BLESSED || Neymar Jr

By flexin_emmaaa

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Camila Gomes è una ragazza di 26 anni nata a Parigi ma di origini brasiliane. È entrata da poco nel mondo del... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Ringraziamenti

Capitolo 17

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By flexin_emmaaa

Cerco di concentrarmi il più possibile sul lavoro, ma la mia testa continua a pensare ad altro.
Diversi dubbi e ansie vagavano nella mia mente ed erano tutti legati all'accaduto della notte prima.
Nella mia testa esisteva solo lui, ma volevo che sparisse all'istante.
Per distrarmi un po' decido di prendermi un caffè e rilassarmi con un bel libro, ma al secondo sorso qualcuno entra.
Era ovviamente il mio capo, tutto grazie alla mia illimitata sfiga.
"Oh! Buongiorno, scusi mi stavo prendendo una pausa" dico io alzandomi in piedi.
"Tranquilla è tutto a posto. Ti devo chiedere un favore" mi dice sorridendo.
"Certo"
"Puoi portare questi fogli al campo d'allenamento, al mister precisamente, grazie Camila"
L'avevo già detto che la sfiga mi perseguita?

Mi lascia una pila di documenti che per poco non toccava il soffitto, quindi la sollevo con fatica e mi dirigo sbuffando verso l'ascensore.
Arrivo al piano terra e, facendomi spazio tra i lavoratori, cammino verso il campo.
I calciatori si stavano allenando quindi, forse, sarei riuscita a non farmi notare.
Mi avvicino al mister e gli consegno i fogli.
"Ah grazie Camila, molto gentile" mi ringrazia sorridendo.
"Fate una pausa, devo firmare dei documenti" dice poi alla squadra.
Io mi giro di fretta e cammino a passo svelto verso l'uscita, ma poi qualcuno mi riconosce e mi chiama.
"Camila! Stai con noi dai!" esclama Verratti, facendomi segno col braccio di aspettarli.
Io faccio un sospiro profondo e mi giro ad aspettarli.
Vedo subito Neymar, impegnato a parlare con Messi.
Dopo che i calciatori si sono divisi sui tavolini del bar, Kylian mi invita ad unirmi a lui e a Hakimi, Verratti, Messi, Paredes e, ovviamente, Neymar.
Mi appoggio al tavolino in silenzio e Neymar inizia a parlare guardando solo i suoi compagni, escludendomi palesemente.
"Raga mi ha scritto una modella brasiliana che è una bomba, fidatemi. Mai vista una così. Credo che le risponderò. Ha detto che è qui a Parigi, chissà magari riusciamo a incontrarci, in una stanza d'hotel magari..." dice con il suo solito sorriso soddisfatto Neymar.
A sentire di quella modella divento indubbiamente un po' gelosa.
Aveva appena passato una notte con me e ora si lascia tutto alle spalle per una come tante altre.
Ma non faccio finta di niente e gli chiedo, sapendo di farlo innervosire "Posso vedere una foto?"
Il volto del calciatore si irrigidisce e per non farlo notare, si apre in una risata
"Non ho il telefono qua, ma te la farò vedere. È molto simili a te, solo dieci volte meno attraente"
Io arrossisco all'improvviso e mi copro il viso per non farlo notare.
Lo fulmino con lo sguardo, per fargli capire di non dire più niente del genere.
Non volevo mica che tutti sapessero che abbiamo fatto sesso.
Si crea un silenzio imbarazzante e Neymar ride tra se e se guardando il vuoto.
"Cosa ti fa ridere?" gli chiedo io.
"Niente, stavo solo pensando a come urlavi il mio nome ieri notte" risponde con un sorrisetto beffardo.

Non ci potevo credere che aveva detto una cosa del genere.
Non avrei mai immaginato che lo dicesse davanti ai suoi compagni.
Mi mostrava come una conquista e allo stesso tempo mi ridicolizzava davanti a tutti, che stronzo.

Mi irrigidisco e lo fulmino con lo sguardo.
Lo guardo con le labbra serrate e i pungi stretti.
Avrei voluto tirargli un pugno, ma mi limito a lanciargli una maglietta e a camminare a passo svelto fuori dal bar.

Ero ancora incredula da quello che aveva appena fatto.
Avevo ragione.
Non gli importava niente di me.
Lo avevo lasciato da solo e lui si vendica così, come un bambino.
Ero così arrabbiata che ho iniziato a calciare con tutta la forza che avevo i palloni di un altro campetto.
Tiro urlando di rabbia l'ultima palla rimasta e poi mi accucio a terra e do dei pugni fortissimi al campo.
"Ferma, o rischi di romperti la mano"
Mi giro e vedo Kylian avvicinarsi con le mani in tasca.
"Oh, ciao" dico asciugandomi qualche lacrima.
Lui si siede affianco a me e fissa la porta da calcio.
"Hai fatto un po' di gol però" dice guardando i palloni in rete.
"Sei serio?" gli chiedo accennando una risata nervosa.
"Scusa"
Cala il silenzio e mi chiedo cosa passava per la testa di Mbappé.
"Quindi tu, Neymar...siete...avete...insomma, hai capito"
Ecco a cosa pensava.
"Direi che era piuttosto ovvio" dico a denti stretti, ripensando a cosa aveva detto il brasiliano.
"Non te la devi prendere, è fatto così"
"Non mi interessa un cazzo se è fatto così. Ha fatto una cazzata punto e basta...e non lo perdonerò mai" ribatto io ancora arrabbiata.
"Lo so e mi dispiace. Ma questo è il suo modo di corteggiarti"
"Beh ha sbagliato persona allora"
Mi alzo e me ne vado.

Per tornare in ufficio dovevo per forza passare per il campo d'allenamento e per il bar, quindi mi faccio coraggio e cammino a testa alta.
Lo vedo in lontananza, ancora al tavolino, che se la ride con i suoi compagni.
Gli passo affianco e "per sbaglio" gli pesto il piede.
Lo sento sussultare e poi mi urla dietro "Il mio piede!"
Io continuo per la mia strada senza nemmeno girarmi e sento Messi dire a Neymar "Cosa ti aspettavi? Un invito a cena?"
Poi il brasiliano brontola ma non riesco a sentire cosa dice dato che ero troppo lontana.

Mi chiudo dietro la porta e mi butto sul divanetto.
Prendo qualche caramella dal cesto e fisso il soffitto pensando.

Non avrei mai dovuto lasciarmi convincere. Ero troppo emozionata. Mi piace. Cazzo se mi piace. Mi ha praticamente invitata a letto e io ho accettato, che scema. Qualsiasi altra ragazza mi avrebbe chiamata una troia, ma io sono solo innamorata e con l'amore non si fotte.

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