Scontrandosi

226 11 3
                                    

"Dove siamo?" chiesi guardando di fronte a me: c'era una casa grandissima, fuori era stupenda e sicuramente era più bella della mia.

Zulema sospirò "Hai detto di portarti in un posto tranquillo, no?" chiese mentre portò la testa all'indietro chiudendo gli occhi ed io annuii.
Dopo qualche istante voltò la testa dalla parte del finestrino per non guardarmi e schioccò la lingua, scuotendo contemporaneamente la testa "Siamo a casa mia" rispose levandosi la cintura per poi scendere dalla macchina, allora sorpresa, feci anche io la stessa cosa seguendola fino alla porta di casa. 
Una volta aperta andammo in cucina, ma quando realizzai di essere con il mio veleno e per di più in casa sua, andai furiosa verso di lei afferrandole con forza i fianchi per sbatterla dopo sul tavolo della cucina, facendola gemere dal dolore, e dopo mi mostrò uno sguardo di fuoco, squadrandomi tutto il corpo e dopo leccandosi le labbra afferrò i miei capelli chiudendoli nel suo pugno, ma mi liberai dalla sua presa e l'afferrai dalle cosce mettendola a sedere sul tavolo; in realtà non sapevo controllare la mia rabbia e dopo ciò che mi aveva fatto era il minimo.
"Figlia di puttana" dissi mettendomi in mezzo alle sue gambe e lei spalancò gli occhi per la mia azione "Spostati" disse serrando la mascella, era bellissima e boccheggiai di fronte a lei non sapendo cosa dire, infatti ci pensò lei invertendo le posizioni, come infastidita. "Non rendere tutto più difficile bionda" disse mettendo le sue mani sulle mie natiche, stringendole, ed io gemetti dal piacere; mi era mancato sentire il suo tocco.
"E cosa dovrei fare? Sei tu che lo stai rendendo difficile, non capisco quale sia il tuo problema" dissi con le lacrime agli occhi, mi sentivo debole, vulnerabile in sua presenza, o forse era solo che con lei non avevo filtri, non avevo le maschere che portavo ogni giorno con tutti. "Neanche io lo capisco" rispose andandosene nel porticato, lasciandomi in cucina, ma una volta raggiunta, le rubai la sigaretta di bocca e mi lanciò uno sguardo tagliente per poi ritornarsene dentro.

Dopo aver finito la sigaretta decisi di andare a farmi una doccia calda. Non volevo più saperne di rincorrere qualcuno che non mi meritava, ma era così impossibile con lei.
L'acqua mi scorreva addosso facendomi provare un senso di serenità e di quietezza, mi serviva ciò per levarmi ogni singolo pensiero, ma era tutto così inutile perché Zulema era indimenticabile.

Uscita dalla doccia con addosso l'accappatoio, non avevo neanche voglia di asciugarmi i capelli, tanto eravamo quasi in estate, così me li tamponai fino a farli diventare umidi, dopo di ché uscii dal bagno e mi rivestii con calma, avevo un senso di stanchezza addosso e non solo perché le mie ore di sonno si stavano riducendo.
......................................................

Percorsi il corridoio del piano superiore per cercare Zulema, non entrando nelle camere ovviamente, ci voleva la giusta privacy, ma volevo chiarire con lei a tutti i costi, per levarmi il peso che portavo sulle mie spalle, senza Zulema non potevo trovare la pace, perché era lei il mio posto felice.

La trovai in camera sua, sdraiata sul suo letto a leggere un libro, era così bella che non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Bussai delicatamente alla porta, anche se era aperta e lei mi guardò serrando la mascella, perché era così arrabbiata con me?

"Posso parlarti?" chiesi con un filo di voce, sperando in un si, e fortunatamente si morse il labbro e annuì leggermente. Con un piccolo sorriso andai da lei, che chiuse il libro spostandosi per farmi spazio, così mi sedetti al suo fianco. "Cosa vuoi?" chiese guardandomi con quei suoi occhi scuri che mi incutevano timore ma anche felicità.
"Io.." non riuscivo parlare, anche perché con le parole non ci ho mai saputo fare.
Scossi leggermente la testa e senza pensarci due volte mi infilai tra le sue gambe avvolgendo le mie braccia intorno alla sua vita: volevo abbracciarla e sprofondare nel suo petto.

My professorWhere stories live. Discover now