Festa

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Ci svegliammo di scatto a causa dello squillo del mio telefono "Chi cazzo è?" chiese Zulema stringendomi di più a se "Non lo so, porca troia!" esclamai arrabbiandomi, volevo stare tranquillamente nelle braccia della mia donna senza rotture di palle.

Presi il telefono mugugnando con gli occhi semichiusi e notai che si trattava di Mencìa e risposi senza pensarci due volte.

"Maca dove cazzo sei finita?" domandò urlando e spostai di qualche centimetro il telefono, mi avrebbe sicuro sfondato i timpani. "Non urlare, cazzo" risposi infuriandomi "Ti sei per caso scordata della festa?" chiese regolando i toni della voce e mi portai la mano alla bocca guardando l'orario, erano le 19:20 e non avrei mai fatto in tempo ad arrivare a casa ed essere pronta in neanche mezz'ora.
Mi alzai velocemente dal letto, facendo svegliare Zulema che mi guardava confusa, stava per aprire bocca quando le feci cenno di stare zitta "Nono, sono già per strada, 5 minuti e sono lì" risposi mentendo spudoratamente, grattandomi la testa nervosamente. "Ti conviene, ciao" concluse Mencìa staccando, così buttai il telefono sul letto in preda al panico, 5 minuti e sarei stata a casa mia?!

"Sei già per strada?" disse Zulema ridacchiando, alzandosi e mettendosi gli ultimi vestiti che le mancavano ed io non risposi, iniziando a camminare per tutta la stanza. "Chi era?" chiese dopo qualche istante seguendomi con gli occhi. "Era Mencìa, cazzo mi ero completamente dimenticata della festa!" esclamai portandomi la mano sulla fronte, sfregandola nervosamente. "Tu ad una festa?" chiese guardandomi dall'alto al basso "Si perché?" chiesi inarcando un sopracciglio. "Senza di me non vai da nessuna parte" concluse e mi morsicai il labbro sorridendo, amavo quand'era gelosa. "Vieni anche tu" mi azzardai a dire e spalancò gli occhi alla mia affermazione. "Sei pazza? Sono la professoressa" disse toccandosi nervosamente i capelli "Cazzo" dissi serrando la mascella, cercando di inventarmi qualcosa. Dopo dei minuti non mi venne in mente niente, ma non c'era più tempo così presi Zulema per il polso, raccogliendo le nostre cose, o almeno le sue, mi sarei messa la volo un suo vestito perché non avrei fatto in tempo. E dopo aver chiuso casa, corsi mano nella mano con Zulema fino alla macchina "Bionda ma che fai?" chiese confusa "Non c'è tempo, dobbiamo andare, sali!" esclamai aprendo il mio sportello ed entrando subito dopo nell'auto mi allacciai la cintura e lo stesso fece Zule, così poterti partire ad alta velocità.

"Mi spieghi che stiamo facendo?" chiese preoccupata, tenendo gli occhi sulla strada.v"Stiamo andando a prendere Mencìa, e dopo andremo a quella cazzo di festa" risposi, tenendo anche io lo sguardo puntato sulla strada. "Sei impazzita? Cosa dirai agli altri?" chiese infuriandosi, portando lo sguardo su di me e scossi la testa, non sapendo cosa rispondere. "Dirò che sei la mia cugina di secondo grado" dissi dopo qualche minuto tutta contenta per aver trovato una scusa eccellente, mentre Zulema spalancò gli occhi scoppiando subito dopo a ridere. "Povera me" disse portandosi la mano sulla fronte, ridacchiando piano.
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Finalmente arrivammo davanti casa mia, ci avevo messo molto di meno per fortuna e ci cambiammo vestiti, buttando quelli di prima nel mio zaino. Fatto ciò chiamai Mencìa, per avvertirla.

"Abbiamo fatto presto, grande guidatrice bionda" disse scoccandomi un bacio veloce, ed io sorrisi come una scema mordendomi il labbro e appoggiando la mia mano nel suo interno coscia, cominciai a formare dei cerchi immaginari, facendole venire dei brividi e ridacchiai, levando subito la mano appena Mencìa rispose.
"Oh ma ce la fai? È da tre ore che sono qua fuori, sbrigati!" esclamai infuriandomi.
"Non è vero, mi sono affacciata due secondi fa-" disse affacciandosi alla finestra e si zittì subito notando la mia macchina. "Ok, arrivo" disse diventando seria, staccando la chiamata subito dopo.

My professorWhere stories live. Discover now