Ariadna! {Trafalgar Law}

By ItsAriadn4

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Un incontro non del tutto casuale permetterà ad Ari ed i pirati Heart di incrociare le proprie strade, dando... More

Heavenly World
Il morso proibito
Tu guarda i fiori
Io ti sento
In trappola
L'asta del destino
Il Sanatorio del Sogno
Il piano di sotto
There's always a way out pt.1
There's always a way out pt.2
La soluzione
Amamelide
La prima volta
"Questi ti appartengono."
Aldo's
La mappa
Ariadna-ya
• ~ AVVISO ~ •

La colpa

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By ItsAriadn4

Facemmo presto a dividerci, uniti dal fatto di esserci cacciati in un grosso, grosso guaio.
Camminavo incerta singhiozzando: avevo davvero paura che accadesse di nuovo, di non riuscire a farcela da sola senza mio fratello.

Allungai il tragitto correndo quando e quanto potevo, cercando di aggirare le strade più affollate e nel giro di un quarto d'ora raggiunsi la mia casa-albero, dove trovao mamma Manda intenta a cucire i calzini rossi da notte di mio padre.
Era seduta su una vecchia sedia a dondolo di castagno, quel giorno aveva scelto il cuscino a fiori bianchi e gialli dove posare la schiena. Manda si dava sempre così un sacco da fare per la famiglia e per la casa.
Confesso che non era raro che io la spiassi di tanto in tanto: aveva un viso così armonico e delicato, una pelle bellissima e dei capelli di un biondo talmente chiaro da rasentare il bianco; soleva portarli in una morbida treccia poggiata sulla spalla sinistra. Era stupenda, quasi come un angelo!
Per di più dal giorno in cui lei e papà Petro ci avevano messo al corrente di aspettare un figlio, è logico che io me ne preoccupassi maggiormente e la tenessi d'occhio per vedere se era tutto ok quando gli altri non erano in casa.
Manda era favolosa e ero felice che avesse affiancato lei mio padre dopo la morte della mia madre biologica, avvenuta dando alla luce me e Gari.
Si accorse di me: "Come mai già di ritorno, Ari-Ari?" chiese.
"Ehm...Io...Ecco...Io..." indugiai arrossendo un po', svegliandomi dal suo pensiero.
"Insomma, mi scappa e devo andare al bagno!" strillai dprutto d'un fiato mentre me la svignavo su per le scale a chiocciola lasciandola un po' perplessa fra la merceria.

Badai bene a chiudere a chiave la porta della toilette, abbassai la tavoletta e mi ci sedetti su.
Cercai, per quanto possibile, di rielaborare i pensieri e fare il punto della situazione; mi domandavo come se la stesse passando il mio gemello, oltretutto.
Cosa sarebbe potuto mai accadere adesso?
Nulla di male presumevo, del resto quei quattro pirati non sapevano che il misfatto era ad opera mia, Gari non si era mica avvicinato al loro forziere, quindi di che mi preoccupavo?
Supposi, anzi, ero certa che la parte peggiore sarebbcstata il dover convivere con questi strani poteri. Ma poi, poteri di cosa? Non potevo emettere raggi laser dagi occhi, volare o diventare invisibile? Fino ad allora, per quanto ci avessi visto, era stato uno schifo totale.
Insomma, avevo spaventato a morte mio fratello, che nonostante non lo dimostrasse appieno, deducevo mi credesse ancora un mostro. Avevo non so... seccato (?) un terrario di fiori e desiderato di sboccare mentre camminavo fra la gente. Wow, se questo era un super potere!
Faceva schifo, letteralmente e totalmente schifo!
E se avessi sbagliato qualcosa e rifacendo la stessa roba di prima? Potevo forse ferire qualcuno...
E se in qualche maniera quei pirati sarebbero risaliti a noi, cosa sarebbe accaduto?
E se si fosse venuto a scoprire il nostro nuovo segreto?
Il panico si fece strada in me, poco a poco, ogni dubbio ed ogni preoccupazione sembravano farsi più grandi e reali: era proprio un disastro bello e buono.
Percepii una strana sensazione, che stesse accadendo ancora?
Tirai fuori dalla tasca uno dei garofani rosa colti da Gari 'tu guarda i fiori' mi ripetei, così mi aveva detto.
Io li stavo guardando i fiori, ma nuove lacrime ne ingrandirono e sfocarono l'immagine.
Tenni salda la presa dello stelo fra le dita, tentando di perdermi in un bel ricordo rilassando il respiro e concentrandomi sul profumo dei petali.
Un bel ricordo eh?
Gari con la testa sulle ginocchia di mamma Manda a godersene le carezze, io fra le braccia di papà a fare l'aeroplano gioiosa di andare sempre più su nel cielo incorniciato da un sole sul punto di tramontare; una leggera brezza portava l'essenza del mare sui nostri visi.
Il sole mi faceva star bene, non c'era buio, non avevo paura ed i suoi raggi ci scaldavano.
Un ricordo semplice, come lo siamo noi, essenziale d'armonia e d'amore.
Avrei vissuto in quel pomeriggio per mille anni se ne avessi avuto la chance, solo noi senza tutto il resto.
Questo mi faceva sentire felice.

Mi calmai, la strana sensazione mi lasciò e per sigillare quel momento mi sciacquai il viso ed i polsi con dell'acqua fredda.
Tornai di sotto, passai prima per la cucina e presi possesso di un sacchetto di biscotti al cioccolato.
Chissà se Gari e papà stavano mangiando a quell'ora!?
Abbracciai il sacchetto con il braccio destro e col sinistro mi imboccai con ingordigia.
In tutto quel trambusto non mi era certo passata la fame, papà diceva sempre che con lo stomaco vuoto non si va da nessuna parte (sarà per questo che aveva messo su una bella pancia?).
Mi sedetti sul divano posto alla destra della mia matrigna e la osservai passare e ripassare l'ago attraverso i calzini con maestria.
Prima di potermene accorgere, cullata dalla sua dolce immagine col pancione, m'addormentai con la testa china sul bracciolo morbido del piccolo sofà.
Mi ci voleva proprio.

*Three hours later 🧽*

"Mhh...Altri cinque minuti dai!" mi sentii scuotere all'altezza del fianco.
"Ari-Ari! Ari-Ari!"
"No dai...Gnawn!" Ancora.
Vabè forse mi toccava! Aprii gli occhi a ritmo di un sonoro sbadiglio a bocca larga, mi alzai lasciando cadere le briciole dei biscotti mangiati prima.
Avrò sicuramente dormito cinque minuti, però che pace: mi sentivo molto meglio!
Ma feci presto a parlare, mamma Manda mi smosse definitivamente dalle braccia di Morfeo intimandomi di seguirla fuori.
Ma che...!?
Spostò con noncuranza le lenzuola appese ad asciugare: "Guarda Ari! C'è del fumo nero!!!" indicò con la mano.
E me ne feci capace solo in quel momento: una gigantesca nube nera si stava facendo spazio in cielo "Ma viene dal centro!" convenni.
"Si, è proprio in direzione del gran mercato." Asserì lei con voce assente, fissando oltre il bucato.
"Che sia scoppiato un incendio?"
"Non lo so, ma credo sia meglio andare a vedere." Era estremamente preoccupata, come biasimarla...
E così, in fretta e furia lasciammo tutto com'era precipitandoci vicino al tredicesimo albero del gran mercato.

Per strada vedevamo gente correre in direzione opposta alla nostra finché non incrociammo un volto conosciuto, il panettiere Mallo, il quale fu prontamente interrogato da Manda che lo afferrò improvvisamente per un polso, costringendolo a fermarsi: "Mallo!! Mallo, che diavolo succede?" cercò di chiedere facendo per riprendersi dalla corsa.
"È terribile, pirati!" urlò col fiatone e gli occhi da spiritato.
"Pirati?" ripetè di risposta.
Si scosse, sciogliendo la presa e portadosi le mani ai capelli sfregando nevrotico: "I pirati stanno radendo al suolo la piazza col mercato!"
Non fece neanche in tempo a finire che giá si stava allontanando consigliandoci di fare altrettanto.
Ma la nostra famiglia si trovava proprio laggiù, non potevamo, dovevamo assicurarci che stessero bene!
Lei mi incoraggiò con sguardo deciso "Forza Ari, andiamo!"
Giunte, finalmente, in piazza, lo scenario era il peggiore che si potesse prospettare: vorrei tanto che si fosse trattato solo di un banale incendio ma non era così...
C'erano persone, anche a me familiari, ferite e distese in terra.
Feroci uomini armati che senza alcun indugio colpivano, come cacciatori spietati davanti ad una preda inerme si confermarono i carnefici in quel putiferio.
Tutt'intorno il clima appariva diverso rispetto a come lo avevo visto dalla finestra appena sveglia: il sole era oscurato dalla nube nera generata dal fuoco appiccato ad un negozio nella foga degli eventi, l'odore di bruciato prevaleva indiscusso ed un polverone sollevato da chi era riuscito a mettersi in salvo faceva da cornice ad un reale teatro di violenza che non avevo mai letto in nessun libro e visto nemmeno in un incubo.
"CARO!" sentii chiamare da mamma Manda.
Seguii il suo sguardo cercare mio padre e trovarlo ferito in piedi davanti ad un uomo armato di fucile. Teneva le braccia distese a mezz'aria, come se facesse da scudo a qualcosa.
"CARO!" continuò a chiamare lei incessantemente fra le lacrime, invano.
A quel punto una voce familiare: "Quel moccioso lo sa, smettila di opporti e consegnarmelo!"
Era la stessa voce del capitano pirata di cui io e Gari ci eravamo fatti beffe al mercato...
E collegai i pezzi: erano tornati per noi, stavano cercando mio fratello per colpa di quel frutto!
In un istante ogni macabro pensiero che cercai di scongiurare si fece di nuovo strada in me, trovandosi conforme alla realtà davanti ai miei occhi.
Un peso mi si poggiò sullo stomaco, facendomi desiderare di vomitare via tutta l'ansia.
"Non ti permetterò di avvicinarti a mio figlio!"

"Dobbiamo fare qualcosa!" propose coraggiosamente Manda raccogliendo sassi da terra.
Si stava riempiendo di ansia, come se non bastasse era reduce da una corsa a perdifiato e ora questo! Era incinta al sesto mese e questo non dovea assolutamente succedere...
Senza gingillarmi oltre preda dei tremolii, la aiutai a raccattare più sassi possibile e la imitai affiancandola dietro ad terzetto di grossi barili di rum accovacciandosi stretta tra le sue braccia.
Era solo colpa mia...
Era solo ed esclusivamente colpa mia!
Brevemente, tra un singhiozzo e l'altro, le raccontai quanto verificatosi prima del mio ritorno a casa, divorata dalla vergogna e dai sensi di colpa.
"Io ti perdono, Ari-Ari." mi disse sorridendo distogliendo lo sguardo dal marito in lontananza. "Arriverà la marina a sistemare tutto, vedrai!" mi guardò, come una madre guarda il proprio figlio, carica di un affetto smisurato, caldo e senza eguali.

Io-ti-perdono.

Poi si fece decisa, sciolse l'abbraccio e prese un sasso ed al massimo delle sue capacità lo scagliò quanto più lontano possibile in direzione del pirata e di mio padre, attirandone l'attenzione: "Giù le mani da mio marito!" ordinò imperativa dopo essersi alzata. Scagliò un'altra pietra seguita poi da una terza.
"Vedi di piantarla donnaccia!" Ringhio feroce il pirata.
Irruento, approfittando della distrazione, papà sganciò un destro contro il criminale: "Non ti permettere, bastardo!"
Ma due loschi intervennero tempestivamente afferrando mio padre e bloccandolo per le braccia, obbligandolo in ginocchio.
Ma non erano solo quattro? Avevano altri compagni sparsi in giro per la piazza allora...
"NO! LASCIATEMI!" Gari!
Sporcato in fronte da un rivolo sangue, mio fratello venne afferrato alle spalle da un uomo alto e muscoloso, senza maglietta (lo stesso che trasportava il forziere!) "Sta fermo, ragazzino!"

Era colpa mia.
Se solo avessi lasciato perdere...

Portandosi in direzione del mio gemello, il capitano dallo scuro cappello napoleonico ignorò completamente mio padre, deciso ad opporre vana resistenza contro i due che lo strattonavano per placare l'impeto.
Con tono inquisitorio, prendendone di famelica prepotenza le guance con la mano, gli chiese: "Avanti, sputa il rospo e dimmi dov'è che hai messo il frutto Zeno-Zeno?!"
"Non ho perso proprio un bel niente!" rispose deciso con aria di sfida, seppur terrorizzato a morte e con le lacrime agli occhi.
"So che hai combinato qualcosa, avanti dimmi dov'è prima che ti elimini!" proclamò con tono spazientito, continuando a schermire le preghiere dei miei.

Innervosita e timorosa, spostai una mano sul primo sasso disponibile, mi misi in piedi e glielo scagliai contro con ferocia: "Ahia...Ma chi...!?" lo centrò proprio sulla nuca.
"L'HO MANGIATO IO!"
Non potevo starmene li nascosta dietro a dei barili, dovevo ASSOLUTAMENTE fare qualcosa che si fosse trattato di andare in prima linea o abbattere una montagna intera da lanciargli contro.
Mi allontanai da lì, correndo a centro piazza più decisa che mai, lasciando scivolare il mio braccio via dalla presa della matrigna spaventata che fece per trattenermi.
"Ari!" "No, Ariadna!" tentarono tutti con gli occhi serrati.
Incredulo e infuriato il capitano ripetè, a certificarsi di quanto sentito "Cosa? l'hai mangiato tu?"
Un tic iniziò a battere il suo occhio sinistro, le vene delle tempie gli si gonfiarono; mollò la presa da Gari e mordendosi i denti nella peggiore e più terrificante delle espressioni possibili, si voltò verso di me impuntato a raggiungermi.
Mio padre Petro, sempre più vittima di questo vortice di eventi assurdi, strattonandosi riusì a liberarsi dalla presa e corrergli in contro per fermarlo prima che mi si fosse parato davanti.
~POOM~
"Tu non vai da nessuna parte!" fece gelido e divertito uno di quelli.
~POOM POOM~
~POOM~

"AHH, CARO!" papà cadde inerme al suolo, lei strillò a più non posso sotto shock come noi altri rimasti a teatro della vicenda.
Urla, ancora ed ancora.

E stava accadendo solo per colpa mia...

Mi girai a guardarla, le sue urla di richiamo però si trasformano in urla di dolore: da sotto la lounguette iniziò a colarle sangue. Che stesse subendo un'emorragia a causa dello stress? Con le ginocchia e mani tremolanti quanto la voce, lasciò cadere il sasso che aveva tra le mani.
"Ahh..." Si lamentava "NO! NO! COME AVETE POTUTO, CARO!" si ostinava a ripetere con occhi fradici.
Sentii come se con quella pietra fosse caduta via ogni cosa di lei, era distrutta, come lo ero io e come lo era Gari.
Nostro padre giaceva lì disteso, immobile...
Alle spalle di Manda arrivò un uomo, due metri all'incirca, la cui ombra la sovrasta; bruto l'afferrò per una spalla, spingendola a terra di tutto peso con forza.

Iniziai a tremare a più non posso, non avevo più il controllo e l'unica cosa che riuscivo a fare era tenermi la testa fra le mani, colpendola.

Sfoderò la sua katana con un gesto rapido e deciso trafiggendola per almeno otto volte all'altezza del ventre fino a quando la vita non abbandonò i suoi occhi violacei, lasciando che cadesse.

"Queste merde. VIA TUTTI! Portatemi solo quella maledetta ragazzina!" ordinò il capitano.
Destabilizzato, traumatizzato e in preda al panico, Gari morse il braccio del suo oppressore, riuscendo a svincolarsi. Accecato totalmente dalle lacrime inciampò addirittura di faccia in prossimità dell'ormai cadavere di nostro padre...

"Ancora tra i piedi bamboccio?" disse il capitano voltandosi. Puntò il fucile mirando proprio a lui "Questo succede a mettersi contro ai pirati!"
Era convinto d'aver premuto il grilletto definitivo ma...




*Fine capitolo 4!*

Povera Ari...!
Siamo a metà della fatica, prima o poi questo squardo shembo al passato finirà!
Nel prossimo capitolo vi anticipo già che sentiremo parlare di Law 😌
Intanto lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate!
Ci aggiorniamo molto presto adesso credo sia proprio il caso di andare a dormire, son le 4am!!
A presto ✨



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