La Whitesun e i Cacciatori

By xAcacia_

88.8K 6K 202

Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi. È proprio dopo un attacco di va... More

Capitolo 1: Cambiamento radicale
Capitolo 2: L'istituto
Capitolo 3: Credere
Capitolo 4: Il ballo
Capitolo 5: La gelosia
Capitolo 6: Il funerale
Capitolo 7: Cosa farei per lui
Capitolo 9: Orgoglio
Capitolo 10: Le sirene
Capitolo 11: Gli Anziani
Capitolo 12: Mangiatori di Cacciatori
Capitolo 13: La città distrutta
Capitolo 14: Troppo giovane
Capitolo 15: Una scelta difficile
Capitolo 16: La festa
Capitolo 17: Un incubo
Capitolo 18: La spada e la lingua
Capitolo 19: Novità
Capitolo 20: Obbligati ad amare
Capitolo 21: Paura
Capitolo 22: Il giorno
Capitolo 23: ricordi
Capitolo 24: Austin
Capitolo 25: Anime gemelle
Capitolo 26: L'incantesimo
Capitolo 27: Andrew
Capitolo 28: Rapita
Capitolo 29: I poteri dei Cacciatori
Capitolo 30: La vecchia vita
Capitolo 31: Cugina
Capitolo 32: Diciott'anni di fuoco
Capitolo 33: perdere i ricordi
Capitolo 34: il pezzo mancante
Capitolo 35: L'incantesimo
Capitolo 36: La discoteca dei vampiri
Capitolo 37: Diverso
Capitolo 38: Allucinazioni
Capitolo 39: A fuoco
Capitolo 40: Cole
Capitolo 41: Solo l'inizio
Capitolo 42: I giorni passano
Capitolo 43: Un ospite desiderato ma indesiderato
Capitolo 44: traditore
Epilogo
AVVISO! Leggete fino alla fine, per favore

Capitolo 8: "Fare a botte"

2.1K 172 5
By xAcacia_

Sono le immagini di Derek che ride mentre parla con me anche se ho il viso traumatizzato e pallido per l'assenza di sangue nel mio corpo che mi raggiungono ancora prima di capirci qualcosa. Jeremy che mi accarezza, sento le sue mani fredde ma sudate, il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente. Delle gocce di sudore rigano il suo bellissimo viso, gli occhi sono più scuri del solito e dei segni sotto di essi.  Come se non bastasse ha anche dei tagli sul petto con la maglietta nera strappata nelle parti dov'è ferito, esse sanguinano... non tanto, ma sanguinano. Sento il mio respiro farsi sempre più pesante, sto implorando l'uomo di smetterla di torturarlo in quel modo, di lasciarlo andare. Faccio dei piccoli salti aggiunti a qualche passo in avanti, nonostante le mie braccia facciano male per tutta la forza che sta usando Derek per tenermi ferma.
Mi sveglio di soprassalto, cercando di respirare il più possibile. Quando sento l'aria entrare nei miei polmoni mi sento molto meglio, chiudo gli occhi cercando di godermi questo momento, ma li riapro ricordandomi tutto quello che è successo. Sono sul mio letto, dentro la mia camera da letto, nell'Istituto.
- Calma, calma - dice una ragazza mettendomi giù, quando mi rendo conto che si tratta di Caroline mi metto subito a sedere, in guardia.
- Che è successo? - chiedo, ansiosa. - Dov'è Jeremy?
Caroline mi sorride cercando di mettermi un'altra volta sdraiata, cosa che, per la cronaca, non riesce a fare. - Tranquilla. Sei quasi morta ma adesso stai bene, e Jeremy sta in camera sua. - Fa veramente ridere. Sono quasi morta, ma è tutto normale, devo stare tranquilla. Dopotutto sono quasi morta, cosa c'è di così assurdo?
- Come ho fatto? -- chiedo. - Pensavo che il coltello...
- Infatti ti stava uccidendo, ma ho fatto un incantesimo di guarigione - risponde lei interrompendomi. Fa spallucce come se niente fosse e si siede un'altra volta accanto a me, capendo che non riuscirà mai e poi mai a mettermi sdraiata.
- Dov'è Louis? - chiedo io ringhiando. - Perché mi dovrei fidare di te? Eri amica di quello stronzo di Derek dopotutto. Come hai fatto ad entrare? Giuro che se non te ne vai ti uccido con le mie mani...
- Cassie, ti giuro sulla mia magia che non sapevo niente del suo piano, come non conoscevo nemmeno quell'uomo che stava in casa mia .
- Come faccio a sapere che non stai mentendo proprio come ha fatto il tuo caro amico? - chiedo io guardandola con gli occhi ridotti a fessura per farle paura e per capire se sta mentendo o meno. Di solito riesco a capire quando la gente sta mentendo, ma in questa nuova vita tutti sembrano degli attori.
Aprono la porta e Louis entra dentro la mia camera come se niente fosse. Tranquillo, con il suo passo elegante. - Perché l'abbiamo portata dagli Anziani - risponde Louis alla mia domanda, serio. - Bentornata tra noi, Cassie.
- Chi sono gli Anziani? - chiedo io tralasciando la parte dei saluti.
- Gli uomini più potenti del mondo. Sono in grado di leggere nella mente, scoprire la verità ed ucciderti. Dettano loro le regole - risponde Caroline a bassa voce, troppo in imbarazzo per guardare Louis.
- Voglio vedere Jeremy - cambio discorso io, più decisa che mai.
- Cassie, c'è una cosa che devi sapere prima - m'interrompe Louis. È paura quella che leggo nel suo sguardo? - Quando... Quando siamo entrati per salvarti e abbiamo ucciso i due uomini abbiamo anche controllato se ci fosse qualcun altro nella casa.
- Iris - mormoro io senza pensarci due volte. Caroline abbassa lo sguardo e da là capisco tutto. - Che? - chiedo io, incredula. - No, questo è uno scherzo. Dai, fate sul serio? È una vampira. Derek non aveva nessun motivo per ucciderla.
- Non è morta, Cassie - risponde Louis. - Abbiamo trovato un biglietto - annuncia Louis porgendomi un foglio piegato.
Lo guardo per un po' e poi lo prendo senza ringraziarlo. Faccio per aprirlo ma mi fermo, ho paura di leggerlo. - Dov'è? Sta bene? - chiedo guardando Louis. Quest'ultimo indica il foglietto, triste, così faccio un sospiro profondo e mi costringo ad aprirlo.

" Ciao, migliore amica... me ne sono andata.

Non siamo mai state più le stesse dopo tutto questo casino, io avevo paura di te perché odiavi i vampiri e alla fine vedevo come guardavi Derek: avevi paura anche di lui, ma cercavi di non farlo vedere. Ma io ti conosco da quando siamo piccole, capisco quando menti, capisco ogni tuo singolo movimento. Odio me stessa per essere quella che sono, ma la vita da vampiro alla fine non è così brutta, ci si diverte e posso decidere se fare del male alle persone o agli animali.

Io ho scelto gli animali ma non li uccido, prendo quelli più grandi così hanno più sangue in circolo e non li ammazzo. So che questo non ha molto senso ma voglio dirti che sto bene nonostante un mese fa mi allenassi per uccidere quelli come me. Ho incontrato un ragazzo, vampiro anche lui, e credo di essermene innamorata. Quando sono arrivata a casa di Derek sta mattina mi ha minacciata dicendomi che me ne dovevo andare, sennò avrebbe ucciso sia me che il ragazzo che amo... Scusami se me ne sono andata così, come se tu non fossi mai stata la persona fantastica che sei stata, ma non avevo altra scelta.

Spero tu riesca a sopravvivere. Ti voglio bene.

Iris"

Alzo lo sguardo dopo aver letto tutta la lettera. - Se n'è andata - mormoro io guardando Louis ma senza vederlo veramente. - Se n'è semplicemente... andata - ripeto guardando la lettera. Scuoto la testa per poi inumidirmi le labbra; non so veramente cosa dire. La mia migliore amica mi ha lasciata da sola, per uno stupido vampiro. Io, che ho rischiato tutto per salvarle la vita. Io, che l'ho perdonata dopo che aveva bevuto tutto il mio sangue. Io, la sua migliore amica con la quale ha passato tutta la sua adolescenza. Mi ha lasciata sola.
- Se vuoi ti lasciamo da sola - dice Louis. Annuisco continuando a guardare la lettera. - Ok - mormora uscendo dalla camera insieme a Caroline. - Tutto questo è così frustrante per lei. Vorrei poter fare qualcosa per lei, per alleviare tutto il dolore che il suo potere le ha procurato... ma non posso. Nessuno può. - mormora Louis a Caroline. - Mi dispiace così tanto.
Cerco di non ascoltarli, così guardo la mia camera. Non l'avevo mai nontata veramente. Non m'interessava veramente, forse perché volevo tornare a casa mia, ma adesso che ci penso... perché dovrei andare a casa mia? Mi ricorderebbe solo papà. La mamma no... perché dopo la sua morte ci siamo trasferiti.
Rido nervosa. Sola. Sono sola. Sospiro riguardando la mia camera. Dà un senso di lusso vecchio stile, quello stile che a me piace molto. A mamma sarebbe piaciuta tanto quanto me, forse pure di più.

🗡️🗡️🗡️

Sono passate ore ed io ancora non sono uscita dalla camera, Jeremy ancora non è venuto da me per salutarmi. Nessuno è venuto. Nessuno.
Decido di alzarmi e andare ad allenarmi un po' per cercare di togliere tutta questa frustrazione. Mi alzo, vado in bagno e raccolgo tutti i miei capelli in una cosa, mi metto una tuta larga ed esco dalla camera con un asciugamano sulle spalle.
Non c'è nessuno, molto probabilmente si stanno tutti allenando oppure sono fuori a combattere dei veri demoni. Passo senza fermarmi davanti la porta di Jeremy e vado subito nella sala armi. Guardo la prossima arma con cui vorrò allenarmi e vado nella sala dove c'è un manichino con una faccia spaventosa. Ma alla fine è solo un manichino. Chiudo gli occhi mettendomi davanti a lui, immaginandomi Derek davanti, e inizio a colpirlo anche se lui continua a pararmi tutto. - Sai fare molto più di questo - gracchia il manichino. Rido nervosa, per poi ficcargli la spada nella gamba e subito dopo dritta al cuore. - Hai vinto! - annuncia il manichino gracchiante.
Butto a terra la spada. - Giusto qua posso vincere - borbotto sedendomi per terra, in un angolo. Metto le gambe vicino al petto e racchiudo il tutto con le braccia. Delle immagini di Derek ch sorride mentre si avvicina a me per baciarmi iniziano ad assillarmi; è come guardare un film... dell'orrore. Scuoto la testa e mi alzo, riprendo la spada e ricomincio a colpire il manichino sempre più forte.
Dopo due ore di sfogo esco dalla stanza tutta sudata. Non ho pranzato, perciò è più che giustificata la fame che sento da almeno un'ora, ma mancano ancora due ore alle otto e così, prendendo l'asciugamano, inizio ad asciugarmi la faccia, quando altre immagini passano davanti ai miei occhi, ma questa volta è Jeremy. La faccia stanca di Jeremy, tutta sudata ma fredda; scuoto la testa per l'ennesima volta per scacciare quelle immagini. Metto apposto la spada e decido di andare in camera mia.
Sto attraversando il corridoio quando vedo Jeremy uscire dalla stanza, abbasso lo sguardo e continuo per la mia strada senza fermarmi o guardarlo. Quando entro in camera mia butto l'asciugamano sul letto e vado in bagno per farmi una doccia rilassante. Dopo essermi asciugata i capelli mi vesto mettendomi dei jeans e una maglietta sopra, qualsiasi cosa possa stare bene con dei jeans scuri, il resto non m'importa.
Il tempo di truccarmi ed è finalmente ora di cena, così scendo le scale. L'ascensore sarà pieno di gente e non mi va d'incontrare nessuno. Novità, eh? Quindi decido di prendere le scale.
La maggior parte dei tavoli sono già occupati, ce n'è uno in un angolo così mi butto praticamente sopra di esso per renderlo mio. Lancio occhiatacce tutta la gente che passa accanto ad esso, in cerca di un tavolo e così se ne vanno.
- Ehi. - Mi giro e vedo Ivy, pallida e preoccupata. A volte mi dimentico quanto possa essere emotiva questa ragazza. Devo cercare di ricordarmelo, o prima o poi scoppierà a piangere proprio davanti a me, il ché renderà le cose molto, ma molto imbarazzanti.
- Ciao - borbotto io per poi distogliere lo sguardo dai suoi occhi pieni di compassione. Forse sono una ragazza cattiva, ma in questo momento, con lei che mi guarda in questo modo, mi sento praticamente giustificata. Senza praticamente.
- Come stai? - chiede. Quando non le rispondo, perché la risposta è piuttosto ovvia, si accarezza i capelli, nervosa. - Che stupida domanda - aggiunge quindi. Rido nervosa continuando a guardare tutto tranne che lei. - Posso mettermi qua, vicino a te?
La guardo male per un po', ma dopo poco capisco che non ha intenzione di accettare un no, così sono costretta a dire: - Va bene.
Sorride, sollevata. - Vado a prendere da mangiare - annuncia lei. Annuisco e mi appoggio bene sullo schienale della sedia una volta che se n'è andata; metto le mani sul tavolo ed inizio a studiarle. Mi fanno ribrezzo, il solo pensiero di aver accarezzato uno schifoso vampiro con queste mani mi fa venire voglia di... tagliarle. Abbasso lo sguardo per l'ennesima volta, Abbattuta.
- Eccomi! - esclama Ivy, un po' intimorita, sedendosi vicino a me. - Allora - inizia lei non sapendo cosa dire, - questa è la tua cena - finisce puntando il dito sul vassoio che mi ha appena portato.
Annuisco. - Grazie - dico prendendo il vassoio e mettendolo davanti a me.
- Mi hai fatto prendere uno spavento, sai? Quando sei andata da... Derek senza dire niente a nessuno oltre che a Isaac e a quella ragazza - mormora lei con gli occhi un po' lucidi.
Oh, no! Ecco le lacrime.
- Non avevo tempo per avvisare tutti - borbotto io prendendo la forchetta. - Non piangere, per piacere. Mi metteresti solo più in imbarazzo. Sto bene, Jeremy sta bene. Stiamo tutti bene.
- Si, scusami. Comunque mi dispiace - dice lei.
Annuisco un'altra volta. - Lo so - rispondo, fredda.
- Per qualsiasi cosa io ci sono, lo sai? - chiede lei. Questa votla sono io a guardarla con le lacrime agli occhi, annuisco sorridendole. Mette una mano sopra la mia, faccio un altro finto sorriso cercando di trattenere le lacrime e così fa anche lei.
La cena è stata abbastanza imbarazzante, ma avevo fame e Ivy è dolce, troppo dolce per poterla trattare male.
Metto da parte il vassoio e sento una voce maschile, mai sentita prima: - Come ci si sente a morire con un coltello vicino al cuore?
Mi giro per guardarlo. Ha dei capelli corti castani scuri e così anche i suoi occhi; è molto alto e muscoloso, ma non mi fa per niente paura. Abbasso lo sguardo cercando di trattenere la rabbia, mentre delle immagine di me che faccio fatica a respirare vagano davanti ai miei occhi come una presa per il culo.
- Non so spiegarlo - rispondo alzandomi. - Però se vuoi posso fartelo provare - ringhio avvicinandomi a lui, che però non fa niente. - Non sarà un problema per me, fidati. Anzi, forse - il ragazzo inciampa su una sedia iniziando ad indietreggiare, - proverò pure un po' di piacere - finisco la frase avvicinandomi a lui, che adesso si è alzato purtroppo. Speravo si fosse rotto qualcosa. - Non so. È da provare - aggiungo guardandolo. - Vuoi provare?
- Tu sei matta - ringhia lui.
Sorrido con cattiveria. - Io, matta? Forse. Ma tu... Tu sei di certo uno dei ragazzi più stupidi che abbia mai incontrato. Sicuramente sei finito nella top ten dei coglioni!  - ribatto io guardandolo ancora più arrabbiata. - Prova a farmi un'altra domanda del genere e giuro su Dio che dopo cinque secondi saprai benissimo cosa si prova ad avere un coltello ficcato vicino al cuore che non ti fa nemmeno respirare. Cazzone che non sei altro.
Si avvicina pericolosamente a me. - Sei più bassa di mia sorella di nove anni. Non mi fai paura, ragazzina - ringhia lui.
Rido. - Credimi, non ho bisogno dell'altezza per pugnalarti al cuore - lo sfido io.
- Cassie - mi chiama Ivy con la voce tremolante.
- Vuoi vedere come ti farò paura tra pochi secondi? - continua il ragazzo avvicinandosi ancora di più, solo per cercare di farmi più paura. Ovviamente non ci sta riuscendo.
- Ascolta la Whitesun, bimbo. Fidati di me. È veramente matta - si intromette Jeremy. - Fossi in te, le crederei. Non vorrai mica tornare a casa da tua mamma, stasera, con delle ferite inferte da una ragazza più bassa di tua sorella? Perché, credimi, ti farà male.
Dei ragazzi sbottano a ridere.
- Fai il simpaticone adesso, Jeremy? - chiede il ragazzo. - Strano, pensavo fossi il tenebroso ragazzo a cui gli sono morti i genitori.
Ogni muscolo della schiena di Jeremy è contratto, così poso una mano su di essa per poi andare accanto a lui. - Oltre che coglione, sei pure un pezzo di merda. Perché non te ne torni casa tua?
Mi lancia un'occhiataccia e poi sorride. - Perché non vieni anche tu? Così almeno vedi come si comporta una madre, sai... visto che la tua è morta più di un anno fa.
Sento il mio cuore rompersi. Ok, me lo dovevo aspettare. Jeremy scoppia a ridere e, dopo avermi scansata con una lentezza che mi confonde, gli tira un pugno sullo zigomo destro.
- Jeremy! - urlo vedendo che il ragazzo gli ha tirato un cazzotto che fa indietreggiare Jeremy. Mi metto davanti a Jeremy, visto che continua ad indietreggiare, e sferro un cazzotto alla pancia del ragazzo.
Quest'ultimo ride dopo aver fatto una smorfia di dolore. - Meni come una ragazza. Oh, aspetta... ma lo sei! - scherza lui, cerca di scansarmi ma non ci riesce.
- Anche tu se è per questo, ma sei un maschio. - Lo sfido accennando un sorrisino. - Per uno che è Cacciatore da quando è nato, è veramente preoccupante, non pensi?
La sua faccia diventa tutta rossa. - Che cazzo hai detto? - tuona lui, arrabbiato, avvicinandosi a me.
Rimango immobile cercando di non far tremare la mia voce. - Mi dispiace aver confessato il tuo segreto. Avresti potuto evitare di finire in una rissa. Ma alla fine un ragazzo potrebbe non essere portato! Cavolo, siamo nel ventunesimo secolo, non capisco perché ti scaldi tanto!
Il ragazzo alza il pugno e sono pronta ad attutire il colpo, quando qualcuno altro para il colpo: Jeremy.
- Prova a toccarla con un dito e ti giuro che non sarà lei ad ammazzarti, ma io - ringhia Jeremy, con la mano chiusa attorno al pugno chiuso del ragazzo. Lo costringe a fare un movimento innaturale e la smorfia di dolore è impossibile da controllare anche per un coglione come lui.
- Ragazzi! - tuona Louis Dempson.
Io e Jeremy ci giriamo per guardarlo, ma poi qualcuno mi spinge facendomi cadere a terra. Non riesco a respirare, c'è un'altra persona sopra di me. Apro gli occhi e riconoscono subito il ragazzo. Sta alzando un'altra volta il pugno, ma Jeremy gli tira un calcio così forte da farlo rotolare accanto a me.
Va sopra il ragazzo, imitando la posizione che aveva fino a pochi secondi prima, su di me. - Che cosa ti avevo detto?! - urla tirandogli dei pugni a raffica. Qualcuno prende Jeremy e Louis Dempson prende il ragazzo a terra.
Ivy mi aiuta ad alzarmi, anche se non ne ho bisogno. Sto bene. - Stai bene? - chiede lei. Annuisco, ho il fiatone e so di essere rossa come un pomodoro solo per aver fatto a botte fino ad adesso. Quel ragazzo pesava.
- Vi siete impazziti? - urla Louis, arrabbiato nero. - Tutti nel mio ufficio. Ora!
Guardo Jeremy sentendomi in colpa. - No, Jeremy non c'entra niente! - esclamo io, arrabbiata, andando da loro.
- Si, invece. Come fai a dire una cosa del genere, Cassie? - ribatte Louis guardandomi malissimo. - Poco fa stava tirando cazzotti a lui! - esclama puntando il dito contro il ragazzo.
- No, stava solo cercando di proteggermi da questo coglione - ringhio io. - Cosa che non serviva, per la cronaca. So benissimo proteggermi da sola.
- Come mi hai chiamato? - chiede lui girandosi verso di me. I muscoli di Jeremy si contraggono un'altra volta, pronti a scattare nuovamente.
Mi giro verso il ragazzo, cercando di fulminarlo. - Riesci a menare solo una ragazza. Sei un fottuto coglione! - urlo io, arrabbiata.
- Ho detto basta! - tuona Louis. - Basta! - ripete. - Tutti nel mio ufficio e se al mio ritorno non vi trovo là dentro, verrete cacciati da queso Istituto!
Il ché... non è affatto male come punizione
Detto questo se ne va in cucina sbattendo la porta e facendoci sussultare tutti.
Guardo Jeremy. - Andiamo va'... - borbotta lui.
Dopo essere entrati dentro l'ascensore ci raggiunge pure il ragazzo, che si mette vicino a me. O almeno fino a quando Jeremy non si mette al mio posto. Mi giro per guardarlo male, dovrei forse ricordargli un'altra volta che non ho bisogno di essere protetta in questo modo?
Eppure è una statua. Il che ci sta, tutte le statue di solito sono bellissime e lui lo è. Un volta tolto lo sguardo dal suo viso mi giro verso la porta. Sento una mano calda prendere la mia, così abbasso lo sguardo e noto le sue dita intrecciate alle mie.
Stringo le labbra in una linea fina. Sto provando emozioni contrastanti e non lo trovo affatto positivo. Un sorrisino soddisfatto tenta di sfuggire al mio controllo, ma no. No. Non lo farò, non sorriderò a causa di un semplice contatto tra due mani.
Dentro l'ufficio di Louis ci sono solo due sedie; il ragazzo si siede subito su una di esse, così guardo Jeremy. La sua mano ormai è vicina il suo fianco senza la mia, mi sorride e fa segno di mettermi a sedere sulla sedia. Ricambio il sorriso sedendomi, poco dopo le sue mani sono sulle mie spalle e per la seconda volta da quando lo conosco vorrei prenderlo a cazzotti, ma rimango in silenzio e soprattutto ferma.
- Tranquillo, non le faccio niente - ringhia il ragazzo indicando con il mento le mani di Jeremy sulle mie spalle, chiaro segno di protezione nei miei confronti, che di certo non mi fa sentire come una principessa. Cioè, mi fa sentire come una principessa, ma io non sono e non voglio esserlo! Scuoto un po' le spalle per cercare di fargli capire che la deve smettere.
- Non si sa mai - risponde Jeremy continuando a stringere le mie spalle.
Il ragazzo si mette a ridere. - Allora è vero. Le anime gemelle esistono e voi due vi siete trovati! - esclama lui guardandoci male.
Abbasso lo sguardo e Jeremy toglie le mani dalle mie spalle; tutti e due diventiamo tutto d'un tratto distaccati e freddi.
Dopo varie grida da parte di Louis, che sinceramente nemmeno sto a sentire, ci dice che possiamo andare, così ci alziamo e andiamo verso la porta, finalmente liberi. - Cassie - mi chiama però Louis, mi giro. - Non tu - ribatte Louis. Lo guardo senza dire niente. Questa volta mi sa che l'ho combinata grossa allora.
- Perché lei non se ne può andare? - chiede Jermey, mentre il ragazzo se n'è già andato da un pezzo, cosa che mi fa sentire molto meglio ovviamente.
- Perché stanno succedendo troppe cose da quando è arrivata, e inoltre dobbiamo vedere se le è successo qualcosa. L'incantesimo di guarigione non si completa quando uno si sveglia. Quando si sveglia significa che si è in grado di svegliarsi, non che si è del tutto guariti. - Si ferma guardandomi, un po' impaurito. - Forse David buttandoti a terra in quel modo ti ha fatto qualcosa, anche se non senti niente. Ti fa male la testa? - Faccio di no con la testa. - Stai mentendo. Perché stai mentendo?! - chiede lui, arrabbiato. - Non ne fai un dramma se mi dici la verità!
- Sto bene - ribatto, stufa.
- No, non stai bene se hai mal di testa. - Rido nervosa mettendomi indietro i capelli. - Perché ridi adesso?!
- Oh, tranquillo. Lei ride quando è nervosa - risponde Jeremy al posto mio. - Comunque ce la posso portare io in infermeria.
Alzo gli occhi al cielo, mentre Louis annuisce. - Cassie - mi chiama ancora una volta. - Non deve succedere mai più - ripete.
Annuisco, per poi uscire finalmente dal suo ufficio insieme a Jeremy, ma è freddissimo e cammina come un robot. E ho detto tutto.
Una volta entrati nell'ascensore decido di prendere coraggio e parlargli. - Che è successo? Perché adesso fai così? - chiedo guardandolo, ma non mi risponde. - Rispondimi!
- Bene - ringhia lui fermando l'ascensore e girandosi verso di me. - Credo tu sia veramente stupida! E questo lo pensavo già da tempo, ma quando sei venuta a salvarmi da Derek... Là ho capito che eri veramente stupida. E stamattina? Mi hai dato l'ennesima conferma! Come ti viene in mente d'istigare quel cretino? Hai visto quant'è grosso?!
- Ma hai avuto un'amnesia? - urlo, arrabbiata. - Sono venuta per salvarti! Ti avrebbero ucciso se...
- E infatti hanno ucciso te! - tuona lui interrompendomi.
Sussulto, non aspettandomi un tono di voce così alto e una disperazione così palese sul suo viso. Mi metto indietro i capelli, ancora più nervosa. - Non mi hanno uccisa - replico. - Cos'è che non va in te?! Cos'è che non capisci? L'ho fatto per salvare te! - Mi guarda malissimo. - Si, esatto! L'ho fatto per te, perché quando stai male, qualcosa dentro di me scatta ed inizio a diventare super protettiva nei tuoi confronti! Si, l'ho fatto per te e lo avrei fatto altre mille volte, se non di più, perché quando vedevo che ti facevano del male volevo semplicemente morire - dichiaro. - Quindi chiamami stupida - ringhio facendo ripartire l'ascensore, - ma almeno ti ho salvato la vita e qua l'unico stupido che ancora non capisce che farei di tutto per salvarti... sei tu - finisco girandomi verso le porte dell'ascensore.
- Non ho bisogno di te - ringhia lui, ancora più arrabbiato.
Rido, abbassando lo sguardo. - Nemmeno io - ribatto per poi uscire dall'ascensore. Mi segue. Ha il coraggio di seguirmi.
Pertanto mi fermo di scatto e volto il viso verso di lui, rabbiosa. Non lo voglio accanto a me. Io gli ho appena fatto una dichiarazione - la dichiarazione più imbarazzante della mia vita - e lui mi ha detto semplicemente che non ha bisogno di me.
- Vattene.
- Perché? - chiede lui, più per sfidarmi che per altro.
- Perché so dov'è l'infermeria. - Mi fermo per un momento, osservando i suoi occhi pieni di sfisa. - E non ho bisogno di te - aggiungo scandendo ogni singola parola. Mi guarda per un po' e infine se ne va. Sospiro sentendomi meglio e peggio allo stesso momento e vado a farmi controllare in infermeria.
- Cassie - mi saluta un'infermeria. - Che succede?
Sbuffo sedendomi sul lettino. - Ho fatto a botte con un ragazzo e ora Louis vuole vedere se è tutto apposto - rispondo io, poco entusiasta.
L'infermiera ride. - Con un ragazzo? - chiede lei, incredula. Annuisco normalmente facendola ridere ancora di più. - Oh, Cassie. Che ragazzaccia che sei! A volte mi fai paura, sul serio.

🗡️🗡️🗡️

Dopo che mi hanno fatto vari controlli esco dall'infermeria, ormai quella è la mia camera da letto. Sto andando nella mia vera camera, quando vengo fermata da un'Ivy versione tornado. Quasi mi fa prendere un colpo quando esce dalla sua camera e si ferma di scatto davanti a me. - Ho deciso che domani sera si farà una festa! - annuncia lei, entusiasta come una bambina.
Alzo il sopracciglio, infastidita. So cosa significa tutto questo. - Ok, divertitevi - rispondo io, cerco di andare in camera ma lei mi ferma un'altra volta.
- No, non hai capito - ribatte mettendosi di nuovo davanti a me. - Tu vieni, ti ho pure comprato il vestito - annuncia alzando un vestito nero.
Nemmeno lo guardo. - Bellissimo, te lo potresti mettere tu.
Fa una smorfia. - No, a me sta piccolo! - borbotta.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo. Sto iniziando a capire che ad Ivy non si può dire di no, cercherà di farti venire minimo quattro infarti e diecimila mal di testa, fino a quando tu non ce la farai più e sarai costretta a dirle di si. Quindi ho due opzioni: dirle di si e farla finita con questa storia, oppure dirle di no e aspettare che la mia vita diventi un incubo - come se non lo fosse già abbastanza - per poi morire. - A che ora? - chiedo.
Fa un sorriso smagliante battendo le mani, ricordandomi un'altra volta una bambina. - Alle nove - risponde porgendomi il vestito. Sbuffo un'ultima volta ed entro in camera mentre lei continua a ridere, soddisfatta.
Butto sul letto il vestito giusto in tempo, perché qualcuno bussa alla porta. - Ivy, ti ho già detto che vengo, ora sono stanca e voglio andare a dormire - inizio io aprendo la porta, ma mi fermo una volta capito che non si tratta di Ivy.
- Disturbo? - chiede Isaac. Mi faccio da parte per farlo entrare. - Grazie - dice entrando nella mia stanza.
- Che succede? - chiedo io, lasciando da parte la frase "certo che mi stai disturbando, stavo per andare a dormire".
- Jeremy mi ha spiegato quello che è successo - inizia lui dandomi l'occasione di sbuffare un'altra volta. Ho sonno. Non voglio parlare di Jeremy, voglio dormire.
- Isaac, non ti immischiare, per favore - borbotto io sedendomi sul letto.
- Mi dispiace, ma è più forte di me - ribatte lui. - Come ti ho già detto lui cerca di allontanare la gente. È orgoglioso e si sente in colpa perché tu stavi per morire mentre lui aveva solo qualche graffio... Quando l'hanno cacciato di casa, l'ho sentito urlare da sotto e continuava a dirmi che doveva entrare perché non era giusto e che non potevi morire, sennò lui non se lo sarebbe mai perdonato. - Si ferma per prendere fiato, ma anche per pensare immagino. - Mi ha detto di chiamare i rinforzi mentre lui continuava a cercare di parlare con te nella mente... Non l'ho capito bene, continuava a dire di non parlargli perché stava cercando di parlarti, il ché è strano e vagamente impossibile, ma che tu non rispondevi. Poi mi ha detto che stavi morendo e ha iniziato ad andare addosso al muro invisibile che si era creato davanti a lui. Poco dopo è svenuto. - Alzo lo sguardo, incuriosita e preoccupata allo stesso tempo. - I dottori hanno detto che ha sbattuto troppe volte la testa e così ha avuto una piccola commozione cerebrale - risponde Isaac alla mia domanda silenziosa. - Dopo quello che gli è successo, Cassie... è normale che lui faccia così.
- È successa la stessa cosa a me, Isaac - ribatto io. Abbassa lo sguardo. - Ora, scusami, ma sono veramente stanca.
Annuisce e, a testa bassa, esce dalla mia camera.

Continue Reading

You'll Also Like

4.5K 334 33
6 mesi dopo la Battaglia della Cittadella, la pace regna ovunque nel mondo sovrannaturale. O almeno così si credeva.... INIZIATA: 13/01/24
1.3K 85 5
Io in una foresta sentì un nitrito ma lasciai stare, ma poco dopo lo risentì andai a vedere e visi un cavallo malato chiamai la veterinaria e mia mam...
16.9K 241 5
Non è facile relazionarsi con le persone che abbiamo intorno. Asia è una ragazza molto riservata, con un passato che la porta a diffidare delle pers...
13.7K 1.1K 49
Fantasy romance a cavallo tra due mondi. Iris è irrequieta e imprevedibile, proprio come quell'oceano che fin da bambina l'affascina e nel cui abbrac...