Sweet Hell

By eenJoyyy

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Kyla ha sempre avuto una vita ordinaria, niente di nuovo. Sempre i soliti quattro amici, esce una sola volta... More

it's just the beginning
so, you are Kyla?
You're an asshole
A little secret.
What the hell is going on?
I'm surrounded by lies
Blaze.
It's a party, have fun.
Truth or Dare? pt.2
Don't play, Kyla.
Kyla: 1 Alexander: 0.
Why?
I can't.
Emma.
I still have your shirt.
Girls night pt.1
Girls night pt.2
No love.
Marisa.
The eyes...they never lie.
Alexander.
This isn't your first try.
Privacy.
Feelings.
Are you okay?
Last race.
So it's a secret?
College.
Noah.
James, what the fuck?
My first College party.
Insecurity.
Study with me.
Welcome back Marisa
Where are we?
It's Always my fault.
The Wood.
If you want, i'm here.
Don't you dare.
I'm obsessed with you.
We missed you.
You saved me.
Please, don't leave me.
Finally you came back.
I wanna see that dress on the floor.
We're six people in one house.
I'll always love you.
Why does everyboy knows him here?
Finally we can go out all togheter.
I'm not cheating on you.
Happy Birthday, Alex. pt.1
Happy Birthday, Alex. pt.2
Let's spend some time togheter.
Go away.
I can do to you everything you read.
Don't you dare.
Don't fight.
Love.
My sweet hell.

Truth or Dare? pt.1

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By eenJoyyy

Quando arriviamo a destinazione, la mascella mi cade decisamente a terra.

No, non è una villa, è un castello proprio.

Ci saranno tremila piani, e sono anche pochi.

«Tesoro, inutile dirti che questa casa trasborda di persone, tu non conosci nessuno perciò...» non faccio James, perché prendo l'iniziativa e stringo la sua mano con la mia.

«Sento puzza di cotta.» Mason passa come un serpente accanto a James, guadagnandosi un'occhiataccia da parte sua.

Davanti a noi, Alexander mi guarda da sopra la spalla, come per dirmi "te l'avevo detto", io alzo gli occhi al cielo e lo mando a fanculo mentalmente.

Ma da quando tutto questo si è trasformato in un scommessa tra noi due?

Però non sono più così sicura che lui avesse torto.

«Oh no, è qua fuori.» Noah sbuffa vedendo qualcuno fuori dalla porta d'ingresso

Una ragazza.

«Porca puttana, ma lei aveva detto che non sarebbe venuta!.» James comincia ad agitarsi e io  stringendo la sua mano, gli chiedo come mai tutti stanno cominciando ad agitarsi.

«Quella è Caroline.» ah, cazzo.

Capisco Aiden, da un lato.

La sua bellezza è disarmante, ha i capelli biodi lunghissimi, è molto alta e potrei elencare i milioni di altri pregi presenti nella sua parte estetica.

Ma per come me l'hanno descritta, potrei elencare milioni di difetti nella sua persona.

Per quello che so, ovviamente.

«Aiden?.» lo chiamo perché vedo che è rimasto bloccato a guardare la bionda fumare.

«Porca puttana.» lui si riprende e mi stacca da James.

«Scusa fratello, un attimo.» mi avvolge un braccio attorno alle spalle.

Oh no.

«Ciao...Aiden.» quando passiamo accanto alla biondina, lei lo saluta, appena mi vede, il suo sorriso vacilla.

Lui impassibile, la saluta con un cenno del capo, mentre io muovo la mano libera-l'altra è impegnata a tenere quella sinistra di Aiden- e lei sembra scioccata.

Quando finalmente entriamo dentro la casa, scoppiamo a ridere.

«Cazzo, è morta dentro!.» quasi urla, per sovrastare la musica.

«E' stato esilarante! sembrava una bambola di porcellana, lì ferma.» ridiamo fino a finire il fiato.

«Grazie, comunque.» io gli sorrido, comprensiva, e subito dopo veniamo circondati dai fratelli Wood e Mason.

«Come hai fatto ad entrare senza farti venire sette crisi?.» gli chiede Alex, lui in risposta mi afferra la mano e la alza, facendo vedere le nostre dita intrecciate.

«Perché avevo la mia ragazza accanto.» a quelle parole, vedo Alex stringere la mascella.

«Divertente.» Noah e James ridono, ma quando ci vedono impassibili, smettono all'istante di ridere.

«Voi due?!.» Mason è scioccato.

«No, idioti creduloni. Abbiamo fatto finta.» James sembra aver ripreso a respirare, mentre Mason ci manda a fanculo.

«Lo accetto.» gli dico, ridendo.

«Andiamo a fare gli auguri al festeggiato.» adesso che ci rifletto, io non sono invitata, lui neppure mi conosce.

Quando sto per farlo notare anche agli altri, Aiden mi blocca sul nascere.

«Sa che ci sei anche tu, quando stamattina ci ha confermato l'orario gli abbiamo detto di avere un ospite in più e non ha obbiettato.» io annuisco, sollevata.

«ti avverto, se dovesse fare qualche battuta un pò...scomoda, è perché è fatto così.Non sa darsi un freno.» io annuisco.

«Che tipo di battute scomode?.» chiedo decisamente troppo tardi per avere una risposta, essendo già arrivati di Miles.

«Brutti bastardi, siete arrivati senza neppure un regalo! o il regalo è proprio questa dolce e sexy ragazza?.»

«Tipo queste.» mi dice Noah all'orecchio, facendomi ridere.

«Vacci piano.» Alex lo ammonisce, senza un apparente motivo, perché quella battuta ha fatto ridere anche me.

«Perché? non me la offrite?.» okay, questa no.

«Ciao, Miles. No mi dispiace deluderti ma non sarò il tuo regalo e non sono una cosa tantomeno da prestare. Nonostante ciò sono lieta di fare la tua, breve, conoscenza .» gli rivolgo un sorriso tagliente, così tanto che lui sorride adorante.

«Sposami.» io scoppio a ridere.

«Mi dispiace, sei arrivato tardi.» gli dice Aiden.

«Ah, sta con te?.» io e Aiden ridiamo.

«Per una sera, si. Perché hai deciso di invitare quella stronza di Caroline, perciò a mali estremi...»

«Estremi rimedi.» finisco per lui.

«Amico credimi, non l'ho invitata io, sai che non riesco nemmeno a guardarla in faccia. Si è presentata davanti alla mia porta quando ancora c'erano poche persone, implorandomi di entrare, sai come sono fatto, non dico no a nessuno.» Aiden annuisce,comprensivo.

«Fa niente amico, in fin dei conti è la tua festa.» detto questo, mi prende per mano trainandomi da qualche parte, sotto i versi di dissenso dei suoi fratelli.

«Dove andiamo?.» gli chiedo, ma dopo poco di frena.

«A ballare.» istintivamente avvolgo le braccia attorno al suo collo e lui posiziona le mani sulla mia vita, facendomi ondeggiare a ritmo di musica.

«Mantieni questa personalità da festa anche nell'altra parte della festa.»
io rido.

«Perché, che personalità ho di solito?.» lui guarda a terra, trattenendo una risata

Io gli do un pugno sulla spalla, spronandolo a parlare.

«Diciamo che a volte...sei un pò una palla.» io mi sento tremendamente offesa.

«Ah davvero? bene, alla prossima festa, vi dimostrerò quanto poco pallosa io sia davvero. Sai, magari ho solo bisogno della giusta compagnia.»

«Okay adesso sono io a sentirmi offeso.» mi confessa, mettendosi una mano sul petto con fare teatrale.

La musica cambia nuovamente, e il dj annuncia che la cena è stata servita a tavola.

Perciò tutti andiamo a sederci ai posti assegnati.

Quando trovo il mio segnaposto, vedo che accanto a me c'è Alex, il che mi porta a fare un sonoro sbuffo.

«Neanche io vorrei stare seduto accanto a te ma farò uno sforzo,quindi vedi di farlo anche tu.» purtroppo non posso fare altre obiezioni perché ha ragione lui.

I posti vengono assegnati un pò a caso, sto zitta e prendo ciò che mi spetta.

Quando mi siedo vedo la pasta alle vongole fumante di fronte a me.

Subito mi viene l'acquolina in bocca.

«Sta attenta o finirai per bruciarti.» io lancio un'occhiataccia ad Alexander.

«Alex, non ho bisogno di un babysitter.» detto questo, avvolgo gli spaghetti attorno alla forchetta e quando li metto in bocca...mi sembra di star andando a fuoco.

Porca puttana! scotta più di quel che pensassi.

Alexander mi guarda mettendosi di lato, per potermi fissare meglio, e ovviamente lo fa con un ghigno stampato sul volto.

Lo prenderò a pugni un giorno di questi.

La cena procede e finisce bene, non mi aspettavo tutto questo cibo, sono riuscita a finire la metà di ciò che hanno portato.

Il dj annuncia che ci sarà un ultimo ballo lento, dove i protagonisti saranno Miles e sua madre a cui possiamo partecipare tutti, se vogliamo.

Miles e la donna bionda cominciano a ballare, e io li guardo adoranti.

Adoro i balli di famiglia nelle occasioni importati, come questa.

Molte coppie cominciano a scendere in pista, e il mio cuore fa una capriola.

Adoro vedere come in dei semplici passi accompagnati da un pò di musica, possano far trasparire tante emozioni.

«Posso invitarti a ballare?.» James mi tende la una mano, invitandomi ad afferrarla.

Non me lo faccio ripetere due volte.

Cominciamo a muoverci e io poggio la testa sulla sua spalla.

«Sono contenta di essere qui con voi, stasera, è stata una giornata super stressante, siete stati tipo la mia ancora di salvezza.» lo sento ridere, e si stringe un pò di più a me.

«E io sono contento di saperti più spensierata.» quando alzo il viso, vedo che prova ad avvicinarsi di più al mio viso.ma quando qualcuno sbatte contro la mia schiena, James sembra svegliarsi.

Io guardo dietro di me, cercando di vedere chi mi ha colpita.

Chi l'avrebbe mai detto? Alexander.

«Ma tu non eri seduto?.» gli chiedo, osservando come sta attaccato a Isabella.

«si, e tu non stavi con l'altro mio fratello?.» indica Aiden con lo sguardo, e...cazzo, ha ragione

Non dovrei farlo stare da solo, specie dopo che ho accettato di far finta di essere la sua ragazza peer una sera.

«Non ci trovo niente di male, sto ballando con James, non stiamo facendo altro.» lui alza le spalle.

«Come volete.» lui avanza nuovamente, dando una spallata a James, quest'ultimo sbuffa e allarga le narici, visibilmente nervoso.

«Lascia stare, sai com'è fatto, lo fa apposta per infastidirti e sta funzionando.»

Quando la musica finisce, Miles sale sul palco del dj per fare un discorso.

«Sono molto contento di aver festeggiato la mia festa di compleanno con tutti voi e con la mia famiglia, adoro poter dire di avere tutti voi come amici e di sapere che per qualsiasi cosa, ci sarete sempre per me. Grazie di essere venuti.» fa un piccolo inchino e butta il microfono a terra, recando un tonfo tremendo.

Lui si accorge del fastidio provocato alle orecchie di tutti e riprende il microfono in mano.

«Cazzo, scusate!.» poi lo adagia delicatamente sulla console del dj, lascia un bacio sulla guancia della madre, e scende dal palco.

Quando lui esce di casa, andando verso la sua macchina, tutti facciamo come lui, e lo seguiamo fino ad arrivare a destinazione.

Quando scendo dall'auto, l'atmosfera è completamente diversa da quella di prima.

I ragazzi sono quasi tutti senza maglietta, tutti i presenti stanno bevendo qualsiasi tipo di alcol possibile.

«Quindi è questo il posto in cui staremo per le prossime ore?.» chiedo a James, che prendendomi per mano, annuisce, facendomi passare tra la folle.

«Esattamente, questo aiuta a pensare di meno.» mi offre un bicchiere di...qualcosa, che sorseggio piano piano.

«Non riesco a capire se mi piace.» assaggio ancora una volta quel liquido che sa un pò di pesca e un pò di chimico.

«Ti piacerà.» annuisco e James mi aiuta a prendere spazio in mezzo a tutte le persone sedute attorno al fuoco.

«Non c'è spazio.» dice James, cercano di farlo sentire solo a me, con scarsi risultati, perché Conner sotto di lui, ci sente

«Vuoi sederti, ragazzina?.» lui tocca le sue gambe, invitandomi a sedere lì ma io fingo un conto di vomito.

«Piuttosto mi attacco a testa in giù a quell'albero fino alla fine dei miei giorni.» è arrivato quanto schifo mi faccia?

James trattiene una risata, mentre Conner mormora qualcosa che sono sicura sia un insulto, ma non mi importa.

Vedo i Wood, messi dall'altro lato, difronte a noi ridere.

«Okay,cazzoni, adesso si gioca.»
Miles alza il bicchiere.

«Obbligo o verità.» beve il contenuto del suo bicchiere.

«Che gioco di merda.» dico, bevendo come fanno tutti.

Conner si gira a guardarmi.

«Si vede che non hai mai giocato come si deve.»

«Vai, illuminami. Come si gioca davvero?.» fortuna o sfortuna, vuole che Miles faccia la fatidica domanda proprio a lui.

«Obbligo.» mentre risponde, continua a guardare me.

«Immagino già cosa vuoi, ma non voglio essere pestato a sangue dai Wood, perciò...ti obbligo a toglierti la maglietta, buttarti addosso della vodka liscia e scegliere una ragazza a tua scelta per fartela togliere di dosso con la lingua.» quando Conner sta per dire un nome, Miles lo blocca.

«Che non sia Kyla.» Conner sbuffa e indica una ragazza dai capelli corti neri.

«Quindi è così che si gioca.» James annuisce alla mia affermazione.

Ah, bene.

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