Futura Di Salvo.

Bởi babytaurusss

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Quando il passato ritorna, niente è mai come sembra. Il presente è tutta una bugia e il futuro è incerto, pro... Xem Thêm

Prologo.
1.La Fiducia.
2.Un'Ora Per Un Giorno.
3.Cuore Incatenato.
4.Imprevisto Piacevole.
5.Una Giornata Al Mare.
6.Il Primo Pezzo Del Puzzle.
7.Io Per Te, Tu Per Me.
8.Vecchi Amici.
9.Buono o Cattivo?
10.Confessioni, Tradimenti e Bugie.
11.L'Odore Del Vento.
12. Scontro.
13.Sule Nuje Core A Core.
14.Le Cicatrici Di Una Vita.
15.Un Ragazzo Del Sistema.
16.Le Bugie Hanno Le Gambe Corte.
17.Problemi Su Problemi.
18.L'Amicizia Che Ci Lega.
19.Il Filo Invisibile.
20.Ammaliata.
21.Non Si Può Dimenticare L'Amore.
22.Il Passato Che Ritorna.
23.Ridammi La Vita.
24.I Miei Demoni.
25.L'Abito Da Sposa.
26.La Piccola Di Papà.
27.Il Valore Della Famiglia.
28.L'Altra Verità.
29. Cuori Caldi.
30.Un'altra Famiglia.
31.Il Nascondiglio.
32.Siamo Soli In Questo Mondo.
33.Nostalgia Di Casa.
34.Sebastian.
35.Dov'è Futura?
36.Non Più In Pericolo.
37.Trovare Una Scappatoia.
38.Complicazioni.
39.Proprio Dietro L'angolo.
40.Ciò Che Unisce,Separa.
41.Perdonare E Cambiare.
42.Distanti Col Cuore.
43.Vivo per te.
44.L'Amore Che Ricevi.
45.Mai Più Verso La Normalità.
46.Quello Che Non Uccide Libera.
47.Il Vero Amore.
48.Il Futuro Adesso.
49. Libero Fuori, Imprigionato dentro.
50.Amore Paterno.
51.Le Principesse Danzano Solo Il Valzer.
52.Possessione E Gelosia.
53.Tu Mi Salvi Ogni Giorno.
54.Siamo Davvero Pronti A Questo?
55.Un Codice Scritto.
56.Qualcosa Sta Cambiando.
57.Essere Chi Sono.
58.Guardare In Faccia Alla Realtà.
59.Crescita.
60.Affari Irrisolti.
61.Solo Per Te.
62.Il Destino Farà Il Suo Corso.
63.Perdersi Per Poi Ritrovarsi.
64.Il Movente.
65.L'Importanza Del Sacrificio.
66.La Verità Viene Sempre A Galla.
67.Scoprire La Verità.
68.Odio O Amore? Il Volersi.
69.Anime Gemelle.
70.Un Incubo Che Si Ripete.
71.L'Ultimo Pezzo Del Puzzle.
72.Novembre Non Perdona.
73.Nuova Me.
74.Notte Prima Del Grande Giorno.
75.La Famiglia È Sacra.
76.Nove Maggio.
77.Coscienza Sporca.
78.Rimettersi In Careggiata.
79.L'Amore Non Basta.
81.La Maledizione Dei Di Salvo.
82.O' Core Nun Tene Padrone.
83.Tu Sei Il Mio Mare Fuori.

80.Quelli Come Te Sono Speciali.

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Bởi babytaurusss

Da quando sono nata ho capito di essere diversa dalle altre ragazze e di avere una famiglia un po' speciale. Mia madre è morta quando avevo pochi mesi di vita, quindi non ricordo niente di lei, soltanto qualche fotografia e i racconti di mio padre mi aiutano a sentirla vicina... anche se è stato raramente presente nei miei primi diciassette anni di vita; era troppo impegnato a scontare una pena di 15 anni per aver ucciso il proprio fratello per difendere me. Ma non sono stata sola, con me c'era Paola: una donna single in carriera che a quanto pare conosce molto bene i miei genitori e mio padre mi ha affidato a lei. Paola è stata per me una migliore amica, una zia, una confidente, una complice e per quanto sia stata così paziente e amorevole con me, non riuscirò mai a definirla come una mamma. Mia mamma è morta. L'hanno uccisa ma lei era innocente, non aveva fatto niente di male; quindi mi chiedo quanto è ingiusta la vita per togliere dalla faccia della terra un'anima così pura come la mia adorata mamma Nina. Per anni ho dovuto subire la solita frase da tutti, persino da mio padre, che sono terribilmente uguale a mia madre in tutto e per tutto.

Ma questo dovrebbe farmi bene? Mi ripetevo. Non conosco mia madre, non so quale sia il suo odore, non so la sua risata che suono ha e cosa più importante, non so che voce abbia. Per tutta la vita ho dovuto solo immaginare, immaginare, immaginare... ma era come se vivessi una realtà non reale e la felicità mi sembrava così lontana. Non mi importa che mio padre è andato in carcere per difendermi, per carità apprezzo che sia protettivo, ma è stato comunque lontano da me quando più ne avevo bisogno. Quando la luce cominciava a farsi grigia lui non c'era, c'era solo la mia immaginazione.

Poi quando è uscito dal carcere abbiamo cominciato a conoscerci meglio perché non sapevamo niente delle vite dell'altro; e tra una bugia e l'altra si è scoperta la verità, del perché è andato in carcere, che tipo è la sua famiglia e perché me ne ha tenuto all'oscuro e la verità su mia madre. È stato pesante sentire tutte quelle cose e sapere soprattutto ciò che lui ha fatto al suo stesso fratello, mi è stato difficile perdonarlo ma l'ho fatto perché mi sentivo sola, avevo già perso mia madre e non volevo perdere anche mio padre.

In tutto ciò è stato presente anche Ciro in quel momento della mia vita, mi è stato vicino come fidanzato e io questo non me lo dimentico. A volte vorrei ritornare a quel periodo in cui le cose tra noi andavano bene ma ero solo una ragazzina per sapere cosa fosse l'amore e ora tutto è finito tra noi. Tranne con Martina. La mia sorella non sorella, che in realtà è la mia migliore amica ma mi piace ricordarla in quel modo. Martina è speciale come me, anche lei ha una situazione familiare incasinata e grazie a questo ci siamo trovate e ci siamo sempre state per entrambe. Lei è una delle persone che non voglio perdere nella mia vita.

Ogni tanto mi fermo a pensare e capisco che in fin dei conti quello è stato uno dei momenti più belli della mia vita perché nonostante il dolore e nonostante gli sbagli, come quello di finire in carcere, mi hanno portata ad essere quella che sono oggi e non me ne pento. A volte penso anche al fatto che se non avessi seguito Martina quel giorno per accompagnarla dall'ex fidanzato Peppe, adesso le cose sarebbero andate diversamente e forse alcune cose sarebbero ancora rimaste un mistero.

Sono passati otto anni, non ho più diciotto anni, non soffro più per la mia famiglia, non vivo più di bugie ma tutt'altro. Adesso siamo io, papà, Rosa e il mio fratellino Salvatore che viviamo serenamente in Veneto e lontani dalla camorra di Napoli. Lontani dai pregiudizi, lontani dalle paure, insicurezze, dall'abuso di potere e lontani da quelli che ci volevano fare fuori. Ma ora ritornarci mi mette un'ansia pazzesca. Non so cosa potrebbe succedere, perché ogni volta che ritorno lì succede sempre qualcosa di brutto.

"Devi per forza ritornare lì?" mi chiede il mio ragazzo.

"Antonio, sì per forza. Mi hanno convocato a risolvere un caso proprio lì."

Sono diventata poliziotta investigatrice e da pochi giorni ho ricevuto la telefonata di un caso d'omicidio da risolvere, ma è a Napoli.

"Ma noi ci dobbiamo sposare tra pochi mesi! Non ce la faremo."

"Mi dispiace amore, immagino che dobbiamo annullare tutto." sono dispiaciuta sinceramente che alla fine le nozze con Antonio verranno posticipate, ma il lavoro viene prima di tutto.

Ha le braccia conserte e il broncio come un bambino. Sbuffa soltanto ma non dice niente. So che c'è rimasto male, ma so anche che mi capirà sicuramente perché è il primo a sostenermi nel mio lavoro. Accenno un sorriso per addolcirlo un po', poi lo bacio a stampo. Non riesco a distaccarmi che subito mi prende un'altra volta, comincia ad ampliare il bacio e a toccarmi in punti proibiti per farmi capire cosa vuole fare.

"Hai cinque minuti per me?" mi sussurra.

Non è per lui, ma non è il momento. Devo andare a lavoro e parlare con il comandante del mio trasferimento momentaneo a Napoli.

"Non posso, ti chiamo io dopo. Okay? Ciao." non lo saluto con un bacio stavolta e mi precipito a lavoro.

Parlo con il comandante molto chiaramente. Devo restare a Napoli finché non risolvo l'omicidio, altrimenti se abbandono prima rischio per il mio lavoro. Mi ha anche detto che lì a Napoli mi aspetterà un partner con cui fare squadra ma non sa come si chiama. Dovrei partire il prima possibile e dove starò non è un problema perché resterò da Paola. Almeno avrò anche l'occasione di rivedere i miei zii e Martina. Solo loro, i più importanti.

Mio padre e Rosa già lo sanno che dovrò andare via per un po' e a loro sta bene. Mi sostengono sempre e per me questa è la cosa più importante.

una settimana dopo.
Sono appena arrivata a Napoli e subito mi sono diretta a lavoro, emozionata e ansiosa allo stesso tempo per questa nuova avventura. Sono curiosa di scoprire chi sarà il mio partner.

Entro nell'ufficio del comandante ma lui non c'è. Mi giro intorno alla stanza e ammiro le medaglie e gli attestati. Poi improvvisamente sento qualcuno aprire la porta, mi rivolgo verso di essa convinta fosse il comandante e invece è una persona a me molto conosciuta.

"Futura?" non riesco a crederci che sia qui e tantomeno lui.

"Ciro... che ci fai qua?"

"Io ci lavoro qui. Stavo entrando nell'ufficio del comandante perché mi aveva detto che oggi arrivava il mio nuovo partner con cui lavorare."

Adesso mi è tutto più chiaro. Non so come sentirmi a riguardo. Insomma, lavorare con il proprio ex ragazzo che pensavi di non rivedere mai più fa strano. Però lui è cambiato molto. Si è fatto crescere la barba, ha acquisito i muscoli e lo vedo decisamente molto più cresciuto. Infondo sono passati otto anni.

"È strano rivederti."- sogghigno.

"Anche per me, pensavo di non rivederti mai più." sogghigna anche lui imbarazzato.

Dov'è il comandante e perché non si sbriga a venire?
Potrei morire d'imbarazzo in questo momento.
Voglio evitare qualsiasi tipo di contatto con lui. Non voglio nemmeno guardarlo.

"Allora, come stai?" mi chiede, dunque sono costretta a rispondere.

"Bene." mi limito a rispondere.

Finalmente arriva il comandante con tutta la scioltezza del mondo e con una tazza di caffè in mano.

"Buongiorno miei cari, oggi siete in anticipo."- ha un'aria raggiante, ma quando guarda l'ora sull'orologio da polso capisce che è lui ad aver fatto tardi, quindi ritorna serio. -" Allora, mi fa piacere signor Conte che conosciuto la signorina Esposito perché da oggi sarete partner. Dai cerchiamo di risolvere questo omicidio, troviamo il colpevole che siete entrambi molto bravi." fa un sorso al caffè.

"Che pista seguiamo?" chiede Ciro.

"Ah, quasi dimenticavo! Ecco il fascicolo con tutte le informazioni." tira fuori dal cassetto della scrivania due enormi fascicoli e li sbatte su di essa.

Li lascia lì sopra senza dire niente, aspetta solo che prendiamo i fascicoli e cominciamo a lavorare. Ed è come se Ciro lo avesse capito, poi esce dalla stanza e io lo seguo.

"Che tipo strambo." gli dico.

"Di solito non è sempre così, è che questo caso lo sta facendo innervosire perché sono mesi che non riusciamo a trovare il colpevole. Per questo hanno chiesto il tuo trasferimento forse, volevano un aiuto in più."

"Prima di iniziare voglio chiarire una cosa: non voglio che parliamo di altro che non sia per il lavoro."

"Lo so, non c'è bisogno che tu me lo chieda." mi risponde con sicurezza.

Aggrotto le sopracciglia perché non è una risposta che darebbe lui ma in fin dei conti per me va bene che questa volta non perdiamo tempo e pensiamo alle cose più importanti.

Ci mettiamo subito a lavoro, analizzo il caso, osservo tutti i punti e a volte faccio alcune domande a Ciro sul caso, perché ci lavora da prima di me ma è estremamente difficile capirci qualcosa. Immagino che rimarrò a Napoli più del previsto.

"L'assassino continua a commettere omicidi, e ogni volta che lo fa gli piace lasciare un bigliettino sul cadavere della persona che ha ucciso." mi spiega.

"Che tipo di bigliettini?"

"Ogni bigliettino ha la stessa frase, ma è in latino." mi spiega, poi prende dal fascicolo uno dei bigliettini che si trovava sul cadavere.

Alium silere quod voles, primus sile.

"Avete provato a cercare il significato?"

"Sì. Significa:Ciò che vuoi che un altro taccia, tacilo tu per primo."

"Okay, ma che senso ha? Cosa vorrà dire?" mi metto a pensare poi improvvisamente ricevo una chiamata da parte di Antonio.

Subito guardo Ciro per accettarsi che non abbia letto il nome, ma effettivamente l'ha fatto e quando l'ho guardato ha distolto lo sguardo altrove facendo il disinvolto.

Gli rispondo. Vuole sapere come vanno le cose. Rimango per poco in chiamata però, perché c'è molto da fare qui.

"Chi era?" mi chiede Ciro.

"Avevamo detto niente domande personali."

"Sì, ma non ci vediamo da tantissimo tempo. Non puoi semplicemente sbucare dalla mia vita così all'improvviso dopo otto anni e fingere di non esserci mai conosciuti."

Aggrotto di nuovo le sopracciglia, pensando bene alle sue parole. Infondo ha ragione, possiamo parlare e non è detto che dobbiamo coinvolgere le emozioni. Potremmo riprendere ad essere solo amici.

"Va bene, allora cosa vuoi che facciamo?" gli chiedo calma.

"Ti va se ti invito a cena, come amico? Puoi portare Martina se vuoi, così sai che non voglio provarci."

"Okay, allora vediamoci per una pizza tutti e tre stasera. Avviso Martina." prendo il telefono e mi allontano per chiamarla.

Cala subito la sera. Martina passa a casa di Paola e dopo tantissimo ci rivediamo. Anche lei è cambiata molto. Si è fatta il caschetto e si è scurita i capelli, è fidanzata con Nadia ed entrambe pensano di sposarsi a breve.

"Devo dire che mi hai sorpreso quando mi hai detto che stasera uscivi a cena con il tuo ex. Tu mi hai invitato come copertura così voi non state soli."

"Ma cosa dici? A me faceva piacere vederti."

Ridacchia.

"Lo so. Ti sto solo prendendo in giro, calmati veneziana."

"Veneziana? Com'è che mi chiami così adesso?"

"Perché stai perdendo il tuo accento napoletano e questo mi fa sentire una vecchia."

"Siamo sempre le stesse Martì."

Fa spallucce, poi subito dopo sentiamo suonare un clacson. È arrivato Ciro a prenderci. Scendiamo giù, saliamo in auto ma faccio mettere Martina davanti per evitare di stare il più vicina possibile a Ciro.

Sto dietro per i fatti miei a guardarmi intorno sperando di scendere subito, quando poi incrocio i suoi occhi dallo specchietto retrovisore. Quei bellissimi occhi verdi che ancora oggi mi fanno un certo effetto, soprattutto se mi guardano in quel modo. Non dovrebbe guardarmi così, è sbagliato e lo sa.

Scendiamo dall'auto perché siamo arrivati in pizzeria. Prendiamo posto e poi ordiniamo.

"È da quasi dieci anni che non stiamo tutti e tre insieme." inizia il discorso Martina.

"Sì, sono cambiate moltissime cose da allora." continua poi Ciro.

Sono curiosa di sapere cosa sia cambiato nella sua vita. Se con sua madre va bene e se sente ancora suo padre. Muoio dalla voglia di chiedergli queste cose che forse dovrei semplicemente chiederglielo e basta.

"Come va con tua madre?"

"Le cose vanno bene. Lei è più serena."

"E con tuo padre?" gli chiedo ma lui subito cambia espressione. È ancora un tasto dolente.

"Non lo so che fine abbia fatto. Probabilmente sta a marcire in carcere."

"Mi dispiace." gli dico. Non perché suo padre sia lì dentro, ma perché so quanto deve essere difficile dover subire tutto questo.

Gli prendo la mano. Non c'è bisogno che dica qualcosa perché riesco a capirlo ancor primo che parli. Questa connessione tra di noi è rimasta.

"Lo sai, due anni fa tuo padre si è presentato sotto casa di mia madre perché insisteva ancora sul fatto che fossi sua figlia e voleva un test del DNA. Ti immagini siamo fratelli?" sdrammatizza Martina.

"Guarda non mi sorprenderebbe. È solito di mio padre." ridacchia.

Poi lui rivolge lo sguardo su di me. Sicuramente per farmi qualche domanda e prego soltanto non sia una domanda su Antonio.

"Il tuo fidanzato ancora non ti chiama?" mi chiede.

"Che?"

"Beh ti vedevo pensierosa e pensavo fosse per il tuo ragazzo. Non è per lui?"

"Non sono pensierosa." bugia.

Lo sono. Ma non per Antonio. Io a lui non ci sto pensando. È per Ciro. Ricordarmi tutta la merda che ha dovuto affrontare mi fa pensare a quanto abbia sofferto ma è stato comunque forte. Lo ammiro per questo.
Ai miei occhi è speciale anche lui, perché io non sarei mai stata in grado di vivere quello che lui ha vissuto.

"Martina, allora come vanno le cose con Nadia?" chiede poi a Martina per cambiare discorso.

Per tutta la serata ho riscoperto un Ciro nuovo e molto più maturo. Spero che questa cena gli sia bastata per parlare di cose personali perché poi da domani non sarà più così. Voglio mantenere una certa distanza, pensare ad Antonio e il fatto che quando tornerò in Veneto ci sposeremo.

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05|08|2023
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️

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