SERENDIPITY

By ilariastoriess

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βπƒπšπ«π€ 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞❞ Isabelle Thompson ha diciannove anni e sogna di diventare un'avvocata dall'ottima f... More

Introduzione
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22

Capitolo 11

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By ilariastoriess



ISABELLE

Proteggere: che irragionevole,
meravigliosa parola.
☾Ilariastoriess

«Non lo so, Cyndi. È esagerato»

«Ma quale esagerato. Avessi un fisico come il tuo, non perderei occasione per metterlo in mostra»

Un lamento mi sfugge dalle labbra «Peccato per questi» dico, indicando i miei fianchi.

«Ma se le Kardashian hanno sborsato centinaia di migliaia di dollari per avere un didietro e dei fianchi con i tuoi! Sei perfetta e metterai questo vestito stasera. Punto.»

Continuo a fissarmi allo specchio, soffermandomi sulla mia figura fasciata dall'abito nero aderente.

«Fidati di me. Manca solo questo» la mia migliore amica apre la trousse, estraendo un rossetto rosso. Faccio attenzione a non strabordare troppo sull'arco di cupido e lo applico, poi lo passo a lei.

«Dovresti metterlo anche tu. Mette in risalto i tuoi capelli biondi»

Esco dal bagno, lasciandole spazio per finire di prepararsi.

Indosso un paio di stivali che ho comprato pochi giorni fa sul sito di Givenchy e prendo anche la borsa.

Mi siedo sul divano, dando un'occhiata al mio profilo Instagram, quando leggo l'anteprima di un messaggio.

Kev: Ehi bellissima, che fai stasera?
Isa: Ciao <3
Isa: Cyndi mi sta letteralmente trascinando ad una festa privata.
Kev: Dove? Volevo offrirti da bere.
Isa: Ti va al solito posto dopo la mezzanotte?
Kev: Conto i minuti ;)

«Esteban, stiamo arrivando» sento dire alla mia amica prima che faccia capolino in cucina.

«Allora, andiamo?»

«Certo» sorrido.

«Che succede?»

«Ah no...niente. È che non vedo l'ora di andare a questa festa»

𓍝

Quando arriviamo di fronte al locale, resto sorpresa nel vedere che sono poche le persone all'entrata.

«Finalmente. Mi sei mancata, dolcezza» un ragazzo tatuato ci viene incontro, baciando Cyndi sulle labbra.

Se non sapessi che la fa essere tanto felice ultimamente, probabilmente gli avrei già tirato una borsata in piena faccia per averlo scambiato per uno stupratore seriale.
A parte l'aspetto e il corpo interamente macchiato d'inchiostro, però, non sembra poi tanto male.

«Esteban, lei è la mia amica Isabelle»

«Ciao» mi fa un cenno col capo.
«Mi fa piacere siate venute. Andiamo dentro, ci aspettano gli altri»

Ci conduce all'interno, in cui le luci a intermittenza infastidiscono i miei occhi.

«Oh oh, ci hai portato lo spuntino di mezzanotte?» un ragazzo dai capelli biondi mi squadra attentamente e fa per avvicinarsi quando un braccio mi tira dietro di sè, quasi per farmi da scudo.

«E tu che ci fai qui?»

Non ho il tempo di rispondere perché Esteban si intromette, sottraendomi dall'incarico.

«Le ho invitate io»

Kylian lo fulmina con lo sguardo.
«E perché ti sei preso questa libertà senza dirmelo?»

«Perché avrei dovuto?»

Un fischio fuoriesce dalle labbra del biondo, che inizia a girarmi intorno sorridendo.

«Non è evidente, Ste? Il Serpente capo non vuole condividere il nuovo gioiellino con noi»

«Scusami? Io non sono il gioiellino di nessuno»

«Ehi ehi, attenti che morde»

«Basta così, Damian. E tu vieni con me»
Mi afferra per il polso, nonostante io gli ripeta più volte di saper camminare da sola, e mi trascina fuori dal locale, in una specie di vicolo cieco poco illuminato con la pattumiera.

«Ti ho già detto che questo non è un posto adatto a te, perché sei venuta?»

«Nel caso te ne fossi dimenticato, Cyndi si sta frequentando con il tuo amico. Non avevo molta scelta»

«Si, certo, come no»

Sul serio sta mettendo su questa sceneggiata solo perché ho accettato l'invito ad una festa organizzata da lui per altro?

«E perché sarei dovuta venire, sentiamo!»
incrocio le braccia.

«Isabelle, dico sul serio. Devi andare via»

«Perché?»

Scuote la testa in modo esasperato.
«Perché sono io il capo, sono io che decido. E non ti voglio qui.»

La freddezza con cui pronuncia quelle parole mi fa quasi rabbrividire. Vorrei controbattere e dire che, in realtà, io in questo locale posso restarci quanto mi pare, ma non ne vale la pena.
Non voglio restare un secondo di più.

Andrò via.
E se Cyndi non vorrà venire, io andrò via da sola.

«Va bene. Tanto non volevo neanche metterci piede in questo posto.» affermo, sostenendo il suo sguardo prima di voltargli le spalle e rientrare.

Un forte odore di marijuana mi stordisce mentre attraverso la stanza e raggiungo la mia amica, seduta sulle gambe di Esteban.

Ha l'aria di una che non sa cosa sta succedendo ma lo immagina.

Cosa sta immaginando esattamente?
Che il figlio del mio capo è uno stronzo bipolare con evidenti problemi?

«Voglio tornare a casa» mormoro.

Si alza, seguendomi fino alla porta d'entrata.

«Che ti prende?»

«Non mi va di parlarne, andrò a casa. Se vuoi restare con Esteban non c'è problema. Kevin mi ha invitata a bere qualcosa, mi verrà a prendere lui. Lo aspetto qui fuori»

«Sicura? Guarda che se ti ha fatto o detto qualcosa, io...»
«No, Cyndi, davvero.»

«D'accordo, allora ci vediamo dopo» mi scocca un bacio sulla guancia ed io accenno un sorriso.

Estraggo il telefono dalla borsa e non trascorre molto tempo prima che Kevin si presenti davanti al Cruz.

Proprio quando intravedo la sua macchina in lontananza, però, mi accorgo che tre uomini stanno camminando verso di me.
Hanno tutta l'aria di essere dei criminali e nella mia testa si accede un campanello di allarme quando mi osservano.
Butto fuori l'aria trattenuta e provo a calmarmi non appena mi rendo conto che mi hanno superata, non risparmiandosi battutine spinte sulla mia scollatura.

Ignorali, Isabelle.

Stanno entrando nel Cruz.

«Ciao, bellissima» Kevin mi accoglie nella sua auto.

«Ehi, grazie per aver fatto così in fretta»

«Ero nelle vicinanze. Come mai così presto? La festa non ti piaceva?»

«Già, una vera noia»

Apre il finestrino, allungando il braccio fuori «Ti va un drink?»

Annuisco «Ne avrei proprio bisogno»

«Siamo due futuri avvocati, Isabelle. Bere è il minimo che possiamo fare per tutti i casi che ci passano sotto gli occhi ogni giorno»

«Hai ragione» ridacchio.

Ci fermiamo a bere in un locale tranquillo vicino a casa mia e prendiamo un tavolo all'aperto. Ci sediamo, in attesa che il cameriere ci porti i nostri drink.

«Allora, come va in ufficio?» domando.

«Bene, la situazione è migliorata. Immaginavo potesse essere difficile all'inizio ma col tempo andrà ancora meglio. Credo organizzeranno una cena con un cliente importante a cui sarò invitato anche io»

«Mi fa piacere, Kev.»

Sto per raccontargli del caso West quando veniamo interrotti da una voce maschile.
«Ecco i due Cosmopolitan»

«Grazie» Kevin risponde educatamente.

«Accantoniamo il lavoro per una sera...» prosegue
«...quando pensi di tornare a casa?»

«Probabilmente per il Ringraziamento. Non muoio dalla voglia di tornare a Houston»

«Come mai?»

«Non lo so, quella città mi ricorda momenti della mia vita che preferirei non aver vissuto.»

«Forse se le cose accadono c'è un perché, non credi Isabelle. Ci hai mai pensato?»

« Tante volte. Mi sono chiesta tante volte come mai accadono certe cose, solo...per quanto io sia riuscita a darmi una risposta, non sono mai stata molto convinta»

«Perché non c'è. A volte accadono e basta» conclude, bevendo un ultimo sorso.

Mio nonno se fosse qui mi direbbe che Kev ha ragione.
Per quanto una persona ci provi, in alcuni casi non c'è nulla da fare: non ci sono risposte.
Ma è così sbagliato pretenderle dalla vita?

Si alza in piedi «Ti va di fare due passi?»

«Certo»

Mi stringo nella giacca di pelle, mentre il vento di fine settembre mi punge le braccia scoperte.

Camminiamo in silenzio, circondati da una piacevole atmosfera di tranquillità e, dopo qualche minuto, prendiamo posto su una panchina.
Stranamente, nonostante sia sabato sera, questa parte della città è tranquilla, animata solo dallo scroscio dell'acqua del canale che scorre aldilà del muretto.

«Isa, io non so bene come iniziare questo discorso...»

«Quale discorso?»

«Vedi, sto molto bene con te. Parlare, ridere, fare discorsi sulla carriera, scherzare... mi viene tutto facile. Tu mi piaci, e non come amica.»

Il cuore prende a battermi forte.

Gli piaccio.

Kevin Brown ha appena detto che gli piaccio.

Il ragazzo per cui ho una cotta dal primo giorno di superiori, con cui ho trascorso tutti i pomeriggi a studiare prima di un esame, ha ammesso di provare qualcosa per me che va oltre l'amicizia.

Aspettavo questo momento da mesi e proprio questa sera, in cui il mio umore è precipitato dopo aver messo piede a quella festa, lui me lo dice così, sotto il cielo stellato e con due occhi luccicanti.

Quasi urlo dalla gioia.

«Vale lo stesso per me. Mi piaci anche tu, Kev»

Non ho il tempo di finire la frase che lui si fionda sulle mie labbra, baciandomi.



SPAZIO AUTRICE ✍🏻 🤎
Lo so, ragazze, lo so... ma aspettate! Non date giudizi affrettati, c'è un motivo dietro ogni cosa. E chi l'avrebbe detto che Kevin, zitto zitto ahaha
Lo sapete che mi piacciono i drama, ho voluto aggiungere quel tocco in più
L'appuntamento ufficiale è per la settimana prossima (il capitolo è solo da revisionare). Grazie per aver letto, vi aspetto su ig con un nuovo post e il box degli scleri. Vi amo🫶🏻

Ig: ilariasbooks_
Tiktok: ilariastoriess

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