Are You Ok || Formula 1

By Brokentyre

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Elsa è cresciuta guardando Schumacher sfrecciare con la sua Ferrari sullo schermo della televisione... quando... More

1. Place de La Concorde
2. Avvincere, Convincere
3. Lights Out And Away We Go
4. Not a Grid Girl
5. Halo... It's Me (VET)
6. A New Beginning
7. I'm Here (GAS)
8. Hurts (LEC)
9. Hurts pt II (LEC)
10. Champions' Wall (RUS, ALB)
11. Baby Drivers (Mick, Callum, Robert, Marcus)
12. Ops una Carlando (NOR, SAI)
13. Mindgames pt I (HAM)
14. Night Thoughts (Nico Rosberg)
15. Mindgames pt II (ROS, HAM)
16. Shield (Mick)
17. Monza 2019 (LEC) pt. I
18. Monza 2019 (LEC) Pt. II
19. Sleepless (Marcus, Callum)
20. Shame (Ferrari)
22. Princess pt I
23. Princess pt II
24. Baku (RIC)
25. Quelli che Restano pt I
26. Quelli Che Restano pt II
27. Summer Break
28. Flying to Greece
29. Together
30. Can you swim?
31. Monza 2021, Saturday Pt I
32. Monza 2021, Saturday Pt II
33. A race to win (RIC)
34. Party and then (RIC)
35. Sleeping in your hand (RIC)
36. Glitters don't turn to gold
37. Può solo migliorare (Nyck)
38. Un altro giro di giostra
39. Challenge pt I (Ferrari)
40. Challenge pt II (Ferrari)
41. Being important pt I
42. Being important pt II
43. Mi fido di te - pt I (Charlos)
44. Mi fido di te - pt II
45. To the moon and back (RIC)
46. Never enough (Mick)
47. Lost and found
48. Flying thoughts
49. Austin GP pt I
50. Austin GP pt II
52. By your side (Carlando, ops I did it again)
53. The Last Dance (Danke Seb)
54. Let's start again
55. Lion Heart (Max)
56. See you again (DR)
57. Love is a mess
58. Silverstone
59. Stress and love pt I (Leclerc-s)
60. Stress and love pt II (Daniel)
61. Stress and love pt III (Daniel)
62. To wear red (Charlos)
63. Night lights
64. Responsibility
65. Nightmare pt I
66. Nightmare pt II
67. Don't give me those eyes (Hotel room in Vegas)
68. Dancing with teary eyes
69. Kings and Queens pt I
70. Kings and Queens pt II
71. Quando nevica (LEC) pt I
72. Quando nevica (LEC) pt II
73. Medical drama
74. Jeddah (Carlos) pt I
75. Jeddah (Carlos) pt II
76. Confidenza
77. Panico
78. Plans and failures
79. Resta, se tu m'ami
80. Resta se tu m'ami pt II

51. Austin GP pt III

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By Brokentyre

Elsa si siede, allaccia le cinture e chiude la portiera, sistema la radio con l'auricolare e il microfono, schiaccia un pulsante e chiama il muretto dove sono seduti i suoi colleghi e la direzione gara: "Medical car, radio check" - "loud and clear".

Alan, il pilota e Nancy l'infermiera, che insieme a lei formano l'equipaggio non sono ancora arrivati. In realtà il turno sulla medical car è sempre abbastanza noioso: non c'è nulla da fare, dopo aver controllato che tutto l'equipaggiamento sia in ordine, fatto il radio check, si deve solo sedere composti con le cinture allacciate dentro la macchina parcheggiata alla fine della pit lane pronti ad uscire in caso di un incidente abbastanza grave da richiedere il loro intervento, per fortuna solitamente più per fare da tassisti ai piloti rimasti a piedi che per assisterli. La probabilità che un incidente così accada durante le prove libere è bassissima, Elsa non sente nemmeno un po' di tensione, sa che per i prossimi sessanta minuti rimarrà seduta lì ferma a guardare l'uscita dai box, facendo quattro chiacchiere con i colleghi per passare il tempo. Rilassa la schiena allo schienale del sedile come farebbe su un divano e sospira. I doppi vetri della Mercedes AMG riescono a tenere fuori un po' del casino di gente che cammina attorno alla loro macchina e, come spesso accade, appena cala un po' di silenzio la testa lo riempie di pensieri.

Pensa a Daniel, al suo sorriso, quanto è bello il suo sorriso. Pensa ad Aaron, a quanto è strano rincontrarsi, e quanto è difficile ricostruire un rapporto da amici dopo tutto questo tempo e tutto quello che entrambi hanno passato, eppure, mentre chiacchieravano ieri sera a cena, le è sembrato possibile. Pensa a Jack, ai suoi occhi pieni di gioia mentre la riabbracciava. Pensa a Laura, a quando erano piccole e si confidavano i problemi d'amore abbracciate sotto le coperte, senza nemmeno doversi parlare, perché si capivano al volo. Chissà cosa aveva capito, Laura, di lei e Daniel. Sua sorella non veniva a lavorare sul campo da prima del GP di Francia, anzi, non si erano proprio mai viste di persona per tutto questo tempo... quindi non poteva sapere nulla... Comunque nessuno sapeva nulla, nessuno li aveva mai visti insieme...E poi infondo Laura lavora per la Red Bull e Daniel, anche se ha ancora abbastanza amici nella sua vecchia squadra, ormai è un pilota McLaren... anzi, era un pilota McLaren visto che hanno già annunciato Piastri e lui rimarrà senza sedile... cosa cambierà tra loro? Se c'era qualcosa che stava nascendo, a fatica, poco alla volta, adesso è già destinata a svanire tra poche settimane perché lui rimarrà in Australia e lei continuerà a fare il giro per il mondo? Sarà un addio? E allora cosa servirà tutto questo, conoscere Jack, dimostrarsi l'uomo più gentile e buono del pianeta, per poi sparire?

Tutti questi suoi pensieri si interrompono all'improvviso, appena Alan e Nancy aprono le portiere e salgono a bordo della Medical Car, già chiacchierando a voce alta.

Tutto il sabato di lavoro, per Elsa, fila abbastanza liscio... nulla da fare, stranamente tutto a posto e per fortuna nessun incidente da andare a soccorrere, le discussioni da noia tra un sedile e l'altro arrivano ai livelli dei commenti sulle trasmissioni televisive americane demenziali tipo 'malati di risparmio' ed Elsa vorrebbe solo farli smettere di chiacchierare e far riposare le orecchie, ma alla fine è fortunata ad avere colleghi così divertenti, di sicuro tutte queste ore passate in silenzio a guardare il vuoto le sembrerebbero interminabili.

Alla fine la pole position la fa una Ferrari, quella di Carlos Sainz, con Charles subito dietro e le Red Bull insieme in seconda fila... Daniel diciassettesimo, molto lontano dal suo compagno di squadra, deluso, ma un po' rassegnato in questa situazione con questa macchina che dall'inizio dell'anno non ha mai capito.

Mentre le qualifiche finiscono, sia Daniel, sia Elsa, in due posti diversi della pit lane, ed entrambi lontani dalle tribune su cui siedono Aaron e suo figlio, si chiedono che cosa stia pensando Jack. Il biglietto per questo GP è il loro regalo per questo bambino a cui vogliono entrambi un mondo di bene senza nessun motivo logico, soprattuto per Daniel che lo conosce da poche ore... il problema, sempre lo stesso fin da quando il padre e lo zio di Elsa la portavano da piccola a vedere la Formula Uno, è che puoi regalare a un bambino un biglietto, ma non puoi sapere se sarà il biglietto per vedere una gara fortunata o una gara deludente. E forse, se il suo pilota preferito guida una McLaren arancione numero 3, questa sarà una gara deludente.

Appena scende dalla macchina Daniel è chiamato al meeting con il team, in cui, come sempre, gli tocca sentire un sacco di critiche, rimproveri, umilianti confronti con le prestazioni del suo compagno di squadra dieci anni più giovane di lui. Daniel incassa rimanendo serio, senza rispondere niente, ma dentro di lui  si aprono come delle ferite, dei colpi al cuore per ogni parola detta con cattiveria e senza rispetto.

Daniel esce dal meeting facendo un respiro profondo, cercando di scacciare i cattivi pensieri che però continua a sentire come macigni addosso. Mentre scende i gradini davanti alla porta dell'hospitality McLaren trova Aaron e Jack, lì davanti, insieme agli altri tifosi con un pennarello in mano ad aspettare un autografo.

Daniel li vede, fa l'occhiolino a Jack e si mette prima, pazientemente, a scattare foto e fare autografi a tutti gli altri tifosi, poi, appena miracolosamente la gente si dirada, fa segno a loro due di seguirlo.

Facendo il giro dalla porta sul retro, infilandosi tra un box e l'altro, li porta dentro il box della McLaren a vedere la macchina.

Jack è estasiato, come se stesse scattando fotografie con i suoi occhi spalancati ed emozionati. Anche Aaron, anche se non lo ammetterà mai, è seriamente interessato a vedere da vicino la macchina, e si sta divertendo molto.

Dopo essere tornata al medical center per cambiarsi, Elsa esce e comincia a cercarli. Ma sembrano spariti, nessuno, né Aaron, né Daniel rispondono al cellulare... Li cerca tra la gente, li cerca sulle tribune che si stanno svuotando, ma non riesce a trovarli. Vorrebbe chiedere a qualcuno della McLaren ma dovrebbe inventarsi una scusa, e sa che le bugie hanno le gambe corte e finirebbe per farsi scoprire e le chiacchiere di sicuro corrono più veloci di una McLaren di questi tempi...

Mentre passa davanti i box dalla pit lane nota la luce accesa dietro ai pannelli che chiudono l'entrata del box di Daniel. Si guarda intorno per controllare che nessuno possa vederla, si infila tra i pannelli, entra e li trova li, dentro il box di nascosto perché nessuno in parc fermé potrebbe avvicinarsi  alla macchina senza autorizzazione. E decisamente non sono solo vicino alla macchina, ma Jack, sollevato di peso, dalle braccia di Daniel, sta per entrarci.

Appena si siede sul sedile, e il mondo intorno scompare perché il bambino è troppo piccolo per riuscire a vedere qualcosa oltre la scocca della macchina, Jack esclama "Wooow!"

Elsa, entrata senza farsi sentire dall'apertura tra i pannelli davanti al box, fa un finto colpo di tosse per richiamare l'attenzione. Daniel e Aaron si girano di scatto, impietriti pronti a trovarsi davanti a uno dei commissari che li ha colti con le mani nel sacco ed è pronto a sgridarli e fargli una multa per essere entrati nei box in un orario in cui non sono autorizzati.

E invece, si trovano davanti Elsa. Che scoppia a ridere, vedendo la loro espressione terrorizzata.

Anche Jack sporge la testa fuori dall'abitacolo per vedere chi è arrivato.

"Dai andiamo, prima che vi scopra qualcun altro!" dice Elsa ridendo.

Daniel prende di nuovo il bambino di peso, e lo tira fuori dalla macchina.

"Daniel, sei il migliore!" gli dice Jack con gli occhi lucidi, appena riappoggia i piedi a terra,  guardandolo negli occhi, dal basso all'alto.

Eccoli, gli occhi buoni dei bambini, capaci di curare ogni ferita di qualsiasi cattiveria. Daniel si scioglie davanti agli occhi di quel bambino, così simili a quelli di suo nipote, che gli manca così tanto.  Daniel riesce perfettamente a capire il dolore di Elsa per essere stata così lontana da Jack per così tanto tempo, e dentro di lui, un po' alla volta, senza accorgersene, più come un sentimento che come un'emozione, comincia a farsi strada l'idea che, alla fine, tornare in Australia e passare un anno sabbatico accanto alla sua famiglia sia la cosa migliore che può capitargli.

Tornando in albergo, un po' immersi nel fiume di persone, quasi tutti lavoratori della F1, che dal circuito camminano verso gli hotel.

Il loro albergo, all'entrata ha una scalinata in marmo che rialza l'entrata della hall un metro e mezzo sopra la strada.  Trovano una piccola folla di tifosi seduti sui gradini ad aspettare davanti alla porta. Appena vedono arrivare la gente con le magliette dei team dal paddock i tifosi si alzano in piedi e bloccano l'ingresso dell'hotel per riuscire a scattare una foto con un pilota. Elsa, Aaron e Jack riescono a farsi largo da un lato per entrare, mentre Daniel rimane indietro, attirando la gente qualche metro più indietro rispetto alla porta per permettere a tutti di entrare mentre lui rimane a scattare selfie e firmare autografi.

Elsa, mentre sale sui primi gradini dal lato sinistro della folla, volta indietro la testa, e sorride, salutando Daniel con uno sguardo, e lui, girando la testa, con già una maglietta in mano da firmare, ricambia il saluto.

Uno sguardo, durato meno di un secondo, un brevissimo contatto da lontano, ma forte come una stretta di mano, come un abbraccio, come un bacio. Nessuno l'avrebbe mai notato, nemmeno tutte le telecamere che lo circondano dalla mattina alla sera e che Elsa è sempre attentissima ad evitare.

E invece, mentre Elsa, Aaron e Jack salgono dal lato sinistro della scala, dal lato opposto, in mezzo a un gruppetto di persone vestite con la divisa della Red Bull, c'è una ragazza con i capelli scuri e lisci, separati da un paio di occhiali da sole che porta tirati indietro sopra la fronte, ora che non le servono più per proteggere  i suoi occhi verdi dal sole che batteva sulla pit lane. I suoi occhi verdi così precisi e attenti non solo quando si tratta di notare tutti i dettagli delle telemetrie.

Laura vede benissimo quello sguardo. E ha già capito tutto, ma sa che farà finta di niente per un po'. Il suo sorriso assomiglia più a quella specie di ghigno compiaciuto e divertito allo stesso tempo che Elsa aveva sulla faccia quel giorno di quasi dieci anni fa, quando, dal solo nome del posto in cui stava andando, aveva capito il nome della persona con cui sua sorella aveva un appuntamento.

Appena dentro l'albergo, nell'enorme hall dell'hotel a 5 stelle, le persone si diradano, Elsa riesce a raggiungere Aaron e Jack che erano entrati prima di lei, e vede in lontananza Laura. Questa volta non resiste "Torno subito!" dice ad alta voce agli altri due, e, quasi correndo, attraversa la stanza schivando tutti quei divanetti e altri mobili di lusso che costeranno un occhio della testa, e abbraccia Laura.

Erano mesi che non si vedevano, ormai ci dovrebbero essere abituate, a stare lontane, sono anni che vivono così... ma quando con una persona per più della metà della tua vita hai vissuto insieme, fianco a fianco ogni giorno, non sarai mai abituato a vivere lontano da lei. Si stringono forte e ad entrambe viene quasi da piangere.

"Laura, ti devo presentare due persone. Sono venuti a trovarmi, poi ti spiego."

Si avvicinano agli altri due, che erano rimasti dall'altro lato della stanza ad aspettare.

"Jack, Aaron, lei è mia sorella Laura - Laura, loro sono Jack e Aaron" Si stringono amichevolmente la mano, ed Elsa un po' si pente di quello che ha appena fatto... ogni volta che presenti una persona a cui vuoi bene ad altre persone a cui vuoi bene possono succedere sempre due cose: o si forma un'amicizia e come in una famiglia tutti si accolgono e si vogliono bene, oppure qualcuno scappa come aveva fatto il suo primo fidanzato una settimana dopo che lei l'aveva presentato ai suoi migliori amici.

Infatti, appena finiscono di salutarsi, Laura e Aaron non sanno cosa dirsi. Sanno perfettamente chi sono, perché Elsa ha parlato ad entrambi l'uno dell'altra, ma non si aspettavano di essere presentati così, all'improvviso. E ancora una volta ci pensa Jack:

"WOOW Ma tu lavori per la Red Bull?!" 

"Si!" risponde Laura in modo molto amichevole. Lei è sempre molto brava con i bambini, anche se ha sempre detto di non voler avere figli  "ho appena finito la riunione con il team, lavoro per un certo Max Verstappen, ne hai sentito parlare?"

"Woow fighissimoo" risponde Jack, e tutti ridono.

"Scusate se vi ho presentato un po' all'improvviso, ma è la prima volta che ci troviamo tutti nello stesso posto e non so quando capiterà più" dice Elsa.

"Mi fa molto piacere conoscerti" dice Aaron.

"È un piacere anche per me" risponde Laura, in inglese con un accento British con cui Elsa non l'aveva mai sentita parlare. Da piccole lei e Laura avevano imparato l'inglese dalle serie tv e dai magazines sulla Formula Uno. Avevano cominciato a parlare in inglese tra loro, per non farsi capire dai loro genitori. Elsa parlava Globish, quell'inglese un po' semplificato con un accento un po' misto e incerto. Laura parlava perfettamente l'americano imparato dalla TV, ma era sempre stata brava a imitare l'accento inglese, un po' per gioco un po' per prendere voti alti a scuola. Poi quando Elsa si era trasferita in America forse le parti si erano invertite, ma da quel momento, la lingua da parlare per non farsi capire dagli altri era diventata l'italiano e non avevano più parlato inglese tra loro. Così adesso Laura, che si era trasferita in Inghilterra e aveva molti colleghi inglesi, parlava in un modo quasi irriconoscibile... anche questo fa parte degli inconvenienti della lontananza.

Aaron, Elsa e Laura scambiano due parole, e Jack comincia a sbadigliare.
Elsa lo nota subito e lo prende in braccio
"Hai sonno tesoro?"
Lui appoggia il viso sulla sua spalla, come faceva quando vivevano insieme, solo che ora è alto il doppio ed Elsa fa quasi fatica a tenerlo in braccio.

"Si, credo che Jack sia un po' stanco, magari noi andiamo in camera a riposare" risponde Aaron, che ha capito che Elsa e Laura hanno bisogno di un po' di tempo per loro.

Appena rimaste sole, Elsa e Laura si abbracciano di nuovo. Non saprebbero da dove cominciare per tutte le cose che hanno da dirsi.
Alla fine decidono di andare a prendere qualcosa da bere e, sedute sui divanetti di un bar, si raccontano tutto.

"Tu mi devi spiegare cosa sta succedendo" comincia Laura

"Eh... è un bel casino, non saprei da dove cominciare"

"Cosa ci fanno Aaron e Jack qui?" Laura la prende larga, mentre cerca di non ridere e di capire come sua sorella sia finita in un casino più grande di quelli che di solito combina lei: insieme nello stesso albergo con un suo quasi fidanzato,  il suo ex e il figlio del suo ex. Laura non ci è abituata, la vita sentimentale di sua sorella non è mai stata così movimentata, di solito era lei quella immersa in una perenne soap opera.

"Non sentivo più Aaron e Jack da tre anni, da quando me ne sono andata..."

"Mai sentiti?"

"Mai. Non ci avevo mai nemmeno parlato al telefono."

"E poi?"

"E poi Jack mi ha trovata"

"Lui?!"

"Si, quella piccola peste di otto anni!"

"È proprio uguale a suo padre!" Entrambe ridono.

"Ma... come hai fatto a trovargli un biglietto?" Chiede Laura che sa già la risposta.

"Ehh... ho saputo chi era il pilota preferito di Jack... e ho chiesto a lui" - risponde Elsa facendo appello a tutta la forza mentale possibile per cercare di non sorridere e non far trapelare dall'espressione del suo viso tutta la storia.

"Ah si? E da quand'è che Daniel Ricciardo regala biglietti a tutti i suoi fan?" - Rilancia Laura, sapendo di aver appena attaccato con la stoccata decisiva.

"Beh lo sanno tutti che lui è tra i piloti più generosi... aspetta, come sai che è Daniel Ricciardo?!"

Scoppiano a ridere di nuovo, con quello sguardo complice e divertito che non è mai cambiato nel tempo.
Ora Laura è l'unica persona al mondo a sapere di loro, o forse la seconda dopo Aaron che da bravo profiler avrà già capito tutto da più di qualche giorno...

Così Elsa è costretta a vuotare il sacco, e un pezzo per volta le racconta tutta la storia.
Le racconta che tra loro, in tutti questi mesi, non c'è stato altro che un solo, bellissimo bacio. E che non sa se ce ne sarà mai un altro. Le racconta di un'amicizia bellissima con una persona speciale che forse potrebbe diventare qualcosa di più, ma che più probabilmente è già destinata a finire, perché le loro vite stanno di nuovo per separarsi... forse le migliori possibilità per la carriera di Daniel sono in America, in Indycar, o forse potrebbe ritirarsi e godersi la vita in Australia con la sua famiglia... l'anno prossimo di sicuro non avrà un posto e sarà difficile per lui tornare in Formula Uno.

"Beh veramente..." accenna qualcosa Laura con un filo di voce.

"Veramente??" Risponde subito Elsa che ha capito che la sorella sa qualcosa più di lei.

"Nono io non so niente e non mi sputtanerò la mia carriera così in cinque minuti e da sobria per di più... mi dovrai far bere moltissimo prima che io faccia uscire informazioni confidenziali da questa bocca"

"Laura!!" Risponde Elsa

"Nonono non so niente non dirò niente non ho proprio mai detto niente"

"Daiii ti pregoo, non lo dirò a nessuno, ti pregooo" Elsa sembra veramente tornata una bambina di sette anni. Sarebbe veramente pronta ad ordinare per sua sorella tutti i drink che vuole fino a farla ubriacare per farsi dire quello che sa, qualunque cosa sia... ma sa che benissimo che lei non berrà nulla alla vigilia di una gara decisiva in cui il risultato del team dipende dai suoi calcoli, come Elsa del resto, che non beve mai durante i weekend di lavoro.

Per un attimo cala il silenzio, mentre Elsa pensa a come estorcerle quelle parole. La guarda con gli occhioni dolci del gatto di Shrek e Laura ha già deciso.

"Allora per prima cosa io non ti ho detto nulla"
"Ovviamente"
"Per seconda cosa tu non dirai nulla"
"È chiaro"
"Neanche a Daniel"
"Neanche a Daniel"
"Neanche facendoti psicoanalizzare o profilerizzare da Aaron"
"Si, ho capito..."
"Per terza cosa..."
"Dai ti prego Laura, farò qualunque cosa mi chiedi, lo sai"
"...Il pranzo di Natale quest'anno lo cucini tu e lavi pure i piatti"
Elsa gira gli occhi con un'espressione contrariata ma allo stesso tempo molto divertita.
"Ok allora, diciamo che, potrei, ma è solo un'ipotesi e non te lo sto dicendo, aver sentito un certo team principal il cui nome inizia per C e il cognome per H, parlare con l'ufficio del personale per il contratto a un futuro terzo pilota... il cui nome inizierebbe per D e che sarebbe una vecchia conoscenza per il team..."
A Elsa si illuminano gli occhi. Daniel tornerà in Red Bull, il team in cui avrebbe dovuto rimanere sempre fin dall'inizio, l'unico posto dove lui si sia trovato veramente bene.
Elsa è veramente felice, abbraccia Laura e continua a bere il suo the al limone, la serata è ancora lunga, anche se andranno a letto presto... ora è il momento ascoltare tutto quello che sua sorella ha da raccontarle sulla sua vita.

***********

Il giorno dopo, il Gran Premio va un po' così, Daniel è sempre nelle ultime posizioni, non riesce a risalire più di tanto. E Sainz, partito in pole, unica speranza della Ferrari per una vittoria, viene buttato fuori al primo giro da un contatto con Russell. Ma l'incidente tra Stroll e Alonso, abbastanza forte e anche un po' spaventoso per la dinamica, nonostante la macchina dello spagnolo, dopo essere stata sospesa a mezz'aria sia perfettamente in grado di proseguire la gara, richiede l'intervento della medical car per riaccompagnare Stroll ai box e Jack, dai posti VIP posti sopra al box McLaren riesce a vedere Elsa in azione, e fa il tifo per lei come se fosse un pilota che conduce la corsa.
Alla fine la vittoria di Max è abbastanza scontata, con lui sul podio ci sono Hamilton e Leclerc.

Jack si gode la festa e l'atmosfera... alla fine, a prescindere da chi sia il vincitore, i veri tifosi si sanno divertire e per tutta la domenica prima e dopo la gara è una festa continua.

Elsa, Aaron e Jack tornano in albergo nel tardo pomeriggio di domenica, quando ormai il sole sta tramontando. Daniel sta tornando in quel momento dal circuito, insieme ad alcuni membri del suo team e al suo compagno di squadra. Appena li vede abbandona frettolosamente il suo team dicendo solo "Devo andare, ci vediamo" e cammina velocemente verso di loro.

Come sempre, come fa con molte più persone di quanto ci si aspetterebbe da un bambino che ha ormai quasi otto anni, Jack gli corre incontro ad abbracciarlo.

"Voi... avete fretta, dovete ripartire? Avete l'aereo stasera o domani mattina?" chiede Daniel rivolto verso Aaron.

"Domani" risponde Aaron

"Io mi sposto martedì con tutti gli altri per il Messico" risponde Elsa, nelle gare in weekend consecutivi in realtà tutti i lavoratori della Formula Uno continuano a vivere insieme 24 ore su 24, con la sola differenza di un viaggio di qualche centinaio di chilometri da fare nel frattempo, ma sempre tutti in contemporanea. E Daniel lo sa benissimo, perché i giorni di viaggio e i giorni subito dopo e subito prima di un gran premio sono i giorni migliori per trovare una scusa per passare un po' di tempo con Elsa.

"Pensavo... Stasera c'è un concerto... e ci saranno anche i fuochi d'artificio... non so se siete già abbastanza stanchi, ma se vi va.."

Elsa e Aaron, stanchissimi e un po' cotti dal sole e dal caldo, vorrebbero pensarci su, ma in realtà Jack ha già deciso per tutti e quattro. Escono dall'albergo e si dirigono verso il circuito, dove è stato allestito un'enorme palco e un dj sta suonando con tutta la gente attorno che canta e balla.

La musica non è proprio del genere preferito di Aaron, ma appena sente Elsa che comincia a cantare a squarciagola si ricorda quanto sia bella qualsiasi canzone cantata dalla sua voce. Come una sirena di Ulisse l'aveva incantato, ma di quell'amore ora non resta che una voce.

"Sometimes you gotta lose somebody Just to find out you really love someone" canta Elsa, seguendo la melodia mentre balla tenendo per mano Jack.

Aaron non è mai stato un romantico, ha studiato legge, è diventato un pubblico ministero e poi ha cominciato a studiare psicologia e criminologia per lavorare all'FBI, è tra le persone più brave al mondo e da anni passa la vita ad analizzare e riconoscere i sentimenti e le emozioni nei volti degli altri. Ma non ha mai passato neanche un minuto a riflettere sui suoi sentimenti. Solo ora, nella penombra, mentre si lascia trasportare dalla musica e gli viene quasi voglia di ballare, pensa che forse in quella musica c'è tutto il senso di questa storia. Solo dopo che l'ha persa ha capito cosa volesse dire amare Elsa. Ma ora è troppo tardi, non si ameranno mai più come una volta, ma forse, del loro amore non tutto andrà perduto.

Aaron ha notato il modo in cui Elsa e Daniel si guardano, e ha visto quando Daniel sia una brava persona, ha capito che è stato lui a suggerirle di invitarli lì. Mentre la guarda ballare, così sorridente, le augura dal profondo del suo cuore di aver trovato la persona giusta per essere felice per sempre.

Restano lì per un paio d'ore, poi cominciano a tornare verso l'albergo. Il piccolo Jack si addormenta in braccio ad Aaron, mentre si incamminano verso l'uscita. Camminano uno accanto all'altro, mentre scambiano due parole un po' assonnati ma sereni come non lo sono stati da tanto.

Elsa osserva Aaron che porta in braccio Jack e nota che fa sempre più fatica.
"Aaron, ti fa male la schiena?" Gli chiede, con lo stesso tono che ha sempre, verso una persona ogni volta che si preoccupa per qualcuno.
Elsa sa bene che Aaron non dovrebbe sforzarsi nel sollevare pesi, perché la sua schiena porta ancora i segni di una ferita di dieci anni prima.

"Eh non pesa più 15 chili come tre anni fa..." risponde Aaron guardando Jack, ancora addormentato.
"Non dovresti sforzare la schiena...Lo prendo in braccio io" risponde Elsa.
"Lascia stare, non pesa più 10 chili... è troppo pesante anche per te" risponde Aaron, che nel frattempo ha rallentato il passo fino quasi a fermarsi, perché, anche se le sue parole dicono di no, il suo fisico sente tutta la stanchezza.

"Ehm... posso?" Chiede solo Daniel avvicinandosi ad Aaron tendendo le braccia verso di lui. E come se fosse la cosa più normale del mondo, Aaron delicatamente sposta Jack dalla sua spalla e Daniel lo prende in braccio, mentre il bambino continua a dormire.




***** Fine capitolo :)
È venuto molto più lungo e diverso da come lo immaginavo, ma infondo è sempre così.
Grazie di cuore per aver letto tutto questo, spero che vi sia piaciuto... ora finalmente tutti i capitoli sulla stagione scorsa sono conclusi e possiamo guardare avanti a questo nuovo anno (non vi preoccupate, credo che Daniel ci sarà lo stesso...)
A presto!
XXX
S.

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