provate a leggere il capitolo con questa canzone
POV'S ARABELLA:
Ero nel panico più totale
La gente intorno a noi correva fuori con le proprie famiglie per evitare di essere coinvolti in qualche sparatoria, i miei fratelli corsero subito verso nostro padre insieme agli altri
Non riuscivo a capire cosa stessero dicendo, sentivo i suoni ovattati e le scene davanti a me sembravano andare a rallentatore
Non mi accorsi neanche che fossi stata allontanata da Axel e che mi stesse parlando
AXEL: ei micetta fai dei respiri profondi insieme a me forza, andrà tutto bene stai avendo un'attacco di panico
I respiri accelerati che ho avuto fin quel momento e il tremore alle mani cominciarono a cessare quando seguii i consigli del ragazzo davanti a me
Il respiro era tornato normale, le voci erano diventate più nitide e riuscivo a seguire ciò che succedeva intorno a me con più chiarezza
ARABELLA: Axel papà è stato ferito i-io devo andare da lui
AXEL: Ara ora non possiamo se ne stanno occupando gli altri
ARABELLA: no no no Axel cazzo tu non capisci è tutta colpa mia, quel proiettile doveva prendere me non lui se solo me ne fossi accorta questo non sarebbe successo, e poi no merda non può morire prima che io gli abbia chiesto scusa e che gli dica che gli voglio bene non può
Scoppiai in un pianto isterico cominciando a parlare a raffica gesticolando in modo confusionario
A quel punto sentii qualcuno prendermi per le spalle e girarmi
AIDAN: Arabella adesso ascoltami, papà starà bene ok e non è colpa tua quindi smettila di sparare cazzate
ARABELLA: m-ma Aidan io io mi dispiace ho rovinato tutto
Dovevo trovarmi ancora in uno stato di shock perché non riuscivo a smettere di piangere e dire cose a caso, per questo mio fratello ordinò ad Axel di andare a vedere come stesse andando e mi portò fuori la villa con lui
ARABELLA: no no Aidan portami dentro, portami da papà io devo sapere come sta devo vederlo
AIDAN: Arabella sta ferma e tranquillizzati non cambierà niente facendo così, respira e calmati quando ti sarai ripresa ne parleremo
Non ascoltai le parole di mio fratello e continuai a dimenarmi tra le sue braccia cercando di rientrare ma lui aumentò la presa e mi portò ancora più lontano
ARABELLA: AIDAN CAZZO TI HO DETTO DI LASCIARMI, NON CAPISCI CHE DEVO ANDARE DA PAPÀ È TUTTA COLPA MIA
AIDAN: basta ti ho detto che non è colpa tua, ora ti dirò una cosa che in teoria non dovrei dirti ma almeno ti calmerai
Smisi di dimenarmi e restai ferma davanti a lui per sentire quello che aveva da dirmi
AIDAN: è da qualche giorno che è arrivata una lettera in cui ti minacciavano per regolare i conti con il nonno, papà era su tutte le furie per questo ti ha vietato di fare tutte quelle cose e-
ARABELLA: COSA? E QUANDO ME LO AVRESTE DETTO? QUINDI È SUCCESSO TUTTO QUESTO PERCHÉ QUALCUNO VOLEVA UCCIDERMI?
AIDAN: si ma arabella ascolta
ARABELLA: no Aidan così mi hai dato veramente la conferma di quello che pensavo, se mi aveste detto tutto questo sarei rimasta a casa e adesso papà starebbe bene PERCIÒ FAMMI ENTRARE
AIDAN: mi dispiace Arabella ma se la metti così allora non ho altra scelta
Lo guardai con espressione interrogativa mentre lui faceva cenno a qualcuno dietro di me
Non feci in tempo a girarmi che sentii la punta di un'ago entrarmi nel collo e iniettarmi qualcosa
Sentii le palpebre pesanti e poco a poco cominciai a cedere alla stanchezza ma prima di chiuderli del tutto puntai il mio sguardo verso Aidan,che mi guardava con occhi intrisi di dispiacere, e lo guardai ferita e delusa
Non so quanto tempo passò da quel momento ma adesso mi ritrovo sdraiata in camera mia con un mal di testa atroce e ancora stordita
Se ripenso a quello che mi è successo mi viene da piangere, mio fratello sangue de mio sangue mi ha drogata e allontanata da mio padre
Non lo perdonerò mai per questo e spero per lui che lo abbia capito e che non abbia speranze in proposito
Ma adesso la mia priorità era di sapere come stava mio padre e di sperare ogni divinità possibile che non sia morto
Se fosse così non saprei che fare, sicuramente mi chiuderei per giorni in camera mia a pensare alle ultime cose che ci siamo detti, a quello che non abbiamo mai fatto insieme e soprattutto all'atteggiamento di merda che ho avuto con lui
No devo smetterla di pensare a una cosa del genere mio padre non può essere morto non deve essere morto
Uscii da camera mia e mi diressi verso quella di mio padre, aprendola però scoprii che fosse vuota così andai il più velocemente possibile al piano di sotto dove sentivo delle voci
MASSIMO: MI SPIEGHI COME TI È VENUTO IN MENTE DI DROGARE TUA SORELLA
AIDAN: nonno te l'ho già detto era in stato di shock e stava dando di matto era l'unica soluzione
DANTE: spera per te cugino che quello che hai fatto non abbia ripercussioni su nessuno
AMALIE: cerchiamo di calmarci ora dobbiamo preoccuparci di cose importanti
Sentivo delle urla provenire dal soggiorno e riconobbi le voci del nonno, della nonna, di Dante e di Aidan
Perfetto era la seconda persona che stavo cercando, così entrai nella stanza e mi diressi a passo spedito verso mio fratello
ARABELLA: BRUTTA FIGLIO DI PUTTANA COME TI SEI PERMESSO
quando si girò gli mollai un ceffone in pieno viso facendogli girare la testa
ARABELLA: IO MI FIDAVO DI TE DIAMINE PERCHÉ MI HAI DROGATA? PERCHÉ MI HAI PORTATA VIA
AIDAN: Arabella stavi male e se continuavi ad agitarti rischiavi di avere un'altro attacco di panico
ARABELLA: NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE PENSAVI IN QUEL MOMENTO ERA PIÙ IMPORTANTE PAPÀ, DOVE CAZZO È PAPÀ?
solo adesso mi ero ricordata il motivo principale della mia rabbia e preoccupazione così cominciai a girovagare lo sguardo per tutta la stanza sperando ti vederlo
Quando le mie speranze però vennero spente nel momento in cui non vidi la sua figura mi rigirai verso Aidan e con tutta la forza che avevo cominciai a picchiarlo
Gli mollai un pugno nello stomaco e girandolo per le spalle lo feci cadere con le ginocchia a terra
Da lì lo feci sdraiare e salii velocemente a cavalcioni su di lui per continuare a colpirlo
Lo odiavo per avermi drogata, lo odiavo per non avermi fatto vedere papà e per non avermi fatto andare da lui ma soprattutto lo odiavo perché in quel momento non stava facendo niente per allontanarmi subiva senza fiatare
Gli altri cercarono di allontanarmi da lui ma con scarsi risultati, alla fine mi fermai solo al suono di una voce
ACE: si può sapere cosa sta succedendo qui?
La mano pronta a colpire rimase a mezz'aria e dopo qualche secondo per ritornare lucida mi alzai velocemente e puntai lo sguardo verso l'entrata
Sullo stipite della porta c'era mio padre con il suo solito vestito elegante e con un' espressione interrogativa
Corsi verso di lui e lo abbracciai di slancio
Lui preso alla sprovvista barcollò un po' all'indietro ma riuscì a ritrovare subito l'equilibrio e a ricambiare l'abbraccio
ARABELLA: papà grazie al cielo stai bene non sai quanto mi sono preoccupata,mi dispiace mi dispiace tanto è tutta colpa mia se solo avessi saputo non sarebbe successo niente
ACE: Arabella figlia mia non pensarlo neanche, tutto quello che è successo non è per colpa tua ma solo di quel bastardo di un giapponese
ARABELLA: no però se- io io volevo venire ma Aidan non me l'ha permesso
ACE: è per questo che lo stavi picchiando?
Feci un cenno di assenso e lui in risposta scoppiò a ridere
ACE: diavolo sei proprio mia figlia
ARABELLA: papà io ti chiedo scusa per come mi sono comportata in questi giorni, so che non volevi ferirmi con quelle parole ma il mio stupido orgoglio ha avuto la meglio
ACE: sta tranquilla tesoro va tutto bene
ARABELLA: papà io però ieri avevo sentito due spari e tu eri caduto a terra com'è possibile che non ti sia fatto niente?
ACE: uno era il mio che ha ucciso quel bastardo e l'altro era il suo che si mi ha preso ma avevo addosso il giubbotto antiproiettile, perciò sta tranquilla
e con questo mi strinse più forte a lui facendomi delle carezze sulla testa