School of Heroes - da revisio...

By GiulSma

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⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... More

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
5.Sogno
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
13.Pigiama party (parte 3)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
17.Zia Phoebe
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
32.Primo giorno da stagista
33.Flame
34.Vecchi amici
35.La battaglia di Springville (pt. 1)
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
51.Due anime
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

56.Compleanno

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By GiulSma

"È finita. Ce l'hai fatta" si congratulò il tredicesimo titano sorridendogli. "Credo che sia arrivato il momento di riprendermi la lancia, credo non ne avrai più bisogno"
La lancia si disintegrò davanti ai suoi occhi.
"D'ora in poi potrai goderti la tua vita senza alcun problema grave come l'apocalisse" ridacchiò. "Stammi bene, William Clark. Sono fiero di te"

Aprì a fatica gli occhi venendo accecato dalla luce del sole che penetrava dalla tendina di quella piccola stanza di un ospedale che conosceva fin troppo bene.  Ci era finito così tante volte che ne aveva perso il conto.

Sospirò rumorosamente mettendo a fuoco la scena. Sul suo letto stava seduta Amy che lo stava accarezzando amorevolmente e quando lo vide svegliarsi sobbalzò ed emise un gridolino di gioia.

«Sei sveglio!»
«A quanto pare...» Si stiracchiò stupendosi di sentire tutte le sue ossa scrocchiare. «Come stai?»
«Will, semmai tu come stai! Ad ogni modo... mi sento bene, davvero. Adesso ho finalmente qualcuno che mi ami e che mi vuole bene per quel che sono»

I pensieri del ragazzo si spostarono su Lucrecia e poi sul calendario. Era il 6 gennaio, l'epifania, ed era rimasto in coma per circa tre mesi.
Ma in tutto quel tempo non aveva potuto fare visita a Lucrecia!
Chissà cosa avrebbe pensato di lui, probabilmente lo odiava.

«Lei è al sicuro» affermò intuendo cosa stesse pensando suo fratello. «Dopo la guerra ho distrutto tutti i documenti riguardanti me, Nightmare e Bonesbreaker. Nessuno saprà più le loro identità, eccetto quelli che se le ricordano ma sono quasi del tutto morti o feriti quindi... non sarà un problema» Sospirò passando una mano tra i capelli del ragazzo. «So della vostra promessa. Me ne ha parlato. È anche mia amica, lo sai?»

Will restò ad ascoltare attentamente, sentendo il cuore battere a mille e la macchinetta seguire il suo ritmo.

«Ti ha visitato ben più di una volta di nascosto e spesso rimaneva a vegliare su di te per notti intere. Anche se la maggior parte delle volte si addormentava...» Sorrise. «Sei riuscito a salvarla»

Gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime di gioia. Ce l'aveva fatta davvero.
Aveva un urgente bisogno di vedere la sua amica e riabbracciarla, ma le sue condizioni non glielo permettevano.

Dopo una settimana fu rilasciato dall'ospedale e riprese gli studi al fianco di tutti i suoi amici.
Nessuno sapeva di quel che era successo con Lucrecia ed era meglio così, almeno non avrebbero potuto giudicarlo.

La perdita dei poteri la giustificò con lo sforzo dovuto alla guerra, anche se Kyle e Amy sapevano benissimo quello che aveva fatto. Nessuno conosceva Will meglio di loro.

Ritornato a casa aveva scoperto che i suoi genitori avevano adottato un orfano che era un anno più grande di lui. Si chiamava Noah, era considerato un eroe di fama mondiale per aver protetto e salvato dei bambini nella Torre insieme a Amy e agli altri e i suoi genitori, spinti da sua sorella, avevano deciso di adottarlo per fargli provare cosa significasse vivere in una famiglia gentile e accogliente.
Certo, quella dei Clark non era dei migliori, ma viverci era divertente.

Amy, cercando di realizzare il suo sogno, era entrata alla Brooklyn Superhero Academy ed era in classe con Kyle e tutti gli altri.
Aveva imparato ad amare e a dimostrare affetto, in più tutti i ragazzi della classe le volevano bene anche se spesso la invidiavano per il suo grande intelletto e le sue capacità.

Lei possedeva ancora il Potere Primario puro e sicuramente un giorno sarebbe diventata una fantastica eroina.

Mentre Will aveva completato finalmente la sua collezione di fumetti grazie a quelli che gli aveva regalato Gwen al suo risveglio e aveva incominciato a vedere video su lezioni universitarie di medicina e cose così.

Forse fare il medico non era poi una cattiva idea. Gli era rimasto il potere di rigenerare le cellule e se imparava a conoscere bene la struttura del corpo poteva aspirare a rigenerare persino i neuroni, cosa che normalmente negli umani non accade.

Non sempre per salvare le persone bisogna essere supereroi, si può essere dei medici, dei poliziotti, dei pompieri o chiunque altro salvi delle vite.

Eroe non è qualcuno che veste in calzamaglia e picchia i cattivi, eroe è qualcuno che protegge senza dover fare del male a nessuno.

In men che non si dica arrivò il 30 gennaio, il giorno del compleanno dei nostri simpatici gemelli.
I signori Clark avevano addobbato tutta la casa e Noah aveva aiutato volentieri disegnando sui festoni qualche piccolo girasole.

Sentiva spesso che Will chiamava sua sorella "girasole". Non sapeva perché o da dove venisse quel soprannome, ma gli era sembrato carino mettere un riferimento a quello.

In più era un ottimo artista e i suoi nuovi genitori gli avevano dato la possibilità di frequentare una scuola d'arte.

Vi ricordate della scintilla che era scattata tra lui e Jean? Be' i due, dopo la guerra, avevano iniziato a vedersi. Spesso si trovavano la sera per parlare del più e del meno e quando non riuscivano a vedersi si chiamavano.

Stavano insieme praticamente ogni giorno e Amy non poteva contenersi dal cercare un nome per quella dolce ship. Ma tutti quelli che proponeva erano orribili.

"Perché i loro nomi non si abbinano?!" continuava a chiedersi quando ne inventava uno che non la convinceva.

Ah Amy, so bene cosa si prova. L'unica che suona bene qui è la Luwill. (Comunque la ship tra i due si chiama Joah... è l'unica che suona decentemente)

«Will! Non mangiare l'impasto!» lo sgridò sua madre rubandogli il cucchiaio dalle mani.

Amy si mise una mano sulla bocca per nascondere le risate e prese suo fratello per mano portandolo nella loro stanza.

La casa fortunatamente si era preservata quasi del tutto dalla guerra, anche se quando erano entrati avevano dovuto passare una settimana intera a cercare di ripulirla e ci avevano messo un mese per riarredarla. L'unica stanca che si era salvata era quella dei due gemelli.

«Che c'è?» le chiese incuriosito dalla mano che teneva dietro la schiena.

La ragazza tirò fuori un portachiavi che conosceva bene perché un tempo era suo.

«Ce l'hai ancora...»
«Sì, l'ho tenuto. È davvero bello... ma è tuo»
«Tienitelo, non mi importa più di averlo. Un tempo mi serviva avere la tua immagine per darmi un po' di forza ma ora... non mi serve più» Le diede un bacio sulla fronte. «Perché ora tu sei qui e sta andando tutto per il meglio»

«Awww» disse Noah sorridendo.

Si era accostato di nascosto alla porta e li aveva spaventati col suo verso intenerito dalla loro conversazione.

Saltellò buffamente accanto a loro e li abbracciò forte. Adesso Will non aveva solo ritrovato sua sorella, ma aveva acquisito un fratello amorevole e affettuoso come Noah.

«Stasera arriveranno gli invitati!» disse il ragazzo saltellando dalla gioia. «E non vedo l'ora di conoscere vostra zia»
«Vuoi dire nostra zia» gli sorrise Amy.
Will fece una faccia confusa. «Che cos'è questo comunismo a sorpresa?»

I due si voltarono a guardarlo e scoppiarono in una fragorosa risata.
La battuta era pessima, ma aveva fatto ridere lo stesso perché ormai era inutile essere seri e tristi. Era tutto finito, tutto quanto. Il mondo era in festa, così come quei due che quel giorno compivano diciassette anni.

Sentirono bussare alla porta. Noah aprì ancora col sorriso in volto, ma vide una persona incappucciata. Era una ragazzina che gli porgeva una lettera.

«È per... Will...» disse timidamente.

Noah si girò tra le mani il pezzo di carta e quando provò a chiedere alla ragazza chi fosse non la vide.
Era scomparsa nel nulla.

Richiuse la porta inquietato e andò dal ragazzo dandogli la lettera.

«È per te»
«La aprirò stasera dopo la festa, ora voglio... andare insieme a mia sorella in libreria»

Il volto di Amy si illuminò di gioia. «Sul serio?!»
«Sì. Andiamo a sceglierci dei libri da leggere»

Ottima mossa. Avrebbero dato il tempo a Noah di finire di fare un biglietto d'auguri per ciascuno di loro.

Ma Will non aveva calcolato che appena si entrava in una libreria si veniva prosciugati di tutti i soldi che si aveva nelle tasche. Perché? Be', credo che voi dobbiate saperlo bene: i libri sono costosi ma nonostante ciò ci si riempie di essi fino a non avere più spazio in casa.

Amy dovette fare un grosso sforzo per non mettere in atto una rapina, ma col controllo mentale obbligò la commessa a farle un piccolo sconto.

Be' il lupo perde il pelo ma non il vizio, cari miei, ma ammetto che lo avrebbe fatto chiunque, persino io.

«Che libri hai preso?» chiese Will tenendole uno dei sacchetti pesanti che aveva riempito.
«Tutta la saga di Shadowhunters fatta e finita, The song of Achilles, Rebel Hackers, il seguito di un libro che mi piaceva e... oh, abbiamo speso centocinquanta dollari con lo sconto»

Will fu sul punto di strozzarsi. Ed erano tutti soldi suoi! Ma le notifiche del pagamento della carta arrivavano a suo padre. Chissà che infarto avrebbe preso nel vedere quella cifra molto elevata.

«Tutto bene?»
«Sì sì, ma... i libri li fanno d'oro o...?»
«Rilassati Will, ti ripagherò»
«No! Cioè, non ce n'è bisogno. È un regalo, va bene così»

La ragazza saltellò allegramente e ringraziò in silenzio chiunque ci fosse là sopra per averle permesso di ritrovare la sua amorevole famiglia.
Will era molto tenero e premuroso con lei.

Ogni volta che si faceva male si spaventava subito e la curava in un nano secondo. Non avrebbe dovuto pensarlo, ma era divertente vedere il suo sguardo terrorizzato mentre correva da una parte all'altra per cercare dell'acqua ossigenata per disinfettarle le ferite.

«Su, torniamo a casa adesso. Mamma e papà ci staranno aspettando» disse Will osservando il tramonto.

Appena entrarono trovarono le luci spente e la casa avvolta nel più totale silenzio.
Amy temette subito che fosse successo qualcosa mentre Will sorrise. Lui aveva intuito, lei non era abituata.

Entrarono in salotto e subito le luci si accesero rivelando un tavolo pieno di snack con una torta al centro e dietro di esso c'erano i loro genitori, Noah, Kyle e zia Phoebe.

Quest'ultima, appena vide sua nipote, andò da lei e la strinse in un forte abbraccio pieno di affetto.
Era da anni che desiderava quel momento e se lo godé fino in fondo.

Will sorrise raggiante e aspettò che sua sorella avesse finito per cominciare a festeggiare.
Si misero insieme dietro al tavolo mentre loro padre accendeva due candeline sulla torta e poi arrivò il momento della canzone e infine della soffiata sulla candelina.

Prima di spegnerla entrambi espressero il loro desiderio.

"Vorrei poter diventare la migliore eroina che il mondo abbia mai conosciuto e salvare migliaia di vite a fianco di Kyle"

"Vorrei... poter vivere per sempre al fianco di Lucrecia. Non importa come, mi basta averla vicino"

Le candeline si spensero e i loro desideri vennero ascoltati dalla leggera brezza invernale.

Will si tastò la tasca del pantalone con la collana di Lucrecia dentro. La teneva sempre con sé, come un portafortuna, in attesa di ridargliela.

Kyle si fece largo tra i parenti della sua ragazza e le porse gentilmente una scatolina bianca. «Non è molto ma... spero che ti piaccia»

La ragazza arrossì e gli diede un bacio sulla guancia. Si era contenuta solo perché la sua famiglia la stava guardando altrimenti gli avrebbe dato ben più di un semplice bacio a stampo.

Aprì la scatolina e dentro vi trovò una collana dalla catenella argentata con una pietra viola come ciondolo. Era stupenda.

«Il viola è il tuo colore preferito, giusto?» le chiese ironicamente Kyle.

Presa dall'emozione non riuscì nemmeno a rispondergli che si gettò ad abbracciarlo.
Era abituata a ricevere da lui coltelli o guanti che le servivano per la sua vita da Villain, ma un gioiello del genere non se lo sarebbe mai immaginata.

Si staccò dall'abbraccio e lasciò che il suo ragazzo le mettesse la collana.

Nel mentre i suoi genitori le avvicinarono una scatola avvolta da una carta bianca con dei pallini gialli. Era il regalo di loro e di zia Phoebe.

La aprì timidamente, deglutendo più volte dall'ansia di essere osservata da tutti, e dentro vi trovò una macchina fotografica -una delle migliori in circolazione- e un album delle foto completamente vuoto.

«Vogliamo che tu lo riempia con i ricordi che deciderai di immortalare con la macchina. Fai tante foto di te con i tuoi amici, mi raccomando» aggiunse il signor Clark mettendo un braccio attorno alle spalle di sua moglie.

Amy si voltò a guardare sua zia e le sorrise gentilmente. Sentiva che l'idea era stata sua e gliene era grata.

Avrebbe riempito quell'album di ricordi felici e un giorno lo avrebbe riguardato sorridendo al pensiero di tutte le cose belle che aveva fatto.
Quello l'avrebbe aiutata a non pensare più al suo passato.

Mentre per quanto riguarda Will, lui ricevette un paio di fumetti che servirono a completare la sua collezione e infine una felpa con la scritta "Yale", il college a cui aspirava andare.
Voleva diventare un medico, andare lì gli avrebbe fatto realizzare il suo nuovo sogno.

Finita la festa ritornò in camera con lo stomaco pieno e si gettò sulla sedia della scrivania prendendo in mano la lettera che qualcuno gli aveva dato.

La aprì e la prima cosa che notò fu la calligrafia fluida e ordinata che conosceva bene, anche se l'aveva vista per meno di un anno.
Il suo cuore fece un balzo e i suoi occhi si spalancarono.
Quella lettera era stata scritta da Lucrecia in persona.

Caro Will,
finalmente ho trovato il coraggio di scriverti.
Ho passato gli ultimi mesi a pensarti e a pensare a... noi, a quello che mi avevi promesso saremmo stati.
Ogni giorno ho fissato la porta in attesa che tu bussassi, ma non è accaduto e so bene perché. Eri in coma, un'altra volta, e la colpa è stata mia.
Ho capito quello che hai fatto, sono abbastanza intelligente da sapere che per riportare in vita qualcuno bisogna pagare un prezzo. Fortunatamente non è stata la tua vita, non so cosa avrei fatto altrimenti, ma ho sentito dire che non hai più i tuoi poteri... e non credo proprio che sia a causa del nostro combattimento.
Tu hai rinunciato a un futuro da supereroe per me... quello era il tuo sogno, il tuo obbiettivo, ma lo hai abbandonato solo per potermi riavere con te.
E sono tremendamente dispiaciuta di non esserti venuta a trovare il giorno del tuo compleanno ma per i miei genitori è troppo pericoloso espormi.
Se il signor Clark mi riconoscesse mi farebbe imprigionare... so bene cosa pensa di me.
Per lui sono ancora Nightmare, la ragazza che ha ferito mortalmente suo figlio più di una volta...
Ma non è questo che volevo dirti. Sto divagando troppo.
Sono felice che tu ora sia felice insieme alla tua famiglia. So che Amy è molto dolce e premurosa con te e che hai fatto pace con Ethan e Gwen (sì, so anche della vostra litigata). E Hamilton si è davvero dispiaciuto di sapere che non lo avrei più visto? Bah, ho qualche difficoltà a crederci.
Anch'io sono felice adesso... più o meno. Mio padre ha trovato un lavoro onesto e ben pagato, mia madre ci ha perdonati e riaccettati in casa e insieme abbiamo pulito e sistemato tutto comprando nuovi mobili con i soldi che mio padre ha guadagnato onestamente. Grazie a quelli abbiamo aiutato anche gli altri condomini e molti hanno deciso di seguire il nostro esempio e lavorare onestamente. Il ghetto si è trasformato in un quartiere migliore (anche se ci sono ancora delle gang che pattugliano il territorio terrorizzando gli stranieri che provano ad avvicinarsi).
Sono felice, sì... ma senza di te mi sento incompleta.
Darei di tutto pur di rivedere ancora una volta il tuo dolce sorriso.
Mi manchi...

La lettera finiva così, con quelle due parole. Non c'era una firma per evitare che fosse riconosciuta da altri ma Will aveva capito benissimo di chi era.

Si asciugò le lacrime con la manica della felpa e posò il foglio sulla scrivania.
Lucrecia gli mancava tantissimo e leggere quella lettera gli aveva fatto venire voglia di prendere la macchina di suo padre e andare dritto nel suo quartiere a riabbracciarla.
Ma non glielo avrebbero mai permesso.

Il signor Clark entrò nella sua stanza senza bussare e per evitare che leggesse il foglio lo piegò di corsa e lo infilò sotto la maglietta.

Si girò facendo finta di nulla. «Sì?»
«Vieni con me, voglio farti vedere una cosa»
Inarcò un sopracciglio. «Va bene»

Lo seguì fuori di casa fino ad arrivare al loro box.
Fuori era buio e il tutto era illuminato dalla debole luce di due lampioni pieni di insetti che volavano intorno.

Sotto esortazione di suo padre afferrò la maniglia del box e la tirò aprendolo.
Dentro, affianco alla loro macchina, c'era una BMW Motorrad VISION NEXT 100 nera.
Era uno dei modelli più nuovi, con pezzi in titanio e ruote in policarbonato trasparente.
Era la regina delle moto in circolazione ed era proprio di fronte a lui.

«Ho visto che ultimamente ti sei appassionato alle moto» Suo padre sorrise. «Quindi ho pensato di regalarti questa e di finanziare le tue lezioni di guida che prenderai a iniziare da... settimana prossima»

Gli occhi di Will brillarono dall'emozione. «Non stai scherzando, vero?»

«No, non sto scherzando. Questa bellezza è tua. Fanne buon uso e prendi la patente» Si avvicinò dandogli una pacca amichevole. «E soprattutto... portaci su qualche ragazza. Diciassette anni si hanno solo una volta, goditeli»

Una ragazza ce l'avrebbe portata certamente, ma non era quella che intendeva lui.
Era la persona che aveva amato sin da quando i loro sguardi si erano incrociati quel fatidico 15 luglio.

Lei, sì, proprio la sua Lucrecia, sarebbe stata l'unica che sarebbe salita sopra quella moto insieme a lui.

Un compleanno coi fiocchi direi!
Che ne dite?
Will riuscirà finalmente a prendere la patente e a trovare la sua amata?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Intanto qui vi allego la foto della moto super moderna (perché sono nel 2053, mi sembra giusto che ci siano stati un po' di progressi tecnologici).


Buon continuo lettura!
GiulSma

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