Election [I libro, Rose Evolu...

By Esterk21

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Primo libro della Rose Evolution Saga 2# nel contest Miglior Libri 2016 Sponsor Links & WIAIta "L... More

Diritti d'autore - Election
Revisione Conclusa!
Capitolo I (R)
Capitolo II (R)
Capitolo III (R)
Capitolo IV (R)
Capitolo V (R)
Capitolo VII (R)
Capitolo VIII (R)
Capitolo IX (R)
Capitolo X (R)
Capitolo XI (R)
Capitolo XII (R)
Capitolo XIII (R)
Capitolo XIV (R)
Capitolo XV (R)
Capitolo XVI (R)
Capitolo XVII (R)
Capitolo XVIII (R)
Capitolo XIX (R)
Capitolo XX (R)
Capitolo XXI (R)
Capitolo XXII (R)
Capitolo XXIII (R)
Capitolo XXIV (R)
Capitolo XXV (R)
Capitolo - XXVI (R)
Capitolo XXVII (R)
Capitolo XXVIII (R)
Capitolo XXIX (R)
Capitolo XXX (R)
Capitolo XXXI (R)
Capitolo XXXII (R)
Epilogo | Capitolo XXXIII (R)
Isola di Phērœs
Base Militare Alpha
Special!
LinkS
Genuine Goals

Capitolo VI (R)

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By Esterk21

Qualcuno non era la parola giusta. A giudicare dallo stemma sulla giacca, la donna che con eleganza sedeva sul mio letto doveva essere un'affiliata dell'Elezione.
Mi rivolse un lieve cenno, alzandosi e venendomi in contro. I capelli biondi le sfioravano appena le spalle, gli occhi cinerei nascosti dietro l'esile montatura di un paio di occhiali. Era giovane, ma non abbastanza da partecipare all'evento come noi altri. Afferrò la mia mano prima che riuscissi ad aprir bocca, stringendola e scuotendola energicamente.

«Ehvena Johns, immagino». Mi rivolse un sorriso inaspettatamente circostanziale. «Settima nella classifica dei Positivi fin dalla Prima Prova, mattiniera e, da quel posso vedere, perfettamente ripresa dopo il susseguirsi delle scariche elettriche».

Ritrassi la mano con uno scatto, colta di sorpresa. I dati dell'Elezione erano facilmente reperibili per chi vi lavorava, ma ne rimasi comunque scossa. Feci un passo indietro, valutando la sua espressione.

«Scusi, lei chi è?»

«Giusto, prima le presentazione.» Si schiarì la voce. «Il mio nome è Asia Meetash, faccio parte dello staff interno all'Elezione e vi lavoro nel ruolo di Assistente. Sono qui per consigliarla e istruirla laddove necessario. Da oggi le sarò di aiuto lungo il percorso che la porterà alla conquista della carica di nuova Rappresentante.»

Lì per lì rimasi in silenzio, elaborando quanto detto. Non ero certa che mi servisse un Assistente, dopo la Prima Prova non ero neanche sicura di volermi avvicinare a quella carica, figuriamoci conquistarla. Lo sguardo della donna si incupì, come se mi avesse letto nella mente.

«Gli Assistenti sono obbligatoriamente previsti dall'Elezione» esordì, sistemandosi gli occhiali. «Non veniamo assegnati casualmente, gli organizzatori conducono attente ricerche per combinarci ai candidati tenendo conto delle varie affinità.»

Dovevo ancora capire cosa intendessero gli organizzatori per affinità combinate, e sotto quale logica avessero deciso di affidare a ogni concorrente un Assistente personale.

Annuii rassegnata, mostrandomi cordiale per quel che mi riusciva.
Di lì a poco prese a scagliarmi varie occhiate, puntigliose e snervanti, con la quale tentava di assegnarmi tacitamente dei punteggi — a giudicare dall'espressione scontenta non superavo la sufficienza. Decisi che avrei ricambiato al più presto con scrupolosi giudizi sul suo operato.

«Quindi se ho ben capito, mi aiuterà a risolvere l'enigma della Seconda Prova?» domandai, alquanto sollevata. Le istruzione erano troppo particolari, non sapevo da dove iniziare.

«Niente affatto» ribatté risoluta.
Spalancai gli occhi per l'inaspettata risposta.

«Io non sono qui per risolvere le sue prove» enfatizzò la parola come un sibilo di avvertimento. «Sono qui per assisterla, non sostituirmi a lei.» Un altro sibilo mi fece involontariamente indietreggiare. «Lasci che le chiarisca la sua posizione all'interno della competizione: lei è una concorrente, ciò significa che sarà lei a essere valutata. Non io.»

Realizzato l'equivoco, rimasi attonita e, lo ammetto, imbarazzata dal modo in cui avevo pensato di scaricarle il mio lavoro.
L'Assistente recuperò repentinamente dalla tasca un palmare e, noncurante, iniziò a trafficare con cartelle olografiche e documenti come se nulla fosse accaduto. L'espressione accigliata non accennò a scomparire, mentre desideravo sempre più sprofondare in qualche buco.
D'un tratto mi sorse un dubbio. Trovai appena le parole per chiederglielo. «Come ha fatto a entrare?»

«In qualità di suo assistente ho accesso alla camera in qualunque momento.»

Trattenni l'irritazione: potevo dire addio alle meritate ore di pace e solitudine che mi sarei concessa tra una prova e l'altra. Quella donna mi diede l'impressione di poter piombare nella mia stanza nel cuore della notte, svegliarmi e interrogarmi sul codice di condotta adottabile durante l'Elezione. Forse era per via dell'aspetto, il tailleur grigio piombo, lo stemma fieramente in vista sulla spalla destra. Si era mostrata risoluta sia nei gesti che nei modi, professionale anche se vagamente scontrosa. Dava l'idea di essere più che all'altezza del ruolo e questo, tutto sommato, non mi dispiaceva. Per quanto riguardava le affinità combinate... quelle erano ancora da decidersi.

Dopo un lungo silenzio, chiese: «Quanto sa dell'Elezione?»

Misi una mano sul mento, pensando. Tutte quelle ore passate ad ascoltare la propaganda dei giornalisti stavano per tornarmi utili. «È l'evento più importante di sempre, aperto ai ragazzi compresi fra i diciotto e i venticinque anni. I candidati approvati sono obbligati a partecipare alle prime cinque prove, eccetto in caso di eliminazione, al termine delle quali possono decidere se ritirarsi oppure proseguire. La votazione finale avviene solo tra le ultime quattro coppie rimaste in gara e possono essere eletti solo un singolo uomo e una singola donna» riassunsi.

«Questa è ordinaria amministrazione. Qualcosa in più?» mi imbeccò.

"I concorrenti vengono fatti piombare ripetutamente in un sonno forzato, spostati e ammassati in una sola stanza durante la notte. Questo solo per la Prima Prova". Avrei voluto dirlo almeno a lei, ma mi limitai a: «Le prove sono più bizzarre di quanto non si dica durante la propaganda».

«Vero, ma non è ciò che intendevo. Non ha letto il regolamento, o meglio, non le è mai passato per la mente di farlo? Le sarà stato recapitato insieme alla Chiamata».

Sapevo a cosa si stesse riferimento. Un volumetto rigido, dalla copertina ruvida color tempesta. Lo avevo volutamente ignorato visto lo spropositato numero di pagine. Era arrivato insieme alla Chiamata, il certificato che mi aveva obbligata a presiedere ai test preliminari. «No... Avrei dovuto?»

Sospirò. Non era ciò che voleva sentirsi rispondere, provò comunque a non andare su tutte le furie come in precedenza. Aprì un documento sul palmare, lo ingrandì e iniziò a spiegarmi i punti evidenziati. Tutte cose che avevo ignorato fino a quel momento ma che avrei dovuto tenere bene a mente.

«L'Elezione viene organizzata ogni Era Elettorale — circa ogni quarant'anni — dal nostro Governo, che come sa è un insieme di varie figure: i Rappresentanti in carica nell'Era corrente, il Concilio di Giustizia, i Latori di Pace e l'Assemblea dei Terzi. Le Prove vengono elaborate e supervisionate da equipe indipendenti, approvate dai membri del governo mesi prima dell'inizio. Svolgono differenti compiti e per tutta la durata del periodo obbligatorio viene affidato loro il compito di stilare le classifiche. Tra i due gruppi, i più insidiosi sono gli Osservatori: individui con un acume e una capacità di osservazione sopraelevata. Come suggerisce il nome, hanno l'incarico di osservare le prove da ogni punto di vista, di memorizzare e analizzare ogni vostra impresa, espressione e stato d'animo, al punto da riuscire ad anticipare i vostri intenti. In realtà non sono loro a occuparsi delle classifiche, almeno non in senso pratico. Redigono un resoconto più che dettagliato e lo consegnano ai loro superiori. Questi, i Responsabili, sono gruppi di intellettuali che amministrano e curano le Prove sotto la giurisdizione di alcuni capi reparto — per lo più scienziati illustri, uomini di legge e tecnici brillanti —, tutte persone molto rinomate all'interno della nostra società. A fine prova consegnano un quadro statistico sull'andatura delle prove e i dati raccolti dagli Osservatori ai Rappresentanti, i veri artefici dell'Elezione, che esaminato le classifiche. Come gli Assistenti, sia Osservatori che Responsabili fanno parte dello staff esterno all'Elezione quindi hanno delle limitazioni e dei privilegi prestabiliti dal Codice Elettorale.»

Cambiò documento, ingrandendo una scaletta molto corposa. Mentre tentavo di tenere a mente le ultime informazioni — gli Osservatori osservavano le Prove, i Responsabili le curavano — mi fece cenno di accomodarmi, segno che la cosa sarebbe andata per le lunghe. A quel punto io ero in attesa come una scolaretta, sguardo vigile e orecchie tese, mentre lei si muoveva abilmente tra un discorso e un altro.

«I nomi degli Osservatori e dei Responsabili non sono ancora stati resi noti, ma tutto ciò che riguarda la Base Militare Alpha, sì.» Selezionò una delle voci, aprendo una cartina intricata e illeggibile. Una matassa aggrovigliata di linee e nomi. «La Base Militare Alpha è uno degli stabili estremi dell'isola. Insieme alla sua gemella, la Base Militare Omega, circa due Ere Elettorali fa, avevano entrambe il compito di ospitare i concorrenti dell'Elezione. La Base Omega è la sede di addestramento della forza militare marittima, nonché lo stabile di coordinamento della Barriera. La Base Alpha, invece, si occupa dell'addestramento di tutte le figure subordinate alla legge, tra cui i Latori di Pace. Sono certa che tu sappia già tutto sul nostro governo, ma ci sono alcune cose che mi prenderò la briga di rispiegare.»

In realtà sapevo anche ciò che mi aveva appena spiegato, ma mi guardai bene dal farglielo presente. Mi rassegnai all'idea di dovermi subire le sue spiegazioni fino a quando non mi avessero chiamata per ripresentarmi nell'hangar Lotus. Il lato positivo era che con tutte quelle chiacchiere, non avrei di certo temuto di annoiarmi.

«I Latori di Pace, in particolare i tre Comandanti che ne sono a capo, formano i membri che di fatto prendono parte al Governo. I loro sottoposti vengono selezionati accuratamente e svolgono mansioni strettamente legate all'Elezione e ai Rappresentati.»

Mi lanciò uno sguardo eloquente: erano i soliti affari di Stato che a noi cittadini non interessavano.

«Secondo la gerarchia, dopo i Latori abbiamo i militari che, sostanzialmente, occupano più della metà della Base. Oltre loro, in questa sede si addestrano dai soldati semplici alla polizia locale. Ognuna di queste figure lavorano in strutture a se stanti: i Latori si addestrano e occupano solo il Quarto Settore, sui confini della boscaglia. I militari, invece, il Primo e parte del Terzo Settore; la polizia, presente in numero minore, copre la restante metà del Terzo Settore. Il Secondo Settore è quello in cui ci troviamo ora, sede dei dormitori — tutti eccetto quelli dei Latori — di cadetti e, ogni nuova Era, dei concorrenti. Nei Quattro Settori, tralasciando il secondo, tutti possiedono dagli otto ai dodici hangar, con piste di atterraggio e campi all'aperto.»

Man mano che l'Assistente spiegava, la cartina iniziava ad acquisire un senso: i quadrati (gli edifici) e le linee (i canali e i tunnel) prendevano forma dietro sua parola.

«Ogni Settore è collegato att—»
La interruppi.

«Attraverso dei Canali Connettivi. Gli hangar invece sono collegati da dei tunnel che sfociano direttamente al loro interno» conclusi. Ero rimasta talmente colpita dalla quantità di passaggi che univano le varie zone della Base Militare, che non potevo non mostrarle quanto appreso poco prima.

«Esatto». Non parve particolarmente sorpresa dalle mie conoscenze. Con tutta probabilità doveva essersi presentata sotto ordine del Comandante. Quell'uomo era ovunque da quando l'Elezione aveva avuto inizio.

«La sede delle prove sarà la Base Alpha, ma la struttura esatta è ancora da destinarsi.»

Persino all'equipe che lavoravano all'interno venivano precluse delle informazioni. Dalla Prima Prova avevo già potuto capire che amavano dare spiegazioni solo dopo aver agito.

Asia tornò all'interminabile lista di voci, mettendomi al corrente di varie regole a cui avrei dovuto dar peso durante la mia permanenza all'interno della Base Alpha. Feci più attenzione a quelle che cominciavano con un irremovibile NON sibilato, ovvero la maggior parte:
NON bisogna aggirarsi per i settori senza ordine o accompagnatori;
NON dovete violare gli orari imposti;
NON bisogna intralciare gli addestramenti dei soldati;
NON si deve mettere piede nel Quarto Settore;
NON potete avvicinarvi alla boscaglia che circonda la Base;
NON dovete saltare l'addestramento.

Avrebbe potuto continuare così per tutto il giorno, ne ero certa, così dirottai la sua attenzione su altro.

«Ci sottoporranno a un addestramento?»

«In gergo militare viene chiamato addestramento, ma non è altro che un periodo di preparazione guidato. Lo scopo è quello di migliorare le vostre prestazioni in vista delle prove, così da offrire a ogni concorrente la possibilità di affrontarle con una preparazione equa. Naturalmente spetta alla persona mettere a frutto le proprie abilità per risaltare».

Questo spiegava perché l'Elezione durasse tanto.
«Sarà così per tutte le prove?»

«Sì. Anche per quanto riguarda quelle post obbligatorie.»

L'Assistente continuò a giostrarsi per tutto il tempo tra cartelle, documenti ed elenchi, finché non tocco l'argomento che più mi interessava: le Prove.

«So che in merito a questo vorresti saperne il più possibile, ma con un certo rammarico ti annuncio che la mia carica non mi permette di saperne più di voi concorrenti. Oltre al tassativo divieto di interferire con la risoluzione delle Prove, a noi Assistenti sono precluse tutte le informazioni anticipate alla data di svolgimento. Siamo ciechi quanto voi, per questo superare le Prove con punteggi alti è sinonimo di grandi abilità, vostre quanto nostre.»

Iniziai a credere che l'Elezione non fosse stata istituita solo per testare le abilità dei partecipanti, ma anche per le figure di contorno a cui veniva riconosciuta forse solo una misera parte del lavoro svolto.

«Tuttavia...» Rimasi con il fiato sorprese al suo esitare. «Non è detto che Assistente e Concorrente non possano, sulla base degli elementi a loro disposizione, fare supposizioni a riguardo.»

Mi rianimai. «Dunque sarebbe possibile prevedere le Prove e prepararsi adeguatamente?» Suonava fin troppo semplice, allettante ma semplice.

«Richiederebbe straordinarie capacità logiche e osservazionali da entrambe le parti. Le prove non sono state ideate per una facile intuizione. In merito non si riceve alcun aiuto. Da nessuno».

«Ma se me ne sta parlando vuol dire che è accaduto».

Prese a camminare per la stanza, il busto rigido e le mani dietro la schiena. «È capitato, nel corso di altre Elezioni, che il rapporto tra Assistente e Concorrente, le loro abilità combinate, fossero così ottimali da scavalcare le Prove senza grosse difficoltà».

Intravidi una scintilla di speranza scoccare dalle sue parole. Desiderava qualcosa di simile, potevo leggerglielo sul volto. La mia situazione però, era ancora da chiarire. In un certo senso, mi sembrò doveroso avvertila fin da subito.

«Signora...» dissi. Lei scosse il capo.

«Può chiamarmi Asia».

Non riuscii ad aggiungere altro. La tessera emise un suono stridulo e ripetitivo dal taschino nel quale era riposta. La estrassi e il rumore divenne più intenso. Un puntino rosso lampeggiava nell'angolo sinistro, come fosse un segnale d'avvertimento. Doveva essere quello a cui si riferiva il Comandante, forse i concorrenti avevano iniziato a svegliarsi.

• • • • • •

Mentre mi dirigevo nuovamente all'hangar Lotus, mi chiesi come fosse possibile parlare per circa quattro ore e avere ancora altro da dire. Eppure Asia, la mia Assistente, prima di lasciarmi con la promessa di farsi viva più tardi, aveva sospirato amaramente a causa della miriade di cose che non aveva potuto spiegarmi. Grazie a lei, però, avrei varcato la soglia dell'hangar sapendone molto di più sull'Elezione di quanto non ne sapessi la prima volta.

Fin da fuori, mi accorsi che il clima era completamente mutato. All'estremità della porta interna c'erano due soldati, gli schiamazzi dei concorrenti trapelavano dalla porta chiusa. Non ebbero bisogno di vedere il tesserino per lasciarmi entrare, la aprirono prontamente, tanto che produsse un cigolio metallico. Con la stessa celerità la richiusero alle mie spalle, il tonfo si amalgamò alla voce risoluta e inconfondibile del Comandante. I brusii si attenuarono mentre mi univo agli altri concorrenti, stretti sotto il palco. Riconobbi subito le aste in ferro che andavano sorreggendolo: le stesse maneggiate dai militari.

«Ordine» richiese il Comandante, oggetto di adorazione e timore di tutti i presenti. Non dovette neppure sforzarsi per ammutolire anche gli ultimi strozzi di voce sospesi nell'aria. Gli basto appena mormorare.

«Silenzio. Ascolto. Queste sono le uniche cose a voi richieste da ora fino al termine di questo incontro» proseguì.

Il corteo di militari alle sue spalle si distribuì ai margini del gruppo, circondandoci. Con la coda dell'occhio seguivo i loro movimenti, dubbiosa e intimorita. Non attese l'arrivo di qualche altro concorrente prima di cominciare.

«Ben svegli» principiò, quasi canzonandoci. «Dalle vostre espressioni presumo siate molto confusi riguardo quanto avvenuto la scorsa notte, ma sono certo che quanto sta accadendo ora vi interessi molto di più». Mosse qualche passo da un'estremità del palco all'altra. «Inizierò con le informazioni basilari, proseguendo man mano con quelle più complesse, sperando che anche i più assonnati siano, per allora, evasi dalla terra dei sogni».

La maggior parte aveva l'aria di chi era appena sceso dal letto. Scorsi rapidamente i loro volti, ripresi ma ancora stravolti, intravedendo la nuca del biondino nel mezzo della massa e alcuni miei conoscenti. Non tentai di individuare Shawn, benché l'idea mi fosse passata blandamente per la testa. A occhio e croce, non eravamo tutti e duecento. Il Comandante decise di proseguire ugualmente.

«Per chi non lo avesse già intuito, la scorsa notte siete stati neutralizzati e trasportati nella Base Militare Alpha, che come ben sapete è sede delle restanti Quattro Prove previste dall'Elezione. Piccola nota per gli smemorati: la Prima Prova è stata conclusa ieri, le classifiche già stilate e gli eliminati rimandati alle loro abitazioni. Vi basterà dare un'occhiata al vostro lasciapassare — la piccola tessera-olografica — per scorgervi nella classifica. Questo piccolo oggetto segnerà costantemente e in tempo reale il vostro status all'interno della competizione».

«Un lasciapassare che apre le porte?» ridacchiò qualcuno nelle prime file, abbastanza forte da attirare l'attenzione di molti concorrenti, nonché dell'arguto Comandante.

«Per alcuni fungerà anche da chiave nel dormitorio, più precisamente solo per il gruppo dei Positivi, Effettivi e Qualificati. Il Quarto gruppo disporrà di camere in comune condivise con i cadetti della Base» sentenziò con voce vellutata.

Proteste si levarono come polvere tra i presenti. I militari fecero un passo avanti, simultaneamente, restringendo lo spazio e stroncando il tumulto sul nascere. Solo il Comandante riuscì a distrarli del tutto.

«Queste erano, sono e saranno le disposizioni previste dall'Elezione. Penso siate tutti abbastanza maturi da comprendere quando si persegue o meno una causa persa, pertanto sono certo che nessuno di voi rimuginerà oltre sulla questione» asserì, guizzando lo sguardo su ogni singolo volto.

«E se succede qualcosa?» gracchiò una brunetta a pochi passi da me.

«Non accadrà niente di vietato dal regolamento dell'Elezione e della Base Militare» assicurò senza alcuna esitazione. Pochi gli credettero, io per prima ero scettica a riguardo. In un attimo ringraziai le mie innate abilità per avermi fatta inavvertitamente arrivare tra i primi.

«Lasciate ora, che vi spieghi quanto avverrà nelle prossime settimane e in quelle avvenire fino al momento della votazione:

L'Elezione ha sostanzialmente un decorso di tre settimane per prova, due delle quali saranno dedicate all'addestramento sotto custodia di un allenatore tra i migliori presenti in questa Base. Verrete divisi a seconda dei gruppi e senza lamentele vi presenterete nelle aree prefissate, durante gli orari stabiliti, tutti i giorni. Non vi è permesso assentarvi, saltare allenamenti o esercizi. Una settimana dedicata interamente alle Prove, che siano individuali o collettive, che prevedano un unico turno oppure vari. Le date non saranno divulgare prima del consenso dei Rappresentanti».

Grazie ad Asia ero già a conoscenza di quei terribili dettagli, dunque sentirlo parlare fu per me meno gravoso.

«Riceverete maggiori direttive nel corso della giornata, con la quale la routine della Base vi sarà più chiara. I pasti sono rigorosamente previsti in fasce orarie non coincidenti con quelli militareschi. Il coprifuoco ci sarà tassativamente alle 23:00 di ogni sera. Inoltre, secondo il regolamento dell'Elezione vi è concessa una figura di accompagnamento — un Assistente — fin tanto che partecipiate alla competizione».

Molti si sorpresero, la maggioranza in effetti sembrava non esserne a conoscenza. Dubitavo di essere l'unica ad aver conosciuto anticipatamente il proprio, anche se le espressioni disorientate degli altri concorrenti lasciavano intendere il contrario.

«Starete con loro per il resto della giornata, si presenteranno e vi mostreranno come funziona la Base a loro discrezione. Abbiate rispetto per il loro lavoro, ancor di più per ciò che non gli è concesso fare per vostro conto». Il suo sguardo si perse nel silenzio. Aveva smesso di camminare, ora era un pilastro di autorità che incombeva sui di noi. Inspirò a fondo, come ridestandosi da chissà quali pensieri. «Siete liberi fino a domani. Usate il vostro tempo per seguire le istruzioni consegnatevi per la Seconda Prova, il tempo passerà senza che ve ne accorgiate e non basterà la sola astuzia o forza bruta per superarla. Per superarle tutte» concluse, piegando lievemente il capo. Al segnale il blocco di militari che ci circondava si sciolse, la porta fu basculante aperta, da cui trapelò un fiotto di luce.

Alcuni concorrenti corsero subito all'esterno, altri tornarono verso i dormitori. Io rimasi ferma esattamente dov'ero, indecisa. Avevo già avuto il mio incontro con l'Assistente, la quale mi aveva promesso di farsi viva più tardi. Quindi, cosa avrei dovuto fare?

«Johns!» la voce roca del biondino scavalcò i miei pensieri. Era sbucato alle mie spalle, con un sorriso più smagliante di quanto non ricordassi.

«William Born». Era arrivato proprio al momento giusto, anche se non facevo di certo i salti di gioia all'idea di sentirlo chiacchierare ininterrottamente.

«Come si sente dopo questa inusuale riunione?»

«Stordita» confessai.

«Io credo che sarà fantastico. Un Assistente personale, allenamenti, istruttori e Prove». Emise un suono a metà tra la soddisfazione e l'impazienza. «Credi che ci conoscano già?»

«Probabilmente. Il Comandante ha detto visto che verranno loro da noi» risposi, senza lasciar trapelare nulla sul mio incontro con Asia. Non ero certa di poterlo andare in giro a raccontarlo con troppa leggerezza.

«Sono davvero curioso di scoprire chi sarà. Ma nel frattempo...» Mi diede una gomitata, ammiccando con falso imbarazzo. «Che ne dici di curiosare un po'?»

«Non hai proprio nessun altro a cui chiederlo?»

«In realtà si» riconobbe. «Ma preferisco di gran lunga la tua compagnia».

Alzai gli occhi al cielo, sbuffando. Alla fine lo accontentai controvoglia, ignorando quella piccolissima parte rasserenata dalla sua proposta.

• • • • • •

Girovagammo tra i settori fino all'ora di pranzo, ficcanasando tra gli hangar e spiando gli allenamenti suicidi dei cadetti. Entrambi speravamo di non doverli rifare durante le nostre esercitazioni, dunque a partire dal giorno successivo. Non ero portata per certe cose, anche se lì non interessava a nessuno.
Quando anche i cadetti iniziarono a smantellare le attrezzature ci dirigemmo frettolosamente alla mensa, già in parte occupata dai concorrenti.

«Sto morendo di fame» si lagnò.
Era ragionevole, non toccava cibo dal giorno prima. Io, a differenza sua, avevo beneficiato di una rapida colazione. Sei ore prima, il mio stomaco sembrava tenere minuziosamente il conto.

Il refettorio aveva assunto tutto un altro aspetto: le tavolate man mano andavano riempiendosi, mentre il bancone, una volta vuoto, ora traboccava di cibarie.

«Non credevo mangiassero così bene qui». William diede una rapida occhiata ai piatti esposti, mentre prendevamo dei vassoio per unirci alla fila. «Mi aspettavo qualcosa di più essenziale...»

«Cosa? Un tozzo di pane e acqua?» lo schernii.

«Più o meno. Però guarda» indicò un piattino all'angolo opposto al nostro. Budino, se la vista non mi ingannava. «Hanno persino il dessert!» sussurrò con aria sconvolta.

I cadetti alle nostre spalle risero discretamente e le guance abbronzate del biondino assunsero una particolare sfumatura rosata. Naturalmente questo non bastò per tappargli la bocca, dopo qualche minuto di imbarazzo riprese a comportarsi come se nulla fosse accaduto. Era una qualità per cui avrei persino potuto invidiarlo.

Con i vassoi finalmente colmi, cercammo un buon tavolo su cui sederci. Fu una lotta trovarne uno libero da concorrenti sgradevoli e cadetti. Appena accomodati, un voce sprezzante richiamò l'attenzione di William.

«Ehi! Amico, unisciti a noi» disse, seguito da qualche fischio di incitamento. Una ragazza si spostò all'angolo per lasciargli dello spazio. William scosse il capo, senza esitazione.

«Ci si vede in giro, Nurivan» aggiunse semplicemente. Le loro risate si spensero, sostituite da malcontento e versi insoddisfatti.

Mentre il biondino li teneva a bada, qualcuno mi chiamò. Mi voltai appena in tempo per vedere gli occhi azzurri di Lusyelle animarsi di sollievo. «Ehvena» disse ancora. «Ti va di sederti con noi?»

Era quasi surreale sentirglielo dire, vederli seduti alle nostre spalle in attesa di una mia risposta. Persino Jefferson sembra interessato ad avermi lì con loro, cosa alquanto bizzarra visto che né a lui, né a nessun altro era mai importato qualcosa di me. Lusyelle poi, da quando mi voleva al tavolo con lei?

Dopo qualche minuto mi accorsi che le proteste erano terminate, William mi stava fissando da un po', visibilmente terrorizzato all'idea di essere abbandonato. I miei "compagni" di università, che in due anni mi avevano rivolto sì e no qualche parola, ora tentavano di farmi unire al loro gruppo. Fu difficile non pensare alla mia posizione in classifica, così come ai miei voti e alle mie abilità quando qualcuno di loro si faceva in quattro per avermi nel suo gruppo delle esercitazioni.

«No» affermai in fine. «Ho già con chi sedere».

Il rumoroso sospiro di William mi fece sorridere, e poi ridere quando, asciugandosi gocce di sudore invisibili, disse: «Questi ultimi dieci secondi sono stati i peggiori della mia vita!»

Se per lui erano stati i peggiori, per erano diventati i più divertenti. La sensazione non durò abbastanza, perché di lì a poco tutto si rovesciò. Due vassoi furono rumorosamente posati di fronte a noi, la chioma rossastra di Shawn accompagnata da un ghigno che non gli apparteneva. Ebbi un fremito quando dal suo irriconoscibile tono borioso venne fuori il mio nome.

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Volevo mostrarvi metodi per shiftare e vi volevo mostrare anche la mia esperienza così da convincervi... buona lettura🌜