IDOL: Sasaeng

Oleh ElaineAnneMarley

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*Sequel di "IDOL: Nightmare Bloom". La trama contiene spoiler sul primo libro della saga* I Nightmare Bloom h... Lebih Banyak

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E ora?

Daesang (II)

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Oleh ElaineAnneMarley

«Fighting...» esclamò Jisang una volta sul palco.

«Five! Siamo i Nightmare Bloom!» si presentarono in coro.

«Grazie Stem!» urlò Yongsun nel microfono.

«Grazie!» gli fece eco Wonbin.

Jisang fece cenno a Kim Yongsun di prendere la parola.

«Senza di voi, Stem, non saremmo qui. Voi siete i gambi che ci sorreggono, siete la nostra forza! Senza il coraggio che ci infondete con la vostra presenza, non avremmo mai affrontato il debutto con tanta carica. E non avremmo ricevuto questo premio!»

«Grazie per aver amato il nostro primo album» prese la parola Chanwook. «Faremo del nostro meglio per sorprendervi con della musica ancora migliore durante il prossimo comeback!»

Jisang fece cenno a Hajoon di dire qualcosa, ma l'altro scosse impercettibilmente il capo, così il leader fu costretto a recitare anche la sua parte del discorso.

«Grazie a Song PD che ha creduto in noi, al nostro staff fenomenale che ha curato il concept, grazie ai nostri manager e grazie alle nostre famiglie che ci hanno permesso di inseguire questo sogno» sorrise Jisang dando a Wonbin il cenno di chiudere.

«E ricordate, Stem: Feed on fear, make the nightmare disappear!»

Mentre scendevano dal palco il pubblico ripeté più volte il ritornello della canzone, persino i fan degli altri gruppi, riconoscibili dai lightstick che agitavano in aria.

Saltellando per la gioia i Nightmare Bloom sparirono dietro le quinte per andare a prepararsi. A rovinare quel momento di gloria era solo la condizione di Hajoon, che sebbene sembrasse lucido si era addirittura rifiutato di parlare sul palco.

«Te l'ho detto, non è per via dell'alcol, è una questione mentale!» sussurrò Chanwook a Jisang prima di seguire gli altri nel camerino.

Purtroppo non potevano parlare a quattr'occhi perché la stanza era piena di gente: oltre ai manager c'erano costumisti, truccatori e persino un tecnico del suono per la distribuzione dei microfoni.

Wonbin si guardò attorno con curiosità. Era un po' di tempo che non vedeva la stilista con cui aveva fatto amicizia e quella sera il team avrebbe dovuto essere al completo, considerato che dovevano preparare per le esibizioni non solo loro ma anche gli altri gruppi dell'agenzia. Era dunque strano che non fosse lì, ma il ragazzo non sapeva come chiedere di lei senza dare l'idea che avessero chissà che rapporto, dato che non era così. Si era però abituato a scambiare due chiacchiere con lei di tanto in tanto e gli sarebbe dispiaciuto sapere che aveva lasciato il lavoro senza neanche salutarlo.

«Vedo delle facce nuove...» disse alla responsabile dei truccatori prendendola alla lontana.

«Chi? La nuova stagista?» rispose la donna. «È la ragazza che ha sostituito Min Yumi.»

«Che fine ha fatto Min Yumi-ssi?» Era la prima volta che pronunciava il suo nome a voce alta. Dire che ci fosse rimasto male di scoprire che lei non lavorava più per la SoundGalaxy forse era un po' esagerato, però era stato colto alla sprovvista.

«Ha avuto una bella opportunità negli Stati Uniti. È capitato dall'oggi al domani e così ha dato le dimissioni senza alcun preavviso» rispose distrattamente l'altra prima di lasciarlo per andare a truccare Hajoon.

Min Yumi nuna era sempre stata molto appassionata del suo lavoro e una volta gli aveva detto che il suo sogno era truccare le modelle nelle sfilate d'alta moda. Wonbin non poteva che augurarsi che fosse proprio a New York per coronare quel sogno.

I ragazzi erano impegnati a scegliere gli accessori. Hajoon, in particolare, aveva già provato un gran numero di orecchini alla ricerca del paio adatto.

«Quelli in realtà li aveva già adocchiati Yongsun» gli spiegò mortificata la stilista che lo stava seguendo in quel momento. «Magari posso provare a chiedergli se ha cambiato idea...»

«Se il primo in classifica vuole qualcosa, spetta a lui, Serin-ssi» la sgridò la responsabile del team, che aveva ascoltato lo scambio di battute sebbene fosse di spalle.

La ragazza era in difficoltà, ma non poteva di certo opporsi. Non era l'unica a essere stata messa in imbarazzo da quelle parole: Hajoon era rosso in viso. Non era la prima volta che quella donna gli ricordava la sua posizione della classifica di gradimento dei fan, sembrava che lo facesse di proposito per umiliarlo. Nella home del loro Fancafè la prima cosa su cui cadeva l'occhio era quella maledetta classifica di gradimento che indicava chi riceveva più like e commenti; e ovviamente si trattava di Kim Yongsun. Non era di certo una sorpresa, era così da prima che debuttassero, e nessuno era davvero geloso di lui perché era come se il ragazzo gareggiasse in un'altra league. Era il resto della classifica a creare malumori, perché a essere secondo e terzo erano le due persone a cui piacere ai fan interessava ben poco, mentre le ultime posizioni erano occupate dal leader e da Hajoon. Hajoon era quinto con uno scarto imbarazzante rispetto agli altri. Cosa avrebbe dato per essere al posto di Chanwook, che era adorato dai fan per i suoi post riflessivi e poetici, o anche di Wonbin, che doveva il suo terzo posto alla sua aura di menefreghismo nei confronti di tutto e tutti.

«Ancora con questa storia della classifica» commentò Jisang al suo fianco.

«Che succede?» domandò Yongsun che era venuto a cercare gli orecchini.

«Niente, Hajoon aveva chiesto un paio di orecchini senza sapere che li avevi già scelti tu e per l'ennesima volta gli è stato ricordato che non è abbastanza in alto nella classifica per indossare quello che gli piace...»

«Che orecchini, i cerchi d'oro?» domandò Yongsun.

«Non volevi questi?» domandò la ragazza sollevando dei pendenti con uno smeraldo.

«No, ho cambiato idea» rispose l'altro prendendo gli orecchini che aveva nominato.

Mentre la costumista porgeva ad Hajoon gli orecchini contesi, il ragazzo lanciò un'occhiata riconoscente a Yongsun. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che aveva scelto di proposito gli orecchini che gli piacevano di meno. La gentilezza del compagno non lo faceva però sentire meglio. Se Yongsun li aveva scelti per primo era giusto che li avesse lui, ma che bisogno c'era di sottolineare che spettavano a chi era più amato dai fan? Che bisogno c'era di far sentire gli altri membri piccoli, per di più poco prima di entrare in scena? Con un moto di fastidio Hajoon indossò i pendenti e non provò alcun piacere a vedere quanto gli stessero bene. Ormai niente gli dava più piacere, di quel mestiere: né la scelta degli outfit, né le prove né le interviste né, purtroppo, le performance. La vita che tanto aveva desiderato quando era un trainee era stata macchiata prima dagli errori durante lo showcase del debutto, poi dai mesi di fisioterapia e infine dal poco affetto dei fan nei suoi confronti. Non capiva come fosse accaduto, dato che era sempre stato abituato a piacere e aveva sempre avuto tanti amici, ma tra lui e i fan c'era un muro che lo rendeva impacciato e poco sincero.

***

Al buio i ragazzi occuparono le loro posizioni di partenza sul palco e indossarono il loro miglior sorriso. Lee Chanwook si muoveva da una parte a l'altra con meno naturalezza del solito. Per quanto ormai il suo corpo fosse in grado di eseguire quella coreografia in automatico, tante erano le volte che l'avevano performata, il ragazzo non poteva fare a meno di guardare con la coda dell'occhio Hajoon, preoccupato più dei passi del compagno che dei propri. Hajoon era un ballerino professionista, e per lui bastava un impegno minimo per rimanere a ritmo e sembrare più spigliato degli altri, infatti le sue imprecisioni erano sempre molto meno evidenti di quelle di Chanwook o di Jisang. Eppure era sotto gli occhi di tutti che ormai da settimane non fosse più se stesso. All'inizio Chanwook aveva pensato che la depressione fosse dovuta al lungo periodo di pausa dopo l'operazione, ma più lo osservava più aveva il dubbio che ci fosse ben altro dietro. Hajoon era sempre stato molto presente per gli altri membri: aveva attenzioni per tutti, non si tirava indietro quando qualcuno proponeva di uscire ed era quello che chiacchierava di più nella chat Kakao. A volte si comportava ancora così, ma erano sempre più numerose le occasioni in cui passava invece ore intere senza aprire bocca, e Chanwook era ormai certo che bevesse ogni volta che dovevano esibirsi davanti a un pubblico. Non tanto da ubriacarsi, ma quel poco che gli serviva per non pensare a ciò che evidentemente lo tormentava. Chanwook non poteva fare a meno di colpevolizzarsi perché temeva che fosse colpa del trauma dell'aggressione da parte di manager Gu. Non poteva fare a meno di sentirsi responsabile perché se lui non avesse mai confessato agli altri cosa stava passando, Hajoon non avrebbe mai provocato l'uomo e non avrebbe mai avuto quell'incidente. Se era stato difficile per lui gestire l'ansia di essere stato picchiato più volte dal manager, lui che nel corso degli anni tante volte era finito sotto le mani e i piedi dei bulli, non osava immaginare lo stato d'animo di Hajoon, che quel giorno aveva rischiato di morire.Tuttora le cicatrici erano visibili sul fianco, una testimonianza sotto gli occhi di tutti loro ogni volta che si cambiavano nello stesso spogliatoio. Gli altri quattro ragazzi, però, erano costretti a vederle, e a pensare a cosa le avesse causate, solo in quelle occasioni; mentre Hajoon le vedeva e le sentiva sul suo corpo costantemente.

Con una piroetta i Nightmare Bloom assunsero la formazione finale e il pubblico esplose in applausi e incitazioni. Prendendosi per mano si inchinarono di nuovo prima di scendere dal palco per tornare sul divanetto e assistere al resto delle premiazioni.

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