School of Heroes - da revisio...

By GiulSma

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⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... More

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
5.Sogno
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
13.Pigiama party (parte 3)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
17.Zia Phoebe
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
32.Primo giorno da stagista
33.Flame
34.Vecchi amici
35.La battaglia di Springville (pt. 1)
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
56.Compleanno
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

51.Due anime

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By GiulSma

Era notte fonda e la grotta era illuminata solo dalla fioca luce sinistra delle fiaccole che vibravano a ogni parola del il dio dei morti.
Vicino alle porte degli inferi si era radunato un gruppetto di ombre, alcune spaventate, altre impazienti.

Col sangue dei due discendenti il dio avrebbe aperto le porte dopo più di duemila anni passati alla loro ricerca.

Finalmente era giunto il fatidico momento e Ade, insieme alla sua adorata Nightmare, si erano vestiti elegantemente per quell'occasione.

Lui vestiva con uno smoking interamente rosso eccetto per dei guanti di stoffa bianchi che sembravano quelli di un maggiordomo e si era tolto la sua maschera rivelando ancora una volta il suo bel faccino scheletrico.

Mentre lei, il Caos, la portatrice di distruzione, era completamente vestita di nero.
Aveva dei pantaloni in pelle aderenti che teneva su grazie a una cintura delle armi piena zeppa di coltellini da lancio affilati che iniettavano del veleno una volta lanciati. Sulla giacca di pelle, con lo stemma dei Villain sulla sinistra, poggiava un mantello che le arrivava fin sopra le caviglie e le dava un aspetto regale e intimidatorio.
Infine portava dei lunghi stivali che le arrivavano fin sopra le ginocchia e che nascondevano all'interno altri coltellini.

Era perfetta, bellissima eppure così crudele e letale.

«È giunto il momento» disse Ade rivolgendo uno sguardo emozionato alla sua prediletta.

Nightmare ignorò la sua eccitazione infantile e attirò l'attenzione di una delle guardie lì presenti.

«Porta le due vittime sacrificali davanti a me»

Il Villain obbedì e trascinò Angel ai suoi piedi mentre con l'altra mano teneva stretto il braccio di DarkMind.

Tra i presenti c'erano il povero Kyle, terrorizzato a morte dalla possibilità di morire in quel luogo terribile senza aver avuto l'opportunità di salvare la sua cara Amy, e Hypnos che continuava ad esercitare il suo controllo mentale sia su DarkMind che su Nightmare.

Entrambe erano delle persone potenti che spesso si ribellavano al suo volere e di conseguenza gli prosciugavano tutte le energie.
Ecco perché Ade aveva provveduto a renderlo più forte iniettandogli parte del suo sangue.

Può sembrare schifoso, lo è, ma servì ad evitare che il Villain morisse dopo tanto sforzo.
Tuttavia il sangue di Ade ha un terribile effetto indesiderato e presto lo capirete.

A Nightmare venne avvicinato un pugnale d'argento impreziosito da centinaia di rubini. Quell'oggetto doveva valere una fortuna, ma per lei non era altro che un'arma per compiere il suo destino.

Ade le aveva concesso l'onore di dare inizio alla cerimonia di apertura delle porte macchiandole col sangue dei due discendenti.

In realtà era una cosa strategica. Il dio non poteva assolutamente aprire le porte con le sue mani, altrimenti sarebbe stato disintegrato per via del sigillo che aveva imposto il tredicesimo titano, ma Nightmare poteva farlo benissimo senza ricevere nemmeno un graffio.

Riconosceva la sua potenza e sapeva che era più grande della sua. Era la sua creazione, la sua soddisfazione più grande e l'avrebbe mantenuta sotto il suo controllo per sempre guidando ogni sua mossa.

Lei avrebbe distrutto il mondo e poi l'avrebbero governato insieme. Questo era il piano e nessuno doveva osare mettersi in mezzo.

«Cum hoc sanguine fatum complebitur et ex ianuis Caos exibit» recitò Nightmare avvicinando il coltello alla mano di DarkMind.

Le ultime parole le erano uscite con una voce disumana, come se ci fosse un riverbero, una voce secondaria che parlasse insieme a lei.
Il Caos stava emergendo.

Con la lama tagliò lievemente il palmo della ragazza, facendo attenzione a non mandarlo troppo in profondità e vide il sangue inondarglielo.

Prese la mano dal dorso e la poggiò sulla porta illuminando una parte dell'enorme entrata di rosso.

«E ora, il prigioniero» disse con un ghigno.

Gli tagliò il palmo di netto facendolo urlare dal dolore e glielo mise sulla porta.

"Ci siamo" pensò con un grosso sorriso in volto, portandosi una mano alla maschera per togliersela.

Ma non accadde nulla. L'altra metà della porta rimase spenta.

Si girò di scatto verso Ade. I suoi occhi si accesero di un bagliore rosso terrificante e chiedevano spiegazioni.

«Credevo che avrebbe funzionato! Quell'uomo ha dentro di sé il sangue del tredicesimo titano, non capisco perché non riesca ad aprire la porta»
«Forse perché non è un vero discendente, non credi?»

E ora che avrebbero fatto?
I suoi occhi si poggiarono su Kyle che tentava di gridare nonostante la sua bocca fosse stata tappata da un fazzoletto di stoffa.

«Tu...» lo indicò la Villain prendendogli la testa con una mano. «Tu sai qualcosa, non è vero? Riesco a sentirla... la tua paura, intendo. Sai che se tu mi rivelassi l'identità del discendente per te e tutti i tuoi amichetti sarebbe la fine» Un ghigno si fece strada sul suo volto. «Ebbene è proprio così, ma se non mi dirai di chi si tratta...»

Nightmare tirò fuori uno dei suoi coltellini avvelenati e glielo avvicinò al collo fino a farlo sanguinare lievemente.

«...morirai»

*****

«Fatemi uscire!» si lamentò Will per la milionesima volta, sbattendo le mani sul vetro.

«La vuoi smettere?» lo rimproverò una guardia.
«No! Voglio uscire di qui!»
«Non puoi, finché il rituale non sarà completo tutti voi prigionieri resterete qui»
«Di che rituale parli?»

L'uomo si zittì imprecando in silenzio contro se stesso per essersi lasciato sfuggire un'informazione tanto importante.

«Dai! Vuoi che smetta di parlare? Allora dimmi di che si tratta»
«Non è così che funzionano le minacce, ragazzo»

Will mise il broncio e si sedette a gambe incrociate sul pavimento freddo.
Aveva ancora il suo completo da sera che aveva indossato al ballo, ma dopo cinque giorni era diventato completamente lercio e puzzolente.
Per uno che era abituato a cambiarsi tutti i giorni, quella situazione era davvero fastidiosa.

«Per favore, dimmi almeno chi sta facendo questo rituale»

L'uomo sospirò rumorosamente massaggiandosi le tempie. Non lo sopportava più.
Forse se gli avesse risposto si sarebbe zittito.

«È un rituale organizzato dal Boss. A quanto pare Nightmare è destinata ad essere più potente di lui e lo aiuterà ad aprire qualcosa con il sangue di DarkMind e di un supereroe fastidioso che ha provocato abbastanza danni nella Torre»

Tutto ciò che Will sentì fu "sangue" e "DarkMind".
Credeva che avrebbero ucciso sua sorella per fare questo rituale.

Il suo cuore iniziò a battere velocemente caricandosi di energia. Non poteva sopportare la delusione di perderla un'altra volta.

Le mani gli si riempirono di luce e le appoggiò sul vetro sciogliendolo e terrificando la sua guardia.

Si ritrovò subito fuori e prese il Villain per il colletto minacciandolo con una mano rovente.

«Dimmi dove si trovano!»
«M-Mai!»
Gli avvicinò la mano. «Dimmelo»
«Sono... sono in una grotta. Solo il Boss può accedervi, serve la sua impronta per attivare l'ascensore»
«Ascensore? E chi ha detto che serva?»

Con un pugno stordì la guardia e scese ancora più in profondità arrivando fino all'ultimo piano disponibile.
Iniziò a pestare il terreno cercando di capire dove fosse vuoto per riuscire a scendere senza spaccarsi le mani.

Tum

Eccolo il suono che cercava. Si caricò di energia e sbatté forte dei pugni sul pavimento creando un enorme buco che dava sbocco sul tetto di una grotta alta trenta metri.
Era un grande salto, quasi impossibile da fare senza creparsi ogni singolo osso.

Per fortuna il suo corpo era completamente ricoperto da uno strato di luce che lo avrebbe protetto da qualsiasi cosa, eccetto la falce di Crono e i poteri di Nightmare.

Perché Will era potente, ma il Caos lo era di più.
E per quanto riguardava l'arma di Ade che lo stesso aveva sottratto al tredicesimo titano dopo la sua morte... è un oggetto in grado di risucchiare l'anima di chi riesce a graffiare, ed essendo di un titano più antico del tredicesimo era ben più forte di una semplice armatura di luce.

Dal buco scorse il gruppo di persone e quando vide Nightmare smise di ragionare del tutto.
Gli ritornò in mente tutto il male che gli aveva fatto e venne accecato dalla rabbia nel sapere che le avrebbe tolto anche sua sorella.

Si buttò senza pensarci troppo.
Era arrivato il momento di fermarla una volta per tutte e il solo modo... era ucciderla.

*****

Nightmare si girò annoiata verso il ragazzino che era atterrato vicino a loro.
Non gli era bastata la lezione che gli aveva dato al ballo?

Tuttavia il suo arrivo calzava a pennello con il rituale. Eccolo lì, il secondo discendente, pronto per essere sacrificato per un bene superiore.

Sorrise aprendo le braccia come a dargli un abbraccio e gli mostrò il disastro che si era creato.
Gocce di un liquido vermiglio macchiavano la terra grigiastra mentre un ragazzino imbavagliato tentava di gridare al suo amico di scappare.

«Appena in tempo per la conclusione del rituale! Hai salvato il mondo, caro mio prigioniero» Si avvicinò a lui mettendosi le mani sulla maschera.

Se la sarebbe tolta e lo avrebbe ucciso come da promessa.
Ma prima che potesse farlo venne colpita da un pugno forte e preciso e cadde all'indietro.

«Il mondo sarà salvo solo quando morirai»

Nightmare si rialzò e iniziò a ridere come se le avesse raccontato una barzelletta.
Le sue risate echeggiavano per le pareti della grotta e diventavano mano a mano più inquietanti.
Si zittì improvvisamente, come se si fosse stancata di deriderlo, e i suoi occhi si illuminarono di un bagliore rosso sangue.
Furono l'ultima cosa che Will riuscì a vedere prima di essere avvolto da un turbine di fumo nero e di ritrovarsi la Villain esattamente dietro di lui.

«Credi di essere potente, non è così? Ti sbagli» Gli ficcò un pugnale avvelenato nella gamba facendolo urlare dal dolore. «Tu non sei in grado di sconfiggermi. Avrai pure dei poteri grandiosi ereditati dal famoso tredicesimo titano... ma non sei forte quanto lui. Sei debole, piccolo, inesperto. Non hai la minima idea di cosa significhi faticare ogni giorno per imparare a controllare un potere più grande di te»

Il giovane eroe provò a tirarle un altro pugno, ma il suo braccio venne afferrato e fermato a pochi centimetri da lei.

«Ho capito che cosa hai intenzione di fare. Vuoi vendicare il tuo caro e defunto maestro e i tuoi piccoli amichetti feriti» lo stuzzicò ponendo maggior forza alle parole "defunto" e "feriti".

Ridacchiò accarezzandogli bramosamente le spalle, poi iniziò a stringere sempre di più la presa.
Le sue dita diventarono roventi e gli bruciarono la pelle lasciando il loro segno rosso rialzato, come un marchio che fungeva da monito: andare contro Nightmare era stata una pessima idea.

Will gemeva e lacrimava mordendosi le labbra per non urlare. Non voleva darle la soddisfazione di sentirle.

«APRI GLI OCCHI! NON RIUSCIRAI MAI A SCONFIGGERMI!» gli urlò la Villain nelle orecchie.

Ma i suoi pensieri erano altrove.
Posò lo sguardo su sua sorella. Aveva una mano insanguinata sull'enorme porta piena di teschi e lo stava fissando con il volto rigato dalle lacrime.
Lo stava supplicando di salvarla e lui invece era lì, impotente, con la sua nemesi che gli aveva tolto tutto ciò che amava e lo aveva immobilizzato.

«Ora dammi il tuo sangue» gli ordinò Nightmare afferrandogli la mano e avvicinandogli il pugnale.
Will la richiuse in un pugno che si accese di energia. «Te lo scordi»

Senza che potesse schivarlo, la Villain venne colpita in pieno stomaco dall'aspirante eroe.

Era stanco di soffrire, stanco di rimanere a guardare, stanco di vivere una vita da oppresso.
Adesso sarebbe stato lui a prendere in mano la situazione e a comandare il suo destino una volta per tutte.

L'energia si irradiò dalle sue mani fino a ricoprirgli ogni singola cellula del corpo.

Lanciò uno sguardo di fuoco a Nightmare e si gettò contro di lei sotto gli sguardi stupiti di tutti.

Il coltellino che gli aveva conficcato nella gamba si sciolse diventando solo una piccola pozza di metallo fuso sopra i suoi pantaloni neri strappati dalla caduta, liberandolo dal bruciore che gli causava il veleno.

Si slacciò la cravatta con una mossa veloce e fluida e la attorcigliò attorno al collo della sua rivale sperando di soffocarla, ma non aveva fatto i conti con i suoi poteri.

Nightmare afferrò la cravatta con la mano e la carbonizzò davanti ai suoi occhi. Troppo scioccato per reagire, venne afferrato e spinto a terra producendo un forte tonfo e una grande nuvola di polvere.

«Come sei patetico» lo insultò Nightmare guardandolo dall'alto in basso.
«No, tu lo sei»

"Ti sei distratta" pensò con un sorriso beffardo.

Will si aggrappò alla cintura della ragazza rubandole un coltellino e glielo premette al collo.

«Non male, eh?»
«Lo devo ammettere... stai imparando» Lo afferrò per il braccio e con una mossa netta glielo spaccò piegandolo dalla parte sbagliata. «Ma sei ancora debole» Lanciò il povero ragazzo per terra e si avvicinò per udire i suoi gemiti. «Quale altro insulto riservi per me?»

«Mostro»
«Sii più originale, ormai questo è diventato il mio secondo nome»

Iniziò a calpestargli la faccia. Doveva far uscire del sangue, altrimenti non avrebbe potuto aprire le porte e quale modo migliore per estrarlo se non quello di farlo soffrire fino a spaccargli il cranio?

Il ragazzo provò a chiederle di fermarsi, ma la voce gli morì in gola. Sentiva il sangue addensarsi sulle sue tempie e scendere su tutto il viso rendendogli impossibile vedere quel che gli stava accadendo, ma lo percepiva benissimo.

Il dolore lo teneva sveglio e lo colpiva alla massima intensità. Partiva dalla testa e arrivava ovunque, ma specialmente colpiva il cuore.
Per quanto odiasse quella ragazza non poteva fare a meno di chiedersi cosa l'avesse resa in quel modo.
Era stato Shadow? Hypnos? Qualche Villain psicopatico?

Sentì le forze venirgli meno nonostante il dolore continuava a trafiggerlo e si lasciò cadere in un oscuro ma sereno abisso.

"Will" lo chiamò una voce.
Si trovava in mezzo a una vasta radura ricoperta da soffici fili d'erba dorata. Sembrava tutta uguale tranne che per un'enorme quercia che svettava in mezzo al paesaggio.
"Will" lo chiamò ancora.
Questa volta si girò e vide un uomo che avrebbe scambiato per suo padre se non avesse avuto degli occhi completamente bianchi, fatti di luce.

La persona che aveva davanti a lui era il tredicesimo titano ed era esattamente come lui.
Corpo magro ma allenato e capelli rossicci.

"Mi spiace di averti contattato in un momento così delicato, ma se non mi ascolti potresti morire per mano del Caos"
"Non capisco..."
"La ragazza che vedi possiede dentro di sé due anime: la prima è una innocente, dolce, che merita di essere salvata, mentre la seconda appartiene al Caos, una divinità primordiale che conta di riconquistare il mondo. Ade, Shadow, o come preferisci chiamarlo, si sta servendo di lei per far piombare il mondo di nuovo nell'oscurità e uccidere chiunque si opponga a loro"

"Quindi Nightmare ha due personalità? E Shadow è il dio dei morti?"
"Sì e sì. Due anime, per la precisione. Presto si fonderanno, come da profezia"
"C-come?"
"Se vuoi salvarla... devi-"
"No! Non ho intenzione di salvarla!"
"Eppure pensavo che lo volessi..."

"È un mostro. Non mi interessa chi è, che passato ha avuto o quali traumi ha attraversato. Non le darò una seconda possibilità e di certo non la salverò"

L'uomo ridacchiò mettendo un braccio attorno alle spalle del ragazzo. "Mi ricordi me da giovane. Così energico e pieno di rancore... Non lasciarti corrodere da esso"
"Non lo farò. Mi sono promesso di uccidere una e una sola persona e quella sarebbe stata Nightmare"

Il titano restò a guardarlo con aria severa. "L'unica cosa che può distruggere il Caos... è l'ordine. Riflettici bene, cos'è l'ordine per te?"

"Mi viene in mente solo... una camera pulita"
"Interessante. E l'amore? Per te non è ordine?"

Will sorrise ripensando alla sua relazione con Gwen. "L'amore è l'ordine che incontra il caos. È imprevedibile, ma quando sboccia diventa il sentimento più dolce e rassicurante che si possa provare"

"Hai dei pensieri ben chiari, a quanto vedo" ridacchiò l'uomo. "Sei pronto"

Il giovane eroe si voltò verso il suo antenato con sguardo interrogativo. Pronto per cosa?
Il titano gli rivolse un sorriso serafico e gli fece cenno di ascoltare bene le sue parole.

"Conosci la vera natura del Potere Primario, si adatta ai tuoi desideri e tu ne hai uno che supera di gran lunga quello che possedevo io alla tua età. Vuoi salvare le persone che ami, curando il mondo, curando loro... Hai un'anima pura e il tuo potere lo rispecchia donandoti la luce" Fece una breve pausa dove restò a fissare la quercia. "Ho intenzione di darti il mio appoggio nella tua battaglia. Voglio che tu sconfigga il Caos con l'ordine, col nostro potere"

"E come farai ad aiutarmi?"
"Donandoti parte dei miei poteri di un tempo"
"Si può veramente fare questa cosa?"
"Certo, altrimenti perché mai ti avrei chiamato qui?"

Il titano gli porse la mano."William Gregory Clark, accetti i pieni poteri del tredicesimo titano per usarli solo e soltanto per salvare il mondo dalla distruzione?"

Avvicinò la mano con un po' di esitazione, infine afferrò quella dell'uomo che si congratulò con lui con un lieve sorriso.

"Accetto"

Ade si lasciò scappare un sussulto. Davanti a loro c'era la figura di un guerriero antico protetto da un'armatura trasparente con dei bordi illuminati dall'energia del suo possessore.
La testa era coperta da un elmo spartano che risaltava gli occhi accesi del ragazzo e un mantello di luce gli ricadeva sulle spalle.
Nella sua mano era apparsa una lancia di bronzo scheggiata dal tempo con un pezzetto di stoffa rossa legato vicino alla lama ed era pronta a mietere le sue ultime vittime.

Il dio dei morti fece qualche passo indietro, sopraffatto dal ricordo del tredicesimo titano e sperò con tutto se stesso che Nightmare riuscisse a ucciderlo e ad usare il suo sangue per aprire le porte.

La Villain, a differenza sua, non si era mossa di un millimetro.
Si stava sistemando i guanti di pelle come se la trasformazione del ragazzo non la turbasse per niente e teneva lo sguardo fisso su di lui.

Aveva una voglia matta di togliersi la maschera e rivelare il suo volto, ma c'era qualcosa che la bloccava.
Una vocina che la pregava di non farlo perché sapeva che lo avrebbe deluso.
Non le sarebbe dovuto interessare, ma non le costava nulla tenersi la maschera per un altro po', giusto il tempo di aprire le porte.

Il terreno iniziò improvvisamente a tremare. Era Will che stava correndo ad una velocità impressionante verso Nightmare.

Will lanciò la sua lancia che iniziò a vorticare su se stessa puntando dritta al petto della ragazza.

Le graffiò un braccio squarciandole la manica della giacca di pelle e si conficcò nel terreno.

Piccole gocce nere caddero a terra.

«Ora basta giocare» ringhiò Nightmare tenendosi il braccio.

Il ragazzo scattò in avanti afferrandola per il collo, intento a strozzarla o quantomeno a farle perdere i sensi.
Ma la Villain venne avvolta da una nuvola di fumo e svanì per poi riapparire dietro di lui con un pugnale.
Provò a piantarglielo dietro al collo con una mossa netta e decisa, ma la lama si ruppe a contatto con la sua pelle.

Venne afferrata di nuovo e alzata leggermente da terra. Vide la lama della lancia avvicinarsi al suo petto. Se l'avesse colpita sarebbe morta sul serio.

Sussultò spaventata e cercò di afferrare l'arma per impedire che la colpisse.
Ma più ci provava e più il ragazzo stringeva la presa sul suo collo.

La lama iniziò a penetrarle nel costato bruciandole la pelle, ma si fermò a metà.
Ade aveva spinto con violenza il titano facendolo rotolare via lasciando che la lancia maledetta cadesse a terra per liberare la sua allieva.

Forse è stata l'unica cosa giusta che avesse mai fatto in tutta la sua vita.

«Nightmare, lascia fare a me, tu se troppo preziosa per-»

Si sentì un rumore metallico e la lancia tagliò di netto un braccio del dio che cadde con un tonfo molliccio.
Una pozza di sangue si allargò dall'arto amputato.

Il ferito guardò prima Will, poi il suo braccio e infine sorrise in modo agghiacciante.

«Guarda cosa hai fatto. Adesso dovrò punirti» Poi scambiò uno sguardo d'intesa con la sua allieva e subito ebbe un braccio nuovo di zecca. «Non sei l'unico che sa curare, a quanto pare»

A prima vista quel che diceva sembrava vero. Nightmare poteva riprodurre un intero corpo umano provvisto di tutto tranne che di un'anima, poteva curare i feriti come anche distruggerli, ma l'unica cosa che non riusciva a fare era curare se stessa.
Will invece poteva farlo benissimo.

Ogni minuto che passavano lì a combattere e a lanciarsi occhiatacce lui scopriva sempre un nuovo potere della sua nemesi.
Sembrava ne avesse un'infinità. Possibile che un corpo così delicato e perfetto potesse contenere tanto potere senza venirne corrotto?

No... ma lui non poteva sapere che sotto quella maschera c'erano due occhi più neri della pece con due iridi rosso sangue che lo fissavano continuandosi a chiedere "chi è lui? E perché sa il mio nome?"

Nightmare venne avvolta ancora da una nuvola di fumo nero e apparve dietro Will spingendolo con un calcio verso le porte.

Kyle mugugnava disperato, sgolandosi, mentre Amy pregava in silenzio che non lo uccidesse. Si sentiva impotente, sotto il controllo perenne di Hypnos che le impediva di muoversi.

La Villain rifilò un pugno al ragazzo nel bel mezzo dello stomaco, ma fu lei a ferirsi.
Le sue nocche diventarono rosse e da lì iniziò ad uscire del sangue.

Will non si scompose. Non provava alcuna pietà per quel mostro. Contrattaccò, questa volta dandole lui un colpo in mezzo allo stomaco e la fece piegare in due.

Altre goccioline d'acqua salata caddero a terra.

"Perché sto piangendo?" si chiedeva Lucrecia in preda al panico. "Non piango da mesi, perché proprio ora? Perché proprio con lui?"

Il ragazzo non ci andava per niente leggero. Sfruttava i suoi momenti di distrazione per colpirla in qualsiasi punto debole o scoperto che avesse e pin piano stava riuscendo a sconfiggerla.

Dei presenti nessuno stava muovendo un dito per proteggerla. Persino Ade era terrorizzato dalla possibilità di essere ucciso da quel ragazzino e si era nascosto nella speranza che la sua allieva lo mettesse a tappeto.

"Basta" pensò Lucrecia continuando a lacrimare. "Basta! Fermati! Ti prego basta!"

Ma il ragazzo continuava a sferrarle un colpo dopo l'altro. Il suo corpo si era riempito di lividi e tagli e tutto per colpa sua.
Eppure era potente, cosa la frenava dall'ucciderlo con un solo schiocco di dita?

Vide Hypnos inginocchiarsi a terra stringendosi il petto con una mano. Stava faticando a mantenere il controllo su di lei e fu proprio in quel momento che Nightmare capì di essere stata ingannata.

Quelle sensazioni nostalgiche, quel ricordo dello sparo, quel volto familiare. Sentiva che le era stato tolto un pezzo di lei.

Alzò lo sguardo provando a vedere negli occhi il suo nemico e sussultò nel riconoscerlo.

«Will... fermati, ti prego» sussurrò con la voce rotta dal pianto.

Ma lui non la ascoltò. Le tirò un pugno dritto sul muso, spaccando la maschera in due.
La faccia della ragazza venne liberata, mentre l'oggetto che la ricopriva cadde a terra con un tonfo che rimbombò per tutta la grotta facendo calare il silenzio.

Si sentiva solo il loro respiro affannoso e il crepitare delle torce.

Will spalancò gli occhi incredulo, come se avesse appena visto un fantasma, e indietreggiò scuotendo la testa.

«No...» disse con un filo di voce. «No, non puoi essere tu. È... È uno scherzo. Hai solo preso le sue sembianze»
In sua risposta una lacrima si addensò sul mento della sua vecchia amica e cadde a terra.
Fu l'ultima in assoluto per Nightmare ma la prima di Lucrecia. «Will...»
«No! Stammi lontana! Stammi lontana!»

Si appiattì contro le porte terrorizzato cercando di capire cosa stesse succedendo.
La persona che aveva commesso tutte quelle atrocità non poteva essere... non poteva... non...

Si inginocchiò a terra tenendosi una mano sul petto. Non riusciva a respirare. Nella sua mente si facevano strada i ricordi di tutto il dolore che aveva passato e ognuno di essi veniva collegato proprio a Nightmare.
Ma lei era... no, si rifiutava di crederlo.

Eppure guardandola aveva le stesse sembianze. Stesso corpo magrolino, stessa pelle bianca come il latte, stessi capelli castani che un tempo profumavano di rose... Ma gli occhi non erano gli stessi.

Cercò l'aria inutilmente in preda ad un attacco di panico. Era da più di un anno che non gli venivano, ma dopo aver subito troppe delusioni era normale che fosse venuto tutto fuori.

Lucrecia provò ad avvicinarsi preoccupata, ma venne spinta via.

«Non ti avvicinare, mostro

La vide cadere in ginocchio con il volto rigato dalle lacrime. Era delusa quanto lui, ma da se stessa.

«NO!» tuonò Ade.

Il dio dei morti uscì dal suo nascondiglio afferrando Hypnos per un braccio e lo lanciò contro Lucrecia facendolo ruzzolare verso di lei.

«Falla ritornare come prima! Cancellale la memoria del ragazzo! Obbedisci!»

Hypnos lanciò uno sguardo disperato al suo padrone. Non aveva le forze per farlo. Se avesse controllato Nightmare, DarkMind gli sarebbe sfuggita e viceversa.

«Muoviti!» tuonò Ade intimorendo tutti i presenti.

Lucrecia provò a cercare il contatto del suo amico. Era più di un anno che aveva sognato quel momento. Certo, non così, ma voleva ancora toccarlo, abbracciarlo, sentirsi al sicuro accanto a lui.

Will si ritrasse schifato. Non sapeva cosa pensare di lei. Tutto l'amore che provava era in contrasto con l'odio e quest'ultimo stava disintegrando qualsiasi ricordo positivo che aveva.

Quella che aveva davanti non era più la persona a cui aveva imparato a voler bene, la simpatica ragazza che aveva incontrato durante il test per la Hero Highschool, era solo un mostro con le sue sembianze.

«Will, ti prego devi ascoltarmi. Io non... non volevo...»
«Ma lo hai fatto! Hai distrutto tutto! Hai ferito me, i tuoi amici e chiunque ti abbia mai voluto bene. Hai disintegrato qualsiasi cosa con le tue stesse mani! Quindi non ti lamentare se nessuno ti ama più!»
«Tu... non mi vuoi più bene?»

Il ragazzo rimase in silenzio per un attimo. Era chiaramente furioso e non riusciva a pensare.
Diceva tutto quel che gli passava per la mente senza usare alcun filtro, come solo una persona ferita profondamente poteva fare.

Quegli occhi rossi e neri non erano più quelli color ambra di un tempo. Lei non era più la persona che amava.

«No, Nightmare... Nessuno ti vuole più bene, nemmeno io»

I suoi occhi si riempirono di lacrime e scoppiò in un pianto disperato.
Di sottofondo c'erano le urla di Hypnos e Ade e intanto Kyle ne aveva approfittato per liberarsi e andare da DarkMind e Angel.

Ormai il sangue della prima discendente era stato versato. Se anche solo una goccia di quello di Will avesse toccato le porte... si sarebbero spalancate all'istante.

Ma non era quello il problema principale del ragazzo. Davanti a lui c'era una persona che non sapeva se definire nemica o meno e sentiva che aveva bisogno di lui.

«Sei come Hamilton...» disse Lucrecia tra un singhiozzo e l'altro. «Mi odi, mi odiate tutti. Non mi capite! Non sapete quel che ho passato... Basta solo che mi diciate che sono un mostro e che farei meglio a morire» Alzò lo sguardo. «Pensavo che tu saresti stato diverso... Mi avevi difesa, protetta, mi avevi resa felice... ma mi sbagliavo. Mi hai pugnalata alle spalle proprio come hanno fatto tutti gli altri... Io ci credevo davvero, Will...» Si asciugò le lacrime e ringhiò. «Un tempo mi avrebbero fatto effetto le tue parole, ora no. Nulla cambierà la mia natura. È troppo tardi»

"Non è tardi, possiamo chiarire e stare insieme per sempre" avrebbe voluto dirle. Ma le parole erano intrappolate nel suo cuore dalla rabbia che provava per Nightmare.

Lucrecia si avvicinò al ragazzo in cerca di affetto nonostante sapesse benissimo che non lo avrebbe ricevuto, ma una siringa le venne piantata nel collo.

Boccheggiò scioccata e si girò verso il suo attentatore.
Era Ade e teneva in mano i resti di una fiala che fino a poco prima era piena di un liquido nero e viscoso simile a catrame.

Will si gettò su Lucrecia cercando di tranquillizzarla e squadrò minacciosamente il dio dei morti.

«Che cosa le hai fatto?»
«Nulla di che. Questo è un siero che uso spesso per... dare una spintarella»
«C-Come?»
«Lo vedrai»

Le vene della ragazza diventarono nere e la vide cercare disperatamente di respirare, come un pesce appena tolto dall'acqua.

«Luc, riesci a sentirmi? Lucrecia, stai tranquilla, andrà tutto bene. Luc!» la chiamò Will scuotendola.

Gli occhi rossi della ragazza diventarono più vivi e dalla sua bocca uscì un sibilo simile a quello che faceva un serpente prima di uccidere e divorare la sua preda.

Nightmare afferrò Will per la gola, per ripicca di quel che le aveva fatto prima, e lo tirò su senza fare il minimo sforzo.

«L... Luc...» La sua faccia stava diventando viola da quanto stava stringendo.

Si era distratto e aveva abbassato le sue difese. L'armatura stava svanendo, così come le sue energie e il suo ossigeno.

«Non sono Lucrecia, sono Nightmare. Fattene una ragione, prigioniero» disse con una voce distorta.

Lo sbatté contro la porta degli inferi producendo un forte tonfo metallico e premette il suo corpo sui vari teschi.
Will sentiva la sua armatura svanire e la sua colonna vertebrale scricchiolare come se si stesse per rompere.

«Nessuno mi vuole bene, giusto? Ottimo, un motivo in più per distruggervi tutti»

Premette il corpo del ragazzo fino a lasciare che i teschi gli perforassero la pelle della schiena e lo strisciò violentemente lungo la porta lasciando sopra una grande chiazza di sangue.

Il ragazzo cadde lateralmente rotolando sulla terra e si morse il labbro per non urlare dal dolore.

La sua schiena era stata grattugiata e tagliata così a fondo che aveva raggiunto la carne viva.

Lanciò un ultimo sguardo disperato alla sua nemica e la vide ridere malvagiamente di fronte alle porte che man mano si stavano aprendo.

Provò a strisciare verso di lei facendo uso dei gomiti e delle ginocchia, ma ogni volta che muoveva il dorso sentiva un forte dolore trafiggerlo da parte a parte impedendoglielo. Si fermò.

"Ho fallito..." pensò tirando su col naso. "Ho fallito ancora..."

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