpreso da tali accuse rispose allarmato: «Certo che no, ma come ti viene in mente?! Lo sai che non metterei mai in pericolo mia sorella!»

«Potrebbero averti fatto bere il Veritaserum e lanciato Oblivion[1], come fai ad esserne così sicuro? Sembri minimizzare troppo la cosa» Continuò Infaustus incrociando le braccia al petto.

Solo sentendo le rimostranze da parte del suo miglior amico, Sebastian perse parte dell' aplomb che fino a quel momento era riuscito a mantenere. Stringeva i pugni così forte che potevo notare le nocche sbiancare, gli occhi lucidi e il respiro accelerato tradivano uno stato d'agitazione prossimo al pianto... O ad un attacco d'ira. Nel frattempo, tutti intorno a noi avevano preso a fare le loro supposizioni e un vociare fastidioso si era alzato nella stanza delle necessità. La professoressa Hecat si isolò per confrontarsi in un angolo con il professor Sharp, mentre la Weasley e il professor Ronen discutevano di qualcos'altro. Nel frattempo, Garreth cercava di sdrammatizzare la situazione con il suo solito sarcasmo, ricevendo un buffetto sul braccio da Poppy.

«Infaustus, non sai proprio quando è il momento di tenere a freno la lingua, eh?» Sibilò Sebastian, il quale aveva tutta l'attenzione rivolta verso il suo migliore amico.

«Stavo solo chiedendo e vagliando tutte le possibilità. Inoltre, non riesco a capire come tu possa rimanere così calmo, dopo quello che è successo!»

«E che alternative credi che abbia?!» Sbottò, infine, Sebastian lasciandosi andare alla frustrazione: «Ti atteggi tanto da superiore, spiegando agli altri dove sbagliano. Facile parlare quando non si fa assolutamente niente! Io almeno provo a fare qualcosa!».

«ORA BASTA!» Il professor Ronen, con la bacchetta puntata sulla sua stessa gola, amplificò la sua voce tanto da sovrastare il chiacchiericcio, le urla dei due Serpeverde e far tentennare il povero Tik, che era arrivato con un vassoio più grande di lui contenente teiera e tazzine di tè per tutti i presenti.

«Hem-hem. Così va meglio» si schiarì la voce e, quando si assicurò di avere l'attenzione di tutti i presenti, il professore continuò: «La prossima luna piena sarà il 15 Dicembre. Se prendiamo per buona la pista suggerita dal signor Sallow, possiamo considerarci fortunati ad avere quindici giorni di tempo per riportare in salvo la signorina Anne Sallow. Signorina Sweeting, Onai, Oggspire, e voi tre: signorino Gaunt, Weasley e Sallow, ci fidiamo della vostra bravura, risolutezza e giudizio. Pertanto, collaboriamo insieme per risolvere questa situazione. Sarete i nostri occhi e le nostre orecchie, non fate nulla che non approveremmo. Detto questo, avete il permesso di scoprire quante più informazioni possibili e riportarle a noi per agire insieme.» Il professore fece finalmente una pausa dal suo lungo discorso per mettere enfasi sull'ultima parola. Lisciò con le punte dei polpastrelli il rever della sua giacca, sollevandosi sulle punte dei suoi piedi e, quando li ripose completamente a terra, continuò: «Siete congedati. Grazie per l'attenzione! Ehm, Signorina Mayfield? Due parole prima di andare».

Mi voltai titubante verso i miei amici che si apprestavano a lasciare la stanza delle necessità, ricevendo un fugace: «A proposito di occhi e orecchie! Mi è appena venuta un'idea! Ti aggiorno dopo, quando torni in camera.» da parte di Natty, con Garreth al seguito che, girandosi verso di me, sorrise alzando le sopracciglia. Un gesto che forse voleva tranquillizzarmi, ma fatto da Garreth non poteva che scaturire in me l'effetto contrario.

"Spero di ritrovare tutta la sala comune dei Grifondoro intera al mio ritorno" pensai.

«Signorina Mayfield, credo proprio sia giunto il momento di concederti la possibilità di tornare a muoverti anche fuori dalle mura del castello! Il discorsetto di prima, ovviamente, vale anche per te.» Disse il professor Ronen poggiando una mano sulla mia spalla, sorprendendomi per le sue parole.

«Il professor Ronen è stato tanto premuroso da trovare questo oggetto magico che sarà molto utile per la nostra missione e che ti permetterà di lasciare il castello in sicurezza» la professoressa Weasley mi porse uno specchietto quadrato. Accettai il dono e lo osservai attentamente, rigirandolo tra le mani, constatando che sì, era proprio uno specchietto!

«Temo di non capire...» e in un attimo, mi sembrò di tornare indietro di un anno, quando ogni cosa mostratami necessitava di una spiegazione. La professoressa Weasley sorrise e mi mostrò un secondo specchietto quadrato, identico a quello che tenevo in mano: «Sono gli specchi gemelli. Permettono di metterci in comunicazione anche a distanza di chilometri! Perciò, se ti troverai in pericolo, lontano da Hogwarts, Ti basterà pronunciare il mio nome: "Matilda Weasley" perché appaia nel riflesso.»

Feci subito una prova, rimanendo sbalordita quando nello specchio che tenevo in mano comparve il riflesso della professoressa!

Corridoio del settimo piano

«Eccoti qui!» Esclamò Sebastian quando mi vide uscire dalla stanza delle necessità e la porta svanì alle mie spalle. Era rimasto ad aspettare con le braccia incrociate, davanti all'enorme arazzo che si ergeva lungo tutta la parete dirimpetto alla Stanza delle Necessità. Il suo sguardo era serio e risoluto, un contrasto involontariamente comico con la scena raffigurata nel tessuto dell'arazzo alle sue spalle con Barnaba il babbeo bastonato dai Troll a cui voleva insegnare a danzare.

In una frazione di secondi mi passò davanti agli occhi il Sebastian di nemmeno un anno fa: testa calda, impulsivo e con cui - a volte - era anche difficile ragionare. Mi fu impossibile non fare un paragone con il Sebastian del passato e questo del presente; realizzai anche quanto fosse maturato fisicamente. Da quanto tempo i lineamenti tondeggianti del suo viso erano diventati più spigolosi, accentuando gli zigomi e la sagoma di una mascella definita?

«Sebastian! Mi spiace per Infaustus!» lo raggiunsi abbracciandolo e per cingergli le braccia intorno al collo dovetti alzarmi in punta di piedi.

«Tranquilla, sai com'è fatto Infaustus. E poi, si tratta di Anne...» sospirò lui ricambiando il mio abbraccio che si fece più stretto.

«I professori mi hanno dato il permesso di uscire dalle mura, grazie a questo» Dissi sciogliendo l'abbraccio per mostrargli lo specchietto che la Weasley mi aveva dato.
Lui alzò il sopracciglio e con un mezzo sorriso commentò: «Perchè, avevi ancora bisogno del permesso? Sei l'unica persona che conosco che ha fatto guadagnare punti alla sua casa per aver trasgredito delle regole!».

La professoressa Weasley, quando venne a sapere del salvataggio di Sebastian e del rapimento di Anne, non sapeva se rimproverarmi per essere uscita dalle mura - rompendo così il patto di rimanere sempre al sicuro nel castello - o se lodarmi per aver tratto in salvo almeno uno dei due Serpeverde.
Fece entrambe le cose: «Cento punti in meno a Grifondoro per aver trasgredito alle regole che ti avevo dato, ma altri cento guadagnati per aver tratto in salvo un amico, ed esser tornata incolume» fu la sua conclusione sulla faccenda.

«Sebastian, io stavo pensando» Dissi riponendo lo specchietto in una tasca interna del soprabito, per poi posare intensamente lo sguardo su di lui «... È dall'inizio di questa storia che vorrei prendere Emmett e Octavia per chiedergli cosa sanno, ma i professori mi hanno sempre scoraggiata ad un approccio così diretto. Eppure, non mi sembra che agendo con discrezione sia andata tanto meglio»

«La penso come te, ma forse sarebbe meglio spostarci dal corridoio». Dei rumori di passi si facevano sempre più vicini, Sebastian poggiò una mano sul mio fianco per chinarsi a bisbigliare nell'orecchio: «Vediamoci nel sotterraneo, ti raggiungo tra pochissimo».
In quel momento, Zenobia fece la sua comparsa. La ragazzina Corvonero camminava con una pila di libri in mano, parlottando tra sé e sé ma, nel vederci si zittì, portandosi la mano alla bocca ed accelerando il passo.
«Ma che ha quella?» Chiese Sebastian con la fronte corrugata, rimettendosi dritto e guardando in direzione di Zenobia.
«Tutta la scuola ci credeva litigati, ricordi?»

«Oh, già!» Rispose lui distendendo la fronte: «Beh, abbiamo altro a cui pensare. Oh, a proposito, non ci pensare nemmeno a coinvolgere Oneiro in questa faccenda, a meno che non sia strettamente collegato e il suo aiuto possa essere cruciale, cosa di cui dubito! Sto già facendo uno sforzo sovrumano a mantenere la calma così.» Aggiunse, puntandomi il dito indice mentre si allontanava.

Ma dico io: per chi mi aveva presa?

Sotterraneo

Camminavo avanti e indietro per il sotterraneo, con le mani in tasca, aspettando Sebastian.
Continua ad essere un'enorme stanza vuota, se non fosse per il trittico completo di tele che è rimasto ad ornare uno dei muri, con pensatoio annesso presente difronte ad esso.

Entrambi i manufatti erano appartenuti ad Isidora.

Anche l'anno scorso, avevo pensato più volte all'incredibile coincidenza di come questo sotterraneo si ricollegasse alle nostre missioni fuori porta. Ogni volta che completavamo una missione relativa alla magia antica, c'era un passaggio che ci riportava qui. Una bella comodità, senza dubbio!

"Questo sotterraneo è uno dei tanti segreti della famiglia Gaunt"

Le parole che Sebastian mi disse più di un anno fa, presentandomi questo posto per la prima volta, mi tornarono in mente con una vividità impressionante. Tanto da farmi sussultare.

«Eccomi, spero di non averti fatto attendere!» Sebastian entrò a grandi falcate nel sotterraneo, sfoggiando due boccette di vetro e un sorriso impertinente: «Ho fatto una tappa nel magazzino di pozioni, dove sono stipate quelle fatte durante le lezioni, e queste: sono le polisucco!» disse agitando soddisfatto le due boccette, per poi poggiarle sul tavolo.

«E il professor Sharp cosa ha detto?» Chiesi incrociando le braccia e alzando il sopracciglio, sapendo già che il professor Sharp non sapeva niente di tutto ciò.

«Oh, il professore non lo sa ancora! Ci vorrà un po' prima che se ne accorga, e quando sarà, troverà un bigliettino che spiega la situazione. Tranquilla!» Rispose con un sorriso sfrontato e soddisfatto.
«Per stare tranquilla avrei così tante domande da porti ancora, che rischiamo di stare qui fino a domani mattina» sospirai io, passandomi una mano sul volto: «Ma prima di tutto: come mai sei così... Tranquillo? »

Sebastian si mise dritto con la schiena, ci pensò qualche secondo e poi rispose: «Non sono tranquillo, provo una rabbia, vergogna, e un'altra quantità indistinta di emozioni che non saprei spiegarti, per quello che è successo. Mi do la colpa per quanto accaduto, ma cosa dovrei fare? Piangere in un angolo, come Infaustus, oppure comportarmi da sconsiderato, come avrei fatto l'anno scorso?» Fece una pausa e portò una mano alla mia guancia: «Sto prendendo esempio da te, ricordando come hai gestito situazioni ben più grandi di te: Ranrok, Rookwood... Me.» Disse, infine, abbassando la voce con un filo di vergogna. Poggiai la mia mano sulla sua che continuava ad accarezzarmi la guancia e, quando i nostri sguardi si incrociarono, gli rivolsi un sorriso timido che lui ricambiò.

«Inoltre, so che Anne sta bene. Me lo sento. Non so come spiegartelo, forse è una connessione di noi gemelli» si strinse nelle spalle.

«Perché dici che è colpa tua?»

A questa domanda distolse lo sguardo e lasciò cadere la mano che, teneva sulla mia guancia, lungo il suo fianco: «Non c'è stato bisogno di usare pozioni Veritaserum, o chissà quale sortilegio per scoprire il mio doppio gioco. Mi chiesero di usare Crucio su di un Babbano, sia per loro diletto, che come prova... Per testarmi.» Mi guardò intensamente per decifrare la mia espressione, mentre ero assorta dal suo racconto.

La possibilità che fosse venuto meno al suo giuramento di non far più uso della magia oscura mi aveva procurato un fremito, ma mi stavo sforzando di tenere i giudizi per dopo.

«Ho preferito mantenere la parola data a te, Infaustus ed Anne, di non utilizzare più le maledizioni senza perdono. Le prime volte che hanno cercato di farmi usare la magia oscura, in un modo o nell'altro, sono riuscito a svincolarmi con una scusa o un escamotage... sai quanto sono bravo a liberarmi dalle situazioni scomode!» accennò un lieve sorriso, ricordandomi la prima avventura affrontata insieme nella biblioteca. «La terza volta, però, ero con Octavia ed Emmett... quei due si sono messi d'impegno per convincermi ad usare la maledizione Cruciato su un Babbano. Dopo il mio rifiuto categorico, sono stato improvvisamente attaccato e, quando mi sono risvegliato, mi sono ritrovato legato e imbavagliato, pronto per essere usato come esca da Anne. Ero andato nell'Halley Comet per estrapolare informazioni, ma sono stati loro a usare me!» confidò in imbarazzo Sebastian.

«Non devi sentirti responsabile. Io sono orgogliosa di te!» Dissi abbracciandolo stretto, facendo passare le braccia intorno alla vita. «Quei maledetti, sapevo che tramavano qualcosa!» dissi a denti stretti.

«Allora dimmi: che vorresti fare con la pozione polisucco?» scostai il mio viso dal suo petto per guardarlo negli occhi mentre mi rispondeva: «Ci trasformiamo e torchiamo quei maledetti di Octavia ed Emmett.» Rispose sicuro di sé Sebastian.

*****

Continua....

Glossario

[1] Oblivion: incantesimo che cancella un ricordo preciso

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