My professor

By AutoreAnonimo_

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Dopo il trasferimento con la sua famiglia, Macarena, si iscrive ad un'università situata nei pressi di Madrid... More

Madrid
Ottobre
L'incontro
Coincidenze
Lasciapassare
Una festa
Passi falsi
Evitandosi
Puzzle
Bugie
Luglio
Senza sosta
Festa
Questioni da risolvere
Un amore impossibile
15 settembre
Litigio continuo
Inizio dell'anno
Indimenticabile
La sua scomparsa
Spazio Autore

Scontrandosi

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By AutoreAnonimo_

"Dove siamo?" chiesi guardando di fronte a me: c'era una casa grandissima, fuori era stupenda e sicuramente era più bella della mia.

Zulema sospirò "Hai detto di portarti in un posto tranquillo, no?" chiese mentre portò la testa all'indietro chiudendo gli occhi ed io annuii.
Dopo qualche istante voltò la testa dalla parte del finestrino per non guardarmi e schioccò la lingua, scuotendo contemporaneamente la testa "Siamo a casa mia" rispose levandosi la cintura per poi scendere dalla macchina, allora sorpresa, feci anche io la stessa cosa seguendola fino alla porta di casa. 
Una volta aperta andammo in cucina, ma quando realizzai di essere con il mio veleno e per di più in casa sua, andai furiosa verso di lei afferrandole con forza i fianchi per sbatterla dopo sul tavolo della cucina, facendola gemere dal dolore, e dopo mi mostrò uno sguardo di fuoco, squadrandomi tutto il corpo e dopo leccandosi le labbra afferrò i miei capelli chiudendoli nel suo pugno, ma mi liberai dalla sua presa e l'afferrai dalle cosce mettendola a sedere sul tavolo; in realtà non sapevo controllare la mia rabbia e dopo ciò che mi aveva fatto era il minimo.
"Figlia di puttana" dissi mettendomi in mezzo alle sue gambe e lei spalancò gli occhi per la mia azione "Spostati" disse serrando la mascella, era bellissima e boccheggiai di fronte a lei non sapendo cosa dire, infatti ci pensò lei invertendo le posizioni, come infastidita. "Non rendere tutto più difficile bionda" disse mettendo le sue mani sulle mie natiche, stringendole, ed io gemetti dal piacere; mi era mancato sentire il suo tocco.
"E cosa dovrei fare? Sei tu che lo stai rendendo difficile, non capisco quale sia il tuo problema" dissi con le lacrime agli occhi, mi sentivo debole, vulnerabile in sua presenza, o forse era solo che con lei non avevo filtri, non avevo le maschere che portavo ogni giorno con tutti. "Neanche io lo capisco" rispose andandosene nel porticato, lasciandomi in cucina, ma una volta raggiunta, le rubai la sigaretta di bocca e mi lanciò uno sguardo tagliente per poi ritornarsene dentro.

Dopo aver finito la sigaretta decisi di andare a farmi una doccia calda. Non volevo più saperne di rincorrere qualcuno che non mi meritava, ma era così impossibile con lei.
L'acqua mi scorreva addosso facendomi provare un senso di serenità e di quietezza, mi serviva ciò per levarmi ogni singolo pensiero, ma era tutto così inutile perché Zulema era indimenticabile.

Uscita dalla doccia con addosso l'accappatoio, non avevo neanche voglia di asciugarmi i capelli, tanto eravamo quasi in estate, così me li tamponai fino a farli diventare umidi, dopo di ché uscii dal bagno e mi rivestii con calma, avevo un senso di stanchezza addosso e non solo perché le mie ore di sonno si stavano riducendo.
......................................................

Percorsi il corridoio del piano superiore per cercare Zulema, non entrando nelle camere ovviamente, ci voleva la giusta privacy, ma volevo chiarire con lei a tutti i costi, per levarmi il peso che portavo sulle mie spalle, senza Zulema non potevo trovare la pace, perché era lei il mio posto felice.

La trovai in camera sua, sdraiata sul suo letto a leggere un libro, era così bella che non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Bussai delicatamente alla porta, anche se era aperta e lei mi guardò serrando la mascella, perché era così arrabbiata con me?

"Posso parlarti?" chiesi con un filo di voce, sperando in un si, e fortunatamente si morse il labbro e annuì leggermente. Con un piccolo sorriso andai da lei, che chiuse il libro spostandosi per farmi spazio, così mi sedetti al suo fianco. "Cosa vuoi?" chiese guardandomi con quei suoi occhi scuri che mi incutevano timore ma anche felicità.
"Io.." non riuscivo parlare, anche perché con le parole non ci ho mai saputo fare.
Scossi leggermente la testa e senza pensarci due volte mi infilai tra le sue gambe avvolgendo le mie braccia intorno alla sua vita: volevo abbracciarla e sprofondare nel suo petto.

Non vi saprei raccontare la sua espressione o la sua reazione per le mie gesta, perché non mi importava, volevo solo abbracciarla e sentirla il più vicino possibile a me in quel momento e nessuno mi avrebbe fermato, e invece.. "Bionda" disse staccandosi dal mio corpo e improvvisamente i miei occhi si colmarono di lacrime, che non avrei trattenuto per molto. Abbassai lo sguardo appena una lacrima rigò il mio viso, sospirai e a stento riuscivo a parlare "Scusami" dissi a voce bassissima, che quasi non riuscivo a sentirmi neanche io. "Per cosa?" chiese lei avvicinandosi di poco a me, ma non ricevette risposta perché iniziai a singhiozzare e non volevo farmi vedere in questo stato da Zulema, mai e poi mai, così mi alzai e velocemente raggiunsi la porta, che però venne chiusa dalla donna di fronte a me, la quale afferrò la mia mano. In un secondo la mia schiena era attaccata a quella porta e le sue labbra erano sulle mie: chiesi l'accesso con la lingua e venne accettato.
Era dolore quello che correva nei nostri corpi, non sapevamo sfogarlo come le persone normali, anche perché non volevamo essere come loro, e poi io volevo solo lei ed era così difficile farla mia perché non me lo permetteva, ero così stanca di tutte queste cazzo di porte chiuse e sbarrate che Zulema aveva, volevo sfondarle come si sarebbe dovuto fare, cazzo se volevo.

Mi ritrovai sotto di lei, sul suo letto, e non volevo staccare le mie labbra dalle sue, erano una droga per me e non riuscivo a liberarmene, il suo sapore era indescrivibile, come le emozioni che mi faceva provare con un solo sguardo.
E mentre ero immersa in questi pensieri, Zulema si era già messa all'opera: sganciò lentamente i bottoni della mia camicia a quadri che portavo, levandomela subito dopo per poi afferrare il mio seno, stringendolo e facendomi gemere sulla sua bocca; il suo sguardo era così penetrante che mi faceva desiderare di farla mia, sempre di più, così la presi per i fianchi stringendola a me e con mossa veloce levai la sua maglia, ma non mi fece fare altro che subito dopo mi afferrò il collo, aprendomi le gambe con forza e un altro gemito scappò dalla mia bocca quando si infilò tra di esse, per levarmi il reggiseno e per baciarmi il petto, scendendo poi al ventre e la mia schiena si inarcò automaticamente, facendomi mordere il labbro inferiore.

I nostri sguardi erano calamite, non riuscivo a staccarmi dai suoi occhi, come lei non sapeva fare con i miei, e se vogliamo dirla tutta era una lotta continua su chi doveva prendere il dominio, ma questa volta non mi sarebbe scappata.

Mi levò i pantaloncini e si addentrò nella mia parte intima facendomi sussultare dalla sorpresa e appena gemetti, aggiunse un altro dito sorridendomi. L'afferrai dai capelli per il piacere, facendole aumentare la velocità, mi faceva toccare il paradiso ogni volta e non volevo più andarmene dalle sue braccia, ci sapeva fare davvero.
Ma mentre godevo questo pensiero mi continuava a sfiorare la mente: volevo farmi distruggere o volevo sconfiggere i suoi demoni? Era un caos totale, ed era forse per questo che l'attrazione tra noi due era così forte, perché infondo siamo un casino insieme.
..............................................................
Raggiunsi l'orgasmo e la donna sopra di me stava già per andarsene, ma la bloccai tra le mie braccia e la guardai intensamente, le accarezzai la schiena partendo appena sopra il suo fondo schiena e arrivai al suo reggiseno nero, il quale sganciai mordendomi il labbro, continuando a guardarla negli occhi, provocandola. Notai i brividi percorrere il corpo di Zule, così colsi l'occasione per afferrarle il collo invertendo subito le posizioni. Tolsi i suoi pantaloni e solo in quel momento mi accorsi dei suoi tatuaggi stupendi, i quali tracciai con il mio indice provocandole altri brividi. Feci scendere la mia mano sul suo seno, che accarezzai delicatamente, dopo di ché aprii le sue gambe con la mano, stringendole le cosce con forza e subito dopo la donna sotto di me si morse il labbro continuandomi a guardare "Bionda" disse subito dopo "Stai zitta" dissi mentre mi abbassai all'altezza delle sue mutande, che levai con i denti sensualmente e i suoi occhi si spalancarono per ciò che avevo appena fatto.
Una volta tolte, risalii all'altezza del suo viso poggiando le mie labbra sul suo collo per lasciarle baci e morsi, e la mia figlia di puttana strozzava gemiti, ma io li sentivo lo stesso e leccavo di continuo le labbra per ciò che stavo sentendo. Misi la mia mano dentro l'intimità di Zulema, prendendo i suoi punti deboli, che portarono a farla gemere come non mai, le strappai anche un urlo e sorrisi per quello che mi stava regalando.
Era assurda la situazione che si era appena creata tra noi e non avevo intenzione di smettere, mi faceva questo cazzo di effetto e non potevo proprio starci lontana, mai. Nel bel mezzo del mio lavoro qualcuno aprì la porta, così mi nascosi tra le coperte dietro Zulema.

"Che cazzo Zule, avvertimi!" esclamò una ragazza alta, con i capelli molto lunghi.

"Vai a fare in culo fuori, cazzo!" rispose Zulema coprendosi il corpo nudo con le coperte e la ragazza uscì ridendo, ma chi era? Mio dio che imbarazzo, non avevo neanche potuto far raggiungere l'orgasmo alla mia figlia di puttana.

Scesi dal letto e incominciai a vestirmi, uguale Zulema "Scusa, è una mia cara amica" disse dopo alcuni minuti "Una cazzo di stronza" continuò ridendo subito dopo, la sua risata mi faceva sciogliere cazzo, era il mio suono preferito.
"Presentamela, no?" chiesi con paura che potesse reagire male, ma volevo far parte a pieno della vita di Zule, volevo conoscere ogni parte di lei. E per mia contentezza lq donna annuì e mi fece cenno di seguirla, me la stava davvero per presentare?

Scendemmo al piano inferiore e raggiungemmo la cucina, dove l'amica di Zulema stava mangiando un panino e appena mi vide tossì e bevve subito l'acqua che aveva nel bicchiere accanto a lei. Appoggiò il bicchiere e iniziò a ridacchiare indicando noi due, guardai Zulema confusa, ma distolse subito lo sguardo da me scuotendo la testa. "Hai finito?" chiese dopo qualche istante la donna al mio fianco e la sua amica si ricompose. "Ma pensa te la biondina!" urlò stupita la ragazza, ed io mi sentii a disagio diventando tutta rossa, come faceva a sapere chi ero? Si alzò dalla sedia e venne subito davanti a me, e stava per abbracciarmi quando Zulema le riservò uno sguardo di fuoco, così si fermò immediatamente facendo un passo indietro, Zulema Zahir era gelosa di me.
"Io sono Saray la gitana, la migliore amica della regina araba!" esclamò orgogliosa porgendomi la mano amichevolmente "Sapevo che eri araba, ma non che fossi anche una regina" dissi ridacchiando guardando la mia regina araba che rise alla mia affermazione "Beh, per te lo sono" rispose andando verso il frigo, per prendere dell'acqua, mentre io ritornavo con lo sguardo su Saray "Presumo che tu già sai chi sono io" risposi sorridendo, stringendo la mano di Saray "Oh si che lo so! Macarena Ferreiro nata il 28 dicembre del 1984" rispose ed io alzai un sopracciglio infastidita, levando subito la mano dalla sua, era una sconosciuta cazzo. "Perché sai tutte queste cose?" chiesi con tono quasi arrabbiato, la gitana ridacchiò e guardò velocemente Zulema "Interessante" bisbigliai sorridendo come una scema. "Io e te dovremmo parlare di molte cose, Macarena" concluse Saray facendomi l'occhiolino e toccandomi la spalla amichevolmente. "Allora buonanotte ragazze" disse Saray, andando verso le scale, che salì per andare in camera sua.

Una volta assicurata di essere sole, andai verso Zulema che era seduta sul divano a guardare uno stupido documentario alla televisione, così mi misi a cavalcioni su di lei e sobbalzò leggermente dallo spavento, facendomi ridere. Scesi delicatamente con la mano sul suo addome platonico, per arrivare all'inizio dei suoi pantaloni "Cerca di non urlare" dissi bisbigliandole all'orecchio, per poi morderlo sensualmente e Zulema inarcò la schiena, facendo combaciare i nostri seni, che mi portarono ad ansimare contro il suo collo.
Era così bello sentirla vicina a me, avevo conosciuto parte della sua vita e potevo conoscere anche il resto con calma.
Poi vederla sotto di me era una completa soddisfazione, la prima volta che si era fatta dominare; avevo sfondato un portone bello grosso, me ne restavano solo miliardi.

In questo arco di tempo avevo capito che con Zulema c'era tanto lavoro da fare, ma ne valeva la pena, avrei anche attraversato il fuoco per capirla, per portarla alla felicità.
Ma mentre pensavo a ciò raggiunse peccatamente l'orgasmo, erano stati minuti intensi e non potevo ancora credere a ciò che mi aveva fatto fare, insomma ero a casa sua e per la prima volta mi aveva fatto fare quel che volevo da tempo.

Dopo alcuni minuti tornammo in camera sua, e ci avvolgemmo una tra le braccia dell'altra sotto le coperte, ero così felice che non mi volevo staccare da lei.

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