Forgive me

By hellvenus_

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Aria di era ripromessa di non farlo, ma ci cascò di nuovo in quegli occhi verdi. Quegli occhi che la rapiron... More

Zero
One
Three
Four
Five
Six
Seven
Eight
Nine
Ten
Eleven
Twelve
Thirteen
Fourteen
Fiftheen
Sixteen
Seventeen
Eighteen
Nineteen
Twenty
Twenty-one
Twenty-two
Twenty-three
Twenty-four
Twenty-five
Twenty-six
Twenty-seven
Twenty-eight
Twenty-nine
Thirty
Thirty-one
Thirty-two
Thirty-three
Thirty-four
Thirty-five
Thirty-six
Thirty-seven
End of games
Fine?
Forgive you?

Two

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By hellvenus_

-Lewis!-

Corsi nella sua direzione e gli saltai letteralmente addosso per abbracciarlo. Mi era mancato moltissimo.

Quella mattina mi sono svegliata abbastanza presto, dato che avremmo dovuto essere in aereoporto per le sette, così feci colazione e finii le ultime cose, per poi salutare mia madre con un caloroso abbraccio.

-Ariaaa- disse ricambiando il mio abbraccio.

Sentii qualcosa sui miei piedi, abbassai lo sguardo e vidi quel cagnolino cicciotto a pancia in giù.

-Roscoe!-

Lo presi in braccio e gli feci fare una giravolta, e gli feci varie carezze.

-Allora come stai- dissi al ragazzo, lasciando Roscoe per terra tenendolo comunque per il guinzaglio.
-Sto benissimo, sono carico per questa stagione-
-Lo spero per te- si intromise mio padre.

Ridemmo tutti e tre.
Successivamente attendemmo l'arrivo di altre persone che facevano parte dello staff e quando arrivarono, ci dirigemmo al gate, facemmo i controlli, e salimmo sull'aereo.

Erano le sette e trenta circa e l'aria fresca si sentiva perfino in aereo. Le piste erano vuote apparte qualche aereo che stava partendo in quel momento.

In quel jet c'eravamo solo noi del team, e riuscii ad accaparrarmi il mio posto preferito, in un angolo dell'aereo vicino ad un finestrino. Lewis si sedette difronte a me, con Roscoe al suo fianco.

-Quindi quando é il primo GP?- mi chiese.
-Credo il 5-
-E noi stiamo andando in Bahrain a febbraio- mi disse scettico.
-E io cosa ne so, dovete provare le macchine e vedere se va tutto bene-
-Io spero che quest'anno quel Verstappen non vinca di nuovo- mi disse guardando fuori il finestrino.
Sorrisi amaramente -É bravo, e la macchina non é da meno-
-Lo so, ma anche le nostre possono fare di meglio-
-Stai dubitando del mio lavoro Hamilton?-

Scoppiammo a ridere come due bambini, e poi Roscoe abbaiò.

-George!- disse Lewis.
-Che bello vedervi- disse l'ultimo arrivato.

Mi alzai dal mio posto e lo abbracciai, anche lui mi era mancato molto.
Poi si abbracciò con Lewis, e si sedette accanto a me, dato che Roscoe aveva occupato il sedile accanto Lewis.

-Allora che si dice- chiese il ragazzo con gli occhi azzurri.
-Ma niente di che- risposi.
-Interessante-
-Quest'anno in McLaren c'è Piastri- disse Lewis.

Cominciammo a parlare del discorso McLaren, e non ci accorgemmo che l'aereo stava per partire, così ci allacciammo le cinture e partimmo per il Bahrain.

~
Il volo fu molto tranquillo, durò un po' di ore ma la maggior parte le passai a dormire indisturbata.

Ogni tanto mi partiva un calcio a causa di Lewis che russava come un trombone.

-Aia- imprecava.
-Smettila- dicevo io.
-Ma di fare cosa-
-Di russare cretino-

Apparte questi piccoli inconvenienti arrivammo all'hotel sani e salvi, e per fortuna noi padre mi aveva prenotato una camera singola matrimoniale.

-Non é giusto, hai il balcone- protestò Lewis.

La camera era più una suite che una stanza d'hotel, appena entrati percorrendo un breve corridoio arrivavi nella stanza principale, dove sulla destra c'era un divano e un grande letto, come piaceva a me.

Difronte al letto si apriva una grande cabina armadio, tramite delle porte scorrevoli, da cui si poteva accedere ad un bagno con doppia entrata.

Inoltre il balconcino tanto invidiato da Lewis era veramente bellissimo, si affacciava sui giardini dell'hotel.

-Vuoi fare scambio?- mi chiese.
-Non hai capito proprio niente- dissi gettandomi sul letto.
-La mia ha a malapena la cabina armadio-
-E ti lamenti? Ogni volta che arrivi al paddock sembra che sfili per la Fashion Week-
-Senti, io ho stile a differenza tua-
-Come scusa?- dissi alzandomi.

Inutile dire che finimmo per fare una lotta di cuscini come bambini di due anni, che terminò a causa di qualcuno che bussò alla porta.

-Oddio Lando-

Avevo aperto la porta e mi ero trovata davanti Lando Norris, uno dei miei tanti amici che mi ero fatta durante questi anni.

-Aria, da quanto tempo- mi disse abbracciandomi.

Lando é leggermente più basso di me, ma é un bellissimo e bravissimo ragazzo.

-Ciao amico- disse Lewis salutandolo con una pacca sulla spalla.

Insistetti sul farlo entrare in camera, e cedette, e anche lui si lamentò per quanto la mia camera fosse bella rispetto alla sua.

-Non é giusto- disse Lando.
-Dai smettetela, non penso che siano così tanto male, siamo in un cinque stelle alla fine- dissi.
-Rispetto alla tua si- risposero insieme.

Passammo il pomeriggio così a parlare di tutte le cose che avevamo fatto in questi mesi di pausa invernale, e ne avevamo molte da dirci.

Il buio calò e fui avvisata troppo tardi dai due che quella sera avremmo avuto una specie di gala di inizio stagione, quindi mi ritrovai a correre dal bagno alla camera e viceversa per prepararmi.

-Maledetti- imprecai. Avevo appena sbattuto il gomito contro la porta del bagno.

Mi avevano detto che il tema era elegante, quindi indossai un abito non troppo particolare, era un semplice tubino nero con dietro uno spacco che arrivava fino alle ginocchia più o meno.

Indossai i miei amati tacchi verdi, e ci abbinai una borsa dello stesso colore con dettagli argentati, così indossai una collana e orecchini anch'essi argentati.

-Perfetta- dissi guardandomi allo specchio.

Non avevo mai avuto un rapporto meraviglioso con il mio corpo, ma negli ultimi mesi ero cambiata molto.

Avevo deciso di seguire una dieta e di cominciare ad allenarmi in palestra, e tutti questi sacrifici avevano dato i loro frutti.

Appunto ero dimagrita di circa dieci chili, e ora questo vestito risaltava perfettamente le mie curve che grazie alla palestra, si notavano di più.

Tutti mi conoscevano come 'la figlia grassa di Toto Wolff' ma ora, beh ora avremmo scoperto con che appellativo mi avrebbero riconosciuta.

Era marzo, quindi presi una giacca e uscii dalla mia stanza, dirigendomi nella hall, dove Lewis mi aveva detto di incontrarci.

Arrivai lì ma non trovai nessuno, quindi mi sedetti su una delle poltroncine lì vicino.
Presi il telefono e controllai instagram, notando molti messaggi in direct da vari fan. Ero diventata abbastanza conosciuta.

-Aria?-

Alzai la testa.

Incontrai quegli occhi marroni dopo molto tempo, era come se avessi appena smesso di respirare. Rivivetti tutti i momenti in un mezzo secondo.

Ero felicissima, mi sono laureata con il massimo dei voti, e ora sto andando a casa della mia migliore amica per festeggiare.

Ho una copia delle sue chiavi quindi non mi sono fatta molti problemi ad entrare.
Volevo farle una sorpresa.

Appena entrata notai subito che qualcosa non andava, c'era una giacca maschile sul divano del salotto. Mi diressi verso la sua camera.

Ogni metro che facevo equivaleva a più rumori strani, ma che sta succedendo?

-Layla?-

La ragazza saltò dal letto, coprendosi con un lenzuolo, aveva i capelli scompigliati e il trucco sbavato, ed era nuda.

-Aria.. che ci fai qui?- disse lei impanicata.

Non poteva essere.
Non doveva essere.
Era impossibile.

Qualcosa dentro di me si ruppe, quel giorno. Forse il mio cuore.

Mi ero fidata, mi ero fidata di lui.

-Lance..- dissi sottovoce.

Lui era lì, senza vestiti sotto le coperte, anche lui con i capelli scompigliati e affannato.

-Aria.. Aria non é come pensi-

Il ragazzo si rivestì velocemente e venne nella mia direzione, ma io arretrai subito.

-No, no allontanati- dissi abbassando lo sguardo- Non voglio più avere a che fare con voi- dissi con le lacrime agli occhi.

Subito girai i tacchi e chiusi la porta sbattendola, uscii di casa seguita dai richiami del mio ex ragazzo, e della mia ex migliore amica.

-Lance-
-Da quanto tempo- mi disse sorridendo.

Sempre lo stesso sorriso, quel sorriso che faceva cedere ogni ragazza ai suoi piedi.

-Già- risposi fredda.
-Come stai-
-Bene-
-Ne sono contento-
-Immagino-

Non avevo testa per parlare con lui. Dove diamine era finito Lewis.

-Sei cambiata, vedo- disse scrutandomi.
-Forse era anche l'ora-

Non volevo sostenere una conversazione con lui, non ne avevo proprio voglia.

In lontananza vidi Lewis, vestito in camicia bianca e smoking. Elegantissimo direi.

-Scusami devo andare- dissi alzandomi e superandolo. Ma una mano mi bloccò il polso.
-Aria, per favore. Vorrei parlarti. Ti chiedo solo questo-

Lo guardai negli occhi, e non risposi. Lasciai che il mio polso si staccasse dalla sua presa e mi diressi da Lewis.

Lui aveva capito, vedendo la mia faccia.

-Che voleva- mi chiese serio.
-Niente di che, andiamo?- tagliai corto.

Lui capii la situazione, e ci dirigemmo all'auto che aveva affittato, una umile Porche 718 Spider nera opaca.

-Prego- mi disse aprendomi la portiera. Lo ringraziai con un sorriso e poi partimmo.

Questa sera ci sarebbe stato da divertirsi.

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